ilTorinese

Lo Russo: “Il 25 aprile ci chiede ancora una volta da che parte stare”

Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo ha detto che “Il 25 aprile è sempre stata una data molto sentita dai torinesi, legata alla carne viva delle famiglie dei tanti partigiani che hanno lottato e dato la vita per una libertà mai scontata. Ma quest’anno la giornata ha un valore in più di riflessione, perché ci chiede ancora una volta da che parte stare”.

Il primo cittadino ha aggiunto: “per quanto sta accadendo in Ucraina è difficile trovare una posizione esente da controindicazioni,  tutti vogliamo la pace, e non è facile trovare le strade giuste per arrivarci. Per questo vedo nel 25 aprile una grande opportunità di riflessione sulla nostra storia e di unione sui nostri valori fondanti”.

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Maurizio de Giovanni “L’equazione del cuore” -Mondadori- euro 19,00
Questo è il libro che de Giovanni voleva scrivere da tempo, con un personaggio nuovo sospeso tra logica ferrea e un’umanità seminascosta. E’ il professore di matematica in pensione Massimo De Gaudio, vedovo un po’ misantropo, taciturno e solitario. Vive a Solchiaro “un’isola nell’isola”, in una casa appartata a Procida, nel Golfo di Napoli, che ama soprattutto in inverno quando scompaiono i fastidiosi turisti. Ama godersi la bellezza del mare, pescare in santa pace, vivere con i suoi ricordi e pensieri. Ha un’unica figlia, Cristina, sposata ad un ricco imprenditore del nord; tra il padre e la donna qualche veloce telefonata e spizzichi di vacanze condivise quando lei lo raggiunge con il figlio di 9 anni, Francesco detto Checco. Momenti preziosi in cui il nonno diventa l’eroe del nipotino, al quale insegna a pescare spiegandogli i dettagli della lotta tra preda e predatore. A spezzare i ritmi abitudinari di Massimo è la notizia che figlia e genero sono morti sul colpo in un incidente d’auto; a bordo c’era anche Checco, ora ricoverato in ospedale, operato d’urgenza, in coma e sospeso tra vita e morte. Addio tranquillità e ordine, Massimo lascia il suo rifugio -spera solo temporaneamente-, sale al nord ed affronta la dura realtà.
E come riesce a farlo? Ricorrendo al solo ordine che conosce, quello dei numeri, ai quali ricorre per arginare anche le emozioni; lui che delle tovaglie dell’osteria conta i quadretti e posiziona il bicchiere sempre in un punto calcolato e preciso. Mentre il nipote lotta per sopravvivere nel reparto di terapia intensiva, il nonno nutre dubbi sull’inspiegabile dinamica dell’incidente. Soprattutto scopre di essersi perso gran parte della vita della figlia; una distanza emotiva prima ancora che fisica.
Deve anche fare i conti con il fatto che il bimbo sia l’unico erede di una colossale fortuna dalla quale dipende il benessere dell’intera zona. I medici non sono in grado di fare previsioni in merito alla sopravvivenza di Checco, tantomeno sulle condizioni in cui potrebbe risvegliarsi. De Gaudio, che sogna di tornarsene al mare quanto prima, potrebbe diventare il tutore del nipote e deve confrontarsi con una serie di personaggi legati all’azienda del genero e alle opere umanitarie della figlia. Con persone come la baby sitter del nipote –la protettiva affezionata Alba- e la migliore amica della figlia. E pagina dopo pagina emergono segreti e correnti sotterranee che spiegano molte cose……

 

Karina Sainz Borgo “La custode” -Einaudi- euro 18,00
E’ il secondo romanzo della giornalista e scrittrice venezuelana, nata a Caracas nel 1982, che vive in Spagna da 12 anni. Ed è di una struggente bellezza, che ha a che fare con la pietà verso i morti, ambientato in una sanguinosa terra di confine tra Colombia e Venezuela.
La storia ruota intorno a una donna che a Mezquite si fa carico di seppellire i cadaveri abbandonati dei migranti. E’ Visitación Salazar, della quale Karina Sainz Borgo apprese l’esistenza leggendo un reportage; decise di rintracciarla e ci riuscì grazie all’aiuto di un amico che aveva lavorato per la Croce Rossa in quella zona.
La raggiunge e trascorre del tempo con lei, ne scopre la natura profonda e magnifica, la missione che diventa il suo motivo di vita: dare sepoltura a chi non ha terra, con una compassione rara nelle storie di “los caminantes”, intrise di disumanizzazione lungo le frontiere dove sei un fuggitivo o un cadavere. Visitación si oppone a tutto questo ed è la custode del raffazzonato cimitero illegale il Terzo Paese, nel quale consegna corpi e ossa all’eterno riposo in nicchie di blocchi che lei stessa cementa in modo rudimentale o sotto palate di terra, poco più che fosse comuni, ma con l’aggiunta di indicazioni per segnare dove sono i resti dei disperati. I primi capitoli del romanzo sono folgoranti. Angustias, voce narrante, è una giovane donna alla quale sono morti tra le braccia due gemellini nati da poco: «Lasciarono questo mondo nello stesso ordine in cui c’erano arrivati. Prima Higinio, poi Salustio…Li avvolgemmo negli asciugamani e li trasportammo così finché non rimediammo delle scatole. Erano talmente piccoli che ne sarebbe bastata una». Angustias, con il suo carico di morte, va alla ricerca della donna che avrebbe seppellito i suoi figli e le avrebbe insegnato a sotterrare quelli degli altri. Non è solo finzione letteraria perché la Sainz Borgo è stata testimone di quanto avveniva e tutt’ora accade alla frontiera. Ha partecipato lei stessa alla sepoltura di cadaveri abbandonati ed ha visto davvero una giovane che portava con sé i suoi gemelli nati prematuri e chiusi in una scatola da scarpe. Da lei nasce la protagonista Angustias, che abbandonata dal marito -in questo libro gli uomini sono spesso codardi- decide di restare con Visitacion, aiutarla nella sua missione di custode dei morti, di essere sua alleata contro i soprusi del possidente più ricco della zona e del suo pericoloso braccio destro….

