ilTorinese

Referendum, un tema che riguarda la sola sinistra

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

La prossima consultazione referendaria è una pratica, come si suol dire, che riguarda
prevalentemente se non quasi esclusivamente il ‘campo largo’ o l’ex ’campo largo’ che sia.

Ovvero, il comportamento politico delle varie sinistre. Promosso dalla Cgil di Landini che ha
l’obiettivo, e neanche tanto nascosto, di egemonizzare definitivamente ed irreversibilmente il
fronte delle componenti progressiste del nostro paese. Ovvero, quella radicale e massimalista
della Schlein, quella populista e demagogica dei 5 stelle e quella estremista del trio Fratoianni/
Bonelli/Salis. Del resto, la stessa impostazione iniziale della campagna referendaria riflette questo
obiettivo definito e chiaro. Landini ha immediatamente incontrato i capi delle varie sinistre e con
quelli ha concordato la pianificazione dell’intera campagna elettorale del prossimo giugno.

Ora, e al netto della legittimità di questo obiettivo squisitamente politico, emergono tre elementi
quasi oggettivi che non possono non essere evidenziati.

Innanzitutto la conferma, per i pochissimi che non lo sapessero ancora, che lo storico sindacato
rosso della Cgil ormai gioca un ruolo decisamente ed esclusivamente politico/partitico. Un ruolo
che lo porterà ad essere quasi sicuramente il riferimento politico per eccellenza del ‘campo largo’.
Cioè delle tre sinistre riunite. Ed è, questo, uno dei motivi determinanti per cui l’offensiva
referendaria è riconducibile ad una questione che riguarda la sinistra italiana.

In secondo luogo la persin plateale indisponibilità politica del leader della Cgil a coinvolgere altri
settori della società e della politica italiana su queste battaglie identitarie delle sinistre. Quasi che
la partita fosse rivolta ad una parte, peraltro largamente minoritaria, della società italiana per
misurare il peso elettorale delle varie leadership che si muovono all’interno di quel campo politico.
Un risultato abbastanza deludente per chi ha l’ambizione di candidarsi a guidare l’intero paese.
In ultimo, la conferma che la cultura riformista e di governo da quelle parti è alquanto minoritaria
se non addirittura marginale. E la conferma, puntuale come sempre, arriva dal ruolo
sostanzialmente inutile giocato dai cosiddetti “riformisti” all’interno dell’attuale coalizione di
sinistra e progressista. Mi riferisco, nello specifico, ai riformisti del Pd – cioè a tutti coloro che non
si riconoscono appieno nella leadership radical/massimalista della Schelin – e al partito personale
di Renzi che deve giurare fedeltà quotidiana al Pd e ai 5 stelle per essere ammesso nel recinto
dell’alleanza.

Ecco perchè proprio la prossima consultazione referendaria offere uno spaccato di particolare
importanza su ciò che capita attualmente nel campo della sinistra italiana. E, al riguardo, non
stupisce affatto che sia proprio un esponente con il profilo politico e culturale come Landini ad
ambire a guidarlo. Sia sotto il versante politico e sia su quello organizzativo. È di tutta evidenza,
infine, che tutto ciò che attiene alla cultura riformista da un lato e, soprattutto, alla cultura di
governo dall’altro non può che guardare altrove.

Rissa tra ubriachi: si calmano solo all’arrivo di polizia e carabinieri

Polizia e Carabinieri sono intervenuti nella notte di sabato per sedare una rissa avvenuta a Biella all’ingresso di un bar. Diverse le persone coinvolte probabilmente alterate dall’eccesso di alcol. La colluttazione è degenerata tanto da indurre i presenti a chiamare le forze dell’ordine.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Un nuovo mercato del vintage in Corso Marconi

 

La Giunta comunale ha approvato l’istituzione di un nuovo mercato periodico tematico a tema vintage nell’area pedonale di corso Guglielmo Marconi. La manifestazione si svolgerà almeno dieci volte l’anno il terzo sabato di ogni mese, ad eccezione di gennaio e agosto e salvo deroghe occasionali in concomitanza di altre iniziative sul territorio.

