ilTorinese

Un San Valentino speciale alle Gallerie d’Italia

 

Venerdì 14 febbraio alle Gallerie d’Italia di Torino, Milano, Vicenza e Napoli e alla Casa Museo Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo, in occasione di San Valentino, vi sarà una speciale promozione di ingresso ridotto 2×1per visitare le collezioni permanenti e le mostre.

Alle Gallerie d’Italia di Torino è in corso la mostra dal titolo “Mitch Epstein. American nature”, la più importante retrospettiva del fotografo americano. L’esposizione, curata da Brian Wallis, presenta per la prima volta riunite le serie fotografiche più significative degli ultimi vent’anni, nelle quali il fotografo esplora i conflitti tra la società americana e la natura selvaggia nel contesto del cambiamento climatico globale.

Venerdì 14 febbraio, dalle 17 alle 18, si terrà la visita guidata San Valentino, una visita speciale tra le collezioni permanenti, attraverso le Sale del piano Nobile e dell’archivio Publifoto , dove pennello e obiettivo fotografico ritraggono le vicende amorose che hanno contraddistinto la storia dei loro protagonisti , celebrando l’universalità di un sentimento che sfida lo scorrere del tempo.

Il costo, escluso il biglietto, è di 5 euro a persona, prenotazione obbligatoria alla mail torino@gallerieditalia.com

 

Mara Martellotta

Molinette, Nursing Up: “Ristrutturazione positiva ma con strategia del personale”

«La ristrutturazione del Pronto Soccorso delle Molinette è una notizia positiva, ma senza una strategia chiara per la gestione del personale e della continuità assistenziale rischia di trasformarsi in un altro pasticcio come quello del CTO», dichiara Claudio Delli Carri, Segretario Regionale del Nursing Up.

L’esempio del Pronto Soccorso del CTO è emblematico: l’area dedicata ai piccoli traumi è stata ristrutturata, ma le attività sono state spostate in un corridoio e sono ancora lì perché i locali nuovi non sono utilizzabili per mancanza di personale. Servirebbero almeno cinque infermieri e un OSS per rendere operativa la nuova ala, ma senza queste risorse l’intera ristrutturazione è di fatto inutile.

Ancora più seria è la questione della telemetria, una tecnologia avanzata presente nella nuova struttura che permetterebbe di monitorare i pazienti in tempo reale da un’unica postazione, ottimizzando il lavoro degli operatori. Ma senza il trasferimento nella nuova ala, la telemetria non può essere utilizzata. Questo significa che gli infermieri devono ancora monitorare i pazienti manualmente, spostandosi di letto in letto, con un enorme spreco di tempo ed energie.

«Il CTO è diventato una cattedrale nel deserto: una ristrutturazione pensata solo dal punto di vista edilizio, senza un piano per il personale. E ora ci troviamo con una struttura nuova e inutilizzabile», denuncia Delli Carri.

Il Pronto Soccorso delle Molinette è ospitato in un edificio di oltre 100 anni, progettato per esigenze sanitarie di un’altra epoca. Questo significa che qualunque intervento creerà enormi difficoltà logistiche. Il piano della Regione prevede una ristrutturazione in tre fasi, ma questa suddivisione rischia di essere impraticabile in un contesto già congestionato. Chiudere intere aree per il cantiere significherebbe ridurre ulteriormente gli spazi, in un ospedale dove il sovraffollamento è già insostenibile.

Non si può ignorare che l’80% degli accessi al Pronto Soccorso delle Molinette avviene con mezzi propri. Questo significa che la maggior parte dei pazienti non può essere facilmente dirottata verso altri ospedali, a meno di non generare un effetto domino che metterebbe in crisi l’intero sistema di emergenza-urgenza della città.

Se la ristrutturazione delle Molinette non sarà affiancata da un piano chiaro per garantire la continuità operativa e per il potenziamento del personale, si rischia di ripetere lo stesso errore fatto con il CTO: un ospedale con aree nuove ma inutilizzabili perché mancano infermieri e operatori per gestirle.

