ilTorinese

Carlo Antonio Gozani vescovo di Acqui

Armano Luigi Gozzano presenta l’immagine, la personalità e il carattere del Gozani più importante del ‘600,con cenni storici e vicende della sua missione nel territorio diocesano analizzata da “I vescovi della chiesa di Acqui”(Impr.Grafiche 1997 Acqui) e dai segni rimasti immutati nel tempo.

Carlo Antonio Gozani (1641-1721) marchese di Olmo Gentile (At) e Perletto (Cn) della stessa diocesi, principe S.R.I. terzogenito dei  17 figli della seconda moglie Antonia Ghione, linea di Treville generata dal padre  conte Giovanni il giovane da Luzzogno, famoso per la incredibile azione speculativa durante la guerra di successione del ducato di Mantova e del Monferrato.Era ricchissimo come il secondogenito Giacomo Bartolomeo marchese di Treville e Perletto, signore di Cereseto e Serralunga di Crea,vice presidente del Senato monferrino.Di intelligenza non comune,fu avviato agli studi accademici a Pavia e Milano e quindi a Roma dove si laureò in leggi e teologia.Ordinato sacerdote nel 1664 fu promosso nel 1665 ad arcidiacono della cattedrale di Casale e onorato del titolo di protonotario apostolico. Nel 1671 acquistò mezzo feudo di Pontestura dal marchese Paolo Scarampi di  Camino e infeudato con titolo signorile dal  duca Ferdinando Gonzaga. Era proprietario della tuttora esistente masseria Tomarengo di Moncalvo.Nel 1675 fu consacrato vescovo di Acqui nella chiesa di S.Andrea a Casale,e lo stesso giorno consacrò la nuova  chiesa della Madonna delle Mura o Madonnina lacrimante dei miracoli.Nel 1676, giorno del funerale del padre, nel palazzo di  famiglia ora sede municipale di Casale, acquistato nel 1569 da Giovanni Bellone  economo di Isabella Gonzaga marchesa di Pescara, radunò 3127 poveri per distribuire loro viveri e denaro.
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Trasmise il suo stile e il  suo animo ai curati esortando, minacciando, ammonendo e pregando.Al suo arrivo in diocesi regnava la pace come nel resto dell’alta Italia.Ma la vita facile del momento portò a ostilità politiche e militari e contrasti nel clero contro lo stesso vescovo da parte  di famiglie nobili e potenti, perché “vescovo  marchese forestiero troppo austero”.Nel 1680 richiamò i padri barnabiti che erano stati allontanati nel 1654 dalla città sopprimendo i conventini, rimettendo i canonici nelle scuole e alla direzione amministrativa.Nel 1690 denunciava il grave degrado della città senza leggi e senza fede. Nel 1693 le famiglie potenti appesero ai muri
della città e della cattedrale un manifesto raffigurante una testa d’asino mitrata con la  scritta “inizio e fine del vescovo Gozani”, procurandogli dure e umilianti sofferenze.La  curia romana li definì “bricconi di primo rango”. Durante il terribile assedio del 1696,le truppe tedesche minacciavano la distruzione della città se non venivano pagate loro le  somme richieste.La comunità si rivolse al vescovo che riuscì a raccogliere il denaro condizionando come caparra l’argenteria della cattedrale.
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I suoi rapporti con l’imperatore Leopoldo I° erano di stima e fiducia e l’imperatore gli confermò a Vienna nel 1699 il privilegio di  usare il sigillo come principe,conferire lauree,coniare monete d’oro con la propria effige e il titolo di S.R.I. secondo la tradizione dei privilegi concessi alla chiesa di Acqui fin dal 890.Per i solenni pontificali veniva esibita la spada portata da due chierici e un verde cappello cardinalizio, quali insegne del principe.Tra il 1696 e il 1704 i parroci di Mombaruzzo e S.Marzano appoggiati dai Savoia denunciarono il vescovo che li aveva rimproverati,accuse poi risultate meschine calunnie.Le avversioni nei suoi confronti continuarono nel 1708 col passaggio del Monferrato ai Savoia,e i rapporti con il vescovo autoritario e partigiano del duca di Mantova erano peggiorati per i tentativi di interferenza in  campo ecclesiastico anche nella Repubblica di Genova.I Savoia eliminarono i diritti  giuridici dei diplomi imperiali che restarono solo come titolo onorifico.Il clima di contrasto portò la popolazione a disertare gli incontri durante le visite pastorali,e per anni  fu anche sospesa la somministrazione della cresima.Stanco ed avvilito presentò lettera di dimissioni,rifiutata da Roma per i suoi meriti e in difesa delle leggi.
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In questa delicata situazione il Gozani si ritirò nel castello di famiglia di Olmo Gentile, edificandone la zona residenziale. Importanti i suoi Sinodi per una efficace riforma della diocesi. Il primo celebrato nel 1679,il secondo nel 1699 fu molto contrastato.Altro tentativo per il terzo nel 1706,mentre il quarto ebbe esito negativo. A testimoniare la sua devozione alla Madonna, costruì a sue spese la basilica di San Pietro sulla decadente antica cattedrale, donando la bellissima statua lignea settecentesca della Addolorata. Ristrutturò a proprie spese la nuova cattedrale inserendo le due entrate laterali e  la nuova porta centrale con lo stemma di famiglia applicato a pastiglia,il nuovo altare e i nuovi pavimenti.
Ammirevole fu il chiedere perdono a tutti gli  offesi e il volere la scritta “Deo Gratias” sulla  sua lapide funeraria.Il vuoto di potere e la ribellione del clero nei suoi confronti portò all’abbandono dei chierici che a stento ritornarono riconoscendo la valenza del fondo lasciato loro nel suo testamento.Un  ritratto eseguito da P.F.Guala si trova nella  sacrestia del duomo di Casale databile 1750,
30 anni dopo la morte del vescovo,e si presume che l’artista si sia ispirato alla vera immagine che si trova nel salone dei vescovi di Acqui.Svolgere la sua attività pastorale per 46 anni,il periodo più lungo della diocesi di Acqui,é stata la sua più grande impresa.
Giuliana Romano Bussola

