PENSIERI SPARSI di Didia Bargnani




Due persone sono state arrestate dalla Polizia di Stato, a Torino, nei pressi del Ponte Carpanini, in zona Borgo Dora. La prima è stata vista dagli agenti della Squadra Mobile torinese maneggiare un oggetto voluminoso di colore scuro. Una volta che i poliziotti si sono avvicinati, l’uomo, un quarantasettenne marocchino, ha lasciato cadere il pacchetto che si è fermato ai margini del letto del fiume. Gli agenti lo hanno recuperato, appurando che si trattava di hashish per un peso di circa 100 grammi.
Nella stessa zona è stato arrestato un altro cittadino marocchino, di 28 anni. I poliziotti hanno accertato le cessioni di sostanza stupefacente, occultata in tre diversi posti: nei pressi di un palo della cartellonistica stradale, sotto le foglie di un albero e dietro la ruota posteriore di un’auto parcheggiata. Complessivamente i poliziotti hanno sequestrato oltre 40 grammi di hashish.
Un terzo cittadino marocchino è stato arrestato in via Livorno. Prima di procedere ad un controllo di avventori di un locale, gli operatori della Squadra Mobile hanno visto un trentaquattrenne allontanarsi a bordo di un monopattino. Il cittadino straniero è stato fermato e trovato in possesso di cocaina e 350 euro in contanti.
Un italiano di 25 anni è stato arrestato a Beinasco (TO) dopo una segnalazione, tramite l’App YouPol: nel corso della perquisizione, a casa del venticinquenne sono stati sequestrati una cinquantina di grammi di marijuana, una pianta dello stesso tipo di stupefacente e il materiale necessario per il confezionamento delle dosi. Il ragazzo è stato anche denunciato, in stato di libertà, per resistenza a P.U. per aver aggredito uno degli operatori.
Infine, un cittadino libico di 19 anni è stato arrestato a Torino in via Foligno. A casa del giovane gli agenti hanno trovato anche una quindicina di grammi di cocaina, un bilancino di precisione e il materiale per il confezionamento delle dosi.
La Procura della Repubblica di Torino ha richiesto e ottenuto la convalida degli arresti.
A Punta Rocas, in Perù, prende il via l’edizione 2025 dell’ISA World Junior Surfing Championship, la manifestazione che riunisce i migliori talenti mondiali del surf giovanile, chiamati a confrontarsi su una delle onde più iconiche dell’emisfero sud.
La cerimonia di apertura, svoltasi nella giornata di ieri presso il Punta Rocas High Performance Center, ha segnato l’inizio di un appuntamento atteso da atleti, tecnici e nazioni di tutto il mondo, mentre oggi, partiranno le prime heat ufficiali.
Punta Rocas, con la sua lunga tradizione nel surf professionistico e le condizioni naturali potenti e costanti che la caratterizzano, rappresenta uno scenario ideale per valorizzare tecnica, maturità e capacità di lettura dell’oceano dei giovani surfisti. Proprio qui, dove si sono scritte alcune delle pagine più importanti della storia del surf peruviano e internazionale, prenderà forma un’edizione che si annuncia tra le più partecipate degli ultimi anni, con ben 57 nazioni iscritte e circa 400 surfisti, confermando la crescita globale della disciplina e il ruolo sempre più centrale delle categorie junior.
L’Italia sarà rappresentata da un gruppo compatto e determinato di giovani atleti: Samuele Agliani, Anglani Cornielle Francisco Eduardo, Alberto Aimon Barzan, Chiara Cuppone, Costanza De Lisi, Diana Giorgi, Michael Jorge Monteiro, Magnolia Rossi e Michele Scoppa. Un team giovane, ma ambizioso, che arriva in Perù con la volontà di misurarsi con i migliori coetanei provenienti da ogni continente. Purtroppo Leonardo Apreda non potrà prendere parte alla competizione a causa di un infortunio subito durante gli ultimi allenamenti in Perù.
A supportare la squadra ci sarà lo staff tecnico federale, composto da: Margo Gregori (Direttore tecnico), Jesús Guerra Naveran (Tecnico), Philippe Malvaux Penissard (Tecnico) e Francesco Starita (Fisioterapista), figure fondamentali per la preparazione e il coordinamento dell’intero team.
Le gare si svolgeranno durante tutta la settimana, tra maree variabili, cambi di direzione del vento e condizioni che richiederanno ai ragazzi lucidità, adattamento e una profonda connessione con l’onda. Il formato della competizione, noto per la sua intensità e per il sistema double-elimination, metterà alla prova costanza, gestione emotiva e capacità di sfruttare ogni set disponibile, in un contesto dove anche pochi decimi possono fare la differenza.
