ilTorinese

Quanti pappagallini in città!

Caro direttore,

in giro per commissioni avevo parcheggiato la mia auto in una traversa di Cso Traiano. Al ritorno sono stato attirato da insoliti canti di uccelli, volgo lo sguardo in alto e vedo dei pappagallini che saltellavano tra le chiome delle piante. Non si tratta di pappagallini scappati da qualche gabbia, in lontananza ne ho visti altri. Praticamente sono dei parrocchetti provenienti dal Brasile. Ho provato un po’  ad approfondire ed ho scoperto che tutte le grandi città come Torino sono diventate  dimora fissa di questa simpatica specie di uccelli e che hanno trovato le condizioni per nidificare e riprodursi.

Luigi Gagliano

Un monumento dedicato alle Vittime dell’Heysel

La Giunta comunale ha approvato su proposta dell’assessore allo Sport Domenico Carretta, il progetto di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione di un monumento dedicato alle vittime dell’Heysel.

A quarant’anni dalla tragica notte del 29 maggio 1985, grazie ad un finanziamento della Regione Piemonte di 100mila euro, la città avrà un luogo simbolico per mantenere viva la memoria delle 39 persone che persero la vita e per promuovere una riflessione sui valori autentici dello sport.

La scultura, alta cinque metri e realizzata in acciaio CorTen, raffigurerà un cuore con la scritta “Heysel, +39, per non dimenticare”. Sarà collocata nella piazzetta intitolata alle “Vittime dell’Heysel”, vicino alla biblioteca civica Italo Calvino di lungo Dora Agrigento 94, nella Circoscrizione 7. Il monumento, che nasce da una proposta congiunta delle associazioni “Quelli di…Via Filadelfia” e dell’associazione “Familiari Vittime dell’Heysel”, sarà realizzato nei prossimi mesi.

“Il 29 maggio 1985 resta una data indelebile, simbolo di una tragedia che ha segnato quello che doveva essere uno dei momenti più belli dello sport: la finale di Coppa dei Campioni – ha dichiarato l’assessore Domenico Carretta -. Da celebrazione e momento di festa, in pochi attimi, tutto si trasformò in lutto. È dovere delle istituzioni ricordare e mantenerne viva la memoria. Per questo, la realizzazione di un monumento e di un luogo di ricordo sarà fondamentale per custodire e rinnovare il ricordo delle vittime, un impegno al quale non ci sottrarremo mai”.

TORINO CLICK

Stefano Unterthiner. “Una finestra sull’Artico”

L’ottocentesco “Forte di Bard” dedica una suggestiva personale all’imponente lavoro realizzato dal fotografo valdostano nell’arcipelago delle Svalbard

Fino al 3 maggio 2026

Bard (Aosta)