Lavoro e formazione, dalla Regione in arrivo i fondi per favorire la nascita di nuove imprese

BILANCIO/CHIORINO: 480 MILIONI 
“Crediamo nel potenziale del nostro territorio e lo stiamo dimostrando concretamente, incrementando gli investimenti a favore di politiche attive mirate, con risultati più che tangibili”
Presentato alla III Commissione Consiliare di Palazzo Lascaris il Bilancio di Previsione 23/25 dell’Assessorato Regionale Lavoro e Formazione guidato dall’Assessore Elena Chiorino. Ammonta a circa 480 milioni di euro lo stanziamento complessivo per Lavoro e Formazione per l’annualità 2023. “Il nostro obiettivo è garantire dignità lavorativa a tutti, maggiori opportunità altamente professionalizzanti e favorire la nascita di nuove imprese che rendano sempre più competitivo il Piemonte nel mercato globale. Crediamo nel potenziale del nostro territorio e lo stiamo dimostrando concretamente, incrementando gli investimenti a favore di politiche attive mirate. Con risultati più che tangibili”, così l’Assessore Elena Chiorino a margine della seduta.
Tra le misure di maggiore rilievo, si registra il segno più che positivo per le azioni destinate a finanziare i cantieri di lavoro per disoccupati e over58 che ottengono un’integrazione delle risorse di € 200.000,00 per annualità, al fine di soddisfare interamente la domanda. Con  questo intervento si arriva ad incrementare il fondo di circa 3 milioni di euro, garantendo dignità lavorativa ai non occupati e favorendo l’invecchiamento attivo per chi ha un’età avanzata per poter trovare un inserimento lavorativo  ed offre, al contempo, l’opportunità di conseguire i requisiti previdenziali ai fini pensionistici.  La misura, tra l’altro, è di grande sostegno per i Sindaci perché è pressoché a costo zero per le amministrazioni e colma la necessità di ulteriore forza lavoro in quei territori impossibilitati ad avviare direttamente nuove assunzioni.
Anche il Fondo Regionale a sostegno dei Disabili registra un incremento di circa 2,9 milioni di euro per ciascuna annualità, portando lo stanziamento totale a oltre 18 milioni di euro. Per le misure a sostegno dell’occupazione, dell’imprenditoria, del lavoro autonomo, start up innovative, agenzie formative e realizzazione di servizi sono state stanziate risorse aggiuntive complessive pari a circa 1 milione di euro per il biennio 2023/2024.