“Il mercatino di corso Marconi è un nuovo tassello nel più ampio progetto della Città di Torino per valorizzare il commercio di prossimità e promuovere il territorio attraverso iniziative capaci di unire identità, attrattività e partecipazione – dichiara l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino -. I mercatini tematici periodici non sono grandi manifestazioni, ma registrano una significativa presenza di pubblico grazie alla loro qualità, che li rende molto attrattivi e amati. Sono anche importanti occasioni di aggregazione, capaci di rafforzare il senso di comunità e di rendere più viva e dinamica la città, valorizzando al contempo gli spazi urbani e le realtà commerciali locali”.

Il nuovo mercato di corso Marconi, nel tratto tra via Madama Cristina e corso Massimo d’Azeglio, nasce su proposta della Circoscrizione 8, che lo scorso 10 febbraio ha approvato l’iniziativa con propria deliberazione. La proposta fa seguito a una fase di sperimentazione già avviata nei mesi scorsi nella stessa area, che ha registrato un buon riscontro di pubblico e interesse da parte del territorio.

Sarà la stessa Circoscrizione 8 a farsi carico degli atti successivi: sarà predisposto un bando pubblico per individuare il soggetto attuatore dell’iniziativa per il triennio 2025-2027, cui sarà affidata l’organizzazione del mercato, la gestione dei servizi e delle attività collaterali. La Circoscrizione definirà inoltre tutti gli aspetti operativi, tra cui il numero e la disposizione dei posteggi, le merceologie ammesse e i soggetti partecipanti, secondo quanto previsto dal Regolamento comunale n. 284.

TORINO CLICK

Azione: “Sul rischio idrogeologico l’unica ricetta è la prevenzione”

“La Provincia di Vercelli è stata messa a dura prova da un’ondata di maltempo che qualche anno fa avremmo definito eccezionale e che, invece, oggi è diventata un drammatico evento ricorrente. Nel manifestare solidarietà a quanti sono stati colpiti da questo nuovo evento calamitoso sul nostro territorio, Azione Vercelli Valsesia intende tenere lo sguardo alto sul nodo centrale del problema: quello della prevenzione. Dai dati disponibili risulta che per innalzare in modo efficace il livello di sicurezza servirebbero 8.000 opere di prevenzione per una spesa poco inferiore a 27 miliardi di euro. A fronte di queste necessità, il Piano Nazionale per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico, varato nel 2019, prevede fino al 2030 stanziamenti per 14,3 miliardi di euro, parte dei quali destinati a opere emergenziali connesse ad eventi calamitosi, interventi di messa in sicurezza dei territori ed infrastrutture, interventi per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico. Per risolvere il problema del dissesto idrogeologico servono almeno 26,58 miliardi di euro. Tale è il valore delle richieste provenienti dagli Enti Locali registrati sulla piattaforma RENDIS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo)”.
A dichiararlo in un comunicato è Azione Vercelli e Valsesia con il Vice Segretario Provinciale Gabriele Posillipo, la Presidente provinciale Floriana Bazzano e il Segretario Cittadino di Vercelli Paolo De Marco.
“Sono cifre che non devono sorprendere se si considera che 6,8 milioni di abitanti risiedono in aree a rischio alluvionale medio e 2,4 milioni vivono in zone alluvionali ad alto rischio, complessivamente il 15% della popolazione. Gli edifici in zone alluvionali ad alto e medio rischio sono 2,1 milioni, il 15% del totale”.
“Azione Piemonte è impegnata in Parlamento, grazie al lavoro della Coordinatrice Regionale Onorevole Ruffino, componente della Commissione Ambiente e di inchiesta sul rischio idrogeologico, interventi che favoriscano la prevenzione collaborando con le istituzioni regionali e locali per sviluppare un piano strategico di gestione del territorio. Ma non bisogna nascondersi dietro un dito, servono risorse economiche. La Regione Piemonte ha già fatto, in anni di programmazione, un grande lavoro in Provincia di Vercelli per ridurre il rischio delle frane nelle aree montane e per la manutenzione dei corsi d’acqua con tre programmi di manutenzione idraulica dei corsi d’acqua demaniali con estrazione ed asportazione di materiale litoide. Ma la gestione del territorio deve cambiare sotto la pressione dei cambiamenti climatici. Il problema è che i fiumi, che per anni abbiamo soffocato e attorno a cui abbiamo costruito e coltivato, si stanno riprendendo il loro spazio. La piovosità è aumentata in modo spaventoso. Non ha mai piovuto così. Nell’evento che ha toccato il Piemonte a settembre dello scorso anno sono cadute quantità di pioggia inedite nell’arco di 24 ore. A Boccioleto da lunedì a mercoledì sono caduti 473 millimetri di pioggia, 406 in sole 24 ore. Semplicemente inaudito. Alcune sfide attendono il nostro territorio. L’aumento delle opere di difesa dal dissesto nelle aree montane. Il taglio selettivo degli alberi cresciuti nelle zone golenali. La redazione per il Fiume Sesia di un Programma di gestione dei sedimenti, come quello che è stato fatto sul Po. Il finanziamento dello scolmatore di Vercelli. L’adeguamento degli argini della Città di Vercelli.
Serve una visione a lungo termine, produttive e propositiva, che metta al centro la sicurezza e il benessere dei nostri cittadini, senza guardare le magliette politiche o se si gioca nella squadra della maggioranza o dell’opposizione”.

