ilTorinese

Pensati libera, ma non troppo

Chiara Ferragni ha scenograficamente scelto di fare la sua entrata di spalle alla 73esima edizione del Festival di Sanremo, indossando una stola-manifesto realizzata da Maria Grazia Chiuri, direttrice artistica della nota casa di moda Dior, attribuendo espressamente quelle parole al duo artistico Claire Fontaine.

Il gesto (e il relativo immancabile post della influencer sul social network Instagram) ha tuttavia sollevato immediatamente la reazione dello street artist “Cicatrici Nere”, artista e tatuatore di Bologna che rivendica la paternità dell’opera e della frase.

L’occasione, oggi di dominio pubblico trattandosi di un evento andato in onda in prima serata nazionale, consente di svolgere alcune riflessioni sui requisiti che devono guidare il giudizio di comparazione tra le opere in caso di contestato plagio, tutelato all’art.171 della Legge sulla protezione del diritto d’autore (L. 22 aprile 1941, n. 633).

Anzitutto, si precisa che il plagio è realizzato quando si verifica l’illegittima appropriazione della paternità dell’opera e dei suoi elementi creativi; in tale ipotesi sussiste la violazione sia del diritto morale d’autore sia del diritto di utilizzazione economica.

La Corte di Cassazione è più volte intervenuta nel tentativo di definire in modo univoco i limiti dell’ipotesi di plagio, giungendo ad affermare che non può parlarsi di plagio con riguardo all’idea su cui l’opera si fonda, non proteggendo la disciplina sul diritto d’autore l’idea in sé (ottenibile anche fortuitamente, come autonomo risultato dell’attività intellettuale di soggetti diversi e indipendenti), trovando, invece, esso il presupposto nell’identità di “espressione”, intesa come forma attraverso la quale si estrinseca il contenuto del prodotto intellettuale, meritevole di tutela allorché rivesta il carattere dell’originalità e della personalità.

Dunque, in altri termini, le idee di per se stesse non ricevono protezione nel nostro ordinamento, ma è necessario che sia identico il modo in cui sono realizzate e cioè la forma esterna di rappresentazione.

In sostanza, si richiede che l’autore del plagio si sia appropriato degli elementi creativi dell’opera altrui, ricalcando in modo pedissequo quanto da altri ideato e espresso in forma determinata e identificabile.

Svolte tali prime, sia pure sintetiche, considerazioni di diritto, rimane la domanda se i fatti occorsi possano o meno ricondursi nell’alveo della citata tutela del diritto d’autore e, in caso di risposta positiva, quali mezzi di tutela civilistici (e penalistici) possano essere intrapresi dal dichiarato autore dell’opera.

Non resta che attendere e vedere le eventuali azioni di rivendicazione dell’opera che saranno intraprese e se lo scontro rimarrà soltanto “virtuale” o raggiungerà le – forse più opportune – aule di Giustizia.

Simone Morabito

Avvocato

Ex Nihilo Nihil Fit di Alessia Savoini allo Spazio Musa

Mercoledì 15 febbraio 2023, alle ore 19.00, lo Spazio Musa di Torino sarà sede e luogo della parola,  dell’orecchio che si accosta al labbro e della voce che diviene tempo e spazio. Accoglierà la narrazione poetica di Ex Nihilo Nihil Fit, testo di Alessia Savoini, prodotto di mesi trascorsi tra la camera da letto e il Day Hospital, in chemioterapia, tra la cura e la spina.

Trascuro la portata delle cose flessibili,

riordino

su ogni vertebra spezzata

l’intera misura dell’onda

e dall’orecchio

il guaito della conchiglia.

L’evento prevede una presentazione della raccolta, performance di reading poetico e a seguire dibattito, dove sarà possibile esporre ed esporsi al luogo fertile della domanda, alla possibilità dell’incontro e del confronto, all’interno di Spazio Musa, che attualmente ospita la mostra “Babele”, del curatore Caspar Giorgio Williams.

Saranno inoltre rese disponibili copie per l’acquisto della raccolta Ex Nihilo Nihil Fit.

Ad una sola azione tende,

che fu il primo

o che sia l’ultimo

con in distinzione, mors –

ne cancella il volto.

E allor se da principio timor di quel che viene ha mosso,

non so consolare

l’animale che piange il morto.

Concept e voce: Alessia Savoini

Sound e chitarra: Nico Tommasi

Ex Nihilo Nihil Fit è un processo ancora in fase di inseminazione, la parola che svela la parola e ne osserva il dispiegamento, la paura, l’accettazione, l’abbandono, il ritrovamento. La malattia è un accesso a uno sguardo differente e se tutti gli eventi sono neutri, lo spazio interpretativo è l’unico versante in cui scorgere il sintomo della risposta.

