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Visibilmente emozionata, Maura Picciau, dirigente della Direzione Generale Musei, giunta appositamente a Torino per la solennità dell’occasione, parla di “fonte di soddisfazione”.
E sottolineando il grande lavoro di trattative e studi che hanno preceduto questa inaugurazione, un lavoro durato più di un anno e mezzo, punta l’attenzione sull’obiettivo del Ministero, ormai ventennale, all’arricchimento dei musei pubblici: consolidato lo scorso anno con una interessante voce di spese per gli acquisti, che ha fatto sì che questo “Concerto a due figure” di Antiveduto Gramatica, dipinto tra il 1608 e il 1612, un olio su tela pressoché quadrato (83 x 88,5 cm) potesse essere ricongiunto al “Suonatore di tiorba” che già fa parte del patrimonio della Galleria Sabauda: “uno dei vertici giovanili dell’attività di Gramatica – affermano i responsabili – per la raffinatezza nella resa delle figure e dei panneggi, la qualità cromatica nelle tonalità dei bruni e dei colori accesi e la rappresentazione degli strumenti musicali”.
Sottolinea ancora la dirigente “il coraggio e la discrezione” dell’intera operazione, compiuta con “doppio controllo anche quadruplo controllo”, a significare la ricchezza e l’importanza dell’opera, l’urgenza perché essa venisse presto ricongiunta e potesse riformare ottimisticamente un unicum con la tela consorella. “Un’opera importante per la storia dell’arte, e vorrei dire quasi delle arti”, conferma Enrica Pagella Direttrice dei Musei Reali. “Un momento di memoria della città” che viene a far parte di un progetto ben più ampio: “L’incremento dei patrimoni può avvenire per via di donazioni, che attestano il radicamento dell’istituzione nella comunità di riferimento, oppure per via di acquisti, tesi a valorizzare, arricchire e talvolta risarcire o completare la catena di valori storici e artistici che si è sedimentata nel tempo.”
L’interessamento del Ministero è il frutto dell’intuito e degli sforzi appassionati di due galleristi torinesi, Massimiliano Caretto e Francesco Occhinegro, che scoprono il “Concerto” sul mercato dell’antiquariato londinese. La tela è nelle mani di Derek Jones e il punto primo è quello di distogliere la volontà dell’antiquario a voler interpellare un più vasto mercato internazionale. Memori del “Suonatore” e certi di una medesima radice delle due tele a seguito dell’attento studio del critico Gianni Papi, massimo specialista di Gramatica (che ricordiamo ebbe origini senesi, che arrivato a Roma appena ventenne potè già metter su una bottega tutta sua e ospitare i primi passi di Caravaggio nella città dei Papi, che potè godere degli appoggi di una personalità influente come il cardinale Francesco Maria Dal Monte) – tele suddivise assai presto, dal momento che due opere potevano rendere sul mercato assai più di una sola -, forti di ulteriori indagini diagnostiche e della conoscenza di copie posteriori che attestavano l’unicità della composizione, i due galleristi si mettono in contatto con il museo torinese in modo da consolidare una scelta che avrebbe portato al ricongiungimento.
Prima di arrivare agli sviluppi ultimi dell’operazione, risulta estremamente interessante l’ascolto della ricca narrazione da parte di Annamaria Bava, forse la persona che più da vicino ha seguito le tante vicende che interessano le due opere, dell’excursus che inevitabilmente abbraccia in esclusiva “Il suonatore” e abbandona alla piena solitudine artistica il “Concerto”, velocemente scomparso ad ogni conoscenza. Quindi è bene ricordare come “Il suonatore”, giunto a Torino nel 1635 – forse complice un veloce passaggio o una più lunga permanenza in città già una quindicina di anni prima dello stesso Gramatica – tra le diciassette opere volute dai Savoia per le proprie raccolte e passato quindi al patrimonio di Tancredi e Giulia Falletti di Barolo e, alla morte di lei (1864), donato dalla famiglia alla Sabauda, sia stato sino al 1928 attribuito al Caravaggio e che soltanto in quell’anno Roberto Longhi gli abbia ridato l’esatta paternità. Dando poi per buono il riconoscimento di una tiorba per lo strumento nelle mani del musico, allora si identificherebbe in Cesare Marotta il protagonista, pugliese d’origine e coniugato con quella Ippolita Recupito che ci guarda dal “Concerto” e che all’epoca fu una delle voci più apprezzate dalle corti, Mantova Roma Ferrara, dal 1603 stipendiata da Dal Monte. Se al contrario si prestasse voce a quella corrente di esperti che vede nello strumento la rappresentazione di un arciliuto (di una cordatura doppia e di un registro più acuto), allora il protagonista diverrebbe Vincenzo Pinti, conosciuto come il “cavaliere del liuto”.
