ilTorinese

670° anniversario delle nozze tra il “Conte Verde” e Bona di Borbone

Domenica 29 giugno 2025 l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv ha organizzato ad Avigliana (TO) la commemorazione del 670° anniversario delle nozze tra il Conte di Savoia Amedeo VI, detto il “Conte Verde” e Bona di Borbone.
Hanno concesso il patrocinio all’evento: il Consiglio Regionale del Piemonte, la Città Metropolitana di Torino, il Comune di Avigliana,  l’Associazione Amici di Avigliana e l’Opera Principessa di Piemonte.
La commemorazione è iniziata alle ore 10 con una Santa Messa celebrata da Don Sergio Vazzaz del Santuario della Madonna dei Laghi nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista. Successivamente le autorità e i gruppi storici hanno raggiunto in corteo Piazza Conte Rosso, dedicata al Conte di Savoia Amedeo VII (figlio e successore di Amedeo VI) ed ubicata ai piedi dei ruderi del maniero fatto edificare intorno al 960 d.C. dal Marchese Arduino III detto “il Glabro” e che dal 1046 al XV secolo fu una delle sedi della Corte Sabauda quando essa soggiornava al di qua delle Alpi.
Davanti al Municipio si è tenuta una solenne cerimonia aperta dai saluti di Andrea Archinà, Sindaco di Avigliana e Piero Troielli, Sindaco di Reano.
Dopo i discorsi di Pierangelo Calvo, Vice Presidente dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv e Delegato per il Piemonte e di Milo Ferrua, Presidente del Coordinamento Sabaudo e Vice Presidente del Sodalizio, lo scrivente ha fatto scoprire alle numerose persone presenti la figura del Conte di Savoia Amedeo VI, detto il “Conte Verde”.