Desiderai tentare la lingua,

gustai

e mordicchiai

il fiore nella mia bocca:

dunque da due dei miei sensi,

queste grandi aperture dell’anima

venne a me tutto il mondo.”

Alessia Savoini, Borgomanero, 1994. I suoi incipit si situano sulla soglia, ogni volta che la parola è stata come sete una promessa del labbro, lingua sul taglio, la sua voce rimarcava presenza. Per dieci anni ha vissuto a Torino, città dove ha sedimentato la conca e conosciuto la prefazione dell’orlo, quello che a maggio 2022 ha costituito una massa d’ombra nel torace e l’ha portata a scrivere Ex nihilo nihil fit. Nel 2010 riceve la sua prima proposta di pubblicazione come vincitrice al premio selezione opere inedite della casa editrice Aletti Editore, con la quale si è aggiudicata i primi posti in classifica in diversi concorsi. Nel giugno 2019 collabora con la rivista filosofica Sovrapposizioni al progetto Eros, nel marzo successivo contribuisce all’uscita del secondo numero cartaceo della stessa, per il progetto Deserto. Nel novembre 2020 la rivista online di poesia Poesiainverso pubblica alcuni suoi frammenti, in seguito cui la rivista d’arte greca Εξιτήριον ne propone una traduzione.

Nico Tommasi, Trento, 1995. La passione per la musica lo accompagna dagli albori, il suo incipit è al clarinetto, “volevo suonare il sax ma non c’era…”. Durante il periodo della scuola media si appassiona di chitarra elettrica e avvia i primi studi con la scuola Lizard Academy, a cui seguirono numerosi concerti all’attivo con band rock e metal. Con il tempo la passione attecchisce e prende la forma delle cose che restano: a quindici anni si incammina nel lungo percorso del conservatorio e della chitarra classica, inizialmente a Riva del Garda, concludendo gli studi a Torino.

Attualmente esibisce un format, Food for fish (cibo per pesci), un progetto in solo che ha la volontà di adattare la musica classica “seriosa” a contesti più abituali e meno formali, “letteralmente dandomi in pasto al pubblico”.

Cancro ascendente sagittario, affianca la passione per la musica a quella del fonico, per cui ha studiato presso la scuola APM di Saluzzo, riuscendo in tal modo a “sopravvivere di arte e mangiando aria per ora”.

Le donne sfruttate sul lavoro. Presentato un rapporto in Regione

2023

IL PRIMO RAPPORTO SULLO SFRUTTAMENTO DELLE DONNE NEL LAVORO

DI SLAVE NO MORE E ACLI

Il presidente Cirio: “L’impegno delle reti diffuse sul territorio è fondamentale,

ma purtroppo non ancora sufficiente per arginare totalmente un fenomeno tristemente attuale che dobbiamo contrastare con maggiore forza e con maggiori mezzi”

L’assessore Marrone: “Scelta Sociale permetterà nuove opportunità e contratti di lavoro regolari alle operatrici e agli operatori dell’assistenza domiciliare”

Ringrazio di aver scelto il Palazzo della Regione per presentare un’indagine che contiene informazioni fondamentali per contrastare la violenza di genere. I dati dimostrano che l’impegno delle reti diffuse sul territorio è fondamentale, ma purtroppo non ancora sufficiente per arginare totalmente un fenomeno tristemente attuale che dobbiamo contrastare con maggiore forza e con maggiori mezzi”: è quanto ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio aprendo, in videocollegamento da Bruxelles, la presentazione del primo Rapporto sullo sfruttamento delle donne, nel lavoro domestico e di cura, nell’agricoltura e nell’ambito del fenomeno migratorio, promosso dall’Associazione Slaves No More e dalle ACLI e relativo al 2022.

La Regione Piemonte – ha poi ricordato il presidente Cirio – ha compiuto passi importanti: l’allora presidente Chiamparino diede il via ad un programma triennale che noi abbiamo rilanciato per il 2022-24 sostenendolo economicamente, perché è un’iniziativa positiva e siamo consapevoli che è un tema sui cui occorre lavorare uniti per cambiare realmente le cose, partendo da studi come quello presentato oggi. Prendiamo il lavoro dell’Associazione Slaves No More e delle Acli, che sono una realtà preziosamente radicata sul territorio, come uno stimolo a fare di più e meglio”.