Parco Salute, Salizzoni (Pd): “Nulla si muove”

“CORSINI HA SMENTITO ICARDI? I PROGETTI DOVEVANO ESSERE PRESENTATI A METÀ APRILE”

«Speriamo che tra la documentazione recuperata dal commissario Marco Corsini sul progetto del Parco della Salute di Torino vi sia anche la risposta data dall’assessore Icardi ad un mio Question time, il 13 dicembre scorso, in cui si affermava che “la scadenza dei termini per la presentazione dei progetti definitivi potrebbe essere entro i primi 15 giorni di aprile, tenuto conto anche dei tempi legati alle informative obbligatorie da fornire ad Anac. Tempi diversi non sono ammessi dalle procedure di gara”.Parole chiare. Pertanto, si preoccupano e ci disorientano le affermazioni di Corsini secondo il quale “al momento tutto è fermo” e alle società partecipanti alla procedura di dialogo competitivo non è stata comunicata alcuna scadenza dei progetti. O Icardi e Corsini non si sono parlati, oppure ancora una volta la Giunta Cirio ha preferito fare annunci, poi smentiti dai fatti. Siamo consapevoli che il compito che attende il commissario è alquanto complesso, ma è urgente e necessario introdurre elementi di certezza sul futuro del Parco della Salute. Bisogna fissare un cronoprogramma preciso per il dialogo competitivo e capire le intenzioni dei gruppi di imprese rimasti in gara. Altrimenti, meglio predisporre una nuova gara con procedura d’urgenza. L’importante è uscire da questa situazione di impasse. Che riguarda tutta l’edilizia sanitaria. Solo su Novara e Cuneo sembra muoversi qualcosa, tutto il resto è fermo quando non si fanno passi indietro: cambi di localizzazione (AslTO5 e Alessandria), polemiche sulle sedi (Ivrea, Vco), investimenti Inail meramente ipotetici se non irrealistici, case di comunità e ospedali di comunità per ora sulla carta e domani destinati a rimanere scatole vuole se non si assumono più operatori sanitari. La legislatura regionale sta avviandosi verso la sua conclusione, con il suo carico di promesse rimaste tali. La speranza di poter assistere in questi cinque anni alla posa della prima pietra del Parco della Salute era eccessiva, ma che ad oggi si sia solo riusciti a completare la bonifica e per il resto perduri una situazione di stallo è sconfortante per la politica tutta, per i cittadini e per tutti coloro che, come me, hanno trascorso gran parte della loro vita in ospedali sempre più vecchi, fatiscenti, costosi».

 

Mauro SALIZZONI

Consigliere regionale Pd

 

Più di 100 milioni per istruzione e diritto allo studio universitario per il 2023

È di oltre 100 milioni di euro lo stanziamento previsto per istruzione e diritto allo studio universitario per il 2023; 68 di questi andranno sui capitoli dedicati a istruzione ed edilizia scolastica.
In Sesta commissione regionale l’assessore Elena Chiorino ha illustrato le principali novità del Ddl “Bilancio di previsione finanziario 2023-2025″ nelle materie di competenza: raddoppiano da 5 a 10 milioni le risorse che saranno trasferite alle Province per l’assistenza agli alunni con disabilità; è incrementato di 770 mila euro, a copertura dei maggiori costi energetici, lo stanziamento per le scuole paritarie dell’infanzia, portando le risorse a circa 8,5 milioni complessivi.
Quanto dell’edilizia scolastica, saranno messi a disposizione ulteriori 500 mila euro per l’affitto di container o altre strutture di appoggio temporanee dove poter collocare gli studenti e far proseguire l’attività didattica in situazioni di chiusura straordinaria degli edifici.
Su richiesta dei consiglieri Silvio Magliano (Moderati) e Silvana Accossato (Luv) l’assessore ha precisato che restano invariate rispetto allo scorso anno le risorse per gli assegni di studio. Federico Perugini è intervenuto per ridabire che il gruppo della Lega farà la propria parte per la copertura totale delle graduatorie.

Porta Palazzo, nuovo look espositivo per le bancarelle dell’ortofrutta

Presto il bando

 

 

Porta Palazzo avrà le nuove bancarelle dell’ortofrutta. “In continuità col percorso intrapreso negli scorsi anni e rallentato dalla crisi economica, abbiamo approvato la sottoscrizione di una nuova convenzione tra la Città e il Comitato ‘Progetto Porta Palazzo – The Gate’ per permettere la realizzazione di un nuovo look espositivo”, spiega l’Assessore al Commercio Paolo Chiavarino.