Nato al Castello di Chambéry il 4 gennaio 1334, Amedeo era figlio primogenito del Conte di Savoia Aimone e della consorte Violante Paleologa. Salì al trono il 22 giugno 1343 a soli nove anni in seguito alla morte del padre, sotto la reggenza del cugino il Barone Luigi II di Savoia-Vaud e del Conte Amedeo III di Ginevra. Nel 1348, tornato a Chambéry dopo una campagna militare che gli aveva permesso di sottomettere Cherasco, Savigliano, Mondovì e Chieri, organizzò un grande torneo presentandosi in campo vestito di verde, colore che amava. Da quel giorno venne soprannominato il “Conte Verde”. Il 28 settembre 1350 in occasione delle nozze di sua sorella Bianca con Galeazzo Visconti, Co-Signore di Milano, celebrate al Castello di Rivoli, creò l’Ordine del Cigno Nero, onorificenza ripresa dallo stesso sovrano nel 1362 come Ordine del Collare e dedicata nel 1518 dal suo discendente il Duca di Savoia Carlo III alla Santissima Annunziata. Nel 1355 Amedeo VI sposò a Parigi Bona di Borbone, figlia del Duca Pietro I di Borbone, cugino del Re di Francia Giovanni II. Dalla loro unione nacquero tre figli, tra i quali il futuro Conte di Savoia Amedeo VII, che vide la luce nel Castello di Avigliana il 24 febbraio 1360.
Amedeo il 12 maggio 1365 ricevette dall’Imperatore dei Romani Carlo IV di Lussemburgo il titolo di Vicario Imperiale per la Savoia, parte del Piemonte e diverse diocesi dell’attuale Svizzera occidentale; l’anno seguente, per liberare suo cugino l’Imperatore di Bisanzio Giovanni V Paleologo, fatto imprigionare dallo Zar Ivan Alessandro di Bulgaria, indisse  la “Crociata Sabauda” e nel mese di giugno salpò da Venezia. Sulla sua galea veneziana fece issare una bandiera azzurra con raffigurata l’effigie di Nostra Signora in campo seminato di stelle oro. Da questo atto di fede il colore azzurro diventò la tinta ufficiale della Dinastia Sabauda ed è ancora oggi presente sulle maglie delle Nazionali sportive italiane e sulle sciarpe degli ufficiali delle Forze Armate. Nell’autunno del 1382 scese verso Napoli per sostenere le pretese al trono di Luigi I d’Angiò-Valois, fratello del Re di Francia Carlo V, ma il suo esercito venne decimato dalla peste, malattia, che portò alla morte lo stesso Amedeo VI il primo marzo 1383 nel Castello di Santo Stefano di Campobasso. Gli succedette il figlio Amedeo VII, sotto la vigilanza della madre, alla quale il Conte Verde riconobbe il diritto di governare gli Stati di Savoia fin quando sarebbe stata in vita. Amedeo VII, sposato con Bona di Berry, nel settembre 1383 mentre era nelle Fiandre impegnato in una campagna militare a sostegno del Duca di Borgogna, ricevette la notizia della nascita del suo primogenito il futuro Amedeo VIII e per festeggiare vestì abiti rossi. Questo gli valse il soprannome di “Conte Rosso”.
Il Comitato per la tutela del patrimonio e delle tradizioni piemontesi ha quindi conferito uno speciale attestato di benemerenza ai protagonisti della commemorazione: il Conte Amedeo VI e Bona di Borbone, magistralmente impersonati da Giuseppe Raggi, presidente dell’Associazione “La Terra dei Cavalli”, giunto a cavallo accompagnato da uno scudiero e Ivonne Allais, presidente del gruppo storico “La Corte del Conte Rosso”.
Alla commemorazione l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv è stata rappresentata dai Vice Presidenti Pierangelo Calvo e Milo Ferrua; dal Vice Segretario Amministrativo Nazionale; dalla Vice Delegata Nazionale Claudia Rusu; dalla Presidente del Centro Studi Principe Oddone Aurelia Mattalia, dalla Dama Maria Vittoria Pelazza e da diversi soci.
Tra i presenti, l’Assessore alla Cultura di Reano Vincenzo Corraro.
La giornata è stata impreziosita dalla presenza dei seguenti gruppi storici: “La Corte del Conte Rosso” di Avigliana, i cui membri hanno impersonato tra gli altri il Conte di Savoia Amedeo VII, la consorte Bona di Berry e Valentina Visconti; “Gruppo Storico di Fénis”, il cui presidente Francesco Canio ha impersonato Aimone di Challant-Fénis, Balivo della Val di Susa e Castellano di Avigliana; “La Gente di Nichilinum del medioevo”, impersonata dal Gruppo Storico Conte Occelli; i “Marchesi Paleologi” di Chivasso, i cui membri hanno vestito i panni, tra gli altri, del Marchese Teodoro I del Monferrato e della consorte Argentina Spinola, nonni materni del Conte di Savoia Amedeo VI.
I gruppi storici sono stati molto apprezzati dal pubblico ed in particolare dai turisti provenienti da Soresina (CR) che casualmente erano in Piazza Conte Rosso con la loro guida.

ANDREA CARNINO

To Dream presenta “Summer Dream. Un’estate da sogno”

Musica, intrattenimento e divertimento per tutta la famiglia nel più grande Urban District del Piemonte

 L’estate torinese si accende con “Summer Dream – Un’estate da sogno”, il nuovo palinsesto di eventi estivi firmato To Dream, il più grande Urban District del Piemonte. Un programma pensato per offrire serate all’insegna della musica, del gusto e del divertimento, pensato per coinvolgere tutta la famiglia e animare il distretto fino al 27 luglio.

Il calendario ha preso ufficialmente il via ufficialmente venerdì 20 giugno con l’inaugurazione della nuova food court musicale: un’area pronta a trasformarsi in un punto d’incontro dove vivere sei serate speciali, ogni venerdì fino al 25 luglio. A partire dalle ore 19.00, l’atmosfera si scalderà con DJ set, karaoke, live music e aperitivi in collaborazione con i principali brand della ristorazione del distretto – Rossopomodoro, Old Wild West, Signorvino, Löwengrube e Caffè Vergnano.
L’ingresso è libero, e per chi si registra tramite Xceed è previsto un 10% di sconto sull’aperitivo durante l’evento.

