ilTorinese

Maschile e femminile nel mondo del vino

Un pomeriggio di incontri al Circolo dei Lettori  a Torino lunedi 9 giugno alle 18 nella Sala Biblioteca all’insegna della cultura del vino, contraddistinti dalla presentazione del libro di Maria Luisa Alberico, giornalista, docente sommelier e membro del Comitato Direttivo del Centro PannunzioVino è Donna da baccante a sommelier” Edizioni Pedrini. In dialogo con l’autrice la giornalista Franca Giusti e l’editore, Ennio Pedrini.

Il libro è il risultato della personale riflessione dell’autrice sul mondo del vino al femminile, frutto di oltre un ventennio di esperienza professionale come presidente dell’Associazione Donna Sommelier Europa. Il saggio si interroga sul rapporto odierno tra la Donna e il Vino e si sofferma sulla spinta verso un ritorno tutto al femminile ad attività che coinvolgono la Natura ed in particolare proprio quelle attività che si ricollegano al vino. In questa nuova propensione le donne mettono in gioco componenti quali empatia, cura, accoglienza e consapevolezza del proprio autonomo impegno, doti che richiedono di essere esplorate alla luce di in un passato che trae le sue chiavi di lettura nell’antropologia e nel mito, tanto che, questa è la tesi, il vino è, in modo originale e speciale, arcaicamente/archetipicamente donna.

Nel saggio si intersecano aspetti storici, antropologici e mitologici in vista di una nuova “alleanza” dei generi,proprio attraverso il mondo del vino e a favore dell’ambiente, della Natura e dei suoi frutti.

E proprio il tema dell’incontro tra maschile e femminile sarà lo spunto per una conversazione a più voci con l’esperienza diretta di una coppia di produttori, Cristina Marchisio e Federico Signetti dell’azienda Vignevolute di Montà d’Alba che ripercorreranno la loro vicenda familiare quale esempio affermativo di nuova “alleanza” nel mondo affascinante del vino, della sua storia, del suo territorio.

Al termine dell’incontro brindisi con lo spumante Brut metodo classico “ Diecigiugno.

Il primo titolo degli estivi Herbalife è della Montebelluna Nuoto

Il primo titolo degli estivi Herbalife di nuoto artistico è della Montebelluna Nuoto che vince la finale dell’Acrobatico con 163.5863. Il team allenato da Giorgia Mazzariello, terzo dopo le eliminatorie, migliora la prestazione e conquista 82.8863 punti con gli elementi e 81.9000 per l’impressione artistica; con lei sul podio salgono Busto Nuoto secondo con 161.0575 e Sincro Seregno Insport terzo con 158.0475. Scivola, invece, al settimo posto la squadra della All Round Sport & Wellenes (151.1113) che il 19 luglio dello scorso anno a Roma vinceva con 168.1000 punti, seguita da Futura Club Prato e Sincro Seregno. Assenti giustificati gli azzuri della Nazionale maggiore che sono in partenza per Funchal, dove dal 2 al 5 giugno sono impegnati nei campionati europei di specialità.
Nella seconda giornata di gare si sono disputate anche le eliminatorie dei doppi. Nel mixed sono avanti gli azzurri della Rari Nantes Savona Gabriele Minak e Ginevra Marchetti, medaglia d’argento agli invernali il 15 marzo a Riccione (263.9638), dietro alla coppia campione d’Italia Ruggiero-Pelati, allenati dall’ex azzurra Simona Ricotta, bronzo con la squadra agli europei di Sheffield 1993, che guidano la classifica provvisioria con 261.558 (113.3080 e 153.0500). Nel duet femminile sono in testa le gemelle dell’Aurelia Nuoto Gaia e Giorgia Cupaioli, già campionesse d’Italia a marzo a Riccione quando vinsero il loro primo titolo nazionale assoluto con 247.0122 punti, allenate da Letizia Nuzzo e Roberta Farinelli e seguite per l’occasione anche da Valentina D’Alessio e Aldo Pantaleoni, che stamattina hanno ottenuto 242.5813 punti (138.5313 e 107.3500) con l’esercizio dal tema “Caduta e rinascita”. Sabato le finali.