 

Enrico Rotelli “L’America è un esperimento” -La nave di Teseo- euro 18,00

Giornalista e scrittore, Enrico Rotelli, è stato assistente di Fernanda Pivano, della quale ha anche curato i volumi dei diari, inoltre è coautore di libri autobiografici di grandi nomi come Valentina Cortese, ed ha seguito svariati progetti editoriali. Il sottotitolo “Scrittori e storie degli Stati Uniti” anticipa le pagine che seguono, nelle quali scopriamo come si raccontano alcuni grandi autori nelle interviste concesse al giornalista tra 2015 e 2020. Gran parte è stata pubblicata su “La lettura” del Corriere della Sera, ed ora Rotelli le ha raccolte in 200 pagine.
Una carrellata che incanterà gli amanti della letteratura nordamericana; ma di notevole interesse anche per chi vuole riflettere sui grandi temi di attualità (o pure antichi) insieme ad attenti autori contemporanei. Rotelli ha dialogato con 23 scrittori a stelle e strisce tra i più interessanti, da Premi Pulitzer famosi ad altri meno noti oltreoceano: tutti però con un occhio particolarmente sensibile ed acuto che mette a fuoco svariate realtà. Il giornalista ha avuto la fortuna di lavorare per 5 anni (fino al 2009 anno in cui è morta) al fianco dell’immensa Fernanda Pivano che è stata l’artefice della scoperta in Italia di grandi scrittori americani, prima quasi ignoti da noi e mai tradotti. Insieme a lei ha percorso in lungo e in largo New York, ed ha incontrato molti protagonisti della scena culturale. Non perdetevi l’introduzione di questo libro dedicato “a Nanda” in cui Rotelli racconta il loro incontro e l’avvio dell’entusiasmante avventura come suo assistente, trascinato nella coinvolgente scoperta delle firme più prestigiose e dei loro pensieri sulla vita, sulla letteratura e sul mondo.
Tra gli intervistati nomi del calibro di Erika Jong, Lawrence Ferlinghetti, Michael Cunningham, Andrew Sean Greer. E ancora Dave Eggers, Richard Powers e Jill Eisenstad, ovvero la rossa del Literary Brat Pack: il gruppo di 4 ventenni –oltre a lei Bret Easton Ellis, Jay McInerney e Tama Janowitz- che negli anni ottanta raccontavano le vicissitudini dei giovani americani disillusi.
Alcuni li ha incontrati personalmente, raggiungendoli anche sulla costa ovest degli Usa; altri li ha interpellati telefonicamente o per email.
Sono tanti dialoghi diversi e indipendenti, con voci della scena letteraria americana, ma anche provenienti da culture diverse: come la cinese Yiyun Li, Ayelet Waldman nata a Gerusalemme, Maaza Mengiste nata nel 1971 ad Addis Abeba o ancora, tra gli latri, Elif Batuman nata in New Jersey da genitori turchi.
Tante analisi e prospettive sul lavoro dello scrittore, sulle difficoltà che si possono incontrare nell’analizzare e narrare il proprio tempo, sulle esperienze personali, sul futuro della letteratura e della situazione politico-sociale. Un composito mosaico di voci che ci portano nel cuore della letteratura americana contemporanea.

