ilTorinese

I contributi della Regione per i Distretti del Cibo

La Giunta regionale stanzia 50 mila euro di contributi per l’anno 2022 per la costituzione e l’avviamento dei Distretti del cibo, riconosciuti dalla Regione secondo il nuovo Regolamento approvato nel 2020 ai sensi della Legge regionale 1/2019, Testo unico sull’agricoltura.

L’intervento prevede un contributo fino a un massimale di 15.000 euro, per la copertura fino al 70% delle spese dei costi per i servizi di consulenza tecnica e amministrativa, per la redazione dei documenti tecnici di accompagnamento alla domanda e per le spese notarili di costituzione della società di distretto.

La domanda di aiuto deve essere presentata entro 9 mesi dal riconoscimento e può riguardare spese sostenute al massimo nei 12 mesi antecedenti e i 6 mesi successivi il riconoscimento.

Per l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo il contributo vuol essere un primo aiuto da parte della Regione nella costituzione del Distretto del Cibo ed è inoltre un invito a stimolare le realtà produttive e territoriali ad avviare nuovi Distretti. I Distretti del cibo infatti nascono per valorizzare insieme la filiera produttiva, l’offerta turistica, culturale e paesaggistica di un determinato territorio rurale.

Attualmente il Distretto del Cibo del Chierese e del Carmagnolese è il primo ad essere riconosciuto dalla Regione ai sensi della Legge regionale 1/2019.

Una Festa della Mamma speciale all’ippodromo di Vinovo

Festa della Mamma, festa del trotto, festa della solidarietà: l’8 maggio l’Ippodromo di Vinovo renderà speciale la giornata di corse allargando il suo raggio come spesso fa per mettere al centro la figura femminile. Così sarà presente una delegazione dell’AIRC che porterà le Azalee della Ricerca, presenti nel nostro parterre. Versando un piccolo contributo si potrà ritirare la pianta simbolo e ricevere un opuscolo sulla prevenzione dei tumori femminili. Ma ci sarà spazio anche per i bambini che potranno divertirsi con i gonfiabili nel parco giochi. E come se non bastasse sarà attiva l’Hippo-Trattoria per festeggiare già a pranzo con tutta la famiglia.

Le corse saranno otto, con inizio alle ore 14.40 e il centrale del pomeriggio intitolato alle Azalee della Ricerca dell’AIRC, riservato ai cavalli di tre anni. Otto al via dietro le ali dell’autostart sulla distanza del miglio. Citazione di merito per Dingo, allievo dei Demuru, reduce da due belle vittorie e da grandi prestazioni anche a livello cronometrico, affidato questa volta a Francesco Di Stefano. Poi Desiderio D’Esi, della coppia Baroncini-Farolfi mentre Divo Ross è la scelta di Andrea Guzzinati. Da vedere anche Demetra Roc, Desdemona Sage e Dayak.

Molto bella anche la corsa riservata alla categoria dei Gentlemen con 12 al via, sul doppio km. Favori del pronostico nonostante la scomoda sistemazione per Zar Dei Baba, guidato dal suo proprietario Michele Bechis. Come al solito ingresso libero per tutti.