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Foto LC Zone Fotografia&Comunicazione

Camminata per Gaza

Caro direttore,

l’assemblea cittadina aperta a studenti e lavoratori/trici della scuola, indetta da La scuola per la pace il 28 maggio a “Volere la luna”, raccogliendo la lettera aperta dei docenti del liceo scientifico G. Ferraris di Torino, ha avviato un percorso di sostegno alla lotta che il popolo palestinese sta conducendo per la libertà e la giustizia, una lotta di sopravvivenza contro il genocidio perpetrato da Israele.
Una prima tappa di questo percorso è la “camminata” che parte il prossimo 5 giugno alle 17 da piazza Castello a #Torino per raggiungere il parco del Valentino. Una camminata pacifica cui invitiamo tutte le componenti della comunità scolastica a partecipare con entusiasmo e con determinazione. Siamo infatti convinti di una cosa: la lotta a fianco dei palestinesi è una lotta fondamentale per affermare la giustizia, è una lotta che riguarda tutti/e e in prima persona chi vive la scuola.
La scelta che ci troviamo di fronte è in fondo molto semplice: stiamo dalla parte della violenza indiscriminata, genocidaria e colonialista oppure difendiamo i diritti democratici che faticosamente le generazioni che ci hanno preceduto dopo la seconda guerra mondiale hanno costruito e ci hanno lasciato in eredità? Tocca a ciascuno di noi scegliere da che parte stare della storia. Noi abbiamo deciso di camminare a fianco del popolo palestinese perché la loro causa è la nostra causa.
Ti aspettiamo il 5 giugno per camminare insieme.
LA SCUOLA PER LA PACE TORINO

Dott. Enrico Riggi: Tutto quello che c’è da sapere sugli Antiossidanti  

Iniziamo dalle basi: cosa sono esattamente gli antiossidanti?
“Gli antiossidanti combattono i radicali liberi (ROS) che sono i prodotti di scarto delle reazioni chimiche dell’organismo, si tratta di piccole particelle molto aggressive responsabili dell’ossidazione cellulare che è causa del nostro invecchiamento, più queste particelle aumentano maggiormente i nostri tessuti faticano. Come fare per sapere quale è il nostro grado di ossidazione? Molto semplice, sottoponendosi a due esami del sangue, il d-ROMs test che ci dice quanti radicali liberi abbiamo nel sangue e il BAP test che misura la capacità del nostro organismo di difendersi dai radicali liberi”.
Quali sono le principali fonti di antiossidanti?
“Tutti gli alimenti con polifenoli, frutta e verdura, soprattutto quelle colorate, frutti di bosco, melograno, pomodori, l’uva e poi il pesce, gli Omega 3, le noci. I radicali liberi cercano stabilità sottraendo elettroni ad altre molecole, danneggiandole. Gli antiossidanti reagiscono con reazioni chimiche di ossido riduzione “.
È vero che possono aiutare a prevenire alcune malattie?
“Certo, una dieta ricca di antiossidanti può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, Alzheimer e tante altre, praticamente tutte perché se un tessuto è ossidato si ammala più facilmente, esiste una predisposizione genetica per cui un organo è più debole di altri. Sfatiamo però il mito che possano essere tutti assunti solo con l’alimentazione; purtroppo la qualità del cibo non è quella di una volta ma soprattutto le dosi sono importanti, per assumere un grammo di vitamina C dovrei mangiare 12 arance, avremmo tutti la glicemia alle stelle ed è così che entrano in gioco gli integratori”.
Esistono rischi legati ad un eccesso di antiossidanti?
“Tutti gli antiossidanti presi in eccesso possono interferire con alcuni processi fisiologici e ossidare facendo quindi l’effetto contrario, andrebbero assunti a cicli di tre mesi se c’è una necessità dimostrata, per questo sarebbe bene sottoporsi ai test di cui parlavo prima”.
 Ci sono ricerche e studi promettenti in questo settore?
“Proprio la scorsa settimana sono stato ad un convegno a Barcellona dove si è molto discusso del nuovo Omega 11, dotato di un gran potere antinfiammatorio e antiossidante anche se preso a dosi minori rispetto agli altri antiossidanti. Interessante anche la ‘nutrigenomica’, vale a dire come gli alimenti influenzano l’espressione dei nostri geni”.
Esiste una relazione tra stress ossidativo e malattie croniche ?
“L’ossidazione fa partire le malattie croniche per le quali siamo più predisposti, per questo è importante assumere integratori validi, fra questi cito i fondamentali: la vitamina C, la D, la E, il resveratrolo, l’astaxantina, l’acido lipoico, il glutatione, gli Omega 3 ( antiossidanti indiretti) e il NAD per via endovenosa “.
Un discorso a parte meritano gli antiossidanti per il benessere del nostro cervello, come mantenerlo in salute?
“Prima di tutto consiglio di dormire bene e a sufficienza, di mangiare bene, no quindi ai cibi ultraprocessati, e di usare integratori come l’acido alfalipoico, la colina, la fosfatidilserina, la carnitina che permette l’ingresso di energia nelle cellule cerebrali, la carnosina che ci aiuta a ‘lavare’ il cervello da tutti gli zuccheri che vi si annidano e che sono tra i maggiori responsabili delle malattie neurodegenerative e infine il fattore BDNF per nutrire le nostre cellule cerebrali e promuoverne la crescita, una sorta di ‘fertilizzante’ per il cervello “.
Didia Bargnani