Raccolta rifiuti: il calendario dei servizi nelle festività

 In concomitanza delle festività previste nelle prossime settimane, Amiat Gruppo Iren effettuerà i servizi di raccolta rifiuti con il seguente calendario:

  • Domenica 20 aprile (Pasqua): la raccolta non viene effettuata per tutte le frazioni
  • Lunedì 21 aprile 2025 (Pasquetta): passaggio regolare per tutte le frazioni.
  • Venerdì 25 aprile 2025: passaggio regolare per tutte le frazioni.
  • Giovedì 1° maggio 2025: la raccolta non viene effettuata per tutte le frazioni; in particolare, l’organico è posticipato a venerdì 2 maggio, la carta è posticipata a sabato 3 maggio, non recuperabile, vetro e plastica sono posticipate a domenica 4 maggio.

Tutti i giorni verrà comunque garantito un presidio, in particolare in corrispondenza delle utenze più critiche, così come per il servizio di nettezza urbana.

I Centri di Raccolta saranno regolarmente aperti, con le seguenti variazioni: lunedì 21 e venerdì 25 aprile saranno aperti al mattino i soli ecocentri di via Ravina e via Zini.  Domenica 20 aprile e giovedì 1° maggio, invece, tutti gli ecocentri saranno chiusi.

Il Servizio di Customer Care Ambientale sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 17.00, ad eccezione dei giorni festivi.

Maggiori informazioni e dettagli sui servizi di raccolta rifiuti sono disponibili sul sito di Amiat: www.amiat.it

“FilosoFARE” a Villa Lascaris

A Villa Lascaris, a Pianezza, si terranno tre workshop di filosofia pratica. Primo appuntamento giovedì 24 aprile con l’incontro dal titolo “INTERPRETAZIONE”

“FilosoFARE” rappresenta un workshop di filosofia pratica che affronta a Villa Lascaris, a Pianezza, grazie al suo direttore Marco Fracon, in ogni appuntamento un tema diverso, non sotto nforma di convegno o lezione frontale, ma con un approccio semplice, partecipato e coinvolgente.
Ogni volta che si riflette sul significato della vita, dell’amicizia, su cosa voglia dire “essere felice”, sul senso del dolore che si prova, si sta facendo filosofia. È un’attività del pensiero umano ed è naturale quando si riflette sull’ esistenza; è la ricerca di risposte alle domande che ciascuno si pone.

