ilTorinese

Scrittura ribelle: arriva l’anti manuale per scrivere bene

Mercoledi 26 ottobre, alle 18.30, l’autrice presenterà il volume edito da Hoepli alla Feltrinelli di Piazza Cln. Moderano: Marta Pettolino e Domitilla Ferrari.

Molti hanno un libro nel cassetto, sognano di pubblicarne uno o forse lo hanno già fatto. Di sicuro, nell’era dei social, siamo tornati alla scrittura. Scriviamo su Facebook, contribuiamo alle discussioni sull’argomento del giorno, ci indigniamo, litighiamo, postiamo le nostre foto su Instagram e le corrediamo di aneddoti, storie, racconti più o meno lunghi.

Sono persino nate nuove professioni, figure che scrivono per conto terzi, che gestiscono le pagine social di enti, aziende, vip o politici. Li chiamano social media manager. Ma si parla anche di content writer, ghost writer, copy writer. E se serve un aiutino per migliorare nella scrittura, ecco che il mercato editoriale ci offre corsi e libri. Manuali, per la precisione. Chi vi scrive però si è imbattuta in un qualcosa che sembrerebbe l’esatto opposto. Il titolo è “Scrittura Ribelle. Antimanuale di scrittura creativa” di Ella Marciello, direttrice creativa, copywriter e communication strategist. La casa editrice è Hoepli e mercoledi 26, alle 18.30, il libro verrà presentato alla Feltrinelli di Piazza CLN.

Ho fatto due chiacchiere con l’autrice per cercare di capire di cosa si tratta.

Ella in che senso “antimanuale”?

Nel senso che di manuali per imparare a scrivere sono piene le librerie e in un’epoca in cui chiunque sembra avere la guida definitiva per ogni cosa, la cosa migliore mi sembrava quella di sedersi un momento e fare una specie di re-start.

Questo saggio non ha la presunzione di insegnare regole, ma modi di essere rispetto al mestiere stesso di scrivere. Insomma, è tutto ciò che non dovrebbe essere un prontuario: fisso, immutato, valevole per ogni persona.

E poi nella forma: a metà tra un saggio, un’autobiografia, un paper. Tocca ambiti insoliti (la musica rock, il punk, l’arte performativa, la riscrittura) e si interroga sull’essere umano scrivente e su come diventare un essere umano scrivente migliore.

Insomma, se i manuali ti sembrano tutti uguali e una sequenza di regole da tenere a mente, da questo anti manuale ti puoi portare a casa un approccio diverso non solo allo scrivere in sé, ma allo scrivere “in te”. Qualcosa di connaturato con la tua esperienza di vita. Perché scrivere è solo una delle forme del creare e non credo sia possibile “impacchettare” la creatività senza pensare a cosa ci muove, a cosa ci affama, a chi siamo e a cosa facciamo nel mondo.

 

 

Questo libro è solo per gli addetti ai lavori, ossia coloro che scrivono per mestiere?

È pensato per chi scrive per mestiere e per chi vorrebbe. Per chi ha sempre scritto ma non ha mai pubblicato. Per chi sta per scrivere qualcosa di nuovo. Tutto ciò che vediamo, da uno spot pubblicitario, un cartellone, un post social, da una sceneggiatura a un volantino o una newsletter fino ad arrivare ai libri, è scritto da qualcuno. Certo, sono scritture differenti con obiettivi differenti ma hanno il loro comune denominatore: comunicare, arrivare a un pubblico definito.

 

 

Oggi si sta molto attenti quando si scrive di tematiche LGBT o che possono sfociare nel body shaming, nel sessismo. Ma non è che scrivere sta diventando un campo minato?

 

Si dovrebbe stare molto attenti sempre, quando si decide di scrivere. Perché l’atto dello scrivere implica quello più esteso di creazione della realtà: quando uso le parole per descrivere o immaginare do un senso molto alto alla mia creatività. Decido consapevolmente di operare delle scelte, dando vita a questo o quello scenario, prediligendo questa o quella prospettiva.

Non si scrive mai a cuor leggero benché si possa scrivere con molta leggerezza, senza opprimere chi legge. Chi ha paura di incappare in body shaming o nel sessismo, insomma, chi teme il famigerato “politically correct” e si trincera dietro al “non si può più dire niente” sta semplicemente ammettendo di occupare e di aver occupato una posizione di privilegio (perché poter condurre il dibattito e decidere chi possa esser oggetto di oppressione- anche linguistica o narrativa- è avere in mano un potere enorme, decidere in sostanza le sorti di chi è altro da te) e che quel privilegio ha paura di perderlo.

Scrivere non è un campo minato, è un campo esteso in cui convivono tantissime soggettività. E scrivere senza ledere la dignità di nessuna soggettività è una sfida che si può vincere solo con una postura di un certo tipo: comprendendo che non siamo noi il centro del mondo.

Oltre a incappare in una valanga di insulti quando si scrive toccando le corde sbagliate, quali sono oggi i rischi di comunicare male sui social? 

 

Qui si aprirebbe una parentesi grandissima che ha due scenari differenti: comunicare come utente o comunicare come marchio. Di nuovo, che tu sia una persona o un’azienda devi tenere a mente la responsabilità che le tue parole hanno, chi vanno a toccare, quali immaginari decidono di aprire, consapevolmente o meno.

Usiamo le piattaforme social come amplificatori del nostro sé e questo non è sbagliato a prescindere ma le conseguenze sono diverse, perché diversa è la moltitudine di persone che puoi raggiungere. Saperlo, fa tutta la differenza del mondo.