Le due tele rimarranno affiancate nella sala della Sabauda per una settimana soltanto, sino a domenica 5 marzo, per poi essere nuovamente offerte allo sguardo degli studiosi. Si avranno maggiori notizie ad esempio su quella sigla T94 che è sul retro del “Concerto” (forse un passaggio tra la raccolta Del Monte a quella Torlonia?) o quel numero 1085 che sta alla base della medesima tela, sulla sinistra, certo ai tagli su entrambe le tele e a quei dodici cm mancanti alla base del “Concerto”; forse il tutto da decifrare ponendo a lato un’altra tela, della collezione Lancellotti, quattro musici tra i quali inequivocabilmente si riconosce il Marotta a cui i Savoia nel 1612, data utile per una più esatta datazione del quadro, diedero l’onorificenza di cavaliere.
Dal 9 giugno le due tele saranno al centro di una esposizione – molti i soggetti musicali, non ultime quelle “Muse” che Gramatica, verosimilmente intorno al 1621, realizzò per Vittorio Amedeo I e Cristina di Francia – che prenderà le mosse dalla collezione Falletti di Barolo, ampliando quella sala che racchiude i caravaggeschi e che già oggi mostra sul fondo quel capolavoro che è “L’Annunciazione” di Gentileschi.
Di 350 mila euro è la cifra che il Ministero della Cultura ha versato a mister Jones per l’acquisto e per il fortunato ricongiungimento, lasciandogli l’onere di un tondo 10% di tasse doganali al nostro paese.
Elio Rabbione
Nelle immagini: Maura Picciau, dirigente della Direzione Generale Musei, e Enrica Pagella, Direttrice dei Musei Reali, durante la presentazione delle due opere di Antiveduto Gramatica; “Il suonatore di tiorba” e “Concerto a due figure” e particolari.
È prodotta da Matrioska e Fandango, le riprese sono previste nei prossimi mesi primaverili.
Dal 4 al 6 marzo sono in programma i casting per trovare comparse adulte, dai 18 agli 80 anni ed anche minori dai 5 ai 16 anni.
Nel dettaglio si cercano: militari veri, persone che sappiano parlare tedesco, uomini dai 25 ai 65 anni biondi con occhi azzurri, persone maggiorenni, residenti a Bardonecchia, Oulx, Exilles, Susa e paesi limitrofi.
I casting si svolgeranno il 4 marzo a Bardonecchia, al Palazzo delle Feste, dalle 10,30 alle 13 e dalle 14 alle 19; il 5 marzo, negli stessi orari, alla Casa delle Culture di Oulx ed il 6 marzo, nella Sala Consiglio del Municipio di Exilles.
“Un’occasione di visibilità importante per l’intero territorio dell’Alta Val di Susa” sottolinea il vice sindaco di Bardonecchia Vittorio Montabone, che ricorda il protocollo di intesa, siglato nei mesi scorsi, tra l’Amministrazione Comunale di Bardonecchia e Film Commission Torino Piemonte, finalizzato proprio a possibili ambientazioni di produzioni cinematografiche e televisive. “Siamo molto contenti di questa opportunità, che conferma l’importanza dell’accordo con Film Commission Torino Piemonte, e siamo sicuri che il nostro territorio saprà rispondere al meglio a questa importante occasione”.
