ilTorinese

 Leinì, apre uno sportello pubblico per il lavoro

Operativo tutti i mercoledì, lo gestirà il Centro per l’impiego di Settimo Torinese
Da oggi mercoledì 7 maggio le persone e le aziende del territorio di Leinì e dei comuni limitrofi di San Benigno Canavese e Volpiano possono contare su uno sportello pubblico per il lavoro.
Questa nuova, utile opportunità è frutto della collaborazione fra Comune di Leinì, che concede i locali, Unione dei Comuni Nord Est Torino (Unione NET), che gestisce il Punto unico di opportunità e inclusione (PUOI) dove lo sportello è ospitato, e Agenzia Piemonte Lavoro, l’ente strumentale di Regione Piemonte per le politiche attive del lavoro che gestirà il servizio grazie alle professionalità del personale del Centro per l’impiego di Settimo Torinese.
Lo sportello, in via Volpiano 38, sarà aperto tutti i mercoledì: al mattino, dalle 9.30 alle 12.30, con accesso libero per chi vuole chiedere informazioni e documenti, il pomeriggio invece solo su appuntamento.
L’iniziativa è nata per rispondere con ancora maggiore capillarità e concretezza ai bisogni occupazionali delle comunità e alle richieste di competenze professionali da parte del tessuto economico locale. Lo sportello offrirà infatti un’articolata proposta di servizi gratuiti. Fra questi, la possibilità di consultare le opportunità occupazionali del territorio, essere accompagnati nella ricerca attiva di un impiego o del percorso di orientamento professionale più adatto, con modalità specifiche per le persone con disabilità, ottenere certificati o attestazioni. A loro volta, le aziende potranno ricevere aiuto nel selezionare le candidature più idonee, consulenza su sgravi e incentivi e nell’adempimento della normativa sull’assunzione di persone con disabilità (legge 68/1999), accompagnamento per attivare tirocini e percorsi di apprendistato.
Chi desidera informazioni sui servizi offerti e su come accedervi può contattare il Centro per l’impiego di Settimo Torinese: info.cpi.settimotorinese@agenziapiemontelavoro.it, 3312352822.

Al Museo MIIT triplice mostra degli artisti Forgione, Vitale e Rinaldi

“A quasi quindici anni dalla mia prima personale – spiega il maestro Enzo Forgione – sento la necessità di documentare il mio percorso artistico e l’evoluzione della ricerca pittorica che si è sviluppata negli anni. Il mio lavoro è articolato su diverse serie ed è essenzialmente incentrato su oggetti botanici e floreali. Le serie ne mostrano chiaramente l’evoluzione sia nella padronanza delle tecniche pittoriche, sia nel mettere a fuoco e trattare tematiche e interessi a me cari, come la botanica e la percezione visiva, che sono riuscito a coniugare e esprimere a pieno nella serie che ho chiamato ‘Narciso’. Sono sempre stato affascinato dagli aspetti della percezione visiva focalizzati sui ‘pattern’: insieme di linee, forme e strutture, che sono ovunque intorno a noi, sia nelle geometrie del nostro urbano quotidiano, sia soprattutto nell’apparente disordine della natura.

Definisco la mia pittura di oggi figurativa di stile ‘realista’; durante gli anni ho voluto fortemente allontanarmi dagli stilemi del ‘freddo’ iperrealismo, che caratterizzavano le mie prime opere, per avvicinarmi a una pittura più calda e coinvolgente e credo di essere riuscito nel mio intento. Lavoro prevalentemente a olio su tela, lino o su carta. La tecnica che uso ricorda quella detta ‘alla prima’, un approccio pittorico consistente nell’ottenere tutti gli effetti tonali e cromatici quando il colore è ancora fresco, con la differenza che il dipinto non viene completato in una singola sessione di lavoro”.

Il tempo, lo spazio, la natura, il progresso, la società, il dinamismo dell’esistenza e tutta l’esperienza della vita vibra nelle opere di Tommaso Vitale, maestro eclettico che, nel corso della sua carriera, ha sperimentato tecniche, materiali, stili, in una coerenza di linguaggio ed espressione mirabile e affascinante. Pittura, scultura, fotografia, installazioni rappresentano la sua palestra creativa in cui allenare genialità e personalità, raggiungendo risultati importanti nel mondo dell’arte contemporanea internazionale. Il Museo MIIT è quindi orgoglioso di presentare questa sua personale dal titolo ‘Remake’, una sorta d rivisitazione del suo percorso, quasi un riassunto essenziale, esistenziale ed estetico dell’anima dell’artista. Maurizio Vitale trascorre gran parte della sua giovinezza con Tommaso, nonno paterno, il quale gli trasmette la passione per l’arte e l’architettura. Altra figura sempre presente e fondamentale per la crescita artistica del giovane è nonno Pietro, tipografo amante dell’arte e collezionista. La sua passione artistica è sempre stata molto forte anche negli anni di studi all’istituto tecnico; a conferma di questo, gli ottimi voti e la volontà di seguire nel pomeriggio lezioni di storia dell’arte. Molto forte anche l’amore per i viaggi: spesso viaggia insieme a papà Benito per lavoro, sostando a Roma, il cui fervore storico-artistico ha sempre affascinato molto il giovane Tommaso. Negli anni ’80 si iscrive alla facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Bari (che abbandona dopo non molto tempo), frequentando autonomamente lezioni in lingua inglese. Informato sul panorama artistico locale, partecipa a numerosi vernissage di mostre d’arte, dove conosce Graziella, insegnante calabrese che sposa nel 1991. Insieme adottano Alexandra, una bimba bielorussa. Lavorando nel settore della viabilità come geometra statale, non ha mai abbandonato il suo amore per l’arte e per i viaggi. Dalla fine degli anni ’90 partecipa attivamente a mostre d’arte, concorsi e fiere, vendendo opere e vincendo premi.