L’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone ha aggiunto che “è necessario contrastare il lavoro nero e la piaga dello sfruttamento che purtroppo affligge ancora troppe donne. Come Regione Piemonte stiamo lavorando in questa direzione, basti pensare al voucher Scelta Sociale, che rivoluzionando il sistema dell’assistenza domiciliare permetterà nuove opportunità e contratti di lavoro regolari alle operatrici e agli operatori del settore. Ma non solo, la cooperazione internazionale decentrata della Regione è anche in prima fila nei Paesi di forte immigrazione per contrastare lo sfruttamento delle donne vittime di tratta e costruire opportunità di crescita, dignità e sviluppo in loco”.

Nel ringraziare il Presidente della Regione Piemonte per l’attenzione dimostrata verso questa problematica e per aver concesso il patrocinio della Regione e l’utilizzo della Sala istituzionale per questa evento – ha dichiarato Pino Gulia, presidente di Slaves No More – l’associazione ha voluto confermare, con questa iniziativa promossa insieme alle ACLI di Torino, il metodo del dialogo aperto tra riferimenti ideologici differenti, per fare emergere la drammatica situazione di sfruttamento in cui vivono molte donne, di cui una gran parte di origine straniera. Il Rapporto dà conto di una carenza giuridica e di una disattenzione sociologica su un fenomeno che evidenzia da un lato un persistente maschilismo, e dall’altro un’elevata discriminazione di genere”.

L’iniziativa – ha aggiunto Raffaella Dispenza. presidente ACLI Torino – si inserisce nell’ambito di un filone di lavoro che le ACLI portano avanti sul tema delle disuguaglianze e delle fragilità, questa volta attraverso la lente femminile, una prospettiva interessante anche per contestualizzare e rilanciare l’azione quotidiana di tutela, di accompagnamento e di contrasto alle discriminazioni che svolgiamo come ACLI sul territorio sia attraverso i servizi sia attraverso le progettualità dell’associazione e della sua rete di circoli. È importante continuare a tenere alta l’attenzione su questi temi e, nel contempo, fare quel lavoro quotidiano di tessitura e ricomposizione delle conflittualità spesso correlate a situazioni di sfruttamento, emarginazione e illegalità”.

Sono intervenuti anche Valentina Cera, consigliera della Città Metropolitana con delega a Politiche sociali e di parità, Jacopo Rosatelli, assessore alle Politiche sociali della Città di Torino, Francesco Carchedi, sociologo dell’Università La Sapienza di Roma e membro del direttivo di associazione Slaves no more.

Il focus dedicato alle dinamiche e alle azioni messe in campo nel territorio torinese ha visto la partecipazione di Osvaldo Milanesio, dirigente del Settore Politiche per le pari opportunità, diritti ed inclusione, progettazione ed innovazione sociale della Regione, Donatella Demo, responsabile del Coordinamento madre-bambino del Gruppo Volontariato Vincenziano Torino, Michela Quagliano, consigliera di parità della Città Metropolitana di Torino, Cristina Maccari, segretaria della Cisl Torino-Canavese, Roberto Santoro, presidente di Enaip Piemonte.

Il Rapporto in sintesi

I lavori delle donne, e in particolare quelli delle donne migranti, sono caratterizzati da un alto tasso di precarietà, informalità e irregolarità. Quello delle donne è un bacino enorme di “sfruttamento strutturale” che, almeno tendenzialmente, coincide con l’intera area del lavoro femminile.

All’interno di questo grande bacino, il Rapporto si sofferma sulle forme di sfruttamento più gravi, lesive di diritti fondamentali, con potenziali conseguenze sulla vita, la salute, la genitorialità, le relazioni, l’inclusione sociale di tante donne.

I dati sull’economia informale nel nostro Paese sono insufficienti e non consentono neanche di produrre stime metodologicamente significative. Ma il numero delle donne gravemente sfruttate è certamente considerevole, se pensiamo che solo in agricoltura, secondo l’ipotesi più accreditata, si tratta di non meno di 50.000 lavoratrici.

Per quanto riguarda il lavoro domestico e di cura, il 70% di coloro che lo svolgono sono migranti. Il settore presenta secondo l’ISTAT un tasso di irregolarità del 57%, a fronte di una media nazionale del 12,6%. A causa delle difficoltà di essere in regola con il permesso di soggiorno, a fronte di un numero di colf e badanti registrate all’INPS di 920.000, si stima che il totale delle impiegate e impiegati nel settore si aggiri sui 2,1 milioni secondo l’Osservatorio Domina. In quest’area di irregolarità possono celarsi le forme più gravi di sfruttamento.