«Non possiamo permetterci un altro progetto nato solo sulla carta, senza un vero piano per chi dovrà garantire l’assistenza», avverte Delli Carri.

Il Nursing Up chiede un confronto immediato con l’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, Regione Piemonte e Azienda Zero per discutere un piano concreto che garantisca la continuità dei servizi durante i lavori e che preveda un reale potenziamento dell’organico.

«Siamo stanchi di vedere ospedali ristrutturati che poi non possono funzionare per mancanza di personale. Prima di pensare ai cantieri, bisogna pensare a chi ogni giorno lavora in quei reparti. Solo così possiamo evitare di costruire l’ennesimo castello di carte destinato a crollare», conclude Delli Carri.

c s

Progetto mesotelioma, incontro con l’assessore Riboldi

 «Per i pazienti casalesi affetti da mesotelioma un percorso di diagnosi e cura di elevata qualità grazie alla collaborazione di tutti gli attori coinvolti»

«L’ospedale di Casale Monferrato al centro del Progetto Mesotelioma per un percorso di diagnosi e cura di elevata qualità che vede in campo la dottoressa Federico Grosso e la professoressa Irma Dianzani con il Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione (DAIRI), l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Alessandria, UPO, l’ASL AL, la Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta, Azienda Zero, il Centro Regionale Amianto e AfeVA. Con un approccio di condivisione e confronto si punta, insieme ai Medici di Medicina Generale e ai professionisti sanitari del presidio ospedaliero di Casale Monferrato, al miglioramento nella gestione del percorso dei pazienti».

Queste le parole dell’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi a margine dell’incontro che si è svolto questa mattina, 13 febbraio, all’Ospedale di Casale Monferrato nella sede del DAIRI con al centro il Progetto Mesotelioma e che ha visto la partecipazione anche del sindaco Emanuele Capra.

Un incontro che si è focalizzato sugli aspetti del percorso diagnostico – terapeutico – assistenziale (l’altro aspetto del progetto è invece legato alla ricerca) e che ha visto relazionare i componenti della task-force istituita lo scorso mese, finalizzata alla ottimizzazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale dei pazienti con sospetto o diagnosi di mesotelioma afferenti alle strutture sanitarie afferenti al territorio alessandrino, con particolare attenzione al territorio di Casale.

Il gruppo di lavoro, composto da Marinella Bertolotti (AOU AL – DAIRI), Guglielmo Pacileo (ASL AL – DAIRI) e Federica Grosso (AOU AL), si è già riunito due volte affrontando nello specifico il percorso del paziente con sospetto mesotelioma all’interno del territorio casalese.

«Un incontro, quello di oggi, che ha visto il favore dei presenti e, in particolare, di AfeVA, per la strada intrapresa finora, sul percorso tracciato per il futuro e, soprattutto, per l’attenzione che ha dimostrato la nuova Direzione dell’ASL AL, che a pochi giorni dall’insediamento ha voluto riunire tutti gli attori interessati dal progetto. Un grazie quindi al direttore Francesco Marchitelli e a tutta la Direzione e un plauso a tutto il gruppo di lavoro per gli importanti risultati che si stanno raggiungendo su un tema così importante per Casale Monferrato e il suo territorio».

Usic: “Plauso al Norm di Ivrea per arresto detenzione droga ai fini di spaccio”

 

Albiano d’Ivrea – I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile (NORM) di Ivrea hanno arrestato un uomo residente nel Canavese, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’operazione è scaturita nelle vie della città di Albiano, dove i militari hanno notato che l’uomo, alla guida della propria utilitaria, appariva in un immotivato stato di agitazione, tale da indurli ad approfondire il controllo. Ben occultata nel vano motore dell’auto veniva rinvenuta un’ingente quantità di sostanza stupefacente, suddivisa tra hashish, crack e cocaina. La conseguente perquisizione domiciliare, eseguita dai militari operanti, ha permesso di rinvenire ulteriori 3 kg di hashish, suddiviso in piccole dosi, quindi pronta al commercio, nonché 4000€ in contanti, presumibilmente provento dello spaccio.

