ilTorinese

Montaruli alla conferenza programmatica di Fdi

“Negli ultimi quattro anni, mentre in Parlamento si formavano innaturali e variopinte maggioranze, non a caso l’Italia moderna subiva il più grande attacco alle libertà fondamentali e d’espressione.

E se questo attacco non è andato a buon fine, dobbiamo essere consapevoli che è stato merito di Fratelli d’Italia” con queste parole è intervenuta il deputato Fdi Augusta Montaruli alla conferenza programmatica del partito al Mico. “Fratelli d’Italia nel rispetto delle linee programmatiche, ha deciso di non aderire al politicamente fluido e cioè che non si può dire tutto e il contrario di tutto subito dopo e che esiste un diritto, che è il diritto al dissenso – ha continuato Montaruli – e non è un caso se è avvenuto in questo contesto, non è un caso perché l’azionista di maggioranza di quelle variegate compagini è sempre stato lo stesso, menestrello della Cina a cui ha voluto mutuare evidentemente un modello”. “Nel momento più tragico della storia recente, la pandemia, mentre le Istituzioni dovevano garantire pluralismo e corretta informazione, proprio dal Governo arrivavano informazioni contraddittorie che confondevano le menti dei cittadini, e dopo essere stati artefici di fake news è nata la task force delle fake news. Dove avviene se non negli Stati autoritari?” ha detto Montaruli. “Noi al grande fratello non abbiamo mai strizzato l’occhio e questa che doveva essere la lotta alla cattiva informazione è stato il monopolio dispotico dell’imbecillità”. “Il green pass che doveva essere un grande strumento di libertà si è rivelato un ricatto, oggi che parliamo di libertà d’espressione dobbiamo stare attenti alle parole, da domani il green pass non è abolito, semplicemente non ce lo chiedono più ma rimane istituzionalizzato. Fdi continuerà a contrastare l’istituzionalizzazione del green pass perché la vita non può essere subordinata alla lettura di un codice a barre”. “Sulla libertà d’espressione il punto più basso in questi quattro lo abbiamo toccato con il ministro Lamorgese – continua il deputato – scaricare la responsabilità di quanto avvenuto nelle piazze degli studenti contro le forze dell’ordine, dimenticandosi che è proprio il ministero dell’Interno che permette ai facinorosi di stare all’interno degli stabili comunali occupati ed è proprio il ministero dell’Interno ad essere stato l’artefice di una circolare che limita il diritto a manifestare con un atto vigliacco. Forse la sinistra vuole una generazione di ragazzi che annullano la propria vita sui social network percependo un improbabile reddito di cittadinanza, noi a questo preferiamo una piazza non amica, ma piena di ragazzi vivi che manifestano anche un pensiero diverso dal nostro”. “Ma chi in questo tempo ha la libertà d’espressione completamente annullata sono i bambini che per una ragione anagrafica non possono difendersi da quelli che sono i diritti naturali. Non lo farà nessuno se non Fratelli d’Italia – continua Montaruli – e questa è la nostra responsabilità più grande: quella di difendere il diritto di ogni bambino di sapere da dove proviene, che viene da una mamma e un papà e che quella mamma è una donna e quel papà è un uomo. Che quando ci si confronta con la drammaticità dell’aborto non esistono scarti fatali ma vite nascenti, che quando ci si confronta con l’utero in affitto ci si confronta con una barbarie dove il valore della vita è quantificato in una somma di denaro”. “Il bisogno della plurarità dell’informazione è prezioso, ringrazio chi scrive male di noi – ha detto Montaruli – perché oggi hanno davanti agli occhi nella concretezza come la nostra storia personale e politica sia il migliore modo per smontare quelle fake news che cercano di cucirci addosso”conclude Montaruli. “Ci chiedono perché siamo pronti a governare. In un tempo in cui tutti si impegnavano a dividersi poltrone per imporre un pensiero unico noi da soli abbiamo avuto la forza di difendere il pensiero di tutti anche quando non la pensavano come noi. E se ci chiedete perché proprio noi abbiamo questa forza e’ perché noi siamo la Destra dal volto gentile”.

Confagricoltura sulla peste suina: bene l’impegno della Regione

Occorre accelerare con il depopolamento dei cinghiali

 

Confagricoltura Piemonte interviene sulle iniziative messe in atto per il contrasto alla diffusione della peste suina africana. “Apprezziamo lo sforzo che la Regione sta compiendo – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – ma evidenziamo che mentre per le aree infette si stanno predisponendo le azioni necessarie per il depopolamento e il contenimento dei cinghiali, in molti altri territori indenni le attività venatorie di contenimento ordinario risultano invece, di fatto, sospese”.

