ilTorinese

Politecnico di Torino, 186% di turn over personale

 LA PERCENTUALE  OTTENUTA DAL MINISTERO DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA

È stato pubblicato  il decreto del Ministero dell’Università e della ricerca per l’assegnazione dei Punti Organico dell’anno 2024 rispetto alle cessazioni di personale che si sono verificate nell’anno 2023.

Il Politecnico di Torino si è visto riconoscere, rispetto al meccanismo previsto dalla normativa vigente, un punteggio del 186% di turn over rispetto alle cessazioni dell’anno precedente, raggiungendo quindi quasi due possibili assunzioni per cessazione. Il decreto ministeriale definisce infatti i criteri per il riparto e l’attribuzione a ciascuna istituzione universitaria statale del contingente di spesa disponibile a livello nazionale per l’assunzione di personale a tempo indeterminato e di ricercatori a tempo determinato per l’anno 2024.

“Un ottimo risultato per il Politecnico che testimonia la qualità dell’attività di gestione del personale da parte del nostro Ateneo, superando addirittura di gran lunga le performance relative all’anno precedente – commentano il Rettore Stefano Corgnati e il Direttore Generale Vincenzo Tedesco – L’obiettivo adesso è quello di mantenere e migliorare ancora i risultati raggiunti e di perseguire politiche di reclutamento adeguate e virtuose che tengano conto da una parte delle esigenze del personale docente e dei ricercatori dei vari dipartimenti, e dall’altra di realizzare gli obiettivi di programmazione triennale previsti per il personale tecnico amministrativo orientati a consolidare il reclutamento di personale a tempo indeterminato in settori strategici per il supporto delle missioni di Ateneo”.

 

Pragelato, dalla pista del baby parte la ristrutturazione dell’intera area del salto

“La pista baby di Pragelato continua a sfornare buone notizie. Sabato 15 febbraio, infatti, nella pista che è stata recentemente omologata dalla FISI, si sono svolte le gare di slalom per le categorie baby e super baby. Oltre 120 iscritti e una folta cornice di pubblico ha accompagnato le gare degli atleti con una organizzazione impeccabile da parte dell’Equipe Pragelato, il locale sci club che è guidato da bravi, qualificati e apprezzati allenatori e istruttori.

Una realtà in crescita, che ha già formato giovanissimicampioni e alcuni atleti juniores che partecipano a gare internazionali con lusinghieri e eccellenti risultati. Non a caso, lo sci club punta ad investire e proprio recentemente ha indirizzato all’Amministrazione Comunale una manifestazione di interesse per utilizzare i locali della dismessa stazione di partenza dell’ex seggiovia Clot de la Soma per ampliare la propria sede. Con l’obiettivo, ulteriore, di poter utilizzare parte delle aree limitrofe agli ex trampolini di salto convertite a piste di allenamento slalom che sono richieste, e non solo a livello locale.

Sotto questo versante, il progetto di ristrutturazione dell’intera area adiacente ai trampolini del salto in vista della costruzione definitiva dell’impianto del biathlon – dopo l’evento internazionale delle Universiadi – e del riutilizzo di gran parte di quella infrastruttura, incrocia indubbiamente le istanze che provengono dalle organizzazioni sportive, gli sci club, che seguono la specifica attività connessa alla pista baby. Un investimento, questo, destinato a cambiare in profondità, e al contempo a riqualificare, un’area che storicamente è anche sinonimo di attività sportiva e agonistica di Pragelato”.

Massimo Marchisio, Sindaco Pragelato.

Quartetto Jerusalem con Sharon Kam al Conservatorio

Mercoledì 19 febbraio alle 20.30 al teatro Conservatorio Giuseppe Verdi, in piazza Bodoni, per i concerti della serie Pari, si esibirà il Quartetto Jerusalem con Sharon Kam al clarinetto, di cui è uno degli interpreti più  prestigiosi.

Passione, precisione, calore, una miscela aurea. Questi sono i segni distintivi, secondo il New York Times, del Quartetto Jerusalem, che mercoledì 19 febbraio approda per la prima vota al Conservatorio si Torino.

