La Juventus di Thiago Motta, ha vinto 4-0 contro laJuve Next Gen di Montero all’Allianz Stadium di Torino tutto esaurito. I gol di Danilo, Weah, Yildiz e Thuram. Si è trattato del penultimo test amichevole prima del debutto in Serie A contro il Como di Cesc Fabregas. Invasione di campo dei tifosi al 56’.
Escursionista 70enne precipita nel vuoto e muore
Un’escursionista francese settantenne e’ deceduta cadendo sulle montagne di Exilles sul sentiero che collega il Colle d’Ambin a Grange della Valle, a circa 2.600 metri di quota. Per recuperare il corpo sono intervenuti l’elisoccorso con il soccorso alpino della guardia di finanza di Bardonecchia e i tecnici del soccorso alpino e speleologico.
Ragazzo accoltellato in una lite
La Questura di Vercelli ha deferito in stato di libertà un settantacinquenne vercellese, incensurato, resosi responsabile del reato di lesioni aggravate ai danni di un giovane straniero la mattina del 2 agosto scorso.
La richiesta alla Sala Operativa della Questura è giunta da una donna che segnalava di aver trovato in strada, nella zona di Corso Italia, un ragazzo sanguinante e riverso a terra; all’arrivo degli operatori della Squadra Volante il giovane non era in grado di riferire chi l’avesse aggredito né il motivo della violenza ma gli agenti, seguendo a ritroso le tracce di sangue del giovane, riuscivano ad individuare il luogo dell’aggressione, un’abitazione privata della prima periferia cittadina di proprietà di un anziano vercellese.
I successivi accertamenti investigativi, esperiti con la collaborazione del Gabinetto di Polizia Scientifica, permettevano di rinvenire nell’appartamento numerose tracce di sangue ed un coltello, verosimilmente utilizzato durante l’aggressione nata per un banale litigio i cui motivi sono ancora da chiarire.
Poco dopo la vittima, che presentava solo poche ferite superficiali da arma da taglio ed era stata trasportata presso l’Ospedale Sant’Andrea, veniva dimessa con una prognosi di 10 giorni mentre l’aggressore, al termine delle formalità di rito, è stato denunciato in stato di libertà per il reato di lesioni aggravate, in quanto provocate a mezzo di un’arma.
Peperone di Carmagnola, Grandi spettacoli
In occasione della 75esima Fiera Nazionale
Dal 30 agosto all’8 settembre prossimi si terrà la Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola, che annuncia con entusiasmo l’allestimento di un palco istituzionale in piazza Sant’Agostino. Questo costituirà la cornice per gli appuntamenti con personaggi illustri italiani e non solo.
Le serate saranno arricchite da spettacoli di cabaret di altissimo livello e tra gli artisti in programma spiccano nomi di rilievo nel campo della comicità italiana, come Max Samaritani, noto comico italiano apprezzato per il suo umorismo e la sua capacità di infondere leggerezza e allegria in ogni sua performance. Sarà presente anche tanto cabaret con Maria Pia Timo, attrice versatile e comica che con il suo talento sarà in grado di creare personaggi di grande impatto e trasportare il pubblico attraverso monologhi irresistibili. Il comico Leonardo Manera porterà sul palco di Carmagnola i suoi personaggi iconici, come il ventriloquo Vasco e il mimo Mimmo, garantendo risate e intrattenimento.
In questa kermesse non poteva mancare la musica, grande protagonista anche in questa edizione 2024 grazie ad un ricco palinsesto di spettacoli musicali. Saranno presenti i Kinder, gruppo musicale composto da tre giovani musicisti che si dedicano a produzioni pop e leggere per una serata coinvolgente e emotiva, i BigoDay, otto ragazzi uniti da una forte amicizia e una passione condivisa per la musica; il loro sound è un mix innovativo di funk e pop, con influenze musicali globali, presentato in maniera sorprendente. Non mancherà la musica rock combinata con atmosfere swing e jazz arricchita da numerose gag grazie a Little taver and his crazy alligatore, conosciuto per il suo lavoro nel mondo del cinema, della televisione e come presentatore d’eccezione capace di unire la buona musiva al divertimento. Ad accompagnare il pubblico in un viaggio negli anni Sessanta saranno i Diskorario Party Band, attiva da altre venti anni e famosa per le sue esibizioni nei più importanti palchi del circuito delle cover band.