A rallentare le attività vi sono una serie di presunte difficoltà di natura giuridico-organizzativa espresse da alcuni ATC – Ambiti territoriali di caccia, i quali lamentano, in modo spesso pretestuoso, uno scarso coordinamento con le Province, oltre a un certo livello di confusione nelle indicazioni fornite dalla Regione per la realizzazione dei piani di prelievo. La situazione – scrive Confagricoltura in una nota – genera, in molti territori del Piemonte, il blocco delle attività di contenimento delle popolazioni dei cinghiali, che vengono limitate a quelle previste dal piano 2019-2023, quali per esempio l’impiego dei tutor e delle gabbie per la cattura; tutto questo mentre i campi appena seminati stanno diventando oggetto delle scorribande dei cinghiali che provocano danni gravissimi alle produzioni agricole.

Abbiamo chiesto alla Regione un intervento volto a verificare l’azione degli ambiti territoriali di caccia – aggiunge Enrico Allasia – rafforzando il coordinamento degli enti istituzionali interessati per riprendere al più presto le attività di contenimento dei cinghiali abbinate a quelle di depopolamento previste dal piano di eradicazione della peste suina africana”.

Confagricoltura evidenza infine che qualora le azioni di contenimento e di depopolamento dei cinghiali da parte degli ambiti territoriali di caccia non dovessero intensificarsi in tempi rapidi, si riserverà di valutare l’opportunità della partecipazione dei propri rappresentanti nei comitati di gestione di questi enti.

 

 

Siulp: “Disordini del 1° maggio, solito copione degli antagonisti”

 

ORDINE PUBBLICO, 1 MAGGIO, VIOLENZE CENTRI SOCIALI: REPETITA IUVANT.

Solito copione degli antagonisti, finanche stucchevole, se non fosse che nel campo rimangono i feriti delle forze dell’ordine. 8 colleghi del Reparto Mobile.

La smania di protagonismo, di visibilità, di una recita senza fine di professionisti del disordine a cui piace mettersi in mostra ogni 1 maggio e non solo, lascia feriti, rovina in parte la Festa dei lavoratori e crea tumulti di piazza.

La libertà di manifestare il proprio pensiero è sicuramente sinonimo di democrazia, ma diventa intollerabile quando si traduce in azioni violente, infischiandosene altamente di qualunque regola e rispetto verso il prossimo.

Il SIULP continuerà a denunciare la gravità di questa situazione per quanto l’impressione è che rimanga sempre una voce nel deserto.

Un plauso all’eccellente lavoro delle forze dell’ordine che non hanno affatto arretrato di fronte alle minacce degli antagonisti ma, al contrario, hanno concesso che entrassero nella piazza San Carlo solo in un secondo momento, quando la manifestazione si avviava alla conclusione.

Il Segretario Generale del Siulp di Torino Eugenio Bravo 

Napoli (Azione): “Ok ordine pubblico, ma si ascoltino i rider”

Dichiarazione dell’on. Osvaldo Napoli (Azione):

     Hanno sbagliato i rider a lanciare fumogeni alla manifestazione del Primo maggio a Torino, e bene hanno fatto le forze dell’ordine a impedirne l’ingresso nel corteo ufficiale. Però … e il però in questo caso è grande e imbarazzante per il sindacato. Il lavoro precario e sottopagato, lo sfruttamento di persone finite ben sotto la soglia dell’indigenza e costrette a lavorare senza la sicurezza minima per la propria incolumità fisica e neppure la certezza di essere pagati, rappresentano un buco nero nell’attività del sindacato. Penso alle migliaia di lavoratori, uomini e donne, giovani ma anche anziani, presi con contratti da 400 euro al mese nei call center e buttati sulla strada in qualsiasi momento e senza motivazioni. C’è una fetta della società italiana che vive nel sottosuolo della vita quotidiana, dimenticata dalla politica e dal sindacato. E costretta, per sopravvivere, a truffare lo Stato prendendo i soldi del reddito di cittadinanza ai quali aggiunge un lavoro in nero.

     Bene ha fatto il sindaco di Torino Stefano Lo Russo a sottolineare l’urgenza di ricollocare la questione sociale al centro dell’agenda politica. Il suo partito, il Pd, impegnato da anni sui diritti civili, ha lasciato la questione sociale, il tema dell’eguaglianza e della dignità del lavoro, nelle mani della destra, per inseguire il ddl Zan, la questione di genere e altre battaglie, sicuramente giuste, ma che non danno pranzo e cena a chi è senza lavoro. Fra il reddito di cittadinanza grillino e la “quota 102” tanto cara a Salvini, si è scelto di tutelare chi aveva già tutele o dare una finta sicurezza economica a chi è sull’orlo della disperazione. Di tutto ci si è occupati, tranne che di creare formazione e lavoro, lavoro e formazione. Per questo Azione continuerà a tenere paletti fermi contro ogni alleanza con i populismi di ogni schieramento. Libero Enrico Letta di lasciarsi trascinare nell’ irrilevanza da Giuseppe Conte.

