ilTorinese

In viaggio da Torino al lago di Lugano per festeggiare i 45 anni di Antennatre

Doppia e ghiotta occasione per i torinesi che vogliano concedersi una gita fuori porta uscendo dai soliti itinerari e, perché no, anche dai confini piemontesi.

La nostra proposta turistica vi porterà a Brusimpiano, gradevolissima località sul Lago di Lugano, in provincia di Varese. Nel weekend dal 2 al 4 settembre potrete prendere i classici “due piccioni con una fava” visitando il ridente borgo lacustre con i suoi verdi dintorni e, al tempo stesso, immergendovi nella storia della televisione.

In quei giorni, infatti, si terrà l’evento “Ti ricordi quella sera?”, in occasione dei 45 anni di un’emittente leggendaria: Antennatre Lombardia, fondata nel novembre del 1977 da Renzo Villa, con la collaborazione di Enzo Tortora. Molti piemontesi ricordano benissimo i programmi rivoluzionari di quella televisione, il cui canale 52 si riceveva perfettamente nell’Alessandrino, Vercellese e Novarese. I torinesi potevano invece seguire quelle trasmissioni sulla storica tv “sabauda” Grp che, negli anni ‘80 ripeteva il segnale di Antennatre.

Oggi la signora Wally Giambelli, moglie del fondatore Renzo Villa, è impegnata nel tenere vivo il ricordo e la passione del marito, attraverso l’Associazione Amici di Renzo Villa. Con la  Società Operaia di Mutuo Soccorso di Brusimpiano la signora Villa (con il prezioso aiuto di Alessandro Di Milia, responsabile della nastroteca storica e Angelo Costanza, capo del marketing negli anni d’oro dell’emittente) promuove quindi la tre giorni che si aprirà venerdì 2 settembre alle 20.30 presso la sede della S.O.M.S. di Brusimpiano, dove verrà inaugurata Mostra Rassegna, un’esposizione di video, giornali, foto e documenti d’epoca di Telealtomilanese e Antenna 3. Mostra Rassegna rimarrà aperta anche nei due giorni successivi.

Il venerdì alle 21, in piazza del Lago, Enrico Beruschi, Massimo Emanuelli e Wally Giambelli introdurranno la proiezione del docufilm “Via per Busto 15. La TV commerciale è nata qui” di Marco Pugno.

Sabato pomeriggio, sempre in piazza del Lago, ci sarà la consegna dell’importante premio Gigi Vesigna, storico direttore di TV Sorrisi e Canzoni. Tra i premiati il cantante Drupi, la trasmissione I Top di Antenna 3, l’Associazione Amici di Renzo Villa, Aldo Vitali, Pino Callà e la compianta attrice Liliana Feldmann, che trascorse gli ultimi anni di vita proprio a Brusimpiano.

Chiusura domenica, quando in piazza del Lago si rivivranno i momenti dello storico programma televisivo della “Bustarella”, con  le interviste a Ettore Andenna e Diana Scapolan.

L’ingresso a tutti gli eventi è gratuito.

 

(Nella foto di copertina il fondatore di Antennatre, Renzo Villa) 

 

In Piemonte presentate 23 liste per le elezioni politiche

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In Piemonte sono 23 i partiti e formazioni politiche  che hanno presentato le liste dei candidati per la Camera e il Senato. Ora i controlli della documentazione per sapere  quali sono state accettate o meno.

Ecco le liste presentate in ordine di arrivo: M5s, Italexit, Unione Popolare, Italia Sovrana e Popolare, Gilet Arancioni, Forza Nuova, Popolo delle Partite Iva, Forza Italia, Lega, Noi di Centro, Impegno Civico, Terzo Polo, Lista Vita, Alleanza Verdi Sinistra, Fratelli d’Italia, +Europa, Noi Moderati, Partito animalista Ucdl, Partito Comunista, Pd, Referendum e Democrazia con Cappato, Destre Unite e Alternativa per l’Italia.

Uomo travolto da Tir ha perso una gamba

Un uomo  di 41 anni è stato investito sull’A26 all’altezza di Tronzano Vercellese. Ha perso una gamba, ora è intubato al Cto di Torino.

Per ragioni da chiarire l’uomo è sceso dalla sua auto ed è stato investito ieri in corsia di emergenza mentre stava percorrendo l’autostrada in direzione Genova con la moglie e i figli piccoli. Si è fermato al bordo della strada e un tir lo ha travolto.