Le vecchie strutture di vendita in legno e ferro, pesanti e usurate dal tempo, potranno così finalmente andare in pensione, sostituite con allestimenti di maggior decoro, più leggeri, sicuri e che, a fine mercato, ne consentano il ricovero all’interno dei Bastioni.

Per la sostituzione delle attrezzature il Comune di Torino, insieme alla Camera di commercio, aveva deciso di supportare i circa 160 operatori del settore ortofrutta offrendo loro la possibilità, attraverso la partecipazione a un bando, di usufruire di un incentivo finanziario a fondo perduto – pari all’80 per cento della spesa sostenuta e per un ammontare massimo di 2mila euro – per il rinnovo delle proprie bancarelle di vendita.

L’iniziativa aveva ricevuto l’apprezzamento degli operatori che vi avevano aderito in misura consistente – ben 73 le domande presentate – ma la crisi economica conseguente alla pandemia ha finito per incidere pesantemente su tempi di consegna e prezzo dei manufatti, più che raddoppiati, impedendo di fatto l’acquisto dei banchi espositivi a un prezzo adeguato,

Oggi il trend di rincari ha subito un’inversione di tendenza che ha indotto la Città, in accordo con la Camera di Commercio, a proseguire il rapporto di collaborazione con The Gate per la pubblicazione di un nuovo bando accessibile a tutti gli operatori: chi aveva già presentato la propria istanza potrà  confermarla con una comunicazione formale, mentre chi non l’aveva fatto potrà aderire ora inviando la propria domanda.

Filierba lancia il patto  per la qualità del cibo e la tutela del territorio

Il futuro dell’allevamento bovino è “green”, all’aperto, e porta benefici
sia agli animali, che sono al pascolo, sia all’ecosistema che – grazie proprio alla presenza dei
ruminanti – migliora in termini di biodiversità e fertilità del terreno. Ma non solo, perché a
beneficiare delle produzioni estensive siamo anche noi umani, quando ci nutriamo di alimenti
prodotti in quel tipo di allevamento, caratterizzati da elevati valori nutrizionali (grassi insaturi,
antiossidanti, vitamine) e da un impatto ambientale molto contenuto.
È quanto emerso venerdì scorso, 10 marzo, in un consesso tecnico-scientifico organizzato a
Tempio Pausania da Università di Sassari, Agris Sardegna e CNR e dedicato agli allevamenti
estensivi. Ospiti dell’evento, Giampiero Lombardi, professore associato dell’Università di
Torino, e Sergio Capaldo, presidente del consorzio La Granda di Genola, nel cuneese, che hanno
presentato l’esperienza maturata con il progetto Filierba (DISAFA UniTO) e un modello di
produzione sostenibile della carne in cui la componente microbica del suolo conferisce
un’identità unica ai foraggi e quindi ai prodotti.
Il progetto Filierba dell’Università di Torino
Nel suo intervento, il Prof. Lombardi ha esposto le prerogative del progetto Filierba, finanziato
dalla Regione Piemonte (PSR 2014-2020) per la creazione di filiere zootecniche basate su
foraggi da prati a elevata biodiversità. E ha poi presentato gli obiettivi, i partner e le innovazioni
con esso introdotte.

Gli obiettivi
«Oltre a sostenere la produzione e la diffusione sui mercati locali di alimenti di origine animale
diversi da quelli convenzionali», ha esordito Lombardi, «Filierba, che è acronimo di “Filiere da
Erba”, opera per promuovere lo sviluppo di filiere di produzione di carne e latte da bovini
alimentati prevalentemente con erba fresca e fieno da praterie a biodiversità elevata e per
introdurre soluzioni innovative per la gestione degli allevamenti, al fine di migliorare
l’organizzazione aziendale dei produttori». Ma anche, ha proseguito Lombardi, per «rafforzare il
legame tra prodotti e territorio, sviluppare produzioni integrative a quelle zootecniche – nella
logica della multifunzionalità e della diversificazione – e favorire l’accesso dei consumatori ad
alimenti dall’elevato valore nutrizionale».