Il Presidente di Film Commission Torino Piemonte Beatrice Borgia ricorda che “nell’ultimo anno, grazie alla propria Rete regionale, FCTP ha rafforzato la collaborazione con molti comuni montani: i protocolli d’intesa siglati permettono di mettere a sistema le potenzialità di ogni territorio. Anche in questo caso troviamo nel Comune di Bardonecchia un importante alleato per il nostro operato e per la valorizzazione dell’audiovisivo piemontese”.
Anziché atterrare alle 11:15, come previsto, il volo è giunto all’aeroporto di Napoli solamente alle 14:27. Un ritardo di oltre tre ore per una coppia di Barletta, avvenuto il 9 dicembre 2021, che ha portato non pochi disagi ai due viaggiatori e ad altri passeggeri del volo.
Sulla questione è intervenuto il Giudice di Pace di Torino, che, pochi giorni fa, ha condannato Ryanair al pagamento di 500 euro nei confronti dei due passeggeri.
«Il Giudice di Pace di Torino – commentano da ItaliaRimborso, che ha assistito i passeggeri – , ha applicato il Regolamento Comunitario 261/2004, che tutela i passeggeri aerei anche in casi di ritardo aereo. Oltre le tre ore di ritardo, infatti, i passeggeri possono richiedere la compensazione pecuniaria. Nella fattispecie non vi erano circostanze di sciopero o di condizioni meteo avverse che incidessero sulla rotta aerea».
ItaliaRimborso punta a far valere i diritti dei viaggiatori ed ancora una volta ha ricevuto una sentenza accolta, accaduto come il 98,1% dei casi. Per attivare l’assistenza, senza alcun prezzo per il passeggero, è possibile farlo agevolmente, compilando il form presente nell’homepage del sito italiarimborso.it.
2 marzo – 21 maggio 2023
Cartella stampa al link: https://bit.ly/mostraZara
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino presenta, dal 2 marzo al 21 maggio 2023, al Narodni Muzej Zadar, il Museo Nazionale di Zara, la mostra Il mestiere delle arti in Italia. Capolavori da Palazzo Madama.
L’esposizione, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura Zagabria, con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Zagabria, è dedicata all’eccellenza dello stile italiano, unanimemente ammirato nel mondo, e al suo affondare le proprie radici in secoli di affinamento di ideazione e tecniche in ogni campo delle arti suntuarie, al servizio delle corti e in funzione dei commerci.
La mostra, appositamente progettata per gli spazi e in dialogo con le collezioni del Museo Nazionale di Zara, presenta un centinaio di opere dei Musei Civici di Torino, prevalentemente conservate a Palazzo Madama, espressione delle botteghe e manifatture di tutta Italia dal tardo Medioevo al Settecento, a testimoniarne estesamente la maestria e genialità. Nello specifico sono documentati i vetri di Murano, i rami smaltati veneziani, i bronzetti rinascimentali di area veneta, i ferri cesellati di produzione lombarda, la maiolica centro-italiana, la porcellana di Doccia, Vezzi, Cozzi e Napoli, i tessuti e i merletti, l’ebanisteria, il microintaglio in legno e avorio, le legature decorate.
Palazzo Madama, nato come museo di arti applicate all’industria e inaugurato il 4 giugno 1863, conserva una delle collezioni di arti decorative più importanti d’Europa, concepita in un periodo di forti mutamenti, quando l’esigenza primaria era di raccogliere e di tutelare le memorie patrie e i ritrovamenti archeologici che si andavano susseguendo sul territorio cittadino in costante espansione. Al contempo si sviluppò rapidamente una sezione particolare, quella della Storia del lavoro, che, sull’esempio di un grande museo come il South Kensington di Londra (ora Victoria and Albert Museum), intendeva illustrare la storia delle arti applicate a beneficio degli artisti e degli artigiani che erano invitati a ispirarsi ai manufatti del passato. La presenza a Torino del Regio Museo Industriale Italiano, fondato nel 1862, che assolveva al compito di documentare la storia dell’industria e forniva non solo approfondimenti su materie prime e macchinari, ma disponeva anche di laboratori e aule didattiche, fece sì che il Museo Civico potesse configurare le sue raccolte in senso marcatamente storico-artistico. Queste caratteristiche si accentuarono man mano che si andavano precisando gli ambiti delle collezioni: le sezioni archeologica e preistorica furono via via dismesse, cedute ad altre istituzioni cittadine in cambio di opere di arte decorativa più pertinenti al carattere del museo.