Al di là della materia studiata nei libri, delle parole complicate, dei filosofi che, dall’antica Grecia a oggi, hanno espresso pensieri su quelle che possono essere definite “le grandi domande”, il filosofare – anche se non vengono chiamate espressamente così – accompagna tutto il percorso di ogni vita, plasma il modo in cui è possibile leggere il mondo e le singole esperienze. Ed è una filosofia personale, pratica, che si costruisce ogni giorno.

Per portare la filosofia fuori dai libri e dentro la vita reale, Villa Lascaris, casa di spiritualità e cultura dell’Arcidiocesi di Torino, in collaborazione con UNECON – Università per l’Educazione Continua di Pianezza, propone tre incontri che affrontano in modo diverso dal solito la Filosofia.
Giovedì 24 aprile alle 21.00 a Villa Lascaris, in Via Lascaris 4 a Pianezza, il primo incontro parlerà di “INTERPRETAZIONE”.

Secondo la definizione dell’enciclopedia Treccani, “interpretare” significa “Attribuire un significato, spiegare la natura, la ragione e il fine di determinati atti o fatti, dedurre da indizî o da parole i pensieri e le intenzioni di una persona”. Viene attribuito un significato a un testo, a un gesto, a un evento, ed è un processo fondamentale per la nostra esistenza e per le nostre relazioni con gli altri.

Insieme a Marco Fracon, direttore di Villa Lascaris, verranno esplorate le diverse interpretazioni e modalità, l’importanza di interrogarsi e lasciarsi interrogare da ciò che ci circonda, sia esso un libro o un articolo di giornale, l’atteggiamento di una persona, un’esperienza che abbiamo vissuto, e come tutto questo si rifletta nel vivere e agire quotidiano.

L’ingresso agli incontri è libero, previa prenotazione via mail all’indirizzo eventi@villalascaris.it
Per sostenere le attività culturali di Villa Lascaris è gradito un contributo volontario.

I prossimi appuntamenti con FilosoFARE
– Giovedì 8 maggio, ore 21.00 – FELICITÀ
– Giovedì 22 maggio, ore 21.00 – CONOSCI TE STESSO

Mara Martellotta

Festa dello Sport e Torino Sport Card

Cresce l’impegno della città per il benessere fisico, l’avvio alla pratica sportiva e l’inclusione

 

Confermata la Festa dello Sport 2025 e ampliata la platea di beneficiari della Torino Sport Card Let’sTo, in un quadro nel quale le Circoscrizioni avranno un ruolo centrale nella gestione delle risorse economiche destinate alle iniziative sportive locali, che potranno rispondere in maniera più capillare alle reali esigenze dei territori. È quanto stabilisce la delibera proposta dall’assessore allo Sport Domenico Carretta, approvata  dAlla Giunta comunale, con un impegno della Città pari a circa 130mila euro.

La Festa dello Sport 2025 si svolgerà nei weekend di settembre e ottobre e avrà, come nelle scorse edizioni, l’obiettivo di incentivare la pratica sportiva, promuovere la cultura del benessere e valorizzare aree verdi e spazi urbani delle Circoscrizioni, offrendo una vetrina per le associazioni sportive locali. Anche quest’anno alle proposte sportive saranno affiancate attività di natura culturale, con l’iniziativa “Circoscrizioni in mostra” a cura dell’Assessorato alla Cultura.

La Torino Sport Card – Let’s To, rivolta ai giovani tra i 14 e i 19 anni, sarà potenziata con maggiori contributi economici, sia per ampliare le opportunità legate al suo utilizzo sia per sostenere le associazioni che affiancheranno in questo la Città. La platea di beneficiari – 45mila i giovani a cui è stata inviata la tessera nel 2024 – sarà inoltre ampliata, con l’obiettivo di garantire ancora maggiore inclusione sociale ed equità nell’accesso alle attività sportive e ricreative offerte. Tra i nuovi beneficiari: minori destinatari di provvedimenti di protezione e tutela, inclusi quelli del circuito penale ospiti in strutture di accoglienza cittadine; minori stranieri non accompagnati affidati a connazionali e in attesa di perfezionamento della residenza; careleavers, ovvero giovani usciti da strutture di accoglienza o in affidamento familiare, fino ai 21 anni, che necessitano di supporto nel loro percorso di autonomia.