Il contesto operativo
Il progetto Filierba è stato concepito tenendo conto della riduzione di produttività e
competitività delle aziende agricole produttrici di latte e carne registrata negli ultimi dieci anni.
Riduzione maturata in un contesto socio-economico in rapido cambiamento, a seguito della
modificazione delle abitudini alimentari dei consumatori, della crisi economica, dell’instabilità
dell’offerta, e non solo.
Per aiutare le aziende a superare tali difficoltà, i ricercatori impegnati nel progetto sono
intervenuti sia sull’organizzazione della singola realtà che sui processi produttivi, portando le
aziende a ridurre i costi, intervenendo sull’alimentazione degli animali e sulla trasformazione
dei prodotti, differenziando e valorizzando le produzioni, migliorandone le caratteristiche
nutrizionali e salutistiche.
Così facendo hanno creato le condizioni per spuntare prezzi maggiori alla vendita, anche al fine
di ottimizzare la competitività delle aziende sul mercato. Hanno anche lavorato al
miglioramento del benessere animale e alla riduzione dell’impatto dei sistemi d’allevamento
sull’ambiente, minimizzando gli effetti negativi dei prodotti di origine animale sulla salute
umana. Hanno inoltre semplificato l’organizzazione delle filiere, promuovendo quelle corte e
valorizzando i prodotti a livello locale, modificando la ripartizione dei ricavi tra i diversi soggetti
coinvolti.

Le innovazioni introdotte
Nella gestione delle risorse foraggere sono stati adottati strumenti di pianificazione noti da
tempo ma poco conosciuti dagli stessi allevatori, se si escludono quelli che praticano l’alpeggio
estivo. Tra questi strumenti merita di essere citato il Piano Pastorale – nato per la montagna e
applicato con Filierba anche in pianura – che definisce criteri e percorso tecnico per la corretta
gestione del pascolo, individuando i momenti ottimali della sua utilizzazione e i più opportuni
spostamenti delle mandrie. Con esso viene anche introdotta la pratica dello sfalcio e sono
integrati il piano delle concimazioni e la gestione dei reflui zootecnici.
I partner del progetto
Nella sua attuazione, Filierba coinvolge un gruppo di operatori piemontesi dei comparti del latte
e della carne bovini, costituito da aziende interessate a diversificare e valorizzare i loro prodotti
e a intervenire sui costi di produzione, attraverso un sistema di alimentazione degli erbivori
basato su foraggi a elevata biodiversità. Gode inoltre del supporto di due dipartimenti
universitari, di aziende di servizi, di un’associazione culturale, di un operatore della
distribuzione commerciale e di un’agenzia di comunicazione.

Italvolt a Scarmagno: due anni di annunci illusori

Dopo più di due anni di chiacchiere, annunci e pochi fatti concreti, finisce il sogno di vedere rinascere il polo industriale di Scarmagno attraverso il progetto della cosiddetta Gigafactory delle batterie al litio targate Italvolt.

“Due anni di promesse, contrassegnati di annunci illusori per il territorio canavesano, che si concludono come da tempo si temeva, per un progetto sulla carta mastondotico, ma che si è percepito fin dall’inizio fumoso ed astratto”, così Claudio DesiròSegretario di Italia Liberale e Popolare, commenta l’annuncio dello spostamento del progetto nell’area di Termini Imerese.
Rispetto ai faraonici annunci iniziali, il progetto è rimasto fermo sulla carta, con le date di inizio lavori procrastinate nel tempo, mentre grossi dubbi si affacciavano sulla fattibilità dello stesso.
“In questi due anni, agli svariati annunci, non ha mai fatto seguito nessun atto concreto. Anzi, il fallimento del progetto gemello, Britishvolt, aveva fatto presagire il non concretizzarsi dell’opera nel nostro territorio”, continua Desirò.
Lo spostamento a Termini Imerese, anch’esso sulla carta in attesa di trovare gli investimenti necessari, ancora non disponibili dopo due anni di messa a terra dell’operazione, pone nuovamente il problema del rilancio di Scarmagno.
“Un sito industriale fondamentale per il rilancio dell’economia del Canavese e di tutto il Piemonte, su cui Regione e Città Metropolitana dovranno sviluppare progetti necessari a recuperarne l’importante valore economico e sociale per il territorio”, conclude Desirò.
Ancora una volta il Canavese, così come il Piemonte, si ritrovano a dover fare i conti con la realtà dei fatti, ben diversa dalla narrazione degli annunci. La concretezza dei progetti, la capacità della concertazione tra i vari attori in gioco, pubblici e privati, e la capacità di ritrovare una visione futura per il territorio, deve essere la priorità dei prossimi mesi e della prossima Giunta Regionale, per riconsegnare al Piemonte il ruolo di locomotiva economica che la storia gli ha sempre consegnato.
Italia Liberale Popolare
Coordinamento Regionale Piemonte

Gatti e conigli, morbida tenerezza in mostra

Sarà un weekend di morbida tenerezza quello del 18 e 19 marzoal Peraga Garden Center di Mercenasco (TO).