Prc-Se: “E’ stata una giornata di lotta per la Pace e contro il governo del carovita”

Fausto Cristofari, segretario provinciale PRC-SE sul Primo Maggio a Torino:

“E’ stata una giornata di lotta per la Pace e contro il governo del carovita.”
Un grande spezzone pacifista ha caratterizzato la manifestazione di Torino, dove si è tornati a sfilare su via Po e via Roma dopo due anni di interruzione. Rifondazione Comunista era presente, con lo slogan: Giù le armi, Su salari e spesa sociale!
“Una grande mobilitazione – continua Cristofari – nonostante l’ennesima provocazione poliziesca che, senza motivo alcuno, ha voluto dividere violentemente il corteo. A questa provocazione Rifondazione Comunista ha risposto rivendicando l’unità del corteo del primo maggio contro la guerra e il governo che la sostiene, condannando l’intervento della polizia, con le parole del partigiano Gastone Cottino, concluse scandendo lo slogan: ora e sempre Resistenza!  Da questo primo maggio deve partire un grande movimento popolare contro la Guerra e per impedire che i costi di guerra e sanzioni vengano fatti pagare ai lavoratori e ai ceti popolari!”.

Scontro tra auto e camion, feriti tra le lamiere

Non sarebbero in gravi condizioni i due feriti trasportati in codice giallo al Pronto Soccorso di Asti gli automobilisti sono stati estratti dai Vigili del Fuoco da una vettura coinvolta in un incidente con un camion sulla rampa di accesso della tangenziale astigiana in corso Savona.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

27 aprile 2022, una data storica

Finalmente!

E’ l’esclamazione gioiosa che molti hanno pronunciato alla notizia che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la norma del codice civile che attribuisce ai neonati il cognome del padre. Una “conquista civile”, un “cambiamento epocale”, un “superamento del patriarcato opprimente da millenni” e via con toni trionfalistici degni di miglior causa.
I festeggiamenti continueranno finché il Parlamento metterà mano a questa decisione per cercare di sistemare in maniera logica il guazzabuglio che si preannuncia.
Quale? Leggetevi questa lettera dal futuro, scritta da un noto giornalista… Sono Gianluigi De Marchi Parodi Giacometti Wilson De Maestri Schiaffino Finzi Bonelli Smith Bottazzi, sono nato nel 2044 sono italiano con ascendenti inglesi e scozzesi; ho sposato Christine Vermeire Urbain Quargnon Delaloye Viteux Verwée van Duinbergen Gonzales Sanchez, belga con ascendenti spagnoli.
Siamo felicemente sposati da 54 anni ed abbiamo tre figli. Il primo si chiama Massimo De Marchi Parodi Giacometti Wilson De Maestri Schiaffino Finzi Bonelli Smith Bottazzi, perché abbiamo deciso, di comune accordo, di attribuirgli solo il mio cognome; la seconda si chiama Valeria Vermeire Urbain Quargnon Delaloye Viteux Verwée van Duinbergen Gonzales Sanchez, perché abbiamo deciso, di comune accordo, di attribuirle solo il nome di mia moglie; il terzo si chiama Marcell* (per rispettare la Costituzione abbiamo usato l’asterisco, perché non ha ancora deciso a che genere appartiene, per ora è “fluido”) De Marchi Parodi Giacometti Wilson De Maestri Schiaffino Finzi Bonelli Smith Bottazzi Vermeire Urbain Quargnon Delaloye Viteux Verwée van Duinbergen Gonzales Sanchez perché abbiamo deciso, di comune accordo, di attribuirgli i nostri due cognomi.
Siamo felici della nostra scelta di libertà, anche se abbiamo qualche problema con i loro documenti d’identità (grandi come il quadretto di Raffaello chiamato La Fornarina…) e se non sempre riusciamo a far capire agli amici che, pur avendo cognomi del tutto diversi, sono tre fratelli di sangue.
Siamo felici di poter rispettare la Costituzione abbattendo il vecchio sistema maschilista patriarcale; qualche preoccupazione l’abbiamo quando si sposeranno e dovranno attribuire ai loro figli una quarantina di cognomi per rispettare anche loro la Costituzione; ma sicuramente anche loro saranno felici e supereranno gli stupidi ostacoli burocratici legati a carte d’identità larghe come il quadro di Picasso chiamato Guernica…