Paura in autostrada: furgone in fiamme sulla Torino-Aosta

Momenti di paura tra gli automobilisti questa mattina poco dopo l’alba:  i vigili del fuoco di Torino sono intervenuti  sull’autostrada A5 al km 19+500,  nel territorio di Alice Castello per un furgone andato in fiamme. Sull’automezzo c’erano rotoli di guaina catramata. Sul posto anche la Polizia stradale.

Sampdoria -Juventus 0-0

Frenata Juve!
2’giornata serie A

È stata una bella e godevole partita quella disputata a Marassi tra Sampdoria e Juventus.Belle giocate, molte occasioni ma il match termina 0-0. Un risultato giusto e che accontenta soprattutto i blucerchiati i quali conquistano il primo punto in campionato. Meglio la Samp nel primo tempo con una traversa colpita da Leris. Nella ripresa la Juve prova tante volte la via del gol e l’occasione più ghiotta capita a Kostic proprio nel secondo tempo che si fa parare la conclusione da Audero e poi Quagliarella è impreciso davanti a Perin che annulla il possibile vantaggio doriano.Male Vlahovic che nel primo tempo non ha visto palla.Molto negativa la prova di Bremer che ad inizio partita si lascia infilare dal passaggio filtrante di Sabiri che spedisce Leris solo davanti a Perin. Qualche sbavatura di troppo. L’assenza di Bonucci sembra averlo destabilizzato.

Tabellino
SAMPDORIA (4-1-4-1): Audero; Bereszynski, Ferrari, Colley, Augello (72′ Murru); Vieira (78′ Depaoli); Leris, Rincon (68′ Verre), Sabiri, Djuricic (72′ Villar); Caputo (78′ Quagliarella). A disposizione: Contini, Ravaglia, Leverbe, Murillo, Gabbiadini, Yepes, Malagrida. Allenatore: Giampaolo
JUVENTUS (4-3-3): Perin; Danilo, Rugani, Bremer, Alex Sandro (46′ De Sciglio); McKennie (62′ Miretti), Locatelli (84′ Rovella), Rabiot; Cuadrado (77′ Kean), Vlahovic, Kostic. A disposizione: Pinsoglio, Garofani, Rovella, Gatti, Bonucci, Zakaria, Soulé, Fagioli. Allenatore: Allegri.

Enzo Grassano

Ultimi giorni per “Invito a Pompei”, mobili, affreschi e suppellettili all’interno di una domus romana

Nella Sala del Senato a Palazzo Madama, sino al 29 agosto

“Mi chiedi di narrarti la morte di mio zio affinché tu possa tramandarla ai posteri con maggiore esattezza” scriveva Plinio il Giovane nelle “Lettere ai familiari”. E ancora: “Frattanto in molte parti del monte Vesuvio risplendevano larghe fiamme e vasti incendi, il cui chiarore e la cui luce erano resi più vividi dalla oscurità della notte… Intanto il livello del cortile s’era così tanto innalzato per la caduta di cenere e pomici che, se avesse più a lungo indugiato, non sarebbe più potuto uscire dalla stanza”. Una vittima e un testimone, immagini che ci ridanno il dramma di quegli istanti. Era il 79 d.C., il 24 ottobre secondo gli studi più o meno recenti che hanno posticipato di un paio di mesi gli avvenimenti rispetto all’antica datazione, motivi una vinificazione che ad agosto non poteva ancora essere in atto, la presenza di certi frutti soltanto nei mesi autunnali, e altri ancora. Un passato tragico che cominciò a vedere la luce il 30 marzo 1748 per ordine di Carlo III di Borbone e sotto la famigerata direzione dello spagnolo Gioacchino de Alcubierre (“L’attinenza di Alcubierre con l’archeologia è la stessa che ha la luna con i gamberi”, ebbe a dire il tedesco Winkelmann, “una volontà di scavo ingorda e distruttiva”, aggiunge Federico Villa, direttore oggi di Palazzo Madama), fatto soltanto per depredare, riscoprire tesori poi ricoperti o distrutti, scavare cunicoli per recuperare una statua con la distruzione di antichi edifici. Poi arrivarono i Bonaparte e i Murat, l’interesse profondo o il disinteresse dei tanti Borbone, gli scavi sistematici all’indomani dell’Unità, la figura predominante nell’Italia del XX secolo di Amedeo Maiuri, soprintendente di Pompei dal 1924 al 1962. Una vetrina che oggi, grazie alla direzione di Massimo Osanna e del suo successore Gabriel Zuchtriegel, nell’ambito del “Grande Progetto Pompei”, ha messo a cielo aperto cinquanta ettari su una complessiva superficie di 66.