Ma l’estate di To Dream è pensata anche per i più piccoli: dal 12 al 27 luglio arriva un parco giochi gratuito con tante attrazioni che conquisteranno bambini e famiglie. Tra le attività: un adrenalinico scivolo toboga, un’area gonfiabile dedicata, un paintball estivo con pistole ad acqua, salterelli colorati e una porta da calcio per sfide all’ultimo goal.
L’accesso è gratuito e attivo tutti i giorni dalle 15.30 alle 20.00, con apertura straordinaria fino alle 23.30 nei venerdì del 18 e 25 luglio, in occasione delle serate musicali. I bambini potranno inoltre ricevere uno speciale passaporto del divertimento al desk informazioni e collezionare un timbro per ogni attrazione visitata.

Con “Summer Dream – Un’estate da sogno”, To Dream si conferma il luogo ideale dove vivere il tempo libero tra shopping, intrattenimento, ristorazione e socialità, in un contesto architettonico contemporaneo, green e sostenibile.

cs

Inter fuori dal Mondiale per Club: la Fluminense la elimina

 

Intanto Inzaghi vola ai quarti con l’Al Hilal

Delusione per l’Inter al Mondiale per Club: i nerazzurri sono stati eliminati dalla Fluminense, che ha avuto la meglio con una prestazione solida e concreta. La squadra brasiliana si è imposta grazie a un gioco organizzato e a una maggiore incisività nei momenti chiave del match.
Mentre l’Inter saluta prematuramente la competizione, sorride Simone Inzaghi: l’ex tecnico nerazzurro ha infatti centrato i quarti di finale alla guida dell’Al Hilal. La sua squadra continua a sorprendere e a macinare risultati, confermando la bontà del lavoro dell’allenatore italiano anche lontano dall’Europa.
Una doppia fotografia che racconta bene i paradossi del calcio: l’Inter inciampa proprio nel torneo internazionale più atteso, mentre il suo ex allenatore brilla in una nuova avventura asiatica.

Enzo Grassano

Specchio dei Tempi in soccorso delle famiglie colpite dall’esplosione

Dopo via Roma la Sala Rossa vuole pedonalizzare le piazze Lagrange e Paleocapa

Mentre proseguono i lavori per la pedonalizzazione del tratto di via Roma da piazza San Carlo a piazza Castello, una mozione approvata  in Sala Rossa (prima firmataria Dorotea Castiglione, M5S) invita l’Amministrazione comunale a includere le piazze Lagrange e Paleocapa all’interno del progetto di pedonalizzazione di Via Roma.

“Questo al fine di una più completa riqualificazione dell’asse storico e commerciale che va da Piazza Castello alla stazione ferroviaria di Porta Nuova”.

Il documento approvato dal Consiglio comunale chiede pertanto di avviare in via sperimentale, con il coinvolgimento della Circoscrizione 1, la pedonalizzazione delle due piazze che fiancheggiano simmetricamente piazza Carlo Felice.

La proposta di mozione, messa ai voti, ha ricevuto 25 sì, l’unanimità dei votanti.

Prima della votazione, sono intervenuti a sostegno del documento i consiglieri e consigliere Tony Ledda e Lorenza Patriarca (PD), Sara Diena (Sinistra Ecologista), Silvio Viale (Radicali + Europa) e Ferrante De Benedictis (FdI), mentre hanno espresso alcune perplessità e annunciato la non partecipazione al voto i consiglieri Pierlucio Firrao (TO Bellissima) e Simone Fissolo (Moderati). L’assessora Chiara Foglietta ha dato parere positivo sul provvedimento a nome della Giunta comunale.

