ilTorinese

Il Questore sospende la licenza di un Kebab bar per 5 giorni

Il Questore di Torino,   ai sensi dell’art. 100 TULPS,  ha sospeso la licenza della pizzeria Kebab  “Stella El Baghgià”, ubicato in Torino, Corso Giulio Cesare n. 25,  sito in un quartiere ad alta densità abitativa, zona Porta Palazzo, frequentato da numerosi avventori, in particolare da cittadini extraUE.

Il locale Kebab si  trova in una zona ove i residenti hanno presentato alcuni esposti a causa dei frequentatori dei locali che insistono nella vasta area di Porta Palazzo (schiamazzi, liti, risse).

Il provvedimento è stato adottato al termine  di una serie di controlli operati in particolare nel mese di giugno e fino al 7 luglio  da personale del Commissariato “Dora Vanchiglia” in collaborazione con gli Agenti del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte, messi a disposizione della Questura per rinforzare il dispositivo di controllo del territorio.

  Nel locale “Stella El Baghgià”, durante i controlli straordinari del territorio da parte degli Agenti della Polizia di Stato, sono stati identificati tra gli avventori del locale molti   gravati da precedenti di polizia.

Tenuto conto della presenza numerosa di  persone pregiudicate, dei numerosi esposti presentati sia contro il locale in parola sia contro altri locali della zona,  il Questore ha  ritenuto  che il locale costituisca fonte di concreto e attuale pericolo per la sicurezza dei cittadini, dei consociati e degli avventori, con indubbi riflessi negativi sull’ordine pubblico.

Pertanto ha disposto,  ai sensi dell’art. 100 Testo Unico leggi Pubblica Sicurezza, la sospensione dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande all’interno del Kebab  che rimarrà chiuso  per giorni 5 decorrenti dal 9 luglio 2022.

L’isola del libro / Speciale Joyce Maynard

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Credo valga la pena approfondire la vita e le opere di questa scrittrice e giornalista americana 68enne.

E’ nata il 5 novembre 1953 a Durham, nel New Hampshire, da Fredelle Bruser – giornalista, scrittrice ed insegnante- e Max Maynard –pittore e professore di inglese all’Università del New Hampshire- fratello del più famoso teologo Theodore Maynard.

Joyce rivela molto presto il talento nella scrittura, vincendo premi scolastici; ma la sua carriera giornalistica vera e propria inizia negli anni 70 quando collabora, tra le varie testate, anche con “The New York Times” e “Mademoiselle”.

Negli anni 80 amplia il suo orizzonte e decolla con successo sulle ali della narrativa con il libro di esordio “Baby love” (1981).

Ottiene una forte eco mediatica ed attira un’attenzione particolare nel 1998 con la pubblicazione del memoir “At home in the world”, in cui mette nero su bianco la sua relazione con il mitico e misterioso J.D. Salinger, l’autore de “Il giovane Holden” letto e amato da intere generazioni.

I fatti di cui racconta la Maynard risalgono a molti anni prima; al 1972 quando lei aveva 18 anni e studiava a Yale.

Il 23 aprile di quell’anno il “New York Magazine” aveva pubblicato un suo lungo articolo “An 18-year-old looks back on life”, scatenando orde di ammiratori, genitori infuriati, ma anche editori e fotografi che volevano conoscerla meglio.

All’epoca Salinger aveva 53 anni e le scrisse una lettera in cui, oltre a complimentarsi per la scrittura, l’avvertiva anche dei rischi e pericoli derivanti dalla celebrità; seguirà poi una serrata e fitta corrispondenza tra i due.

Le cose prendono una piega più decisa quando lei si trasferisce a casa di lui nel fortino di Cornish, nel New Hampshire, dove Salinger –divorziato dalla moglie dal 1967- si è ritirato dal mondo e trascorre le giornate tra yoga, precetti Zen ed alimentazione super controllata.