Elementi caratterizzanti dello sfruttamento lavorativo delle donne sono la sottoposizione sistematica a molestie, ricatti e violenze sessuali, la dipendenza dal datore di lavoro, specie nel caso in cui la lavoratrice domestica abiti nella stessa casa, o in cui la lavoratrice agricola viva in un’abitazione messa a disposizione dal datore o dal caporale. Inoltre quando le donne riescono ad avere con sé i figli, le responsabilità di cura sono spesso un ulteriore fattore di vulnerabilità, e una delle ragioni per cui talvolta le donne sono costrette a sottostare ai ricatti sessuali di caporali e datori di lavoro. Altro elemento caratterizzante il grave sfruttamento delle donne è la scarsa o inesistente soggettività contrattuale, dovuta in parte alla dipendenza dai caporali, e in parte ai condizionamenti familiari. In alcuni settori esiste inoltre un consistente gap salariale tra donne e uomini, pur nella comune condizione di sfruttamento. In agricoltura, ad esempio, in alcune zone una donna percepisce 25-28 euro al giorno, mentre un uomo può arrivare a 40.

Il grave sfruttamento femminile, infine, comporta talvolta il transito da una forma di sfruttamento all’altra, tipicamente dallo sfruttamento sessuale allo sfruttamento lavorativo e viceversa. Alcune donne svolgono entrambi per guadagnare di più e ripagare più velocemente il debito contratto con i trafficanti. Si verificano

anche casi di sfruttamento lavorativo emersi a seguito della denuncia di violenza domestica subita dalla lavoratrice ad opera del partner, il che mostra l’intreccio di sfruttamento e violenza nell’esperienza femminile.

Lo sfruttamento sessuale ha dimensioni enormi. Si tratta di una delle forme più coercitive di sfruttamento delle donne, che raggiunge punte di violenza sistematica nel caso delle persone LGBT+, soprattutto di provenienza brasiliana. Il Rapporto si sofferma su alcune tendenze recenti, in particolare la prostituzione indoor e gli annunci online. La ricerca ha riguardato 200 siti web attivi in tutta Italia. Il business che ne scaturisce, secondo stime ISTAT del 2021, è di 4,7 miliardi di euro, un volume di affari doppio rispetto all’intero settore alberghiero.

Il sottotitolo del volume è “Il diritto di essere protagoniste”, poiché la ricerca si sottrae a una rappresentazione vittimistica, mettendo in evidenzia l’agency delle donne, le loro competenze, la loro capacità di prendere decisioni importanti sul proprio futuro e su quello delle loro famiglie pur nella condizione di sfruttamento, le potenzialità di sindacalizzazione e di auto-organizzazione.

Profumo d’Europa Milan-Torino

Ore 20.45 di venerdì 10 febbraio

22esima giornata serie A
Stadio Meazza di Milano

Gara fondamentale per entrambe le squadre affinché si possano rinsaldare i propri obiettivi: per i rossoneri, sfumata la possibilità di rivincere il campionato, vista la distanza siderale dal Napoli capoclassifica, diventa fondamentale qualificarsi in Champions League:i rossoneri di Pioli arrivano a questa sfida dopo un periodo negativo di gioco e risultati. Ben diversa la situazione in casa granata dove regna ottimismo e serenità visto il settimo posto in classifica con vista Europa, se mantenuto fino a fine campionato, posto che una delle prime 6 classificate in campionato vinca la Coppa Italia. Contro il Milan, già battuto due volte in questa stagione sia in campionato che in Coppa Italia, diventa fondamentale vincere per avvicinare, addirittura, il sesto posto posto in classifica, occupato proprio dai rossoneri con otto punti in più. Unica nota stonata per i granata di Juric i troppi infortuni nell’arco della stagione: di è aggiunto anche Ricci oltre a Zima, Pellegri, Lazaro. Si spera di recuperare almeno Ilic a centrocampo. Probabile esordio per il neo acquisto Vieira nella zona nevralgica del campo.

Formazioni
Milan (3-5-2): Tatarusanu; Kalulu, Kjaer, Thiaw; Calabria, Diaz, Bennacer, Tonali, Theo Hernandez; Rebic, Giroud. Allenatore: Pioli.

Torino (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji, Schuurs, Buongiorno; Aina,Vieira Linetty, Vojvoda; Miranchuk, Karamoh; Sanabria. Allenatore: Juric.