 

Ana Bågstam “Testimone oculare” -Marsilio- euro 18,00

E’ il primo appuntamento di una serie che l’avvocato svedese Ana Bågstam ha in mente di scrivere, con al centro il personaggio della giovane criminologa Harriet Vesterberg.
Un ‘eroina dalle molte sfaccettature: preparata, ma a tratti insicura, forte e determinata, eppure delicata al contempo. Ha 30 anni ed è specializzata in criminologia, figlia di Eugen docente universitario in pensione, sorella di Paul sposato e padre di famiglia. Dopo una delusione amorosa, Harriet decide di lasciare Stoccolma e cercare una nuova partenza nel piccolo paesino sulla costa della Scania, Lerviken, dove è solita trascorrere le vacanze estive e dove vive il padre.
Assunta come criminologa nella stazione di polizia locale si trova a dover affrontare la diffidenza della capa e dei colleghi, e il suo battesimo lavorativo è particolarmente cruento. Nel tranquillo villaggio di pescatori, dove tutto sembra scorrere in modo tranquillo, avviene un efferato delitto.
In un capannone viene trovato il cadavere straziato di Laura Andersson: ha la bocca e il mento coperti di nastro adesivo telato, lo stesso con cui qualcuno le ha fissato le palpebre aperte, ed una mortale ferita di arma da taglio alla testa. E’ in un bagno di sangue, sotto un trattore e in una posizione innaturale. E’ la moglie 53enne del ricchissimo finanziere Douglas Andersson di 72 anni. Una coppia senza figli né altri parenti, proprietari di una vasta tenuta che era appartenuta ad una famiglia dell’aristocrazia locale.
Laura, molto più giovane del marito «…lunghi capelli rossi e la grazia di una star del cinema. Bellissima, enigmatica e misteriosa. Però camminava in modo strano, zoppicando, come se le facesse male una gamba». Era lo strascico della polio ed ultimamente era peggiorata tanto da muoversi solo in sedia a rotelle.
Il marito – che in un primo tempo non si trova- risulta essere stato condannato due volte per maltrattamenti nei confronti della moglie. Poco dopo però è proprio Harriet a scoprire Douglas gravemente ferito e chiuso in un container. Dunque l’assassino da dove arriva?
Poco a poco le indagini proseguono e convertono su alcuni individui, con risvolti anche tragici: testamenti cambiati all’ultimo, gemelli problematici, moventi economici, vendetta per violenze passate…. Senza anticipare troppo, va però detto che questo è un godibilissimo giallo dalla tipica struttura investigativa, in cui fondamentale è la sequenza: crimine, indagini condotte tra ragionamento, indizi da valutare, suspence, colpi di scena e deduzioni che trascinano il lettore alla scoperta della dinamica del delitto e del colpevole….o colpevoli? Gustatevi le imprese di Harriet, giovane dall’intuito notevole, alle prese con un ambito lavorativo in cui deve farsi strada con unghie e denti; le sue ansie, delusioni e aspettative ce la rendono particolarmente vicina e simpatica.
Oltre alle indagini, c’è anche molta vita privata di Harriet che aiuta a delineare meglio il personaggio. Tra padre anziano e smemorato, fratello sfuggente, vicina di casa con qualche segreto, e forse un nuovo amore all’orizzonte, godiamoci queste 387 pagine che corrono via accattivanti più che mai. E diamo il benvenuto a una nuova stella del firmamento del giallo nordico.

L’Uncem sui fondi per gli asili

“C’è chi ha esultato, nelle ultime ore, per l’arrivo di qualche migliaia di euro per potenziare il servizio negli asili nido. Peccato di tanti di quei Comuni che riceveranno il riparto di 120 milioni di euro, l’asilo nido non ce l’abbiano. E vi sono casi, nella tabella varata dalla Conferenza Stato-Città, di Comuni che hanno il nido ma non il contributo. Qualcosa non va nella distribuzione effettuata ai sensi degli stanziamenti per potenziare i servizi dei nidi, previsti in legge di bilancio, prima annualità il 2022. 120 milioni che si sommano a oltre 3 miliardi di risorse per fare nuovi nidi, previsti dal PNRR. Rispetto ai 120 milioni vi sono molti Comuni senza asilo che ricevono seimila, settemila euro. Cosa ne faranno? Dovranno condividerlo o consegnare il contributo al Comune più vicino che il nido ce l’ha? Dovranno mettere insieme le somme? Dovranno inventarsi nuovi servizi? Aspettiamo chiarimenti e per ora riconfermiamo che nuovi nidi nelle aree montane servono eccome, all’interno di intelligenti scuole di valle, smart e green, con tutti i livelli formativi insieme, per semplificare la vita a figli e genitori. Servono, a patto vi sia qualche nascita in più, dunque qualche abitante in più, qualche famiglia in più, qualche impresa in più, e anche un fisco peculiare e differenziato che esalti ‘il più’, ambientale, paesaggistico, culturale, storico, sociale, dei nostri territori. Dove si vive meglio. E i servizi in più sono sempre ben graditi. Ma con giudizio e buon senso”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.

I Palazzi delle Istituzioni si aprono alla città

In occasione di tre ricorrenze dal profondo valore civico, il 25 aprile (anniversario della Liberazione), il 2 giugno (festa della Repubblica italiana) e il 4 novembre (giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate), cinque istituzioni pubbliche che hanno sede in edifici storici torinesi aprono le loro porte per offrire un percorso insolito, nel cuore della città.

