ilTorinese

Eccessivo e troppo teatrale il Pirandello di Placido

“Eterno visionario” sugli schermi

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

 

Ad Amburgo, in una notte del dicembre del 1934, mentre è in viaggio nel treno che lo sta portando a Stoccolma per la consegna del Nobel, Pirandello riaccende attorno a sé i fantasmi della sua vita, umana e letteraria, le luci e le tante ombre che l’hanno attraversata. La luce maggiore è Marta Abba, la ragazza che venticinquenne, incontrata durante un provino per la messinscena di “Nostra Dea” di Bontempelli, lo fece “risorgere come artista e come uomo”, con le immagini di un amore sempre sussurrato ma impossibile, le ombre sono gli insuccessi di una carriera, la sfida dei “Sei personaggi” perduta alla prima del Valle, di fronte a un pubblico urlante e minaccioso, che avrebbe voluto scuotere, prendere artisticamente a schiaffi e distogliere da un mare di (vecchio) teatro che rappresentava tutti i suoi luoghi comuni, le sue consuetudini, le vecchie leggi ormai da superarsi; la libertà da un padre che lo avrebbe voluto contabile nella Sicilia antica delle sue solfatare e la fuga in Germania per inseguire tutti i sogni di scrittura che giovanissimo già coltivava, la disfatta economica della famiglia e la conseguente instabilità mentale della moglie Antonietta Portulano, dolorosissima per lui, con il successivo ricovero in ospedale, i rapporti non sempre facili con i tre figli e i lunghi distacchi e le loro ribellioni, la speranza di una collaborazione cinematografica con il regista tedesco Murnau che non si realizzò mai.

Non è attraverso i pur brevi ricordi il Pirandello dell’opera letteraria, dell’autore diviso tra realtà e finzione, quello che Michele Placido propone in “Eterno visionario” (sceneggiato con Toni Trupia e Matteo Collura), l’autore coltivato o forse passato frettolosamente nei banchi di scuola ma l’uomo della vita soprattutto, infelice, disastrata, cercata sempre nella sua completezza, di quell’involucro da cui gran parte della carriera dello scrittore deriva. Il desiderio d’affrontare un altro genio della cultura dopo il Caravaggio di un paio d’anni fa, con la conoscenza e la passione che già in altre occasioni, al cinema come a teatro, gli ha fatto incontrare lo scrittore siciliano. Anche Placido, qui, con quella “visionarietà” che attribuisce al proprio personaggio e portata avanti in un montaggio che è passaggio continuo di anni e decenni, di azioni e di ricordi, improvviso, frammentario, altalenante, costruisce il personaggio, nella complessità del suo vivere: sino alla comparsa sul set del “Fu Mattia Pascal” di Pierre Chenal che precederà di poco l’ultima notte di una vita passata a dettare al figlio Stefano l’imbarbarimento di una società nei “Giganti”.

Placido da sempre coltiva un cinema sanguigno, corposo e corporale, fervidamente inteso e fabbrica di grandi effetti. Nell’”Eterno visionario” il regista pare se possibile accrescere ancor più le proprie scelte e il cinema sembra arretrare, farsi mezzo (stridente) e non fine (secondo le proprie più intime leggi), assumere connotati che non gli sono propri, che lo disturbano, il teatro o le consuetudini teatrali prendono il sopravvento – il tipo di recitazione sempre sopra le righe, i vistosi trucchi e le lacrime copiose, i ritagli berlinesi che fanno tanto Kurt Weill che fanno tanto “Cabaret” e che mettono in primo piano la fotografia di Michele D’Attanasio, la Madre dei “Sei personaggi” strisciante a terra nella sua disperazione, certi dialoghi troppo scritti e troppo insistiti, Pirandello seminudo allo specchio e alla luce delle sue ultime volontà testamentarie, e si potrebbe continuare: un film di grandi eccessi – e ogni immagine più s’adatta a un palcoscenico che non a uno schermo. Va da sé che pure le interpretazioni ne risentano, sovraccariche, lontano da una sobria naturalezza, Bentivoglio in primo luogo (al Servillo della “Stranezza”, pur in tutt’altro contesto, era dato di cogliere meglio la figura), lo stesso Placido che si ritaglia il personaggio di Saul Colin, collaboratore e agente letterario di Pirandello, agghindato come Poirot sul treno dell’”Orient Express”. Bella la presenza di Federica Vincenti, anche in veste di produttrice, i costumi di Andrea Cavalletto e le scenografie di Tonino Zero sono un valore alto; l’applauso incondizionato è a Valeria Bruni Tedeschi che è Antonietta, eccellente nel costruire ancora una volta uno di quei ritratti femminili avvolti in una pazzia più o meno tangibile, che camminano con tutta l’intelligenza dell’attrice sul filo di una lama, negli sguardi stralunati, nelle parole rotte, nei gesti folli, nell’entrata a una festa che non è mai stata la sua e a cui lei non ha mai preso parte.