«Voglio complimentarmi con i militari del NORM di Ivrea per la loro professionalità e caparbietà – ha dichiarato il dott. Leonardo Silvestri, Segretario Generale per il Piemonte e la Valle d’Aosta dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri (USIC) –. Le capacità evidenziate insite nell’essere Carabinieri, hanno consentito ai nostri colleghi di guadagnarsi il rispetto dei cittadini eporidiesi, lottando ogni giorno per garantire la loro sicurezza. La lotta contro lo spaccio di droga e tutte le forme di illegalità è continua e serrata, ma la nostra risposta sarà sempre altrettanto puntuale».

L’USIC continuerà a supportare e difendere i diritti e l’integrità dei Carabinieri che, con coraggio e determinazione, operano quotidianamente per mantenere la sicurezza nelle nostre comunità.

 

Alessia, dopo due aborti spontanei non rinuncia al suo sogno di mamma

Viene supportata dal Consultorio dell’ASL di Biella con tecnica EMDR per non rinunciare al suo sogno di diventare mamma

Una risposta anche per superare i traumi e favorire il benessere delle donne e delle coppie che vivono percorsi particolarmente dolorosi

Le Aziende Sanitarie risentono da diversi anni in modo più o meno marcato del calo delle nascite, ma al contempo possono svolgere un ruolo prezioso a sostegno delle donne e delle coppie in attesa di diventare genitori. La gravidanza di Alessia è una storia di speranza e ci racconta l’esito del lavoro di equipe tra il Consultorio di Biella e il Dipartimento Materno Infantile, su un tema delicato e attuale, quale è la difficoltà di concepimento e l’elaborazione del lutto, che le coppie si possono trovare a vivere durante il percorso che precede la nascita del loro bambino.

Al Dipartimento Materno Infantile dell’ASL BI, diretto da Paolo Manzoni, afferiscono le Strutture Complesse di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia e Neuropsichiatria Infantile, i cui professionisti collaborano anche nell’ambito dell’attività del Consultorio di Biella.

Quella di Alessia è la storia di una donna di 34 anni che ha affrontato due aborti spontanei dopo percorsi di Procreazione Medicalmente Assistita, seguiti da un intervento psicoterapeutico integrato con l’EMDR – Eye Movement Desensitization and Reprocessing (Desensibilizzazione e Rielaborazione tramite movimenti oculari) al Consultorio di Biella nei primi mesi della nuova gravidanza.

«L’aborto spontaneo rappresenta un evento traumatico che può lasciare profonde ferite emotive, specialmente in contesti di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), in cui la perdita si intreccia con aspettative e speranze amplificate – ha spiegato Chiara Occleppo, che ha seguito la paziente in qualità di Psicologa della Neuropsichiatria, inserita nell’attività del Consultorio di Biella – Nel contesto consultoriale, il supporto psicologico integrato con l’EMDR si è rivelato efficace nel promuovere l’elaborazione del lutto e nella gestione dell’ansia, favorendo il benessere complessivo della persona».

L’EMDR è una tecnica psicoterapeutica che utilizza movimenti oculari o stimolazioni bilaterali per aiutare il cervello a rielaborare ricordi traumatici, riducendo l’impatto emotivo degli stessi. Viene impiegata in consultorio per affrontare e superare traumi di varia entità, migliorando il benessere psicologico dei pazienti.

Né Alessia né il compagno risultavano sterili e le indagini mediche non avevano individuato una causa certa per gli aborti spontanei avuti alla settima settimana di gestazione. Dopo due tentativi falliti di transfert, Alessia aveva a disposizione un’unica blastocisti (sviluppo embrionale, al quinto-sesto giorno di fecondazione), che rappresentava per lei l’ultima possibilità di coronare il desiderio di maternità.