Dotata di presenza scenica magnetica Marta Cataldi farà emozionare il pubblico con i suoi passi di danza classica e la sua voce soave.
Non solo il palco di Sant’Agostino, ma l’intera città di Carmagnola saranno animati da un ricco programma di eventi e appuntamenti, dove non mancheranno spettacoli itineranti con le marching band White parade e Brianza Parade Band per scoprire le bellezze della città, accompagnati dalla musica e dai sapori del Piemonte e del peperone, dove i turisti, gli appassionati, i gourmet potranno degustare tutte le varianti del famoso peperone in diverse preparazioni create ad hoc.
Mara Martellotta
La tanto attesa stagione estiva è arrivata ed il Comando di Polizia Locale di Bardonecchia potenzia le attività di controllo del territorio con servizi domenicali e serali.
“I flussi turistici sono in crescita ed è necessario aumentare la presenza sul territorio” spiega il Comandante Diego Ciriaco che prosegue “fare sicurezza vuol dire prima di tutto prevenire. I cittadini ci hanno ringraziato personalmente durante i servizi apprezzando l’operato degli agenti”.
Nei controlli, mirati al rispetto delle norme di comportamento, sono state impiegate le nuove strumentazioni in dotazione al Comando, quali precursori alcolemici e strumenti per scovare i falsi documentali.
Nell’ultima serata sono stati controllati un centinaio di veicoli, accertate diverse violazioni e ritarata anche una patente di guida, riferisce il Sindaco di Bardonecchia Chiara Rosetti, che ringrazia il Comandante Diego Ciriaco ed il Comando intero per il lavoro svolto.
Arsenio era un pappagallo cinerino dal piumaggio prevalentemente grigio, con tonalità più scure sulla testa e sulle ali, e un bel becco nero e ricurvo.
Giorgio lo ricevette in regalo dallo zio Arialdo che a sua volta l’aveva portato con se a Torino al termine di un lungo viaggio in Africa equatoriale. Il piccolo pennuto, originario delle foreste pluviali nel cuore del continente nero, aveva una caratteristica particolare che lo distingueva dagli altri volatili e da gran parte degli animali: l’eccezionale intelligenza, secondo alcuni esperti paragonabile a quella di un bambino di tre anni. Perfettamente in grado di associare alle parole ripetute l’esatto significato, con gli anni e adeguatamente istruito, aveva imparato ad esprimersi con brevi frasi compiute, interloquendo nelle conversazioni. Ghiotto di frutta e semi, Arsenio era diventato a tutti gli effetti un membro della famiglia di Giorgio, scapolo impenitente. La strana coppia filava d’amore e d’accordo, condividendo l’appartamento in Corso Casale che offriva una suggestiva vista sul verde del parco Michelotti e sul Po. Giorgio, progettista di una nota azienda, si era formato al dipartimento di ingegneria meccanica e aerospaziale del Politecnico torinese. La sua attività gli consentiva di passare buona parte del tempo lavorando da casa, condividendo le giornate con il fedele Arsenio. Appassionato di calcio, era cresciuto nel mito del Grande Torino, la compagine degli “invincibili” capitanati da Valentino Mazzola che persero tragicamente la vita nell’incidente aereo del 4 maggio 1949, schiantandosi sulla collina di Superga. Trasmettere quel sentimento d’affetto al pappagallo non fu per nulla difficile, tant’è che Arsenio imparò a ripetere con infallibile memoria l’esatta sequenza della storica formazione, imitando la voce del suo padrone con un lieve timbro nasale: Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano, Menti, Loik, Gabetto, Mazzola, Ossola. Un bel giorno l’azienda chiese a Giorgio la disponibilità di recarsi per un periodo di sei mesi all’estero, in America del Sud, allo scopo di contribuire all’avvio di un nuovo sito produttivo a Montevideo, la capitale dell’Uruguay. Era un’occasione davvero importante e quasi unica per la sua carriera ma occorreva risolvere il problema del pappagallo, abituato a convivere con il suo padrone. Tra l’altro a Montevideo avrebbe dovuto dividere l’appartamento con un collega.