 

L’evento è promosso dalla Città di Torino Presidenza del Consiglio comunale e dalla Prefettura di Torino, con la collaborazione della Città metropolitana di Torino, di Turismo Torino e Provincia, dei Musei Reali e dell’Archivio di Stato di Torino.

 

L’itinerario ha inizio a Palazzo Civico, storica sede del municipio cittadino, inserita nel nucleo originario della Torino di fondazione romana. Il percorso di visita, la cui partenza è prevista dal Cortile d’Onore del Palazzo stesso, di impianto tipicamente barocco, si snoderà attraverso le sue Sale Auliche: lo Scalone d’Onore seicentesco, la neoclassica Sala dei Marmi e il suo loggiato, la Sala delle Congregazioni, la splendida Sala Rossa, cuore della vita amministrativa torinese, per concludersi presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale che, eccezionalmente, aprirà le sue porte ai visitatori.

 

Percorse le vie che collegano il Palazzo di Città con Piazza Castello, si raggiungono i Musei Reali per la visita nelle sale di rappresentanza di Palazzo Reale, centro di comando della dinastia sabauda e prima reggia dell’Italia unita. Si sale al piano nobile attraverso lo Scalone d’Onore, commissionato dal re Vittorio Emanuele II all’architetto Domenico Ferri nel 1861, all’indomani dell’Unità d’Italia, quando per i Savoia si prospettava un ruolo nazionale con Torino capitale del nuovo regno. È un’architettura di gusto eclettico, con una decorazione ispirata a modelli barocchi. Si entra nel grande salone delle Guardie Svizzere, si attraversano numerose sale fastose tra cui quella del trono per giungere nella Galleria Beaumont, che prende il nome dal pittore di corte incaricato di dipingerne la volta. Qui ha sede l’Armeria Reale, che accoglie la raccolta dinastica di armi e armature antiche. Aperta al pubblico nel 1837 è una delle istituzioni culturali che Carlo Alberto promuove insieme alla quadreria di Palazzo Madama, futura Galleria Sabauda, l’Accademia Albertina e la Biblioteca Reale. Al termine lo scalone alfieriano che collega gli appartamenti reali con le costruzioni destinate alle Segreterie di Stato, agli Archivi di Corte e al Teatro.

 

Il Palazzo delle Segreterie, oggi Prefettura, era destinato ad accogliere le funzioni amministrative. Il primo progetto si deve ad Amedeo di Castellamonte ed è contenuto nelle tavole del Theatrum Sabaudiae (1682). Il cantiere fu però interrotto poco dopo l’avvio delle fondazioni, per essere ripreso soltanto nel 1731 da Filippo Juvarra. Il famoso architetto, incaricato da Vittorio Amedeo II, aggiorna il progetto adeguandolo alla nuova funzione dell’edificio, destinato ad accogliere le Segreterie, che costituivano il vertice dell’apparato centrale di governo del sovrano. Nel 1738, due anni dopo la scomparsa di Juvarra, il nuovo architetto regio Benedetto Alfieri assume la direzione della fabbrica, lavorando in continuità col suo predecessore.

La destinazione ministeriale, amministrativa del palazzo rimane tale anche durante la dominazione francese, cosi come durante la restaurazione e nell’epopea risorgimentale.  Dopo l’Unità d’Italia e il trasferimento della capitale nazionale a Firenze, nel 1866, il Palazzo delle Segreterie diviene sede della Prefettura di Torino.

 

La Galleria, ideata da Juvarra ma realizzata da Benedetto Alfieri tra il 1738 e il 1756, è un lungo ambiente di raccordo tra la Galleria Beaumont e gli Archivi di Corte, affacciata sui Giardini Reali. La decorazione della volta risale alla stagione del rinnovamento dei reali palazzi voluto da Carlo Alberto.

 

Dalla Galleria si passa all’aula del Consiglio della Città metropolitana di Torino, già Provincia di Torino.  Nel 1864 Torino non è più capitale. Gli intendenti delle Segreterie vengono sostituiti dai Prefetti ai quali viene collegato un consiglio provinciale. L’ampia sala dedicata alle riunioni del consiglio, con le sue decorazioni, è un’interessante espressione dei modelli eclettici propri del periodo umbertino, ispirati alla tradizione pittorica e architettonica italiana.

 

Dall’aula metropolitana si giunge all’Archivio di Stato le cui sale furono ideate ancora una volta da Juvarra per conservare i documenti dell’Archivio di Corte, tuttora custoditi nelle «guardarobe» che circondano le stanze. Originariamente i Regi Archivi erano uno dei luoghi più segreti dello Stato sabaudo: potevano accedervi solo il re, i suoi ministri e gli archivisti.

L’itinerario attraverso i palazzi delle istituzioni si conclude con la visita della preziosa Biblioteca antica dell’Archivio e termina con lo scalone juvarriano, antica via di accesso e di uscita dalle sale dell’Archivio di Corte.