La mostra di Luigia Rinaldi si articola su varie serie pittoriche e fotografiche. Dalla serie dei Capperai ai dipinti ispirati ai muretti a secco della Liguria e agli ulivi secolari, fino ai vari personaggi politici e della società contemporanea che sono saliti alla ribalta delle cronache per le loro vicende spesso drammatiche. Volti di isolani e maltrattati dalla storia costituiscono  il tema di questa esposizione che unisce le varie anime di Luigia Rinaldi. Il lavoro dell’artista è caratterizzato da una pittura di intensa espressività e ritmo tonale, dopo aver iniziato, negli anni Settanta, dalla sperimentazione fotografica, a sottolineare una volta di più il rapporto stretto, complice, e talvolta oppositivo tra due tecniche che nascono con l’obiettivo di rappresentare la realtà. In un’epoca di ridefinizione dei generi la pittura mantiene la sua centralità riuscendo, nei casi migliori, a rinnovarsi da un punto di vista iconografico, quindi conservando quella caratteristica che le è propria, implicita nel concetto di “teknè”, di tirocinio artigianale visto in una dimensione di sublimazione dell’agire artistico, con modalità attente e riflessive, abbinando a questa antica vocazione la capacità di osservare con occhio partecipe, e disincantato al tempo stesso, l’esistente, decontestualizzandolo dalla sua effimera contingenza materiale, per dargli forma nella dimensione del simbolo.

Museo MIIT Italia Arte di Guido Folco – Corso Cairoli 4, Torino

Telefono: 011 8129776

Mara Martellotta

Un Paese diviso tra Guelfi e Ghibellini

Ora siamo più sereni. Giorgia Meloni ha detto che si ricandidera’. Del resto non avevamo dubbi in proposito. I suoi adepti continuano a dire che Lei impersona la perfezione. E che il nostro Paese è fortunato nell’averle dato i natali. Una cosa è certa: siamo un paese diviso a metà.  Un paese diviso tra Guelfi e Ghibellini ed un Paese sfiduciato dove, oramai, un italiano su due non vota. Ora vedremo cosa succederà ai referendum. Qualche scetticismo lo nutro sul numero dei votanti. Se avverrà ciò, tanto rumore per nulla con i meloniani che inneggeranno, un’altra volta alla loro perfezione. Ho scelto il silenzio per il 25 Aprile ed il primo Maggio tanto mi sarei, inutilmente ripetuto.  Molto partecipate le manifestazioni con i soliti idioti che bruciavano le bandiere di Israele. Oramai è un classico per la sinistra essere accompagnati da questi pusillanimi. In testa i centri sociali come Askatasuna. Loro in barba al divieto di accedere ai piani alti di corso Regina fanno quello che vogliono.  Rimane un mistero come un uomo intelligente come il sindaco Lo Russo si sia infognato in questa operazione di possibile integrazione. Unico risultato pratico dare fiato alle destre torinesi storicamente parlando sempre un po’ asfittiche. Ma il sindaco Lo Russo va avanti e, da quello che capiamo, vuole affrancarsi dal PD riesumando un vecchio ”marchio politico”: Alleanza per Torino.  Per capirci, quelli che trent’anni fa avevano sponsorizzato la candidatura del prof Castellani a sindaco di Torino.  Perché? Staremo a vedere, nel mentre il nostro amato Sindaco fa, in solitaria, nuove nomine nelle partecipate. Del resto è sulla bocca di tutti. A sinistra qualcuno vorrebbe candidare il Prof Alessandro Barbero a sindaco. Personalmente la vedo dura. Rinunciare a suoi vari appuntamenti storico letterali? Sia ben chiaro che tutto è possibile ma fare il sindaco non è come fare, ad esempio il Ministro. Ma una cosa è certa: i rapporti tra Lo Russo e la sua coalizione non sono più quelli di una volta. Ma la nostra Città è così importante? Sicuramente lo era, ma oggi? È proprio una nobile decaduta, Inutile girarci intorno. E come si dice, piove sul bagnato.Classe operaia (antico vanto) praticamente estinta. Aumentano le ore di cassa integrazione, dunque si produce meno e male. Poi la vicenda dei dazi  Trunpiani nel mettere in crisi l’esportazione anche del nostro agroalimentare, vino in testa.
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È proprio un personaggio il Presidente Trump. Ovviamente detto con tutto sottinteso del caso.  Ha già fatto sapere d’ essere disponibile nel fare il Papa. Ogni 10 minuti cambia idea, non sbaglia mai e se c è una colpa è sicuramente di qualcun altro. Sarebbe comico se non fosse che ci andiamo di mezzo noi. Non contento rincara la dose. Dopo aver sostenuto che in 24 ore, grazie alla sua anicizia con Putin si sarebbe fatta la pace, ammette candidamente che la pace tra Ucraini e  Putin è impossibile. C’è una sola possibile definizione: mitomane.
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Ma finiamo con una nota positiva. 120mila visitatori in 2 settimane al museo egizio. In una città decisamente asfittica una boccata d’ossigeno. Con un ricordo. 60 fa anni mi ci portò, per la prima volta mia madre.  Era stufa di vedermi passare le domeniche in casa. Prendemmo il pulman 57 e passammo il pomeriggio lì. Si entrava sulla destra e ricordo non più di 4 o 5 sale. Poi sulla destra 2 sale dedicate agli Etruschi. Nacque allora la mia passione per la Storia ed in particolare l’archeologia. Allora mi gasavo facilmente e per anni volevo diventare archeologo. Ed i miei mi “cissavano” comprendomi libri per ragazzi sull antico Egitto o Mesoponania. Dai diciamocelo ancora : altro che telefonini o internet. Faceva tutto la lettura e la fantasia.
Mitici ricordi… Dunque, forse c è ancora speranza. Non dico che le cose cambino. Ma che almeno le cose abbiano un senso.
PATRIZIO TOSETTO