“Si tratta di provvedimenti e misure che puntano a rafforzare il legame tra sport e comunità – ha commentato l’assessore Carretta -. Affidare alle Circoscrizioni la gestione delle risorse significa rendere le decisioni più snelle e vicine alle esigenze dei territori, e investire nelle due iniziative vuol dire dare concretezza e operatività ai principi e ai valori che animano la cultura sportiva. I numeri sull’utilizzo della Sport Card sono in forte crescita, per cui abbiamo scelto di potenziare ulteriormente di questa misura che avvicina sempre più giovani ai benefici della pratica sportiva”.

Bartoli: “Ecco il mio ricordo dell’incontro con Papa Francesco”

Caro direttore,

con immenso dolore e profonda commozione, apprendiamo della scomparsa di Papa Francesco.

Il Santo Padre lascia un vuoto immenso non solo nella Chiesa cattolica, ma nell’intera umanità, a cui ha dedicato instancabilmente ogni parola, ogni gesto, ogni preghiera.

Ho avuto l’onore di stringergli la mano personalmente nel dicembre 2023, durante un incontro nell’Aula Paolo VI (Aula Nervi) in Vaticano, alla presenza di una delegazione di sindaci italiani. In quell’occasione, Papa Francesco, seppur già costretto a muoversi in carrozzina, trovò la forza di alzarsi, appoggiandosi al suo bastone, per accoglierci con un sorriso disarmante e una presenza colma di umanità. Ricordo con emozione la sua spontaneità, la sua forza d’animo, e quel carisma naturale che trasmetteva autorevolezza senza mai perdere la dolcezza.

La sua figura era intrisa delle radici profonde della sua terra d’origine: il Piemonte. Non mancava mai di citarlo con affetto nei suoi discorsi, quasi a voler ribadire quel legame indissolubile con le proprie origini, con quella cultura della sobrietà e della laboriosità che lo ha sempre contraddistinto.

Papa Francesco ha saputo interpretare la missione evangelica con coraggio, avvicinando la Chiesa alle persone, abbattendo muri, tendendo mani, ascoltando i dolori e le speranze del nostro tempo. In un’epoca segnata da divisioni e conflitti, si è speso senza riserve per invocare la pace, per dialogare con i potenti della terra, per sostenere i popoli oppressi, per costruire ponti laddove altri vedevano solo barriere. La sua voce contro la guerra e contro ogni forma di violenza rimarrà per sempre scolpita nella memoria collettiva dell’umanità.

La sua scomparsa arriva in un momento storico delicatissimo, in cui il suo instancabile impegno per la fine delle guerre, per la difesa dei più deboli e per la tutela del creato era più che mai necessario.

Qui, nella sua amata terra piemontese, il dolore è ancora più vivo, consapevoli che la sua testimonianza di fede, semplicità e forza interiore resterà per sempre esempio e guida.

“La pace è artigianale: si costruisce ogni giorno con la semplicità, il rispetto e il dialogo.”
(Papa Francesco)

Possa il suo insegnamento continuare a illuminare il nostro cammino.
Grazie, Santo Padre.

Sergio Bartoli
Consigliere Regionale del Piemonte
Presidente della V Commissione Ambiente