E credo dovremmo investire qualche minuto ogni volta che ci accingiamo a scrivere qualcosa e farci alcune domande: posso urtare la sensibilità di qualcuno? Quali conseguenze possono arrecare le mie parole? Sto raccontando tutta la storia o deliberatamente uso il mio scrivere per generare sdegno, indignazione o fomentare sentimenti d’odio? Non fa differenza che tu usi i social per svago o per lavoro perché essere online non è un via libera all’esternazione dei nostri istinti più beceri. Tendenzialmente, se mi trovassi in difficoltà a comunicare un mio certo pensiero nei modi, nei toni e nelle argomentazioni in una conversazione di persona, perché dovrei farlo attraverso un mezzo digitale?

Per una ecologia comunicativa, varrebbe la pena ripartire da qui.

E se non sono in grado di comunicare senza ferire, qualche domanda su me stesso o me stessa sarebbe ora di farsela.

 

 

 

Confesso, ho mentito quando ho detto che ho intervistato Ella Marciello per sapere di cosa tratta il suo libro. Io l’anti manuale di Scrittura Ribelle l’ho già letto. Si tratta di un testo da leggere, rileggere e da mettere in pratica. Numerosi sono infatti gli esercizi proposti.

Samuel Beckett ha cercato in tutti i modi di farci capire che siamo perché comunichiamo. Oggi, con i social, assistiamo a un’ondata di scrittura di ritorno come non succedeva da decenni. E allora forse siamo ciò che scriviamo, per tanto vale la pena porre l’attenzione su come lo facciamo, senza mai dimenticare quello spirito di ribelli che accompagna i curiosi, i creativi e i rompiscatole che vogliono cambiare il mondo.

 Lori Barozzino

“Allontanamento zero” da oggi è legge

Il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato definitivamente la legge fortemente voluta dalla maggioranza e, in particolare, dall’assessore regionale, Chiara Caucino. L’assessore di che che la legge “aumenta sensibilmente attenzioni e risorse in favore delle famiglie di origine, senza trascurare l’importante lavoro dei servizi sociali e degli altri soggetti coinvolti”. 

 

«Allontanamento zero», da oggi, è legge regionale del Piemonte. L’approvazione del Consiglio Regionale è avvenuta questa mattina, con la votazione finale.

LA NOTA DELLA GIUNTA:

Si tratta di una vera a propria «rivoluzione» che rimette al centro il sostegno della genitorialità e il primario interesse dei bambini a crescere nella propria famiglia, fortemente voluta dalla maggioranza, e, in particolare dall’assessore regionale alle Politiche famigliari Chiara Caucino che ha lavorato tre anni per arrivare a oggi. Il provvedimento  parte dal Piemonte con l’ambizione di divenire un modello virtuoso applicabile in tutta Italia.

Il tutto nasce dall’analisi dei dati ufficiali, presentati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, secondo i quali la media nazionale degli allontanamenti di minori dalle famiglie di origine è del 2,7 per mille mentre quella del Piemonte è del 3,9.

Ciò ha dimostrato fin da subito la necessità di adottare una legge regionale volta a prevenire l’allontanamento dei minori: che non significa escluderlo, ma disporlo solo in caso di necessità effettiva, quando il benessere e la stessa salute del minore sono effettivamente a rischio, come nei casi di violenza e abusi conclamati.

L’obiettivo della legge, quindi, è quello di supportare e sostenere, con tutti gli interventi già previsti dalla normativa statale e regionale, il nucleo familiare di origine del minore, per scongiurare, ove possibile, l’allontanamento del bambino dalla propria casa e favorire il rafforzamento della rete formale e informale a sostegno della famiglia, prevenendo le situazioni di marginalità e isolamento, evitando così traumi inutili e dannosi.

E’ sulla base di queste considerazioni che si ritiene che l’80 per cento degli allontanamenti sia evitabile si possa prevenire, sostenendo le famiglie con un insieme di azioni e interventi precoci e intensivi, anche di natura economica, realizzati attraverso Programmi educativi familiari mirati, a cura dei servizi sociali, socio sanitari e d tutti i soggetti che, a vario titolo, operano per la tutela e la promozione del benessere dei minori e delle famiglie.

Vincolando specificamente circa il 40 per cento delle risorse agli interventi previsti dalla legge in favore delle famiglie si permette di intervenire su un sistema  che, ad oggi, destina ogni anno più di 55 milioni di euro  principalmente per l’inserimento dei minori in comunità residenziali e comunque per la collocazione fuori dalla famiglia d’origine.

Per l’assessore Caucino «quella di oggi è una data storica. In questi anni, visitando le comunità e le case famiglia mi sono sentita chiedere dai bambini, ai quali parlavo e stringevo le manine, di poter tornare dalla mamma e dal papà, dalla zia o dal nonno e ho assicurato loro che avrei fatto di tutto perché questo si potesse realizzare: oggi mi sento di dire che la promessa è stata mantenuta».

Per Caucino «con questa legge, che sono certa non abbia in realtà un colore politico, ma vada esclusivamente nell’interesse dei minori e che anche chi oggi si oppone apprezzerà vedendola applicata, andiamo a completare efficacemente il quadro legislativo piemontese, introducendo finalmente un preciso dettato legislativo di supporto alle famiglie di origine, rispettando il “diritto naturale” dei minori di poter vivere nel nucleo originario».

