Nel fine settimana che ha avviato le festività invernali, i Musei di Torino hanno accolto un pubblico numeroso
MUSEI REALI
Tra sabato 6 e lunedì 8 dicembre 2025 sono stati emessi 11.762 biglietti. In particolare, 10.130 hanno consentito la visita al Palazzo Reale, alle raccolte permanenti e alla mostra dossier Il “divino” Guido Reni nelle collezioni sabaude e sugli altari del Piemonte, aperta fino al 18 gennaio 2026 nello Spazio Scoperte, al secondo piano della Galleria Sabauda, per trascorrere le prime festività con la variegata offerta dei Musei Reali di Torino alla scoperta o riscoperta di collezioni e mostre temporanee comprese in un unico biglietto di ingresso.
Sono stati poi 1.632 i biglietti staccati solo per ammirare l’esposizione Orazio Gentileschi. Un pittore in viaggio, in corso fino al 3 maggio 2026 nelle Sale Chiablese.
Ottima è stata anche l’affluenza libera, rilevata grazie a un applicativo digitale, nei Giardini Reali (4.563).
Per riscoprire ambienti storici di grande fascino e suggestione, sabato 13 dicembre, dalle 19.30 alle 23.30, i Musei Reali di Torino propongono “Pranzo a Corte. Un viaggio tra tavole imbandite e antiche cerimonie” con l’apertura straordinaria delle Cucine Reali e dell’appartamento della regina Elena.
FONDAZIONE TORINO MUSEI
Ecco invece i dati dei visitatori nei 3 giorni del ponte dell’Immacolata (sabato 6 – domenica 7 – lunedì 8 dicembre 2025) alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, al MAO Museo d’Arte Orientale e a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino.
GAM: 3.079 ingressi
MAO: 4.790 ingressi
Palazzo Madama: 3.042 ingressi
Totale Fondazione Torino Musei: nelle tre giornate sono stati staccati 10.911 biglietti.
MAUTO
Ottimo risultato anche per il Museo Nazionale dell’Automobile nei giorni del Ponte dell’Immacolata: da sabato 6 a lunedì 8 dicembre 2025 i visitatori sono stati 4.600. A questo numero si aggiungono i visitatori del Centro Storico Fiat che, negli stessi giorni, sono stati 400.
Un risultato in crescita rispetto allo scorso anno quando si registrarono da venerdì 6 a domenica 8 dicembre 2.692 visitatori solo al MAUTO.
La proposta del Museo e del Centro Storico Fiat per le festività appena trascorse e per quelle imminenti si presenta particolarmente ricca e articolata, con un calendario di iniziative pensate per coinvolgere pubblici diversi e soddisfare interessi eterogenei.
QUATTRO MOSTRE IMPERDIBILI.
11 supercar Ferrari in esposizione per FERRARI DESIGN. CREATIVE JOURNEYS 2010–2025 e oltre 100 opere di arte contemporanea – da Maurizio Cattelan a Steve McQueen – provenienti dalla collezione della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e presentate nella grande mostra NEWS FROM THE NEAR FUTURE; l’esposizione delle leggendaria DeLorean DMC-12 – in dialogo con le opere dell’artista Anri Sala – per celebrare i 40 anni di RITORNO AL FUTURO e, al Centro Storico Fiat, il progetto CAPOLAVORI DI TORINO che trasforma la ricerca in archivio in un processo aperto e partecipativo.
UN MUSEO RINNOVATO
Oltre alle mostre temporanee, anche il percorso espositivo permanente è stato profondamente rinnovato: documenti originali, fotografie d’epoca, bozzetti e opere d’arte – moderna e contemporanea – sono ora poste in dialogo con le vetture della collezione del Museo, iconici capolavori di artigianato e stile. In particolare, una nuova sezione – di oltre 2000 mq – interamente dedicata al design racconta la creatività industriale e il processo progettuale, dall’idea al disegno e al prodotto finito. Uno spazio dove Marcello Gandini, Giorgetto Giugiaro, Paolo Martin, Leonardo Fioravanti, Aldo Brovarone, Ercole Spada, Giovanni Michelotti dialogano con i maestri del design di prodotto Franco Albini, Achille Castiglioni, Marco Zanuso, Joe Colombo e Vico Magistretti.