 

 

Modalità di visita

I gruppi saranno accompagnati nella visita dai volontari delle istituzioni coinvolte, insieme agli studenti dell’Istituto Norberto Bobbio di Carignano impegnati in un progetto di alternanza scuola-lavoro. L’ingresso è gratuito esclusivamente su prenotazione. Per l’accesso in Prefettura è necessario esibire un documento di identità.

 

Informazioni e Prenotazioni: www.turismotorino.org/visite_palazzi_istituzioni

Turno A: partenza da Palazzo Civico ore 14.00; partenza da Palazzo Reale 16.00

Turno B: partenza da Palazzo Civico ore 14.25; partenza da Palazzo Reale 16.15

Turno C: partenza da Palazzo Civico ore 14.50; partenza da Palazzo Reale 16.30

Turno D: partenza da Palazzo Civico ore 15.15; partenza da Palazzo Reale 16.45

Massimo 25 persone per gruppo.

 

Accessibilità

Il percorso è interamente accessibile a persone con disabilità motoria che facciano uso di carrozzina manuale, grazie all’impiego di un montascale cingolato (manovrato da personale dedicato) nello scalone di collegamento tra Armeria Reale e Prefettura. Coloro che utilizzano una carrozzina elettrica possono eventualmente servirsi della carrozzina manuale in dotazione ai Musei Reali. Per coloro che non volessero fare il percorso con la carrozzina e/o con il montascale cingolato, sarà possibile entrare direttamente nella Prefettura, saltando i Musei Reali, che potranno essere visitati in altra data.

Venaria, sostegno al volontariato

Il D. Lgs. 117/2017 indica i principi e percorsi relativi alla Riforma del Terzo Settore. Nuove modalità di collaborazione tra enti pubblici e associazioni di volontariato che, per la prima volta, vengono riconosciute e normate in modo organico, prevedendo processi di co-programmazione, co-progettazione e stipula di convezioni. Innovative sono anche l’introduzione, la strutturazione e la regolazione del Registro unico nazionale del Terzo Settore.

L’associazione di volontariato VOL.TO ETS è l’unico ente gestore del Centro Servizi per il Volontariato per il territorio della Città metropolitana di Torino e si configura come un’agenzia di produzione ed erogazione dei servizi, attività e progettualità a favore degli Enti di Terzo Settore (ETS), proponendo  di consolidare il ruolo delle associazioni, di rafforzarne i modelli gestionali e, in ultimo, di svilupparne le competenze.

Il Protocollo d’Intesa sottoscritto tra il Comune di Venaria Reale e l’associazione VOL.TO ETS, riconosce all’agenzia un contributo annuo di massimo 15 mila euro, a fronte dei seguenti servizi a favore delle associazioni cittadine:

-attività di mappatura;

-incontri di informazione;

-percorsi laboratoriali;

-promozione di crowdfunding;

-supporto al miglioramento delle competenze digitali.

Sosterrà anche il Comune di Venaria Reale nella partecipazione a bandi specifici regionali, nazionali ed europei  nell’ambito dell’associazionismo e del volontariato.

Sarà, inoltre, attivato uno Sportello locale a favore dell’orientamento al volontariato e della promozione dello stesso presso i giovani.

Dichiara il sindaco, Fabio Giulivi «Le associazioni di volontariato rappresentano, per ogni comunità, una risorsa preziosa. Rivestono un ruolo fondamentale quali portatrici di risorse da e verso i cittadini e l’istituzione Comune. Nel concreto, risultano essere fondamentali per la costruzione del tessuto sociale al quale tutti siamo chiamati a contribuire. In particolare, nel registro della nostra Città sono censite ben 166 realtà associative. Un tesoro che non solo va salvaguardato ma aiutato a recepire le sfide della società moderna. Devono essere supportate nel loro radicamento territoriale e anche nel loro ampliamento in quanto ne beneficeranno, di conseguenza, anche i cittadini. Sono indispensabili per la costruzione delle politiche di welfare locale, di coesione sociale, di sviluppo sostenibile, di iniziative a favore delle fasce più deboli. Le iniziative che propongono hanno valenza integrativa e sussidiaria – continua il Sindaco – rispetto alle finalità dell’Amministrazione comunale. La riforma che investe il Terzo Settore permette a tutti i soggetti coinvolti di fare una salto di qualità ma c’è bisogno di sostegno da parte di chi possiede conoscenza e competenza. Per questo accogliamo con piacere l’esperienza assimilata dall’associazione VOL.TO ETS, certi che rappresenterà un valido aiuto per tutti coloro che vorranno partecipare a questo nuovo viaggio. Abbiamo sottoscritto con l’associazione un Protocollo d’Intesa della durata di dodici mesi: in questo modo avremo la possibilità di rinnovare, a fine periodo, il rapporto di lavoro secondo dei progetti aggiornati rispondenti alle reali necessità dei partecipanti».