Carceri, nuove tensioni

Ancora alta tensione in un carcere del PIEMONTE, ancora una situazione di pericolo vissuta nella Casa circondariale di Vercelli. Su quanto è avvenuto nella giornata di  martedì, riferisce Vincete Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Ieri sera, un gruppo di detenuti del 3 “E” e del 4 “E” piano detentivo, durante la fase di chiusura, rifiutavano il rientro nelle celle, protestando per il malfunzionamento dei caloriferi e degli infissi malridotti. I detenuti facinorosi, principalmente stranieri, hanno iniziato una vera e propria protesta rumorosa con battitura dei blindi, incendi di coperte e lenzuola e rottura di plafoniere e telecamere, tavoli e sgabelli. A seguito dell’incendio e della rottura del sistema di illuminazione si innescava un corto circuito che causava un blackout. Altri detenuti hanno messo fuori uso tutte le telecamere e le plafoniere presenti in Sezione, mentre un poliziotto, intervenuto per tentare di stemperare la crescente tensione, veniva affrontato da uno dei ristretti che, con fare minaccioso, gli lanciava un secchio presumibilmente di acqua bollente addosso”. Il sindacalista denuncia che la situazione si è ulteriormente aggravata quando “altri ristretti hanno iniziato a far esplodere varie bombolette e con l’utilizzo di una branda a modi ariete iniziavano a sfondare il muro di cella, creandone un vero e proprio buco che permetteva ai detenuti fuori uscire”. Altri provocavano un incendio e questo è stato il prologo dell’intervento del personale del reparto che, con i supporti inviati dall’UST, iniziavano le operazioni di ripristino dell’ordine e della sicurezza, concluse verso le 23.00. Ancora una volta, solo grazie al personale di polizia penitenziaria di Vercelli e dopo ore di alta tensione, si è ripristinato l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto”.
 “Ormai quello che quotidianamente accade negli Istituti del Distretto penitenziario piemontese e ligure non fa più notizia”, conclude Santilli. “Le aggressioni che avvengono pressochè quotidianamente ai danni del personale di Polizia che presta servizio nelle varie carceri sono il simbolo di una gestione fallimentare dell’Amministrazione Penitenziaria del Piemonte. Il SAPPE denuncia ormai da tempo la situazione insostenibile delle carceri regionali, ma chi dovrebbe intervenire e tutelare continua a tacere ed a restare inerme. Mai udito un silenzio così assordante da parte di questa Amministrazione Penitenziaria!”
“La situazione penitenziaria è sempre più critica” – commenta il Segretario Generale del SAPPE, Donato Capece, che ribadisce: “Quanto avvenuto testimonia che il sistema della sicurezza nelle carceri italiane non è adeguato alle esigenze attuali per cui è necessario intervenire. Chiediamo all’Amministrazione penitenziaria di adottare ogni utile iniziativa affinché i detenuti vengano puniti in maniera esemplare, con l’applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario che prevede particolari restrizioni, per coloro che mettono in crisi l’ordine e la sicurezza degli istituti penitenziari”. 
“Continuiamo altresì a chiedere che vengano previste adeguate strutture sul territorio nazionale, ove i detenuti violenti possano scontare la pena in regime chiuso, fino a quando non comprendono che devono rispettare le regole e soprattutto la polizia penitenziaria e tutti gli altri operatori”, prosegue il leader del SAPPE, che fa appello ai Sottosegretari alla Giustizia Andrea Delmastro ed Andrea Ostellari per un incontro urgente “al fine di ristabilire subito regole efficaci per garantire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.

Grimaldi (Avs): “Il governo come costringerà Stellantis a garantire produzione?”