Più famiglie torinesi in difficoltà: spendono meno per il cibo

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Con 2.609 euro si registra un moderato incremento della spesa mensile, ma aumentano le famiglie torinesi  in fascia di debolezza, costrette a scelte più sobrie.

In crescita la spesa non alimentare, per viaggi e vacanze, ma anche per visite mediche e attività sportive. In netto calo la spesa per vestiario e calzature. In lieve aumento la capacità di risparmio, ma solo per alcune famiglie.

Presentati a Palazzo Birago i nuovi dati dell’Osservatorio sulle spese delle famiglie torinesi, l’indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino che, in linea con l’analisi nazionale Istat, monitora i consumi e le abitudini di acquisto di 240 nuclei residenti a Torino, attraverso la compilazione di due diversi questionari per le spese a maggiore o minore frequenza.
“Dopo un anno di aumento deciso, rallenta nel 2024 la crescita dei consumi delle famiglie torinesi, registrando un calo nell’ambito delle spese alimentari e, nel non alimentare, un incremento limitato solo ad alcune voci, come pasti fuori casa, vacanze e visite mediche – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Crescono le famiglie in fascia di debolezza e diminuiscono quelle di fascia agiata, ma soprattutto si amplia il divario tra loro in termini di possibilità di spesa e risparmio”.

Le spese delle famiglie nel 2024
A fine 2024 la spesa media mensile delle famiglie torinesi si è attestata a 2.609 euro. Sebbene si tratti del valore più elevato registrato negli ultimi dieci anni (al lordo dell’inflazione), la crescita dell’ultimo anno è stata moderata (+0,5% rispetto al 2023; +12 euro).

A frenare i consumi delle famiglie torinesi, sono state le spese alimentari che, dopo un 2023 di forte recupero, tornano ai livelli del 2022, attestandosi a 407 euro (-2,9%; -12 euro). Al contrario, continua la crescita delle spese non alimentari che, nel 2024, raggiungono quota 2.202 euro (+1,1%, +24 euro).

La condizione economica delle famiglie torinesi
Elaborando i risultati è possibile classificare ex post i nuclei famigliari torinesi in quattro gruppi in base alla condizione economica familiare (debolezza, autosufficienza, livello medio, benessere/agiatezza). Nel 2024 si assiste a un generale peggioramento: rispetto al 2023 sono più che raddoppiate le famiglie in fascia di “debolezza”, passate dal 12,9% al 29,2%; si ridimensiona la classe “autosufficienza” (dal 29,6% al 18,8%). Stabili le famiglie in condizione economica “media”, ma in diminuzione quelle “agiate” (dal 21,7% al 14,5%). In particolare, difficoltà si trovano le persone sole: il 66% si colloca nella fascia di debolezza; se si aggiungono anche i single della fascia di autosufficienza (il 23,4%), quasi 9 persone sole su 10 nel 2024 vivono in una condizione economica sotto la media.