Se già solo a trovartele di fronte in solitarie immagini fotografiche di acque e ghiacci (un tempo perenni!) ti ribaltano e ti bloccano occhi e cuore – per l’inimmaginabile abbagliante surrealtà tanto lontana dal nostro vivere comune – figurarsi pensare di viverle in una concreta, pur se solo momentanea, quotidianità! “E’ un mondo talmente estremo che una volta che lo provi fai fatica a dimenticarlo e sogni di tornarci”; così commentava in una recente intervista a “Vanity Fair Italia”, Stefano Unterthiner, fotografo valdostano (classe ’70 e da vent’anni collaboratore del “National Geographic”) il complesso lavoro da lui realizzato, fra il 2018 e il 2025, nell’arcipelago delle Svalbard, le terre abitate più a nord del Pianeta, oggi – e fino a domenica 3 maggio 2026, ospitato nelle “Sale degli Alloggiamenti del Museo delle Alpi” al “Forte di Bard”. Sessanta, di un ben più ampio nucleo di scatti, articolati sotto il titolo “Una finestra sull’Artico”, sono le opere esposte nella Fortezza sabauda, suddivise in “nove sezioni” e frutto di un lavoro iniziato da Unterthiner in un momento storico particolare per la vita del Pianeta. E di tutti noi. “Quando è finita la notte artica – ancora parole del fotografo – tre mesi di buio totale, ed è tornata la luce, è arrivato il Covid e, improvvisamente, non c’era più nessuno. Mi sono ritrovato a vivere le Svalbard di 50 anni fa”. Non quelle dei tempi del leggendario esploratore norvegese Roald Amundsen (che con il suo equipaggio compì in tre anni l’intero viaggio dalla Groenlandia all’Alaska), ma quasi. E, con Unterthiner, alle Svalbard c’erano anche la moglie, la divulgatrice scientifica Stéphanie Françoise, e i due figli.  Ancora il fotografo: “Tutto si è bloccato … Ma in quel periodo, senza l’ombra di un turista, ho potuto trovare la connessione con la natura che cerco sempre per me e per le mie fotografie. Andavo in motoslitta per chilometri senza vedere mai nessuno. Si sono create anche le condizioni per vedere l’orso polare che va cercato con cautela e con imbarcazioni particolari. La mostra al ‘Forte di Bard’ racconta tutto quello che ho realizzato in questi anni, 60 immagini da un archivio di circa 25mila scrupolosamente selezionate”. E, negli occhi e nella memoria “la bellezza nascosta dell’Artico che, se non la si vede, non si riesce a capire”. Ma raccontata in maniera davvero eccezionale in quei 60 scatti (comprendenti anche la produzione inedita realizzata in quattro successive spedizioni) esposti nella rassegna di Bard, parte dovutamente limitata del Progetto “Una famiglia nell’Artico” e raccolti in uno dei suoi dieci volumi fotografici (pubblicati dal 2000 ad oggi) dal titolo “Un mondo diverso” (Ylaios, 2022).

Al “Forte di Bard”, Unterthiner racconta tutta la sua passione per quella straordinaria area situata a nord del Circolo Polare Artico (non un continente unico, ma ricco di enormi giacimenti di petrolio, gas naturale e minerali, dal nichel al rame a rare pietre preziose) e per la sua umanità non meno che per la sua fauna, colta (anche dopo ore di appostamenti) nelle diverse stagioni: dagli orsi polari alle renne alle sterne e ai fulmari (uccelli d’alto mare, particolarmente diffusi nell’Oceano Atlantico).

“Un affresco intenso ed emozionante, originale e potente – si è scritto – di un mondo purtroppo fragile, in rapido mutamento e sempre più condizionato dall’impatto dei cambiamenti climatici”. Una iattura cui non si sottraggono purtroppo neppure le Svalbard, che sono il luogo – è stato appurato – dove il cambiamento climatico si manifesta più rapidamente che in qualunque altra regione del mondo. Per centoundici mesi consecutivi è stata, infatti, registrata una temperatura media mensile al di sopra del normale (marzo 2020 ha interrotto la sequenza negativa, tornando sotto la media di 0,5° C). In generale, tutto l’Artico – dicono gli esperti – si sta riscaldando più del doppio rispetto al resto del pianeta.

A completare la mostra diciotto ritratti in bianco e nero realizzati da Unterthiner tra i residenti della piccola comunità di Longyearbyen (Svalbard), accompagnati da testimonianze sulla percezione dei mutamenti climatici e un pannello in grande formato dedicato alle “climate stripes”. Lungo il percorso espositivo è disponibile anche un documentario realizzato da “Raitre” (della durata di 20’), che racconta il Progetto “Una famiglia nell’Artico”.

Gianni Milani

Stefano Unterthiner. “Una finestra sull’Artico”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele, Bard (Aosta); tel. 0125/833824 o www.fortedibard.it

Fino al 3 maggio 2026

Orari: dal mart. al ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19. Lun. chiuso

Nelle foto: Stefano Unterthiner “Fulmari fotografati dalla finestra della M/S Mälmo, Tempelfjorden; “Combattimento tra maschi di renna durante la stagione riproduttiva”, 2018; Volpe artica in abito invernale e permafrost”, 2018

Operaio Gtt folgorato, ma non è grave

Un operaio dell’azienda trasporti  Gtt, 32 anni, è rimasto folgorato mentre stava effettuando la sostituzione dei cavi della linea del tram. L’incidente è avvenuto poco dopo le 22 di ieri sera in corso Regina Margherita, nei pressi di via Salerno e del sottopasso di corso Principe Oddone.