Alla manifestazione partecipano squadre provenienti da decine di nazioni di ogni area geografica, a dimostrazione di quanto il surf giovanile stia vivendo una stagione di crescita senza precedenti. Per il Perù, che torna a ospitare un Mondiale Junior ISA dopo quattordici anni, si tratta di una conferma del proprio ruolo di polo internazionale del surf; per l’Italia, un’opportunità per consolidare il proprio percorso di sviluppo e presenza nelle competizioni globali più prestigiose.
Con l’avvio delle prime heat di oggi, l’edizione 2025 dei Mondiali Junior si apre all’insegna di entusiasmo, energia e grandi aspettative. La squadra italiana è pronta a entrare in acqua con determinazione e spirito competitivo, portando i colori azzurri su uno dei palcoscenici più affascinanti e impegnativi del circuito internazionale. Per tutti gli atleti, il Mondiale ISA non rappresenta soltanto un confronto sportivo di altissimo livello, ma anche una tappa decisiva nel percorso verso il surf professionistico.
Niente da fare. È un copione che si ripete quasi meccanicamente. Ed è un film che, puntualmente
e quasi meccanicamente, si recita quasi sempre nel campo della sinistra. Seppur nelle sue
diverse e multiformi espressioni. Certo, la destra non ne è affatto esente. Come dimostra la sua
stessa esperienza storica. Ma è indubbio che è proprio sul versante della sinistra – e ieri come
oggi il film, seppur mutatis mutandis, si ripete in modo quasi identico – che le contraddizioni
esplodono soprattutto quando si entra in una stagione dove la partecipazione popolare e una
rinnovata presenza politica dell’estrema sinistra aumenta creando, di conseguenza, enormi
problemi all’intera galassia di questo campo politico, culturale e sociale.
Ora, e per fermarsi agli ultimi accadimenti, è appena sufficiente elencare in filigrana alcuni termini
e citare alcune persone per rendersi conto che l’antica e mai indomita “zona grigia” continua ad
essere un tassello importante, nonchè imbarazzante, nel dibattito politico italiano. E, nello
specifico, della dialettica all’interno dell’attuale sinistra l’italiana. Da Francesca Albanese ai Pro
Propal; dal ruolo dei ‘centri sociali’ alla conclusione violenta degli ormai innumerevoli cortei di
protesta organizzati o dalla Cgil o dai sindacati di base o da gruppi e movimenti comunque
collocati nell’estrema sinistra; dal giudizio sull’avversario politico – che è quasi sempre un nemico
da abbattere definitivamente ed irreversibilmente – al rapporto concreto con i movimenti e le
proteste violente che si scatenano in molti gangli della società.
Ecco, è proprio all’interno di questi meandri che emerge quella “zona grigia” difficilmente
decifrabile da parte della politica ufficiale e degli stessi organi di informazione. Una “zona grigia”
che negli anni drammatici che vanno dalla fine dei ‘60 alla metà degli anni ‘80, ruotava attorno ad
alcuni celebri e famosi slogan: dai “compagni che sbagliano” al tragico “nè con lo Stato e nè con
le Br”. Archiviata, per fortuna, quella infausta e delirante stagione storica, si tratta di capire oggi
dove si manifesta quella “zona grigia” e con quali contenuti. È persin troppo facile ricordare alcuni
slogan contemporanei: “no alla violenza, però”; “sì alla libertà di stampa e di opinione, ma”; “sì
alla legalità, però”. Insomma, una gamma di affermazioni – le citazioni sono infinite – che sono
sempre tese a comprendere, se non addirittura a condividere, alcuni comportamenti che
oggettivamente sconfinano nella violenza o in atti teppisti o addirittura squadristi come è
concretamente capitato nei giorni scorsi alla redazione della Stampa di Torino.
Per queste ragioni, semplici ma oggettive, si tratta oggi di scegliere da che parte si vuole stare.
Perchè, e paradossalmente e memori anche dell’esperienza del passato, c’è sempre un bivio di
fronte a cui ci troviamo. E cioè, o si sta in modo netto, chiaro ed inequivoco dalla parte della
democrazia, della legalità, del rispetto dell’avversario e nel pieno rispetto dei principi e dei valori
contemplati nella Costituzione oppure, e al contrario, finiamo – magari anche inconsapevolmente –
per rialimentare se non addirittura consolidare quella “zona grigia” che era, e resta,
drammaticamente alternativa rispetto alle ragioni basilari della democrazia e della libertà. E la
sinistra italiana -soprattutto i suoi capi – seppur molto plurale e articolata al suo interno, ha oggi il
dovere morale e politico di dire una parola chiara e netta al riguardo. Soprattutto nel rapporto con
tutto ciò che si colloca nella sua parte più radicale, estremista, ideologica e movimentista.