Joyce vivrà con lui per 8 mesi –da metà 1972 al marzo dell’anno seguente- poi la storia d’amore viene troncata in modo repentino, brusco e con strascichi che opprimeranno la ragazza. Si terrà tutto dentro fino al 1998 quando decide di raccontare anche le pieghe più nascoste dello scrittore, delineando un quadro poco lusinghiero.

Ad aggiungere carne sul fuoco c’è anche la voce dei detrattori della Maynard che l’additano per aver messo all’asta e venduto a caro prezzo le lettere che Salinger le aveva inviato; acquistate per più di 150.000 dollari dall’informatico Peter Norton che le restituisce allo scrittore.

L’uscita di questo libro scatena polemiche anche durissime, la Maynard è accusata di aver sfruttato l’occasione; la sua carriera è vittima degli anatemi di parte del mondo culturale americano. Una specie di peccato originale che la scrittrice si porterà addosso, rea di avere intaccato il mito di J.D. Salinger.

In successive interviste la Maynard chiarisce di essersi tenuta tutto dentro ed aver protetto la storia per troppo tempo; quando sua figlia ha compiuto 18 anni, ha capito che il momento di scriverne era arrivato.

Chiarisce anche che ha raccontato la liaison con il mito Salinger in modo scrupoloso, senza dare giudizi o interpretazioni, lasciando che fossero i lettori a concludere che lo scrittore aveva avuto un atteggiamento predatorio. E supporta la sua esperienza citando altre giovani donne che avevano intrattenuto una corrispondenza con lui; tutte fragili e accomunate dall’assenza dei padri, coni d’ombra che lo scrittore individuava subito e in quegli spazi vuoti riusciva ad infilarsi e manovrare.

Nel corso della sua carriera la Maynard ha pubblicato 17 libri e da due sono stati tratti dei film; l’ultimo nel 2013 ispirato a “Un giorno come tanti” (pubblicato nel 2009) diretto da Jason Reitman e interpretato da Kate Winslet e Josh Brolin.

 

L’albero della nostra vita” -NNEditore- euro 20,00

Il romanzo da poco pubblicato in Italia è uno dei più ambiziosi della Maynard, ed anche parecchio autobiografico.

Sono molte le analogie con la sua vita: anche lei, poco più che 20enne, con i proventi dei suoi libri si era comprata una casa a Hillsborough nel New Hampshire. Ha sposato un artista ed avuto tre figli; quando poi si è separata la sua fattoria è rimasta all’ex marito e lei si è trasferita altrove con la prole.

Però nessuno dei suoi figli è stato vittima di un incidente come quello narrato nel libro, né ha cambiato sesso.

Detto questo…il romanzo è bellissimo, profondo, a tratti struggente.

E’ la storia di una donna, Eleanor, dei suoi desideri realizzati nella famiglia che tanto voleva costruire; poi ci sono i ripetuti colpi bassi che la vita le ha inferto.

A inizio romanzo la incontriamo negli anni 70, giovane illustratrice di libri per bambini di un certo successo che le consente libertà e indipendenza. E’ abituata a cavarsela da sola, anche perché è figlia unica di due genitori che si adorano e vivono l’uno per l’altro, mentre lei si è sempre sentita un’intrusa nel loro menage.

Forse è anche per questo senso di esclusione impresso nell’ anima che Eleanor, nella sua fattoria del New Hampshire, sogna una famiglia tutta sua e su basi totalmente diverse. Quando si innamora del giovane Cam il gioco è fatto: tra i due l’intesa è perfetta, si sposano e nell’arco di poco tempo nascono tre figli.

Sono Allison, Ursula e Toby, ai quali i genitori regalano un’infanzia spensierata, piena di amore, scoperte ed avventure nella natura che circonda la casa di campagna. A tirare avanti la baracca è soprattutto Eleanor con il suo lavoro, mentre Cam fatica a trovare un’occupazione stabile e si arrabatta come può.