È questa la cornice in cui si è elaborata la scelta di opere da proporre a Zara, secondando precipuamente quanto compiuto per il Museo Civico di Torino da Emanuele Taparelli d’Azeglio (1879-1890), figlio di Roberto, primo direttore della Pinacoteca Sabauda e nipote del più celebre Massimo, pittore, scrittore e politico. D’Azeglio aveva svolto la carriera diplomatica nelle grandi capitali europee (Monaco, Vienna, l’Aja, Bruxelles, San Pietroburgo) e si era poi trasferito a Londra nel 1848. Qui era stato testimone della prima Esposizione universale allestita al Crystal Palace nel 1851 e della nascita della National Gallery e del Victoria and Albert Museum. È nel contesto internazionale del mercato d’arte londinese che aveva preso forma la sua passione collezionistica, di particolare rilevanza per la collezione di maioliche e porcellane italiane e per quella dei vetri dorati e dipinti, la prima donata al museo nel 1874, la seconda depositata nel 1877 e donata poi per lascito testamentario nel 1890. Rientrato a Torino ed eletto direttore, promosse la crescita delle raccolte di arte decorativa sull’esempio dei grandi musei inglesi, con particolare attenzione alle ceramiche e ai tessuti. Da qui si è principiato per individuare i nuclei storici e narrativi da predisporre nell’allestimento al museo di Zara, concepito in sale che illustrino ciascuna un materiale e le sue declinazioni artistiche, così da offrire un compiuto quadro dell’abilità e intelligenza di artigiani e artisti italiani, offrendo al pubblico la possibilità di comprendere appieno l’avvio della stagione rinascimentale dagli esiti medievali e la deflagrazione del barocco a livello europeo.
Dal primo ambiente che tratta la storia dell’avorio – dalle rotte commerciali, usi e tecniche nel Medioevo ai centri di produzione, dunque gli avori romanici in Italia meridionale per giungere alla bottega degli Embriachi a Venezia fino agli avori torniti del Rinascimento e al virtuosismo asimmetrico barocco – si affrontano poi i temi della tarsia, della microscultura e dei mobili intarsiati accompagnati dalle vicende inerenti gemme, cammei e paste vitree tra Medioevo e Neoclassicismo. Il medesimo asse temporale con cui si presentano le legature e si va ad approfondire la storia delle maioliche. A partire dalla “protomaiolica” delle regioni meridionali e la “maiolica arcaica” di quelle centro-settentrionali si giunge a esemplificare quanto compiuto nel Quattrocento nei centri della Toscana, dell’Emilia-Romagna, delle Marche e dell’Umbria, quando i ceramisti italiani innovarono la tradizione islamica facendo uso di motivi decorativi ispirati al repertorio gotico e rinascimentale e altri derivanti dalle porcellane cinesi, e ampliando la tavolozza dei colori. Per poi sottolineare la novità della nascita dell’istoriato, ovvero la colorata pittura di storie sopra la superficie bianca della ceramica. Da qui si passa alla porcellana, narrando le vicende della fabbrica Vezzi di Venezia e Ginori di Doccia, trattando infine il grande tema del ricamo e dei tessuti, a sottolineare quanto nel Medioevo in Europa il ricamo fosse considerato tra le arti più preziose e illustrando tra Quattro e Cinquecento la specializzazione nel ricamo in seta e oro delle maestranze insediate a Venezia, nella Milano degli Sforza, a Genova, Roma, Napoli, Palermo, ove le corti signorili e prelatizie e la ricca aristocrazia commerciale favorirono con la propria committenza la produzione artistica e suntuaria. L’esposizione si conclude con la presentazione di alcuni tessuti scelti dalle raccolte di velluti, che coprono sette secoli di storia, di cui un significativo e splendido nucleo fu già alla Esposizione di Tessuti e Merletti organizzata a Roma nel 1887.