Cura del territorio, riduzione dell’impatto ambientale e responsabilità verso la collettività sono i principi che ispirano il nuovo progetto di volontariato aziendale attivato in queste ultime settimane dall’azienda torinese UOMOeAMBIENTE.
Consapevole che la sostenibilità non può limitarsi alle parole, ma richiede azioni concrete e la responsabilità condivisa, la Società Benefit e B Corp, che da oltre venti anni accompagna le aziende verso un modello di progresso sostenibile, ha deciso di aderire all’iniziativa dal titolo “Torino spazio pubblico”, con un nuovo progetto di volontariato aziendale, avviato dal Comune di Torino nel 2012. Questo progetto è basato sul principio di sussidiarietà che coinvolge tutti i cittadini desiderosi di prendersi cura del verde e delle aree pubbliche della città, offrendo loro l’opportunità di collaborare fianco a fianco con l’amministrazione comunale, contribuendo a rendere la città più verde e vivibile per chi la abita e la visita.
Con l’adesione dell’azienda al progetto, un primo gruppo di collaboratori ha scelto di dedicare parte del proprio tempo perun intervento di ripristino e cura di un tratto della pista ciclabile di Corso Monte Cucco, a pochi passi dalla sede torinese di UOMOeAMBIENTE. Il personale ha raccolto rifiuti e materiali abbandonati lungo il percorso, restituendo dignità e valore a un’infrastruttura chiave della mobilità sostenibile della città e della comunità locale.
Con questa iniziativa UOMOeAMBIENTE ha concretizzato un importante obiettivo inserito nel proprio bilancio di sostenibilità 2024. L’azienda punta ora a proseguire e ampliare progetti pro bono avviati, includendo attività con un impatto non solo ambientale, ma anche sociale e di governante.
Per i progetti previsti per il 2026 è già partita la raccolta di contatti, disponibilità e proposte , con l’obiettivo di trasformare queste idee in azioni concrete.
Mara Martellotta
Martedì 16 dicembre alle ore 21 l’Accademia di Medicina di Torino terrà una seduta scientifica sia in presenza, in via Po 18, sia con modalità webinar, dal titolo «Descrizione e commenti al Premio Nobel per la Medicina 2025. La scoperta dei “Guardiani” della Tolleranza Immunitaria».
Interverrà Dario Roccatello, nella foto, Professore di Patologia clinica, Università di Torino e socio dell’Accademia di Medicina.
L’Assemblea del Karolinska Institutet ha assegnato il Premio Nobel per la Medicina 2025 a tre scienziati che hanno dato un impulso straordinario alle conoscenze sul sistema immunitario: Mary E. Brunkow, Fred Ramsdell e Shimon Sakaguchi. Il riconoscimento premia le loro scoperte sui meccanismi di tolleranza immunitaria periferica, ovvero il processo biologico che impedisce al sistema di difesa del nostro organismo di attaccare i tessuti, prevenendo le malattie autoimmuni. Fondamentale è stata l’identificazione e la caratterizzazione delle cellule T regolatrici (T-reg), una classe di linfociti che agisce come “freno” dell’immunità. Si deve a Shimon Sakaguchi dell’Università di Osaka l’identificazione delle cellule CD4+ CD25+ capaci di sopprimere le risposte immunitarie eccessive. Parallelamente, Mary E. Brunkow e Fred Ramsdell, studiando modelli murini, hanno identificato il gene FOXP3 come l’interruttore molecolare dello sviluppo e la funzione di queste cellule. Nel 2001, i due ricercatori hanno correlato le mutazioni di questo gene a un grave disordine autoimmune, dimostrando e successivamente Sakaguchi ha confermato che FOXP3 è il determinante della biologia dei linfociti T-reg. Queste scoperte hanno aperto prospettive terapeutiche del tutto nuove. Nel campo delle malattie autoimmuni (come lupus, diabete di tipo 1 e sclerosi multipla), dove i T-reg sono spesso carenti o difettosi, la ricerca punta a ripristinare la tolleranza, espandendo o ingegnerizzando queste cellule. All’opposto in oncologia dove si è scoperto che molti tumori reclutano le cellule T-reg per crearsi una protezione dal sistema immunitario, le nuove strategie immunoterapiche mirano a contrastarne il ruolo protettivo nei confronti del tumore.
Seguirà la seduta privata dei Soci Ordinari ed Emeriti per l’elezione dei nuovi Soci Ordinari.
Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’aula magna dell’Accademia di Medicina di Torino in via Po 18 sia in diretta web al link riportato sul sito www.accademiadimedicina.unito.it
La registrazione dell’incontro verrà pubblicata sul sito.
Tragica morta per una bambina di pochi mesi che è deceduta oggi in un un grave incidente stradale avvenuto nel territorio di Volpiano allo svincolo di Settimo della A5 nel Torinese. La madre, viaggiava con la piccola ed è rimasta ferita. Si è trattato di un violento scontro che ha coinvolto più veicoli. Le dinamiche non sono state ancora verificate, le squadre di soccorso sono intervenute immediatamente. La bimba sarebbe stata sbalzata dalla vettura e travolta da un’altro veicolo.




LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.comDà fastidio leggere che Steve della Casa, ex Lotta Continua, noto per le imprese violente dell’”Angelo Azzurro” di via Po con conseguenze penali e il vecchio ottuagenario Bruno Gambarotta si occupano della due giorni sul figlio di Piero Gobetti esaltato come grande uomo di cinema. Ho conosciuto Paolo e mi pareva un uomo finito sia per il matrimonio infelice con Carla che si credeva la vera erede di Piero, sia per altri aspetti di vita a tutti noti, ma di cui nessuno parla e sui quali io stesso taccio. Narciso Nada fondatore del Centro “Gobetti” andò via perché non voleva mescolarsi con gli eredi. Ma oggi c’è anche Polito che inizia le sue Messe cantate in anticipo rispetto al 2026 per non perdere tempo. Segretario tuttofare di Bobbio, se ne considera erede al Centro “Gobetti“ che gode di una duplice sede: una in via Fabro e una al Polo del ‘900. Un privilegio ingiustificabile. Non crede che sia il caso di dire basta alle Messe Cantate? Occorre la storia, non le litanie di Polito. Innocenzo Rinucci




In collaborazione con il Liceo Classico Musicale Cavour di Torino
Un viaggio nella prima metà del Settecento europeo per celebrare il Natale, con una “prima esecuzione moderna” nel programma. È la proposta dell’Accademia di Sant’Uberto che, nell’ambito della rassegna musicale “Cerimoniale e Divertissement 2025. Tempi e luoghi della musica”, iniziativa promossa in collaborazione con le Residenze Reali Sabaude, terrà il Concerto di Natale presso la Cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria alle ore 17.30 di domenica 7 dicembre. La denominazione della rassegna accompagna, ormai dal 2006, i concerti tenuti presso la Reggia di Venaria e Residenze Reali Sabaude.
L’Orchestra Barocca dell’Accademia di Sant’Uberto eseguirà il programma in collaborazione con il Coro del Liceo Classico Musicale Cavour di Torino.
La rassegna musicale dell’Accademia di Sant’Uberto è sostenuta dal Ministero della Cultura, bando Legge 77 riservato ai Patrimoni Culturali Immateriali UNESCO, da Fondazione CRT e da Fondazione CRC.
Come di consueto, per celebrare il Natale e la fine dell’anno, sarà eseguito un “Te Deum”, quest’anno in “prima esecuzione moderna”, di Andrea Stefano Fioré (1686-1732), maestro di cappella di re Vittorio Amedeo II, opportunamente trascritto dall’originale conservato presso l’Archivio arcivescovile di Torino, nel fondo della Regia Cappella (segnatura G bis
26, n. 5).
Il programma comprende brani rappresentativi dell’attività portata avanti dall’Accademia nel quadro del riconoscimento UNESCO dell’arte musicale dei suonatori di corno da caccia (2020), mirato alla trasmissione del sapere e ai giovani talenti, attraverso specifici corsi di formazione annuale per
corno d’Orléans e barocco (M° Ermes Pecchinini), tenuti presso la sede operativa musicale alla Reggia di Venaria (Corte delle carrozze). Si tratta di un percorso che prevede la valorizzazione delle Residenze Reali Sabaude anche attraverso il patrimonio immateriale musicale UNESCO identitario dei luoghi, tuttora vivente.
Il concerto, infatti, è costruito in collaborazione con i partner della candidatura UNESCO dell’Accademia di Sant’Uberto: il Liceo Classico Musicale Cavour di Torino (Progetti Formazione Scuola Lavoro: Barocco e Audio Digital), la Reggia di Venaria e la Città di Venaria Reale, che ha
patrocinato l’evento. Nel corso del concerto, oltre alle parti “a doppio coro” del “Te Deum”. Il Coro del Liceo Classico Musicale Cavour eseguirà anche alcuni brani di repertorio.