Poi irrompe la tragedia; un giorno Cam perde di vista Toby che viene trovato svenuto a testa in giù nel laghetto vicino casa, con le tasche appesantite dalle pietre che tanto amava raccogliere. Salvato per miracolo non sarà mai più lo stesso a causa del danno cerebrale provocato dalla carenza di ossigeno patita.

Eleanor ritiene Cam responsabile e non riesce proprio a perdonarlo. Il resto è sfacelo completo e sfilacciarsi di rapporti.

Cam si scopre innamorato dell’appena maggiorenne Coco, la babysitter dei suoi figli e la sposa. Eleanor se ne va e dapprima ottiene l’affidamento condiviso dei figli.

E le cose andranno sempre più in pezzi.

Cam sembra aver cancellato il loro passato insieme, neanche più le rivolge la parola e le crepe si apriranno anche nei rapporti con Allison, Ursula e Toby che, crescendo divisi tra due fuochi, propenderanno sempre più per il padre e la nuova moglie. La nascita di un fratellino (che non chiameranno mai fratellastro) spinge ulteriormente al distacco, con la scusa che Toby è felice di avere un bimbo con cui giocare.

Il resto è un susseguirsi di malintesi, (i figli pensano che sia stata Eleanor ad essersene andata spezzando la famiglia), rancori, incomprensioni, adolescenze complicate, rapporti umani sempre più difficili tra madre e figlie adolescenti e ……molte cose ancora cambieranno nella vita di questi personaggi. Un romanzo magnifico che racconta la vita e la complessità dei rapporti affettivi.

 

Il meglio di noi” -Nutrimenti- euro 18,00

Poco più di 400 pagine che vi afferrano per non mollarvi più, con il racconto di una fase della vita della Maynard doloroso ma anche intensissimo, che sciorina temi portanti quali l’amore, la morte, il caso e il disperato tentativo di contrastarlo.

Un memoir ad alto impatto emotivo in cui racconta come nel 2011, quando aveva 58 anni, attraverso un sito d’incontri conosce l’avvocato 59enne Jim Barringer. Dalla loro prima telefonata scatta subito un feeling raro e prezioso, che apre l’orizzonte a due persone che si intendono a meraviglia, si piacciono da tutti i punti di vista, a partire da quello fisico. L’anno dopo sono marito e moglie e lei sente di aver sposato «…il primo vero compagno che ho mai avuto». Madre di tre figli, separata e single dall’età di 36 anni, dopo una lunga serie di incontri deludenti, non aveva certo previsto una simile svolta.

Lei e Jim, sebbene diversi in molteplici cose, condividono quella rara magica alchimia in cui sono miscelati: rispetto dei reciproci spazi, profonda comprensione, amore per le semplici gioie della vita, come i viaggi, le escursioni o intime cenette. Soprattutto, Jim la fa sentire amata, capita e incoraggiata nella propria ricerca di indipendenza, gratificata per i suoi successi. Insomma l’amore e il rapporto che tutti vorrebbero avere, ma piuttosto raro.

Una gioia di vivere a due che inciampa in un destino bastardo, perché dopo 4 anni e mezzo, un calvario fatto di alti e bassi, di speranze e rese, Jim le viene portato via da un tumore al pancreas che non perdona.

La Maynard rivela la sua grandezza nel ripercorrere -senza retorica, piagnistei o cadute di stile- un sentimento che travalica anche la morte. Quello di due anime gemelle che si riconoscono e alle quali è concesso un breve tratto di strada insieme, in cui sono un tutt’uno che vale più di mille lunghissime vite.

 

L’ombra degli Havilland” -HarperCollins- euro 9,90

E’ un’altra storia coinvolgente, di quelle che ci incollano alle pagine con la suspense continua e l’attesa di vedere svelata una verità sottesa, ma che aleggia nell’aria fin quasi da subito. Potremmo definirlo il magistrale racconto di un sottile plagio, di una dipendenza emotiva ed affettiva che finisce per condizionare tutta la vicenda e relega in un angolino la capacità di giudizio della protagonista.