Torino, un giardino segreto chiamato Hotel Victoria

Nel cuore più raffinato e raccolto della nostra città, là dove Piazzale Valdo Fusi si sfiora con Piazzale Carlina, si cela una viuzza silenziosa e appartata: Via Nino Costa 4. È un angolo che sfugge allo sguardo frettoloso, un piccolo segreto urbano protetto dall’abbraccio verde di un’edera fitta e vibrante, che avvolge le pareti di un palazzo elegante come un abito d’altri tempi. Qui, in questo scorcio sospeso nel tempo, sorge un luogo dal fascino discreto ma profondo: l’Hotel Victoria. Non è solo un hotel, il Victoria. È un rifugio dell’anima, un piccolo gioiello incastonato tra le pieghe della storia torinese, la cui identità si intreccia intimamente con quella di una famiglia che lo ha sempre amato con devozione autentica. Una dedizione viscerale, la loro, che si percepisce in ogni dettaglio, in ogni gesto curato con pazienza e affetto, come si fa con le cose preziose di casa. Per cogliere davvero la magia che si respira in questo luogo, bisogna tornare indietro, agli albori della sua esistenza. L’edificio che oggi ospita l’hotel è, di per sé, un simbolo di rinascita. Fu costruito dalla famiglia Rolla nel dopoguerra, sulle ceneri di un tempo ferito dai bombardamenti. Dove un tempo c’erano macerie e silenzio, sorse questo palazzo come un atto d’amore verso la città, un segno tangibile di speranza e ricostruzione. In principio, l’edificio non nacque con l’intenzione di accogliere viaggiatori: era destinato a essere un luogo di lavoro, un sobrio complesso di uffici. Ma il destino, come spesso accade, aveva in serbo qualcosa di diverso. Fu nel 1961 che le sue stanze iniziarono a trasformarsi, grazie alla visione e alla determinazione della madre dell’attuale proprietaria.

Donna di grande intraprendenza, era già conosciuta per aver creato luoghi di cura sulle colline torinesi, spazi pensati per il benessere del corpo e dell’anima. Fu lei a intravedere, in quei muri, il potenziale di un’accoglienza diversa, più intima, più umana. L’Hotel Victoria cominciò così a scrivere la sua nuova storia, intrecciando il proprio destino con quello della città. Gli anni Sessanta portarono con sé un vento di modernità: era l’epoca di Italia ’61, e Torino si affacciava sul palcoscenico del futuro. In questo clima di fermento, anche il Victoria trovò il proprio respiro, divenendo non solo un luogo di ospitalità, ma un testimone silenzioso dei grandi eventi che animavano la città. Eppure, pur nel fluire del tempo, qualcosa è sempre rimasto immutato: l’anima del luogo. L’attuale proprietaria, erede di quella visione originaria, ha saputo imprimere un nuovo stile, più raffinato e personale, senza mai tradire lo spirito iniziale. Con il marito, il Dottor Vallinotto, hanno scelto con fermezza di non trasformare l’hotel in un ambiente impersonale o freddo. No, il Victoria non doveva essere un’azienda, ma una casa. E i clienti, mai semplici ospiti di passaggio, ma persone da accogliere con calore e rispetto. “Ogni dettaglio deve essere curato personalmente dalla famiglia” — questo è sempre stato il principio cardine. E in effetti, ogni angolo della struttura parla con il linguaggio delicato dell’attenzione e dell’amore. Dalla scelta delle luci soffuse, agli arredi raccolti nel tempo, ogni elemento è espressione di un desiderio profondo di bellezza condivisa. Un esempio emblematico di questa filosofia si trova nella sala colazioni. Qui, le pareti non sono semplici muri: sono tele vive, adornate con l’elegante carta da parati Zuber, una meraviglia artigianale dalle origini antichissime. Non è solo decorazione: è un atto d’amore per il bello, un gesto di generosità verso chi varca la soglia del Victoria. Perché l’estetica, qui, non è mai fine a sé stessa. È un invito silenzioso alla contemplazione, alla calma, alla cura. Questo senso profondo di accoglienza è arrivato fino alla terza generazione della famiglia, che ne custodisce l’eredità con la stessa passione. Lo stesso emerge anche nei dettagli delle stanze che risultano un rifugio dalla realtà accomodante ed accogliente. Il raffinato senso estetico e l’ardente passione per l’arte della padrona di casa si rivelano con disarmante eleganza in ogni angolo della dimora, ma trovano la loro massima espressione in un gesto tanto audace quanto poetico: le umili porte di un ascensore, timide e anonime per natura, sono state elevate a veri e propri scrigni di meraviglia. Su di esse, con mano visionaria, prendono vita i capolavori onirici di René Magritte, reinterpretati con tale maestria da confondere i confini tra sogno e realtà, lasciando chi osserva sospeso in un’atmosfera incantata, dove nulla è come sembra e ogni dettaglio è un invito a perdersi nell’illusione.

