ilTorinese

Il Festival dell’illustrazione Di-Se

Dal 3 maggio all’8 giugno Domodossola ospita la quinta edizione

Torna la quinta edizione del Festival dell’illustrazione  Di-Se a Domodossola, in provincia di Verbania, in programma da sabato 3 maggio a domenica 8 giugno. Un appuntamento che, anno dopo anno, sta diventando tra i più originali e vivaci all’interno del panorama nazionale. Un festival giovane che continua a sorprendere e a costruire una frizzante rete di artisti e creativi intorno al tema del disegno e dell’illustrazione, potenti strumenti per riflettere e raccontare il mondo che ci circonda. L’edizione 2025 fa parte del grande Inter Italia Svizzera “Sensibilizz-arte’, dove l’arte è  vista come uno strumento di sensibilizzazione, che fa parte di un progetto transfrontaliero triennale che vuole unire arte, cultura, tradizioni, natura per promuovere un turismo sostenibile e consapevole.

Tra laboratori d’arte, workshop, incontri dal vivo,e talk, il progetto e il festival intendono portare nel nord del Piemonte alcuni dei protagonisti più interessanti della scena culturale internazionale. Questo primo appuntamento segna l’inizio di un ricchissimo programma e percorso culturale sempre  a ingresso libero pensato per un pubblico di tutte le età e che si protrarrà oltre l’estate. Cuore della manifestazione come sempre le sontuose sale del collegio Mellerio di Domodossola dei padri Rosminiani, che quest’anno si arricchiscono di una novità.  Per la prima volta saranno visitabili anche le ex cucine.

Sabato 3 maggio inaugurazione delle quattro mostre principali di questa edizione  alle 18.30 e inaugurazione alle ore 10 della grande mostra mercato Plein Air, che ritorna ad animare il centro di Domodossola fino alle 18 come negli anni precedenti.

Nel refettorio e nella sala Liberty si terrà la mostra Continente di carte di Manuele Fior, a cura di Gianluca Folí, capace di unire la precisione architettonica al lirismo oggettivo, creando racconti visivi pregni di complessità  e di bellezza.

Al museo di Scienze Naturali la “Montagna in mano” di Andrea Guerzoni, un’esplorazione profonda tra organismi viventi, elementi naturali e cambiamenti climatici. In biblioteca “Suonala ancora bombe. Anatomia di un libro illustrato” di Marta Nijhuis. Nelle ex cucine una foresta di carta bianca, che accoglie il visitatore in un silenzio rarefatto e surreale, un’installazione immersiva che diventa al tempo stesso ambiente e performance, un viaggio attraverso una giungla artificiale fatta di fogli sovrapposti di carta  intagliata a mano e veli traslucidi di carta velina. Questa la creazione “Fragilis natura silentium”, installazione site specific di Matteo Capobianco Ufo 5.

L’offerta artistica non si arresta qui ma prosegue nel circuito Off in spazi più intimi nella città di Domodossola.

La nuova edizione del Festival si apre con la grande mostra mercato Plein Air. Dopo il successo dello scorso anno il centro storico di Domodossola, tra la via Motta e le piazze Chiossi e Fontana, si trasforma in una piccola Montmartre con trenta artisti del progetto DiSe che si riuniscono per presentare insieme i loro lavori.

Si tratta di un’occasione imperdibile per poter conoscere dal vivo le tecniche e i lavori degli artisti, sia nel caso dell’illustrazione, sia del disegno contemporaneo. Per il ricco programma di workshop, conferenze, laboratori per bambini e ragazzi, presentazioni, escursioni, si può far riferimento a IG Associazione Musei d’Ossola e FB Associazione Musei d’Ossola Di SE

Il festival  è a cura di Paolo Lampugnani.

Quinta edizione Di SE presso Collegio Mellerio Rosmini, via Rosmini 24 Domodossola.

Inaugurazione sabato 3 maggio ore 18.30

Mara  Martellotta

Rifondazione: “Basta chiacchiere su Mirafiori”

I  lavoratori, con la Fiom, hanno manifestato davanti a Mirafiori per rivendicare condizioni di salario e di lavoro decenti ma anche un futuro per lo stabilimento e il loro posto di lavoro.

Paolo Ferrero, segretario provinciale di Rifondazione comunista ha dichiarato:

“Come Rifondazione crediamo, da ormai vent’anni, che solo l’intervento pubblico  possa garantire il futuro industriale e occupazionale di Stellantis. Mirafiori non è un problema solo di chi ci lavora ma della città intera, per dare un futuro a Torino.
Per questo proponiamo che lo stato costruisca un piano sulla mobilità individuale e collettiva, ma anche che gli enti locali , a partire da Comune utilizzino la destinazione delle aree non utilizzate di Mirafiori come concreto strumento di pressione sulla proprietà per condizionarne le scelte produttive e impedirne quelle speculative.
Basta chiacchiere, il governo intervenga per garantire l’occupazione a Mirafiori.”

