ilTorinese

Gallo e Valle (PD): L’edilizia sanitaria continua ad essere il buco nero della giunta Cirio.

Verbania, Asl To 5, Cuneo, Ivrea oltre a Città della Salute di Torino tutto fermo da anni e i piemontesi aspettano!

<In questi giorni la Regione Piemonte ha chiesto di poter prorogare l’aggiudicazione dei lavori del Parco della Salute di 12 mesi. Altri 12 mesi, un anno intero. È la quarta scadenza: la prima fino a maggio 2022, poi fino a luglio 2022, poi novembre 2022 e ora novembre 2023. Perché questa ennesima richiesta e perché così lunga?> è la domanda posta dal presidente del gruppo PD a Palazzo Lascaris Raffaele Gallo e dal Vicepresidente del Consiglio e consigliere PD Daniele Valle.

<Una proroga di 12 mesi, pur dopo il parere ANAC che consentirebbe modifiche – al ribasso – al progetto, può voler dire una sola cosa: o questa giunta non vuole andare avanti sul Parco della Salute e vuole deliberatamente affossare il progetto, o c’è il timore che la gara andrebbe deserta e si preferisce mandare la palla in tribuna nella prossima legislatura. Non c’è una terza possibilità> osserva preoccupato Valle.

<Cirio e la Lega hanno perso tre anni a suon di modifiche e tira e molla su Regina Margherita, S. Anna e non solo: ha senso perdere un altro anno ad aspettare non si sa cosa? Forse un improbabile discesa dei costi delle materie prime? – aggiunge il presidente Gallo – . Perché non chiudere la gara nei tempi della SECONDA proroga richiesta da Cirio e vedere se davvero nessun concorrente si presenterà e così poter bandire una nuova gara a diverse condizioni? Sono domande per le quali pretendiamo risposte chiare: le chiederemo in Aula e in commissione per un progetto strategico per la nostra Città e la nostra Regione>.

<Con la proroga di un ulteriore anno, si chiuderebbe la legislatura con un nulla di fatto, anzi un arretramento: ritardi, modifiche e scarsa affidabilità della regione avranno infatti anche allontanato potenziali investitori – concludono Gallo e Valle – . Non ci stupisce che ancora una volta la Giunta regionale a guida Cirio abbia tentato di tenere segreta la notizia perché questo è l’ennesimo fallimento della sua politica sanitaria che pagheranno tutti i cittadini piemontesi negli anni futuri>.

Dal Piemonte a “Extra Cuoca – Il talento delle donne per l’olio extra vergine di oliva”

Sei le cuoche professioniste che rappresentano il Piemonte in finale.

Per le loro ricette in gara hanno usato gli oli e.v.o. piemontesi finalisti dell’Ercole Olivario 2022

Lunedì 24 ottobre presso l’Università dei Sapori di Perugia, la “sfida ai fornelli”

per decretare le vincitrici della seconda edizione del concorso nazionale

Sono Cristina Cuscunà, Silvia Facello, Samantha Gastaldi, Ionela Munteanu Peducci, Letizia Tortone e Silvana Musej, le sei cuoche professioniste del Piemonte in finale alla seconda edizione di “Extra Cuoca – Il talento delle donne per l’olio extra vergine”, il concorso nazionale dedicato alle cuoche professioniste, promosso dal Comitato di Coordinamento del Premio Ercole Olivario e dall’Associazione Nazionale Donne dell’Olio, in collaborazione con Lady Chef, sezione femminile della “Federazione Italiana Cuochi” (F.I.C.).

Le professioniste piemontesi della ristorazione, si sono espresse con le loro ricette per le quattro categorie in gara previste dal regolamento 2022: Antipasti e altrepreparazioni (finger food, contorni, torte salate, tramezzini, cocktail), Primi Piatti, Secondi Piatti e Dolci, utilizzando gli oli e.v.o. finalisti del Piemonte, al concorso nazionale Ercole Olivario 2022, dedicato alle eccellenze olearie italiane, la cui eccellenza ègarantita grazie ai rigidi criteri di selezione regionale prima e nazionale dopo.

Gli elaborati, sono stati sottoposti al vaglio di una Giuria di esperti multidisciplinare che ha esaminato le ricette assegnando un punteggio basato sulla valutazione di una serie di parametri come l’attenzione prestata al profilo sensoriale dell’olio prescelto e alla valorizzazione dei prodotti locali, la cura nella scelta degli ingredienti utilizzati, l’aspettoestetico, desumibile dalla foto del piatto, la salubrità e il profilo nutrizionale della ricetta e infine l’originalità, unitamente alla capacità di innovare, cioè aggiungere vero valore alla creazione.