Secondo una prima ricostruzione, il tecnico era impegnato nei lavori di manutenzione straordinaria della linea aerea di alimentazione quando un arco voltaico lo ha investito, provocandogli ustioni di secondo grado alle mani e al volto.

I colleghi hanno immediatamente dato l’allarme e l’uomo è stato soccorso dal personale sanitario del 118 di Azienda Zero. Trasportato in codice giallo al Cto di Torino, le sue condizioni sono giudicate non gravi.

“Caro sindaco, bene non dare quella cittadinanza onoraria”

UNA LETTRICE CI SCRIVE

Caro direttore,

al sig Sindaco di Torino ed alla sua maggioranza un GRAZIE per non aver accettato la proposta di concedere la cittadinanza onoraria alla
dott. Albanese. Qualche perplessità, e poi il no anche del PD. Il Personaggio è capace, abile, super tv, ma molto, troppo divisivo, e soprattutto arrogante: non avrei accettato che lei prof LoRusso fosse schernito / oltraggiato come il Suo collega Massari di Reggio Emilia,  svillaneggiato pubblicamente dalla Signora.

Peraltro questi onori nel tempo fanno una brutta fine (rammentare ad esempio il cav Benito Mussolini,  slanci amorosi eccezionali e poi la corsa alla revoca – dopo la caduta , peraltro !), sono fonte di
contrasto e in questo caso poi, qualche riserva va fatta. Dimenticavo una banalissima considerazione… il Consiglio Comunale deve perdere tempo nell’ interessarsi a questi problemi , insignificanti

peraltro di fronte alle buche (esempio) ?

Cordialità
RENATA FRANCHI

Torino

Torino avvia la strategia per il diritto alla casa. Verso il Piano dell’Abitare

 

Costruire una strategia organica che metta al centro le persone e promuova la coesione sociale, lo sviluppo economico, la sostenibilità e l’accessibilità abitativa mettendo a sistema attività già in essere e nuovi strumenti.

Torino compie oggi un passo decisivo in questa direzione con l’approvazione, da parte della Giunta comunale, della delibera che avvia la prima fase attuativa del Piano dell’Abitare per lo sviluppo della Città di Torino. La delibera, che dà attuazione agli indirizzi approvati dal Consiglio Comunale con la Deliberazione numero 417 del 9 luglio 2025, segna l’avvio di un processo trasversale e partecipato, volto a rendere Torino una città più inclusiva e in cui il diritto ad un’abitazione sia leva tanto per lo sviluppo urbano, quanto per quello sociale.

La delibera, proposta dall’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli, insieme con la vicesindaca Michela Favaro e l’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, segna l’avvio operativo di un percorso fondato sulla convergenza tra politiche sociali, del lavoro e strumenti urbanistici, volto a costruire una visione integrata dello sviluppo urbano e del diritto alla casa.

«La casa è il punto di partenza per la vita di ciascuno, non un punto di arrivo – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli –. Vogliamo fare di Torino una città più giusta e solidale, capace di garantire a tutte e a tutti, giovani, anziani, famiglie, studenti, persone in difficoltà, la possibilità di abitare in modo dignitoso, stabile e sostenibilee per farlo occorre lavorare coralmente, coinvolgendo tutte le parti interessate ad una governance condivisa delle politiche dell’abitare, dando seguito alle indicazioni del Consiglio Comunale».

La delibera, in particolare, prevede la costituzione di un Comitato di Accompagnamento, con funzioni di Osservatorio permanente sull’abitare, che riunirà rappresentanti degli inquilini, dei proprietari, delle organizzazioni sindacali, del Terzo Settore, delle istituzioni pubbliche, delle fondazioni bancarie e del mondo produttivo.