EVENTI E ATTIVITÀ PER TUTTI
E poi un programma di eventi per tutti: l’ultimo GP della stagione, proiezioni, visite guidate, workshop, letture ad alta voce, laboratori per bambini, lezioni di pilates e nuove supercar in arrivo.
La città di Torino è tutta magica, ma ci sono dei punti più straordinari di altri, uno di questi è la chiesa della Gran Madre di Dio, o per i Torinesi, ël gasometro. La particolarità del luogo è già nel nome, è, infatti, una delle poche chiese in Italia intitolate alla Grande Madre. L’edificio, proprietà comunale della città, venne eretto per volontà dei Decurioni a scopo di rendere onore al re Vittorio Emanuele I di Savoia che il 20 maggio 1814 rientrò in Torino dal ponte della Gran Madre (la chiesa sarebbe stata edificata proprio per celebrare l’evento), fra ali di folla festante. Massimo D’Azeglio assistette all’evento in Piazza Castello. Il dominio francese era finito e tornavano gli antichi sovrani. Il passaggio del Piemonte all’impero francese aveva implicato una profonda trasformazione di Torino: il Codice napoleonico trasformò il sistema giuridico, abolì ogni distinzione e i privilegi che in precedenza avevano avvantaggiato la nobiltà, la nuova legislazione napoleonica legalizzò il divorzio, abolì la primogenitura, introdusse norme commerciali moderne, cancellò i dazi doganali. La spinta modernizzatrice avviata da Napoleone con il Codice civile fu di grande impatto e le nuove norme commerciali furono fatte rispettare dalla polizia napoleonica con un controllo sociale nella nostra città senza precedenti. Tuttavia il carattere autoritario delle riforme napoleoniche relegava i Torinesi a semplici esecutori passivi di ordini imposti dall’alto e accrebbe il malcontento di una economia in difficoltà. Quando poi terminò la dominazione francese non vi fu grande entusiasmo, né vi fu esultanza per l’arrivo degli Austriaci. L’8 maggio 1814 le truppe austriache guidate dal generale Ferdinand von Bubna-Littitz entrarono in città, e prontamente rientrò dal suo esilio in Sardegna il re Vittorio Emanuele I, il 20 maggio dello stesso anno. Il re subito volle un immediato ritorno al passato, ossia all’epoca precedente il 1789, abrogando tutte le leggi e le norme introdotte dai Francesi. Il nuovo regime eliminò d’un tratto il principio di uguaglianza davanti alla legge, il matrimonio civile e il divorzio, e reintrodusse il sistema patriarcale della famiglia, le restrizioni civili riservate a ebrei e valdesi e restituì alla Chiesa cattolica il suo ruolo centrale nella società. Il 20 maggio 1814 fu recitato un Te Deum nel Duomo di Torino per celebrare il ritorno del re, che si fermò a venerare la Sacra Sindone. L’autorità municipale festeggiò il ritorno dei Savoia costruendo una chiesa dedicata alla Vergine Maria nel punto in cui il re aveva attraversato il Po al suo rientro in città. A riprova di ciò sul timpano del pronao si legge l’epigrafe “ORDO POPVLVSQVE TAVRINVS OB ADVENTVM REGIS”, (“L’autorità e il popolo di Torino per l’arrivo del re”) coniata dal latinista Michele Provana del Sabbione.
imperturbabile e regale: stringe con la mano destra una croce latina e sta seduta mentre guarda fissa l’orizzonte, incurante del giovane che la sta invocando porgendole due tavole di pietra bianca. I capelli sono ricci, e sulla fronte, lasciata scoperta dal manto, vi è una sorta di copricapo, come una corona, su cui compare un simbolo: un triangolo dal quale si dipartono raggi. Spesso, con un occhio al centro del triangolo, il simbolismo è usato in ambito cristiano per indicare l’occhio trinitario di Dio, il cui sguardo si dirama in ogni direzione, ma anche in massoneria è un importante distintivo iniziatico. Perfettamente centrale, ai piedi della scalinata, è l’imponente statua di quasi dieci metri raffigurante Vittorio Emanuele I di Savoia. La torre campanaria, munita di orologio, venne costruita sui tetti dell’edificio che si trova a destra della chiesa nel 1830, in stile neobarocco.