Caucino ha poi ricordato il percorso della norma, fatta di anni di confronto con tutti i soggetti in causa: «Una legge che è stata spiegata e condivisa con il maggior numero possibile di soggetti che operano nel sistema dei servizi (Comuni, Province, Città metropolitana, enti gestori dei servizi sociali e sanitari, dipartimenti materno-infantili delle Asl, servizi di psicologia e neuropsichiatria infantile, dipartimenti di salute mentale e delle dipendenze, autorità giudiziaria minorile, associazioni, cooperative sociali e molti altri soggetti ancora) e non certamente “calata dall’alto”. Abbiamo ascoltato i problemi di tutti, a cominciare proprio dalle famiglie e abbiamo tentato, credo riuscendoci, a individuare la migliore soluzione possibile».

Il Gin tonic “su misura” direttamente in hotel

La medicina che è diventata un drink. Probabilmente il più amato del mondo e quello dove le percezioni di gusto si rendono interessanti e sempre da scoprire.  Palati diversi, intensità diverse perché i gin stessi sono diversi. 
Nelle ampie sale e finemente arredate,  del Turin Palace Hotel, elegante e storica  struttura alberghiera proprio di fronte a Porta Nuova, è possibile vedersi preparare un gin tonic ” su misura” dagli esperti barman che mettono a disposizione la propria esperienza per permetterne un’altra, quella più importante, che mette al centro il cliente, il suo gusto e la sua curiosità a stimolarne altri.
Ecco come i barman , Nassa El Hocin e Gabriel Orbenu,  descrivono brevemente come si sono orientati nella scelta dei vari gin da proporre e delle loro lavorazioni :” La nostra proposta di gin é frutto di ricerca e selezione di prodotti unici nel loro genere che proprio per le loro  caratteristiche si prestano alla preparazione di cocktail fortemente identitari. Per la preparazione del più classico dei gin tonic, ad esempio, abbiamo scelto come London Dry gin l’Oxley, come Old Tom il Citadelle no mistake, come Distilled il Taggiasco e come Compound il Gin del professore. Ognuno ha dei tratti così particolari tali da creare  abbinamenti molto particolari anche con la gastronomia.
L’aspetto interessante di questa nuova attività di gin tasting proposta dal Turin Palace Hotel, prevede la possibilità per i clienti ospiti o esterni, di prenotare o sul posto o telefonicamente,  un percorso di degustazione ” verticale” per sè o per più persone : si potranno così scoprire quei gusti, fino ad allora inesplorati, tali da emozionare il palato e rendere così il ricordo ” liquido” , indelebile.
La storia del gin&tonic, risale addirittura nel 1700 ed è legata all’esercito della British East India Company in India: un medico scozzese che stava studiando le proprietà del chinino, scoprì che ne aveva per combattere la malaria. Ma il chinino insieme all’acqua, come i soldati erano soliti fare, risultava davvero di cattivo gusto. Fu allora che gli ufficiali britannici in India pensarono di mescolare acqua, zucchero ,lime e gin di chinino così da renderlo più appetibile. Ed ecco quindi spiegata il motivo imprescindibile per il quale a ogni tipologia di gin si abbina una determinata acqua tonica: i barman , nei vari pairing, ne hanno a disposizione diverse e appartenenti ad aziende mondiali leader nella produzione di specifiche acque toniche, adatte a esaltare e a favorire la reale percezione di ció che si sta degustando.
L’attività di tasting è possibile anche, su richiesta, in occasione del pranzo o al ristorante dell’hotel , ” Les Petites Madeleines” ; oppure, con l’arrivo della stagione calda, godere in pieno relax sulla terrazza dell’hotel del ” proprio” gin tonic.
Chiara Vannini

Vestiti da Minions bloccano l’ingresso del Consiglio regionale

Questa mattina, poco prima dell’inizio del Consiglio Regionale, un gruppo di attivisti di Extinction Rebellion ha bloccato l’ingresso di Palazzo Lascaris  a Torino.
Sono arrivati vestiti da Minions, con tamburi e pentole, hanno avvolto le grate del palazzo con nastro di emergenza e appeso uno striscione con scritto: “Crimine del secolo: distruggere il clima”.

Extinction Rebellion torna in azione a tre mesi esatti dal 25 luglio, quando due attiviste si erano incatenate al balcone del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, appendendo uno striscione con scritto “Benvenuti nella crisi climatica. Siccità, è solo l’inizio”. “Quel giorno, la Questura di Torino – commentano i promotori – ha emesso 21 denunce e 15 fogli di via dalla città per chiunque si trovasse in piazza a fare foto o a dare volantini”.

Luigi Giudice: “Il cammino delle trentuno pietre”, un percorso di crescita

Informazione promozionale

I trentuno componimenti che compongono il libro si dispongono proprio come un percorso di crescita e maturazione, fra alti e bassi, cadute e riprese, sono le pietre del sentiero tracciato e come pietre sono stabili solo se ben piantate nel terreno, da calpestare per poter andare avanti

 

LUIGI GIUDICE, L’AUTORE SI RACCONTA

Sono nato a San Giovanni Rotondo (FG) nel 1985, sono un docente di storia e letteratura nelle scuole secondarie di secondo grado.

Pur essendo nato nella provincia materna ho vissuto i primi anni della mia vita in Lombardia per poi spostarmi preadolescente in Salento, nella provincia di Lecce, zona di origine  della mia famiglia. Questo provenire e abitare diversi posti d’Italia ha fatto sì che crescessi senza delle radici forti e stabili e mi ha fatto avere sempre un rapporto conflittuale con la terra. Tutto questo conflitto interiore è entrato nella mia scrittura ed è maturato con essa quando ho imparato a conoscere e ad amare il mio territorio, cosa che mi ha fatto nascere e fondare delle radici molto forti con il Salento. Legame che sento ancora più forte ora che lavoro in provincia di Modena.

