ilTorinese

Amichevole Torino-Apoel Limassol 1-0

Sanabria al 40’ST

Si chiude il ritiro estivo del Toro, in terra austriaca,con la terza vittoria consecutiva contro la squadra campione di Cipro:l’Apoel Limassol.Nel primo tempo scende in campo una
squadra rivoluzionata dal tecnico granata Juric,un Toro B con tutte le riserve, alcuni giovani della primavera ed altri giocatori che lasceranno il Toro in quanto non fanno parte del progetto granata “Europa “targato Juric.
Tanta volontà,qualche buona giocata ma manca la qualità ed infatti il punteggio rimane bloccato sullo 0a0.
Poi nel secondo tempo,con la girandola delle sostituzioni,entrano in campo i titolari e si vede! Belle giocate ad ampio respiro,difesa sicura, centrocampo propositivo ed attacco in gol con un bella rete di Sanabria.A breve arriveranno i 4 rinforzi chiesti da Juric e così il progetto “Europa” decollerà in maniera definitiva.

Enzo Grassano

Comunicazione dell’emergenza: informazione e disinformazione al tempo della SARS-CoV-2

Fake news, informazione, disinformazione: non è solo la coronavirus di Covid-19 o SARS-CoV-2 a dover essere collegata al termine “pandemia”: già, perché anche il mondo della comunicazione, a qualsiasi livello lo si voglia intendere, è stato contagiato (e non in modo positivo) da una pandemia che ne sta mettendo ancora oggi a nudo sia i pregi che i difetti.