Un assaggio di quel mondo è fino al 29 agosto a Torino, all’interno della Sala del Senato di Palazzo Madama, con un suggestivo “Invito a Pompei” che non vuol essere soltanto una mostra comunemente intesa ma altresì uno spaccato di vita quotidiana, espressa attraverso la visione di 132 reperti, con le abitudini degli abitanti, con gli ambienti in cui passavano il loro tempo, con gli oggetti che li circondavano, gli arredamenti e gli affreschi. Un invito che, attraverso la visione di un modellino della Casa del Poeta Tragico – quella che è stata l’ambientazione nel 1834 del romanzo “Gli ultimi giorni di Pompei” dell’inglese Edward Bulwer-Lytton, quella al cui ingresso il turista s’imbatte nel celebre mosaico “Cave canem” -, prende forma, a rappresentare quanto stava all’interno delle case più lussuose della Pompei del I secolo d.C., elementi in più per noi visitatori, che idealmente colmano una geografia cittadina che un evento capace di cancellare in un attimo intere esistenze ha reso del tutto vuota. Ha detto il sindaco Lo Russo, durante la presentazione alla stampa di un evento la cui preparazione e l’allestimento sono avvenute nel tempo veramente ristretto di 51 giorni: “La mostra vuol essere l’inizio di un rapporto che i nostri Musei Civici vogliono tessere sempre più con i musei nazionali, è una delle occasioni per rendere la nostra città più visibile a livello internazionale”, anche a ribadire come la cultura abbia un’importanza non secondaria in questa amministrazione.

“Una mostra che non sarebbe stata possibile senza l’abnegazione, la costanza e la non comune disponibilità degli archeologi e della direzione di Gabriel Zuchtriegel”, sottolinea ancora Villa. E allora eccoli i vari ambienti di “questa” casa, che ci spalanca le porte, mostrandoci i vari aspetti di una vita che cresceva all’ombra del Vesuvio. Attraverso l’atrio, che era illuminato soltanto da luce naturale e dove trovavano posto i lari, le divinità della casa – dove troviamo un Ninfeo (quello della Casa del Bracciale d’oro, prima metà I sec. d. C.), una stupenda costruzione in mosaico a tessere di vetro, dove predominano l’azzurro e il verde e dove in alcune zone è ancora ben visibile l’intreccio di conchiglie decorative, e una “Parete con pittura da giardino” (25 – 50 d.C.), un fitto raggrupparsi di piante, fiori dai tenui colori e uccelli diversissimi, con centrale una finestrella dalla quale il padrone di casa si entusiasmava con uno spicchio del golfo di Neapolis -, s’accede nel triclinio, il luogo dei banchetti, con un tavolino su cui deporre i vini e le vivande, il letto su cui sdraiarsi con le parti lignee rifatte ma quelle originali in bronzo e argento di squisita bellezza. Si può dire che qui si stabiliva lo stato d’agiatezza dell’ospite, secondo la fattura e i materiali e la elegante ricchezza di bicchieri o coppe o altro vasellame che erano presentati agli invitati che erano l’élite della città.

Vetrine con cartellini chiarissimi, appoggiate a pareti rosse e gialle, mostrano poi i gioielli che nelle case e nelle strade della città facevano la celebrità di tante matrone, coppie di bracciali e orecchini rigorosamente d’oro e con piccole pietre incastonate, anelli con pietre preziose lavorate; come i cofanetti, gli specchi, i pettini e i trucchi (curioso un minuscolo contenitore che mostra ancora al suo interno un trucco rosato che serviva alla padrona di casa per rendere vive le guance). Copiosa la presenza di dipinti, “Pegaso e Bellerofonte” e “Adone bambino” tra i meglio conservati e belli, da una villa rustica di Gragnano “Diana al bagno spiata da Atteone”, come non può non incuriosire il visitatore una imbarcazione a forma fallica circondata da una coppia d’anatre e da un gruppo di pigmei danzanti. E ancora, con la ricostruzione di una camera da letto, di piccole dimensioni com’era d’uso, statue marmoree e piccoli oggetti per il culto, colonnine votive, un altare in miniatura di marmo e bronzo, coppe con decorazioni a sbalzo, erme da giardino, bracieri, lanterne, meridiane, applique (da notare quella che rappresenta un piccolo cane, probabile decorazione di un mobile, ancora I sec. d.C.).