Aggiunge il vice-sindaco Gianpalo Cerrini «Correva l’estate del 2021 quando il Sindaco mi ha investito della responsabilità dell’assessorato all’associazionismo e volontariato. La situazione di stasi degli ultimi anni in Città e il D. Lgs. 117/2017 che ha variato in modo sostanziale il rapporto tra Ente pubblico ed Associazioni mi ha portato a pensare in modo creativo un nuovo approccio alla situazione in essere. Conoscendo la realtà torinese e della Regione Piemonte ed il relativo ottimo lavoro eseguito da Vol To Ets, si è deciso di essere i promotori dell’esperienza innovativa di uno sportello per il Terzo Settore in co-progettazione con gli uffici comunali per dare ascolto e risposta alle mille problematiche che le associazioni vivono. Vorremmo riuscire a definire degli obiettivi di anno in anno per avere dei progetti che rispondano maggiormente al raggiungimento degli stessi e che vengano co-finanziati con fondi interni. Cosa che non è mai stata fatta.  In questo modo – precisa Cerrini – si raggiungerebbe l’obiettivo di rendere più attivi, innovativi e propositivi tutti gli attori del mondo associativo di Venaria Reale. Inoltre, a corredo e a supporto della Fondazione Via Maestra, che da Statuto ha il coordinamento delle realtà associative, si è creato un gruppo di lavoro ad hoc che sia di supporto e consulenza al presidente e al Cda. Sono state scelte tre persone rappresentative del mondo associazionistico che sono: Ettore Maschio, Alberto Buono, Emilio Fanti per la futura comunicazione tra associazioni, Fondazione Via Maestra ed il Comune di Venaria Reale».

Dichiara il presidente della Fondazione Via Maestra, Diego Donzella «L’attenzione verso il mondo così attivo e dinamico dell’associazionismo cittadino è uno degli obiettivi strategici che la Fondazione Via Maestra ha sempre cercato di perseguire. Non solo perché lo Statuto lo prevede, ma per una forte e intrinseca convinzione. A maggior ragione oggi, dopo la difficile uscita dalla crisi pandemica, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ha aderito al progetto con cui il Sindaco, l’Amministrazione comunale e l’assessore Cerrini hanno voluto investire attraverso un lavoro di ascolto, promozione e sviluppo delle attività proposte dalle tantissime associazioni che animano la vita associativa, culturale e sportiva della Città. Il gruppo di lavoro che affiancherà il CDA avrà il supporto di un’importante realtà come VOL.TO con cui si completerà il percorso di formazione e consolidamento di quelle associazioni che aderiranno all’iniziativa. Quello di oggi vuole dunque essere un punto di partenza per una proficua collaborazione e sviluppo per Venaria Reale».

Precisa il presidente dell’associazione VOL.TO. ETS,  Gerardo Gatto «Quella di oggi è per Vol.To – Volontariato Torino una data importante: l’ufficializzazione del Protocollo di collaborazione che ci vede coinvolti in un progetto con il Comune di Venaria Reale è infatti per noi un ulteriore segnale di vicinanza con il territorio. Significa provare ad assicurare a tutto il mondo del Volontariato, anche quello più decentrato da Torino, le stesse opportunità di sviluppo e offerta di servizi. Questo protocollo è anche segno della lungimiranza della politica, degli amministratori del Comune di Venaria che di fatto riconoscono il valore sociale del Terzo Settore in quanto fattore di inclusione e sussidiario all’azione pubblica. È l’inizio del riconoscimento del valore e delle potenzialità dell’amministrazione condivisa, aspetti che possono assumere valore strategico per gli enti a vocazione territoriale, specie per quelli locali nell’ambito dell’organizzazione di una rete integrata di servizi e interventi sociali e di valorizzazione dei beni culturali. L’intesa con il Comune di Venaria è poi un nuovo tassello che contribuisce ad accrescere la struttura di rete capillare di VOL.TO nella provincia di Torino che, come Centro Servizi, sta cercando di costituire da diversi anni, con un costante progetto di sviluppo, così da essere sempre in prima linea nel difficile, ma fondamentale compito di supporto e promozione del Volontariato».

Piscina e non solo al Palala’

Ruba alimentari per 250 euro al supermarket: arrestato

Un 41enne italiano ha rubato articoli alimentari per un valore di 250 euro al supermercato In’s di Nichelino.

Non aveva documenti di riconoscimento ma è stato  identificato dai carabinieri.

L’uomo era inoltre oggetto di ordine di carcerazione del tribunale di sorveglianza ed è stato recluso  nel carcere Torino.

Il 25 aprile il Valsusa Filmfest omaggia Carlo Lizzani al Museo Diffuso della Resistenza

A Torino insieme alle proiezioni dei vincitori del concorso Fare Memoria

 

Lunedì 25 aprile 2022 | ore 16:30

Torino – Museo Diffuso della Resistenza

Proiezione opere vincitrici concorso Fare Memoria e proiezione del film “Il partigiano Carlo. Ricordi resistenti di un maestro del cinema” (omaggio a Carlo Lizzani) di Roberto Leggio.