 

Le finaliste del concorso “Extra Cuoca” 2022, si “sfideranno ai fornelli il giorno 24 ottobre 2022, presso l’Università dei Sapori di Perugia, preparando in diretta le ricetteproposte, in presenza della giuria nazionale – presieduta da Giorgio Donegani, Tecnologo alimentare ed esperto di nutrizione e compostada Alessandra Baruzzi, Cuoca e Coordinatrice Nazionale Lady Chef; Massimiliano Catizzone, giudice internazionale di cucina, Albarosa Zoffoli, giudice internazionale di cucina, Gianna Fanfano, portavoce Ladychef e commissario di cucina ed Antonietta Mazzeo, giornalista disettore ed assaggiatrice  che assaggerà gli elaborati per poi proclamare il giorno seguente,25 ottobre 2022, le 8 vincitrici, la prima e la seconda classificata per ognuna delle 4 categorie in gara ed assegnare eventuali menzioni speciali.

Queste le altre cuoche in finale, provenienti da diverse regioni italiane:

Abruzzo: Giovanna De Vincentis e Emma Santina Barone;

Basilicata: Carmela Rinaldi;

Campania: Federica Sapienza, Giovanna La Marca e Annamaria Mastrantuono;

Lazio: Annarita Nobili e Maria Nasso;

Lombardia: Carla Durante;

Molise: Andrea Soledad Lopez;

Puglia: Antonella Ricciolo;

Sicilia: Francesca Maria Casa e Rosalia Pintacuda;

Toscana: Roberta Bruni, Maria Giulia Frova e Francesca Bartoli;

Umbria: Anna Rita Lombardi e Giuseppina Mariotti;

Valle d’Aosta: Sandra Lomello e Ornella Corsi;

Veneto: Bozzolan Giada e Gabriella Pizzo.

Per maggiori informazioni:

Segreteria Organizzativa c/o Promocamera – Azienda Speciale Camera di Commercio dell’Umbria

Tel. +39 075 9660589 / 075 9660639

promocamera@umbria.camcom.itinfo@extracuoca.it

www.extracuoca.it

“Io non rischio”, una campagna contro le calamità naturali

Diffondere la cultura della prevenzione e laconoscenza delle buone pratiche di Protezione civileaccrescendo al contempo la consapevolezza dei rischi naturali presenti sul nostro territorio sono gli obiettivi di “Io non rischio”, la campagna di comunicazione nazionale che torna sabato 15 e domenica 16 ottobre anche in 25 piazze di 17 Comuni del Piemonte: Acqui Terme, Asti, Canelli, Alba, Cuneo, Novara, Carmagnola, Ciriè, Druento, Giaveno, Moncalieri, Orbassano, Pianezza, Rivoli, Torino, Volpiano e Verbania (consulta l’elenco completo).

Una due-giorni che vede l’impegno di oltre 200 volontari di Protezione civile, formati con corsi ad hoc, al fianco delle istituzioni e del mondo della ricerca scientifica, nei punti informativi “Io non rischio” per sensibilizzare i cittadini sul rischio sismico e sul rischio alluvione. Fondamentale per la campagna è il ruolo attivo dei cittadini che possono informarsi e confrontarsi nelle piazze fisiche e digitali dove, con l’ausilio di contenuti interattivi e dirette streaming sui social media, si forniscono spunti e approfondimenti sui rischi e sui comportamenti utili da adottare per proteggere se stessi e l’ambiente in cui si vive.

“Abbiamo imparato in questa estate – dichiara l’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte Marco Gabusi – quanto sia importante la risorsa idrica. Profonda è invece l’esperienza degli eventi alluvionali che, purtroppo, continuano ad affliggere il nostro Paese. Raggiungere un elevato grado di consapevolezza del rischio da parte di tutti i cittadini è fondamentale. Più riusciremo a diffondere la conoscenza e le buone pratiche, più le nostre comunità saranno in grado di prevenire ed affrontare i rischi a cui siamo inevitabilmente sottoposti. Ringrazio, a nome mio e del presidente Alberto Cirio, tutti coloro che ogni giorno prestano il loro servizio per il nostro Piemonte”.