In ultimo, a conclusione della mostra, alcuni esempi delle vittime dell’eruzione, con il loro ultimo gesto, il dolore e la disperazione, un patrimonio che gli scavi ci hanno reso in un numero non inferiore alle mille unità. Dalla Casa di Orfeo, il calco di un cane da guardia, rimasto legato alla catena (si vedono ancora i due anelli), in una posizione innaturale, nell’atto convulso di districarsene. Dalla Casa del Criptoportico proviene una coppia, creduta sino a ieri un uomo e una donna ma che oggi il DNA corregge verosimilmente in due uomini, caduti uno con la testa sul grembo dell’altro. Forse l’immagine più cruenta e dolorosa è quella di un uomo (proviene dalla Casa di Maio Castricio), appoggiato su un fianco, che s’è portato nell’ultimo istante la mano destra alla bocca: stringe qualcosa, forse un fazzoletto, un pezzo di tessuto nel gesto disperato di proteggersi dalla cenere.

Elio Rabbione

Le immagini della mostra (Ph. Perottino) 

Il triste spettacolo delle candidature e il rischio astensione. Che votino in cento o in mille non importa. Basta essere eletti

Alla fine sono sempre gli stessi che si presentano alle elezioni politiche.  Cambiano casacca frequentemente.  

Mobili come non mai, sempre a caccia di poltrone o di incarichi che sostituiscano la poltrona principale: uno scranno a Montecitorio o Palazzo Madama. In fondo come dargli torto, buono stipendio e molti benefici diretti ed indiretti.  E poi vuoi mettere, Roma. Una città eclettica, internazionale, ottimi ristoranti ed ottimi salotti mondani dove trascorrere una piacevole serata in particolare in primavera.
Come in quel Film di Ettore Scola, La terrazza.
Al giro dei soliti si sono aggiunti, ultimamente gli ex pentastellati.  Tenera Laura Castelli, nessuna la vuole. Effettivamente era stata pesante con quelli del PD.  Talmente pesante che è stata condannata per diffamazione.  Ma si sa che le cose cambiano. Persino Giggino Di Maio  ( suo capo indiscusso ) ha dato dei pedofili a quelli del PD ed ora  è culo e camicia con lo stordito Enrico Letta. Non so se il segretario PD reggerà la botta.  Se si dimetterà confermerà che il PD è un tritacarne per i suoi segretari. Abbastanza vergognosa l’esclusione di Claudio Lubatti. Esclusione  che ha una sua logica: lui  non arriva da Forza Italia. Si pensava che Gelmini e Carfagna dipendessero da Carlo Calenda.  Ora abbiamo la certezza che hanno preso in mezzo  Calenda. La vicenda di Milano e dell’ ex sindaco Albertini è emblematica. La Boschi chiama Albertini proponendogli di candidarsi.  Quest’ultimo manda un messaggio a Leader Minimo (Carlo Calenda) : ci sto, mi candido.  Risposta: sono 11 anni che non ci sentiamo, no non ti candido. Va di scena oggi le comiche.  Leader Minimo è  sicuramente persona intelligente, ma la sua intelligenza è offuscata dalla sua presunzione.  Lui Leader ( appunto Minimo) ci è nato, non lo è diventato.  I pentastellati una volta eletta Appendino si accontentano e Conte ogni mezz’ora cambia idea.  Prima accordo con il PD dopo il voto, dopo mai accordo con il Pd. Dire che è decisamente estemporaneo è un eufemismo. Nel centrodestra che succede? Se non è zuppa è pan bagno. Con un sostanziale e per loro positivo fattore.  Maggiori probabilità d’essere eletti. Anche loro , comunque,  dovranno fare le valigie  per fare campagna elettorale. Il biellese Gilberto Pichetto a Moncalieri. Sempre il biellese Del Mastro a Vercelli e i torinesi ad Asti. I leghisti? Basta essere nel cerchio magico di Molinari ed il gioco è fatto. Prevedo molta astensione.
Tanto che votino in cento o che votino in  mille l’importante è essere eletti e ci penseranno i leader nazionali a raccogliere i voti.  Tanti proclami elettorali in televisione. Slogan ed ancora slogan. Programmi elettorali?  Un dettaglio trascurabile. Sintesi di giudizio su queste liste?  La montagna ha partorito il topolino. Del resto non potevamo  aspettarci altro.  Sono, o perlomeno saranno, gli stessi di cinque anni fa. Per cinque anni hanno fatto nulla e continueranno nella loro indomita azione di non fare nulla. Al netto dei cinquestelle e della Meloni che passerà dal 4 % ad oltre il 20 %. Tanto, poi la colpa sarà dell’altro.  Ricordiamo che non sono stati solo i pentastellati nel volere la riduzione.
Tutti, ma proprio tutti hanno votato a favore.
Avevano posto come condizione la riforma elettorale.  Ovviamente nulla di nulla.  Tanto nella loro stragrande maggioranza saranno rieletti.  E gli interessi del territorio?
“solo interessi clientelari “. E così il popolo smette di votare. Dunque?  Dopo?  I soliti riti stanchi: dobbiamo recuperare i cittadini sfiduciati.  Giusto i primi due giorni, giusto per ammuina a centro campo. Dopo ? Nulla impastato con il niente.
Patrizio Tosetto