 

Ingresso gratuito – www.valsusafilmfest.it

 

Lunedì 25 aprile Il Valsusa Filmfest si sposta Torino dove, alle ore 16:30 al Museo Diffuso della Resistenza di Torino – Polo del ‘900 e in collaborazione con le sezioni ANPI della Valle di Susa verranno presentati il film “Il partigiano Carlo. Ricordi resistenti di un maestro del cinema”, un bellissimo omaggio a Carlo Lizzani ad opera di Roberto Leggio, oltre al filmato vincitore e il filmato che ha ottenuto la menzione speciale nella sezione di concorso Fare Memoria.

 

“Il partigiano Carlo – Ricordi resistenti di un maestro del cinema”

Prodotto da Roberto leggio e Jakub Zielinsky

Con Carlo Lizzani e Mario Fiorentini

Scritto da Roberto Leggio

Immagini e montaggio di Jakub Zielinski

Musiche di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni

Sinossi: A settanta anni dalla fine della Liberazione, Carlo Lizzani racconta della sua attività di partigiano durante l’occupazione di Roma. Un omaggio, diverso ad un grande maestro del cinema attraverso i ricordi suoi e quelli dell’amico Mario Fiorentini, partigiano gappista, che svela la loro settantennale amicizia, divisa tra lotta politica, arte, cultura e cinema.

 

L’opera vincitrice della sezione di concorso Fare Memoria è “La vera storia della partita di nascondino più grande del mondo” dei registi Paolo Bonfadini, Irene Cotroneo e Davide Morando (durata 10’ 42”; Anno 2021)

Sinossi: Un breve conto alla rovescia e si parte: a Serravalle Langhe inizia la settantaseiesima edizione della partita di nascondino più¹ grande del mondo. Edo, il Cercatore di quest’anno, deve trovare ognuno dei 300 abitanti del paese. 299, in realtà: l’ultimo concorrente sfuggito al Cercatore sarà il vincitore della Nocciola d’Oro. La competizione, che ha fruttato a Serravalle ben due Guinness World Record, è particolarmente sentita da tutta la comunità e rappresenta un’avventurosa occasione per spezzare la quotidianità e trascorrere qualche giorno lontano dalla routine. Grazie al suo tradizionale legame con la Storia, il nascondino di Serravalle Langhe è al contempo una preziosa occasione per riflettere e fare memoria: attraverso il gioco, la comunità ricorda le vicende della Resistenza partigiana, che tanto ha caratterizzato i comuni dell’Alta Langa durante la Seconda Guerra Mondiale.

Motivazione della giuria
per il messaggio universale saputo dare con leggerezza nonostante la serietà della tematica; per la capacità evocativa che rende il filmato coinvolgente. Coinvolgente grazie alla partecipazione corale dell’intera comunità del piccolo paese della Langhe dove è ambientata la storia.

 

La menzione speciale della sezione Fare Memoria è stata destinata a “Il nostro fiume” dei registi di Isabella Valenti, Chiara Maccagni e alunni (Durata15’ 00”, anno 2021).

Sinossi: Tre parole chiave: “Resistenza”, “Memoria”, “Solidarietà “, per definire l’anima di questo luogo. Alfonsine si racconta con gli occhi dei ragazzi, attraverso la letteratura, la storia e le impronte indelebili che la seconda guerra mondiale ha lasciato sul territorio, lo spirito di solidarietà che è nato durante la ricostruzione del paese in macerie e continua ancora oggi, il Fiume che recupera la memoria collettiva e intraprende un percorso di rinascita passando il testimone di generazione in generazione, senza soluzione di continuità.

Motivazione della giuria
Per aver saputo unire generazioni differenti in un’unica narrazione di memoria e territorio.

 

 

IL XXVI VALSUSA FILMFEST

 

Il Valsusa Filmfest è un festival itinerante che nel corso degli anni è diventato un importante presidio culturale per il territorio – grazie al coinvolgimento di scuole, associazioni, cooperative e tante singole persone – con l’obiettivo di promuovere cultura e di dare ampio spazio alle nuove generazioni e ad eventi che aiutino a riflettere e a cogliere i cambiamenti sociali, culturali e politici della contemporaneità.

 

In coerenza con la sua storia e i suoi valori di riferimento, ritenendo che l’essenza di una manifestazione culturale sia data principalmente dalla sua capacità di creare condivisione, socialità, vicinanza, senso di comunità e appartenenza tra tutte le persone coinvolte – organizzatori e pubblico insieme – il tema portante scelto per questa edizione è quello delle COMUNITA’, intese come “modello da seguire per restituirci la capacità di pensare a un modo differente di convivere, per riabituarci a sognare un altro mondo possibile” [cit. Carlo Petrini] o come “grande antidoto agli individualismi che caratterizzano il nostro tempo, a quella tendenza diffusa oggi in Occidente a concepirsi e a vivere in solitudine” [cit. Papa Francesco].