Rinomato a livello mondiale, Jerusalem si inserisce nella tradizione dei quartetti d’archi in modo unico e originale, avendo trovato il proprio cuore espressivo in un suono caldo, pieno e umano che fa risplendere sia il repertorio classico sia le opere più recenti.

A partire dalla sua fondazione nella stagione ’93-’94, e dal suo debutto nel 1996, il Quartetto ha intrapreso un percorso di crescita e maturazione che lo ha riportato a eseguire un vasto repertorio e a conquistare un’impressionante profondità interpretativa, un cammino che è tutt’oggi motivato dalla stessa energia e curiosità originarie.

Ospite regolare delle sale da concerto più rinomate in Europa e Nord America, lo Jerusalem arriva finalmente a Torino per l’Unione Musicale, nell’ambito del tour che festeggia i trent’anni di attività. Il programma si apre con il celebre Quartetto in Do maggiore K 465 che fa parte delle sei partiture dedicate da Mozart all’amico e maestro Haydn, il padre della ffoma quartettistica. L’anziano compositore, dopo aver ascoltato gli ultimi tre Quartetti, dichiarò a Leopold Mozart: “Suo figlio è il più grande compositore che conosca di persona e di fama, ha gusto e soprattutto la più grande scienza della composizione. Certamente questa raccolta segna un momento cruciale nella storia per quartetto per archi: quello della compiuta definizione della scrittura quartettistica tipica dello stile classico. Il Quartetto delle dissonanze, come fu soprannominato, è dovuto all’introduzione lenta della partitura, densa di dissonanze che sconcertarono gli ascoltatori dell’epoca. Tuttavia, dopo la tensione espressiva dell’introduzione, il brano si apre a un’ambientazione più spensierata e a una logica di contrasti quasi teatrale.

A seguire il Quartetto op. 133 di Šostakóvič, pagina che riflette quell’ansia e quel tormento spirituale che si accentuarono negli ultimi anni di vita del compositore sovietico, sempre alla ricerca di un linguaggio legato alla realtà culturale e sociale del suo Paese, ma aperto alle innovazioni tonali provenienti dalle esperienze occidentali.

Nel brano si alternano un senso di riflessione e assorta malinconia ad un sentimento di gioiosa comunicativa. Nel finale, tra i più esaltanti e robusti scritti da Šostakóvič, i quattro archi sviluppano un ampio e serrato crescendo che sembra riaffermare l’impegno e la fiducia nella vita.

Nella seconda parte della serata l’ensemble si arricchisce di una stella, Sharon Kam, una delle clarinettiste più apprezzate al mondo, nonché una delle partner musicali con cui il Quartetto collabora da più tempo. Interpreti di riferimento del repertorio mozartiano, e non solo, Sharon Kam ha debuttato all’età di 16 anni eseguendo il Concerto per clarinetto di Mozart con la Israel Philarmonic, sotto la direzione di Zubin Mehta. Da allora collabora con le migliori orchestre di Stati Uniti, Europa e Giappone.

Clarinettista dall’eccezionale gamma espressiva, Sharon Kam è anche un’appassionata camerista, che collabora con artisti come Enrico Pace, Christian Tetzlaff, Carolina Widmann, Leif Ove Andsnes e, appunto, il Quartetto Jerusalem.

I cinque musicisti insieme eseguiranno il Quintetto per clarinetto e archi op. 115 di Brahms, opera della maturità che deve la sua origine all’incontro con Richard Von Mühlfeld, uno straordinario clarinettista al quale il compositore chiese di introdurlo ai dettagli tecnici ed espressivi dello strumento a fiato. Dall’amicizia tra i due nacquero di getto il Trio, il Quintetto e le due Sonate, ma soprattutto il Quintetto a suscitare fin da subito una unanime ammirazione. Brahms esalta, in questa partitura, la dolcezza e la duttilità del clarinetto, che si dimostra uno strumento affine ai toni intimi e malinconici della sua produzione degli ultimi anni.

Mercoledì 19 febbraio, ore 20.30, Torino, Teatro Conservatorio Giuseppe Verdi, piazza Bodoni

Concerto Unione Musicale Serie Pari

Mara Martellotta

La Sala Rossa per il popolo curdo

Il Consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno (primo firmatario, Simone Fissolo) in solidarietà con il popolo curdo, oggetto da molti anni di persecuzioni da parte di vari governi mediorientali.