Helen è una giovane donna, separata e madre di un figlio piccolo che le viene portato via dalla legge, dopo che era stata fermata alla guida dell’auto con un tasso alcolico superiore a quello consentito. Dichiarata inidonea ad esercitare il ruolo genitoriale, il tribunale le toglie la custodia del piccolo Ollie e lo affida al padre, a sua volta risposato e in attesa di un figlio dalla nuova compagna.

Helen precipita in un periodo difficile e non le resta che rigare dritto, partecipare a gruppi di sostegno degli alcolisti anonimi, lottare per riavere quel figlio che tanto ama ed è il centro della sua vita. E’ in questa condizione di profonda fragilità che viene risucchiata nella tela degli Havilland, fagocitata come un insetto da un ragno micidiale.

Swift e Olivia Havilland sono una brillante coppia di ricchissimi filantropi; lei bellissima e affascinante è relegata su una carrozzina, lui è un narcisista mascherato di bontà. Insieme sono una forza della natura: dinamici, intraprendenti, protagonisti di un’ intensa vita sociale, stanno raccogliendo soldi a palate per la loro Onlus che tutela gli animali.

E’ soprattutto Ava ad insinuarsi nell’anima e nel quotidiano di Helen: la coinvolge in mille iniziative, pretende di sapere tutto della sua vita e lancia sottesi giudizi un po’ su tutto. La solitudine che prima attanagliava la giovane, viene come dissolta dall’amicizia con quella coppia che sembra perfetta e in piena sintonia.

L’idillio inizia a scricchiolare quando Helen incontra un uomo che la sommerge di attenzioni ed amore. E’ Elliot, solido e affidabile commercialista che le fa una corte serrata; ma la cosa disturba parecchio gli Havilland.

Le cose si complicano ulteriormente quando Elliot, protettivo e perspicace, fiuta qualcosa di poco chiaro negli affari della coppia. Ed è un’esplosione di screzi, incomprensioni, dubbi, e una sleale competizione degli Havilland nell’accaparrarsi l’affetto di Helen.

 

Dopo di lei” -Harlequin Mondadori- euro 16,00

Non è un vero e proprio thriller anche se le vittime ci sono; giovani donne che perdono la vita in modo sospetto.

Piuttosto è centrale la storia di due sorelle che vivono poco a nord di San Francisco, nella Contea di Marin, il loro rapporto e quello con il padre poliziotto.

Rachel non è più una bambina ma neanche ha ancora raggiunto lo status di ragazza, comunque è in quella fase da 13enne in cui si sogna ad occhi aperti e immagina una realtà virtuale in cui tutto appare possibile.

Adora la sorellina più piccola, Patty, compagna di vita ed avventure, migliore amica e complice di giochi e scorribande.

Entrambe stravedono per il padre che ammirano, anche perché fascinoso e bello come un attore hollywoodiano. Più spigoloso è invece il rapporto con la madre: depressa cronica, che si arrabatta come può e non è capace di tenersi il marito.

Rachel e Patty sono abituate a scorrazzare tra le montagne, teatro di scarpinate e scoperte continue. Poi proprio in quell’oasi della natura vengono assassinate giovani donne.

Siamo nell’estate del 1979, le indagini sono difficili, affidate al padre detective che diventa il centro dell’attenzione mediatica; cronisti e fotografi lo assediano, e nel vortice vengono risucchiate di riflesso anche le sue figlie.

Improvvisamente balzano al vertice della top ten delle ragazze più popolari, ambite come amiche e magari anche qualcosina di più.

E quando il padre sembra arenarsi in una serie di vicoli ciechi e fallimenti, ecco che Rachel decide di scendere in campo e indagare a sua volta.