Lo pensa di fare tagliando i fondi per l’automotive?

Che cosa è successo nell’ultimo mese su Stellantis alla Camera dei Deputati? Tavares ha fatto scena muta di fronte a parlamentari, non ha presentato piani industriali, né nuovi modelli, né certezze. Il presidente di Stellantis Elkann ha addirittura rifiutato di presentarsi davanti al Parlamento: riteneva sufficiente quanto detto dal suo Amministratore delegato. Ora addirittura una nuova cassa integrazione, questa volta a Termoli.

Perciò la domanda è semplice: cosa farete per costringere Stellantis a favorire la produzione di modelli mass market? Cosa farete per vincolare gli incentivi al reshoring dei modelli Fiat programmati in Serbia, Polonia e Marocco?

Così Marco Grimaldi di Avs nel corso del Question Time alla Camera dei Deputati si rivolge al ministro Urso.

Ma davvero dopo mesi di lavoro, – conclude il vicecapogruppo dei deputati rossoverdi – dopo le mozioni approvate dal Parlamento , dopo lo sciopero de lavoratori promosso da Fiom, Fim e Uil il governo Meloni pensa di farlo tagliando 4.6 miliardi al fondo automotive per armare fino ai denti e darli al ministero della difesa?

Chirurgia vertebrale, convegno al Cto

Sabato 23 novembre evento “La patologia degenerativa del rachide lombare”
Sabato 23 novembre 2024 dalle ore 8,30 alle ore 17,30, presso l’Aula Magna dell’ospedale Cto di Torino (via Zuretti 29), si terrà l’evento “La patologia degenerativa del rachide lombare”, presieduto dal dottor Giosué Gargiulo con responsabile scientifico il dottor Massimo Girardo. Organizzata in collaborazione con la Società Italiana di Chirurgia vertebrale, con il gruppo Italiano Scoliosi e con la Società Ortopedici TraumatologiOspedalieri del Piemonte, sarà una giornata dedicata alla chirurgia vertebrale. In particolare alla patologia degenerativa lombare, di frequente riscontro nelle attività ambulatoriali e di pronto soccorso nelle sue varie espressioni cliniche: ernia del disco, discopatia degenerativa, spondilolistesi degenerativa e scoliosi degenerativa. L’incontro avrà un indirizzo divulgativo per puntualizzare gli aspetti diagnostici e terapeutici più attuali, avvalendosi della collaborazione di chirurghi ortopedici e neurochirurghi (il professor Diego Garbossa), che operano in Piemonte e Valle d’Aosta.

“Club Silencio On Ice”. Una serata speciale tra musica, pattinaggio e performance

In programma al Palavela di Torino

Venerdì 22 novembre, dalle 19 all’1 di notte

Il progetto è a firma dell’Associazione Culturale torinese “Club Silencio” (da sempre impegnata nel creare esperienze culturali ed artistiche innovative in spazi d’eccezione, la più nota, datata 2017, “Una notte al Museo”) che in collaborazione con il “Palavela” di via Ventimiglia, in occasione dell’avvio della stagione del pattinaggio e in vista dei “XXIII Giochi Mondiali Universitari Invernali”previsti sotto la Mole nel prossimo gennaio 2025, propone per venerdì 22 novembre sulla pista del “Palavela” una serata e un evento imperdibili, dal titolo: Club Silencio On Ice”. Serata che unirà la magia e il piacere del pattinaggio su ghiaccio con un mix coinvolgente di “musica” e “performance”visive, in grado di offrire al pubblico un’esperienza sensoriale a 360 gradi.

Il “Palavela”, simbolo per eccellenza, insieme al vicino “Palazzo del Lavoro”  delle celebrazioni di “Italia ‘61” e, dopo anni di oblio, ritornato tra i protagonisti architettonici del contesto urbano in occasione dei “XX Giochi Olimpici Invernali” del 2006 (grazie al progetto – reinterpretazione dell’originario “Palazzo delle Mostre” firmato da Gae Aulenti) diventerà il palcoscenico ideale per una serata tutta dedicata all’arte, alla cultura e allo sport.