Bisogna ammettere che, in un periodo di scarsa stabilità politica come quello attuale è stato (ed è tutt’ora) molto difficile non tanto comunicare, ma saper comunicare. Il rischio, ormai diventato certezza, è che diverse correnti di pensiero (e non solo politiche) abbiano provato a cavalcare un’onda di “convincimento” della popolazione, prima nella gestione della pandemia nei vari Paesi, e ora nella gestione dell’uscita dalla situazione di crisi: il tutto senza considerare fino in fondo i rischi che comporta la gestione di un fenomeno ingestibile come quello della diffusione incontrollata di un virus soggetto a diverse mutazioni come la Sars-CoV-2.
Le colpe sono da ripartire su molteplici attori, perché da due anni, se da un lato i principali mezzi di comunicazione “tradizionali” come giornali e tv hanno dato voce alle varie ideologie espresse in merito sia da personaggi politici di spicco che del settore sanitario, dall’altra, sui mezzi di comunicazione di nuova generazione, quali i social media, non ha potuto fare altro che imperversare molta disinformazione gestita e provocata soprattutto da troll.
Il numero di contagiati, di ospedalizzati, di morti e, a seguire, di disagi e problemi socio-economici quotidianamente diffuso dai diversi media ha favorito la diffusione di una baraonda di informazioni – e disinformazioni – creando difficoltà in molte Nazioni nella gestione di una corretta e istituzionale informazione. Ciò ha dimostrando una sempre maggiore potenza di “fuoco” rivestita dai social network, spesso cavalcata da abili diffusori di “bufale”, capaci di un non indifferente sciacallaggio mediatico, ed d’altra parte una forte impreparazione della Pubblica Amministrazione nel comunicare e la difficoltà di trovare buoni comunicatori.
Inutile dire che l’evoluzione della comunicazione degli ultimi mesi ha dimostrato una sempre crescente esigenza dei cittadini di essere prontamente informati, il tutto (molte volte) a discapito della qualità delle informazioni ricercate e/o trasmesse.
Su social media e piattaforme digitali di messaggistica istantanea come Whatsapp, Facebook, Messenger e Telegram si è assistito alla condivisione di un numero sempre maggiore di notizie, molte delle quali infondate: eloquente il lavoro delle Forze dell’Ordine che hanno dovuto vigilare e intervenire per chiudere canali creati ad-hoc per ribellarsi al Green Pass e alla diffusione dei vaccini, nonché pagine che spesso incitano all’odio verso le Istituzioni e il settore sanitario, quello stesso settore osannato fino a pochi mesi prima e ritenuto capace di un miracolo nel 2020 alla luce dell’intera collettività. Dalle indagini condotte si è potuto capire ancora una volta come molti profili e molte pagine fossero realizzati appositamente per diffondere notizie false, prevalentemente a scopi denigratori ma non solo: contenuti fuorvianti, conditi con una grande quantità di informazioni travisate od oggetto di un framing tendenzioso, hanno avuto l’obiettivo di mettere in cattiva luce qualcuno o qualcosa e fatto leva sostanzialmente sull’analfabetismo funzionale e sulla diffusa incapacità di crearsi una propria opinione, mostrando i limiti caratteriali (e non) di una discreta fetta di cittadini.
E’ mancata ovunque la presenza di figure professionali capaci di riunire una collettività che, invece, ha visto crearsi quelle che possono ormai ritenersi vere e proprie “fazioni” differenti: nel giro di pochi mesi si è assistito alla crescita di numeri di persone che negano l’esistenza della pandemia e della SARS-CoV-2 e che si oppongono al vaccino, andando contro ogni linea di pensiero logica, alimentando ulteriormente la psicosi collettiva e modificando la percezione della realtà, a fronte di una grossa fetta di popolazione che ha scelto la strada della scienza e della tutela della propria persona.
La Pubblica Amministrazione, da questo punto di vista, ha messo a nudo tutti i suoi limiti: una quasi assente comunicazione istituzionale ha fatto da cornice a comunicatori spesso improvvisati e portavoce di esponenti politici non sufficientemente preparati a rispondere alle domande e alla paura della popolazione, portando a un crollo della tempestività di risposta che il mondo 2.0 di oggi richiede al settore comunicativo.
Soprattutto nelle fasi di emergenza, in cui la criticità è alta e si ha paura per sé e i propri cari, ognuno di noi cerca risposte alle proprie domande. Ed è in questa fase che si deve comunicare meglio, con capacità, utilizzando parole semplici, pochi tecnicismi e possibilmente nessun inglesismo e cercando di non farsi coinvolgere troppo emotivamente, diffondendo messaggi in maniera concitata e allarmante.
Il comunicatore deve essere capace di rivolgersi a una moltitudine di persone con differente età, condizione sociale e culturale. Deve essere in grado di modificare il modo di comunicare secondo le fasce d’età e secondo il mezzo di comunicazione utilizzato. E se la fetta di popolazione che ha fatto proprie le “bufale” dei no vax e i no green pass sono proprio quella tra i 30 e i 60 anni, sia per il loro livello di scolarizzazione, sia per la poca dimestichezza con l’utilizzo delle nuove piattaforme di comunicazione e dei social media, sia per il loro predisposizione a interpretare ogni evento come un complotto o parte di un complotto, occorre saper convincere costoro che la scienza e la tecnologia non è sempre parte di un film di fantascienza ne tantomeno in questo caso, si è spettatori davanti alla tv dove trasmettono una fiction.