Lei e Patty sguinzagliano ingegno, perspicacia e fantasia e, a modo loro, si mettono sulle tracce del “Killer del tramonto”. Un romanzo che scorre veloce, nell’alternarsi tra crime e storia familiare, fino a un epilogo inaspettato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Street Lights su Fb: per conoscere e vivere nuovi angoli di città

Caro Direttore,  mi chiamo Alessandro Valente ho 56 anni  e vivo ad Alpignano.

Ho creato un gruppo su facebook chiamato Street Lights, dove posto foto notturne di ambienti urbani, io e il mio cane Valentino di 12 anni adottato 3 mesi fa al canile andiamo alla ricerca della bellezza notturna di aree urbane. Torino e comuni limitrofi. Ma l’idea è applicabile a qualsiasi centro urbano partendo dal presupposto che la bellezza è ovunque e la gente sta perdendo la voglia di fare due passi alla sera per scoprire cosa si nasconde dietro quella viuzza e per fare due chiacchiere…si potrebbe anche istituire un concorso fotografico basta un cellulare o una macchinetta compatta. Mi piacerebbe far conoscere questa idea e far nascere  una nuova tendenza che  faccia uscire i cittadini per fare loro scoprire la bellezza di angoli unici e dimenticati: della serie non esiste solo il centro, pur bellissimo.
Tra l’ altro ho fatto una ricerca e non trovo pagine simili alla mia

Alessandro e Valentino (dog)

https://www.facebook.com/groups/982269492506775/?ref=share

Enrico Murdocco entra nella Guida Pane & Panettieri d’Italia 

IL PIZZAIOLO TORINESE OTTIENE IL PRIMO RICONOSCIMENTO PER IL SUO TELLIA LAB

LA GUIDA PANE & PANETTIERI DEL GAMBERO ROSSO GLI CONFERISCE I DUE PANI

 

A pochi mesi dall’apertura del nuovo Tellia Lab a Torino, il pizzaiolo Enrico Murdocco entra nella quarta edizione della Guida Pane & Panettieri d’Italia 2023 del Gambero Rosso con due pani.

Realizzato con lievito madre, il pane di Tellia è proposto in pezzature da 500 grammi (con un costo che varia dai 3 ai 4,5 euro) e viene prodotto con farine di Tipo 2, nelle versioni: Classico, Semola semintegrale di Senatore Cappelli bio, Farro, Multicereali, Alghe (senza sale con le alghe e la salicornia che sostituiscono la mancanza di sapidità) e il “Millegrani Integrale”.

“Ho deciso di iniziare a realizzare anche il pane – racconta Murdocco che vanta anche tre rotelle nella Guida alle Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso – per crescere nella mia professione di artigiano e un riconoscimento come questo, poco dopo l’apertura, è un grande stimolo per fare sempre meglio. La scelta di realizzare pezzature da 500 grammi – prosegue – è sicuramente inusuale, ma rappresenta un’attenzione nei confronti della nostra clientela che predilige pani più piccoli. Stiamo inoltre lavorando per l’inserimento in autunno, nella nostra gamma, di grissini e baguette su cui abbiamo iniziato le prime prove”.

Il pane di Tellia Lab è realizzato con farine differenti a seconda delle diverse tipologie: Antiqua Tipo 2 di Bongiovanni; Millegrani e Tumminia di Molini del Ponte; Senatore cappelli biologico macinato a pietra dell’Antico Molino Rosso.

Tellia, che Murdocco gestisce insieme al fratello Angelo dove realizza pizza romana in teglia con impasti ad alta idratazione e lunga lievitazione, si trova a Torino in: via San Tommaso 27c; corso Sebastopoli 241; via Maria Vittoria 20.