In seno al Comitato sarà inoltre istituita una Cabina di Regia, incaricata di coordinare i gruppi di lavoro tematici e garantire l’attuazione delle linee strategiche del Piano che verrà definito con il contributo di tutte le componenti entro un anno.

Un riferimento importante per tutto il lavoro saranno le analisi e gli studi in corso per il nuovo Piano Regolatore Generale, con particolare attenzione alla mappatura del patrimonio edilizio, alla domanda abitativa, al mercato immobiliare e ai fabbisogni emergenti della popolazione. Questi dati costituiscono la base conoscitiva del nuovo Piano, volto a favorire politiche abitative fondate su evidenze aggiornate e su una visione di lungo periodo.

Nell’ambito del futuro Piano Regolatore e del Regolamento Edilizio, la Città introdurrà misure urbanistiche specifiche per ampliare e diversificare l’offerta abitativa. Tra gli obiettivi: incentivare senior housing e cohousing, residenze studentesche, housing sociale e cohousing solidale, favorendo la rigenerazione urbana e la creazione di spazi abitativi sostenibili e accessibili.

Un aspetto importante della strategia riguarda il potenziamento dell’agenzia Lo.C.A.Re, lo strumento comunale che favorisce l’incontro tra domanda e offerta di abitazioni in affitto a canone sostenibile. La Città prevede una rivisitazione complessiva del servizio e delle attività di informazione e sensibilizzazione, anche attraverso la presenza in spazi urbani ad alta accessibilità e visibilità, grazie ad accordi con enti concessionari di spazi pubblici, a partire dalle disponiblità di 240mila euro di risorse del PN Metro.

In questa cornice sarà sperimentata l’attivazione di un service tecnico in coprogettazione pubblico–privato sociale, con l’obiettivo di aumentare la disponibilità di alloggi sul mercato, ottimizzare la gestione degli immobili delle persone tutelate e amministrate e garantire interventi di manutenzione e supporto tecnico mirati.

Tra queste prime misure vi é anche il rafforzamento delle sinergie già in essere con il Terzo Settore, attraverso il Piano Inclusione Sociale, per sviluppare progetti di housing solidale, percorsi personalizzati di accompagnamento all’abitare e interventi di prevenzione degli sfratti, con particolare attenzione alle aree di edilizia residenziale pubblica.

La delibera prevede inoltre una campagna di comunicazione e sensibilizzazione per contrastare le discriminazioni nell’accesso al mercato della locazione, promossa in collaborazione con le associazioni del Coordinamento Torino Antirazzista e Plurale e di altri ETS.

TORINO CLICK

Tuber Next Gen: il futuro del patrimonio tartufigeno

Unire la pianificazione territoriale e paesaggistica a quella forestale, in modo da garantire la tutela del patrimonio tartufigeno e la valorizzazione delle aree rurali e guardare così al futuro del territorio e delle sue eccellenze è quello che la Regione Piemonte vuole ottenere con il progetto Tuber Next Gen 2025.

L’iniziativa, presentata nel Grattacielo Piemonte dal presidente Alberto Cirio e dall’assessore alla Pianificazione territoriale e Urbanistica, Biodiversità e Tartuficoltura Marco Gallo, si inserisce nel percorso di aggiornamento del Piano Territoriale Regionale e dei Piani Forestali di Indirizzo Territoriale e rappresenterà un momento di confronto e approfondimento con i territori simboli del tartufo secondo il seguente calendario:

* venerdì 7 novembre ad Alba, alle ore 17 nella Sala conferenze del Palazzo Mostre e Congressi

* venerdì 14 novembre ad Asti, alle ore 9.30 nel Salone consiliare della Provincia, e ad Alessandria, alle ore 15.30 nella Sala del Consiglio della Provincia

* venerdì 21 novembre a Torino, alle ore 10 nel Grattacielo della Regione Piemonte, in occasione della Giornata nazionale degli alberi.