 

 

Negli eventi in programma tra il 29 aprile e il 7 maggio sono in programma altre proiezioni delle opere selezionate nella sezione de concorso cinematografico “Fare Memoria”, presentazioni fuori concorso di film di Nicolò BongiornoDaniele Gaglianone e Gabriele Vacis, con la presenza dei registi, e proiezioni di film sul tema della montagna per la rassegna Cinema in Verticale.

 

Beppe Fenoglio e il suo legame con il Monferrato

 NELL’INCONTRO CHE SI E’ SVOLTO SABATO A CERRINA

 

La lunga storia di una breve vita (morì a soli 41 anni ed il successo per lui arrivò postumo) è stata al centro di un incontro ‘Beppe Fenoglio – Letteratura, storia e Monferrato’ che si è tenuto sabato nel salone parrocchiale di Cerrina nell’ambito della rassegna itinerante dell’Unione dei Comuni della Valcerrina, con l’organizzazione del circolo I Marchesi del Monferrato ed il supporto del Comune di Cerrina e il patrocinio del Centro studi Beppe Fenoglio. Dopo l’introduzione del sindaco di Cerrina, Marco Cornaglia, del consigliere delegato alla cultura dell’Unione, Massimo Iaretti e del presidente del circolo I Marchesi del Monferrato Emiliana Conti (che ha fortemente voluto l’appuntamento), la ‘palla’ è passata al relatore, l’avvocato Sergio Favretto, autore di ‘Fenoglio verso il 25 aprile. Narrato e vissuto in Ur Partigiano Johnny’ libro edito nel 2015 per Falsopiano. Il relatore, ha evidenziato il ruolo che ebbe Fenoglio anche nella lotta di Liberazione in Monferrato, pur essendo quasi sempre conosciuto come un autore legato alla Langhe. In particolare nel libro ‘Ur Partigiano Johnny’, scritto in inglese, Favretto ha spiegato che sulle novanta pagine una cinquantina almeno di rifanno proprio al Monferrato. L’incontro è stato arricchito da testi letti, con notevole partecipazione, da Fulvia Maldini che letteralmente ‘affrescano personaggi come la partigiana Dea, il comandante  Tek Tek, la Banda Lenti e luoghi come Moncalvo o il fotografo dei partigiani, tutti fortemente aderenti a realtà di vita (e di guerra) vissute in prima persona dall’autore. In particolare è emerso, come ha detto Favretto ‘prima di tutto il ritratto di un uomo, un uomo che aveva fatto una scelta, e che sapeva da che parte stava la ragione’. Poi l’autore ha dialogato con il pubblico, moderato dal consigliere Iaretti. Erano presenti oltre al sindaco di Cerrina, quelli di Gabiano, Domenico Priora, e di Villadeati, Angelo Ferro, oltre al dirigente scolastico dell’Istituto Balbo di Casale Monferrato, Riccardo Calvo.

L’educazione civica e il suo insegnamento

Un importante convegno di Apidge all’Istituto Cena di Ivrea 

 

L’educazione civica ed il suo insegnamento sono stati al centro di un interessante convegno che si è svolto giovedì pomeriggio all’Istituto di istruzione superiore ‘Cena’ di Ivrea organizzato in collaborazione con Apidge – Associazione professionale insegnanti discipline giuridiche ed economiche.

I lavori sono stati introdotti da Elisabetta Rizzo, coordinatore per il Canavese e la Valle d’Aosta dell’associazione e hanno visto gli interventi del provveditore agli Studi della di Cuneo, Maria Teresa Furci, del sovrintendente agli Studi della Regione Valle d’Aosta, Marina Fey, cui è seguita la presentazione del libro Salus Civitatis. La necessità dell’insegnamento delle materie del Diritto e dell’Economia Politica nella scuola italiana contemporanea di Michele Corradi, docente al centro di formazione professionale ‘Bertazzoni’ di Suzzara.

Il dirigente scolastico Enrico Bruno, dirigente dell’Istituto Cena, nell’introdurre i lavori ha evidenziato come sin dall’inizio del dibattito è stato un sostenitore dell’introduzione dell’educazione civica sottolineando che ‘è un bene che se ne occupino gli insegnanti che provengono dall’area giuridico –economica”. Elisabetta Rizzo ha evidenziato la collaborazione tra Apidge e l’Istituto Cena per aprire un confronto anche con le altre realtà scolastiche del territorio.  Il presidente nazionale di Apidge Ezio Sina ha sottolineato il fatto che ‘diritto, economia politica ed educazione civica entrano nella società ed arricchiscono il bagaglio degli studenti’ ricordando che educazione civica è ‘una materia innovativa, ma nell’innovazione occorre essere chiari, semplici, precisi, perché i destinatari sono gli studenti’.

Massimo Iaretti