Associazione Aglietta: Obbedienza non più virtù, Lo Russo cambi passo

“L’8 maggio ricorre la festa della mamma e la dedichiamo idealmente alle mamme delle famiglie arcobaleno che per la legge italiana ancora mamme non sono, almeno non entrambe” dichiarano in una nota Andrea Turi, Patrizia De Grazie e Daniele De Giorgis, coordinatori dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta. “A Torino dopo lo stop del Sindaco Lo Russo alle trascrizioni degli atti di nascita dei figli delle coppie dello stesso sesso, a seguito della richiesta del Prefetto, sono più di 80 i bambini che permangono in un limbo vergognoso”. Proseguono “avevamo invitato il Sindaco Lo Russo a disobbedire ad una imposizione ingiusta perché pensiamo, come Don Milani, che l’obbedienza non è più una virtù, in particolar modo quando tocca la carne viva di famiglie che hanno come unica colpa quella di amare e trasmettere amore. Apprezziamo anche tutti gli sforzi fatti dal Sindaco Lo russo all’indomani della decisione di non proseguire con le trascrizioni, la sua volontà di cercare una soluzione a livello parlamentare e popolare, chiedendo a gran voce al suo partito, il Partito Democratico, di farsi promotore di una proposta di legge di iniziativa popolare. Non possiamo però non notare come tutto ciò non sia sufficiente quando dal lato destro dell’emiciclo del Parlamento, e ci riferiamo alla proposta di legge Meloni, si voglia rendere la gestazione per altri reato universale, pregiudicando con ciò ogni sforzo a che i figli delle coppie dello stesso sesso abbiano pari diritti.” Infine concludono “chiediamo al Sindaco Lo Russo di farsi coraggio e di disobbedire alla legge riprendendo le trascrizioni. Scoprirà di non essere solo, che con lui si muove un popolo affamato di diritti che chiede alle Istituzioni locali più coraggio, quel coraggio che manca al legislatore nazionale”.

“Noi Di Centro-Mastella” si struttura a Torino

“Noi di Centro Mastella” si struttura in tutto il territorio regionale attraverso l’organizzazione del
partito a livello locale e provinciale. Nell’ambito di questa ristrutturazione abbiamo nominato
Responsabile della Comunicazione del partito a livello piemontese Federico Depetris.
Un incarico importante anche perché il progetto del partito fa della comunicazione, cioè della
trasmissione del messaggio politico, uno dei punti centrali della sua azione politica, culturale ed
organizzativa”.

Renato Zambon, segretario regionale “Noi Di Centro-Mastella”.

Il mondo della musica dal vivo e della cultura fa rete per riqualificare la città

“IL MIO LAVORO È UN GIOCO, UN GIOCO MOLTO SERIO”

In occasione di Eurovision Song Contest, le rappresentanze di live club, circoli, festival, operatori del settore della musica dal vivo e del mondo della cultura del territorio si sono incontrati al Media Centre Casa Italia, per dare il via a un confronto e una co-progettazione condivisa sul territorio

Il mondo della musica dal vivo e della cultura a Torino fa rete, con l’obiettivo di diventare motore di riqualificazione e rigenerazione sociale e culturale. In vista di Eurovision Song Contest, nasce un dialogo aperto e condiviso con le istituzioni con la partecipazione dell’Assessora alla Cultura della Citta di Torino Rosanna Purchia insieme a Guido Cerrato di Camera di commercio di Torino con live club, circoli, imprese, cooperative, associazioni e festival del territorio che, attraverso la propria attività quotidiana, contribuiscono 365 giorni l’anno a rendere vivo il territorio.

Eurovision Song Contest mette infatti al centro del dibattito il settore della musica dal vivo e lo show business per l’internazionalità e l’attrattività turistica e la vivacità del nostro territorio. Un‘occasione unica, per attivare un nuovo percorso di riflessione e rinnovamento del settore, a partire dalle indagini emerse: si valuta che solo sulla città  di Torino in seguito alla pandemia si sia verificata una diminuzione dei concerti live del 40% rispetto ai numeri pre pandemia.

Fra i soggetti abilitati che realizzano studi in ambito culturale per consegnarli alle istituzioni, la Camera di commercio di Torino che ha presentato in occasione dell’incontro al Media Centre Casa Italia, un’analisi del settore musicale a Torino e in Piemonte sulla base delle realtà registrate al Registro Imprese camerale: a fine 2021 in Piemonte risultano registrate 1.298 imprese afferenti al settore musicale (il 6,6% del dato nazionale), di cui 715 (il 55%) tra Torino e provincia. Si tratta di un tessuto imprenditoriale particolarmente eterogeneo dove convergono le attività musicali in senso stretto, come la fabbricazione e il commercio degli strumenti o la registrazione sonora, e altre attività più generali, come la gestione della biglietteria degli eventi o la gestione dei teatri e delle sale da concerto.

