ilTorinese

Sonego e Vavassori incrociano le racchette con grandi e piccoli in centro a Torino

Ieri in pieno centro a Torino è stato allestito un mini campo da tennis dove si sono esibiti Lorenzo Sonego e Andrea Vavassori, doppisti che quest’anno hanno vinto alcuni tornei. I due tennisti hanno giocato con bambini e adulti per circa tre ore e a conclusione dell’evento si sono intrattenuti con l’assessore allo sport Domenico Carretta.

Marco Aceto

Suonala ancora, Sam!  Grandi canzoni dai film di culto con Marco Nieloud Ensemble

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

 

Mercoledì 16 novembre, ore 21.30

 

 

 

“Suonala ancora, Sam!” è il concerto in prima assoluta del Marco Nieloud Ensemble con Marco Nieloud, Michele Patti, Gianmaria Nieloud, Michele Millesimo, delle canzoni più famose dei film di culto per un viaggio alla scoperta dei brani “nascosti” nei film. Con canzoni, tra gli altri, di Paul Simon, Stevie Wonder, Elton John, Chuck Berry, Paolo Conte, Neil Diamond.

 

Ora di inizio concerto: 21,30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

 

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

 

INFO PER LA STAMPA

Ufficio stampa Osteria Rabezzana, Simona Savoldi

Tel: 339.6598721 – E-mail: press@osteriarabezzana.it

Il populismo c’è ancora. Purtroppo

Pensavamo che la malapianta del populismo fosse ormai arrivata al capolinea.

Invece non è così. Qualcuno si era illuso del voto del 25 settembre. Ovvero, essendosi più che dimezzati i consensi dei 5 stelle rispetto alle lezioni del 2018, molti pensavano che la deriva populista, qualunquista e demagogica ritornasse ad essere marginale. Invece, appunto, era solo una illusione. Il populismo, invece, è ancora presente, radicato e addirittura in crescita. Lo dicono i sondaggi ma, soprattutto, si trova la conferma negli orientamenti della pubblica opinione. E l’ultima manifestazione pacifista di Roma lo ha persin platealmente confermato. Certo, non ci sono più gli insulti triviali e squallidi del passato ma il verbo populista viene declinato in modo ancora più pericoloso. Perchè adesso sappiamo come si manifesta concretamente riproponendo, del resto, tutti i tasselli che caratterizzano questa malapianta politica, culturale ed etica.
E cioè, il populismo non ha una cultura politica. Non ha una connotazione nè di destra, nè di sinistra e nè di centro. Non a caso, oggi i 5 stelle hanno scoperto di essere una “sinistra per caso”, avendo sposato un impianto seccamente assistenzialista e pauperista. Non avendo una cultura politica definita e chiara – questo è l’aspetto decisivo di ogni populismo – anche nella politica estera possono assumere decisioni originali e disinvolte. E, ad esempio, dopo aver condiviso e votato convintamente tutti gli atti parlamentari finalizzati ad aiutare concretamente il popolo ucraino, adesso riscoprono una forte venatura pacifista. Senza battere ciglio, come ovvio e scontato. Senza alcuna discussione e senza alcun approfondimento politico. Ovvero, una politica estera “à la carte”. Per non parlare delle alleanze e della costruzione delle varie coalizioni. E questo sia per il livello locale e regionale e sia per quello nazionale. Tutto è reversibile e tutto è mobile. E qui interviene un altro tassello fondamentale del populismo: ovvero la prassi trasformistica come criterio di fondo per ogni scelta politica inerente, ad esempio, la definizione delle alleanze. E anche su questo versante è appena sufficiente prendere atto del comportamento concreto che il partito di Conte e di Grillo hanno mantenuto nella scorsa legislatura. Appunto, a destra come a sinistra e con i tecnocrati non c’è alcuna differenza politica, culturale e programmatica. Le alleanze, cioè, sono intercambiabili e prive di alcuna valenza politica.
Gli esempi si potrebbero moltiplicare ma è del tutto inutile per rendere l’idea. Il populismo, cioè, vive come prima e forse più di prima. Quello che conta rilevare è che esiste un massiccio segmento di opinione pubblica che condivide una prassi politica che mina alla radice la qualità della nostra democrazia, la credibilità delle istituzioni democratiche e l’efficacia della stessa azione di governo. Una prassi e un metodo che confliggono con la democrazia dei partiti, con il valore delle culture politiche, con la qualità e l’autorevolezza della classe dirigente e con un minimo di coerenza e di lungimiranza della politica. Cioè, tutto si può fare e tutto si può negare. Anche nell’arco di pochi giorni.
Ora, di fronte ad un fenomeno del genere – appunto, il populismo demagogico, qualunquista e anti politico – è quantomai necessario emarginare politicamente questa malapianta. Purtroppo, si deve prendere atto, e per l’ennesima volta, che la sinistra storica italiana, ossia il Pd, continua a vedere in questo partito populista l’alleato decisivo e strategico per costruire una prospettiva politica progressista nel nostro paese. Le motivazioni di questa scelta politica restano misteriose – se non prendere atto che c’è una comune condivisione politica e valoriale tra i due partiti – ma sono sul tappeto. E, di fronte a questo scenario, ogni sincero democratico ha il compito e il dovere di isolare questa deriva populista, trasformista e profondamente diseducativa sotto il profilo politico e culturale. E questo perchè il populismo non può continuare a condizionare in modo decisivo il futuro del sistema politico italiano. Per il bene della nostra comune convivenza democratica.