Tutto questo viaggio interiore di scoperta di radici è una delle correnti che compongono il mio ultimo lavoro: “Il cammino delle trentuno pietre” edito da Antipodes editrice.

Il libro si compone di trentuno poesie, che sono state scritte e riscritte nell’arco di circa dieci anni e che vanno a completare ciò che avevo iniziato con il primo libro “Fra le tue preghiere” edito da Ed.insieme.

I trentuno componimenti che compongono il libro si dispongono proprio come un percorso di crescita e maturazione, fra alti e bassi, cadute e riprese, sono le pietre del sentiero tracciato e come pietre sono stabili solo se ben piantate nel terreno, da calpestare per poter andare avanti. Le poesie sono la simbolizzazione del conflitto e relazione con la terra, con me stesso, con l’altra, spesso hanno un’aria tragica, altre volte più lieve. Tutte però sono pregne di più significati e significanti che metaforizzano il percorso tracciato dalla penna.

Come pietre possono essere ostacoli difficili da superare e che richiedono impegno e sudore e come pietre possono essere il luogo sicuro dove riposare dopo la fatica del camminare.

 

Link del libro:

 

https://www.antipodes.it/prodotti/scheda-prodotto.asp?id=248&fbclid=IwAR3oTIFcn2eT6cwlcDMz-rdC1jWEBRFNkxsvbGDxceVlK49YUy-Gw9OfngI

 

https://www.amazon.it/cammino-delle-trentuno-pietre/dp/B08NF7ZF1J/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=3KYDZP66V9U7X&keywords=il+cammino+delle+trentuno+pietre&qid=1666601559&qu=eyJxc2MiOiIwLjkzIiwicXNhIjoiMC4wMCIsInFzcCI6IjAuMDAifQ%3D%3D&sprefix=il+cammino+delle+trentuno+pietre%2Caps%2C161&sr=8-1

 

Artigianato in piena economia di guerra

Quarta indagine trimestrale congiunturale del 2022: andamento occupazionale da +0,46% a -4,78%; ipotesi assunzione apprendisti da -12,58% al -21,825%; previsioni produzione totale dal -3,57% al -17,275…

 

Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Piemonte): “Questi dati dipingono un evidente quadro del forte clima depressivo che stanno vivendo le nostre imprese, molte delle quali navigano a vista, strozzate da bollette che rappresentano un cappio al collo che spegne silenziosamente le loro prospettive di vita”.

Ad un mese dalle elezioni politiche, un sondaggio tra le imprese artigiane piemontesi evidenzia le priorità da mettere in agenda:  riduzione fiscale (79,5% del campione); abbattimento caro-energia (62%), emergenza che dovrà essere affrontata per prima dal nuovo Governo in continuità con le azioni calmieratrici già messe in campo dal Governo Draghi. Segue la semplificazione fiscale (43,7%) e al quarto posto (17,9%) l’attuazione di tutti gli obiettivi del PNRR e quindi delle riforme ad esso collegate: giustizia, appalti e fisco.

 

 

 Si è svolta ieri presso Palazzo Reale (Salone delle Guardie Svizzere), la celebrazione del Cinquantennale di Confartigianato Imprese Piemonte dal titolo:” … e s’affretta, e s’adopra. …” Dalle botteghe al PNRR: uno sguardo su 50 anni di creatività, coraggio e cambiamenti.

Una giornata di eventi dedicati all’artigianato, alla storia di Confartigianato Imprese Piemonte ed alle prospettive della sua futura azione in rappresentanza delle piccole e medie imprese, che costituiscono una componente essenziale del tessuto imprenditoriale italiano.

L’evento è stato un momento importante di analisi e riflessione per le PMI artigiane, attraverso lo svolgimento di una tavola rotonda con il prof. Aldo Bonomi, istituzioni, politici e i vertici di Confartigianato, al fine di offrire uno spaccato del tessuto imprenditoriale regionale e confrontarsi con le istituzioni e i vari portatori di interesse del territorio sul ruolo dell’artigianato e delle PMI, quale valore indispensabile e imprescindibile per far ripartire l’economia locale.

“La ricorrenza del cinquantesimo anniversario della nostra Federazione, fondata come Federazione Regionale dell’Artigianato del Piemonte il 23 ottobre del 1972 – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – è un’occasione speciale per poter ricordare il senso di appartenenza ed il valore artigiano che sono alla base della nostra Associazione. Un’eredità messa a dura prova dal rallentamento dell’economia reale, dai profondi cambiamenti strutturali della stessa e da una crisi che si protrae oramai da oltre un decennio.”

Sono stati illustrati i risultati dell’indagine congiunturale relativa al 4° trimestre 2022, con un focus sulle priorità che il neo Governo dovrà affrontare nell’immediato a tutela delle micro e piccole imprese.

 

Dalla quarta indagine trimestrale congiunturale del 2022 elaborata da Confartigianato Imprese Piemonte emerge un pesantissimo clima di sfiducia nel prossimo futuro per le imprese artigiane.

 

Guardando l’andamento occupazionale, il saldo ha una significativa variazione negativa, passando dal +0,46% al –4,78%. Anche in riferimento alle ipotesi di assunzione di apprendisti il saldo peggiora notevolmente, scendendo ulteriormente dal –12,58% al –21,82%.