La storia clinica di Alessia comprendeva una lunga esperienza di attacchi di panico e ansia, già trattati in passato con un altro percorso psicologico. Sebbene avesse imparato a gestire parzialmente i sintomi, l’ansia e il “fiato corto” erano ancora presenti, soprattutto nei momenti di maggiore stress. Inoltre, aveva condotto un’indagine familiare per comprendere eventuali precedenti di aborti, scoprendo che la madre aveva avuto una perdita tra la sua nascita e quella della sorella minore, ma senza dettagli certi.

Il percorso di supporto ad Alessia si è articolato in diverse fasi:

  1. Raccolta anamnestica e costruzione del posto sicuro: è stato fondamentale stabilire un rapporto di fiducia e individuare insieme a lei un “posto sicuro” per garantire una base stabile da cui affrontare i ricordi traumatici.

  2. Elaborazione dei ricordi traumatici con EMDR: il lavoro si è concentrato sugli eventi legati ai due aborti spontanei, che Alessia viveva come un fallimento personale e come fonte di dolore profondo. L’EMDR ha consentito di rielaborare le memorie dolorose, riducendo la carica emotiva associata.

  3. Raccolta dei ricordi positivi e rafforzamento delle risorse: sono stati esplorati i momenti positivi della vita di Alessia per favorire un senso di resilienza e autoefficacia.

Durante questo percorso, Alessia ha affrontato un terzo transfert con l’ultima blastocisti disponibile. Nei primi mesi di gravidanza, il supporto psicologico si è focalizzato sulla gestione dell’ansia e sulla paura di un nuovo aborto, accompagnandola nella riduzione progressiva dei sintomi ansiosi.

Ad oggi, Alessia è all’inizio dell’ottavo mese di gravidanza e ha sospeso il percorso psicoterapeutico per difficoltà logistiche legate agli spostamenti, pur mantenendo un contatto telefonico. La paziente si è dichiarata significativamente migliorata sia dal punto di vista emotivo sia nella gestione dell’ansia, riferendo una maggiore serenità e fiducia nel proprio percorso. La data presunta del parto è il mese prossimo.

In conclusione, il caso di Alessia evidenzia come un intervento psicologico integrato con EMDR possa essere uno strumento potente per l’elaborazione del lutto da aborto spontaneo e per il supporto nei percorsi di PMA. La personalizzazione degli interventi, l’attenzione al vissuto emotivo e la gestione delle ansie legate alla gravidanza hanno permesso di migliorare significativamente la qualità di vita della paziente, promuovendo un benessere stabile anche nelle fasi successive. Questo approccio può rappresentare un modello replicabile in contesti consultoriali per la presa in carico di esperienze simili e non (depressione post-parto, difficoltà nella procreazione, difficoltà nell’allattamento ecc.).

«La fondamentale importanza del collegamento tra l’assistenza ospedaliera e il territorio attraverso l’integrazione di professionalità diverse è messa in luce ancora una volta dalla storia di questa giovane donna – ha dichiarato il Direttore Generale ASL BI, Mario Sanò – in cui il dialogo e la collaborazione nell’ambito del Dipartimento Materno Infantile ha consentito alle ostetriche di indicare alla paziente presso il Consultorio di Biella un percorso di supporto da parte di una psicologa della Neuropsichiatria Infantile, appositamente formata nell’elaborazione dei traumi, che l’ha accompagnata e sostenuta durante i mesi più delicati dell’avvio della gravidanza».

«Questa testimonianza – ha sottolineato l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi – dimostra il valore del lavoro che oggi le Aziende Sanitarie stanno portando avanti nella riorganizzazione dei servizi finalizzata a dare risposte capaci di venire sempre più incontro alle esigenze della popolazione e in questo caso specifico di una coppia di cittadini biellesi che desideravano diventare genitori. Un plauso, dunque, a tutti professionisti che hanno dimostrato come la collaborazione e la condivisione di esperienze possano essere vincenti».