Dalle 19 fino all’1 di notte, gli ospiti avranno la possibilità di immergersi in due slot di pattinaggio di due ore ciascuno, godendo della libertà e del divertimento offerti dalla pista. Per chi preferisce vivere l’evento da spettatore, sarà possibile partecipare accompagnando amici e assaporando l’atmosfera unica della serata senza scendere sul ghiaccio.

Momento clou dell’evento, le performanceartistiche sul ghiaccio dei talenti del “CUS Torino”. In pista daranno spettacolo Melissa Merrone e Alberto Tommasi, coppia di “artistico” fresca partecipante al “Gran Prix Junior” tenutosi in Polonia, a Danzica; Irene Barreri e Alessandro Di Giorgio, nazionali di “Danza Junior”; Alessia Tornaghi, Vivienne Contarino ed Emilia Russo, atlete nazionali di “artistico singolo”. A ulteriormente arricchire la serata, sarà la proposta artistica di Tommini Cherubaso che presenterà una visual performance a tema “AI-generated”, esplorando il potenziale creativo dell’intelligenza artificiale per un viaggio visivo che si riflette e si trasforma sugli schermi in sincronia con la pista di ghiaccio. E, infine, a completare l’esperienza, l’“accompagnamento musicale” di Lollo De Gregorio, che porterà il suo sound vibrante per animare la pista e coinvolgere il pubblico in un gradevole clima di festa e condivisione. Immancabile la “VR Experience”, tecnologia che offre “esperienze immersive” uniche, grazie alla quale sarà possibile creare disegni e opere in 3D in uno “spazio virtuale”.

Complessivamente saranno sei belle ore piene piene, ricche di sport, arte, divertimento e magia assolutamente indimenticabili, come promettono gli organizzatori.

Siamo entusiasti – sottolinea Alberto Ferrari, presidente di ‘Club Silencio’ – di questo appuntamento al ‘Palavela’, una delle strutture più iconiche di Torino, e di questa esperienza che va oltre il semplice intrattenimento. Con questo evento vogliamo offrire al pubblico l’opportunità di vivere la pista di pattinaggio in un’atmosfera nuova, che unisce arte, tecnologia e musica in un contesto straordinario. La nostra missione è sempre stata quella di valorizzare il patrimonio culturale e artistico del territorio, e crediamo che questa sinergia con il ‘Palavela’ rappresenti un passo importante verso questo obiettivo, offrendo al pubblico una serata che resterà impressa nella memoria.

Per partecipare alla serata è necessario accreditarsi sul sito di “Club Silencio” al link https://clubsilencio.it/next-event/

Per info: “Club Silencio”, corso Massimo D’Azeglio 60, Torino – www.clubsilencio.it

g.m.

Nelle foto:

–       Palavela – Credit Rachele Venco

–       Alberto Ferrari – Credit Federico Masini Studio

Arriva la neve a Torino? Spargisale in azione

Nell’eventualità di una precipitazione nevosa che, stando alle previsioni, potrebbe interessare la città di Torino dal primo pomeriggio di  giovedì 21 novembre, la macchina organizzativa del “piano neve” del Comune si è messa in moto.

Sulla base delle previsioni meteo la Cabina di Regia Neve (CRN) – composta da Amiat, Gtt, Polizia Municipale, Protezione Civile e dagli uffici delle diverse divisioni comunali coinvolte – ha avviato le prime azioni secondo le modalità del piano operativo e continua a monitorare costantemente la situazione per  coordinare gli interventi necessari al fine di limitare eventuali disagi.

Già a partire dalla mezzanotte sono entrati preventivamente in azione 29 spargisale per un insalamento dei percorsi collinari (13 i mezzi impegnati)  e della grande viabilità (16).

Fin dalla mattina di ieri intanto, anche in previsione di un calo sensibile delle temperature, Amiat sta procedendo attraverso i suoi operatori all’insalamento manuale dei passaggi pedonali e delle aree intorno agli edifici scolastici. Lo stesso sta facendo Gtt con interventi sulle banchine del trasporto pubblico alle fermate di alta e bassa collina.

La scala di interventi prevede una serie di azioni che diventano progressivamente operative in funzione in base all’entità prevista dalla precipitazione nevosa, a partire (livello verde) dalle operazioni di insalamento – preventivo e/o di abbattimento – della viabilità collinare e di quella ad alta densità di traffico, di isole pedonali e aree mercatali, per scongiurare la possibile formazione di ghiaccio al suolo, o nel caso di una precipitazione non rilevante (di norma fino a 4 cm).