Occorre un italiano fluente, semplice, con parole chiare e comprensibile a tutti. E ancora una volta fa riflettere l’importanza di un corretto utilizzo e scelta delle parole e del loro peso. Difatti, infodemia non è l’unico neologismo figlio del Covid-19, o quanto meno venuto alla ribalda mediatica con questa epidemia. Basti a pensare a quanti inglesismi e nuovi neologismi sono usciti in questo periodo di emergenza: da no-green-pass, a lockdown, al “furbetto delle autocertificazioni, dai “furbetti del contagio”, fino al neologismo inglese di “covidiot”.
Dall’altra parte, la Pubblica Amministrazione non ha ancora capito che non può più permettersi di improvvisare nella comunicazione, non può più permettersi di avere orari d’ufficio durante le emergenze, ma deve darsi regole chiare basate su una pianificazione precisa, un glossario chiaro, una rete di comunicatori tra i vari Enti della P.A. che interscambino le informazioni e soprattutto le rendano ridondanti, prendendo una posizione unica nella gestione dell’informazione sulla gestione vaccinale e sanitaria. È anche per questo che a farne le spese, in diverse occasioni, siano stati proprio gli operatori sanitari, spesso stremati da carichi di lavoro massacranti quando non colpiti direttamente dalla malattia, come hanno dimostrato i diversi casi di aggressioni fisiche avvenuti negli ultimi mesi (tralasciando quelle verbali o scritte sui social).
Siamo in stato di crisi e la comunicazione, in stato di crisi, non è la comunicazione di tutti i giorni: il messaggio deve essere modulato correttamente, perché il compito di un comunicatore pubblico è anche quello di orientare i cittadini su quali siano gli stakeholder in grado di diffondere notizie verificate, contribuendo così a isolare le fake news.
Occorre che ci si ricordi che il cittadino non informato adatta i propri comportamenti alle proprie esigenze e si cerca l’informazione per conto proprio, andando a scovare spesso quella più confacente e “comoda” alle proprie esigenze.
Troppo poche sono le P.A. presenti nella comunicazione istituzionale, troppi comunicati stampa vuoti, troppe conferenze stampa lunghe che ripetono dati già in circolazione senza attirare l’attenzione della collettività. Troppe risposte inevase alle domande dei cittadini anche su questioni di poco rilievo ma importanti per il cittadino. Troppi numeri verdi che non rispondono o che rispondono evasivamente. Dall’altra parte, qualche “mosca bianca” ha provato a contrastare questo sistema, come accaduto alla Questura di Alessandria che durante il primo lockdown ha risposto con chiarezza sulla propria pagina Facebook a centinaia di domande dei cittadini, oppure come un sindaco di un piccolo Comune che non ha mai smesso di essere presente a informare i suoi cittadini anche quando era in quarantena.
I principali social network usati dai cittadini sono stati Facebook, Instagram e Twitter. Le pagine dei siti più seguiti sono state quelle del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore della Sanità, ma la caccia dell’informazione utile ha seguito le strade anche dei siti web degli enti locali. In particolare si è evidenziata l’assenza o la scarsa presenza delle ASL.
Gli insegnamenti da trarre, insomma, sarebbero tanti: ma rimane davvero molto da fare nel campo della comunicazione, soprattutto istituzionale, che dovrebbe cambiare traendo insegnamento da questa terribile esperienza.

Dante Ferraris
 

Universiadi 2025. Bardonecchia pronta ad indossare il “Look of the city”

Oggi , presso la Regione Piemonte, il Comitato Organizzatore delle Universiadi di Torino 2025 ha presentato il “Look of the city” dedicato alle città che ospiteranno le gare.

Un nuovo passo verso questo importantissimo evento, in programma dall’11 al 23 gennaio 2025, e che vedrà Bardonecchia nel ruolo di grande protagonista, come sede di tutte le competizioni di sci Alpino, Snowboard e freestyle.

 

La località alpina conferma così, ancora una volta, la grande attenzione al mondo sportivo universitario, come testimoniano le tante attività svolte in collaborazione con la Colomion S.p.A e con il Cus Torino, le diverse edizioni dei Campionati Nazionali Universitari e, soprattutto, l’organizzazione delle Universiadi Invernali del 2007. Dopo aver collaborato con il Cus Torino nella preparazione del dossier di candidatura, ed i sopralluoghi sulle piste di gara del 4 e 5 maggio scorso da parte dei responsabili della FISU ( Federazione Internazionale Sport Universitari) e della FIS (Federazione Internazionale Sci), Bardonecchia è adesso pronta a “vestirsi” con il look individuato dal Comitato Organizzatore ed intraprendere l’entusiasmante viaggio che porterà alle gare del 2025.