«La pianificazione territoriale e quella forestale devono lavorare insieme, perché la qualità del paesaggio e la gestione sostenibile dei nostri boschi e degli alberi in ambiente rurale sono le basi della produzione tartufigena – hanno sostenuto il presidente Cirio e l’assessore Gallo – Con Tuber Next Gen mettiamo a sistema conoscenze, strumenti e strategie, coinvolgendo Comuni, tecnici e operatori per rendere la tutela del paesaggio e la valorizzazione delle nostre risorse una responsabilità condivisa. Investire nella pianificazione significa costruire oggi per le prossime generazioni un territorio più resiliente, capace di coniugare identità, sviluppo e sostenibilità».

La scaletta degli incontri

Per ogni incontro sono previsti interventi tecnici, a cura di Regione e Ipla, e una tavola rotonda tra amministratori, associazioni dei tartufai, associazioni agricole e professionisti (agronomi, forestali e architetti) per condividere le azioni di gestione territoriale di salvaguardia e di valorizzazione dei suoli vocati.

Inoltre, saranno presentate le nuove Carte di attitudine dei suoli alle produzioni tartufigene e Carte di potenzialità territoriale, rese possibili grazie al lavoro di Ipla.

La prima ha portato a risultati sorprendenti: oltre 333mila ettari sono oggi considerati in Piemonte aree ad alta o media attitudine alla produzione del tartufo bianco, con un incremento del 39% rispetto alle precedenti stime. I Comuni vocati sono 441, di cui 32 di nuova classificazione, distribuiti soprattutto nelle province di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino, oltre a 15 Comuni delle valli Stura, Vermenagna e Tanaro per i quali non sono ancora disponibili gli aggiornamenti pedologici.

La seconda mette in relazione le caratteristiche dei suoli con l’uso del territorio e il tipo di soprassuolo, individuando le aree più favorevoli alla crescita delle tre specie più preziose, ovvero il tartufo bianco pregiato, il tartufo nero pregiato e lo scorzone estivo. Querceti, filari, siepi e formazioni arboree lineari sono indicati come gli ecosistemi più favorevoli.

La ricerca scientifica, così come l’esperienza dei trifolao, sottolineano come la progressiva urbanizzazione, la perdita dei sistemi agricoli tradizionali e la riduzione della gestione forestale hanno ridotto negli anni l’areale produttivo naturale del tartufo. Tuttavia, dove i suoli sono rimasti intatti, una corretta gestione può aumentarne la produttività e la qualità: la gestione attiva delle foreste, la conservazione e crescita dei filari e delle siepi, e la cura dei corileti possono incrementare la biodiversità e la potenzialità tartufigena. Al contrario, colture agricole intensive, se non gestite correttamente, possono ridurla alterando il delicato equilibrio idrogeologico e paesaggistico.

Champions League, Juventus–Sporting Lisbona 1-1: Spalletti parte con un pari europeo

Debutto europeo agrodolce per la Juventus di Luciano Spalletti. All’Allianz Stadium i bianconeri non vanno oltre l’1-1 contro lo Sporting Lisbona nella prima giornata di Champions League.
La squadra parte bene con Vlahovic subito pericoloso, ma a sorpresa sono i portoghesi a trovare il vantaggio con Araujo, bravo a sfruttare una disattenzione difensiva. Rui Silva tiene a galla lo Sporting con due interventi su Vlahovic, ma il serbo trova comunque il pareggio poco dopo la mezz’ora con un sinistro preciso.
Nella ripresa il ritmo cala: la Juve gestisce, lo Sporting controlla. Solo nel recupero arriva l’ultima emozione, con David che spreca il possibile gol vittoria. Finisce così 1-1, un punto che lascia Spalletti con buone sensazioni ma anche la consapevolezza che servirà di più per comandare il girone.

Enzo Grassano

Sospesa la delibera per due ospedali nel Vco

La commissione regionale Sanità, presieduta da Luigi Icardi, ha approvato all’unanimità la sospensione della delibera di Consiglio del 2023 relativa alla ristrutturazione degli ospedali di Verbania e Domodossola.

La decisione apre una nuova fase di studio e confronto con il territorio per definire la localizzazione del nuovo presidio ospedaliero dell’Asl Vco, in linea con le prescrizioni del Ministero della Salute. Il testo votato stabilisce che la sospensione resterà in vigore fino all’esito degli studi comparativi e, comunque, per un periodo massimo di un anno.