“La storica amicizia fra Italia e Croazia – sottolinea Pierfrancesco Sacco, Ambasciatore d’Italia in Croazia – ha solide e vaste basi nella cultura dei due popoli, particolarmente evidenti a Zara e in altre città croate. Le opere di Palazzo Madama che saranno esposte nel magnifico Palazzo del Rettore di Zara saranno altrettanti messaggeri di bellezza, di saper fare italiano e di rinnovata integrazione fra i due stati e i due popoli nella comune patria europea.”
“La mostra in programma presso il Palazzo del Rettore del Museo Nazionale di Zara espone al pubblico una selezione della più raffinata produzione delle arti applicate in Italia, attraverso i secoli, in uno storico e importante museo croato – afferma Gian Luca Borghese, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria – l’evento dunque sottolinea la prossimità tra due popoli stretti in una cultura comune e condivisa, che persegue la conciliazione dell’utile con il bello. Agli occhi del pubblico si offre uno specchio del passato ma anche spunti e idee per i mestieri delle arti che hanno un grande avvenire in paesi di antica tradizione come i nostri”.
“È una grande emozione poter presentare, in un museo tanto prestigioso e carico di storia quale quello di Zara, alcuni dei capolavori di una tra le raccolte di arti decorative più importanti d’Europa” dichiara il curatore della mostra Giovanni Carlo Federico Villa, che prosegue “Palazzo Madama, con i suoi duemila anni di vita perno di Torino capitale, accoglie negli ambienti romani e medievali, barocchi e risorgimentali preziose oreficerie, avori, vetri dorati e dipinti, tessuti, maioliche e porcellane che rappresentano l’essenza stessa dell’arte non solo occidentale, quelle arti applicate che sono memoria, identità e proiezione di ogni cultura. E siamo profondamente grati a Sua Eccellenza l’Ambasciatore d’Italia a Zagabria, Pierfrancesco Sacco, e al direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, Gian Luca Borghese, di aver offerto alla Città di Torino e al suo Museo Civico questa straordinaria opportunità di dialogo in uno dei cuori del Mediterraneo, epicentro del millenario incontro di genti e sapienze artistiche”.
La mostra e il catalogo sono a cura della direzione e conservatoria di Palazzo Madama; l’organizzazione è di Glocal Project Consulting, il progetto allestitivo di Emilio Alberti e Mauro Zocchetta.
Un accadde oggi curioso!
La titolazione degli stadi porta a pensare e scrivere varie considerazioni e produce cultura calcistica, fondamentale per tutti i tifosi amanti del pallone che rotola.
Oggi,due marzo 1980, lo stadio San Siro di Milano viene intitolato a Giuseppe Meazza.Casualmente è il giorno del derby milanese vinto dall’Inter per 1-0.Il grande Giuseppe Meazza aveva legato la sua carriera all’Inter.Assieme a Valentino Mazzola, indimenticabile capitano del leggendario Grande Torino, è considerato il più grande giocatore italiano di tutti i tempi: ha vinto due mondiali (nel ’34 e nel ’38) e per tre volte è stato capocannoniere del campionato. L’Inter quell’anno ha celebrato lo stadio,a lui intitolato, vincendo il dodicesimo scudetto della sua storia.
Enzo Grassano
Panza (Lega): ringrazio per sostegno a mia iniziativa, importante prendere visione.