 

Ufficio stampa Rifondazione Comunista Torino

Musei a Torino, un grande successo di pubblico nel lungo fine settimana pasquale 

Da venerdì 18 a lunedì 21 aprile 2025, ai Musei Reali di Torino sono stati emessi 16.240 biglietti.

In particolare, 12.290 hanno consentito la visita alle Collezioni permanenti, alla mostra dedicata a Cleopatra e allo Spazio Leonardo, mentre 3.734 sono stati i biglietti staccati solo per ammirare l’esposizione “Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione”, fino al 27 luglio nelle Sale Chiablese; 216 sono stati gli ingressi combinati Musei Reali+mostra.

I Musei Reali rimarranno eccezionalmente aperti mercoledì 23, venerdì 25 (Anniversario della Liberazione, con ingresso gratuito senza prenotazione, i biglietti saranno emessi esclusivamente presso la biglietteria), mercoledì 30 aprile e giovedì 1° maggio (Festa dei lavoratori), dalle 9 alle 19, con ultimo ingresso alle ore 18.

La rassegna Da Botticelli a Mucha. Bellezza, natura, seduzione, prodotta dai Musei Reali di Torino e da Arthemisia, curata da Annamaria Bava, aperta al pubblico dal pomeriggio del 17 aprile e fino al 27 luglio nelle Sale Chiablese, presenta oltre 100 opere tra dipinti, disegni, sculture antiche e oggetti d’arte provenienti dai Musei Reali di Torino, dalle Gallerie degli Uffizi e da molte altre prestigiose istituzioni e collezioni, pubbliche e private. Il percorso spazia da magnifiche statue e bassorilievi archeologici di età romana, passando da Botticelli e Lorenzo di Credi – di cui vengono messi a confronto due straordinari dipinti raffiguranti Venere – e prosegue nel Rinascimento, in un excursus per temi che tocca il mito, il fascino dell’antico, la natura e l’universo femminile, fino ad arrivare all’inizio del Novecento con la seduzione delle opere di Alphonse Mucha, maestro dell’Art Nouveau.

Tra i capolavori si segnalano la Venere di Botticelli della Galleria Sabauda e la Giovane donna con l’unicorno di Luca Longhi da Castel Sant’Angelo.

Ecco i dati dei visitatori nel weekend di Pasqua da sabato 19 a lunedì 21 aprile alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea al MAO Museo d’Arte Orientale e a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino:

GAM: 2.403 ingressi

MAO: 1.590 ingressi

Palazzo Madama: 4.005 ingressi

Totale Fondazione Torino Musei: 7.998 visitatori

 

“Pedalando tra i Sacri Monti”, rinviata la Ghiffa-Domodossola

La seconda tappa  di 55 km in e-bike, è stata rimandata per maltempo a domenica 27 aprile

Nell’ambito della manifestazione “Pedalando tra i Sacri Monti” è stata rimandata a domenica 27 aprile la tappa Ghiffa-Domodossola a causa delle previsioni meteo avverse per un percorso di 55 km da percorrere in e-bike. La tappa da Ghiffa a Domodossola rappresenta il secondo percorso di “Pedalando tra i Sacri Monti”, inizialmente prevista per sabato 19 aprile con ritrovo alle ore 9 al Sacro Monte di Ghiffa e arrivo al Sacro Monte di Domodossola, dopo aver percorso in e-bike una distanza di 55 km. È previsto il transfer per il ritorno, la partecipazione è gratuita con iscrizione obbligatoria alla pagina https://www.bloutdoor.it/evento/pedalando-tra-sacri-monti-ghiffa-domodossola/.

Dopo la splendida prima tappa da Varese a Ghiffa, il viaggio cicloturistico alla scoperta dei Sacri Monti continua. Questa volta si partirà dal Sacro Monte di Ghiffa, affacciato sul Lago Maggiore, per immergersi in un itinerario che condurrà fino al cuore delle Alpi, il Sacro Monte di Domodossola. Si tratta di un occorso emozionante tra ciclabili, fiumi, borghi antichi e panorami montani, sempre accompagnati da guide esperte e sostenuti dalle spinte delle e-bike. Alla fine del percorso, una visita guidata farà scoprire il fascino storico e spirituale del Sacro Monte.

“Pedalando tra i Sacri Monti” è organizzato da BL Outdoor, in collaborazione con l’ente di gestione dei Sacri Monti, finanziato dal Ministero del Turismo, nell’ambito di un progetto volto alla valorizzazione dei comuni a vocazione turistico-culturale e ubicati nel sito dell’UNESCO. Sacri Mondi del Piemonte e della Lombardia denominato “Da globale a locale – riscoperta e valorizzazione dell’identità di luoghi eccezionali”.