 

“La pandemia sanitaria prima, la ‘pandemia energetica’ poi, il rincaro delle materie prime, l’inflazione, l’instabilità internazionale e la guerra in corso in casa nostra -commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – stanno colpendo duramente le nostre imprese. Siamo nel pieno di una ‘economia di guerra’, una situazione più preoccupante di quella che fu l’austerity conseguente alla crisi petrolifera dei primi anni Settanta, di cui forse non c’è una piena consapevolezza. Infatti, guardando i numeri in percentuale sull’andamento occupazionale, che registrano una flessione di quasi 5 punti, e l’ipotesi di assunzione apprendisti, che registra una flessione di 8 punti circa, non possiamo che essere preoccupati per il futuro. Questi numeri esprimono incertezza e pessimismo da parte delle nostre imprese su cui gravitano condizioni oggettive che ne limitano la sopravvivenza e lo sviluppo”.

 

Analoga decrescita vertiginosa tocca le previsioni di produzione totale, il cui trend prosegue la propria discesa: dal –3,57% si passa al –17,27%, disperdendo completamente i timidi segnali di ripresa registrati nel trimestre precedente.

Il saldo relativo all’acquisizione di nuovi ordini conferma il generale peggioramento delle previsioni, passando dal –6,38% al –17,04%.

Le previsioni di carnet ordini sufficienti per meno di 1 mese aumentano dal 36,02% al 38,41%; quelle di carnet da uno a tre mesi salgono dal 42,55% al 44,09%; quelle di carnet superiore ai tre mesi diminuiscono dal 21,43% al 17,50%, confermando le difficoltà di programmazione oltre al brevissimo periodo.

 

Le proiezioni di investimenti per ampliamenti diminuiscono dall’11,80% al 7,95%, quelle per sostituzioni crescono lievemente dal 15,22% al 15,91%. Infine, gli intervistati che non hanno programmato investimenti aumentano dal 72,98% al 76,14%. In riferimento alle previsioni di acquisizione di nuovi ordini per esportazioni, la proiezione conferma il trend negativo degli ultimi mesi e passa dal       –29,97% al –35,68%.

 

Le previsioni di regolarità negli incassi si riducono lievemente, passando dal 65,22% al 64,32%, le stime di ritardi crescono dal 33,85% al 35,45%, mentre le previsioni di anticipi negli incassi rimangono quasi nulle, scendendo dallo 0,93% allo 0,23%.

 

“I dati rilevati dal nostro Ufficio studi – continua Felici – dipingono un evidente quadro del forte clima depressivo che stanno vivendo le nostre imprese, molte delle quali navigano a vista, perché strozzate da bollette che rappresentano un cappio al collo che spegne silenziosamente le loro prospettive di vita”.

 

“Sappiamo che il gioco, soprattutto in materia energetica, è in mano ad attori che travalicano i confini nazionali ed istituzionali – prosegue Felici – per cui è necessario agire tempestivamente e con unità per porre fine alle enormi speculazioni in atto, sottraendosi una volta per tutte al giogo che grava sulle spalle delle famiglie e delle imprese italiane.”

 

Ad un mese dalle elezioni politiche che hanno premiato il centrodestra, in particolare il partito di Giorgia Meloni, chiudendo un’epoca di elezioni senza vincitori e senza sconfitti, di alleanze spurie e di governi tecnici, un sondaggio tra le imprese artigiane piemontesi evidenzia le priorità da mettere in agenda, quali sono gli interventi maggiormente richiesti, ma anche il sentimento degli imprenditori rispetto al nuovo quadro politico.

 

Nella classifica delle priorità rispetto ai provvedimenti a favore delle PMI ci sono: riduzione fiscale (79,5% del campione); abbattimento caro-energia (62%), emergenza che dovrà essere affrontata per prima dal nuovo Governo in continuità con le azioni calmieratrici già messe in campo dal Governo Draghi. Segue la semplificazione fiscale (43,7%) e al quarto posto (17,9%) l’attuazione di tutti gli obiettivi del PNRR e quindi delle riforme ad esso collegate: giustizia, appalti e fisco. Ricordiamo che oggi cittadini e imprenditori pagano 32,8 miliardi di maggiori tasse rispetto alla media dell’Eurozona, resta inscindibile l’efficientamento della macchina burocratica, poiché oggi l’Italia è al 24° posto nell’UE per la qualità dei servizi pubblici e soltanto il 28% delle Amministrazioni locali gestisce completamente pratiche on line.

“Nel nostro Paese – sottolinea Felici – persiste un’elevata pressione fiscale. Il confronto internazionale evidenzia che per quest’anno il carico fiscale previsto è pari al 43,3% del PIL, superiore di 1,8 punti al 41,5% della media dell’Eurozona. Chiediamo inoltre di ridurre il ‘peso delle imposte percepito’ da imprese e professionisti a causa dell’attuale sistema di pagamento dei saldi e degli acconti. Vanno poi eliminate o semplificate le comunicazioni che le imprese devono porre in essere riguardo a sovvenzioni e contributi pubblici ricevuti. Ciò in base al principio secondo cui un ente pubblico dovrebbe evitare di richiedere al cittadino informazioni già possedute dalla P.A. Voglio ricordare che secondo una recente ricerca di Confartigianato Imprese, per districarsi tra scadenze e adempimenti al titolare di un’azienda di piccole dimensioni servono 238 ore l’anno, 56 ore in più rispetto alla media dei Paesi Ocse. Giornate di lavoro aggiuntivo che vengono sottratte all’attività.”