Erano due locali più i servizi nel quartiere della città vecchia, a poca distanza dalla piazza dell’Indipendenza. Uno spazio abbastanza angusto e per di più l’altro tecnico pareva fosse allergico al piumaggio degli uccelli. Non vi era dubbio sul fatto che Arsenio non potesse seguirlo nella missione. A chi lasciarlo in custodia, allora? Parenti non ne aveva più, avendo perso i genitori in tenera età e morto da un anno anche il vecchio zio Arialdo. Era un cruccio enorme, un tormento da togliere il sonno. Ad un certo punto maturò un’idea. L’unico vero amico che aveva, un compagno di università con il quale trascorreva talvolta le serate e qualche fine settimana, era stato sfrattato e stava cercando una sistemazione. Lo chiamò spiegando il suo problema e chiedendogli la cortesia di occupare il suo alloggio per il tempo della missione. Non avrebbe avuto nessuna spesa e l’unico obbligo di prestare cura al ciarliero pappagallo. L’amico, che si chiamava Giulio, invitato a cena accettò con entusiasmo la proposta. Arsenio, con le sue spiccate capacità intuitive, colse dai discorsi dei due amici seduti a tavola nell’alloggio di corso Casale dei frammenti di discorso che non gli piacquero, e si chiuse in un ostinato mutismo. Ma ben presto dovette fare buon viso alla situazione che si venne a creare con la partenza del padrone di casa, accettando la novità. Il pennuto, superato l’imbarazzo delle prime giornate dove prevalse una lieve malinconia, considerando che il nuovo inquilino gli dava regolarmente da mangiare, gli parlava e qualche volta canticchiava dei motivi di suo gradimento, al punto che ne ripeteva qualche parola, accettò la presenza di Giulio. Anzi, con il passare dei giorni, gli si affezionò. L’uomo raccontava all’uccello storie e confidenze quasi avesse a che fare con una persona e decise anche di fare un piccolo scherzo all’amico. Tifoso sfegatato della Juventus, la vecchia signora antagonista del Torino, oltre a insegnare al pappagallo parole e proverbi in piemontese, gli ripeté una frase che avrebbe certamente fatto colpo su Giorgio: “Viva la goeba”. Ai bianconeri juventini era stato incollato addosso anche questo curioso soprannome, riservato tanto ai giocatori quanto ai tifosi, di “gobbi”. Pareva che il termine risalisse a un curioso episodio degli anni ’50 quando per una intera stagione, durante le corse dei giocatori, le loro maglie trattenendo l’aria, si gonfiavano creando una specie di gobba. Una malignità, probabilmente creata ad arte dai rivali, tifosi dei granata. Fatto sta che quel “viva la Gobba” in piemontese piacque molto ad Arsenio che lo ripeteva di continuo come un mantra, accompagnandolo con altri spezzoni del dialetto subalpino.
Un giorno, dopo l’uscita di Giulio per delle compere, un fattorino si presentò sull’uscio per consegnare un pacco. Dopo aver suonato il campanello udì una voce gracchiante rispondere dall’interno: “Chi è?”. “Devo farle una consegna, signore!”, disse l’uomo. “Chi è?” rispose Arsenio, ripetendo l’invito più volte. “Sono il fattorino. Ho qui un pacco per lei. Mi può aprire, per favore?”, replicò il dipendente della ditta spedizioniera, tradendo un certo fastidio. Il pappagallo, per tutta risposta, inanellò una serie di frasi mescolando il piemontese con l’italiano: “Cosa fai daré ëd la pòrta?”, “Va via, fafioché d’un fafioché” ( in pratica dandogli del buono a nulla, di colui che parla tanto e non conclude niente), “Gavte la nata, balengo” (l’equivalente dell’invito a togliersi il tappo, un modo come un altro per suggerire di farsi furbo). Spazientito, il fattorino rispose con un epiteto che provocò la furibonda reazione di Arsenio che alzò ancor di più la sua stridula voce. Offeso l’uomo ridiscese le scale, visibilmente infuriato. Incontrando il portiere dello stabile gli chiese chi fosse quel maleducato che abitava al terzo piano. L’addetto alla custodia, stupito, rispose a sua volta non gli risultava nessuno in casa, avendo visto uscire una mezz’ora prima il signor Giulio. Bastò questa risposta perché il fattorino gli sbattesse tra le braccia il pacco urlandogli un seccatissimo “Visto che ci sono i fantasmi, allora a consegnare questo ci pensi lei!!”, infilando il portone e andandosene per la sua strada con un diavolo per capello. Passarono i giorni, le settimane, i mesi e il pappagallo sviluppò un attaccamento morboso nei confronti di Giulio, manifestando episodi sempre più costanti di gelosia.