Le prossime partenze sono previste a Orta, Varallo, Oropa, Belmonte e Crea, ed  previsto un premio speciale per chi completa tutto il tour.

Mara Martellotta

foto mb Cerini

La morte del Papa tra politica e storia

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IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
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Non ho titolo ad esprimere un’opinione personale su Papa Francesco perché gli storici devono formulare giudizi che vadano oltre le emozioni e la morte del Papa crea reazioni sentimentali inevitabili. Gli storici hanno tempo per esprimere una valutazione meditata e disincantata sul suo pontificato. Un pontificato si valuta  anche per gli effetti che produrrà nei tempi futuri. Oggi appare abbastanza chiaro un giudizio storico su Giovanni Paolo II, mentre ancora incerto è capire se  Benedetto XVI abbia lasciato un segno nella storia della Chiesa e nella storia in generale. La vicenda di Papa Francesco appare molto complessa, anche se il suo magistero può sembrare semplice e lineare. L’estrema resistenza alla vecchiaia e alla malattia appare come un atto eroico rispetto alle dimissioni del suo predecessore che preferì ritirarsi.
Va invece rilevato un vero e proprio  concerto rumoroso  di dichiarazioni da parte  della politica italiana quasi all’unisono: si tratta di gente che confonde un ruolo pubblico in uno Stato laico con i propri legittimi personali sentimenti religiosi che non andavano mescolati con le dichiarazioni istituzionali.
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Il Papa è riuscito a parlare a tutti e quindi appare scontato che tutti “non possano non dirsi cristiani”, come scriveva Croce, ma ci sono limiti invalicabili. Ma il dire da parte di sindaci e ministri che invitano a pregare per il Papa, chiedendo protezione “da lassù” appare una ingenuità istituzionale. È vero che il Papa ha saputo rivolgersi a credenti e non credenti, forse è perfino vero che si è rivolto soprattutto al mondo non cattolico, laico, ateo, lontano dall insegnamento del Vangelo: è la parabola del buon pastore capovolta perché il Papa è andato alla ricerca delle 99 (o quasi) pecorelle smarrite. Ma leggere che la scomparsa del Papa rende un ministro “attonito e sbigottito”  appare davvero fuori luogo perché nelle vesti istituzionali si usano altro linguaggi. Debbo
dire che ho apprezzato la Schlein e Conte che si sono limitati a parlare di Papa Francesco in termini politici così come ho disprezzato chi ha voluto vedere nel Papa un sostenitore della propria causa politica . Pochi altri hanno colto la differenza tra credenti e non credenti, come ha fatto Elisabetta Casellati.
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In fondo è proprio in quel rivolgersi agli uni e agli altri su temi che dovrebbero accomunarli ,il senso del pontificato di Francesco, che come il poverello d’Assisi preferì incontrare il sultano per superare il clima di scontro delle Crociate. La morte del Papa rivela una classe politica nel complesso culturalmente povera. C’è da domandarsi infine che valore possa avere una dichiarazione di un leader politico che non sa neppure trovare le parole adatte per la morte di un Papa. Una volta si diceva ad ogni morte di Papa con espressione impropria e profana. Qualche politico non ha neppure lontanamente seguito l’esempio del Papa domandandosi, prima di dichiarare: “Chi  sono io per … ?”  Molti, se l’avessero fatto, avrebbero taciuto.
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Lasciamo che sia la storia ad esprimersi sul Papa: ci vorrà del tempo per comprendere quale sia stato il senso di un impegno appassionato sia per la storia della Chiesa cattolica sia per il mondo. I due piani sono diversi e il giudizio storico difficilmente potrà coincidere. Quasi nessuno ha ricordato le interviste di Eugenio Scalfari al Papa che intrattenne con lui un dialogo che apparve fecondo. Sarà  interessante ripercorrerlo anche perché la raffinatezza intellettuale di Eugenio (lo scrive un pannunziano che non lo ha mai amato) appare oggi una merce molto rara. Il Centro “Pannunzio” che promosse un dibattito all’inizio del pontificato di Francesco, ha già programmato per il 9 maggio un incontro per  commemorare laicamente il Papa.

Mercoledì veglia di preghiera in Duomo per il Santo Padre

L’Arcivescovo Roberto  Repole  mercoledì 23 aprile alle ore 20.30 presiederà nella Cattedrale di Torino una Veglia di preghiera in suffragio di Papa Francesco.

Le parole di cordoglio dell’Arcivescovo Repole: 

Il Papa se n’è andato nell’Anno della Speranza, il Giubileo che aveva tanto desiderato. Ora è davanti al Signore ed era questa la sua grande speranza, che Francesco ha cercato di condividerci: la notizia che un giorno saremo tutti nell’abbraccio di Dio.