Le spese alimentari
La spesa alimentare nel 2024 è stata pari a 407 euro (-2,9% rispetto al 2023; -12 euro). I cali più significativi hanno riguardato le carni e salumi (il 20,3%; -3 euro), il latte e i formaggi (il 13,2%; -3 euro), il pesce (il 5,5%; -2 euro) e le bevande (il 6,6%; -2 euro). Diminuiscono i cibi pronti da asporto o a domicilio (il 5,2%), dove la flessione ha riguardato, per il secondo anno consecutivo, le spese in cibi “take away” (-1 euro), stabili i cibi da banco/gastronomia. Crescono lievemente tutte le altre categorie (+1 euro), compresa la voce “pane e cereali” (il 13,5%).

Le spese non alimentari
La spesa non alimentare nel 2024 è stata pari a 2.202 euro, in crescita del +1,1% (+24 euro) rispetto a fine 2023. Tra le varie voci, quella dell’abitazione (a cui si sommano anche le utenze domestiche) continua ad essere la componente principale: nel 2024 rappresenta il 48,1% delle spese non alimentari, pressoché stabile rispetto allo stesso periodo del 2023.

Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte chiude la stagione

Gran finale  a Ivrea con il concerto che chiude la stagione dell’Orchestra Sinfonica giovanile martedì 13 maggio prossimo alle ore 21, all’Auditorium Mozart

Si terrà martedì13 maggio prossimo, alle ore 21, all’Auditorium Mozart di Ivrea, l’ottavo e ultimo concerto della XXXI stagione musicale dell’Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte.

In ossequio alla vocazione dell’associazione, che fin dalla sua costituzione nel 1994 ha voluto  promuovere l’attività concertistica dei giovani talenti, il concerto vede impegnata una formazione musicale costituita, appunto, da giovani musicisti piemontesi: Armonie d’Acaja – Orchestra da camera del Pinerolese, nell’occasione diretta da Mario R. Cappellin, musicista ben noto al pubblico eporediese.

Completano il cast: Coro Mozart di Ivrea (Martina Cizniarova, maestro del coro), Coro femminile Ensemble Vocale Arcadia di Pinerolo, Corale Santa Rita di Torino (Omar Caputi, maestro del coro), Francesca Sicilia (soprano), Ilariandrea Tomasoni (contralto), Davide Micheletti (tenore), Giuseppe Gloria (basso).

In programma musiche di Mozart.

PROGRAMMA

Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791)

Sinfonia n. 30 in re maggiore, K 202
Molto allegro
Andantino con moto
Menuetto. Trio
Presto

Sonata da chiesa n. 12 in do maggiore, KV 278 “Pro festis Palii”
Allegro

Sonata da chiesa n. 14 in do maggiore, KV 329

Allegro

Messa dell’Incoronazione per soli, coro, organo e orchestra
in do maggiore, K 317

Kyrie – Andante maestoso
Gloria – Allegro con spirito
Credo – Allegro molto
Sanctus – Andante maestoso
Benedictus – Allegretto
Agnus Dei – Andante sostenuto

Al seguente link è disponibile materiale di approfondimento, biografie e foto:

https://www.dropbox.com/scl/fo/d3vgmus2g7jfrudtloxdx/ACQjQHghgiyUNQlvXF0IOc4?rlkey=w5qx8v4cchmaun5dtdts92xmb&dl=0

BIGLIETTI SINGOLI

Posto unico numerato: euro 20.

Riduzione per iscritti all’UNI3 Ivrea: euro 15,00.
I biglietti singoli sono posti in vendita dal lunedì precedente lo spettacolo. Gli eventuali biglietti an­cora disponibili saranno in vendita lo stesso giorno del concerto direttamente presso il botteghino dell’Auditorium Mozart, a partire dalle ore 20,30.

Sede del concerto: Auditorium Mozart: corso Massimo d’Azeglio, 69
10015 Ivrea (TO)

ORARIO DI SEGRETERIA

Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte

corso Massimo d’Azeglio n. 69, 10015 Ivrea (TO), 0125.425123

segreteria@orchestragiovanile.it

La segreteria è aperta nei giorni di lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì, dalle 14,30 alle 18,30.

Mara Martellotta

Il rosso sarà il fil rouge della prossima stagione del Regio: si inaugurerà con la “Francesca da Rimini”

Il rosso sarà il fil rouge della prossima stagione del Teatro Regio, che si inaugurerà il 10 ottobre con la “Francesca da Rimini” di Riccardo Zandonai e grande fermento per il ritorno di Riccardo Muti e per “Caravaggio” di Roberto Bolle

La stagione del Teatro Regio 2025/2026 si ispira al colore rosso presente nel titolo, sinonimo di passione ed energia, e si inaugurerà il 10 ottobre prossimo con la “Francesca da Rimini” di Riccardo Zandonai. Il suo cartellone sarà composto da 74 repliche ed è in programma il ritorno di Roberto Bolle e di Riccardo Muti sul podio.