Decine di Gatti British Shorthair e Conigli Minilopdell’allevamento degli Arduini di Salussola di Domenico Massimo Petraro animeranno gli spazi del garden center, per una dolce mostra… a quattro zampe!

Celebri per il loro carattere socievole e pacato, i gatti della razza British Shorthair hanno una struttura compatta e arrotondata, il pelo spesso e fitto, sono dolci, bellissimi ed estremamente pazienti, ideali per le famiglie con bambini.

La razza di conigli Minilop, molto particolare e poco diffusa in Italia, è caratterizzata da esemplari con le orecchie rivolte verso il basso, il muso compatto, la fronte bombata e un peso che non supera mai 1,6 kg.

Al Peraga Garden Center sarà possibile conoscere British Shorthair vincitori di gare europee e mondiali, scoprire ed adottare coniglietti Minilop e chiedere informazioni, curiosità e consigli agli esperti dell’allevamento Arduini, dal 2000 punto di riferimento per gli amanti degli animali.

PERAGA GARDEN CENTER

Via Nazionale, 9 Mercenasco (TO)

0125/665505

www.peraga.it

Aldi e Fondazione Veronesi insieme per “Io vivo sano”

ALIMENTAZIONE E MOVIMENTO. DEDICATO ALLA SENSIBILIZZAZIONE DEGLI STUDENTI A FAVORE DI UNO STILE DI VITA SALUTARE 

 

·       Dal 6 al 31 marzo ALDI e Fondazione Umberto Veronesi rinnovano l’impegno nel progetto educativo rivolto alle scuole primarie e secondarie di I grado nell’intento di sensibilizzare le nuove generazioni a favore di una dieta sana ed equilibrata

·       L’iniziativa vedrà il coinvolgimento di 1.700 studenti tra Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto attraverso un ciclo di laboratori dedicati alla prevenzione primaria

·       Il progetto è parte del programma di ALDI “Oggi per domani” che stabilisce i principi e le azioni dell’azienda volte a garantire uno sviluppo sostenibile per l’ambiente e per la società del futuro

 

ALDI, parte del Gruppo ALDI SÜD, realtà multinazionale di riferimento della Grande Distribuzione Organizzata tra i più importanti operatori mondiali, rinnova per il secondo anno consecutivo la collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi nell’ambito del progetto “Io Vivo Sano – Alimentazione e Movimento”. L’iniziativa, che si propone di sensibilizzare 1.700 studenti delle scuole primarie e secondarie di I grado a favore di uno stile di vita salutare, si svilupperà dal 6 al 31 marzo in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto.

Obiettivo del ciclo di laboratori ideati da Fondazione Umberto Veronesi con il supporto di ALDI è quello di istruire sull’importanza della prevenzione primaria attraverso un’alimentazione sana ed equilibrata, stimolando i giovani a perseguire scelte responsabili in materia di salute già a partire dall’età scolare. Un approccio in linea con i principi CR fondanti di ALDI che, sin dal suo arrivo in Italia, si impegna a garantire uno sviluppo sostenibile per l’ambiente e per la società del futuro.

Inoltre, insieme a Fondazione Umberto Veronesi, ALDI intende supportare i docenti italiani nell’insegnamento di tematiche scientifiche volte ad avvicinare i giovani al mondo della ricerca, evidenziando la rilevanza della scienza per il benessere della società.

“La correlazione tra benessere e salute è legata a doppio filo al carrello della spesa: scelte consapevoli ci permettono di restare in salute e prevenire le patologie sin dalla giovane età, un messaggio di cui vogliamo farci portavoce al fianco della Fondazione Umberto Veronesi. Per il secondo anno consecutivo siamo dunque lieti di supportarli nella diffusione di una cultura della salute, a favore di un futuro migliore a partire dai piccoli gesti del quotidiano” ha dichiarato Michael Gscheidlinger, Country Managing Director Italia.