Appare sempre più necessario ridurre le distanze tra istituzioni ed enti privati per decidere di considerare finalmente il valore aggiunto della cultura pari a quello economico, ed identificare l’impresa culturale quale modello dell’industria del futuro e come possibile volano di attrazione turistica della città.

L’obiettivo è quindi quello di costituire una piattaforma di confronto e di co-progettazione condivisa per confrontare esperienze, criticità, ma anche opportunità fra gli operatori del settore, che può nascere solamente da una visione condivisa, per ripartire proprio dai luoghi della cultura e dalla progettazione culturale, non solo come presidio sociale, ma anche e soprattutto come indotto economico e strumento di inserimento lavorativo in ambito culturale.

Con la citazione dell’artista surrealista Maurits CornelisEscher Il mio lavoro è un gioco, un gioco molto serio”,si vuole rappresentare la complessità e il valore artistico di un settore, quello della musica dal vivo e della cultura, che sale e scende scale da molti anni, senza mai trovare le chiavi di casa.

Sovrapposizioni e sedimenti normativi, dal locale al nazionale, sono l’eredità di decenni che portano infatti il settore alla dispersione di un potenziale che potrebbe essere invece il motore di modelli di riqualificazione e di rigenerazione sociale e culturale.

Oltre due anni di pandemia hanno contribuito a far riaffiorare le criticità già in essere da tempo immemore, ma soprattutto a far emergere uno scollamento, quello tra la cultura definita “istituzionale” e quella che gli operatori del settore amano invece definire “cultura diffusa”. Questa immensa crisi ha quindi generato danni non indifferenti al settore, ma ha anche contribuito ad un chiaro percorso di riflessione, identificazione e riavvicinamento ai temi del futuro e ad una grande solidarietà tra operatori e operatrici culturali, che si è trasformata in reti.

Da queste reti si intende ripartire, con un’operazione di visione che parte dalla grande consapevolezza che ci sia molto lavoro da fare e che richiede un’ampia dimensione di ascolto da parte delle Istituzioni. Deve svilupparsi un elemento prospettico di supporto alle competenze e di advocacy pubblico/privata per le nuove esperienze che esplorano l’innovazione e il futuro della produzione e diffusione culturale. La ricerca e la sperimentazione, in tal senso, sono motore per un orizzonte di prossimità sociale e impresa culturale.

Dare centralità a queste istanze è la chiave di volta per riportare linfa alla cultura e alla società del futuro.

Guido Cerrato, Camera di commercio di Torino ha commentato a margine dell’incontro: “A fine 2021 in Piemonte risultano registrate 1.298 imprese afferenti al settore musicale (il 6,6% del dato nazionale), di cui 715 (il 55%) tra Torino e provincia. Tuttavia, al di là di questi dati, quello che importa di più è il tema delle opportunità e delle potenzialità di questo settore, a partire dall’occasione che crea la tecnologia che sta aprendo nuovi mercati, ma anche la creazione di nuovi mestieri e nuove imprese, fino ad ora operanti in altri settori”.

Daniele Citriniti, La Musica Che Gira /Io sono la musica che ascolto dichiara: Dai dati emersi dalla ricerca “Io Sono La Musica Che Ascolto” che fa riferimento al periodo 2018/2019 e quindi pre-pandemia (report: https://www.iosonolamusicacheascolto.it/report/) il numerodi artisti e di esibizioni vedeva già a quei tempi una diminuzione dei luoghi, degli spazi, degli eventi culturali, oltrechè dei festival di musica dal vivo, con una presenza quasi inesistente di concerti nello spazio pubblico. Con il contraccolpo del periodo post-pandemico, secondo i dati i 200 circa spazi ed eventi dedicati alla musica dal vivo tracciati nel biennio 2018/2019 si sono ridotti al 2022 del 40% e solo 6 sono state le nuove aperture”