Per limitare il più possibile i disagi e facilitare le eventuali attività di insalamento della strada e lo sgombero della neve si esortano i cittadini a informarsi sull’evoluzione della situazione meteo attraverso i canali ufficiali della Città di Torino, sito di Arpa Piemonte, TG, radio giornali e organi di stampa. L’invito, nel caso di nevicate, è a privilegiare i trasporti pubblici e, qualora si utilizzi l’auto, ad adottare uno stile di guida prudente. In presenza di neve o ghiaccio, poi, è opportuno dotare il proprio automezzo di pneumatici da neve e, comunque, tenere sempre a bordo le catene antineve in caso di necessità.

Si ricorda inoltre che lo sgombero della neve dai marciapiedi è ascrivibile a proprietari, amministratori e conduttori degli stabili che vi si affacciano e che gli stessi sono invitati a rompere e coprire il ghiaccio con materiale antisdrucciolevole e a non spandere acqua che possa congelare.

Per ogni informazione e/o segnalazione relativa a neve e/o ghiaccio è operativo un numero verde attivato da AMIAT – 800679738 – che risponde dal 1 novembre al 31 marzo h24. E’ inoltre attiva la casella di posta elettronica viabilitainvernale@comune.torino.it, operativa dal lunedì al venerdì in orario di ufficio (8-16 e ven 8-14).

Futuri aggiornamenti che, in base alle previsioni meteo, potranno determinare l’attivazione di ulteriori misure del piano operativo neve, saranno comunicati con tempestività alla cittadinanza e agli organi di informazione attraverso comunicati stampa, sulla home page del sito web della Città e sui suoi canali social.

Da necessità a piacere

Chiunque visiti il nostro Paese, e ancor più noi che ci viviamo, non possiamo non conoscere la cucina, i cibi, le ricette e tutto ciò che contraddistingue la nostra alimentazione da quella di molti altri Paesi.

Per ammissione di molti stranieri, noi cuciniamo i cibi mentre loro si limitano a cuocerli, non riuscendo così ad attribuire al pasto quel valore aggiunto che la nostra cucina ha guadagnato in secoli di storia.

La posizione geografica, il clima, la presenza di montagne elevate e di mari pescosissimi, di fiumi e laghi, di pianure estese ed una storia multi-millenaria, fabbriche di armi e di imbarcazioni hanno contribuito a rendere l’Italia famosa in tutto il mondo per le sue prelibatezze.

Ma questo sarebbe l’aspetto puramente alimentare della cucina; noi italiani andiamo oltre: il mangiare, il cucinare, il sedersi a tavola è diventato un rito sociale, un momento che non soltanto riunisce parenti ed amici ma che stimola riflessioni, è prodromico alla redazione di un contratto, consente di raccontare le proprie vacanze attraverso ciò che di alimentare si è portato a casa.

Un carissimo amico narra che la sua compagna, finlandese, potrebbe vivere a cotoletta e patatine, eventualmente aggiungendo alla sera una minestrina (modello nudelnsuppe tedesca) senza sentire la necessità di cambiare sapori.

In effetti sembra che mentre noi viviamo per mangiare, molti altri Paesi mangino per vivere.

Ho viaggiato in Medioriente, nei Caraibi, nell’Africa sub sahariana, nel Maghreb, nei Balcani, in Turchia e posso dire che sono pochi i Paesi che si avvicinano al nostro per varietà di cibi, per modalità di cottura, per fonti (ovini, caprini, equini, molluschi, pesci d’acqua dolce e di mare, verdure e frutta di tutti i generi) e per capacità di presentazione oltre che per qualità dei vini di ogni tipo e gradazione e dei liquori e distillati.

Tralasciando festività quali Pasqua e Natale, anche la preparazione di un pasto della domenica o di una festa di compleanno è un evento conviviale che consente non soltanto di soddisfare il bisogno primario di alimentarsi, ma coinvolge i partecipanti, a vario titolo, nella riuscita dell’evento.

Dalla scelta della tovaglia e degli accessori, dalla scelta dei menù e delle bevande la socialità tra i partecipanti è un sentimento che raggiunge il suo culmine nel brindisi di inizio pasto e prosegue con la portata in tavola delle varie portate.