Bruxelles – “Sono lieto che nella riunione dei Coordinatori della Commissione REGI (Commissione per lo sviluppo regionale) del 27 febbraio si sia ufficializzata la mia richiesta di una missione ufficiale della nostra commissione parlamentare in Ucraina nel secondo semestre di quest’anno – dichiara l’europarlamentare della Lega Alessandro Panza Coordinatore per il Gruppo ID nella commissione REGI – .
Sono molto soddisfatto della reazione positiva che ha visto in primis il sostegno del Presidente di Commissione Younous Omarjee che mi ha fortemente sostenuto e ha voluto la realizzazione di questa missione, coinvolgendo, senza esclusione, tutti i gruppi politici.
Credo sia doveroso per la nostra Commissione recarsi nel luogo di questo drammatico conflitto – prosegue Panza – per constatare personalmente la realtà dei fatti, anche in virtù del ruolo che ha avuto la Politica di Coesione per il sostegno ai rifugiati e per le necessità che ci saranno per il futuro, nonché per la ricostruzione del Paese nel quale l’Europa dovrà svolgere un ruolo centrale, non solo con le proprie risorse ma anche con le proprie imprese. Non di meno ritengo importante questa visita in sostegno al popolo ucraino in un’ottica di perseguimento della pace e della cessazione di questo conflitto”.
Così in una nota l’europarlamentare della Lega Alessandro Panza Coordinatore per il Gruppo ID nella commissione REGI.
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Ciao Ilaria, parlaci un po’ di te
Mi chiamo Ilaria Pernigotti ho 31 anni e abito a Santa Giustina in provincia di Belluno, le mie origini però non sono bellunesi, bensì di Vicenza città, quasi centro città.
Nel 2021 ho scritto il romanzo “La figlia dei due mondi” mio romanzo d’esordio, nato sotto l’influsso della passione per Star Trek. La saga creata da Gene Roddenberry mi ha aperto un mondo e mi ha talmente affascinato da portarmi a scrivere il mio primo romanzo di fantascienza.
Di cosa parla “La figlia dei due mondi”?
“La figlia dei due mondi” narra la storia di Lea da quand’è ancora una bambina a quando diventa adolescente. Fin dal principio il lettore si renderà conto del carattere di Lea: esuberante e allegro. Lea a soli cinque anni rimarrà orfana e quando gli zii la porteranno sul pianeta alieno chiamato Keid, Lea mostrerà un altro aspetto del suo carattere, ovvero, la determinazione. Carattere forte e determinato quello di Lea, carattere forte e determinato quello dello zio Keras. I due si scontreranno spesso nel corso del romanzo ed entrambi avranno sostenitori e oppositori. Lea diventerà per il lettore una ragazzina a cui voler bene e identificarsi, al contrario Keras verrà visto come rigido e talvolta crudele. Lea d’altronde incarna il futuro e la voglia di rinnovamento che esso porta. Keras la tradizione, le convenzioni sociali e quindi rappresenta il passato che non evolve e spesso si fa giudice e giuria.
Quando è ambientato?
È ambientato a partire dal 2233 sia sulla Terra che su Keid
Dove si trova Keid?
Keid astronomicamente esiste veramente e si trova nella costellazione di 40 Eridani a 16,5 anni luce dalla Terra. Se a leggere questa frase vi si è “accesa una lampadina” allora vuol dire che siete appassionati di Star Trek quanto lo sono io!
Chi sono i protagonisti?
Lea ragazzina mezzosangue metà umana e metà keidiana, poi ci sono i due genitori Leila e Kelas, lo zio Keras e sua moglie Artemisia, i fratelli acquisiti Keelan e Ashtar. Diventerà protagonista in seguito anche l’amico d’infanzia Filippo.
Che avventure troviamo nel romanzo?
Innanzitutto le avventure riguardano l’infanzia e l’adolescenza di Lea. Lea coinvolgerà Ashtar nelle sue fughe, esplorazioni, conoscenze perché vuole risvegliare la parte umana di Ashtar. Ashtar come Lea è metà umano e metà keidiano. Ashtar che però a differenza di Lea è nato e cresciuto su Keid si sente totalmente keidiano. Lea questo non lo accetta e… Buona lettura del libro!