(C.R. – Ufficio stampa del Consiglio comunale)

Le case floreali di Gribodo: l’edilizia gentile a Torino

Torino è la città del Liberty, si sa. Passeggiando per le belle ed eleganti vie della citta’, soprattutto nei quartieri di Cit Turin e di San Donato, e’ facile innamorarsi dei palazzi che rappresentano questo stile raffinato che, tra fine ‘800 e i primi del 1900, diede un tocco di gusto ai progetti urbani. Conosciamo bene i capolavori di Pietro Fenoglio come Villa Scott, Casa Lafleur, il Villaggio Leuman, ma anche le case popolari di Via Marco Polo e di Via Ravello. La citta’ della prima Esposizione di Arte Decorativa Moderna del 1902 ci regala scenari affascinanti e particolari unici e di pregio presenti non solo negli edifici residenziali ed industriali, ma anche nelle insegne, nelle vetrine dei negozi e dei caffe’.

Tra coloro che contribuirono alla realizzazione di queste palazzine e villini romantici e floreali, ornati da graziose minuzie, troviamo Giovanni Gribodo che visse a cavallo del 1800 e 1900. Ingegnere e architetto, laureato presso la Scuola di Applicazione di Torino, particolare che lo accomunava a Fenoglio, era anche un entomologo; un uomo dalle diverse passioni e interessi, dunque, dallo studio degli insetti, a cui si dedico’ di piu’ a fine vita, alla progettazione di residenze dal volto gentile.

I giri turistici della citta’ pianificano sempre piu’ percorsi dove queste belle opere edilizie del Liberty sono le protagoniste, ma passeggiare fuori dal centro ed ammirare questi veri e propri capolavori attira anche i cittadini che non si stancano di visitare le meraviglie affascinanti della loro Torino.

Tra gli edifici piu’ importanti realizzati da Giovanni Gribodo ne troviamo cinque solo a via Piffetti:

Cominciamo con il civico 3, la Palazzina Mazzetta con i suoi balconi in ferro dai disegni intrecciati su un fondo grigio che le da’ un tono austero; al numero 5, invece, c’e’ Casa Masino, un edificio in mattoni rossi caratterizzato dal balcone centrale che ospita due volti femminili in pietra. Le finestre sono decorate da fregi floreali come il bel portone d’ entrata. Al 7 scopriamo, con il suo stile un po’ fiabesco, una palazzina a due piani chiamata Pola-Majola come il suo committente, edificata nel 1907 che non ebbe speciali decorazioni come le altre, ma possiede un fascino particolare che ci riporta allo stile gotico. Le Palazzine, che si trovano al civico 10 e 12, sono probabilmente le piu’ famose opere di Gribodo, due villini magnifici decorati con un centrino di motivi naturalistici in pietra bianca, inferriate in ferro battuto, balconi e vetrate con particolari preziosi.

In via Belfiore 66, in zona San Salvario, si trova un altro edificio realizzato dall’ architetto Gribodo che fu un po’ dimenticato rispetto agli altri suoi colleghi che divennero piu’ noti. Si tratta di Casa Audiberti Mottura, una bella palazzina con balconi decorati e una scala interna con particolari vivaci e colorati. Nella zona della Crimea, sull’altra sponda del Po, lo stesso architetto ha studiato e costruito il Villino Giuliano, in via Luigi Gatti 17. Composto da tre piani, questa casa dai colori caldi, e’ caratterizzata da molti dettagli tipici all’Art Nouveau: immagini di fiori, pietra scolpita e disegni geometrici morbidi classici del periodo. Nel quartiere Cenisia, in via Perosa 56, c’e’ un piccolo edificio che rappresenta un esempio in miniatura del periodo Liberty: una piccola palazzina, con un portone davvero insolito, incastonata tra edifici piu’ moderni e dai toni delicati, chiamata Casa Bosco Tachis. Tornando al quartiere di San Donato non si puo’ rimanere indifferenti davanti ad edificio piu’ corposo e perfino possente dal nome Casa Cooperativa, un palazzo in mattoni rossi ornato con rose, foglie e con dei balconi caratterizzati da disegni che si ispirano ad un floreale piu’ moderno e tondeggiante. All’interno troviamo un meraviglioso scalone bianco e nero dalla forma ovoidale davvero suggestivo

A un’ora circa da Torino e precisamente a Coazze e’ si trova un’altra opera di questo fantasioso architetto: Villa Martini, divenuta poi Antonietta, dove il Liberty viene esaltato sia all’esterno, ma anche all’interno con i suoi mobili in stile. Questa casa, edificata al centro un bellissimo giardino, ebbe ospiti illustri come `Luigi Pirandello, il Conte Cavour e Vittorio Emanuele II.