Sindaco, la Giunta e Presidente del Consiglio comunale sono invitati, si legge nel documento, a farsi parte attiva presso il Parlamento affinché venga riconosciuto il genocidio del popolo curdo e sia dedicata una giornata per il suo ricordo, tenendo in considerazione che il 14 aprile è il giorno ufficiale per la commemorazione delle vittime dell’Operazione Anfal.

Scatenata dal regime di Saddam Hussein alla fine degli anni 80, l’operazione militare provocò 182.000 vittime nelle regioni irachene abitate dai curdi, con l’uso di armi chimiche e deportazioni di massa.

I curdi, ricorda l’ordine del giorno, rappresentano uno dei più grandi gruppi etnici senza uno Stato nazionale, una popolazione stimata tra i 20 e i 30 milioni di individui, distribuiti tra Iran, Iraq, Siria, Turchia e piccole comunità in Libano, Armenia e Azerbaijan. In anni più recenti hanno subito persecuzioni anche dal governo turco e dall’Isis, così come da parte del governo dell’Iran.

Il Consiglio Comunale – spiega il documento votato in aula –  vuole, con questo atto, sollecitare e portare all’attenzione del Governo Italiano una tragedia dimenticata e far sì che venga ricordata con la giusta considerazione. Ricordare il dramma del popolo Curdo e il processo di genocidio che ha subito, anche alla luce dei rischi di nuove violente repressioni da parte dei Governi turco ed iraniano”. Si ricorda inoltre come Il Consiglio Onu per i diritti umani nel settembre 2014 avesse aperto un fascicolo, dopo la grave crisi umanitaria generata dall’assedio portato dall’Isis ai centri della comunità yazida, parte del popolo curdo, nel nord dell’Iraq.

A sostegno dell’ordine del giorno, prima della votazione, hanno preso la parola le consigliere Diena, Garione, Patriarca e Apollonio, oltre al consigliere Abbruzzese.

Dibattito su Politica Europea e giovani in un’ottica italo-tedesca

Venerdì 28 febbraio 2025, l’Università di Torino ospiterà un importante dibattito sul futuro della politica europea, con un focus particolare sul punto di vista delle giovani generazioni. L’evento, parte del progetto German-Italian Young Voices, avrà come tema centrale la decima legislatura del Parlamento Europeo, la nuova Commissione Europea e le imminenti elezioni in Germania.
Il dibattito coinvolgerà giovani tra i 18 e i 35 anni, insieme a un panel di esperti, per esplorare le sfide e le opportunità che l’Europa si trova ad affrontare nel contesto attuale. La discussione sarà incentrata sul ruolo crescente dei giovani nelle istituzioni europee e sulle politiche che maggiormente impattano le future generazioni.
Tra i relatori, ci saranno due giovani deputati al Parlamento Europeo, Giovanni Crosetto (FdI) e Benedetta Scuderi (Europa Verde) che condivideranno la loro esperienza diretta nelle istituzioni e come vedono l’impatto delle decisioni politiche europee sui giovani. Insieme a loro, il professore di diritto costituzionale Giovanni Boggero approfondirà le implicazioni giuridiche delle politiche europee e analizzerà i risultati delle elezioni in Germania .
Un altro contributo fondamentale sarà quello di Letizia Tortello, giornalista de La Stampa, che porterà il suo punto di vista sul ruolo dei media nell’influenzare le percezioni della politica europea e come le giovani generazioni interagiscono con le informazioni politiche. Infine, Fabio Rotondo, rappresentante di The Good Lobby, esplorerà l’importanza dell’attivismo civico e del lobbying positivo, invitando i giovani a impegnarsi attivamente nel cambiamento delle politiche pubbliche.
L’evento si terrà in un formato interattivo, dando ampio spazio alle domande del pubblico e al dialogo tra esperti e partecipanti. Grazie alla partecipazione dei giovani, la discussione mira a raccogliere idee nuove e innovative per rafforzare il legame tra la politica europea e le esigenze delle nuove generazioni.
Invitiamo un pubblico giovane a partecipare all’evento iscrivendosi al seguente link: https://docs.google.com/forms/d/1aFoRoN5ClNz7aIr8r0QPdjNJa50qGb6dqH9_wezF1rs/edit?pli=1
L’incontro è organizzato dal Centro Italo-Tedesco per il Dialogo Europeo Villa Vigoni, nell’ambito del progetto German-Italian Young Voices e finanziato dal programma Erasmus+, che ha come obiettivo quello di promuovere un dialogo costruttivo tra giovani italiani e tedeschi sulla politica europea e le sue sfide future.
Un’occasione unica per fare sentire la propria voce e per riflettere insieme su come costruire un’Europa che sia sempre più vicina alle esigenze delle nuove generazioni.

I Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa portano in scena “Le Baccanti”

Al teatro Gobetti, in prima nazionale dal 25 febbraio al 9 marzo, da Euripide

Nel quarantennale della loro avventura artistica (1985-2025), i Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa ritornano alla tragedia greca in una sorta di fil rouge nella loro produzione. Per celebrare questo anniversario, martedì 25 febbraio 2025, alle ore 19.30, debutteranno in prima nazionale al Teatro Gobetti con “Istruzioni per l’uso del Divino Amore: mana enigmistico. LE BACCANTI di Euripide che “precipitano” a contatto col reagente Marcido”, una riscrittura integrale di Marco Isidori da Euripide. Diretto dallo stesso Isidori, con un allestimento scenografico di grande impatto visivo curato da Daniela Dal Cin, lo spettacolo è interpretato da Paolo Oricco, Maria Luisa Abate, Valentina Battistone, Ottavia Della Porta, Alessio Arbustini e Marco Isidori (L’Isi). Assistente alla regia Mattia Pirandello e alle luci Fabio Bonfanti. Questo nuovo allestimento, prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e dalla compagnia Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, resterà in scena fino a domenica 9 marzo 2025.

La vicenda è riletta attraverso la lente del grottesco: la via dell’antica catarsi è percorsa da una spiccata dimensione ludica; trionfa il gioco del Teatro, affidato alla voce di un coro tragico che diventa Coro Marcido, catalizzatore di un’energia scenica travolgente, una voce sola, un tutt’uno con la macchina scenica che campeggia sul palco. Questa volta è il Palazzo di Penteo, l’ultima delle straordinarie invenzioni della scenografa Daniela Dal Cin: gli interpreti lo scalano, lo assediano, s’inerpicano sopra e dentro l’architettura aprendo botole e svelando meccanismi nascosti, nel segno di quella fantasia sorprendente che è il simbolo più vivo e più conosciuto del teatro dei Marcido.

“I Marcido hanno già affrontato i temi della tragedia attica attraverso spettacoli che segnarono una tappa non secondaria dell’interpretazione moderna di questa forma teatrale (Agamennone 1988, Persiani 1990, Prometeo 2000, Edipo 2012) – ha spiegato il regista e capocomico Marco Isidori – ma da sempre l’obbiettivo principe fu quello di riuscire a varare una ‘loro’ edizione, magari sognandola ‘definitiva’, delle Baccanti di Euripide, tanto che possono affermare, a ragione, che gli allestimenti sopra citati non furono che una rincorsa, un’ouverture diciamo d’allenamento poetico, affinché la Compagnia si facesse le ossa per incontrare finalmente la fatalità feroce del gran testo euripideo. Perché questo sotterraneo timore di fronte alle Baccanti? Semplice: i nodi di irrisoluzione scenica che avviluppano, quasi strutturandone lo scheletro, tutta la produzione tragica dell’età classica diventano, nella spira dionisiaca delle Baccanti, nodo scorsoio, rischiando di far naufragare nel mare della retorica più sfacciata chi tentasse di portare sul palcoscenico la vicenda, senza aver prima considerato che la sua intimità drammatica non è solo sfuggente, ma primariamente enigmatica. Tale carattere, o meglio, la presa d’atto che questo fosse il carattere precipuo della tragedia in predicato, ci impediva finora di osarne un nostro ‘assalto’: adesso l’esperienza ci detta e ci consiglia che invece d’intestardirci a voler sciogliere gli enigmi, sarebbe più opportuno, e teatralmente assai più proficuo, entrare a capofitto nel magma dionisiaco che innerva la materia dell’opera, cercando di stanare il parallelismo dei motivi che allora ne fecero elemento indispensabile alla coesione politica della comunità greca, e oggi ne dovrebbero fare, se il Teatro non vuol abdicare al suo senso più proprio, evento spettacolare altrettanto necessario alla ‘misura’ del consorzio sociale degli attuali umani. Tali premesse hanno guidato le coordinate produttive delle Baccanti in una direzione complessa ma inequivoca: la costruzione di una trappola sensuale dove far precipitare ogni istanza del dettato storico della tragedia, per restituire, attraverso il filtro di una teatralità esercitata al massimo della potenza espositiva, il centro pulsante del discorso filosofico euripideo: la ricerca di una tensione orgiastica generale per la nostra specie, che, superando gli scogli nefasti dell’individuazione, anzi negando a essa positività e anche funzionalità naturale, traguardi l’uomo, almeno per il tempo della rappresentazione, in una zona sentimentale antipodica rispetto alla normalità del vissuto quotidiano”.