Ponderano,  febbraio 2025

nella foto da sx: Chiara Occleppo: Psicologa Neuropsichiatria Infantile ASLBI, Paolo Manzoni: Direttore Dipartimento Materno Infantile ASL BI, Marina Patrini: Direttore Sanitario f.f. ASL BI, Paolo Garavana: Direttore Amministrativo ASL BI

NOTIZIE DAL PIEMONTE

cs

Forza Italia: Lorusso, la sostituzione etnica e il calo demografico

“Che il sindaco di Torino abbia le idee molto confuse sulle reali priorità per Torino e per il Paese lo ha già ampiamente dimostrato con il perseverare nel tentativo di legalizzare il centro sociale di Askatasuna e nel non commissariare i vertici di Gtt e il suo assessore ai Trasporti per la gestione fallimentare della linea di metrò e delle corse di bus e tram. Ora abbiamo avuto la conferma definitiva, dopo che in una intervista ha lanciato l’idea dello Ius Soli come unica strada per risolvere il calo demografico italiano ed europeo”. A denunciarlo il Senatore Roberto Rosso e Marco Fontana rispettivamente segretari provinciale e cittadino di Forza Italia a Torino.

“Dopo aver incontrato il presidente della Conferenza Episcopale italiana, Lo Russo invoca una immigrazione regolata per la sostenibilità economica e sociale dell’invecchiamento della popolazione. Un paradosso visto che proprio il PD, in Europa e a livello nazionale, è il primo partito che ostacola una immigrazione controllata, dove ci siano regole precise…. Dove chi entra illegalmente venga respinto. O forse il sindaco vuole costruire il futuro demografico dell’Europa e dell’Italia sul modello dell’immigrazione di Barriera di Milano, San Salvario, Aurora e Vanchiglia?” Proseguono i due azzurri.

Concludono Rosso e Fontana: “La nostra posizione sullo ius scholae è chiara così come era chiaro dall’inizio che però il Partito Democratico non vuole un dibattito serio e costruttivo sull’argomento. Utilizza lo ius scholae come cuneo per poi ottenere uno strumento che in Italia sarebbe totalmente fuori controllo. Il calo demografico in Italia si combatte riducendo le tasse, il costo del lavoro, aumentando il welfare per chi fa figli, temi sui quali il Partito Democratico non offre alcuna sponda essendo più interessato a importare mano d’opera a basso costo che non a difendere i nostri cittadini, sia quelli nati qui, sia quelli immigrati. Da qua i giovani scappano all’estero… e ci preoccupiamo di sostituire la nostra popolazione con gli immigrati, assurdo”.

Più treni Milano – Piemonte sud: Regioni Lombardia e Piemonte al lavoro 

Le Regioni Lombardia e Piemonte, consapevoli della necessità di garantire ulteriori collegamenti tra Milano e il Piemonte Sud orientale, hanno da mesi istituito una sede di confronto che possa, anche insieme alla Regione Liguria, mettere a sistema le richieste dei territori e le potenzialità dell’infrastruttura ferroviaria.

La rete sarà in grado, a seguito del rilascio delle potenzialità legate agli interventi di questi ultimi anni, di ottimizzare i collegamenti e di integrare alcune fasce orarie oggi scoperte.

«Nei prossimi mesi – hanno sottolineato gli assessori ai trasporti delle Regioni Lombardia e Piemonte, Franco Lucente e Marco Gabusi – nonostante la cantieristica sulla nostra infrastruttura sia ancora piuttosto impattante, saremo in grado di proporre un servizio migliorato. Trenord e Trenitalia stanno lavorando insieme alle regioni per un quadro orario più ampio che risponderà alle esigenze degli utenti, soprattutto dei pendolari».

“Figure”… che si/ci raccontano

Fa scuola, anche nel Contemporaneo, la grande “Arte del Ritratto” ospitata a “Palazzo Bellini SPA – Spazio per Arte” di Oleggio

Fino al 5 luglio 2025

Oleggio (Novara)

“Die Zwei Schwestern (Kammend)”. Niente paura! Semplicemente e letteralmente, dal tedesco: “Le due sorelle (Avvicinandosi)”. Grande olio su tela del 1994, firmato dal pittore tedesco Herman Albert (Ansbach, 1937), in cui compaiono due graziose fanciulle, l’una di spalle all’altra. La prima scruta pensierosa in un piccolo specchio tenuto in alto dalla mano sinistra i suoi lunghi capelli biondi: meglio raccoglierli o sfoggiarli “nature” a coprir la spalle?, pare chiedersi. L’altra dai capelli neri (la sorella, come da titolo) pare assecondare la prima idea: vedi come stai meglio con i capelli sciolti e ben pettinati? Piccola scena di famiglia, sul muretto in primo piano anche un frutto sbocconcellato e un cofanetto nero, forse porta-gioie. Lascio a voi il giudizio “pilifero”. Quello artistico è sicuramente di grande effetto.