Salvatore Perri, Italian Music Festivals in occasione dell’incontro afferma: “Come realtà del territorio ci occupiamo di un festival unico ed originale, Apolide Festival, che prende forma in un luogo speciale tra i boschi nel cuore del Canavese. Il nostro lavoro, e quello di tutta la rete di Italian Music Festivals però non consiste solo nel proprorre programmazioni e concerti, ma soprattutto nella capacità di costruire comunità attive e partecipate, ma anche di promuovere un territorio, in grado quindi di produrre ricadute, di far girare economia e lavoro. Non vogliamo quindi costituire un ostacolo in termini di permessistica, ma anzi vogliamo costituire un aiuto per scoprire anche nuove realtà del settore”.

Alessandro Roggero, MuV – Consorzio Musica dal Vivo commenta: “Durante la pandemia abbiamo costituto il Consorzio Musica dal Vivo, un nuovo strumento per costruire una rete che potesse essere solida e che unisse tante anime a Torino, anche al fine di accelerare per essere riconosciuti giuridicamente. Uno strumento di relazione verso l’esterno, quindi, che unisce i live club della città, con un approccio propositivo. Circa l’80% degli artisti che ruoteranno nell’ambito dell’Eurovillage sono passati dai nostri palchi. Miriamo quindi a porci come un mezzo di coprogettazione delle politiche future della città, o per lo meno a costituire uno strumento che possa essere l’inizio di questo percorso”

Luca Bosonetto, di ARCI Torino afferma: “Anche Arci Torino è cambiata in pandemia, se pre-pandemia contavamo 140 associati adesso ne abbiamo 180, 60 di queste associazioni si occupano di attività nel settore della musica. Il numero dei presidi musicali è riuscito a non diminuire. Esistiamo in tutte le circoscrizioni e sappiamo fare rete: la prossimità è un valore che ARCI Torino potrebbe mettere a disposizione, insieme a una seconda ricchezza, quella della diversità delle sue realtà. Siamo a disposizione della Città, a partire dalla nostra visione, non proprietaria, democratica, ma che produce economie confrontabili a quelle delle imprese, mettendo quindi a valore questa prossimità in vista di un possibile tavolo di progettazione”

Arianna Bargiglione, Rete DOC – DOC Servizi – Filiale di Torino dichiara: “Il claim di questo incontro rappresenta l’anima della nostra cooperativa, ci occupiamo infatti tutti i giorni degli operatori sia in ambito spettacolo, che in ambito culturale. Durante la pandemia, abbiamo perso circa il 75% del fatturato generale del settore. Inoltre, circa un quinto dei tecnici dello spettacolo ha deciso di cambiare lavoro, dopo il periodo pandemico. Ci troviamo quindi in un periodo in cui la Città di Torino sta riesplodendo di eventi e noi non abbiamo più gli stessi lavoratori. Quello che dobbiamo fare è quindi diffondere la cultura del lavoro e cercare anche di diffondere maggio ottimismo e cercare di infondere più ottimismo per il settore

CRI: Piemonte primo in Italia per numero di volontari

8 MAGGIO: la Giornata Mondiale della Croce Rossa e l’impegno per l’Ucraina

Il Comitato Regionale della Croce Rossa in Piemonte – che può contare su 94 comitati e più di 170 comuni coinvolti – si conferma il più grande d’Italia per numero di volontari: dei 156.000 volontari italiani più di 23.000 sono operativi in Piemonte (dati al 31 dicembre 2021) e su 1.000 abitanti piemontesi circa 11 sono volontari organizzati CRI: un vero record. Ciò conferma una spiccata propensione degli abitanti del Piemonte a impegnarsi in azioni pratiche di volontariato, che per CRI si traducono in più di 180.000 giornate di volontariato, e fa sperare che il numero possa continuare a crescere in linea con il trend positivo 2020/2021 che ha visto un incremento del 5,3%. “Il Volontariato è una parte essenziale delle nostre Comunità, attraverso di esso si possono realizzare attività di interesse generale ed erogare servizi importanti, come quello cruciale del trasporto e soccorso sanitario. La possibilità di avere ogni giorno nuove persone che scelgono di unirsi a noi in questa sfida umanitaria ci spinge a fare sempre di più ed a farlo sempre meglio” commenta, a questo riguardo, Vittorio Ferrero, presidente del Comitato Regionale del Piemonte.