Che valori esprime?
I valori di: libertà, autodeterminazione, forza di volontà, intraprendenza, rispetto. Questi i più importanti.
Che cosa ha ispirato il romanzo?
Sicuramente a fare d’ispirazione è stato Star Trek e in particolar modo la “Serie Classica” uscita dal ‘66 al ‘69. La figura di Sarek è stata d’ispirazione a Keras (prova a leggere uno dei due nomi al contrario…), Amanda ha fatto d’ispirazione per Artemisia e Spock ad Ashtar.
Star Wars ha ispirato lo “sguscio” e poi qualche lettore ci ha visto riferimenti a Harry Potter.
Ma con riferimenti così precisi non c’è stato il rischio di creare doppioni?
No, perché il lavoro che è stato svolto insieme alla editor di “Scrittura Creativa by Michele Renzullo”, Charlotte Errighi, è stato così approfondito che anche chi non ha mai visto Star Trek può apprezzarne la trama. Il romanzo si poggia su basi proprie senza bisogno di rinforzi o riferimenti esterni marcati. Accenni, camei ma non copiature o forzature. La trama scorre veloce e questo lo dicono i lettori.
“La figlia dei due mondi” è autoconclusivo?
No, e quasi come un gioco del destino, esattamente un anno dopo il 16 ottobre 2022 è uscito anche il sequel de “La figlia dei due mondi” ovvero “Onore & Fedeltà”.
Di cosa parla “Onore & Fedeltà”?
Narra di una Lea ormai adulta che ha realizzato i suoi sogni non senza difficoltà. Ora presta servizio su una grande astronave e con lei c’è l’amico d’infanzia Filippo che l’aiuta e supporta. Nel sequel emergono nuovi aspetti del carattere di Lea, come ad esempio il forte senso di responsabilità e del dovere. È una Lea che a tratti pare fredda e distaccata, ma lo sarà veramente? Lascio ai lettori la risposta.
Quando è ambientato?
È ambientato sulla Terra e su due diverse astronavi. Siamo intorno al 2250 circa.
Chi sono i protagonisti?
I protagonisti sono principalmente Lea e Filippo.
Che avventure ci sono?
Le avventure abbondano sia sulla Terra che a bordo dei due vascelli, ma sicuramente l’avventura più folle e interessante è nella Terra del XVI secolo. Ci sarà anche un tradimento inaspettato.
Che valori esprime?
Troviamo in parte i valori del primo libro, con l’aggiunta dei valori che fanno da titolo al romanzo: l’onore e la fedeltà.
La storia si conclude con questo libro?
Sì, le avventure di Lea si concludono con questo romanzo e per il momento non ho altri progetti letterari. Diciamo che sono in attesa d’ispirazione.
Star Trek è presente anche in “Onore & Fedeltà”?
Sì, ma non a livello di personaggi, bensì a livello tecnologico (mai con riferimenti diretti, comunque) e nella struttura della trama. Ho preso come riferimento le stagioni di “The Next Generation”, in quanto in questa serie è dato molto spazio alla vita quotidiana e ai rapporti sociali fra i vari membri dell’equipaggio.
Quindi nel romanzo troveremo momenti di vita quotidiana?
Sì esatto, Lea e Filippo potremo conoscerli meglio, proprio dal racconto delle loro passioni e di come le svilupperanno. Alcuni elementi s’indovinano già solo dando uno sguardo al retro della copertina, che come per “La figlia dei due mondi” è una specie di “caccia all’indizio”.
Ci puoi spiegare meglio questa “caccia all’indizio” e dirci chi ha realizzato la copertina?