MARIA LA BARBERA

Angoli torinesi, il Bastion Verde

Il Bastion Verde di Torino, anche chiamato “degli angeli” è un luogo dove la storia militare si fonde armoniosamente con la bellezza naturale. Situato all’interno dei Giardini Reali di Torino, è una delle ultime testimonianze di quella che fu la consistente cinta fortificata della città, oggi trasformata in un’area di svago e relax, ma che conserva ancora tutto il fascino della sua origine: 800 metri lineari di mura a pochi passi dal Palazzo Reale progettato dal geniale architetto cinquecentesco Ascanio Vitozzi. Il suo nome deriva dal fatto che Vittorio Emanuele II lo fece dipingere di verde e ricoprire di edera, in omaggio a sua moglie.

Il Bastion Verde è parte del sistema difensivo che, a partire dal XVII secolo, venne costruito Per proteggere Torino dalle invasioni. La cittadella fortificata, che comprendeva bastioni, mura e torri, si estendeva lungo le colline che sovrastano il fiume Po e rappresentava uno degli esempi più significativi della fortificazione barocca in Italia. Torino, allora capitale del Ducato di Savoia, aveva una posizione strategica e un apparato difensivo che rispondeva alle esigenze di protezione contro minacce provenienti sia da sud (dalla Francia) che da altre direzioni. Come gli altri bastioni della città, faceva parte di una serie di fortificazioni che vennero realizzate tra il 1668 e il 1700, con il progetto di Amedeo di Castellamonte, uno degli architetti più influenti dell’epoca. La struttura doveva garantire un buon punto di osservazione e difesa, ma allo stesso tempo integrarsi nel contesto urbanistico e paesaggistico che Torino stava sviluppando. Oggi, il bastione è circondato da un ampio parco verde che ne attenua la severità militare originaria, donando al sito un aspetto più accogliente e rilassante, ma senza perdere la sua forte identità storica. Con il tempo, le funzioni militari del Bastion Verde sono venute meno e l’area ha subito un processo di recupero e valorizzazione che ha permesso di restituirla alla cittadinanza come un parco pubblico ben curato, dotato di panchine, vialetti e ampie zone ombreggiate che rendono l’area perfetta per passeggiate e relax. L’elemento più interessante del parco è la sua capacità di mescolare il verde con la storia. Una delle caratteristiche più apprezzate del Bastion Verde è la sua posizione sopraelevata rispetto alla città. Dal bastione, infatti, si gode di una vista spettacolare su Torino e sulla collina torinese che si estende dalle Alpi all’orizzonte, con una prospettiva che lo rende un luogo privilegiato per osservare la città dall’alto, in particolare al tramonto, quando la luce dorata avvolge il panorama.

Maria La Barbera

“ALAM! Ode alla Natura” al “Museo del Tessile” di Chieri

Mostra e sfilata di creazioni tessili “uniche nel loro genere” di Emin – Giulia Perin

Sabato 5 luglio

Chieri (Torino)

Mestiere e capacità di seguire nei meandri del segno le magiche voci della poesia e della più libera fantasia. Ma soprattutto, i dettami ben noti di un’arte, quella del “tessile”, profondamente legata al rispetto e alla “sacralità” della natura. In tal senso “sbocciano” al “Museo del Tessile” di Chieri, le nuove “collezioni” di abiti “one-of-a-kind” ed accessori in tessuti e colori naturali creati da Giulia Perin, in arte Emina. Antropologa e fashion designer, l’artista sarà ospite, dal prossimo sabato 5 luglio (inaugurazione alle 18) e fino a venerdì 11 luglio, al “Museo” di via Santa Chiara (dove lavora in residenza stabile dal 2019) con una sua personale dal titolo assolutamente emblematico di “ALAM! Ode alla Natura”, dove Oriente e Occidente alzano al cielo un doppio inno al “Mondo”. A madre “Natura”.