Match di beneficenza in memoria di Sandro Nibale

IN VIA GERMONIO A TORINO “RIVIVIAMO LA ZONA”
Sabato 21 giugno, il quartiere si riunisce per un evento speciale che ha l’obiettivo di riaccendere lo spirito di comunità e solidarietà: il Match di Beneficenza “Riviviamo la Zona”.
Gli ex giocatori della storica squadra Fulminea torneranno in campo per affrontare una squadra avversaria in un’amichevole carica di emozioni. Una serata all’insegna del ricordo, del divertimento e, soprattutto, della beneficenza.
Dopo la partita, ci sposteremo tutti insieme per condividere una cena in compagnia, un momento di festa e aggregazione per tutta la comunità.
Tutto il ricavato sarà devoluto alla Parrocchia Nostra Signora del Sacro Cuore, per sostenere attività e progetti a favore dei più bisognosi.
📅 Quando: Sabato 21 giugno, ore 18:00
📍 Dove: Campo della Fulminea, Via Germonio 31– Torino
🎗️ In memoria di Sandro Nibale
Per informazioni:
📞 Valentino Troisi – 349 5263186
📞 Denis Figliomeni – 347 6654798
Partecipate numerosi: un’occasione per fare del bene e sentirsi di nuovo squadra.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: La vergogna di Osimo: Moro, Valiani e Spadolini – Le famiglie di un tempo – 25 Aprile e 2 Giugno – Lettere