Siamo nei giorni della Pasqua, che ieri Francesco ha ancora celebrato con noi. Nel grande dolore per la morte, ma anche nella fiducia dell’abbraccio tenerissimo di Dio le Chiese di Torino e Susa, la Chiesa piemontese dove il Papa aveva le sue radici, pregano per Francesco con affetto e tanta riconoscenza per aver speso la vita, tutta la sua vita lunga e generosa, ad annunciare la gioia del Vangelo.

È una gioia senza eguali, «Evangeli gaudium»: viene dalla notizia che Gesù è risorto e perciò il mondo, questo nostro mondo così difficile e violento, non sarà sconfitto dal male.
Il Papa Francesco ha cercato di comunicare l’amore di Dio con ogni mezzo e ad ogni latitudine, l’ha fatto con parole semplici che tutti potevano comprendere: ha spiegato ai potenti della Terra e agli ultimi, ai poveri, alle persone scartate, che il volto di Dio è innanzi tutto Misericordia e questo volto è in grado di cambiare il nostro cuore, può addirittura cambiare il corso della storia.

Speranza, Misericordia. Come suonano diverse, queste parole, di fronte alle regole imperanti della guerra e della sopraffazione! Basta prenderle sul serio. Credo che sia per questo messaggio mite e sorridente che il Papa è stato tanto amato dagli uomini e dalle donne del nostro tempo, anche da chi non crede; per questo messaggio è stato riconosciuto come riferimento fondamentale negli equilibri internazionali.
Nelle ore dell’addio, vorrei che raccogliessimo le parole che il Papa ci ha lasciato in consegna. Le terremo nel cuore.

Porterò, io personalmente, il ricordo grato dell’amicizia che mi ha legato a Papa Francesco, la coscienza delle responsabilità che mi ha affidato, l’immagine – a me carissima – del giorno in cui volle incontrare i miei genitori e la mia famiglia con tanto affetto e semplicità.
Soprattutto porterò, spero che porteremo tutti, il ricordo di un uomo che ha creduto e ha testimoniato il Vangelo.

+ Roberto Repole, Arcivescovo di Torino
e Vescovo di Susa

Da La Voce e il Tempo

Le parole di cordoglio dell’Arcivescovo Repole

Le prime parole di cordoglio dell’Arcivescovo Repole che il 23 aprile alle ore 20.30 presiederà nella Cattedrale di Torino una Veglia di preghiera in suffragio di Papa Francesco.

Il Papa se n’è andato nell’Anno della Speranza, il Giubileo che aveva tanto desiderato. Ora è davanti al Signore ed era questa la sua grande speranza, che Francesco ha cercato di condividerci: la notizia che un giorno saremo tutti nell’abbraccio di Dio.

Siamo nei giorni della Pasqua, che ieri Francesco ha ancora celebrato con noi. Nel grande dolore per la morte, ma anche nella fiducia dell’abbraccio tenerissimo di Dio le Chiese di Torino e Susa, la Chiesa piemontese dove il Papa aveva le sue radici, pregano per Francesco con affetto e tanta riconoscenza per aver speso la vita, tutta la sua vita lunga e generosa, ad annunciare la gioia del Vangelo.

È una gioia senza eguali, «Evangeli gaudium»: viene dalla notizia che Gesù è risorto e perciò il mondo, questo nostro mondo così difficile e violento, non sarà sconfitto dal male.
Il Papa Francesco ha cercato di comunicare l’amore di Dio con ogni mezzo e ad ogni latitudine, l’ha fatto con parole semplici che tutti potevano comprendere: ha spiegato ai potenti della Terra e agli ultimi, ai poveri, alle persone scartate, che il volto di Dio è innanzi tutto Misericordia e questo volto è in grado di cambiare il nostro cuore, può addirittura cambiare il corso della storia.

Speranza, Misericordia. Come suonano diverse, queste parole, di fronte alle regole imperanti della guerra e della sopraffazione! Basta prenderle sul serio. Credo che sia per questo messaggio mite e sorridente che il Papa è stato tanto amato dagli uomini e dalle donne del nostro tempo, anche da chi non crede; per questo messaggio è stato riconosciuto come riferimento fondamentale negli equilibri internazionali.
Nelle ore dell’addio, vorrei che raccogliessimo le parole che il Papa ci ha lasciato in consegna. Le terremo nel cuore.

Porterò, io personalmente, il ricordo grato dell’amicizia che mi ha legato a Papa Francesco, la coscienza delle responsabilità che mi ha affidato, l’immagine – a me carissima – del giorno in cui volle incontrare i miei genitori e la mia famiglia con tanto affetto e semplicità.
Soprattutto porterò, spero che porteremo tutti, il ricordo di un uomo che ha creduto e ha testimoniato il Vangelo.

+ Roberto Repole, Arcivescovo di Torino
e Vescovo di Susa

Da La Voce e il Tempo