 

Alla domanda se il caro bollette e il costo delle materie prime potrebbero impattare negativamente sulle imprese mettendone a rischio la stessa sopravvivenza, la maggioranza del campione ha risposto affermativamente (39,2%), il 28,9% ha risposto che potrebbe verificarsi, il 16,7% ha risposto negativamente, mentre il 15,2% non sa.

 

“Abbiamo apprezzato lo sforzo messo in campo in questo periodo per fronteggiare il caro bollette e il rincaro delle materie prime – prosegue Felici – ma ne dobbiamo lamentare l’assoluta insufficienza. L’azzeramento degli oneri generali di sistema ai valori odierni della bolletta dell’energia elettrica praticamente incide per meno del 10% del totale dei costi: è veramente poca cosa. Certo, abbiamo un ulteriore aiuto con contributo straordinario sotto forma di credito d’imposta per i maggiori costi del gas e dell’elettricità sostenuti nel 2022 rispetto a quelli del 2019, ma siamo veramente lontani dal considerarlo un aiuto importante. Serve prevedere un credito d’imposta reale del 50%, ma calcolato su tutto il 2022 e non da applicare per i conteggi al solo periodo primaverile, dove i consumi del gas sono in buona parte delle imprese molto bassi, ed intervenire sulla composizione tariffaria con una misura strutturale di riduzione degli oneri generali in bolletta e il loro finanziamento mediante altre forme di gettito. È poi fondamentale, oltre a proseguire nella pressione verso la UE affinché si trovi una intesa su un “price cap”, puntare all’autoproduzione energetica per mettere al riparo il sistema produttivo dalle oscillazioni del mercato e dalle speculazioni sul costo dell’energia.”

 

 “Nella programmazione dell’economia – continua Felici – la politica non può essere autoreferenziale. Occorre recuperare capacità di ascolto, altrimenti si rischiano leggi inapplicabili, norme che non servono a nulla e declamate come se fossero soluzioni”.

 

“Alla  luce  del sentiment del mondo artigiano nei confronti della politica locale -conclude Felici – emerge l’esigenza di ri-pensare il Piemonte per dare risposte alle nostre specifiche problematiche e urgenze: una Regione che ha numeri da Sud Italia (soprattutto Torino), che vede più di altre regioni fuggire i giovani, con un elevato tasso di disoccupazione giovanile, che è carente di collegamenti e di infrastrutture, non solo quelle relative alla viabilità, ma pensiamo alle infrastrutture sanitarie, agli ospedali, ecc. In questo difficile contesto è fondamentale che il Governo regionale sia “coraggioso” e “rivoluzionario” nell’affrontare, con urgenza, le criticità che da troppo tempo sono un freno e un fardello per il nostro sistema territoriale. È indispensabile, per questo, tagliare radicalmente la burocrazia, proporre bandi a misura di piccole e piccolissime imprese, creare strumenti per una vera “fiscalità di vantaggio” e dare nuovamente “dignità di rappresentanza” alle parti datoriali: è necessario ascoltare la voce delle imprese. Senza interventi massicci che vadano a correggere le incongruenze del nostro sistema produttivo l’ennesima flessione congiunturale è destinata a peggiorare, indebolendo l’intero sistema economico. Ricordiamoci che l’Italia è costituita prevalentemente da micro e piccole imprese radicate sul territorio.”

 

L’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte ha redatto la quarta indagine trimestrale 2022 utilizzando un questionario telematico rivolto ad un campione significativo di 2.250 imprese selezionate nei comparti di produzione e di servizi che rappresentano maggiormente l’artigianato della nostra Regione.

Una piccola storia (Goodbye Milano)

IL PUNTASPILLI di Luca Martina 

Oggi vorrei raccontare una piccola storia torinese, milanese… italiana.

Nei giorni scorsi il giovane startupper astigiano Lorenzo Lodigiani ha deciso di spostare i suoi uffici e la sua abitazione da Milano a Torino.

Pare di riascoltare le parole del suo illustre concittadino, Paolo Conte (in “Via con me”): “Via, via / Vieni via di qui / Niente più ti lega a questi luoghi”.

Il ritorno in Piemonte, e con lui la sede della sua società innovativa Ncode, annunciato nel suo profilo Linkedin (“Me ne vado da Milano”) e poi riportato dall’edizione torinese del Corriere della Sera, ha sollevato un autentico vespaio.

Più che la notizia in sé, invero piuttosto modesta, la cosa che ritengo di gran lunga più interessante sono state infatti le reazioni da questa suscitate sui social networks.

Da un lato i torinesi, soddisfatti della conferma della bontà dell’offerta che la nostra città è in grado di presentare al mondo dell’innovazione (dalle Ogr al Talent Garden e all’I3P, l’incubatore del Politecnico) e del piccolo smacco arrecato al capoluogo ambrosiano.

Dall’altro le, un po’ (ed è un eufemismo) piccate, repliche degli amici del capoluogo lombardo: Milano è Milano e gli altri non sono… (il Marchese del Grillo docet).

Di fronte anche al “tradimento” patito dal fuoco amico del Corriere, le levate di scudo provenienti dal campo meneghino si sono fatte dunque sentire con grande fragore.

La distanza tra i due angoli padani del vecchio “triangolo industriale” è andata riducendosi costantemente nell’ultimo decennio grazie anche allo sviluppo delle vie di comunicazione (l’alta velocità ferroviaria li collega ormai in tre quarti d’ora) e la permeabilità tra i loro contesti urbani potrebbe consentire un sano riequilibrio delle risorse e delle potenzialità.