La fresca corposità delle due “sorelle” ci riporta a un “fare pittorico” profondamente attratto, pur se tradotto in cifre stilistiche di evidente attualità, dai crismi di una bellezza classica occhieggiante, pur anche, a certo vigoroso realismo formale e concettuale del miglior Picasso post-cubista. In tutti i casi, davvero un bel dipinto di “figure”! Uno fra i 20 “ritratti” selezionati dalla “Collezione Laura e Luigi Giordano” (circa 200 opere) e raccolti, proprio sotto il titolo di “Figure”, in quel prodigio espositivo che è lo “SPA / Spazio per Arte” (o “Centro per il benessere dell’arte contemporanea”) aperto, nel 2023, ai piani superiori del settecentesco (ma di origini medievali) “Palazzo Bellini” nel centro storico di Oleggio (Novara), dai coniugi collezionisti Laura e Luigi Giordano. Curatrice della mostra, in programma fino a sabato 5 luglio, è Federica Mingozzi, che spiega: “Si è imposta nel corso del tempo, una tendenza, che va al di là del realismo, ed è quella secondo la quale si intende per ritratto anche un’immagine distorta della persona, mediata e filtrata dall’occhio dell’artista che ne interpreta la psicologia attraverso un modello cognitivo del tutto personale … Per questa ragione, le distinzioni tra realismo e idealismo perdono molto del loro valore, dando maggiore rilievo al processo emotivo che ogni fruitore deve mettere in atto per decodificare un linguaggio artistico a volte complesso, ma sicuramente efficace nel rivelare anche il mondo intenzionale dell’autore in relazione al soggetto”.

Ad aprire la rassegna “Masked Figure”, le celebri “Figure Mascherate” (opera permanente della “Collezione”) dell’americano David Finn, pittore scultore e storico della scultura, scomparso a cent’anni (New York, 2021) “vero nume tutelare di ‘SPA’”, seguito dai lavori di alcune artiste contemporanee (obbligatoria la sintesi di citazione), fra cui Zehra Dogan, pittrice e attivista curda (che fa dell’arte il suo strumento di comunicazione e denuncia dei limiti imposti da una società brutalmente “patriarcale” e “sessista”) e la meno inquietante Tania Roscic, con “Untitled, Don9t worry. I9m ûne series”, artista dal singolare e ironico linguaggio visuale caratterizzato dall’uso di materiali tratti dalla più semplice quotidianità. A seguire, sempre dagli States “Caffeine” di Georgia Gardner Gray“Shell” di Brandon Landers che usa la matericità del colore per narrare le difficoltà del vivere e tre fotografie anni ’70 di Cindy Sherman (artista, fotografa e regista), tratte da una serie di quindici “autoritratti concettuali”, in cui la Sherman impersona altrettanti passeggeri di un bus.

Decisamente sul chi va là ci fa stare il “Desmond” del tedesco Rainer Fetting con quel volto informe che ne fa uno dei più interessanti protagonisti dell’espressionismo tedesco, ma anche – è stato giustamente osservato – un attento lettore dell’opera di Velasquez e Van Gogh. Nel percorso espositivo, non mancano ovviamente le “opere permanenti” di “SPA”, da “Untitled #3” della giovane cortonese Giulia Cenci (scultura calco di una sagoma da “tassidermista” realizzato con materiali di recupero ed ispirato alla morte di Marat, immortalato come martire della “Rivoluzione francese” in un quadro del 1793 di Jacques-Louis David) al “Senza titolo – Stabat Mater” del beneventano di Paduli, Mimmo Paladino, fra i principali esponenti della “transavanguardia” italiana, magica creatura dell’Achille Bonito Oliva. E l’iter prosegue con altri interessanti nomi dell’arte internazionale (tutti da vedere, tutti da scoprire), in cui il “ritratto” e la “figura” sono sempre, o quasi, “occasione per” … per raccontare storie di anime, messaggi di dolore e di speranza. Di gioco e libere capovolte nell’aria. La vita negli occhi e nei volti di singoli o di intere generazioni. Di una donna, di un uomo, di un popolo. Volti in cui rifletterci e, forse – perché no? – ritrovarci. E leggere un po’ della nostra storia.