Le sedi della Croce Rossa piemontese garantiscono ogni giorno servizi essenziali, soprattutto per le tante vallate montane della regione e i piccoli centri. Dal trasporto sanitario verso le strutture ospedaliere, all’emergenza 118, migliaia di volontari e operatori sono impegnati ogni giorno per garantire salute e dignità ai cittadini piemontesi. Significativa anche l’assistenza fornita con continuità ad oltre 6.000 famiglie indigenti della regione e oltre 50.000 servizi l’anno di supporto alle persone, attraverso la consegna di spese e farmaci, i centri anti-violenza, gli sportelli e gli ambulatori sociali e le attività rivolte alle persone senza dimora.

L’attuale situazione internazionale fa sì che l’attività dei volontari sia oggi in particolar modo focalizzata sull’emergenza ucraina. Sono, infatti, almeno 18 milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria. Mancano acqua, cibo, elettricità ed è sempre più difficoltoso l’accesso ai farmaci essenziali e alle cure mediche e, a queste necessità, Croce Rossa sta dando risposta senza sosta attraverso i propri volontari e le proprie volontarie.

Ogni settimana partono dall’Italia due convogli carichi di medicinali, generi alimentari, vestiti, coperte e letti da campeggio e kit di primo soccorso, che vengono consegnati alla consorella ucraina a Chernivtsi per poi essere distribuiti alle persone. Anche il Piemonte è parte attiva: ad esempio con la missione Leopoli 2, a marzo sono stati portati presso il Centro Fenoglio di Settimo Torinese (TO) 40 profughi ucraini disabili di cui 27 sono ancora ospitati in struttura. L’assistenza agli ospiti è stata garantita anche grazie al coordinamento con la Regione Piemonte. Nel solo mese di marzo sono stati attivati 153 volontari per un totale di 2600 ore di servizio in 333 turni.

In Piemonte, rispetto all’emergenza ucraina si segnalano anche numerose attività svolte dai Comitati Territoriali per supportare le persone arrivate sul territorio italiano, le famiglie ospitanti e le istituzioni. Oltre ai numerosi trasferimenti di profughi coordinati dalla Regione Piemonte, tra tutte sono significativi gli esempi della Croce Rossa di Susa che, all’interno del suo “Polo Logistico Valle di Susa” di Bussoleno (TO) offre ospitalità a più di 40 rifugiati ogni giorno, anche grazie al supporto di tanti volontari provenienti da tutta la regione che realizzano, assieme al personale di Susa, attività logistiche, di preparazione dei pasti, attività sociali e di ludoteca per i tanti piccoli ospiti. Sempre sul tema del supporto ai tanti bambini e bambine arrivati in Italia, la Croce Rossa di Novara organizza ogni weekend laboratori creativi, attività di svago ed educativi con oltre 130 minori (di età inferiore ai 10 anni) accolti sul territorio novarese, grazie ad una squadra di più di 20 giovani della Croce Rossa preparati appositamente per portare un po’ di gioia e spensieratezza.

La crisi scaturita dal conflitto in Ucraina dimostra l’attualità e la necessità del mandato umanitario della Croce Rossa. In Piemonte ci siamo attivati fin da subito, in attività locali e regionali. Una risposta qualificata che si aggiunge alle tante attività locali e all’intensità delle attività connesse alla pandemia da Covid19 degli ultimi due anni. In questa giornata che per noi della Croce Rossa è così speciale deve andare un plauso a tutti i nostri Volontari e Operatori. il cui lavoro è davvero encomiabile e svoglio con abnegazione” dichiara Vittorio Ferrero.