Gli eventi in Piemonte possono essere seguiti sui canali social della Regione (Twitter: @protcivpie, @piemonteinforma e @regionepiemonte. Facebook @regione.piemonte.official; @urp.regionepiemonte. Instgram: @regionepiemonte.official)

 

I Moderati e la linea Metro 2

In relazione al percorso della Metro2 e al tema del caro materiali, che inciderà sul costo totale dell’opera, siamo certi che Infrato si confronterà con il Sindaco, con la Giunta e con il Consiglio Comunale per decidere come garantire la realizzazione dell’opera, il rispetto delle tempistiche e il mantenimento del tracciato senza penalizzare la parte di percorso che attraversa le aree periferiche della città e in particolar modo la Circoscrizione 6, i cui cittadini hanno combattuto anni – raccogliendo firme, costituendo comitati e collaborando con le istituzioni – per garantire la partenza dei cantieri da Nord e la trasformazione del territorio grazie alla presenza della Metro.
Carlotta Salerno
Simone Fissolo
Ivana Garione

Incidente tra auto e scooter in corso Vittorio

Poco fa per cause in via di accertamento, in corso Vittorio Emanuele a Torino, all’altezza della clinica Fornaca, si sono scontrati uno scooter e un’auto. Sul posto i soccorsi del 118. Il conducente dello scooter ha riportato ferite lievi.

(foto mm)

Autista Gtt preso a calci da giovane che non vuole far scendere il cane senza museruola

Nei giorni scorsi gli agenti del Commissariato di P.S. di Ivrea hanno denunciato in stato di libertà un ventitreenne cubano per violenza e minacce ad incaricato di pubblico servizio e interruzione di servizio pubblico.

Gli agenti del Commissariato erano stati inviati in corso Massimo D’Azeglio dopo la richiesta di un autista GTT che lamentava un’aggressione da parte di un passeggero. Nello specifico, quest’ultimo sarebbe salito sul bus con un cane di grossa taglia privo di museruola. L’autista aveva, quindi, invitato il proprietario, il ventitreenne cubano, a far indossare al cane il dispositivo, indicazione che però sarebbe stata ignorata. L’autista avrebbe poi invitato il cittadino cubano a scendere dal veicolo, come risposta il giovane straniero avrebbe insultato e minacciato il dipendente GTT e successivamente lo avrebbe colpito con un calcio all’addome.  A questo punto, il passeggero si sarebbe allontanato in compagnia di un’altra persona risultata estranea ai fatti con la quale viaggiava.

La vita spezzata di Gigi Meroni, l’ultimo beat

Giorno maledetto quel 15 ottobre del 1967 quando, cinquantacinque anni   fa, moriva travolto da un’ auto Gigi Meroni. Era domenica e a Torino era
scesa la sera.

 

Il Torino aveva disputato in casa la quarta giornata del campionato di serie A, vincendo per 4 a 2 contro i blucerchiati della Sampdoria. Una partita vivace, bella. Meroni, la “farfalla granata” non
segnò ma diede il suo contributo con le giocate di classe che ne avevano fatto un idolo della curva granata. A gonfiare la rete dei liguri ci pensarono Nestor Combin, autore di una tripletta, e
Giambattista Moschino. Quel giorno, nelle file del Torino, esordiva anche un giovane Aldo Agroppi, che confezionò l’assist per il 4-2
finale di Combin.

Alcune ore dopo Meroni, in compagnia dell’altro granata Fabrizio Poletti, stava attraversando il corso Re Umberto, all’altezza del civico 46. Gigi voleva raggiungere il bar che solitamente frequentava per
telefonare a Cristiana, la sua ragazza.Lei era fuori e lui era senza chiavi perché , di solito, la domenica sera i granata dormivano in ritiro, ma per una volta venne fatta un’eccezione. I due erano a metà
della carreggiata quando un’auto che viaggiava a tutta velocità li indusse a fare un passo indietro. Una vettura in arrivo dalla parte opposta sfiorò Poletti e urtò in pieno Meroni che, sbalzato sull’altra
corsia, venne investito da una Fiat 124 Coupé che lo trascinò per più di cinquanta metri sull’asfalto. Portato all’ospedale Mauriziano, morì
poche ore dopo, alle 22.40. Se ne andava così Gigi Meroni, a soli ventiquattro anni. La farfalla granata non volò più. Colmo del destino, l’automobile che lo investì era guidata da un suo tifoso
diciannovenne che si chiamava Attilio Romero e che diventò, nel duemila, presidente del Torino. Un cognome e un destino, quello di Meroni, già tragicamente comparso nella storia granata, al tempo della tragedia di Superga. Si chiamava, infatti, Pierluigi Meroni il comandante del trimotore Fiat che si schiantò sulla collina della
basilica il 4 maggio del 1949. Gigi Meroni, nato e cresciuto calcisticamente a Como, dopo aver vestito la maglia lariana e quella del Genoa, approdò nel 1964 a Torino, nella parte granata della città
dell’auto.