La vergogna di Osimo: Moro, Valiani e Spadolini
Nel 1975 il governo Moro – La Malfa , quello che ebbe, tra gli altri, come ministro dei beni culturali lo storico Spadolini (che sulla sua tomba volle scritta  con falsa modestia la  frase “Un Italiano”, la stessa che si legge sulla tomba di Mazzini), firmò alla chetichella l’infame trattato di Osimo che diede alla Jugoslavia de  iure un’ulteriore fetta di territorio italiano. Era ministro degli esteri Mariano Rumor, definito un untuoso  comunistello di sagrestia  di scuola dorotea, che si rivelò anche  fragile e inefficiente presidente del Consiglio.
Ad Osimo a trattare il governo mandò un oscuro funzionario del ministero dell’Industria. I triestini si sentirono traditi e dalla protesta nacque l’abbandono della Dc e la nascita della lista civica del “Melone” che ebbe la maggioranza dei voti ed espresse un sindaco. La Dc, che aveva perso il controllo della situazione, mandò a dirigere il “Piccolo”  di Trieste un vecchio partigiano giellista che  alla “Stampa” era rimasto per decenni  capo cronista ed ambiva a fare il direttore, Ferruccio Borio (di  cui fui amico) che  mi raccontò del suo invio a Trieste per “reprimere i conati fascisti e qualunquisti  attraverso una informazione corretta”. Traggo la citazione dal mio diario di allora. Già nel 1977, dopo i funerali di Carlo Casalegno quando  ci fermammo a prendere un caffè insieme, Borio  mi disse – da uomo onesto qual era – che il fascismo a Trieste non centrava nulla perché con Osimo la minoranza slava si sentì “padrona   della città”. L’avventura triestina di Borio doveva finire molto presto perché venne nominato direttore del “Lavoro” di Genova. Di cosa fu per davvero, cioè un cedimento vergognoso verso la Jugoslavia mi parlarono la poetessa esule da Zara Liana De Luca e lo storico antifascista Leo Valiani,  nato a Fiume, che mi  esortò ad agitare il problema delle foibe e dell’esodo, temi allora totalmente occultati dal conformismo degli storici comunisti e anche  democristiani. Moro, con il suo contorsionismo verbale con cui tento ‘ di portare i comunisti al governo, arrivò a definire con ipocrisia pretesca Osimo “una dolorosa rinuncia”. Certamente Spadolini per la prima volta ministro non aprì  bocca e una  volta quando cercai di chiedergli cosa pensasse di Osimo, durante una cena a due al ristorante Tiffany, cambiò subito discorso per ringraziare Giulio Einaudi che gli aveva mandato una bottiglia di dolcetto dei suoi poderi al tavolo. Continuò invece  il discorso con me, dicendomi che lui di solito non beveva, ma in questo caso non poteva non onorare il vino del presidente Einaudi; aggiunse che il dolcetto l’avrebbe fatto “dormire come un ghiro” nel vagone letto che lo avrebbe riportato a Roma. Ma su Osimo non pronunciò neppure una parola. Sarebbe diventato dopo poco tempo presidente del Consiglio, nominato da Pertini, notoriamente molto amico di Tito. Cosa mi disse Valiani, a sua volta diventato senatore a vita, del silenzio di Spadolini non lo rivelo anche se c’è memoria nei miei diari. Furono parole comunque molto aspre che non mi sarei mai aspettato. Fu un momento di ira, anche questa volta a cena all’allora notissimo ed apprezzatissimo da Leo, ristorante “Ferrero” tristemente chiuso da molti anni.
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Le famiglie di un tempo
80 anni fa i miei genitori si sposarono subito dopo la fine della guerra, il 26 maggio 1945 nella cappella del castello di Camerano Casasco . Io conservo le rose bianche raccolte in quella occasione. A celebrare le nozze fu il vescovo di Asti che risiedeva nella vicina villa San Giacinto sottostante al castello che aveva ospitato nell’800 Cesare Balbo, Silvio Pellico e Alessandro Manzoni.
Tra i testimoni il  mio futuro zio il barone Guglielmo Fusilli in divisa di capitano del “Nizza Cavalleria “ in alta uniforme  e il generale e scrittore Angelo Gatti. Una cerimonia semplice, adatte ai tempi, anche se mio nonno paterno volle un pranzo per il periodo davvero fuori ordinanza di cui conservo il menù.  A casa mia il 26 maggio  finché furono in vita i miei genitori, si fece ogni anno una gran festa con scambio di regali anche importanti. A volte indosso l’orologio con il cinturino d’oro che mia madre regalò  a mio padre in un anniversario. Fu un matrimonio riuscito: mia madre fu una donna virtuosa e fedele compagna di mio padre e mio padre seppe manifestare a lei tutta la dolcezza di cui era capace, anche se vissero momenti difficili. Mio nonno che era rimasto vedovo, venne ad abitare nella casa coniugale dei miei e mia madre raggiunse l’eroismo nel sopportare le sue  intemperanze autoritarie e libertine.  La nascita di due figli,sia pure a distanza di undici anni uno dall’altro, coronarono il matrimonio; scrivo dei miei genitori per indicare degli esempi anche educativi oggi molto difficili, anzi sicuramente giudicati superati. Ad esempio, mia madre mi segui’ quotidianamente negli studi fino al ginnasio e poi scelse per me come precettore lo   storico del Risorgimento  prof . Salvatore Foa che mi porto ‘ naturaliter agli studi che poi ho scelto.
Mio padre non si occupò dei miei studi , ma fu sempre presente nei momenti difficili. Quando dai Salesiani capitò che un educatore assistente, tale R.P. (pace all’anima sua) si fosse dimostrato particolarmente gentile con me, offrendomi un trattamento speciale con dolci e altri aiutini nei compiti di Quinta elementare, mio Padre capì subito di cosa si trattasse e con la sua autorevolezza pretese la cacciata dell’omosessuale, potenziale pedofilo, facendomi discorsi che sono rimasti scolpiti nella mia mente. Anche per questo non parteciperò mai ad un Pride a cui quest’anno ha aderito l’Ordine dei Medici. La vita dei miei  fu una vita esemplare, poche parole, ma tanti esempi di vita e di sacrificio per il loro prossimo, una moralità assoluta, una religiosità sentita, mai bigotta  e mai imposta, un amore profondo tra di loro e verso la famiglia. Mia madre che  proveniva da una agiata famiglia di imprenditori (mio nonno materno era stato nominato cavaliere del lavoro su proposta di Giolitti con cui era in stretti rapporti), attinse sempre al  suo patrimonio  personale per provvedere all’educazione dei figli. Fu per lei un piccolo trauma quando si vide declassata sulla carta d’identità post bellica  da “agiata” a “casalinga”, occupazione a cui non si dedicò mai, pur seguendo  con grande gusto la casa, il suo arredamento, i ninnoli  e ogni particolare con grande attenzione. Quando i miei andavano, dopo il mare a Bordighera, a Saint – Vincent per qualche giorno di vacanza mio padre non mancava mai di  dirmi che avrei dovuto in futuro  astenermi al gioco d’azzardo che poteva rovinare le famiglie.