L’assessore alla Sanità Federico Riboldi, ha ricordato che la decisione nasce da precise prescrizioni ministeriali, che non consentono di mantenere due Dea di primo livello a Verbania e Domodossola. “Dal Ministero ci arriva un’indicazione chiara: non è possibile mantenere un doppio Dea. Di fronte a questo scenario – ha dichiarato Riboldi – abbiamo scelto di avviare il percorso per la realizzazione di un nuovo ospedale che risponda agli standard moderni, logisticamente efficiente, attrattivo per medici e professionisti, energeticamente sostenibile e accogliente per i pazienti”.
L’assessore ha sottolineato come la nuova struttura permetterà al Verbano Cusio Ossola di non restare l’unica provincia piemontese priva di un ospedale di nuova generazione.
“La scelta è difficile ma necessaria. Entro il 7 novembre i sindaci saranno chiamati a presentare le candidature delle aree potenzialmente idonee. Ringrazio il sindaco di Verbania per la collaborazione nel coordinare l’assemblea dei sindaci. È un momento di grande responsabilità: oggi i cittadini del Vco chiedono una struttura moderna, efficiente e sicura, e noi intendiamo dare loro una risposta concreta”, ha concluso Riboldi.

Durante il dibattito la consigliera Sarah Disabato(M5s) ha espresso soddisfazione per la decisione di tornare all’ipotesi dell’ospedale unico, pur ricordando le scelte della passata legislatura: “È un’occasione importante, ma la stessa che abbiamo perso sei anni fa. Sono contenta che oggi si sia scelta la strada dell’ospedale unico, più attrattivo per il personale e più funzionale per i cittadini di un territorio montano e di confine. Tuttavia, questa inversione di rotta arriva tardi e comporterà inevitabilmente dei costi aggiuntivi: se avessimo remato tutti nella stessa direzione allora, oggi avremmo già un progetto avanzato. Auspichiamo un dialogo costante con il territorio e una rapida individuazione dell’area”.

Vittoria Nallo (Sue) ha espresso voto favorevole alla realizzazione dell’ospedale unico, come sostenuto da tempo insieme ai sindaci e all’Ordine dei Medici: “Accogliamo positivamente questo cambio di rotta, dopo troppi rinvii. Un ospedale unico, nuovo e baricentrico è l’unica scelta possibile per garantire qualità e sicurezza delle cure. Ora la Regione chiarisca dove sono finiti i 200 milioni annunciati, definisca tempi certi e assicuri la piena operatività dei due Dea. Questa decisione deve inserirsi in un piano socio-sanitario che rafforzi la rete territoriale e tuteli anche i servizi più delicati, come il punto nascita e l’emergenza-urgenza”.

Icardi ha voluto chiarire il senso tecnico e politico della delibera approvata dalla Giunta: “Questa è una delibera che non cancella la precedente programmazione, ma ne sospende temporaneamente l’efficacia per permettere all’assessorato di valutare una nuova ipotesi di localizzazione del presidio ospedaliero del Vco, sentendo Sindaci e territori. È una sospensione che serve a fare chiarezza, a verificare le condizioni tecniche e territoriali eventualmente oggi mutate. Quando si scelse di rigenerare i due presidi – ha aggiunto – è’ stato perché in quel momento non c’erano le condizioni politiche e amministrative per individuare un sito condiviso per l’ospedale unico. Oggi, con questa delibera diamo sei mesi di tempo all’assessore per verificare la possibilità di riaprire quel percorso. Se l’esito sarà positivo ne saremo tutti soddisfatti, in caso contrario si tornerà automaticamente alla precedente programmazione regionale”.

Si apre dunque una nuova fase di pianificazione per la sanità del Verbano Cusio Ossola. La Regione avvierà nelle prossime settimane un confronto con i sindaci del territorio per valutare le aree disponibili e individuare la migliore collocazione per il nuovo ospedale.