“Da sempre Fondazione è impegnata non solo nel finanziamento alla ricerca scientifica d’eccellenza, ma anche nella realizzazione di progetti di divulgazione dedicati soprattutto ai giovani, affinchè diventino adulti consapevoli e responsabili. Grazie al prezioso e rinnovato supporto di ALDI potremo continuare con questo nostro impegno, che siamo convinti sia necessario per le generazioni di oggi e di domani” – ha affermato Monica Ramaioli, Direttore Generale di Fondazione Umberto Veronesi.

Il supporto offerto a Fondazione Umberto Veronesi per il progetto “Io Vivo Sano – Alimentazione e Movimento” si inserisce nel percorso di responsabilità sociale d’impresa di ALDI “Oggi per domani” che stabilisce i principi e le azioni dell’azienda per garantire uno sviluppo sostenibile per l’ambiente e per la società del futuro. La mission aziendale si propone infatti di supportare i consumatori nel migliorare il proprio benessere anche attraverso il carrello della spesa, scegliendo prodotti che apportino dei reali benefici per la salute. Un approccio in linea con gli obiettivi di Fondazione Umberto Veronesi e a favore della sensibilizzazione delle nuove generazioni verso abitudini di consumo più sane.

 

Videomaker in erba, ecco i vincitori del progetto di storia

“Approfondire, conoscere, appassionarsi per i ragazzi è segno distintivo sempre e per ogni settore e argomento. Ma quando questo voler sapere ed entusiasmarsi si rivolge alla storia, ancor più a quella contemporanea, diventa vero elemento di crescita. Per ogni singolo ragazzo certo, ma di conseguenza per l’intera comunità in cui questi giovani crescono e vivono”, dichiara Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale. “Investire risorse su progetti come questo, che ha visto vincitori gli studenti della VBT del Bodoni-Paravia di Torino, vuol dire investire nella nostra società. Significa dedicarsi e spendersi per rendere migliore questo nostro tempo”.

“La Regione Piemonte è stata tra le prime realtà a promuovere un progetto di studio sulla storia contemporanea, che è arrivato alla sua 42° edizione, e che nel corso di questi decenni ha coinvolto decine di migliaia di studenti delle scuole secondarie e degli enti di formazione professionale, organizzando viaggi studio nei luoghi della memoria in Italia e Europa”, commenta Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale, delegato al Comitato Resistenza e Costituzione. “Tutto questo è stato possibile grazie al coinvolgimento dei docenti e al lavoro degli Istituti storici della Resistenza in Piemonte, che sono tra i partner più importanti del Comitato Resistenza e Costituzione. Il Comitato è nato a metà degli anni Settanta dalla convinzione che per fare Memoria e per difendere i valori della Resistenza e i principi della nostra Carta costituzionale è necessario un lavoro istituzionale ma soprattutto culturale ed educativo. Cercando di utilizzare linguaggi nuovi per riuscire a coinvolgere i più giovani. Per questo, quest’anno, accanto al tradizionale elaborato scritto, abbiamo voluto prevedere più forme di partecipazione, come la fotografia, il torneo di dibattito e il cortometraggio”.

Il bando di concorso prevedeva tre tracce: la prima invitava ad approfondire il tema della violenza politica nella storia dell’Italia e dell’Europa nella prima metà del Novecento, in occasione del centenario della Marcia su Roma e della strage di Torino del 18 dicembre 1922, la seconda era incentrata sul racconto della guerra in corso in Ucraina e la terza sull’emergenza ambientale.

Gli studenti potevano partecipare presentando un elaborato scritto, una foto, un breve trailer video oppure prendendo parte a un torneo di dibattito.

La classe 5BT del Bodoni-Paravia ha proposto un breve video, interpretato dagli studenti stessi che, anche attraverso alcuni flashback fra passato e presente, hanno ricordato la strage del 18 dicembre 1922, perpetrata dai fascisti contro gli oppositori del regime e riflettuto sugli ideali che animavano antifascisti e liberali.

Come premio, i vincitori potranno sviluppare il soggetto proposto nel trailer realizzando un vero e proprio cortometraggio, grazie a un percorso formativo finalizzato a questo obiettivo, organizzato dall’Associazione Aiace Torino. Il film verrà poi proiettato in occasione della premiazione al Salone del libro e successivamente in una sala cinematografica con una proiezione dedicata alle famiglie e alle scuole.

Alla categoria video del concorso, che è una modalità proposta per la prima volta dal bando, hanno partecipato 10 istituti superiori per un totale di 188 allievi.