 

Domenica al Castello di Marchierù

Fra le Dimore Storiche del Pinerolese, domenica 28 agosto sarà aperto al pubblico il castello di Marchierù ( Villafranca Piemonte)

Una giornata con visite guidate dagli stessi proprietari, discendenti dei primi feudatari di questo maniero che conserva l’impianto medioevale, pervenuto dal 1220 ai giorni nostri senza alcuna vendita ma tramandato sempre per eredità o per dote.


Domenica 28 agosto sarà aperto al pubblico
CASTELLO DI MARCHIERU’
(Fraz S.Giovanni 77)
Villafranca Piemonte
Il castello si racconterà con passeggiate nel parco, ricordi di matrimoni in cappella, le scuderie settecentesche del Maresciallo d’ Austria Filippi di Baldissero, le sale storiche ammobiliate con la scrivania della prima guerra d’indipendenza, la tavola imbandita con servizi d’epoca in sala da pranzo, i suoi rituali, il fumoir… ed il cugino Camillo di Cavour, i ricordi dei familiari francesi Richelieu e Galliffet, la ghigliottina e l’incontro con il boia, la vicenda di Teresa Canera di Salasco prima Dama di Corte della Regina di Sardegna….
La storia di uno dei più antichi Casati piemontesi raccontata dai discendenti diretti che dal 1220 tuttora abitano il castello.
visite ore 10/11*15/16/17
adulti € 8 * bimbi gratis fino a 10 anni
Prenotazione obbligatoria al 3394105153/3480468636 * segreteria@castellodimarchieru.it

Ecco il romanzo della prossima Guerra mondiale

‘2034 – Il romanzo della prossima guerra mondiale’, edito per i tipi della Feltrinelli nel 2021, non è un libro che guarda ad un futuro prossimo ma quasi al presente. Scritto prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ‘fotografa’ quasi una situazione di alta tensione internazionale (che sfocerà in una guerra con tanto di opzione nucleare) molto simile a quella che attualmente si sta vivendo al di fuori dell’Europa. Anzi l’Europa nel romanzo gioca un ruolo davvero marginale perché la partita vede in campo da un lato gli Stati Uniti, dall’altro la Cina, l’Iran e una Russia guidata dall’ottuagenario Vladimir Putin

A scriverlo, con dovizia di particolari tecnici, sono Elliot Ackerman, scrittore bestseller pluridecorato con 8 anni di servizio nei marinee nelle forte speciali, operativo in Iraq, Afghanistan e Medio oriente e Jamew Stavridis, già a capo dell’US European Comand e delle forze nato, oggi analista internazionale per NBC News ed editorialista di Time.

Teatro di guerra sono il Mar Cinese Meridionale, lo stretto di Hormuz, il Mare di Barents e il ruolo di potenza capace di mediare è affidato ad un’India tecnologicamente avanzata, mentre l’Europa, e nello specifico l’Unione Europea, non è mai nomionata.

Il lavoro di Ackerman e Stavridis dipana la sua trame e i suoi scenari in neanche trecento pagine  ma i suoi contenuti, frutto dell’esperienza maturata in tutti gli anni di servizio dagli autori, non può non portare il monito sulla pericolosa china che il mondo sta prendendo in questo anno. L’auspicio è che non ci sia un altro 1914 quando, e cito il bel saggio di Margaret MacMillan ‘Come si spense la luce sul mondo di ieri’.

Massimo Iaretti

 

Schianto tra moto e camion: una vittima

Incidente mortale alle porte di Cuneo in via Torino.

Un uomo di Centallo, in sella alla sua moto, è deceduto in uno scontro. Il motociclista, di 58 anni, si è scontrato con un camion.

I soccorsi giunti sul posto poco dopo il fatto non hanno potuto fare nulla per salvarlo.