Teatro: Gobetti, via Rossini 8, Torino

Orari degli spettacoli: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.45;

domenica ore 16.00. Lunedì riposo.

Prezzo dei biglietti: Intero € 28,00 – Ridotto € 25,00

Biglietteria: Teatro Carignano, piazza Carignano, 6 – Torino

Tel: 011 5169555 – email: biglietteria@teatrostabiletorino.it

Online: www.teatrostabiletorino.it

Mara Martellotta

AVS, question time su Vita nascente

Non ci arrendiamo allo sperpero di denaro pubblico per finanziare associazioni private antiaborto, non ci arrendiamo alla propaganda sui nostri corpi e sulle nostre scelte. Presentiamo due domande puntuali per chiedere delle risposte alle esigenze reali delle donne e delle madri: dove sono i fondi per i consultori pubblici, laici e accessibili? E dove sono le risorse per i percorsi nascite e la riapertura del centro nascite del Sant’Anna? Questi servizi servono alle donne e andrebbero loro garantiti, non certo stanze dell’ascolto in ospedale o mancette temporanee e non risolutive di condizioni di estrema fragilità come quelle distribuite arbitrariamente dalle associazioni anti abortiste con il fondo vita nascente.
È noto il fatto che esista tuttora nel nostro Paese un problema di c.d. violenza ostetrica e l’attenzione al momento del parto è fondamentale per il benessere della donna e del bambino: al momento però ancora non è stata riaperta l’area dedicata al Centro Nascita, in un ospedale che pure ha trovato lo spazio per riservate alle associazioni antiabortiste la c.d. Stanza dell’Ascolto.
Dall’altra parte la chiusura del consultorio nel quartiere Vallette di Torino è una perdita intollerabile per una comunità già caratterizzata da particolare fragilità socio-economiche. Questo consultorio forniva servizi essenziali in un’area con limitato accesso ad altre strutture sanitarie e sociali. Tale consultorio, qualora fosse adeguatamente finanziato, potrebbe inoltre essere funzionale anche al pieno riconoscimento del diritto alla salute per il settore femminile del carcere Lo russo-Cotugno.
Di fronte a questi problemi, la Giunta Cirio sceglie di buttare oltre 3 milioni di euro su un fondo ideologico e dannoso come vita nascente: con queste due interrogazioni sottolineiamo quanto bisogno di risorse ci sarebbe se si volesse davvero stare accanto alle donne.
Consultori chiusi o senza professionisti adeguati da riaprire e finanziare e percorsi nascite da implementare in ogni azienda sanitaria del Piemonte, a partire dal ripristino del centro nascite del Sant’Anna. Queste risposte chiediamo con forza alla destra al governo in Regione, invece di continuare a sperperare milioni di euro dei piemontesi per progetti ideologici utili solo al consenso dell’assessore Marrone. Oggi pomeriggio le donne torneranno in presidio sotto il palazzo del Consiglio per lottare per i nostri diritti, diritto all’autodeterminazione, diritto alla salute, diritto ad essere prese in carico da serie politiche sociali pubbliche, diritto alla parità di genere, diritto all’aborto previsto da una legge dello Stato. Noi saremo in lotta accanto a loro, finché questa Amministrazione regionale non ci ascolterà, finché Cirio non smetterà di assecondare e finanziare oscurantismo ed ideologia sulla nostra pelle.
Alice Ravinale Capogruppo AVS Regione Piemonte
Valentina Cera Consigliera AVS Regione Piemonte