L’hotel Billia dove scendevamo, era allora sede del Casinò, un luogo che lui  aborriva anche in Francia. Aveva visto un suo inquilino rovinarsi, malgrado il suo aiuto umano che consentì al poveretto  di mantenere un tetto. Mio padre mi diede un grande, ultimo  esempio di vita quando con la febbre alta (a causa della malattia che dopo ricoveri vari lo condusse alla morte dopo un calvario molto lungo) volle alzarsi dal letto per ultimare un lavoro che doveva consegnare. Questa era la sua tempra, rivelata in pace e in guerra, dove volle restare soldato, ma non volle essere partigiano perché le stellette, secondo lui , non lo consentivano.  Alzarsi dal letto e finire un lavoro avviato fu un grande insegnamento di stoicismo cristiano. Una volta mi citò Benedetto Croce che aveva conosciuto a Napoli e a Torino  e mi disse: “Non bisogna lasciarsi sedurre totalmente  dalla democrazia perché a volte è nemica della libertà,  dal moralismo nella politica, dall’umanitarismo demagogico, dall’internazionalismo che nega le patrie, dalla importanza che viene data alla gente comune”. Sono parole molto esplicite che fecero di Croce e di mio Padre dei conservatori. Mio padre, ancora in servizio, nel 1961, centenario del Regno e dell’Unità d’Italia, volle portarmi dal re Umberto II che di mia iniziativa incontrai più volte. Oggi una coppia  come quella dei miei genitori forse sarebbe cosa molto  rara, ma forse, secondo altre modalità, esistono coppie ancora oggi che non  seguono gli schemi di una società scristianizzata  priva di  valori anche laici , in cui l’edonismo fa  collezionare  amorazzi passeggeri e privi di ogni dimensione famigliare, una società dove esistono solo diritti e nessun doveri. All’età di 7 anni mio padre mi regalò copia dei “Doveri “ di Mazzini che nel 2022 pubblicai con Pedrini. Per i miei genitori la famiglia era sacra ed era una società naturale tra uomo e donna. Vissero con fastidio i primi vagiti di impostazioni ideologiche  che ritenevano  contro natura. Così la mia vita fu modulata su quegli esempi e su quelle idee , anche se  io non fui mai alla loro altezza .Ovviamente feci anche molte scelte che si discostarono dalle scelte dei miei famigliari. Quando fui candidato alle comunali , mio padre mi votò , malgrado detestasse la parte politica per cui fui candidato. Non disse nulla, ma il giorno dopo mi disse di avermi votato, criticando solo le mie ambizioni e il mio opportunismo,  tanto lontani dal nume famigliare Marcello Soleri.
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25 Aprile e 2 Giugno
Il 25 aprile ricorda la fine di una guerra terribile e la Liberazione. Ancora oggi è una data purtroppo  divisiva. Il 2 giugno che ricorda il referendum del 1946 tra Monarchia e Repubblica  e fu per alcuni anni una data altrettanto divisiva perché i monarchici in Italia furono oltre dieci milioni e l’esistenza di un partito monarchico (il PNM , perché gli altri furono partitini) portò necessariamente a tenere conto che le ragioni della Monarchia non potevano essere ignorate.
Così fecero i primi presidenti De Nicola ed Einaudi, ambedue monarchici come Croce. Il Re Umberto II partì  per l’esilio per evitare una guerra civile. Un atto che va ricordato come una gloria del suo breve Regno. Poi con la fine del partito monarchico, la morte inevitabile degli elettori monarchici del ‘46 e la inadeguatezza rispetto ad Umberto II dei suoi eredi hanno fatto sì  che la data divisiva sia diventata data unificante tra gli Italiani. A raggiungere questo obiettivo è stato decisivo Il presidente Ciampi, anticipato da Cossiga. Il 25 aprile una parte di Italiani, soprattutto del Sud ,dove non ci fu la guerra civile, lo sente estraneo. Molti giovani non sentono affatto nessuna delle due date.
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Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
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La fascia tricolore
Cosa pensa di Giuliano Amato che difende la sindaca di Merano che si è tolta la fascia tricolore ? A me sembra assurdo.  Anna Ferreri
Sono amico di Amato che so essere uomo di grande intelligenza . Mi stupisco che abbia definito “maschilismo“ il naturale passaggio della fascia tricolore dall’ex sindaco alla nuova sindaca. Così si fa da sempre. Forse Amato è mai stato consigliere comunale perchè subito  venne chiamato da Craxi come  parlamentare e ministro. Una piccola svista a cui il solo “Corriere” ha dedicato una notiziola di poche righe.
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Il vitalizio
L’ex governatore veneto ed ex ministro dei Beni Culturali Galan chiede di ripristinargli il vitalizio perché “privo di reddito”. La Regione Veneto  gli dice no. Lei cosa ne pensa?  Le colpe di Galan sono pesanti e accertate.  Luigi Lunardon
Mi dispiace che Galan non abbia redditi, ma i redditi, a mio modo di vedere, si producono anche e soprattutto con  il lavoro. Non voglio infierire, anche se le motivazioni delle condanne all’ex presidente Galan sono pesanti. Il vitalizio l’hanno  ridato all’ex presidente Formigoni, anche lui pluricondannato. Ricordo un episodio  curioso di quando era ministro: mi fissò un colloquio al ministero e, mentre stavo arrivando in Freccia Rossa a Roma, mi fece telefonare che il ministro aveva assunto un altro impegno e non poteva ricevermi . Non ne feci una tragedia e andai a cena  “Da Armando al Pantheon” dove verso le 22 entrò il ministro che mi “ricevette” mentre stava per mettersi a tavola con degli amici.