Ancor più se ognuno dei partecipanti porta qualcosa perché narrerà come gli sia venuta l’idea, dove abbia trovato la ricetta, dove abbia comprato le materie prime, ecc.

In ogni regione ci sono riti, tradizioni particolari tipiche di un periodo dell’anno e cibi che diventano il motivo ufficiale dell’incontro, mentre il motivo ufficioso, ben più importante, è ritrovarsi, magari dopo mesi senza vedersi.

Negli ultimi mesi, almeno a Torino e Milano, i ristoranti sono tutti prenotati, e non solo nei week end, segno che le persone dopo aver dovuto rinunciare obtorto collo ai ritrovi, alle serate a cena fuori, stanno recuperando perché la voglia e la capacità di relazionarsi è superiore a qualsiasi paura, a qualsiasi rischio sanitario.

A chi non è capitato, trovandosi da solo in prossimità del Natale o di Pasqua, di essere invitato da parenti o amici “così mangiamo insieme”.

E cosa dire dei giovani che, magari solitari e taciturni davanti allo smartphone, trovano però occasione di dialogo e cameratismo nell’intervallo di pranzo in un fast food o nella mensa universitaria?

Eventi come “Cheese”, la “Fiera del peperone”, la “Fiera del tartufo bianco” o la “Fiera del bue grasso” iniziano come una fiera di paese ma proseguono come un momento conviviale organizzato mesi prima e vissuto come un pellegrinaggio laico, in adorazione di questo o quel cibo.

Dalla trippa di Moncalieri al tartufo d’Alba, dalle olive taggiasche o coratine alle lenticchie di Castelluccio di Norcia i santuari del cibo vedono aumentare ogni anno il numero di visitatori e di eventi.

Le trasmissioni di cucina in TV, moltiplicatesi negli anni, sono la dimostrazione mediatica di quale e quanto sia l’interesse per il cibo.

Non dimentichiamo, però, che gli eccessi possono nuocere gravemente alla salute e che una festa è bella quando la si vive ogni tanto e non diventa una abitudine perpetua.

Soprattutto ricordate: non guidate se dovete bere.

Sergio Motta

Rivoli: al Don Puglisi presentata riqualificazione di corso IV Novembre

Il Sindaco incontra i cittadini nei quartieri

 

 

Martedì 19 novembre si è svolto il primo incontro dell’iniziativa “Incontri di Quartiere”, voluta dal Sindaco Alessandro Errigo e dalla sua Giunta per avvicinare l’Amministrazione alle esigenze dei cittadini. La sala del Centro d’Incontro Don Puglisi ha accolto molti residenti, pronti a confrontarsi su idee e proposte per la città.

Il tema affrontato è stato il progetto di riqualificazione di Corso IV Novembre, illustrato con disegni e dettagli tecnici ai presenti dall’Assessore all’Urbanistica Emanuele Bugnone e dal Dirigente servizi al territorio e alla città Antonio Graziani. Dal dialogo con gli abitanti del quartiere sono poi emerse anche altre necessità legate a migliorie e manutenzione degli spazi urbani.

Protagonisti del dialogo? I cittadini e le loro idee. “Ogni decisione la vogliamo fare con i quartieri,” mantenendo fede alla promessa di una politica vicina ai bisogni quotidiani delle persone.

“Questi incontri rappresentano un impegno concreto per una Rivoli vicina alle esigenze dei cittadini,” ha aggiunto il Sindaco, evidenziando come la partecipazione sia la chiave per trasformare idee e bisogni in azioni concrete e costruire una città più inclusiva e vivibile.

Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 21 novembre a Borgo Nuovo, alle ore 21:00. L’Amministrazione invita tutti a partecipare: perché la Rivoli del futuro si costruisce insieme, una proposta alla volta.

Nelle gallerie di Mondojuve Shopping Village la terza fiera del disco

Sabato 23 e domenica 24 novembre, dalle 9 alle 20.30, Ernyaldisco presenta nelle gallerie di Mondojuve Shopping Village la terza fiera del disco. Un appuntamento con ingresso gratuito dove appassionati e collezionisti potranno tuffarsi tra CD, dischi, vinili, nuovi, usati e da collezione.