LABGRAAL in action once again all’Hiroshima Mon Amour

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Ritorna in concerto il LabGraal all’Hiroshima Mon Amour, giovedì 20 Febbraio 2025 alle ore 21.30.
Il gruppo presenterà brani inediti, come “Stop this bloody cruelty” di stampo animalista o “Waves of Time”, antica canzone norvegese suonata con la Tagelharpa (violino vichingo), o ancora “Krummavisur” raccolta durante un viaggio in Islanda.

Ancora da evidenziare, sono i brani in lingua norrena, come “Herr Mannelig”, anche questi raccolti in viaggi che di consueto hanno questo scopo, o “Kan Ar Kann” in lingua bretone ispirata alle lotte per l’indipendenza della Bretagna.

Accompagnerà il gruppo il violista armeno Maurizio Redegoso Kharitian e la violinista Chiara Cesano, non nuova alle collaborazioni con il LabGraal.
Il nuovo repertorio del gruppo verrà accompagnato da poesie del compianto Giancarlo Barbadoro (fondatore del gruppo insieme a Rosalba Nattero) lette dall’attrice Gabriella Pochini.

Due parole, per chi ancora non lo conoscesse, su questo originale gruppo…

Il LabGraal – che si è conquistato un posto di rilievo sulla scena internazionale – si occupa di musica celtica (anche detta KELTIC ROCK), accompagnata da un filosofico discorso di amicizia verso la natura, diritti del mondo animale, le culture umane dette naturali, iniziative per la Pace.

Infatti non è solo musica, ma scuola di danze particolari, conferenze, ricerca storica, fenomeni culturali, archeologia, con un attivissimo centro operativo principale sito in piazza Statuto 15 (La grotta di Merlino – negozio aperto dalle 10,30).

In che consiste questa musica, spesso sconosciuta ai più?

Il corpus narrativo – liberamente rievocativo o spesso fedele ai testi – come sopra citato, appartiene a ritmi e ballate irlandesi, bretoni, scozzesi che la Nattero e i suoi musicisti meticciano anche con evocativi motivi scandinavi, russi e qualsiasi ritmo appartenga alla cultura profonda delle culture. Chiaramente vengono proposte anche musiche composte in proprio.

La trama musicale non si basa su una infinita serie di melodie anzi, questa musica ha spesso una costruzione piuttosto semplice e particolarmente sincopata, quasi esicasmica, senza inaspettate fughe tonali.

Ed è proprio questa caratteristica incalzante, introspettiva, ritmica, evocatrice di dimenticati passaggi tribali, forse selvaggi … che stravolge chi l’ascolta, divertendo, non raramente turbando, sempre esaltando!

Ma non può che essere così: il Graal è una scoperta, una forma di Illuminazione che ci scuote, liberandoci dal velo di un primordiale passato che nascondiamo nel nostro inconscio, sigillato da una cultura occidentale che vuole omogenizzati ritmi, gusti e passioni.

Tamburi, cornamuse, chitarre, la tonante voce della cantante, pezzo dopo pezzo coinvolgono sempre l’uditorio e lentamente ma inesorabilmente ne stravolgono i sensi come effetto psicotropo di antiche danze sciamaniche.

Ad ogni esibizione, il presente si fonde con il passato; archetipi come la guerra, l’amore, il fuoco, la sofferenza e il piacere si uniscono, forse stordendo e inevitabilmente avvicinando chi arte produce a chi arte fruisce.

Ancora una volta, all’Hiroshima si riaccenderà la magia tra Noi e Loro, perché il Graal è un brodo primordiale di fascinazione totale, sempre in grado di ricordarci che la vita siamo tutti noi e che scorre sempre calda nelle nostre vene.