Uno dei casi più frequenti si manifestava quando Giulio era costretto a uscire. Era sufficiente che indossasse la giacca o un cappotto perché Arsenio strillasse con sofferenza, roso dal tormento: “Non andare via! Stai qui! Non uscire!”. Per ingannare l’intelligentissimo volatile era arrivato al punto di calare dalla finestra, con la complicità del portinaio, la giacca o il soprabito, fugando il sospetto di una imminente fuga. Al termine dei sei mesi, al ritorno di Giorgio, il pappagallo raggiunse l’apice della possessività gridando disperatamente: “Giulio non andare via.. A l’è mej n’amis che des parent (è meglio un amico che dieci parenti).. Non mi lasciare, non abbandonarmi.. A basta ‘n to soris! (basta un tuo sorriso). Erano scenate davvero strazianti, a riprova di un amore che spezzava il cuore. Un diluvio di parole che Arsenio, rifiutandosi di mangiare, emetteva con una voce acuta e stridente che pareva sul punto di spezzarsi in pianto. I due amici, non potendo restare indifferenti davanti a tanta sofferenza, considerato che l’appartamento era abbastanza grande e che Giulio un alloggio per se non l’avevo ancora trovato, decisero di condividere l’abitazione di corso Casale. Il pappagallo ascoltò con attenzione il discorso che gli fecero, quasi si stessero rivolgendo a un bambino. E come un marmocchio davanti ai doni trovati sotto l’abete la mattina di Natale, Arsenio dimostrò tutta la sua felicità svolazzando per le stanze, pur senza rinunciare ad avere l’ultima parola: “I papagal l’an sempre rason”. I pappagalli hanno sempre ragione. E come si poteva dargli torto?
Marco Travaglini
Via Cinzano a Torino in uno scatto di Luigi Maggiorino
Il 10 agosto, in occasione della giornata mondiale del Leone, il Bioparco Zoom di Torino organizza un evento speciale dedicato a questi affascinanti e maestosi animali, una giornata ricca di iniziative ed attività volte a sensibilizzare il pubblico sulla conservazione di uno dei predatori più carismatici del pianeta, offrendo momenti coinvolgenti, divertenti e educativi.
“Il leone è uno dei predatori più carismatici del pianeta- spiega Irene Carnovale, responsabile keeper Bioparco ZOOM di Torino- e nonostante in Africa la popolazione sia ancora numericamente significativa, si stimano 23 mila esemplari maturi, si trova nella lista rossa dello IUCN perché considerata ‘vulnerabile’. Negli ultimi venti anni si è registrata una riduzione di circa il 43% e, ad oggi, i leoni sono scomparsi dal 90% del loro territorio originario, concentrandosi ormai nelle aree dell’Africa Sub- Sahariana. Il bracconaggio non è l’unica causa che minaccia la loro sopravvivenza; questa specie si vede limitare sempre più il proprio habitat con la conseguente riduzione delle prede selvatiche, a causa dell’incremento delle coltivazioni e viene predata da popolazioni locali poiché, a sua volta, preda il bestiame domestico. Ecco perché la sfida alla conservazione è molto complessa e passa anche attraverso l’educazione delle popolazioni locali e della salvaguardia del territorio, della sensibilizzazione internazionale e, non ultimo, dalla conservazione delle specie nelle strutture zoologiche”.
Alle 11.30 del 10 agosto, con replica alle 17.30 e 20.30 presso la Savana Terrace si terrà un talk speciale per conoscere da vicino i tre leoni ospitati al parco, Raican, Inez e Ires, scoprendo divertenti curiosità e particolarità dell’ecosistema africano e conoscendo i keeper che si prendono cura di loro. Dalle 18 in Savana Terrace spazio ad un aperitivo ruggente. Si potranno scegliere da una drink list creata ad hoc per l’occasione, tre cocktail, il ‘Raican’, mix agrumato con note amarognole e speziate, il Cocktail Ines un taste fruttato e fresco a base di liquore di pesca e un cocktail ‘Iris’ gin analcolico con note dolci efloreali.