 

“L’obiettivo che ci siamo posti – sottolinea il Sindaco Chiara Rossetti –  è rendere Bardonecchia Capitale dello sport all’aria aperta ed i Giochi Mondiali Universitari 2025 saranno il nostro traguardo. In questi anni la nostra sfida sarà puntare sempre più su eventi legati ai giovani ed allo sport, con l’ambizione di diventare una località sportiva universitaria”. ” L’augurio che faccio a tutti noi – conclude il primo cittadino – è quello di vivere il periodo, che ci separa dai Giochi Mondiali Universitari, mettendo in campo i valori che lo sport ci insegna: attenzione alle relazioni sociali, all’integrazione, all’inclusione, regole, rispetto, fiducia, spirito di squadra ed amicizia”.

In manette i due rapinatori terrore dei farmacisti

La Polizia di Stato di Torino, nello svolgimento delle attività investigative di contrasto al fenomeno delle rapine in danno di farmacie, condotte dalla Squadra Mobile, in data 13 c.m. procedeva all’arresto, in flagranza di reato, di due cittadini italiani, gravemente indiziati della rapina aggravata in danno di una farmacia di questa via San Marino.

Nella circostanza uno dei due soggetti, con il volto nascosto da un passamontagna, armato di coltello da cucina di grosse dimensioni, faceva ingresso nella farmacia e, con la minaccia dell’arma, si impossessava del denaro contenuto nella cassa, mentre l’altro soggetto lo attendeva all’esterno, alla guida di un’autovettura.

Gli investigatori, avvedutisi della situazione, intervenivano immediatamente dopo la commissione del fatto, per non esporre a rischio le vittime del delitto e gli altri astanti, bloccando i due soggetti, traendoli in arresto e recuperando il bottino, che veniva immediatamente restituito all’avente diritto.

L’attività di indagine, tuttora in corso ed avviata nel decorso mese di giugno a seguito di una rapina commessa in danno di un’altra farmacia della stessa zona, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei due soggetti che, secondo l’ipotesi investigativa, potrebbero essere responsabili di analoghi episodi criminosi perpetrati in danno di altre farmacie.

Corse notturne sugli scooter per le vie cittadine: sequestrati e multati

La polizia municipale di Verbania ha effettuato diversi controlli dopo le segnalazioni di corse notturne di ragazzi a bordo di scooter per le vie di cittadine

La  polizia locale ha effettuato verifiche in alcune zone della città. Sono stati controllati circa quindici motocicli, tre di questi  sequestrati tre e  nove multati. Uno scooter non si è fermato all’alt degli agenti che con  l’utilizzo delle telecamere di sicurezza  cercheranno di identificare il mezzo.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Incidente sulla statale 11: chiusa all’altezza di Chivasso

 Interessata la carreggiata in direzione Torino, circolazione regolare in direzione opposta: coinvolte due autovetture

 

La strada statale 11 “Padana Superiore” è temporaneamente chiusa al traffico all’altezza di Chivasso (TO) a causa di un sinistro nel quale sono rimaste coinvolte due autovetture. L’incidente si è verificato sulla carreggiata in direzione Torino. Circolazione regolare in direzione opposta (Rondissone).

La viabilità in direzione Torino è provvisoriamente indirizzata sul percorso alternativo tramite indicazioni in loco.

Sul posto sono intervenute le squadre Anas e le Forze dell’Ordine per la gestione dell’emergenza e per ripristinare la circolazione nel più breve tempo possibile.

Amichevole a Dallas(USA): Barcellona-Juventus 2-2

Un’ottima Juve 

pareggia 2-2 contro il Barcellona a Dallas nel secondo match del Summer Tour 2022.I Bianconeri volano grazie ad un ritrovato Moise Kean: doppietta per l’attaccante classe 2000, che ha riequilibrato per due volte le reti di Ousmane Dembélé.Grandissima prova di Di Maria che è già il leader,trascinatore della Juve:sontuosa prova di Bremer che ha stoppato più volte Lewandowski,neo acquisto del Barcellona.Per Pogba l’infortunio subito l’altro ieri è più grave del previsto:2 mesi di stop!
Per quanto riguarda il mercato Juve è molto vicino l’incredibile colpo Firmino!
Attaccante in uscita dal Liverpool,bomber della nazionale Brasiliana.