Enzo Grassano

Il Giorno del Ricordo e il rischio del revisionismo minimizzante

IL COMMENTO Di Pier Franco Quaglieni

Da sempre mi occupo come storico del tema delle foibe e dell’esodo. Mi sono battuto per l’istituzione del Giorno del ricordo del 10 febbraio e sono stato oratore in quella occasione in tante città italiane, a partire da Torino per il primo giorno del ricordo del 2005 alla presenza di Ottavio Missoni, sindaco di Zara in esilio. Ho scritto e parlato di questi temi spesso, invitato dagli esuli Giuliano – Dalmati della associazione Venezia Giulia – Dalmazia degli amici Toth, Aquilante, Vatta. Oggi e domani parlerò in Liguria del Giorno del Ricordo.
Voglio denunciare che e’ in atto una campagna contro il Giorno del Ricordo e un libretto uscito da

L a t e r z a  (l’editore di Croce che si abbassa a certe strumentalizzazioni partigiane!) scritto da una guida turistica torinese nostalgica di Tito, promossa sul campo storico delle foibe potrebbe fomentare il revisionismo minimizzante e giustificazionista. Questo personaggio che si fece orgogliosamente fotografare con il pugno chiuso e la bandiera jugoslava alle spalle ha dato il via alle delegittimazioni del 10 febbraio, visto falsamente come una giornata voluta dai fascisti per controbilanciare la Giornata della memoria. Una tesi assurda, storicamente infondata. Ma in effetti questo signore ( che non voglio nominare per non fargli pubblicità gratuita ) ha persino ignorato che due dei protagonisti in Parlamento della legge istitutiva del Giorno del Ricordo del 2004 furono Luciano Violante e Piero Fassino che venne come Sindaco nel 2015 ad ascoltare una mia lezione su Fiume proprio all’associazione Venezia Giulia – Dalmazia di Torino. Dietro a certe tesi  ci sono i nostalgici comunisti ossessionati dal loro antico negazionismo nei confronti delle foibe che cavalcano squallidamente e cinicamente quel tema che gronda sangue, per ritagliarsi oggi, malgrado la condanna della storia, un ruolo politico. Chi specula sui morti rivela già a priori una bassezza che merita disprezzo. Il Pd deve prendere le distanze da questi personaggini in modo netto. Tornare a rimpiangere il despota sanguinario Tito, giungendo persino a mettere in discussione le parole del Presidente Mattarella sulla pulizia etnica, è un atto di pura faziosità che va condannato. Ed occorre una mobilitazione delle coscienze libere contro i falsificatori della storia. Anche il sindaco di Torino Lo Russo non può sostenere l’insostenibile, assimilando gli esuli del confine orientale con i migranti irregolari. L’omicidio recente alla stazione Termini lo dimostra in modo lampante. Gli esuli dell’esodo scapparono dalle loro case per venire a lavorare seriamente in Italia , spaccandosi la schiena. Vissero in dignitosa povertà e con il lavoro riscattarono il loro destino. Non bivaccarono mai nelle stazioni e non fecero mai nulla di illegale, malgrado la madrepatria li abbia accolti nel peggiore dei modi possibili.

Uomo aggredito a Torino: volevano rubargli portafoglio e cellulare

Due cittadini brasiliani di 30 e 42 anni sono stati tratti in arresto dalla Polizia di Stato poiché gravemente indiziati del reato di rapina in concorso e resistenza a P.U., uno anche per lesioni personali aggravate.

L’intervento è nato dalla segnalazione di una donna al NUE 112 che riferiva di aver udito in Corso Svizzera la richiesta di aiuto di un uomo, per poi notare subito dopo due soggetti che lo aggredivano asportandogli il portafogli e il cellulare. Una pattuglia della Squadra Volante immediatamente giunta sul posto, individuava la vittima dell’aggressione, che presentava delle ferite al volto e che dichiarava di aver precedentemente avvicinato un giovane uomo, dedito alla prostituzione , per avere una prestazione sessuale.

Successivamente, il cliente invitava il 30enne a prendere qualcosa da bere. Quest’ultimo, una volta salito in auto, gli chiedeva di invitare anche un connazionale, dedito alla stessa attività nelle vicinanze, per un saluto. Una volta a bordo, il secondo cittadino brasiliano di 42 anni colpiva il proprietario dell’auto e lo rapinava. La coppia si allontanava rapidamente facendo perdere inizialmente le proprie tracce.

Le ricerche condotte nelle immediate vicinanze permettevano agli agenti di rintracciare i due presunti autori della rapina in Corso Appio Claudio i quali alla vista della Volante velocemente prendevano direzioni differenti, separandosi. Nonostante il tentativo di fuga i due soggetti venivano fermati.