Giulia Perin, infatti,  è specializzata in tecniche di tintura e stampa di tradizione europea, asiatica e indonesiana, “declinate nel contemporaneo con lo stile fresco ed evanescente che contraddistinguono i suoi manufatti tessili, così come la sua pratica etica e sostenibile”. Suo intento, “quello di realizzare manufatti tessili che uniscano culture sviluppatesi in tempi e luoghi diversi, e proporre così un modello di produzione a misura dell’essere umano e in armonia con il creato”. Le sue creazioni nascono sempre attraverso un dialogo profondo con la natura. Dalle piante tintorie che coltiva estrae il colorante riscoprendo ricette, materiali e metodi antichi, pur se il suo fare, radicato in tecniche e conoscenze maturate fra Oriente e Occidente, è frutto, sempre e tuttavia, di gesti assolutamente creativi e originali. La tecnica artistica che predilige è il “Batik”, patrimonio immateriale dell’“UNESCO”, che prevede l’uso di cera d’api applicata con speciali pennini per disegnare e proteggere il tessuto durante le varie fasi di tintura. “Ogni lavoro – sostiene la stessa artista – nasce per stratificazione: di colore, di materia, di senso”. Costante fil rouge: la ricerca della “sostenibilità”, parte fondamentale del processo, “che riguarda la filiera, il tempo impiegato, i materiali scelti e la relazione tra chi crea e chi riceve”.

Sarà la mostra a raccontare in toto e con chiarezza il mondo creativo di Emina.

Ma non solo!

Alle ore 19 di sabato 5 luglio, nel Porticato del “Museo del Tessile” si svolgerà, infatti, anche una sfilata delle nuove “Collezioni Emina”, organizzata in collaborazione con l’Agenzia “Fashion Team” di Torino e “Benessere e Capelli” di Chieri.

Al termine, sarà possibile incontrare l’artista, riservare eventuali acquisti e accedere all’“Orto del Tessile” per vedere le piante tessili e tintorie coltivate al “Museo”, dove seguirà un rinfresco a tema.

Ingresso con biglietto ridotto Euro 3Prenotazione obbligatoria, fino a esaurimento posti a: prenotazioni@fmtessilchieri.org

Spiega Melanie Zefferino, presidente della “Fondazione chierese per il Tessile” e del “Museo del Tessile”“Le collezioni presentate in questa sfilata, ed esposte in mostra, sembrano spaziare fra gli elementi di acqua e aria, terra e fuoco: motivi vegetali e astratti si combinano con l’uso dell’ ‘indigo’ (‘indigofera tinctoria’), nei diversi toni di blu e verde, e con la ‘garanza’ (‘rubia tinctorum’) nelle sue nuances rosate. Kimono rivisitati, delicati foulard in seta ma anche top di cotone con delicate cromie e impressioni floreali danno forma e colore al meraviglioso mondo di Emina”.

Gianni Milani

“ALAM! Ode alla Natura”

Museo del Tessile, via Santa Chiara 6, Chieri (Torino); tel. 329/4780542 o www.fmtessilchieri.org

Fino all’11 luglio

Orari: mart. 9/13; merc. 15/18 e sab. 14/18

Nelle foto: Giulia Perin – Emina; Stola in seta e batik indigo (particolare); “Stola Ecoprinting”  

Night Buster per spostarsi la notte. Servizio potenziato e percorsi ampliati

L’estate torinese si muove anche di notte. Dal 28 giugno al 7 settembre, ogni venerdì, sabato e nei giorni prefestivi, torna il servizio Night Buster con una rete di trasporto notturno potenziata e percorsi ampliati.