Alle 20.30 all’interno della rassegna “Cinema sotto le stelle” si potrà assistere alla proiezione del “Re Leone 2. Il regno di Simba” presso il Solarium Malawi Beach. Per gli amanti del teatro, alle 20.45, andrà in scena, al Mora Mora Villege lo spettacolo “Il Leone Furbacchione”, una favola divertente che celebra l’amicizia tra l’uomo e la natura, raccontando il rapporto tra i leoni e il popolo Masai.
Alle 21.45, per gli amanti del ballo e delle acrobazie, si potrà assistere allo spettacolo “Maasai” in un anfiteatro di Petra, trasformato per l’occasione in un suggestivo teatro a cielo aperto. Saranno presenti coreografie tribali. Performance acrobatiche, videoproiezioni e musiche composte ad hoc, grazie a straordinari performer che si trasformeranno in leoni, gazzelle e Masai.
Mara Martellotta
Fondi regionali per pesca e acquacoltura
Oltre un milione e mezzo di euro (precisamente 1.529.710,00 €) sono stati stanziati nella seduta di venerdì 2 agosto dalla Giunta Regionale del Piemonte su proposta dell’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Parchi, Caccia e Pesca Paolo Bongioanni per promuovere la pesca e l’acquacoltura in Piemonte. Si tratta di risorse provenienti da fondi europei, dal Fondo di Rotazione e da risorse proprie della Regione. Saranno destinate, attraverso bandi di prossima pubblicazione, a progetti che rientrano fra le priorità indicate dal Feampa 2021-27, il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura.
Spiega Bongioanni: «Rispetto alla passata programmazione voglio indirizzare in modo differente i finanziamenti, che dovranno andare a sostegno di tutta l’attività legata all’allevamento delle varie specie ittiche proprie del Piemonte. Dalla pesca professionale sul Lago Maggiore alle trote iridee e fario allevate nelle vasche alimentate dalle acque dei nostri torrenti e fiumi alpini, per arrivare alle peschiere del Pianalto di Poirino dove nasce la pregiata Tinca Gobba Dorata: l’ittiocoltura piemontese offre prodotti apprezzati e rinomati sulle tavole e nelle cucine dei nostri chef. Per questo inizieremo al contempo un’azione promozionale delle specie ittiche autoctone del Piemonte, per portarle con una filiera corta fin sulla tavola. Le azioni promozionali saranno pensate per presentare questo percorso che rientra nel più generale progetto della Filiera Corta: un progetto che vuole connettere i produttori con il segmento del commercio – anche di vicinato – e con la ristorazione, per dare visibilità a una forma di pesca e allevamento che ha radici che partono da lontano, e che proprio per questo vanno rispettate e valorizzate in un’ottica di promozione economica complessiva del nostro territorio».
Questa misura – che verrà presto incardinata in bandi regionali – è rivolta alle aziende piemontesi di acquacoltura, a Comuni ed enti locali coinvolti in progetti nel settore, e interviene sia nel segmento dell’allevamento ittico sia in quello della successiva lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti.
«Per la prima volta in Piemonte – dichiara il segretario generale FenealUil Piemonte, Giuseppe Manta – un’ordinanza regionale si occupa del problema del caldo eccessivo e dell’esposizione ai raggi solari sul lavoro».
«Era un intervento assolutamente necessario – spiega – viste anche le alte temperature di questi giorni, ma ci auguriamo che il prossimo anno la questione venga esaminata già nei mesi precedenti all’estate, insieme ai sindacati di categoria, per poter affrontare tutte le problematiche relative ai settori interessati, per andare incontro sia alle esigenze di lavoratori e lavoratrici che a quelle delle imprese».
«È necessario un confronto – afferma Manta – per ragionare su nuovi turni di lavoro, che inizino al mattino presto, e su una ‘banca ore’ per compensare le ore di ‘fermo’ senza dover ricorrere alla cassa integrazione».
«Bisogna tener conto – precisa il sindacalista della FenealUil – che nel settore edile spesso le imprese e i lavoratori lavorano in cantieri distanti anche oltre 100 km da casa e il fermo per il caldo aiuta a tutelare la salute, ma, per effettuare le otto ore lavorative, obbliga a stare fuori di casa anche 14 ore, perché è impensabile che lavoratori e lavoratrici tornino a casa per il fermo e poi ritornino in cantiere alle 16.00».
«L’ordinanza regionale – conclude – è un fatto positivo, ma il tema va approfondito in sede sindacale in tutte le sue sfaccettature».