Per maggiori informazioni: www.tellia.it

Un forte rapporto col territorio per il Galileo Ferraris

I PROGRAMMI DELL’ISTITUTO

Con Cinzia Ferrara, dirigente scolastico dell’Istituto di istruzione superiore Galileo Ferraris di Vercelli (articolato nei tre plessi di Vercelli, sede principale in cui trova spazio l’istituto agrario, Crescentino dove si svolgono i corsi per futuri ragionieri, tecnici agrari e geometri e Trino per gli addetti all’ospitalità alberghiera) è tempo di trarre un bilancio dell’anno scolastico 2021/22 appena concluso e di conoscere quali sono le previsioni per il prossimo anno.

Dirigente, quali sono stati i risultati in questo anno da parte del suo Istituto?

Siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo di ottenere la certificazione ISO 9001, propedeutico all’accreditamento regionale che si pensa di ottenere entro la fine del 2022 e che ci servirà ad ampliare la nostra offerta formativa.

Inoltre si è iniziato a lavorare alla riapertura del serale agrario e, in via sperimentale, alberghiero anche nell’ottica della prevenzione alla dispersione scolastica.

Stiamo pure valutando le possibilità di aprire percorsi triennali di formazione professionalenell’abito alberghiero.

Dove e con che modalità si svolgeranno i corsi serali ?

Il corso serale è rivolto a tutti coloro che, di età superiore ai 16 anni, hanno interrotto precocemente a suo tempo gli studi e/o che intendano ampliare il proprio bagaglio culturale.

La sede delle lezioni, Vercelli o Crescentino, verrà scelta in funzione del bacino di utenza degli iscritti che non si limita al territorio della Provincia di Vercelli ma anche si allarga al Casalese, al Chivassese e, in piccola parte, all’Astigiano.

Le lezioni si terranno dal lunedì al giovedì in presenza e venerdì a distanza, mentre i laboratori dell’alberghiero si svolgeranno a Trino Vercellese in presenza.

Un auspicio per l’anno 2022/23 ….

Quest’anno abbiamo scaldato i motori e nell’anno scolastico 2022/23, se il Covid non ci mette lo zampino, saremo a pieno regime. L’anno scolastico 2021/22 ha pressoché visto il rientro dalla fase acuta dell’emergenza Codid-19, dimostrato anche dalla struttura pressoché tradizionale dell’esame di Stato. Per il prossimo anno ed il futuro gli obiettivi saranno quelli di consolidare la collaborazione con il territorio, le istituzioni e le imprese attraverso progetti di educazione ambientale ed il perfezionamento delle attività di formazione professionalizzante.

Commissione regionale in visita al Cup

“Questa mattina la Commissione Sanità ha potuto constatare l’eccellenza di un servizio che si attesta tra i pochi sistemi unici di prenotazione a livello nazionale”. Lo ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Sanità Andrea Cane al termine del sopralluogo alla struttura operativa del Centro unico di prenotazione (Cup) di corso Emilia, a Torino.

“Grazie alla sincronizzazione dei sistemi – ha aggiunto – accedendo da qualsiasi interfaccia, app, totem e call center, possiamo attingere a una base dati aggiornata in tempo reale e con le stesse disponibilità di prenotazione in tutte le Asl del Piemonte. A fianco degli operatori abbiamo potuto appurare anche il tempo medio di risposta che, attualmente, si attesta intorno al minuto e mezzo”.

Rispondendo al capogruppo di Luv Marco Grimaldi, da cui era partita la richiesta del sopralluogo, il responsabile della struttura tecnologica Asl Città di Torino Francesco Pensalfini e il responsabile del Cup dell’Asl Città di Torino e coordinatore del Cup regionale Gianfranco Barberis hanno spiegato che “il servizio offerto dal Cup unico regionale è gestire le prenotazioni sanitarie per i cittadini alla luce degli slot messi a disposizione dalle singole Aziende sanitarie. Per rispondere alle richieste gli operatori cercano innanzitutto le disponibilità, partendo dal distretto per allargarsi eventualmente all’Azienda, all’area omogenea più vicina e spingendosi, nei casi più difficili, come la gastroenterologia e la gastroscopia, alle altre aree”.