Agli ordini del Paròn Nereo Rocco, l’ala numero sette incantò tutti con le sue giocate, i dribbling ubriacanti e quei suoi goal che,
pur non molti (con la maglia del Toro ne insaccherà 24), spesso finirono nelle cineteche del calcio per la bellezza del gesto atletico che li accompagnava, rendendo possibile ciò che ai più pareva
impossibile. Era lui il “calciatore-beat” , quello che non amava i tiri da fermo e men che meno i rigori ma sentiva il bisogno dell’azione,
della lotta per conquistarsi la palla, dell’invenzione artistica del gol. I difensori impazzivano e spesso non trovavano alternative ai mezzi più bruschi per fermarlo, mettendolo giù senza tanti complimenti. I
compagni ne sfruttavano le doti quando l’ala destra dai capelli lunghi e dai basettoni passava loro la palla al momento giusto, con il gesto generoso e altruista di chi concede agli altri l’onore di gonfiare la rete alle spalle del portiere avversario. Anche lui, come Gorge Best, il suo “gemello-diverso”, andava controcorrente. Quando Edmondo Fabbri lo
chiamò in nazionale gli impose una condizione: tagliarsi i capelli. Lui, con l’animo dell’artista che si disegnava da solo i vestiti da indossare,prendendo a modello quelli dei Beatles, e lo spirito trasgressivo che lo portava a passeggiare per le vie di Como portandosi al guinzaglio una gallina, non rinnegò se stesso e rifiutò la convocazione. Era amatissimo dai suoi tifosi, Luigi Meroni. L’ipotesi del suo passaggio alla Juventus, nell’estate del 1967, provocò una
sollevazione dei tifosi del Toro, mandando a gambe all’aria l’operazione. Era l’idolo non solo dei granata ma di tutti coloro che amavano il bel calcio, la fantasia e l’improvvisazione di quest’artista
che sapeva trattare con incredibile abilità la sfera di cuoio.

Ai suoi funerali parteciparono più di ventimila persone e l’intera città trattenne il fiato. L’emozione fu grande e toccò tutti, compresi alcuni detenuti delle Nuove che fecero una colletta per mandare dei
fiori. Solo la Diocesi di Torino si oppose al funerale religioso di quel “peccatore pubblico” e criticò aspramente don Francesco Ferraudo, cappellano del Torino, che lo celebrò comunque. Meroni conviveva con Cristiana Uderstadt e la sua ragazza – di origine polacca e figlia di giostrai – era ancora sposata, in attesa di poter divorziare. Un peccato, all’epoca, da non perdonare anche da morto a quel ragazzo che,
come scrisse Gianni Brera “era un simbolo di estri bizzarri e libertà sociali in un paese di quasi tutti conformisti sornioni”.

Marco Travaglini

Esauriti i fondi per i buoni-viaggio taxi per over 65 e altre categorie

Nella giornata di oggi, sabato 15 ottobre, si prevede che verrà esaurita la somma trasferita dallo Stato alla Città di Torino per il 2022 che, in continuità con l’anno precedente, permetteva di utilizzare – a partire dal 1 aprile di quest’anno e fino a esaurimento della stessa – i ‘buoni viaggio’ per taxi (da non confondersi con i buoni taxi riservati a soggetti disabili).

Nostro malgrado – dichiara l’Assessore al Commercio del Comune di Torino, Paolo Chiavarino – viene meno, dunque, la possibilità, di usufruire, della riduzione pari al 50 per cento della spesa sostenuta e, comunque, in misura non superiore a euro 20 per ciascun viaggio, riservata ad alcune categorie di cittadini, over 65 e categorie fragili, residenti nella Città di Torino. Auspico – prosegue l’Assessore –  che vi sia una proroga da parte del Governo e del Parlamento di questa importante opportunità a servizio dei cittadini torinesi”