La Fiera sarà un vero e proprio paradiso per i collezionisti e nostalgici del suono analogico, proponendo una vasta selezione di dischi in vinile a 33 e 45 giri, MIX e CD, sia nuovi, sia usati, fino ad arrivare a pezzi da collezione. Gli appassionati potranno immergersi in un universo musicale che spazia dal rock al jazz, dal punk alla musica classica, dal soul ai cantautori italiani, passando per generi come i metal, la psichedelica, il funky e molto altro. Durante l’evento i visitatori avranno l’opportunità di acquistare, vendere, scambiare i propri dischi, avvalendosi della competenza degli espositori presenti. Sarà un’occasione unica per incontrare altri appassionati, condividere storie, consigli e momenti di pura passione musicale, entrando a far parte di una vera e propria community.

 

Mara Martellotta

“Casa Fools”, al Teatro Vanchiglia alla scoperta della musica classica “nascosta” nelle canzoni pop

“Classica Pop”

Venerdì 22 e Sabato 23 novembre, ore 21

Ma pensate un po’! La bellissima e celebre “All by myself” (brano scritto e registrato nel 1975 dal cantante americano Eric Carmen, fra gli altri grandi interpreti Céline Dion e il gruppo musicale di “crossover” classico “Il Divo”) è una canzone di Sergej Vasil’evič Rachmaninov e precisamente l’“Adagio sostenuto” del “Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in do minore, op. 18”. E ancora. Le note de “La danza delle streghe” (2003) del torinese, disc jockey e conduttore radiofonico Gabri Ponte danzano sulle note di “Lacrymosa” della “Messa da Requiem” di Giuseppe Verdi. Così come “Babe il maialino coraggioso”  (film del 1995 diretto da Chris Noonan) canta una melodia del grande compositore francese Charles Camille Saint-Saens.

In una girandola tra il serio e il faceto, le succitate tesi si sostengono in “Classica Pop”, curioso spettacolo teatrale alla scoperta della “musica classica” nascosta nella “musica pop” (chissà quanta!) tra aneddoti curiosi, rivelazioni stupefacenti e scoperte inaspettate.

Lo spettacolo fa parte del progetto “Consonanze”, un dialogo tra il patrimonio classico e le espressioni artistiche contemporanee, inserito nella stagione teatrale 20024 – 2025 di “Casa Fools”, Compagnia Teatrale, associata Arci, nata a Roma nel 2005 e nel 2013 trasferitasi a Torino per trovare “Casa con dentro un Teatro” in via Bava 39, sede per l’appunto del loro ormai noto spazio scenico, il “Teatro Vanchiglia”.

E proprio sul palco del “Vanchiglia”, Luigi Orfeo, attore e regista di teatro e di lirica, racconterà, venerdì 22 e sabato 23 prossimi, alle 21, come alcune delle “melodie pop” più celebri siano in realtà pezzi di “musica classica”, come l’“opera lirica” imperversa nel rock e il jazz si fonda niente meno che su Johann Sebastian Bach, l’inarrivabile. Insieme a lui, il compositore, pianista e direttore d’orchestra di Big Mama ed Emma al “Festival di Sanremo 2024”, Alberto Cipolla, che “sarà la chiave” per entrare nel magico mondo delle contaminazioni tra la “classica” e la musica “pop”.

Spiega Luigi Orfeo, codirettore, insieme a Roberto Calia e a Stefano Sartore di “Casa Fools”: “Quante categorie di musica ci sono? Classica, blues, pop, jazz, rock… etichette che imprigionano idee. In ‘Classica Pop’ vogliamo spezzare queste barriere e lasciare che la musica vaghi libera. Al mio fianco il maestro Alberto Cipolla, già direttore d’orchestra del ‘Festival di Sanremo’, esperto di pop contemporaneo, arrangiatore di Elisa, Big Mama e Lazza, porta in scena la sua esperienza. Insieme, raccontiamo la musica classica nascosta nel pop, tra aneddoti, storie, confronti e video, invitando il pubblico a un ‘karaoke’ gigante che culmina in un finale inaspettato”. Tutto, ma proprio tutto, da scoprire.

 

Per info: “Casa Fools/Teatro Vanchiglia”, via Bava 39, Torino; tel. 392/3406259 o www.casafools.it

 g.m.

 

Nelle foto:

–       Luigi Orfeo

–       Alberto Cipolla