Adolescente in crisi d’astinenza da smartphone ricoverato al pronto soccorso

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Il caso registrato all’ospedale San Luigi di Orbassano  desta particolare preoccupazione: un adolescente è stato ricoverato in osservazione per una crisi d’astinenza. Non da droghe o alcol, ma da smartphone.

Un episodio che potrebbe sembrare estremo, ma che in realtà rappresenta il segnale reale di un malessere sempre più diffuso in una generazione iperconnessa, spesso lasciata sola di fronte al potere invasivo del digitale.

«Quando è arrivato in pronto soccorso, mostrava gli stessi sintomi di una crisi d’astinenza da sostanze psicoattive. Ma in questo caso, l’oggetto della dipendenza era il cellulare», ha spiegato al Corriere della Sera il professor Gianluca Rosso, medico chirurgo e psichiatra, docente al Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino.

Il giovane, accompagnato dai genitori, era in uno stato di forte agitazione psicomotoria. Panico, tremori e perdita di controllo hanno fatto scattare l’allarme tra i sanitari, evidenziando un quadro clinico tipico delle dipendenze patologiche.

La Regione collauda la telemedicina: “Nuova piattaforma a fine 2025”

Il Piemonte è tra le prime Regioni d’Italia a collaudare l’Infrastruttura Regionale di Telemedicina (IRT) per la realizzazione dei servizi di telemedicina

L’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha ricordato che «come annunciato a fine 2024 entro il primo semestre di quest’anno è partito il collaudo dell’IRT, che permetterà alle Aziende Sanitarie Regionali, per la fine dell’anno, di avviare i servizi di telemedicina sulla nuova piattaforma». Si tratta di un’importante evoluzione per il sistema sanitario piemontese, che mira a migliorare l’efficienza e la capillarità dei servizi grazie a strumenti tecnologici all’avanguardia. «Un passo importante verso l’innovazione e l’ammodernamento della sanità piemontese – ha proseguito Riboldi – e che permetterà di realizzare una rete capillare e moderna a disposizione dei professionisti sanitari e, di conseguenza, ai cittadini piemontesi, soprattutto quelli che abitano nelle zone più isolate della nostra Regione. La telemedicina deve diventare un pilastro della medicina territoriale e l’IRT va esattamente in questo senso, per raggiungere i cittadini direttamente nelle proprie abitazioni».