Gianni Milani

“Figure”

SPA/Spazio Per Arte – Palazzo Bellini, piazza Martiri della Libertà, Oleggio (Novara); www.spazioperarte.it

Fino al 5 luglio

Orari: ogni primo sabato del mese 9/13; su appuntamento info@spazioperarte.it

Nelle foto: Herman Albert “Die Zwei Schwestern”, olio su tela, 1994; Tania Roscic “Untitled, Don9t worry. I9m ûne series”; Rainer Fetting “Desmond”, tecnica mista su carta, 1993; Mimmo Paladino “Senza titolo – Stabat Mater”

Microelettronica protagonista alla Fiera A&T 2025.

Lavorare sulle competenze significa lavorare sulla crescita economica e occupazionale ‘vera’ del Piemonte. La microelettronica non è solo una tecnologia abilitante, ma una leva di sviluppo industriale con impatti diretti su molti comparti produttivi”: lo ha dichiarato l’assessore regionale allo Sviluppo delle attività produttive Andrea Tronzano al workshop “Il Piemonte e la sfida delle competenze per la microelettronica del futuro”, tenutosi a Torino nell’ambito della Fiera A&T 2025.

Il convegno ha rappresentato l’occasione per approfondire il ruolo strategico delle nuove competenze nel settore della microelettronica e dei semiconduttori, in un contesto in cui il Piemonte si sta affermando come area chiave per la crescita del comparto. “Il nostro territorio – ha sottolineato Tronzano – non è solo un centro di consumo di tecnologia, ma un polo di eccellenza nella progettazione e produzione di componenti avanzati, con applicazioni fondamentali in settori come l’automotive, l’aerospazio, il biomedicale e l’elettronica di consumo”.

La Regione sta investendo in tre direttrici chiave per sostenere questa transizione: il potenziamento della formazione tecnica attraverso gli ITS e le collaborazioni con Università e centri di ricerca; l’integrazione tra imprese, istituzioni e sistema educativo, promuovendo percorsi per allineare la formazione alle esigenze produttive; la partecipazione ai programmi europei, quali l’European Chips Act, per rafforzare la capacità produttiva e tecnologica del territorio. In questo quadro assume particolare importanza l’attività dell’Alleanza europea sui semiconduttori, che nel 2025 è guidata proprio dal Piemonte.

Il prossimo 11 aprile – ha annunciato Tronzano – riuniremo a Torino le imprese del settore di Piemonte, Lombardia e Liguria per ascoltare le loro esigenze e preparare con il loro contributo un documento di posizione che a giugno presenteremo alla Commissione europea”.
Il settore della microelettronica è in pieno sviluppo e nei prossimi anni richiederà molti nuovi profili professionali avanzati: una stima prevede che entro il 2030 occorreranno 76.000 professionisti qualificati, e ciò costituirà un’interessante opportunità di lavoro per i giovani.

l microchip – ha sostenuto l’assessore Tronzano – sono il nostro petrolio del futuro: continueremo a investire nel settore perché questa innovazione potrà cambiare in modo positivo i connotati dell’economia piemontese. Siamo di fronte a una straordinaria opportunità per consolidare la nostra leadership nella microelettronica e nella manifattura avanzata. Istituzioni, imprese e centri di ricerca devono lavorare insieme per creare un ecosistema solido che garantisca competitività e innovazione per le generazioni future”.