“Rosso fa riferimento al sangue – afferma il Sovrintendente del Regio Mathieu Jouvin – c’è passione ed energia nel sangue, oltre al lato negativo, perché quando la passione perde il controllo conduce alla violenza. Il sangue è allo stesso tempo il bene e il male”.

Il rosso è il colore simbolo del cartellone dell’anno a venire del Regio, che contempla 10 titoli, di cui 4 nuove produzioni. È rosso il sangue che sgorga dall’amore proibito tra Paolo e Francesca, nella “Francesca da Rimini”.

Riccardo Zandonai, compositore italiano vissuto tra l’Ottocento e il Novecento, scomparso nel 1924, la sua “Francesca da Rimini” è un’opera tratta dal libretto di Tito II Ricordi, dall’omonima tragedia di Gabriele D’Annunzio, la cui prima esecuzione avvenne proprio al Teatro Regio di Torino il 19 febbraio 1914.

Come Francesca è stata scelta l’uzbeka Barno Ismatullaeva, che al Regio è stata già interprete in “Butterfly”; come Paolo il Bello è stato scelto Roberto Alagna, lo spettacolo verrà presentato nel nuovo allestimento di Andrea Bernard. Sempre alla bacchetta del neodirettore musicale del Regio Andrea Battistoni è affidato il titolo di chiusura della stagione, la “Tosca” di Puccini, presentata in un nuovo spettacolare allestimento firmato dal regista Stefano Poda, che sarà in scena dal 12 al 21 giugno prossimi. A interpretare Floria Tosca sarà Chiara Isotton, che l’ha appena cantata con grande successo alla Scala di Milano.

“Questi due titoli, la ‘Francesca da Rimini’ e la ‘Tosca’ – dichiara Jouvin – illustrano la nostra linea artistica, che coincide con l’alternanza di titoli di grande fama ad altri più rari”.

I due attesissimi ospiti della prossima stagione saranno Roberto Bolle e Riccardo Muti, rispettivamente al Teatro Regio dal 27 al 29 novembre e dal 27 febbraio al 7 marzo prossimi. Bolle anticiperà la sua presenza al Regio rispetto alle sue precedenti esibizioni torinesi, che lo vedevano protagonista nelle festività di fine anno, e porterà sul palco del teatro torinese una creazione coreografica di Mauro Bigonzetti, dedicata a Caravaggio. Per la quarta volta in 5 anni, a dimostrazione di un rapporto consolidato, torna al Regio Riccardo Muti, dirigendo il “Macbeth” di Verdi nel nuovo allestimento della figlia Chiara Muti. A rappresentare i tradizionali balletti natalizi, nel mese di dicembre saranno chiamati il Balletto del Teatro Nazionale di Praga, che porterà in scena “Romeo e Giulietta” di Prokofev, e il Balletto del Teatro Nazionale di Riga, con “Il lago dei cigni”. Il mese di novembre accoglierà l’opera di Mozart “Il ratto del serraglio”, spettacolo allestito da Michel Fau, importato da Versailles, dove ci si trova di fronte a un palco decisamente più piccolo rispetto a quello del Regio. Dal 31 marzo al 12 aprile andrà in scena “Dialogues des Carmélites” di Francis Poulenc, mai rappresentato prima a Torino. Il cartellone sarà completato dall’opera ultima di Bellini, “I puritani”, in scena a maggio con la star internazionale John Osborn. Sono 75le replica in programma per la prossima stagione, che vedranno impegnati l’Orchestra e il Coro del Regio, quest’ultimo istruito da Ulisse Trabacchin, a cui si aggiunge il Coro delle Voci Bianche diretto da Claudio Fenoglio. Il Regio si conferma ancora per la prossima stagione un teatro aperto a tutti, sempre più accessibile grazie alle promozioni, che non consisteranno solo nell’Anteprima Giovani under 30 con il biglietto a 10 euro, ma ora, con l’istituzione della Regio Card under16, dà diritto all’acquisto di un biglietto a 10 euro e lo sconto del 10% per l’eventuale accompagnatore.

Mara Martellotta

Regione, riorganizzazione al via

Ammodernare la macchina della Regione per rendere i settori ed i servizi adeguati alla realtà attuale, più snelli ed efficaci nel rispondere alle mutate esigenze dei cittadini piemontesi è l’obiettivo che di pone la vasta riorganizzazione approvata dalla Giunta e frutto del lavoro profuso dall’assessore al Personale e Organizzazione Gian Luca Vignale.

Il documento approvato dalla Giunta prevede un radicale cambiamento, che porterà alla creazione di 25 nuove strutture organizzative, mentre 19 verranno chiuse e altre 70 saranno drasticamente modificate nella definizione e nei compiti.

Fra le nuove strutture quella dedicata alla Semplificazione, mai presente prima all’interno della Regione, settori come quelli dell’Autonomia differenziata, dei nuovi Ircss, della salute mentale, dei grandi rischi ambientali. Nella Direzione Agricoltura è potenziato il settore dedicato alla valorizzazione agroalimentare ed ai distretti del cibo, legato allo Sviluppo economico viene istituito il settore delle imprese cooperative, così come un settore è dedicato esclusivamente alla logistica.