Uno dei due aveva ancora in mano il cellulare oggetto della rapina, spento, ma che una volta riacceso trasmetteva l’allarme di localizzazione di un’applicazione volta a consentirne il rintraccio, consentendo di ricondurne inequivocabilmente la proprietà a terzi.

A questo punto il 42enne opponeva una strenua resistenza all’arresto colpendo ripetutamente gli operatori con pugni e testate, ma veniva bloccato.

Bici giù dai Murazzi, quella sera i ragazzi arrestati erano ubriachi? E un atto irresponsabile diventa tragedia

La madre della minorenne fermata dai carabinieri con altri quattro suoi amici per il lancio della bici dai Murazzi che ha ferito gravemente un giovane ha dichiarato ai media  di non sapere nulla della vicenda ma che se sua figlia ha sbagliato è giusto che paghi. Sui giornali trapelano alcune frasi che sarebbero state scritte sul diario personale della giovane, dopo quel gesto folle: “avevamo bevuto”. Un atto irresponsabile trasformatosi in dramma. Sono 5 i  ragazzi tra i 15 e i 18 anni, fermati a Torino dai carabinieri e già interrogati, con l’accusa di aver lanciato dalla strada sopra i Murazzi la bici elettrica di 15 chili che ha ferito, mandandolo in coma,  lo studente palermitano Mauro Glorioso. Ora sta recuperando ma è in prognosi riservata. I giovani, due 18enni e tre minorenni, sono stati fermati con l’accusa di tentato omicidio per i fatti avvenuti il 23 gennaio scorso. I giovani fermati non sono appartenenti ad alcuna baby gang ma ragazzi comuni, amici da anni, residenti nel quartiere di Madonna di Campagna.

 

(foto Fabio Liguori)

Collegio Einaudi premia i migliori 50 studenti universitari

 

Un sostegno concreto a supporto degli studenti universitari meritevoli nel loro percorso formativo e, allo stesso tempo, un riconoscimento di prestigio per i giovani che si sono maggiormente distinti nell’anno accademico 2021/2022.

Il Collegio Universitario Einaudi ha consegnato, nella Sala delle Colonne di Palazzo di Città, alla presenza dell’Assessore alle Politiche educative e giovanili della Città di Torino Carlotta Salerno, i propri premi di studio a 19 studentesse e 31 studenti provenienti dal Politecnico (27) e dall’Università degli Studi di Torino (23).

I vincitori sono stati individuati nell’ambito di tre distinte graduatorie di merito, una per gli studenti iscritti al Politecnico, una dedicata agli studenti di Area umanistica dell’Università degli Studi e una terza per gli studenti di Area Scientifica sempre dell’Università, e sulla base di un algoritmo, che tiene in considerazione la media esami e il numero di crediti ottenuti nel corso dell’anno.

Le ragazze e i ragazzi vincitori hanno raggiunto nell’ultimo anno accademico una media esami pari a 28,8/30 e hanno così ottenuto premi con importi differenti, da 2.500 a 500 euro, per un totale complessivo di 48.500 euro.

Una cifra importante, frutto delle donazioni provenienti dai sostenitori del Collegio e da contributi di enti e associazioni, tra cui il Comune di Torino e i Rotary Club del Distretto 2031, in risposta alla campagna di raccolta fondi Accendi il futuro, creata con la finalità di sostenere i migliori talenti meritevoli durante gli anni di formazione universitaria.

Nata in occasione dell’a.a. 2015/16, questa iniziativa promossa dal Collegio Einaudi ha già erogato, in sette anni, 425 Premi di Studio, per un totale complessivo di 414 mila euro consegnati ai giovani e alle loro famiglie.

Si tratta di una delle numerose attività portate avanti dal Collegio, che offre ai propri allievi, a prescindere dal reddito familiare, dalla condizione sociale e dalla provenienza geografica, strumenti solidi per portare a termine una formazione universitaria di alta qualità e in tempi brevi, in un contesto culturalmente stimolante.

Allo stesso tempo, garantisce un aiuto concreto per sollevare le famiglie dal peso di mantenere un figlio fuori sede, permettendo ai giovani promettenti di realizzare i propri sogni e impostare una carriera che potrà avere nel Collegio e nella Città di Torino un futuro ricco di opportunità.