15 ottobre 1967: muore Gigi Meroni

Accadde oggi

Gigi Meroni è stato un calciatore del Torino, fuoriclasse italiano, di ruolo ala destra. Morì a ventiquattro anni, poco dopo la fine di una partita tra i granata e la Sampdoria, investito da un’auto mentre attraversava Corso Re Umberto a Torino insieme con il suo grande amico e compagno di squadra Fabrizio Poletti(che rimase illeso).Era il 15 ottobre 1967. Più di 20.000 persone parteciparono ai funerali di Meroni e il lutto scosse tutta quanta la città. La settimana dopo il funerale, il Torino affrontò la Juventus nel derby della Mole che vide i granata vincitori per 4-0,con un tripletta dello scatenato centravanti Nestor Combin,grande amico del defunto Gigi.Nel silenzio di entrambe le tifoserie, un elicottero inondò il campo di fiori, che furono raccolti sulla fascia destra, dove giocava Gigi Meroni. 55 anni dopo è ancora oggi vivissimo il suo ricordo come quello del Grande Torino.

Enzo Grassano

Gigi Meroni, un anniversario che non tramonta

Era il 15 ottobre 1967. Muore in un incidente stradale, a sera inoltrata e in una giornata piovosa, nel centralissimo corso Re Umberto, Gigi Meroni, il George Best del calcio italiano.

Un calciatore singolare, originale, estroso e straordinario. Un idolo del “popolo granata”, ma soprattutto una persona, un giovane ragazzo che ha saputo anticipare le dinamiche di una società in perenne evoluzione e in continuo cambiamento. Gigi Meroni è scomparso ad appena 24 anni e, per tutti, resta la famosa ala destra dal numero 7, i calzettoni abbassati, i capelli lunghi con baffi folti che abita in una soffitta di piazza Vittorio Veneto a Torino, che convive con una donna già sposata e che, soprattutto, entusiasma gli stadi di tutta Italia con i suoi dribbling inconfondibili e le sue fantasie inimitabili sul campo. Un ragazzo corretto in campo che non litiga mai con i difensori, anche quelli che lo marcano duro perchè non riescono a fermarlo nè sulle ali e nè, tantomeno, al centro del terreno di gioco. Eppure Gigi Meroni, anche nella sua trasparenza e correttezza di comportamento, è un “segno dei tempi”. Anticipa, forse inconsapevolmente, il ‘68. Con la sua personalità negli stadi, con il suo stile di vita – mai ostentato – nella dimensione privata e, soprattutto, con il suo modo d’essere nella società di quel tempo. Meroni, per fare un solo esempio, non gioca granché in Nazionale – pur avendone, come ovvio, il talento e le capacità – perchè la sua “capigliatura” è incompatibile con il clichè di quella stagione. E lo stesso Avvocato Gianni Agnelli, recita la leggenda, – ma non solo – rinuncia all’acquisto della mitica “farfalla granata” per ben 600 milioni di lire nel 1966 perchè le avvisaglie parlano già di una rivolta degli operai “granata” della Fiat se quella operazione dovesse andare in porto. E anche l’Avvocato, straordinario conoscitore dei talenti calcistici, si dovette fermare….
Ma Gigi Meroni si ferma per sempre in quella brutta, fredda e piovosa serata del 15 ottobre 1967. È ormai inutile raccontare le dinamiche di quell’incredibile incidente stradale e le ore che lo hanno preceduto. Si spiega solo con quel “destino” crudele e spietato a cui non ci si può ribellare. Ma da quella drammatica serata il “mito” di Gigi Meroni non solo è entrato per sempre nella leggenda granata ma è destinato a segnare la stessa storia del calcio italiano. Perchè oggi, come ieri e come ieri l’altro, quando si parla di Gigi Meroni il pensiero corre subito, e senza esitazioni, lungo la strada del talento calcistico, della capacità di stupire, dell’anticonformismo vissuto e non urlato e della sua voglia di fantasia creativa e non replicabile. E noi, tifosi “granata” ma anche e soprattutto amanti del calcio, ogni qualvolta corriamo lungo corso Re Umberto non possiamo non volgere lo sguardo o a destra o a sinistra – a seconda della direzione di marcia – per continuare a salutare Gigi ricordato da una targa, un pallone e quel suo sguardo triste, genuino e pulito. Uno sguardo identico a quello che lo vede uscire dal prato verde dello stadio “Comunale” di Torino nel tardo pomeriggio di quel 15 ottobre 1967 dopo aver contribuito, con la consueta maestria, a battere la Sampdoria per 4 a 2. In attesa del derby con la Juventus della domenica successiva che vincemmo con un sonante 4 a 0 ma dove Gigi Meroni lo seguì già in compagnia dei “campioni” del Grande Torino di Valentino Mazzola.
Giorgio Merlo