Con il passare degli anni, molte cose sono cambiate. I tempi si sono fatti più rapidi, i desideri della clientela si sono evoluti, diventando talvolta più sofisticati, più esigenti. Eppure, il Dott. Vallinotto Alberto- appartenente alla terza generazione e attuale proprietario dell’hotel- nonostante la mutevolezza dei gusti e delle mode, ha conservato il fascino del Victoria che è rimasto intatto, come una melodia che resiste al frastuono del mondo. Il Victoria è divenuto un rifugio amato da politici, scrittori, artisti e intellettuali che fanno tappa a Torino, chi per svago, chi per dovere. Un crocevia discreto di idee e pensieri, dove l’anonimato si coniuga alla raffinatezza. Merito, anche, del Dottor Vallinotto, figura di grande spessore e sensibilità, che con il suo impegno accademico e la sua visione aperta ha contribuito a fare del Victoria un luogo non solo elegante, ma anche colto. Grazie a lui, il legame tra l’hotel e il mondo universitario torinese si è fatto più solido, arricchendo ancora di più l’atmosfera di questo piccolo, prezioso universo sospeso tra tradizione e contemporanei. Spesso con i clienti che si fermano per più tempo si crea anche un profondo senso di affezione dovuto alle cure che ad essi riserva l’hotel e alla fidelizzazione.

Tra i tratti distintivi del Victoria, uno in particolare cattura l’anima e la conduce in un viaggio lontano nel tempo: la spa ISIDE, un luogo sospeso tra storia e benessere, custodita al piano terra della struttura come un prezioso tempio segreto. Varcata la soglia, ci si ritrova immersi in un’atmosfera che evoca la magia e il mistero dell’antico Egitto, in un omaggio raffinato al celebre Museo Egizio di Torino — vanto cittadino e autentica passione della proprietaria. Non è un caso che il centro prenda il nome di ISIDE: fu proprio l’aura mistica della dea a suggestionare la mente e il cuore della padrona di casa, spingendola a battezzare così questo rifugio di pace, dove il tempo sembra rallentare e ogni dettaglio invita alla contemplazione. Aperta sia agli ospiti dell’hotel sia ai visitatori esterni, la spa è pensata per offrire a chiunque un’esperienza irripetibile, sospesa tra mito e relax. E come in un dipinto bucolico, poco distante si apre il giardino interno: un angolo segreto al centro della struttura, dove la quiete regna sovrana e il verde si tinge delle atmosfere delicate di un giardino inglese. Qui, tra profumi di fiori e cinguettii discreti, è possibile gustare la celebre colazione mattutina, coccolati da un’armonia che pare uscita da un’altra epoca.

Si conclude così un viaggio che, più che una semplice permanenza in hotel, si è rivelato un’immersione profonda in un’atmosfera capace di avvolgere, rasserenare e far sentire davvero a casa. Il Victoria non è solo un luogo di passaggio, ma un rifugio dove relax, fiducia e un autentico senso di familiarità si fondono armoniosamente, offrendo a ogni ospite esattamente ciò che dovrebbe trovare in un’esperienza di vero ristoro.

 

 Valeria Rombolà

foto: Hotel Victoria

Tir contromano sulla Torino – Bardonecchia

Nella serata di lunedì 14 aprile (è stata data notizia solo nelle scorse ore) un tir ha percorso contromano un tratto dell’autostrada Torino-Bardonecchia-Frejus. Il camion è entrato dallo svincolo di Susa Ovest, destinato all’uscita dei veicoli provenienti dalla Francia, e ha proseguito in direzione Bardonecchia per circa due chilometri.

L’allarme è stato dato da alcuni automobilisti. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia stradale di Susa e il personale ausiliario della Sitaf, che hanno fermato il tir nella galleria Giaglione. Fortunatamente non si sono verificati incidenti né feriti.

Alla guida un cittadino straniero, al quale è stata ritirata la patente. L’uomo ha spiegato di essersi affidato alle indicazioni sbagliate del navigatore.