Al di là della difficile contingenza internazionale CRI Piemonte è oggi impegnata in molteplici attività, anche grazie al Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana e al Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana, da sempre al fianco di tanti partner: Protezione Civile, Regione, Comuni e altri.

Attenzione e rispetto sono il denominatore comune di azioni che non hanno razza, genere o colore ma in tutto il mondo si ispirano a 7 Principi Fondamentali: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità.

L’8 Maggio ricorre la Giornata Mondiale della Croce Rossa e, per l’occasione, anche quest’anno l’Anci (l’Associazione nazionale dei Comuni Italiani) ha invitato i comuni italiani a illuminare di rosso i propri monumenti. Un’iniziativa simbolica alla quale il Piemonte ha risposto con entusiasmo con decine di monumenti, come municipi, castelli, i ponti storici sul Po a Torino, la cupola del Duomo di Novara o il Sacro Monte di Oropa che si tingeranno di rosso.

Ma l’8 maggio è anche la data che CRI simbolicamente dedica a tutte le volontarie e a tutti i volontari nella convinzione che l’umanità, vive di tempo donato e di piccole azioni quotidiane che si danno quasi sempre per scontate, eppure incredibilmente importanti per tutti i rapporti umani. Un gesto, anche il più semplice, connette in modo estremamente intimo chi la riceve, a chi lo dà generando cooperazione e interazione. Un attimo, per ridare dignità a chi è in difficoltà.

 

Per donare per l’Ucraina https://dona.cri.it/emergenzaucraina/~mia-donazione

Per diventare volontario https://gaia.cri.it/registrati/aspirante/

Soffriva di cuore. Si sente male e muore dirigente comunale

È morto a soli a 54 anni, Stefano Bongiovanni, dal 2018 responsabile dell’Ufficio di Stato Civile e delle Politiche Giovanili del Comune di Cuneo. Sembra abbia accusato un malore, dovuto ai suoi problemi di cuore. Aveva iniziato a lavorare in Municipio nel 2009 come responsabile del settore Socio Educativo. La morte ha causato profondo cordoglio nell’amministrazione cuneese dove era molto stimato. Lascia la moglie e un figlio. Non si conosce al momento la data dei funerali.

Con Eugenio Allegri scompare prematuramente un attore di teatro di grande carisma

Era unico nella sua tenerezza

Una notizia che ha sicuramente profondamente rattristato e colto di sorpresa il mondo del teatro torinese e non solo è stata quella della scomparsa dell’attore e regista Eugenio Allegri a seguito di un malore improvviso, alla sola età di 66 anni.

Nato a Collegno e diplomatosi nel 1979 alla Scuola Galante Garrone di Bologna, Eugenio Allegri è stato attore e regista di riconosciuto talento e ha lavorato, tra gli altri, con artisti del calibro di Leo De Bernardinis, Dario Fo, Gabriele Vacis, Vittorio Franceschi e Leo Muscato. Il suo volto e la sua voce rimangono indissolubilmente legati all’interpretazione di “Novecento” di Alessandro Baricco, che ha portato in scena per oltre vent’anni sui palcoscenici italiani e europei.

Ma Eugenio Allegri non è soltanto legato al personaggio di Novecento, ma è  anche stato noto come Zio Vanja nell’omonimo dramma di Anton Cechov, su direzione di Gabriele Vacis. E fu proprio Gabriele  Vacis a sceglierlo anche per l’interpretazione dei Rustughi di Carlo Goldoni. Ha anche segnato profondamente l’esperienza del Teatro Settimo, interpretando il padre Capuleti di Romeo e Giulietta fino a quello di Fulgenzio di Goldoni e, oltre al personaggio di Novecento, anche quello di Cyrano, segnandone profondamente l’esperienza del teatro Settimo.

Il 2016 fu l’anno in cui Eugenio Allegri accettò la sfida di Dario Fo, per dirigere il giovane Matthias Martelli in una nuova apprezzata versione de “Il mistero buffo”, prodotta dal teatro Stabile di Torino. Nel 2017 fu tra gli interpreti  principali anche dell’adattamento teatrale de “Il nome della rosa” di Umberto Eco, su direzione di Leo Muscato.