Barcellona Juve 2-2: risultato e tabellino

Reti: 34′ Dembélé, 38′ Kean, 41′ Dembélé, 52′ Kean

BARCELLONA (4-3-3): Ter Stegen (46′ Pena); Sergi Roberto (32′ Dest) (77′ Collado), Christensen (62′ Torre), Garcia (46′ De Jong), Jordi Alba (62′ Piqué); Nico Gonzalez (46′ Gavi), Busquets (46′ Pjanic), Kessié (62′ Balde); Dembélé (46′ Raphinha) (77′ Abde), Lewandowski (62′ Depay), Aubameyang (46′ Ansu Fati) (76′ Casado). All. Xavi. A disp. Tenas

JUVENTUS (4-3-3): Szczesny (46′ Perin); Danilo (60′ Fagioli), Bonucci (46′ Gatti), Bremer (59′ Rugani), Alex Sandro (60′ Pellegrini); Rovella, Locatelli (60′ Compagnon), Zakaria; Cuadrado (77′ Barbieri), Kean (77′ Cudrig), Di Maria (76′ Soulé). All. Allegri. A disp. Pinsoglio, Garofani, McKennie, Vlahovic, Aké, Da Graca

Ammoniti: 74′ Di Maria, 84′ Barbieri

Enzo Grassano

L’ultima guerra di Mario Schifano 1988-1998

Al valdostano “Castello Gamba” di Chatillon, una retrospettiva incentrata sull’ultima fase pittorica dell’artista romano

Fino al 25 settembre

“Pittore puma”, lo chiamava Goffredo Parise. “Un piccolo puma – spiegava lo scrittore vicentino – di cui non si sospetta la muscolatura e lo scatto, che lascia dietro di sé l’impronta nitida e misteriosa dell’eleganza”. Artista poliedrico (non solo pittore, ma anche musicista e regista cinematografico), animo ribelle, vita fortemente borderline, Mario Schifano (Homs-Libia italiana, 1934 – Roma,1998) seppe tastare annusare e attraversare, soffermandovisi più o meno a lungo, gran parte delle correnti dell’avanguardia artistica contemporanea con la lievità, l’eleganza, la muscolatura e lo scatto di un “puma”. Calzante a pennello, dunque, il ritratto cucitogli addosso da Parise. Il suo fu un lungo percorso d’arte che lo portò  dalla Scuola Romana di Piazza del Popolo (quella del “Caffè Rosati”), con approcci più che solidi ma altalenanti dall’Informale alla Pop Art (girovago fra New York e Parigi, grandi amicizie e pericolosi eccessi, a braccetto con Andy Warhol, Roy Lichtenstein non meno che con i Rolling Stones che a lui dedicarono il brano “Monkey Man”) fino all’attraversata di “rimembranze futuriste” o ai singolari “paesaggi anemici” così come alle “tele computerizzate”, per poi girare l’angolo e ritornare ai vecchi amori legati alla totale dedizione al colore lasciato libero di raccontare, con vigore e lirici sussulti, emozioni e natura, emozioni e vita, emozioni e drammi come la dolente assurdità delle guerre. Su questa linea verte la produzione dell’ultimo decennio di vita di Schifano. 1988 – 1998.