Il Concerto di Natale dell’Orchestra Barocca dell’Accademia di Sant’Uberto propone un viaggio nella musica barocca europea, nella prima metà del Settecento, attraverso quattro autori che ne rappresentano la varietà stilistica.
Si apre con “l’Ouverture del Tolomeo di Handel”, ultima opera composta per la Royal Academy di Londra: una pagina sontuosa, costruita sul modello francese ma rivitalizzata da un’energia più incisiva e da un brillante gioco timbrico che appare quasi amplificare l’organico ordinario previsto.
Segue il “Concerto grosso n. 10” di Francesco Barsanti, lucchese trapiantato in Scozia, che sperimenta una scrittura flessibile alternando archi, fiati e timpani, fino a creare contrasti dinamici e momenti di intensa espressività, dal Largo all’Allegro finale, animato da richiami di fanfara.
La “Sinfonia in fa maggiore”, di Johann Gottlieb Graun, mostra l’eleganza della scuola prussiana, fondata su improvvisi contrasti e su una raffinata tavolozza orchestrale: dal vorticoso primo movimento all’Aria tenera centrale, al Presto, fino a giungere alla tumultuosa conclusione.
Chiude il concerto il grandioso “Te Deum” di Andrea Stefano Fioré, figura centrale della Torino barocca. La composizione presenta un organico imponente: prevede infatti l’impiego di un doppio coro e di una ricca orchestra formata da due trombe, due oboi, due flauti ed una compagine d’archi a cinque parti, con due violini, due viole e violoncello, e basso continuo. La partitura fonde colore del gusto francese e chiarezza melodica italiana, alternando sezioni solenni, episodi contemplativi e momenti celebrativi guidati dalle trombe, fino alla danza cadenzata e luminosa dell’”In Te, Domine, speravi”.
Il concerto intende rendere omaggio a Sergio Balestracci, scomparso poco prima dello scorso Natale, il 22 dicembre 2024. Studioso, flautista, direttore d’orchestra, ha dedicato la propria esistenza a una ricerca continua, tesa alla riscoperta, anzi: alla rinascita di un passato che, sotto le sue cure, appariva tornato miracolosamente in vita. Nel 1986 aveva trascritto e diretto l’altro Te Deum di Fioré ad oggi pervenuto, il G bis 25, N. 4.
Accademia di Sant’Uberto: piazza Principe Amedeo 7, Nichelino
www.accademiadisantuberto.org – info@accademiadisantuberto.it
Gian Giacomo Della Porta
Torna alle OGR Torino OGR Charity Night | Amici di Piero, la 26a edizione della maratona musicale che unisce artisti e pubblico in un grande abbraccio collettivo. Una notte di musica e solidarietà in memoria di Piero Maccarino e Caterina Farassino, figure indimenticabili della scena torinese. Il ricavato sarà devoluto alla Fondazione Caterina Farassino, a sostegno di progetti rivolti ai bambini più fragili. Quest’anno gli amici di Piero la Fondazione Caterina si uniscono per raccogliere fondi per il Ristorante dei Bambini di Strada di Phnom Penh in Cambogia. Un pasto per i bambini costa 0,50 centesimi e queste donazioni rappresentano pertanto un enorme possibilità di salvezza di vita e di crescita per migliaia di bambini. La Fondazione Caterina Farassino, gli Amici di Piero e l’associazione Walzing Around Cambodia comunicano di aver acquistato nel corso del 2025 il corrispettivo per 125.000 pasti. Durante la serata del 7 dicembre verrà dato l’annuncio di un ulteriore progetto che è stato realizzato: la prima Aula Multimediale da quando la scuola ha aperto nel 1972. L’aula è stata intitolata alla memoria di Caterina Farassino. Nel 2026 continueremo a sostenere l’associazione Walzing Around Cambodia con l’acquisto di pasti e nel corso dell’anno verrà realizzata un’aula per le Arti che verrà intitolata alla memoria di Piero Maccarino.
Si esibiranno
Les Votives, Gli Statut , Luca Morino, D!ps, Mahout ,Fratelli di Soledad ,Persiana Jones ,Mazaratee, Andrea Scarpa, The Cotton Dukes ,The Seekers ,70s & more, TBA LINE UP, Willie Peyote ,Casino Royale & Alda Meg Samuel The Originals (Africa Unite & The Bluebeaters)
AMICI DI PIERO 2025 Domenica 7 dicembre 2025 h 20.30 | Apertura porte h 20.00 Sala Fucine | OGR Torino Corso Castelfidardo 22, 10138 Torino Biglietti in vendita su ogrtorino.it | 20€ + dp Un evento delle OGR Torino in collaborazione con la Fondazione Caterina Farassino.