Gianlugi De Marchi
demarketing2008@libero.it

LISA DALLA NOCE

LISA DALLA NOCE
L’ultima intervista

E’ l’ultima intervista rilasciata da Renzo Villa. Il fondatore di Antennatre è molto provato fisicamente dalla malattia, ma la prima impressione che trasmette nel vederlo è di assoluta serenità. Le definisce “i mie angeli senza ali”, le infermiere e le dottoresse dell’ospedale di Circolo di Varese, esempio – ci tiene a sottolinearlo – di buona sanità, che lo hanno accolto e curato con affetto. E osserva: “Una persona che entra in ospedale entra con il terrore. Mi sono sentito un bambino di tre anni finito in un bosco spaventoso. Ma la paura mi è passata quando una dottoressa mi ha preso per mano e mi ha convinto a restare in quella struttura”. Villa risponde alle domande, nel video che si trova ancora su Youtube, allora mancava circa un un mese alla sua scomparsa, rivoltegli da Lisa Dalla Noce. Figlia di Everardo, altro mito della televisione, giornalista, critico d’arte e dirigente sportivo italiano, specialista dei mercati finanziari, radiocronista istrionico di Tutto il calcio minuto per minuto, Lisa è volto televisivo, artista, scrittrice e giornalista. Ha lavorato in passato anche ad Antennatre, nella seconda stagione dell’emittente. I ricordi di quel periodo certo non mancano:”Quando andavo in giro per gli studi tutti mi raccontavano di Boldi, di Walter Chiari, di Enzo Tortora e di tutti i grandi che passarono dagli studi di via per Busto a Legnano. Tutto era nato lì, grazie a Villa. Io andavo nel suo ufficio, e mi trovavo di fronte un uomo che riempiva la stanza. Anche nel silenzio riusciva a trasmetterti sicurezza e serenità”. Lisa e Renzo, entrambi (anche) pittori: “Posso dire di essere nata in mezzo all’arte: mio padre sia per lavoro sia da grande appassionato se ne occupava fin da quando ero bambina. Mi tornano in mente le pareti del lunghissimo corridoio della nostra casa, che era pieno di quadri. Persino mia madre dipingeva e l’odore del colore ad olio era per me abituale e rassicurante”. Lisa Dalla Noce aggiunge: “Io dipingo e anche Villa dipingeva. Dipingeva la scala con gli omini che salivano, penso significasse andare oltre. E sui suoi quadri scriveva ‘Ti voglio bene’. Credo che fosse un sentimento vero, che provava per il suo pubblico, per la sua famiglia e per tutte le persone che lavoravano con lui”. “Quando andavo da lui a chiacchierare era come se fosse mio padre, con la sua autorevolezza. Uomini con le loro pecche, per carità. Ma oggi sarebbe ineguagliabile quella classe, l’aplomb, l’educazione. Villa fu il papà dei grandi talenti, fu il papà di chi era seduto sul divano e guardava la tv: lui diceva di avere fiuto nell’individuare talenti e ne andava fiero”.”E’ stato un onore conoscerlo ed entrare a casa sua per quell’ultima intervista – conclude Dalla Noce – , abbracciarlo, salutarlo. La moglie Wally mi preparò, disse che l’avrei trovato irriconoscibile, provato per i segni della malattia, e vederlo così fragile mi addolorò molto. Ma ti trasferiva sempre la sua carica umana, la sua grande energia vitale”.

Reale Mutua Basket Torino – Cento 74 – 76: si finisce… male

Il basket visto da vicino

Ultima partita del campionato regolare prima dei playoffs e ultima delusione per i tifosi di Torino.

È la peggior classificazione di sempre a fine campionato di A2 di una squadra di Torino (6° posto) e, sinceramente,  la squadra più debole tecnicamente e mal gestita di sempre in panchina, e i risultati non mentono.  In una partita persa contro una squadra modesta, ti accorgi che anche la tua non è questo fenomeno della natura, purtroppo. È vero, mancava Landi, ma talvolta Torino ha perso partite contro squadre che deficitavano di giocatori importanti, e quindi si poteva vincere, come al solito, ma la genialità non risiede in panca a Torino.

Premesso che nel finale Torino, sotto di due riesce a pareggiare a 8” dalla fine con un ottimo Davon Scott e nell’azione successiva, dopo il time out, un’azione offensiva di Cento si conclude positivamente con un rocambolesco canestro a 1”1 dalla fine, il tutto si decide dopo un time out di Torino e rimessa affidata ad Alibegovic (perché? Perché il miglior tiratore di Torino effettua la rimessa) che passa a Trey Davies che prova ma non trova il canestro.