“Questo importante passaggio nella riorganizzazione della struttura regionale – spiega l’assessore Vignale – ci permetterà di rendere più efficace la risposta della Regione su temi importanti che necessitano una specifica attenzione e personale dedicato. Un necessario cambiamento utile per imprese, enti locali e tutti i cittadini che si interfacciano quotidianamente con la Regione”.

cs

In piazza Castello la Giornata Internazionale dell’Infermiere

L’11 maggio in Piazza Castello una giornata dedicata alla salute, alla prevenzione e al ruolo degli infermieri
In occasione della Giornata Internazionale dell’Infermiere, OPI Torino – Ordine delle Professioni Infermieristiche rinnova l’appuntamento dedicato promozione della salute, aperta alla cittadinanza, che si terrà sabato 11 maggio in Piazza Castello, dalle ore 10 alle 19.
Un’intera giornata pensata per avvicinare i cittadini al mondo della salute, della prevenzione e della cura, raccontando il lavoro quotidiano, le competenze e il valore umano della professione infermieristica. Non un semplice evento, ma un’occasione concreta per parlare di benessere, prevenzione, consapevolezza e cittadinanza attiva.
«Questa giornata è il nostro modo per essere ancora più vicini alla comunità – spiega Ivan Bufalo, presidente di OPI Torino –. Gli infermieri non sono solo figure tecniche: sono professionisti che vivono al fianco delle persone, che accompagnano, sostengono, ascoltano. Celebrare la nostra professione vuol dire anche ribadire il nostro impegno quotidiano per una sanità accessibile, umana, e fondata sulla prevenzione e sull’educazione alla salute.»
Oltre 70 stand animeranno Piazza Castello con attività informative, screening gratuiti, laboratori per adulti e bambini, spazi di ascolto, dimostrazioni e incontri. Tra i principali temi al centro della giornata:
•⁠  ⁠Prevenzione delle malattie cardiovascolari con misurazione gratuita dei parametri vitali (pressione, glicemia, frequenza cardiaca)
•⁠  ⁠Stili di vita sani, contrasto a dipendenze e ludopatia
•⁠  ⁠Prevenzione della violenza con la collaborazione della Polizia di Stato
•⁠  ⁠Donazione del sangue e degli organi, con la partecipazione di AVIS
•⁠  ⁠Ambulatori mobili e consulenze sanitarie grazie alla presenza di Rainbow for Africa
Non mancherà uno spazio per i più piccoli, con attività ludiche, truccabimbi, premi, e la partecipazione di associazioni infermieristiche pediatriche e pet therapy. Gadget, cappellini, braccialetti #cardioprotezione e set di cartoleria saranno distribuiti per tutta la giornata.
All’interno dell’evento, trova spazio anche la Cittadella dell’Emergenza, con insegnamento ai cittadini delle manovre di rianimazione cardiopolmonare, interventi su emorragie massive, e coinvolgenti flash mob con ambulanze ogni due ore, per far conoscere ai cittadini le manovre salvavita e il lavoro delle squadre sanitarie di pronto intervento.
Nel pomeriggio, l’area speech – pensata come un piccolo caffè letterario – ospiterà alle ore 17.00 i saluti istituzionali, preceduti da due tavole rotonde aperte al pubblico:
•⁠  ⁠Il difficile equilibrio tra esigenze organizzative e esigenze professionali
•⁠  ⁠⁠Cittadinanza attiva e responsabilità collettiva
Durante la giornata, sempre nella speech area, saranno inoltre presentati alcuni libri sul tema della cura, della salute e dell’esperienza infermieristica, con momenti di dialogo e di confronto.
Infine, la due giorni dedicata alla figura dell’infermiere si concluderà lunedì 12 maggio, con un evento teatrale offerto gratuitamente a tutti i cittadini, che celebra l’impegno, la vocazione e il ruolo sociale della professione infermieristica al Teatro Colosseo alle ore 11:30.
«Sarà una giornata aperta a tutti, un’occasione per far conoscere meglio il lavoro degli infermieri e il contributo che diamo ogni giorno alla salute delle persone – conclude Ivan Bufalo –. Un modo concreto per avvicinarci alla cittadinanza e promuovere consapevolezza e prevenzione.»