“Desidero ringraziare tutti i privati e gli enti che con la loro generosità hanno permesso anche quest’anno di gratificare con i premi di studio le studentesse e gli studenti meritevoli – Ha commentato Paolo Enrico Camurati, Presidente della Fondazione Collegio Universitario Einaudi – Credere nei giovani, creare opportunità reali per loro, sostenere lo sviluppo del sapere e rendere la conoscenza sempre più accessibile è una missione per il Collegio Einaudi ed è ciò che ci permetterà di cambiare il futuro, sarà la chiave per migliorare la società in cui viviamo. Attraverso lo studio, la ricerca e la formazione saremo in grado di rispondere alle grandi domande del nostro tempo, mettendo a disposizione della comunità i migliori talenti e le migliori soluzioni”.

“Questi premi rappresentano l’impegno da parte delle istituzioni e del privato sociale nel sostenere l’alta formazione di ragazze e ragazzi, incoraggiandoli a perseguire i propri obiettivi – dichiara l’Assessora alle Politiche educative e ai giovani Carlotta Salerno -. Con le borse di studio consegnate oggi vogliamo che studentesse e studenti si sentano spronate/i a continuare il proprio percorso di studi, arricchire il proprio bagaglio di conoscenze e competenze, così che le scintille innescate da piccoli possano concretizzarsi ed essere delle passioni consolidate da assecondare. È importante, inoltre, considerare la formazione come un percorso a 360 gradi e, di conseguenza, sostenerla a tutto tondo partendo da quella di base fino ad arrivare a quella più professionale e di alta specializzazione, in un’ottica di accompagnamento costante e continuo.”

Fondazione Collegio Einaudi 

La Fondazione Collegio Universitario Einaudi è una fondazione privata senza fini di lucro che gestisce Collegi di Merito, riconosciuti e accreditati dal Mur (Ministero dell’Università e della Ricerca). Con le sue cinque residenze in Torino il Collegio offre spazi di vita e percorsi di formazione a oltre 800 studentesse e studenti universitari meritevoli.

Il Collegio Einaudi ha come missione la valorizzazione del merito e del potenziale di studenti universitari motivati, che desiderano sviluppare maggior autonomia, nuove capacità e raggiungere risultati eccellenti, offrendo loro non solo un ambiente di studio e di vita vivace, stimolante e interdisciplinare, ma soprattutto un percorso di formazione personalizzato e trasversale, integrato da attività di coaching e di tutoring.

Mariella Continisio

La relazione con l’“Altrove” nella plastica installazione di Leonardo Devito

“Ghost Dance”, in esposizione ad “Osservatorio Futura”

Fino al 20 febbraio

Di primo acchito, non appena varcata la soglia del piccolo spazio espositivo al civico 20 di via  Giacinto Carena (zona piazza Statuto – San Donato) a Torino, la sensazione è quella di trovarsi di fronte ad un’essenziale, non vistosa– nei mezzi e nei passi della narrazione – scenografia teatrale. Essenziale, non vistosa, ma certamente intrigante.

E inquietante, anzichenò. Libere, in una sorta di esoterica propiziatoria danza circolare, figure misteriose a-corporali, tessuti intinti di gesso dal color giallo tendente al verdastro, manichini o “fantasmi” benevoli svolazzanti uniti a semicerchio, nell’angolo a prima vista dello spazio d’ingresso di “Osservatorio Futura”, l’Associazione Culturale – raccoglitore e intelligente divulgatore di giovani libere e futuribili proposte artistiche – creata, per passione e per sfida, nel 2020 da Francesca Disconzi e Federico Palumbo, in comune la subalpina “Accademia di Belle Arti”, poi percorsi diversi ma, sempre, attaccata addosso la grande passione per l’arte declinata al futuro. A terra, la figura bianca (altrettanto a-corporale) di un giovane ragazzo dormiente – il viso in calco gessato – su cui svolazza il birbante “fantasmino” dall’aria ironica che pare volerlo destare – braccia e mani aperte – con il suo inatteso e fastidioso “cù – cù”– Dopo il primo, brusco incontro, l’“installazione site-specific” del giovanissimo Leonardo Devito, ti spinge a girarle intorno, a meglio osservarla, a cercare di capirne genesi e senso. Fiorentino, classe ’97, Leonardo vive e lavora a Torino.