Ma la partita, quando mancano pochi secondi alla fine, può essere decisa da episodi. La sconfitta ha, secondo me, radici più lontane. Torino è in vantaggio di 7 punti a inizio quarto quarto. Coach Casalone sostituisce i due migliori giocatori in assoluto della partita di Torino Davon Scott (29 alla fine per lui) e Trey Davies (16 per lui) per un incredibile duo Oboe – Pagani. La Reale Mutua stava andando bene, poteva staccarsi e, invece, nel giro di due minuti ci ritroviamo sotto di quattro!!! Ma è possibile? Quale genio della follia si impadronisce in questi anni di chi gestisce le squadre di Torino?

E poi, da lì in avanti, la storia è solo di buoni tiri, cattivi tiri, agonismo … con il finale già descritto.

Scott è ormai pronto al livello superiore,  che sia in Italia o all’estero, ed è molto migliorato durante l’anno e credo sia il miglior centro della serie A2.

Davies gioca come sempre con il freno a mano tirato dalla panchina. Viene subito redarguito quando tenta a fine terzo quarto un assist spettacolare per la schiacciata di Scott che non va a buon fine … .

Certo che lamentarsi della mancanza di pubblico, quando si gioca così male e con la volontà di solo gioco essenziale e in più perdi…

Per riempire il palasport non è sufficiente la notevole “promozione” di pubblico delle scuole e di sponsor: servono risultati e spettacolo, che al momento latitano… .

Con alcuni tifosi ricordavamo il palasport tutto gialloblù e i cori di tutto il palazzo pieno di “poro porompopò, poromporompompero…” che tutti i tifosi storici di Torino del basket ricordano, e la triste tenerezza della visione avuta oggi di un palazzetto sostenuto solo da un pugno di eroici tifosi “Rude…” fa veramente venire il cuore un pochino triste.

Il resto della squadra gioca a tratti.

Alibegovic gioca meno bene del solito. De Vico ha una fiammata di 8 punti consecutivi ma si perde sempre in “litigi” poco opportuni con gli avversari. Pagani inizia bene ma finisce male, con cinque falli e poca concretezza. Il duo fantasma Toscano e Oboe è veramente inquietante: sono entrambi pallide imitazioni di cartonati di giocatore di basket  il primo sbagliando tutto lo sbagliabile e il secondo camminando per il campo senza mai fare qualcosa di utile, purtroppo.

Ora ci sono i playoff. Con quali ambizioni? I tifosi, con un grande striscione chiedevano quale progetto,  se c’è,  si prevede per la squadra cittadina.

Le sensazioni, da tutto l’anno, non sono buone. Ora si giocherà con la terza classificata ossia Ravenna. Due fuori casa e poi una in casa e poi si vedrà per un turno al meglio delle 5 partite… .

Acquisti, scelte tecniche? Al momento tutto tace… dai frutti ti riconosceremo. Ora le parole sono finite, e visto che nel basket non esiste pareggio… o si vince o … .

Ai posteri l’ardua sofferenza di vedere i prossimi giorni.

Paolo Michieletto

Fsp Polizia: “Agenti feriti proprio nel giorno della festa dei lavoratori”

Torino e Trieste: “una cosa non più accettabile e sostenibile”

 

“Ancora agenti feriti sul lavoro, e proprio nel giorno della Festa dei lavoratori. E’ scandaloso, è inaccettabile, non è più sostenibile. I nostri colleghi erano a Torino, a Trieste e altrove quelli che più di chiunque altro rappresentavano il senso stesso di questa giornata: il sacrificio, il senso del dovere, il rispetto del diritto al lavoro, la garanzia della libertà di chi vuole manifestare. I soliti idioti violenti hanno invece calpestato qualsiasi cosa di buono potesse portare con sé la pacifica condivisione di idee e valori. Parlare di rispetto del lavoro mentre dieci uomini in divisa vengono feriti è davvero grottesco e ignobile. La nostra solidarietà ai colleghi che, come ogni giorno dell’anno, hanno tenuto fede a se stessi e ai propri compiti con professionalità, dimostrando che l’etica del lavoro può arrivare al punto di andare in strada a prendere botte, svolgendo il proprio compito anche se in questo strano paese non ci si può neppure difendere”.

Lo afferma Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo che a Torino si sono registrati 10 feriti fra i poliziotti per i disordini con l’area antagonista al corteo del 1° maggio, mentre scontri si sono registrati anche al corteo di Trieste.