Dieci anni  raccontati con rigore nella retrospettiva “L’ultima guerra di Mario Schifano”, nata da un progetto di “Casa Testori” curata da Davide Dall’Ombra e realizzata dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, negli spazi del “Castello Gamba – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea” di Chatillon. La mostra prende avvio e spunto da un concreto episodio della vita dell’artista, che fra il febbraio e il marzo del 1988 soggiornò in Vallée, lavorando a tutto spiano in un’ala dell’antico Priorato di Saint-Bénin producendo decine di quadri, insieme ad opere su carta, che vennero esposte alla “Tour Fromage”, nella mostra titolata “Mario Schifano. Verde fisico”, svoltasi da aprile a luglio dell’’88. Racconti di paesaggio, di occhi e anima a confronto con il potere della Natura. Opere che fanno tutt’oggi parte della Collezione permanente del Museo. Quello fra il 1988 ed il 1998 è un decennio irripetibile per l’artista: “anni febbrili e prolifici – si sottolinea – di ritorno alla pittura e di ‘guerra’ con la pittura stessa, come con le proprie dipendenze e ossessioni”. Introdotte da un video, che racconta la nascita di “Chimera”, l’opera monumentale realizzata da Schifano durante la performance di una sola notte a Firenze (1985), le grandi opere in mostra al “Castello Gamba” sono invece “ritratti” amari di guerra in senso reale. Dell’allora “Crisi del Golfo” che segnò in modo particolare l’artista, soprattutto attraverso le immagini televisive. Due opere su tutte. Nella sala principale dedicata alle esposizioni temporanee, troviamo due tele di monumentale forza espressionistica (de Kooning?), dedicate al dramma della guerra in Iraq“Tearful (In lacrime)” del 1990 e “Sorrisi Scomparsi” del 1991, l’unico volto possibile della tragedia in Kuwait. In “Tearful” il dramma della guerra parte da una foto ritagliata dal “Time” del 10 dicembre 1990, dove un bambino ci guarda smarrito mentre il padre soldato, in partenza per il fronte, china la testa coprendosi il volto in lacrime. In “Sorrisi scomparsi” una “folla di nuovi volti senza volto” sono sovrastati dalla traduzione in arabo del titolo dell’opera e danno corpo al dramma collettivo del Kuwait. La rielaborazione pittorica delle immagini televisive si affianca a quella fotografica. Schifano manda a stampare decine di rullini al giorno: foto scattate agli schermi TV che si accumulano nel suo studio “in un processo divorante e germinativo insieme”.

In mostra vengono presentate attraverso quattro grandi composizioni in pannello incorniciate in plexiglass che presentano oltre 1300 fotografie (10×15 cm.) ritoccate ad olio e pennarello, realizzate tra la fine degli anni Ottanta e il principio degli anni Novanta. Una produzione sterminata che Emilio Mazzoli (grande gallerista modenese e grande sostenitore di Schifano) ha definito il “rosario di Schifano”, snocciolato durante il giorno. Nel tentativo di lasciare un’impronta su quanto accadeva intorno a lui. Tentativo riuscito.

Gianni Milani

“L’ultima guerra di Mario Schifano 1988-1998”

Castello Gamba, Località Cret-de-Breil, Chatillon (Aosta); tel. 0166563252 o www.castellogamba.vda..it

Fino al 25 settembre

Orari: tutti i giorni, dalle 9 alle 19

Nelle foto:

–       Mario Schifano al lavoro in Valle d’Aosta, Ph. T. De Tommaso

–       “Per vedere”, acrilico su tela, 1988

–       “Tearful”, tecnica mista su tela, 1990, Ph. Amos Parlatini

–       “Sorrisi scomparsi”, tecnica mista su tela, 1991

Covid, la situazione in Piemonte

FOCUS SETTIMANALE SULLA SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA E VACCINALE

Il valore del Piemonte, con un’incidenza di 663.2 casi ogni 100.000 abitanti (diagnosi settimana dal 18 al 24 luglio), a fronte del valore nazionale di 854,4 è il più basso in Italia insieme alla Lombardia.

L’occupazione dei posti letto ordinari alla data del 25 luglio si attesta al 9,5% (il valore nazionale è al 17,3%) e quella delle terapie intensive al 2,4% (il valore nazionale è 4,3%), mentre la positività dei tamponi è all’8,6%.