Verrebbe da dire che forse le cose stanno davvero cambiando se a dimostrarsi provinciali sono proprio “loro”, i milanesi, che non ne hanno, ad essere onesti, alcun motivo!

Questo schierarsi “l’un contro l’altro armato”, come scriveva il milanesissimo Alessandro Manzoni ne “Il cinque maggio”, mi pare davvero anacronistico, frutto di un’antica rivalità, esasperata dalla difficile situazione economica, e farebbe bene ad essere, con reciproca soddisfazione, superato.

E’ tempo che noi torinesi mettiamo una pietra sopra alle (da molti percepite come) spoliazioni subite (dalla moda alle grandi banche) o rischiate (il salone del Libro) e che voi, cari milanesi, non trasformiate la giusta consapevolezza della vostra forza economica e delle indubbie capacità imprenditoriali in una sterile ed autolesionistica arroganza.

Dovrebbe essere oggi molto più facile di quanto non sia mai stato in passato localizzare le proprie iniziative imprenditoriali, i propri magazzini, le proprie abitazioni, in funzione della convenienza e dell’offerta di servizi ed infrastrutture.

Sia insomma benvenuta una concorrenza costruttiva, stimolante e sinergica, che consenta all’asse ToMi (o MiTo… poco importa) di supportare sempre di più e meglio la crescita del nostro Paese (e Dio sa quanto ne abbiamo bisogno).

Verrà forse un giorno nel quale i campanili, invece che rappresentare il simbolo di un’Italia divisa da interessi contrastanti, saranno presi a riferimento per la loro capacità di segnare, tutti insieme, l’ora esatta, quella della rinascita e della ripartenza tanto attesa della nostra economia.

Questa sì che sarebbe una novità veramente benvenuta.

Per ora, da torinesi, accontentiamoci di queste piccole buone notizie: possiamo ambire a diventare un polo di attrazione per le tutte le aziende innovative (non solo quelle “milanesi”…).

Ma: “esageruma nen!”.  Saremmo davvero troppo, troppo provinciali.

 

Ikea raccoglie coperte per i senza fissa dimora

Da venerdì 28 ottobre a martedì 1 novembre torna “Ri-scalda la notte”, l’iniziativa promossa da IKEA Collegno che invita l’intera comunità a raccogliere coperte, trapunte e piumoni da destinare alle persone senza dimora.

 

Coperte e trapunte non più utilizzate potranno infatti aiutare a riscaldare la notte di chi non può contare sul calore di una casa o di un luogo sicuro per ripararsi dal freddo, grazie alla collaborazione con le associazioni locali impegnate a donare supporto alle persone che ne hanno bisogno.

IKEA Collegno ospiterà i volontari dell’associazione che raccoglieranno questi prodotti usati e in buone condizioni[1] e che saranno poi distribuiti alle persone bisognose.

 

Per ogni prodotto donato dai soci Family, sarà riconosciuto un buono da 5 euro[2] spendibile dal 15 novembre 2022 a 31 gennaio 2023 presso tutti i negozi IKEA Italia.

 

Grazie a “Ri-scalda la notte”, dal 2011 ad oggi, IKEA Italia ha raccolto e donato migliaia di coperte e trapunte: un’iniziativa concreta a sostegno di tutte quelle associazioni che lavorano ogni giorno sul territorio occupandosi di coloro che vivono situazioni di fragilità.

 

[1] Le coperte dovranno essere pulite, in buone condizioni e riposte in un sacchetto di plastica

[2] Sarà possibile ricevere fino ad un massimo di 3 buoni per socio Family

 