La gallina Maddalena e gli opossum

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Nel santuario torinese di piazza Santa Rita da Cascia, con un gesto cristianamente dubbio e poco credibile considerate le sue convinzioni religiose, Carletto accese una candela davanti alla statua della santa degli Impossibili ringraziandola, confidando nella sua divina intercessione affinché venisse mantenuta nel tempo quella grandissima invenzione che gli anglofoni chiamavano smart working e gli autoctoni avevano tradotto in lavoro agile. A dire il vero, almeno per lui e per chi apparteneva a quello che alcuni ribattezzarono “il club degli opossum”, la parola lavoro provocava un naturale rigetto, una sorta di eritema dell’animo. Cerimonioso, abilissimo a svicolare gli impegni e a rendersi quasi invisibile per schivare il lavoro, Carletto aveva interpretato a modo suo il lavoro a distanza, da casa. Omettendo il riferimento a tutto ciò che significasse attività, servizio, impiego, mansione, compito, responsabilità, azione oppure risultato si era concentrato sulla parte dell’agile da intendere come un processo di inoperosità, massima aspirazione per coloro che non provavano alcun rimorso nell’essere dei perdigiorno, degli scansafatiche. Pazienza se poi questo atteggiamento sfociasse nell’imbroglio o nella truffa, ingannando il prossimo e principalmente chi gli aveva affidato il lavoro.

Rosina, sua socia in tutto e per tutto (aspetti sentimentali a parte), la pensava ovviamente alla stessa maniera. Erano davvero una bella coppia e, affidandosi all’immortale capolavoro di Collodi, non si faticava a identificarli con il gatto e la volpe. O con l’opossum e la sua nota strategia di fingersi morto per scoraggiare i predatori. Solo che, nel caso dei due, si trattava di un buon modo per schivare lavoro e impegni, infrattandosi al fine di rendersi indivisibili e silenziosi. Il lavoro reclamava attenzione e presenza? Chissenefrega e buonanotte ai suonatori, tanto c’era sempre qualcuno sul quale si poteva, in qualche maniera, scaricare le incombenze. Rosina era nipote di Mario, conosciuto dai più come “il Mario pulito”, uno stradino originario della provincia di Rovigo il quale, mantenendo fede al suo soprannome, aveva sempre e tenacemente operato per ottenere con il minimo sforzo la massima resa dalla sua attività. A differenza di sua moglie Maria che si “tirava nera” a lavorare, lui era diventato famoso per la proverbiale abilità a sdraiarsi ai bordi della strada dove, disteso su un vecchio plaid, allungava le mani nelle cunette per estirpare le erbacce con movimenti tanto lenti quanto studiati. Ben attento a non faticare troppo e a non sporcarsi gli abiti. Se ne accorse anche il vecchio cavaliere Hoffman, pentendosi amaramente di avergli offerto il lavoro di giardiniere nel parco della sua villa. Il buon Mario si sdraiava sotto gli alberi sul finire dell’estate in pigra attesa che le foglie cadessero e solo quand’erano tutte a terra, con una gran flemma, iniziava a raccoglierle, una ad una. E lo stesso in primavera quando, dopo la sosta invernale dove veniva pagato per non far nulla, attendeva che l’erba crescesse fino ai polpacci per rasare il prato con il tosaerba riservandosi tutto il tempo che riteneva necessario. La nipote non poteva certo smentire quell’attitudine perché, come si usa dire, buon sangue non mente. Eppure i due, nonostante tutto, erano simpatici e nemmeno lontanamente paragonabili a Stella, conosciuta come “la gallina Maddalena”, parafrasando una canzone di Roberto Vecchioni. A parte l’idiosincrasia per il lavoro che, forse, poteva accomunarla a Carletto e Rosina ma in una versione molto più acuta, la sua personalità era contorta e poco raccomandabile. Falsa come il peccato di Giuda, cattiva d’animo e terribilmente pettegola, anche lei come la gallina Maddalena si credeva una faraona e ingrassava “senza fare mai le uova”. Piena di se e sempre pronta a cambiar bandiera, tagliuzzava i vestiti addosso al prossimo con la sua linguaccia ma non voleva essere criticata (“io, le cose, non le mando mica a dire… Io, le cose, non le faccio alle spalle. Non è vero che io non abbia mai torto: sono gli altri che non hanno mai ragione”). Quel posto di lavoro per lei era solo un rifugio all’ombra del politico compiacente e lo smart working lo intendeva non come lavoro a distanza ma la maggior distanza possibile dal lavoro che, peraltro, non era in grado di fare a causa dei propri limiti e dell’assenza di un seppur piccolo barlume di volontà. Ma come spesso capita le cose possono cambiare improvvisamente e non è detto che i cambiamenti siano in meglio. Anzi. E così capitò che un giorno finì il suo credito con la fortuna e dovette ridare indietro tutto ciò che aveva ottenuto con intrighi e piccole furbizie. In poche parole, dalla sera alla mattina, la gallina rimase “senza penne sul di dietro”. Ancora una volta quella canzone del grande maestro ritornava quasi fosse una condanna (“Maddalena dei lamenti, che stà lì, che aspetta e spera; Maddalena senza denti, vittimista di carriera; Maddalena dei padroni che van bene tutti quanti: le stanno tutti sui coglioni, però manda gli altri avanti”). Quelli che definiva i suoi santi in Paradiso caddero in disgrazia e per quanto manifestasse la sua disperazione, le toccò andare a lavorare in un fast food. Tra le otto e le dieci ore al giorno a friggere ali di pollo e patatine senza il conforto di un aeratore che funzionasse erano il risultato dell’applicazione della legge del contrappasso per chi, come lei, aveva sempre riso in faccia a chi era costretto a faticare per mettere insieme il pranzo con la cena. E lì la presenza al lavoro era obbligatoria, non facoltativa. Qualche volta capitò che dei conoscenti ai quali aveva riservato in passato le sue attenzioni, delle quali avrebbero fatto volentieri a meno, si fermassero a fare un boccone in quel locale canticchiando “Maddalena, Maddalé, Maddalena dei funamboli: prima c’era e poi non c’è, Maddalena, Maddalé; Maddalena dei tuoi comodi: basta che va bene a te; Maddalena dei pronostici: “io l’avevo detto che…”. Maddalena dei colpevoli: tutti quanti tranne te, Maddalena, Maddalé”.