Saranno 17 le linee attive, in grado di collegare il centro di Torino a 29 Comuni dell’Area Metropolitana, nella fascia oraria compresa tra le 23.00 e le 5.00 del mattino. Un servizio pensato per offrire un’alternativa sicura, comoda e sostenibile agli spostamenti notturni, in particolare per i più giovani, che vogliono vivere la città e il territorio senza l’auto privata.

Piazza Vittorio Veneto sarà il nodo centrale di tutte le linee Night Buster, garantendo così un punto di riferimento unico per i viaggiatori. I titoli di viaggio restano invariati: saranno validi gli stessi biglietti e abbonamenti del servizio diurno.

L’ampliamento del servizio è il risultato di una sinergia tra GTT, l’Agenzia per la Mobilità Piemontese e la Città di Torino, con l’obiettivo di rafforzare la mobilità serale e notturna nei mesi estivi e favorire una fruizione più ampia e accessibile delle occasioni di svago e aggregazione.

“Il servizio Night Buster è frutto di una scelta precisa: investire in un servizio pubblico che accompagni le persone nei loro momenti di socialità, lavoro o svago, rispondendo alle richieste dei territori della cintura metropolitana. Night Buster significa mobilità inclusiva, sostenibile, capillare, ma vuol dire anche offrire un servizio che permetta soprattutto ai giovani di divertirsi in modo responsabile e sicuro”– commenta l’assessora alla Mobilità e all’Innovazione Chiara Foglietta.

“In estate la domanda di mobilità cambia, e noi cambiamo con lei. Abbiamo scelto di ampliare la rete notturna anche ai Comuni dell’area metropolitana per garantire un collegamento stabile tra Torino e il suo territorio. Un servizio pubblico che accompagna le persone, anche di notte, dove davvero serve” – dichiara Antonio Fenoglio, Presidente di GTT.

“Il potenziamento del Night Buster è un segnale concreto di attenzione verso le esigenze di chi vive e frequenta l’area metropolitana di Torino, soprattutto nei fine settimana e durante l’estate. La mobilità notturna non è solo un’opportunità di svago magari per i più giovani, ma anche un diritto per chi desidera muoversi in sicurezza e senza usare l’auto privata. Come Agenzia, abbiamo voluto rafforzare il servizio, ampliandolo per rendere il trasporto pubblico ancora più capillare, sostenibile e al passo con le esigenze dei cittadini” dichiara Cristina Bargero, Presidente dell’Agenzia della Mobilità Piemontese.

Tutti i dettagli su linee, orari e pianificazione del viaggio sono disponibili sul sito ufficiale GTT: www.gtt.to.it

Le linee nel dettaglio:

  • LINEA W1 ARANCIONE, da Rivoli, Collegno, Alpignano e ritorno
  • LINEA N4 ROSSA, da Volpiano, Leinì, Mappano e ritorno
  • LINEA N4B ROSSA, da Falchera e ritorno
  • LINEA S4 AZZURRA, da piazzale Caio Mario e ritorno
  • LINEA S5 VIOLA, da Orbassano, Rivalta, Beinasco e ritorno
  • LINEA S5B VIOLA, da Rivalta, Orbassano, Beinasco e ritorno
  • LINEA N8 ORO, da Settimo e ritorno
  • LINEA S18 BLU, da Candiolo, Vinovo, Nichelino e ritorno
  • LINEA S18B BLU, da Vinovo e ritorno
  • LINEA N10 GIALLA, da Caselle, Borgaro e ritorno
  • LINEA W15 ROSA, da Collegno, Grugliasco e ritorno
  • LINEA W15B ROSA, da via Brissogne e ritorno
  • LINEA S45 MARRONE, da Chieri, Cambiano, Trofarello, Moncalieri e ritorno
  • LINEA S45B MARRONE,  da Santena, Cambiano, Trofarello, Moncalieri e ritorno
  • LINEA W60 ARGENTO, da Venaria, Druento, Pianezza e ritorno
  • LINEA E68 VERDE, da Gassino, Castiglione, San Mauro e ritorno
  • LINEA E68B VERDE, da Chieri, Pino Torinese e ritorno

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