Ferruccio Capra Quarelli

LabGraal: Rosalba Nattero: Voce solista, Luca Colarelli: Cornamusa, Chitarra, Andrea Lesmo: Bouzuki, Tastiere, Gianluca Roggero: Tamburi

Giovedì 20 Febbraio 2025, ore 21.30

Hiroshima Mon Amour – Via Carlo Bossoli 83 – Torino

Ingresso libero – Per informazioni: 011 530 846 – www.labgraal.org – info@labgraal.org

A Palazzo della Luce “Psichiatria e Diritti Umani”

La splendida location della Palazzo della Luce in Via Bertola 40 a Torino ospiterà, dal 3 al 17 marzo prossimo, la Ottava Edizione dell’iniziativa culturale che espone la storia dei diritti umani nel campo della salute mentale dagli albori, passando per gli orrori dei lager nazisti, i gulag sovietici, l’introduzione degli esperimenti di psicochirurgia e l’elettroshock, la Riforma Basaglia degli anni ’70, fino alle nuove tendenze socio-terapeutiche dei giorni nostri.

La Mostra storica si presenta in una veste completamente rinnovata e arricchita da numerosi supporti multimediali multi-lingua per facilitare la visita e consultazione dei documenti anche a visitatori stranieri lungo un percorso documentari fotografici ed audiovisivi e quadri sinottici che aiutano il visitatore a comprenderne i contenuti, è ad ingresso gratuito e consente strutturalmente l’accesso ai portatori di handicap.

Quest’anno la Mostra si arricchisce di una mostra fotografica ospite “La gente di Collegno” realizzata dal fotografo torinese Enzo Ricci nel 1979, su incarico del Consiglio Regionale del Piemonte, per documentare lo stato dell’Ospedale Psichiatrico di Collegno  e dei suoi degenti nel periodo immediatamente successivo alla promulgazione della Legge Basaglia.

È gradita la prenotazione, anche se la visita alla mostra e la partecipazione sono libere e gratuite.

Per info e prenotazioni https://terradiloberta.org/mostrapsichiatria/

Telefono: 011 853012

torino@ccdu.org

Mara Martellotta

Nallo e Blengino in visita al “Lorusso e Cutugno”

È partito da Torino il tour dei Radicali Italiani nei 17 istituti minorili italiani per verificare le condizioni di detenzione e gli effetti del Decreto Caivano.
“Al Ferrante Aporti” – dichiara Filippo Blengino, Segretario dei Radicali Italiani – “i detenuti sono 51, a fronte di una capienza regolamentare di 46. Le condizioni delle celle visitate sono abbastanza buone: non ci sono più materassi buttati a terra. Come in tutti gli istituti minorili, però, resta il problema della salute mentale. Sono attive diverse iniziative educative e formative interessanti, ma il numero di mediatori culturali è insufficiente: solo quattro, troppo pochi per una struttura che ospita un’alta percentuale di detenuti stranieri. Inoltre, la copertura medica è garantita solo per quattro ore al giorno. Rimangono i problemi comuni a tutti gli istituti: un sovraffollamento fuori controllo che rende difficile la gestione di ragazzi che necessitano di spazi migliori, dove il reinserimento sociale non sia solo un’utopia.”
Nel pomeriggio, il segretario dei Radicali Italiani, Filippo Blengino, ha visitato, insieme alla Consigliera regionale del Piemonte Vittoria Nallo, il carcere “Lorusso e Cutugno”.
“Torniamo al Lorusso e Cutugno dopo la visita di agosto, ma purtroppo la situazione delle carceri italiane non è cambiata: sovraffollamento, cronica carenza di personale, strutture fatiscenti. Una tragedia silenziosa che attende ancora le riforme promesse e mai realizzate. Al Lorusso e Cutugno la carenza di educatori è drammatica: solo 10, ovvero uno ogni 140 detenuti. Anche i mediatori culturali sono pochissimi. Se non si affronta seriamente la questione carceraria, si rischia il collasso. Non possiamo permetterci di perdere altro tempo.”
Lo dichiarano in una nota Filippo Blengino, Segretario dei Radicali Italiani e Vittoria Nello-Consigliera Regionale Piemonte