L’Infrastruttura Regionale di Telemedicina è progettata per offrire servizi fondamentali come televisita, teleconsulto, teleassistenza e telemonitoraggio di livello 1 e 2, oltre a prevedere attività di supporto, aggiornamento e manutenzione della stessa infrastruttura. Il tutto sarà possibile grazie ai fondi del PNRR, che destinano al Piemonte quasi 39 milioni di euro esclusivamente per lo sviluppo della telemedicina.

Il collaudo dell’IRT, coordinato da Simona Iaropoli in qualità di Responsabile Unico del Progetto, si è concluso positivamente entro le scadenze previste. L’attività ha coinvolto il Gruppo Regionale di Telemedicina, un team multidisciplinare composto da professionisti della sanità piemontese, chiamati a valutare complessivamente l’impatto e le funzionalità di questa innovativa infrastruttura.

«Per il collaudo – ha spiegato il direttore generale di Azienda Zero, Adriano Leli – è stata individuata quale azienda pilota il Mauriziano, dove si sono svolti i test dei modelli di avvio di Televisita e Teleassistenza, primi tasselli dei servizi minimi di Telemedicina e che, per mezzo della tecnologia dell’IRT, consentono ai professionisti sanitari di espandere il perimetro dell’assistenza raggiungendo gli assistiti più fragili e con patologie croniche».

Pinocchio! al Torino Fringe Festival

Domenica 1 giugno, ore 17

CineTeatro Baretti, via Baretti 4, Torino

 

 

Per Igor Sibaldi le avventure di un burattino sono un romanzo teologico

 

 

Per l’ultimo appuntamento della XIII edizione del Torino Fringe Festival 2025, Igor Sibaldi con Pinocchio! racconta un Collodi sorprendente perché le sue Avventure di un burattino sono un romanzo teologico. La storia di un essere misterioso che vuole diventare un bambino, nella casa di un falegname chiamato Giuseppe, per gli amici Geppetto. Un’incarnazione, un sequel dei Vangeli, con morte e resurrezione, ma anche con la Qabbalah, l’iniziazione egizia e la mistica ebraica.

 

Igor Sibaldi è scrittore, studioso di teologia e storia delle religioni. Narra argomenti di teologia, mitologia, psicologia, filosofia, storia della letteratura, Qabbalah. Conduce seminari e conferenze in tutto il mondo. Tra i suoi libri più celebri: la trilogia de I Maestri InvisibiliLibro degli Angeli e Il codice segreto del Vangelo. Ha scritto e messo in scena alcuni testi teatrali: Francesco e i burattiniDionisoElogio dell’impossibile. Negli anni Novanta, ha tradotto Guerra e pace e molte altre opere di Tolstòj.

Info:

Domenica 1 giugno, ore 17-19

CineTeatro Baretti, via Giuseppe Baretti 4, Torino

Pinocchio!

Igor Sibaldi

Costo: 20 euro

Posti limitati

Prenotazione online su www.tofringe.it

La Procura ricorre contro Alex Cotoia: “Ha aggredito il padre deliberatamente”

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La Procura Generale di Torino ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza con cui la Corte d’Assise ha assolto Alex Pompa – Cotoia per legittima difesa nel secondo processo a suo carico. Il giovane di Collegno era stato prosciolto dall’accusa di omicidio per la morte del padre, Giuseppe Pompa, 52 anni, avvenuta la sera del 30 aprile 2020 nell’abitazione di famiglia in via De Amicis. L’uomo morì intorno alle 23, colpito da 34 coltellate.

All’epoca dei fatti, Alex aveva 18 anni. Secondo quanto raccontato dal ragazzo, quella sera nell’appartamento si consumò l’ennesimo episodio di violenza domestica: il padre avrebbe aggredito verbalmente e fisicamente la madre, Maria Cotoia.

La Corte d’Appello aveva confermato l’assoluzione, riconoscendo la legittima difesa. Tuttavia, la Procura contesta questa ricostruzione: secondo gli inquirenti, sulla scena del crimine non ci sarebbero segni evidenti di colluttazione, né il corpo della vittima presenterebbe ferite da difesa. Elementi che, secondo l’accusa, potrebbero indicare un’aggressione deliberata e non una reazione istintiva a un pericolo imminente.