Tra scuola genovese e scuola torinese

L’espressione dell’ensemble, ideato e dichiarato coro amatoriale di livello, maturata artisticamente dalle collaborazioni con Opera Giocosa di Savona, Alba Music Festival Italy&Usa, Berner Musikkollegium e Cappella Sistina.
La prima corale cittadina fu fondata nel 1963 dal maestro Marino Merlo (1916-1998) di Cereseto, riunendo cantori della diocesi di Casale Monferrato per circa un decennio eseguendo concerti di musica sacra e gregoriana. Già organista presso la parrocchiale di Moncalvo e compositore di musica per pianoforte e orchestra, fino al 1987 fu organista e maestro di cappella della cattedrale di Casale. La sua produzione musicale è stata raccolta in tre volumi dal figlio Augusto con il titolo Musicae
Repertorium.
Nel 1997 fu creato il Casale Coro sotto la guida artistica del maestro Gian Marco Bosio nato a Genova, con sede al teatro comunale casalese. L’anno successivo egli costituì il coro Mario Panatero di Alessandria ereditando l’esperienza della Azienda Teatrale Alessandrina (ATA) con la quale partecipò al tour svedese nel 1993. Bosio ha compiuto gli studi musicali presso il conservatorio genovese Paganini conseguendo i diplomi di musica corale, direzione e composizione, perfezionandosi alla accademia di Siena e alla Hochschule  di Vienna. È direttore dell’orchestra da camera del conservatorio di Genova e fondatore della associazione musicale Casella di Novi Ligure. Ha diretto concerti in Italia (anche alla Scala), Svezia, Svizzera, Austria e Spagna. La collaborazione dei due gruppi associati ai Cori Piemontesi, conclusasi nel 2008, si è misurata con la drammatica Cantata di San Sabba eseguita nel giorno della memoria in unione al Laboratorio Teatrale di Maria Pia Casorelli e con concerti di Rossini, Haydn, Vivaldi, Orff e Bernstein. Hanno partecipato alle opere liriche La Traviata, Otello, Tosca, Turandot, La Bohème, Cavalleria Rusticana, I Normanni a Salerno, Nabucco. Hanno collaborato con i festival  Vignale Danza, Cantiere Musicale di Santa Croce, Lavagnino di Gavi, una Provincia all’ Opera e con i teatri di Casale, Alessandria, Fermo e Salerno.
Nel 2008 la direzione del Casale Coro è passata al maestro Giulio Castagnoli, nato a Roma e laureato al conservatorio Verdi di Torino in storia della musica, composizione e pianoforte. Si perfeziona all’Accademia di Santa Cecilia di Roma e alla Hochschule di Friburgo ed è docente di composizione al conservatorio di Torino. Fu ospite del governo e senato tedesco nel 1998-99 e 2003 e ha tenuto seminari nelle università di Melbourne, Hong Kong, Berlino, Boston e ha avuto incarichi con la biennale di Venezia e Radio France. Vinse il concorso internazionale di Amsterdam nel 1987 e il Grand Prix Italia di Roma per Rai Radio 3 nel 1991.
Il Casale Coro collabora con i gruppi Stefano Tempia di Torino, Vivaldi di Cambiano, Haendel di Trofarello, Coro Città di Rivarolo, Viotti di Vercelli, Eufonè di Ciriè, Panatero di Alessandria, Fondazione Fossano Musica, MCO, Stadt Orchester di Solothurn (Svizzera), Filarmonica di Stato della Romania e Collegio Musicale di Berna. Nel suo repertorio spiccano la Nona Sinfonia di Beethoven, Carmen, Il Barbiere di Siviglia, L’ Elisir d’amore, Carmina Burana, messe sacre di Puccini, Verdi, Mozart, canti popolari italiani e si è esibito in diverse regioni dell’Italia settentrionale e centrale, in Svizzera e al festival estivo di Cap Ferrat in Costa Azzurra. A Torino il coro ha eseguito concerti al conservatorio Verdi, nelle basiliche Corpus Domini e Maria Ausiliatrice, nelle chiese di San Carlo, San Tommaso, San Giuseppe, San Filippo Neri, Santi Apostoli e nel palazzo Chiablese.
La sera del 24-12-2017 il coro ha partecipato alla celebrazione della Santa Messa natalizia presieduta da papa Francesco in Vaticano. Nell’occasione il Casale Coro e i cori torinesi Haendel e Vivaldi sono stati introdotti in San Pietro come Coro Cottolengo dall’avvocato torinese Lino Marchisio, fornitore di paramenti papali. Nel 2018 egli ha ricevuto l’onoreficenza al merito della Repubblica Italiana per il volontariato e il sociale, operando nell’associazione Volontari Cottolengo e Chaaria Mission Hospital in Kenya. Durante la Santa Messa sono state eseguite antifone, salmi e cori liturgici gregoriani a fianco del coro e orchestra della Cappella Sistina. Il Casale Coro ha all’attivo due CD registrati dal vivo a Casale, il Requiem di Mozart al teatro comunale nel 1997 e lo Stabat Mater di Rossini nella chiesa di San Domenico nel 2000.
Armano Luigi Gozzano

Apre t-space X MAO

Uno spazio di condivisione e attualizzazione delle opere artistiche presso il Museo di Arte Orientale. Primo appuntamento mercoledì 26 ottobre alle 18.30

 

Mercoledì 26 ottobre prossimo, alle 18.30, inaugurerà presso ilMAO, Museo di Arte Orientale,  un nuovo spazio conviviale e di sperimentazione curato da Giulia Spreafico e Wu Rui, dal titolo “t-space X Mao”.

Il MAO di Torino ha, infatti, recentemente inaugurato una nuova fase che segna l’apertura del Museo ad attività artistiche e creative, attraverso un ricco programma di residenze, sia in ambito artistico, sia curatoriale, durante le quali performer, artisti, curatori e studiosi, verranno chiamati ad abitare le collezioni e gli spazi espositivi, dando vita e attualizzazione al Museo.

Il nuovo progetto trova collocazione nel rinnovato t-space e nasce dalla collaborazione con l’omonimo spazio che è  stato creato a Milano da Giulia Spreafico e Wu Rui nel 2016.

Si tratta di uno spazio d’arte indipendente, uno studio aperto al pubblico, un luogo creativo che, non per questo, rinuncia all’aspetto conviviale. Infatti, proprio all’interno di questo luogo, la dimensione conviviale vuole avere un ruolo fondamentale, secondo il desiderio dei fondatori. I momenti di condivisione hanno rappresentato una parte irrinunciabile del progetto, che consiste anche in un tè sorseggiato insieme, incontrando artisti e performer.

Fra gli artisti che si avvicenderanno per attivare le collezioni museali e renderle vive, ampliandone i significati e riportandoli a una dimensione contemporanea, vi sono registi e film maker, artisti visivi quali Massimo Grimaldi, Fuzao Studio e Jacopo Miliani.

Il primo appuntamento, il 26 ottobre prossimo, alle 18.30, sarà un invito di Warshadfilm (Tiziano Doria e Samira Guadagnuolo) ad abitare le sale del Museo. Il duo di artisti ha realizzato del materiale inedito, riprendendo sculture e luoghi in pellicola 16mm, scattando fotografie di formato medio e fotografie che dialogano con lo spazio e le opere della mostra in corsa intitolata Buddha.

MARA MARTELLOTTA