“A partire da ottobre dello scorso anno il personale del Cup è aumentato – ha dichiarato il responsabile del call center Attilio Castellano rispondendo ad Alessandra Biletta (Fi) –. Al momento possiamo contare su 206 operatori che ruotano su turni dalle 8 alle 20 dal lunedì alla domenica, festività nazionali escluse, e la maggior parte può contare su un contratto part time di 25 ore settimanali su 5 giorni”.

Francesca Frediani (M4o) e Gianluca Gavazza (Lega) che lo interrogavano sulla formazione degli operatori Pensalfini ha risposto che “la formazione è continua e prevede sia una parte nozionistica, comprensiva del programma ‘prevenzione serena’, sia una parte di affiancamento per la gestione delle richieste degli utenti”.

Sempre Pensalfini ha risposto ad Alberto Avetta (Pd) che “la distanza tra domanda e offerta non passa dal call center, che si limita a gestire gli spazi previsti dalle Aziende, ma è demandata a ogni singola Azienda e all’Assessorato, che sono dotati di strumenti per operare confronti”.

Sara Zambaia (Lega) ha ringraziato i responsabili della struttura, grazie ai quali “è stato possibile constatare il grande lavoro espletato quotidianamente per garantire il raccordo delle agende e delle disponibilità delle singole Aziende sanitarie regionali”.

Al termina del sopralluogo si è svolta la seduta ordinaria, in cui è proseguito l’esame delle proposte di legge 168 e 170, primi formatari rispettivamente Zambaia (Lega) e Silvio Magliano (Moderati), sulle disposizioni in materia di comunicazioni relative a minori con genitori separati e alla promozione del Registro di bigenitorialita.

I due proponenti hanno comunicato di aver lavorato alla stesura di un testo unificato delle due proposte con l’obiettivo di promuovere interventi per assicurare a ciascuno dei genitori la comunicazione congiunta delle informazioni riguardanti i figli minori. La Regione promuoverà l’attivazione di protocolli d’intesa con le istituzioni scolastiche e con gli Enti locali e si prevede che lo stesso servizio verrà svolto dalle associazioni sportive, ricreative e culturali frequentate dal minore.

Si prevede, inoltre, l’istituzione del Registro di bigenitorialità presso ogni Comune del Piemonte per consentire a entrambi i genitori di legare la propria domiciliazione a quella del proprio figlio residente nel Comune.

“Erano tutti cieli blu”: la vacanza in montagna a metà del secolo scorso

Ma quando è cambiato davvero il turismo italiano?

Silvia Meneghini, con il suo libro “Erano tutti cieli blu” (Edizioni Il Canneto), offre una risposta probabilmente inconsapevole ma non per questo meno interessante. Il piccolo volumetto racconta le vacanze in montagna a partire dal 1955. Ricordi strettamente personali che si trasformano in uno spaccato di un’epoca. La montagna è quella valdostana delle Valle d’Ayas. Un albergo privo dei comfort attuali in una piccola frazione, Frachey, a pochi minuti di cammino dalla più nota Champoluc.

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La politica arranca, il degrado avanza