Marco Travaglini

Sabato di “straordinari” al Museo del Tessile

In occasione della Rassegna “Di Freisa in Freisa”, Open Ateliers al “Museo del Tessile” di Chieri

Sabato 10 maggio, apertura fino alle 19

Chieri (Torino)

Autentica “perla culturale” della città collinare, nato nel 1995 su idea di Armando Brunetti (imprenditore e grande collezionista di reperti tessili) nonché membro della “European Texitile Network” e parte dell’“Itinerario European Texitile Routes”, anche il chierese “Museo del Tessile” (che, a oggi, conserva circa 3.500 pezzi di tutte le dimensioni e le epoche, dal XVI secolo ad oggi) partecipa a suo modo alla XV edizione della manifestazione “Di Freisa in Freisa” organizzata per il prossimo sabato 10 maggio dal “Comune di Chieri” insieme al “Consorzio di Tutela e Valorizzazione delle DOC Freisa di Chieri e Colline Torinesi”. “Freisa” e “Tessile”. Come dire: aprire pienamente le porte alle grandi secolari tradizioni di  un territorio ricco di un patrimonio storico-culturale ed enogastronomico assolutamente da conservare e da non disperdere nei tempi a venire.

Come si inserirà, dunque, nelle celebrazioni dedicate al grande “nettare di Bacco” delle colline torinesi, lo storico “Museo” di via Santa Clara 6 a Chieri? Nella maniera più semplice, ma ben accetta, possibile: primo, prorogando l’orario di apertura, dalle 14 alle 19, e, in secondo luogo, offrendo ai visitatori la possibilità di accedere ai “laboratori artistici” nel complesso di “Santa Chiara”, lungo il portico che conduce all’“Orto del Tessile” (progettato da Clara Bertolini nel 2017 e rinnovato nel 2021 con un progetto a cura di Melanie Zefferino, Claudio Zucca e Giulia Perin), anch’esso aperto al pubblico.

In particolare, sarà possibile accedere all’atelier di “ricamo Bandera”, a “punti liberi” (particolarmente apprezzato dall’aristocrazia torinese dell’‘800) diretto da Orsola Benente, alla “sartoria” che attualmente accoglie i lavori dell’artista e designer Lev Nikitin (originario del Kazakistan, oggi artista in residenza presso la “Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile” a Chieri), e al laboratorio di “tintura naturale” e “tecniche orientali” di stampa su tessuto tenuto da Emina – Giulia Perin. In questo modo sarà possibile vedere alcune delle creazioni che gli artisti realizzano operando stabilmente al “Museo del Tessile” dove, ciascuno a proprio modo, coniuga tradizione e innovazione, identità e apertura verso altre culture.

Dichiara Melanie Zefferino, presidente della “Fondazione Chierese per il Tessile” e de “Museo del Tessile”: “Anche quest’anno si è inteso rinnovare la collaborazione tra il ‘Museo’ e la tradizionale rassegna dedicata al ‘Freisa’, poiché i valori di creatività e sostenibilità uniscono, accomunano impresa e Musei, così come la filiera del cibo e quella del tessile”.

Restando in tema, altro appuntamento da non perdere, il “Tour del Tessile”, con partenza alle 15,30 dall’ex cotonificio “Tabasso” presso la “Biblioteca Civica”. Da qui prenderà il via un percorso cittadino gratuito lungo le strade che hanno ospitato gli insediamenti produttivi della storica tessitura chierese con l’obiettivo di mostrare ai partecipanti la fitta trama di edifici destinati nel passato alle attività produttive: ciminiere, finestre a shed, grandi o piccoli depositi, ingressi e insegne che danno l’idea della grande rilevanza economica del comparto tessile della città nel corso di due secoli dalla fine del Settecento all’inizio del XXI secolo. L’arrivo del tour sarà, naturalmente, al “Museo del Tessile”. Premio: un buon bicchiere di “Freisa”!

Per info e programmawww.fmtessilchieri.org

g.m.

Nelle foto: “Museo del Tessile”, Orsola Benente e Lev Nikitin