Nel corso della sua brillante carriera è  stato riconosciuto unanimamente come l’erede della commedia dell’arte, che ha saputo sapientemente tramandare alle nuove generazioni, attraverso seminari, laboratori e entrando a far parte del corpo docente della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino.

Ma Eugenio Allegri non è stato soltanto legato alla città di Torino. È  stato direttore artistico del Teatro Fonderia Leopolda a Follonica, la cui amministrazione comunale ricorda come un uomo gentile e pacato, capace, da sempre, di mettere a disposizione con generosità  il suo grande talento e la sua professionalità.  A Follonica ha contribuito all’affermazione del teatro Fonderia , facendolo rinascere.

“Un talento straordinario, professionista appassionato e acclamato – lo ricordano il Presidente del Teatro Stabile Lamberto Vallarino Gancia e il direttore Filippo Fonsatti”.

La sua è  stata una carriera lunga e fortunata, attraverso la quale è  stato  capace di esportare all’estero il nome del teatro Stabile, conquistando un pubblico internazionale, da Londra a Pechino e Shangai.

Eugenio Allegri è  stato, sicuramente, l’erede di un modo di recitare che aveva in sé caratteristiche derivanti da tanti film di Chaplin, quando questi interpretava Charlot e si ritrovava al centro dell’attenzione per qualche accidente. La sua qualità  peculiare era la grazia, che gli ha permesso di amare i clown e la commedia dell’arte, di saperli fare apprezzare al pubblico anche più giovane, è stato un maestro e esperto attore di teatro, che univa al carisma dei grandi personaggi la tenerezza di un personaggio, il suo, capace davvero di renderlo unico.

MARA MARTELLOTTA

Ravenna – Reale Mutua Basket Torino: 82 – 71. Si continua come si era finito… perdendo

Il basket visto da vicino

 

Diciamolo pure con serena tristezza: la Reale Mutua non ha gioco né testa. Perde con avversari di caratura “discutibile” e subisce parziali inquietanti di quasi 30 punti di differenza… da 34 a 23 per noi a 38 a 52 per gli altri ( grazie al mio amico e tifoso Marco per avermelo segnalati) e nel finale subiscono un 12 – 0 per perdere la partita!

Non è colpa dei giocatori, o meglio, se non segnano non si vince, ovvio, ma è tutto l’anno che Torino improvvisa le partite. Se i giocatori hanno guizzi buoni si vince, altrimenti è ovvio che vada sempre a finire così.

Stasera bene ha giocato De Vico con anche 5 su 7 da tre, e a tratti Alibegovic e Landi, ma in maniera discontinua.

Trey Davies gioca con la paura di sbagliare e infatti sbaglia,  perché sa che il coach immagina Oboe come un novello Magic Johnson e quindi teme a ragion veduta urla e cambio. Ripeto: perché prendere Trey Davies, giocatore tutto estro e fantasia quando il coach richiede la fantasia di un muro grigio?

Davon Scott effettua solo una super giocata ad inizio partita e poi letteralmente sparisce dal campo. Il perché? Inspiegabile, almeno al momento… .

Pagani e Toscano giocano facendo ciò che possono ma non può essere richiesto loro di salvare la patria… .

Questa non è Torino, o almeno, questa è la più triste Torino del basket della storia recente. Siamo con una guida altamente inesperta, e si vede, con una società che al momento è ancora non adeguata alle richieste di una città che ha Torino e Juventus come antagonisti troppo elevati. Torino non è una cittadina in cui tutto è esaltazione e bellezza; è una grande città in cui anche chi vince fatica a trovare pubblico… , figuriamoci perdendo giocando male. Si potrà vedere qualcosa di meglio? Prossima partita lunedì.  Intanto siamo sotto 1-0… . Chi vivrà vedrà… ma chi vive sperando … .

Paolo Michieletto