Giorgio Merlo

Comitato Dora Spina tre: “No alla gestione privatistica dei parchi”

Caro direttore,

il Comitato Dora Spina Tre, attivo in zona dal 2004, spiega perché è contrario ad una gestione privatistica dei grandi parchi cittadini, così come richiesto nella mozione presentata in Commissione comunale il 19/09/2022 e in via di discussione e approvazione in Consiglio comunale.

La lettera è stata inviata il 21 ottobre ai vari livelli istituzionali ma non ha ancora ricevuto al momento alcuna risposta, evidentemente per le Istituzioni locali non sempre vale la buona educazione di rispondere alle istanze presentate, soprattutto quando sono in contrasto con le proprie politiche.

Nello specifico del Parco Dora di Spina 3, territorio su cui opera il nostro Comitato, ci troviamo di fronte ad una proposta che assegnerebbe ad un soggetto terzo tutta la gestione del Parco, a partire dalle manutenzioni. Una sorta di Ente Parco che gestirebbe in proprio il Parco, facendosi anche dare risorse dal Comune, ma che poi deciderebbe in autonomia su qualsiasi argomento, con la definitiva “messa a reddito” del Parco Dora, che da servizio per i cittadini si trasformerebbe in luogo per lo svolgimento di grandi iniziative simil-culturali, di cui il Kappa Futur Festival e Terra Madre sono stati i primi emblematici esempi. Un parco pubblico chiuso per settimane all’utilizzo dei cittadini per potervi svolgere manifestazioni di grande richiamo, e sicuramente di grande ritorno economico per gli organizzatori. In cambio di cosa: una manutenzione dei prati (ma dopo le manifestazioni l’erba ci mette mesi prima di ricrescere…), qualche canestro, gabinetto e magari qualche panchina in più, utilizzabili nei periodi, che con la privatizzazione saranno inevitabilmente sempre più rari, in cui il Parco sarà aperto alla cittadinanza. Il tutto viene motivato con la carenza di risorse per la manutenzione dei grandi parchi. Intanto si regalano ad organizzazioni con introiti milionari le aree con riduzioni enormi della tassa di suolo pubblico, se non addirittura con la gratuità. Sarebbe senz’altro preferibile (anzi, doveroso) che si facesse pagare il dovuto a chi organizza eventi invece di regalare i nostri parchi, e in specifico il Parco Dora, ai privati.

Non vorremmo doverci trovare un giorno a pagare un biglietto di ingresso anche solo per l’utilizzo del parco, delle aree verdi e delle panchine!

Torino, 11 novembre 2022

COMITATO DORA SPINA TRE
comitatodoraspina3@tiscali.it
www.comitatodoraspina3.it

Circoscrizione 7, Fdi: “Trovare una soluzione per i senza fissa dimora”

Marrone-Alessi FDI:”Siamo lieti che sia bastato un sopralluogo all’accampamento in via Varese per far sì che dalla Circoscrizione 7 arrivasse un interessamento che fino ad ora non si era visto”

A dichiararlo sono la capogruppo di Fdi in Circoscrizione 7 Patrizia Alessi e l’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, che proseguono: “È inaccettabile che Circoscrizione e Comune di Torino continuino ad ignorare un fenomeno, come quello degli accampamenti abusivi nei giardini pubblici, che dovrebbe essere risolto accompagnando queste persone in un percorso di inserimento e recupero sociale.