CONFERMATA LA DOMINANZA DI OMICRON5

Dai dati diffusi da Arpa, gli esiti delle analisi di sequenziamento delle acque reflue su campioni prelevati il 18 luglio nei depuratori di Castiglione Torinese, Cuneo, Alessandria e Novara, si evidenzia la dominanza di Omicron5 e la presenza con basse frequenze di alcune mutazioni (BF1 e BF5)

Per quanto riguarda la sottovariante di Omicron 4 si continuano a rilevare mutazioni specifiche.
Nelle prossime settimane il laboratorio di Virologia Ambientale monitorerà l’evolversi della situazione anche per quanto riguarda nuove sottovarianti di Omicron, come BA.2.12 e BA.2.75 che non sono state rilevate nei depuratori in questa settimana.

VACCINAZIONI

Il Piemonte continua ad essere in testa per la somministrazione delle quarte dosi (fonte: Covid-19 vaccini open data / lab24 il sole24ore) con 291.000 dosi somministrate alle platee autorizzate a livello nazionale che hanno già maturato i tempi necessari per la quarta dose (immunocompromessi, over 80, ospiti Rsa, fragili over 60 con specifiche patologie, over 60 e fragili over 12).

Nelle farmacie dal 26 aprile sono state somministrate 8.000 quarte dosi e le prenotazioni sono circa 4.300.

Le preadesioni degli over60 per la quarta dose su www.IlPiemontetivaccina.it sono state ad oggi oltre 43.000. Sono già stati inviati il 90% degli sms di convocazione e più di 1/3 è già stato vaccinato.

FOCUS CONTAGI NELLE PROVINCE

In Piemonte nel periodo dal 18 al 24 luglio i casi medi giornalieri dei contagi sono stati 4-048.

Suddivisi per province: Alessandria 393, Asti 189, Biella 166, Cuneo 424, Novara 336, Vercelli 155, VCO 127, Torino città 771, Torino area metropolitana 1.344.

In totale, su base regionale, i casi degli ultimi 7 giorni sono stati 28.338 (-8.143 rispetto alla settimana precedente).

Questa la suddivisione per province: Alessandria 2.749 (-614), Asti 1320 (-272), Biella 1.159 (- 453), Cuneo 2.971 (- 657), Novara 2.353 (- 607), Vercelli 1.082

(-205), VCO 891 (-349), Torino città 5397 (-1928), Torino area metropolitana 9411 (-2892).

INCIDENZA DEL CONTAGIO NEGLI ADULTI

Nella settimana dal 18 al 24 luglio l’incidenza regionale (ovvero l’incremento settimanale di nuovi casi di Covid per 100.000 abitanti) è 663.2, in forte calo

(-22.3%) rispetto agli 853.7 della settimana precedente.

Si tratta del primo calo dopo sei settimane consecutive in cui la curva era al rialzo.

Nella fascia di età 19-24 anni l’incidenza è 579.1 (- 26,4%).

Nella fascia 25-44 anni è 778.9 (-21,1%).

Tra i 45 ed i 59 anni si attesta a 745 (-23%)

Nella fascia 60-69 anni è 733.3 (- 23,6%).

Tra i 70-79 anni è 706.3 (- 20,2%).

Nella fascia over80 l’incidenza risulta 503.8 (- 17,5%).

INCIDENZA DEL CONTAGIO NELLE FASCE DI ETÀ SCOLASTICHE

In età scolastica, nel periodo dal 18 al 24 luglio, l’incidenza rispetto alla settimana precedente è in calo in tutte le fasce di età.

Nella fascia 0-2 anni l’incidenza è di 508.3(- 18,2%).

La fascia di età 3-5 anni registra un’incidenza di 279.9 (- 30,4%).

Nella fascia tra i 6 ed 10 anni l’incidenza è 360.1 (-26,1%).

Nella fascia 11-13 anni l’incidenza è 495.9 (-24,5%).

Nella fascia tra i 14 ed i 18 anni l’incidenza è 407.6 (- 26,5%).