Studi all’“Accademia di Belle Arti” di Firenze e all’“Akademie der  Bildenden Künste” di Vienna, attualmente è iscritto al biennio di pittura dell’“Accademia Albertina” di Torino e la sua formazione è fortemente legata all’“arte urbana”, che ha praticato negli anni utilizzando lo pseudonimo di “Mehstre”. “Quando ho proposto la mostra a Leonardo Devito – spiega Federico Palumbo, che dell’esposizione è anche curatore – gli ho lanciato immediatamente la suggestione di pensare insieme un progetto espositivo che non avrebbe proposto in nessun altro spazio. E questa, in realtà, più che una suggestione è dalle origini il mantra di ‘Osservatorio Futura’, che proponiamo a tutti gli artisti che lavorano con noi: valorizzare il nostro spazio al suo valore fisiologico di ‘project room’, tenendo astutamente a bada la voglia di scimmiottare gli spazi canonici e/o commerciali, tanto cari al mondo dell’arte più ‘classica’. Da qui è nata l’idea di proporre un’installazione scultorea e, più in generale, di ricerca, rivolta esclusivamente ad essa. Non abbiamo esposto la parte più iconica della produzione di Devito: le opere bidimensionali”. Che sono dipinti e sculture di egregia formazione accademica, dove il “valore” fondamentale della “scuola” si riflette tutto e bene nell’arte del giovane Leonardo. A dimostrazione un piccolo “ben compiuto” bassorilievo in argilla. “love in progress” amore che è dolcezza vitale contrapposta all’installazione ( nata da sogni e filosofie brumose ) e tesa ad “alleggerire – sia visivamente che concettualmente – il ‘mood’ generale dell’opera performativa: due innamorati al parco”. Un esempio chiaro della sua formazione classica di base. Su cui l’artista lavora di testa e di visionaria immaginazione. Illuminante la sua attrazione (non facile a crederci!) per quel Niccolò Dell’Arca (Bari, 1435 – Bologna, 1494), fra i grandi protagonisti della scultura dell’Italia settentrionale del XV secolo, autore del grandioso “Il compianto sul Cristo morto”, custodito nella Chiesa di “Santa Maria della Vita” a Bologna, con le sette “Marie”, maschere atroci di dolore intorno al corpo del Cristo, cui forse ha voluto pensare, non per blasfemia ma per seguire l’istinto di libera anarchia pop – new age, il nostro Devito nella sua “Ghost Dance”. Dove pur anche ritornano memorie legate all’omonima espressione rituale del movimento religioso diffuso fra gli Indiani d’America nella seconda metà del XIX secolo, realizzata nella tradizionale danza a cerchio annunciante “la fine del mondo, il ritorno dei morti e dei bisonti, la scomparsa dei bianchi e l’avvento dell’età dell’oro”.

Nella circolarità di “presenze” e misteriche “assenze”, in cui passato e futuro si annunciavano e fra loro comunicavano attraverso i suoni e i ritmi del presente. Sfuggenti filosofie, fatte proprie anche nei versi della “Ghost Dance” (1978, in “Easter”) cantata-recitata dalla “sacerdotessa maudite del rock” Patti Smith: “Eccoci qui, Padre, Signore, Spirito Santo/Pane del tuo pane, fantasma del tuo ospite/ Siamo le lacrime che sono scese dai vostri occhi/ Parola della vostra parola, pianto del vostro pianto. Vivremo ancora, vivremo ancora/Vivremo ancora”. Versi ben noti al giovane Devito e forse “traccia” non da poco al suo lavoro.

La mostra è visitabile solo su appuntamento tramite mail o sui social di “Osservatorio Futura”: www.osservatoriofutura.it o info@osservatoriofutura.it

Gianni Milani

“Ghost Dance”

“Osservatorio Futura”, via Giacinto Carena 20, Torino. Fino al 20 febbraio

Nelle foto di Davide D’Ambra: Federico Palumbo in una fase dell’allestimento, particolari da “Ghost Dance” e “Due innamorati al parco”, bassorilievo in argilla”.

Terremoto in Turchia e Siria, appello del vescovo di Torino

L’arcivescovo di Torino Roberto Repole rivolge un appello a sostenere con fraterna generosità le popolazioni colpite dal terremoto in Turchia e in Siria invitando le comunità parrocchiali, le associazioni ecclesiali, le famiglie e ogni persona a prevedere una colletta economica fino a domenica 19 febbraio.
“Le tristi notizie che arrivano da Turchia e Siria, scrive il vescovo Repole, e le immagini di devastazione che stiamo vedendo non lasciano indifferente il nostro cuore. Il sisma ha colpito territori già provati da conflitti e gravi problemi, amplificando ulteriormente la fatica di intere popolazioni. Le comunità cristiane di quelle terre, antiche per tradizione ma piccole di dimensioni, chiedono anche alla nostra chiesa torinese, in comunione con quelle italiane, di sostenerle nell’annunciare una buona notizia a quanti stanno soffrendo. Rispondiamo con fraterna generosità a questo appello, come singoli ma soprattutto come comunità di credenti, non facendo mancare la continua preghiera al Padre, sicuri che la speranza che viene dall’alto non delude”.
fr