Fino ad ora la Circoscrizione a guida centrosinistra ha bocciato le interpellanze di Fdi che chiedevano interventi e decoro, adesso ci auguriamo che, partendo dal tavolo per i senza fissa dimora in Prefettura, si possa trovare una soluzione ad un fenomeno che rischia di aggravarsi con l’arrivo dell’inverno. Le istanze del territorio devono trovare riscontri da parte del tavolo. È finito il tempo delle chiacchiere, ora servono interventi concreti per dare una risposta ai cittadini”

Guida in stato di ebbrezza: ecco cosa si rischia

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Ogni anno in Italia si registrano percentuali sempre più alte di incidenti dovute a comportamenti alla guida non consoni o al limite. I casi più drammatici, che coinvolgono spesso giovani ma non solo, sono quelli relativi a sinistri causati da persone in stato di ebrezza o, in certe circostanze, anche sotto effetto di stupefacenti. Mettersi alla guida in stato di alterazione, alcolica o da droghe, infatti, non solo è un pericolo per noi, ma anche e soprattutto per gli altri. Oltre a essere, come ovvio, un pericolo per l’incolumità fisica, anche quella economica però non è da sottovalutare.
Da anni, infatti, il codice della strada (collegato a quello penale), prevede multe salatissime nel caso in cui si venisse trovati alla guida in condizioni non consone. Non è un caso, infatti, che in situazioni di incidenti stradali più o meno drammatici, uno dei primi accertamenti sul guidatore è l’alcol test o quello sulle sostanze stupefacenti. Guidare sotto effetto di sostanze che alterano riflessi e movimenti, infatti, è severamente vietato dalla legge italiana e non solo.
Nello specifico, infatti, guidare dopo aver bevuto o assunto droghe, provoca un calo della lucidità e della concezione del pericolo. Chi guida in queste condizioni, infatti, il più delle volte non si rende conto di manovre azzardate, ostacoli o, nei casi più drammatici, delle persone per strada. Nascono da queste circostanze, infatti, tragici incidenti che il più delle volte provocano sangue sulle strade italiane, soprattutto nella notte e nei weekend.
La legge parla però chiaro. Il codice della strada infatti non fa sconti a chi viene trovato alla guida in stato di ebrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti. Nello specifico, agli articoli 186 e 186bis del codice vengono puniti in modo severo tutti coloro che guidano sotto l’influenza dell’alcol. La legge individua tre soglie di tasso alcolemico (TA), cioè di quantità di alcol nel sangue, individuando, dunque, quattro possibili situazioni: TA fino a 0,5 grammi di alcol per litro di sangue; TA superiore a 0,5 g/l ma non superiore a 0,8 g/l; TA superiore a 0,8 g/l ma non superiore a 1,5 g/l; TA superiore a 1,5 g/l.
Nei primi due casi, la violazione della norma è punita con una sanzione amministrativa, nelle altre due situazioni, invece, si tratta di un reato, giudicato da un tribunale in composizione monocratica, che prevede, tra l’altro, anche la misura dell’arresto.
La stessa legge, poi, considera alcune variabili al contorno per modulare pene e sanzioni in base alla categoria del conducente (professionale, minore di 21 anni, neopatentato), il tipo di veicolo guidato (auto, ciclomotori, motocicli, motoveicoli) e se si è provocato o meno incidenti.
Con un tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 g/l, in particolare, si rischia una sanzione che va da 800 a 3.200 euro, più la sanzione accessoria, sul piano penale, fino a sei mesi di reclusione. Vi si aggiunge anche una sospensione della patente da sei mesi a un anno.
Per un tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 g/l la sanzione pecuniaria va dai 500 a 2.000 euro, con reclusione da tre ai sei mesi come sanzione eventuale.
Nel caso peggiore, quello che supera il tasso di 1,5 g/l scatta invece l’arresto fino a un anno di reclusione, il ritiro patente fino a due anni e una sanzione pecuniaria di 6.000 euro.
Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

 

Atp Tennis, da Gerla un cioccolatino speciale

Torino è in fermento per il ritorno del grande tennis delle Nitto ATP Finals, l’evento che anima la città accogliendo turisti e appassionati da tutto il mondo.

Gerla 1927, storica pasticceria di Torino, si unisce ai festeggiamenti con un dolce tributo in limited edition: una box di cioccolatini gourmet creati dall’Executive Pastry Chef Evi Polliotto.

Due diverse tipologie di cioccolatini dai sapori avvolgenti e i colori che richiamano quelli delle ATP:  cioccolato al latte con cuore di caramello a base di frutto della passione e cioccolato bianco con cuore di caramello a base di cassis (una varietà di ribes nero selvatico), due varianti originali e golose caratterizzate da una punta di acidità che le rende uniche e stuzzicanti.