Fanno persino tenerezza i pentastellati.
Si sono sciolti come neve al sole. Ora non sono più potenti come 5 anni fa. Meteore della politica italiana. Il cerino in mano è rimasto a Giuseppe Conte che si affida al Padre Pio di cui lui è devoto. Per Beppe Grillo la proverbiale briosita è solo un lontano ricordo. Meteore fino ad un certo punto. 10 anni fa raggiunsero già il 23 %. Erano i tempi di Bersani , Berlusca e Letta con Renzi. La ” piccola ” Meloni era ai suoi primi passi da leader. Gianfranco Fini li aveva salutati per diventare o dire di essere diventato un sincero democratico. Altri tempi.
Ora il centrodestra  ha un problema: che farne di Giorgina Meloni. Alias le permettiamo di fare il Presidente del Consiglio? Lei che è andata nelle Asturie spagnole ed ha rivendicato le sue origini di estrema destra. Mi sa che Giorgina è e sarà la novella italiana  Le Pen francese sempre pronta nel fare il suo dovere per la nazione, ma mai accreditata per poterlo fare. Corsi e ricorsi storici. Lei , con Salvini, che si sente amaramente delusa da Putin e , folgorata sulla via di Damasco dall’atlantismo della Nato baluardo dell’Ucraina in guerra. Fratelli d’Italia e Lega hanno una cosa in comune: il più alto tasso di politici nostalgici del ventennio. Eppure bisticciano su tutto. Dai contenuti, diciamo cosi, politici, alla scelta dei candidati ai posti di governo. Avviene in Regione Piemonte. Avviene a Biella dove al povero Corradino Sindaco gli viene versata di volta in volta amara cicuta  da Del Mastro che non fa minimamente mistero delle sue simpatie nostalgiche. Ad Alessandria è persino avvenuto il miracolo della vittoria del centrosinistra.
Città natale del capogruppo leghista Molinari. Indubbiamente il Pd ha invertito la tendenza  negativa in Piemonte. Un Pd raggiante. Legittima la sua contetezza. Un po’ di meno il trionfalismo. Ma in cuor suo sa perfettamente che un conto sono le amministrative, un conto le politiche. E poi lo psicodramma pentatestallato incombe.
Ora con chi ci alleiamo? Con una sinistra sbrindellata , oramai da un decennio, fuori gioco. Ed intanto Stellantis se ne va definitivamente da Torino. Vietato stupirsi Accordo tra sindacati (tranne Fiom) ed Azienda. Troveremo noi un posto di lavoro agli operai ex Fiat. Poi le solite cose. Pensionamenti anticipati e naspi a go-go.
Ci hanno impiegato 40 anni , ma poi ci sono riusciti. A Torino non verrà prodotta neppure un’auto. L ignavia della politica e dei politici locali e è definitivamente realizzata.
E mancando lavoro avanti con il degrado che non riguarda solo più Barriera di Milano e Falchera o Mirafiori Sud. Anche, ad esempio Borgo Vittoria. Fino a 10 anni fa un gioiello con Via Chiesa della Salute, un piccola via Roma per i suoi prestigiosi negozi. Ora o chiudono o vengono sostituiti da attività commerciali molto ma molto meno prestigiose. Ma sono le Baby gang il vero cancro. Non solo piccola delinquenza. Atti di vandalismo in molti casi gratuiti verso persone e strutture pubbliche. Come la piscina comunale Massari, da decenni gestita dalla Uisp. Unione italiana sport popolare. Sono letteralmente disperati: un giorno si e l’altro pure atti di vandalismo. Ed ora la notizia di in uomo ammazzato a botte
Insomma il ” cancro ” del degrado avanza, avanza senza che nessuno riesca a fermarlo. Il comune assume per l’emergenza anagrafe. Appena possono i dipendenti vanno i pensione. Direi proprio un  fuggi fuggi generale. Chi gestirà i fondi del Mef? Quali sono le professionalità adeguate nel gestire il tutto? Mistero profondo. Insomma, essere ottimisti sarebbe da incoscienti.

Patrizio Tosetto 

Ragazzo annega nel lago Grande di Avigliana

Un giovane di 19 anni è morto annegato nel Lago Grande di Avigliana. Il ragazzo stava facendo il bagno con due  amici e non è riemerso. A dare l’allarme sono stati  gli amici. Sono intervenuti i vigili del fuoco di Avigliana, Grugliasco e Torino. I sommozzatori hanno trovato il corpo. Le indagini sono affidate ai carabinieri.