Rispondo innanzitutto col dire chi ha realizzato la copertina. È stato l’illustratore Marco Russo di “Marco Russo Art”. Io con lui mi sono trovata benissimo fin da “La figlia dei due mondi”. Entrambe le copertine sono state prima disegnate e dipinte a mano e poi portate in digitale. Marco è stato eccellente nel seguire le mie indicazioni e di ideare una copertina che contenesse gli oggetti e i simboli più caratterizzanti del romanzo. L’idea geniale è stata quella d’inserirli nella copertina come elementi casuali, in realtà non lo sono, ma solo il lettore più attento, nel momento in cui ha finito di leggere il libro, può cogliere questi dettagli.
In “Onore & Fedeltà” questa “caccia all’indizio” è meno marcata in quanto nel retro della copertina gli oggetti e i simboli sono tutti ben esposti.
Ci spiegheresti chi è T’Ile che Sarek?
Ti rispondo citando quanto scritto nella sezione “chi sono” del blog www.ildiarioditile.com : “Mi chiamo T’Ile il mio nome si pronuncia Tile. Tutto attaccato e non “Tu Ile” in quanto “Tu” lo si pronuncia solo nel caso in cui il nome sia seguito da consonante es. T’Pau —> Tu Pau. Sono una vulcaniana un po’ particolare, dato che sono anche metà umana e provo emozioni umane. Sono nata a Venezia in data 22/08/2241 alle ore 11:22.”
Interessante, ma il resto del nome?
È presto detto. “Cha” è un patronimico e significa “figlia di” e “Sarek” il nome di suo padre. T’Ile cha Sarek = T’Ile figlia di Sarek e dato che quest’ultimo è esattamente l’ambasciatore vulcaniano di Star Trek, T’Ile è la sorellastra di Spock.
Sorellastra e non sorella?
Esatto! T’Ile come Lea è stata adottata quando aveva solamente cinque anni da Sarek, in quanto i suoi genitori Salek e Leila Livingston morirono in un incidente con una navetta lasciandola orfana. Salek era il fratello minore di Sarek.
Pazzesco! Ma quindi “La figlia dei due mondi” è un romanzo autobiografico?
Forse lo sarebbe, se T’Ile esistesse veramente e non fosse un personaggio di fantasia, inventato dalla sottoscritta Ilaria Pernigotti per darsi delle illustri origini vulcaniane. Quando creai il personaggio di T’Ile, usai l’abbreviazione del mio nome “Ile” e ci aggiunsi come per la maggior parte dei nomi vulcaniani il “T” apostrofato. Da T’Ile nacque Lea e da Lea i due romanzi “La figlia dei due mondi” e “Onore & Fedeltà”
Ora li voglio andare a leggere! Dove li trovo?
Su Amazon e nei maggiori Store online, sia in cartaceo che e-book. Se invece si preferisce acquistare le copie in un negozio fisico, solo a Santa Giustina (Belluno) presso “CartoLandia” e il negozio “Naftalina Vintage 2015” si troveranno le copie dei due libri.
Siamo al termine della nostra intervista e ti chiedo se hai vinto dei premi con questi due romanzi…
Ho partecipato a dei concorsi, ma al momento solo con “La figlia dei due mondi”. Al concorso internazionale “Romanzi e Generi” prima edizione del 2022, “La figlia dei due mondi” si è aggiudicato il premio finalista, arrivando terzo nella sua categoria.
Complimenti! Dove ti possiamo seguire sui social?
Come “T’Ile & Ilaria” su: Facebook, Instagram, Waveful, TikTok.
Su Telegram ho due canali: “Il mondo di T’Ile & Spock” e “Il diario personale di T’Ile”.
Infine c’è il già citato blog www.ildiarioditile.com dove avere informazioni sugli eventi a cui partecipo, leggere articoli e tanto altro.
Grazie per aver letto fino a qui e alla prossima!
Lunga Vita e Prosperità da parte di T’Ile e Ilaria
Nuovo incidente che vede coinvolto un monopattino sulle strade delle città piemontesi. Questa volta è successo a Biella dove lo scontro è avvenuto con una vettura. I rilievi del caso sono stati effettuati dai Carabinieri. Sul posto il 118 che ha portato la donna alla guida del monopattino in ospedale per gli accertamenti medici.
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