Un dolce regalo o una coccola da concedersi che celebra lo sport e la tradizione dolciaria sabauda, i cioccolatini ATP Finals Limited Edition sono realizzati artigianalmente nei laboratori torinesi di Gerla 1927 e acquistabili in tutti i locali del gruppo.

www.gerla1927.com

 

Ritornano a Torino le ATP Finals, anche allo Sporting

Dal  13 al 20 novembre prossimi

 

A novembre allo Sporting tornano i campioni in occasione delle ATP Finals. Oltre a Djokovic quest’anno il Circolo della Stampa ospiterà nelle sue strutture anche il mitico Nadal.

Essere training center delle Nitto Atp Finals per il Circolo della Stampa rappresenta un momento di grande prestigio, oltre che un dovere morale per la città. Già ai tempi della candidatura il Comune e la Federazione Italiana Tennis indicarono lo Sporting quale sede degli allenamenti.

Oltre al prestigio e al ruolo sociale ricordato, il beneficio principale rappresenterà 1.5 milioni di euro certificati, in arrivo alle casse dello Sporting da parte della Federazione, Ministero dei Beni Culturali e sponsor istituzionali, tra cui Intesa Sanpaolo.

Il Comitato di Presidenza e il Consiglio direttivo sono stati in grado di rinnovare le strutture grazie a queste risorse. Entro la fine dell’anno si aggiungerà un parcheggio di 30 posti con entrata in via San Marino.

Le Nitto ATP Finals tornano così a Torino dopo la prima edizione dello scorso anno e si svolgeranno al Pala Alpitour dal 13 al 20 novembre prossimo.

Si tratta del più importante torneo di fine stagione nel tennis maschile, che vede ogni anno partecipare i migliori otto giocatori e le migliori otto coppie di gioco.

Durante tutto l’anno i giocatori competono per conquistare i punti Fed EX ATP Rankings, nel tentativo di guadagnare uno degli otto amatissimi posti, vincendo il titolo più prestigioso a livello indoor.Il torneo delle Apt Finals è iniziato quaranta anni fa nel 1970,quando a Tokyo si svolse il primo Masters. Dal 2000 l’evento èstato ospitato in varie città, tra cui Lisbona, Sydney e Shanghai.

Dal 2009 al 2020 si è, invece, svolto a Londra, per approdare a Torino dove rimarrà per ben altri quattro anni.

MARA MARTELLOTTA

Addio al re degli spumanti, è morto Vittorio Vallarino Gancia

Il mondo dell’imprenditoria vitivinicola astigiana e piemontese è in lutto  per la morte, a 90 anni,  di Vittorio Vallarino Gancia. L’imprenditore  ha guidato per decenni  la Gancia, fondata dal suo bisnonno nel 1850. Il suo nome entrò nelle cronache e nella storia degli anni di piombo perché nel 1975 fu rapito dalle Brigate Rosse e poi venne liberato. La data dei funerali non è ancora stata decisa.

Piazze, larghi e rondò. Un viaggio nel tempo e nella storia di Torino

Dopo la première al Salone internazionale del libro 2022 e, nell’ambito di Portici di Carta, dopo la presentazione alle Gallerie d’Italia di piazza San Carlo, è finalmente disponibile nelle librerie e negli store online “Piazze, larghi e rondò.

Un viaggio nel tempo e nella storia di Torino” (Ed. Graphot) nel quale l’autore Giuliano Vergnasco ripercorre la storia e lo sviluppo della città tramite le piazze, da quelle storiche del centro a quelle dei quartieri più periferici legando ad esse immagini  storie e personaggi.

“Piazze, larghi e rondò. Un viaggio nel tempo e nella storia di Torino” con le sue 350 pagine e le oltre 500 immagini si propone come la strenna natalizia del 2022 per gli appassionati della storia cittadina.

 

L’autore: Giuliano Vergnasco nato il 10 marzo 1967 a due passi da Piazza Statuto, è da sempre appassionato di storia, in particolare quella di Torino. Collezionista di libri, guide, cartine e fotografie della città. Gestisce il blog “Like a killer in the sun”, nel quale parla di politica, attualità, sport, cucina e di libri. Autore del podcast “Torino tra storia e trasformazioni” nel quale in brevi pillole racconta la città. Ha pubblicato con Loredana Cella “Piazza Statuto e Porta Susa” (Graphot, 2012) e ha partecipato alle raccolte di racconti “Barriera stories” (Graphot, 2021) e “A Torino Centro” (Edizioni della Sera, 2022).