ilTorinese

Torino, la città più magica

 

Malinconica e borghese, Torino è una cartolina daltri tempi che non accetta di piegarsi allestetica della contemporaneità.
Il grattacielo San Paolo e quello sede della Regione sbirciano dallo skyline, eppure la loro altitudine viene zittita dalla moltitudine degli edifici barocchi e liberty che continuano a testimoniare la vera essenza della città, la metropolitana viaggia sommessa e non vista, mentre larancione dei tram storici continua a brillare ancorata ai cavi elettrici, mentre le abitudini dei cittadini, segnate dalla nostalgia di un passato non così lontano, non si conformano allirruente modernità.
Torino persiste nel suo essere retrò, si preserva dalla frenesia delle metropoli e si conferma un capoluogo a misura duomo, con tutti i pro e i controche tale scelta comporta.
Il tempo trascorre ma lantica città dei Savoia si conferma unica nel suo genere, con le sue particolarità e contraddizioni, con i suoi caffè storici e le catene commerciali dei brand internazionali, con il traffico della tangenziale che la sfiora ed i pullman brulicanti di passeggeri sudaticcima ben vestiti.
Numerosi sono gli aspetti che si possono approfondire della nostra bella Torino, molti vengono trattati spesso, altri invece rimangono argomenti meno noti, in questa serie di articoli ho deciso di soffermarmi sui primati che la città ha conquistato nel tempo, alcuni sono stati messi in dubbio, altri riconfermati ed altri ancora superati, eppure tutti hanno contribuito e lo fanno ancora- a rendere la remota Augusta Taurinorum così pregevole e singolare.

1. Torino capitale… anche del cinema!

2.La Mole e la sua altezza: quando Torino sfiorava il cielo

3.Torinesi golosi: le prelibatezze da gustare sotto i portici

4. Torino e le sue mummie: il Museo egizio

5.Torino sotto terra: come muoversi anche senza il conducente

6. Chi ce lha la piazza più grande dEuropa? Piazza Vittorio sotto accusa

7. Torino policulturale: Portapalazzo

8.Torino, la città più magica

9. Il Turet: quando i simboli dissetano

10. Liberty torinese: quando leleganza si fa ferro

 

8.Torino, la città più magica

Torino è magica. Nel vero senso del termine.
Lo testimonia anche il celebre medicoe astrologo Michel de Nostredame: Nostradamus ha alloggiato qui, dove c’è il Paradiso, lInferno e il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria, chi mi disprezza avrà la rovina intera.
Sembra infatti che il popolare uomo la cui fama lo precede tuttora, dal nome italianizzato in Michele di Nostradama, meglio noto con lo pseudonimo di Nostradamus, abbia soggiornato intorno al 1556 a Torino, presso Cascina Morozzo conosciuta anche come villa Vittoria, poiché proprietà della principessa Vittoria, della casata Savoia-.
Tali parole erano state incise su una lapide custodita presso lo stabile in cui l’uomo aveva pernotatto, quando la Villa viene demolita anche quest’unica testimonianza tangibile del passaggio di Nostradamus a Torino scompare nel nulla, fino al 1967, quando viene ritrovata e donata a Renuccio Boscolo, uno dei maggiori interpreti degli scritti del chiaroveggente, per essere custodita in sicurezza.
Secondo alcuni studiosi la “Vittoria” indicata dall’importante ospite sarebbe la principessa Savoia, anche se le interpretazioni rimangono aperte a differenti ipotesi.
Quello che non cambia è l’alone di mistero che avvolge l’affermazione, impressione che si ripresenta in realtà di fronte a tutte le sentenze espresse dal “sapeinte” francesce.

Daltronde il capoluogo pedemontano è così: insolito e curioso, a tratti misterioso.
La città dai diversi primati, ne colleziona ancora uno, dopo essere stata la prima capitale italiana, in seguito al riconoscimento ottenuto grazie allaltura della Mole Antonelliana, oltre allinvenzione del primo cioccolatino, ecco lulteriore record tutto nostrano da aggiungere allelenco: Torino è considerata una tra le metropoli più magiche del mondo, nel bene e nel male perdonatemi il gioco di parole.-
Secondo gli esperti in materia infatti confluiscono sul territorio cittadino i vertici di due triangoli esoterici, quello di magia bianca (insieme a Praga ed a Lione) e quello di magia nera (insieme a San Francisco e Londra), fatto che tramuta la località in una sorta di mappa energetica costellata di zone buonee altre dove non parrebbe consigliabile trascorrere troppo tempo.
Per non sbagliarci vediamo di scendere più nel dettaglio.

Iniziamo dai luoghi da evitare.
Il punto energeticamente più ostile della città è di sicuro Piazza Statuto: qui, secondo la tradizione esoterica, si trova la porta degli Inferi, un vero e proprio passaggio tra i due mondi, quello dei vivi e quello dei morti; il punto preciso è situato in corrispondenza dellantica porta Decumana, uno degli ingressi delloriginario accampamento romano e luogo ahimè– dedicato alla sepoltura dei cadaveri. Latmosfera inquieta della piazza è resa ancora più sinistra dalla presenza di due monumenti assai particolari: quello eretto per commemorare gli operai deceduti durante la costruzione del Traforo del Frejus e lObelisco Geodetico. Il primo rappresenta unimmensa piramide di massi, da essi spuntano alcuni corpi di titani abbattuti dallo stesso genio alato che svetta sulla sommità della piramide, egli ha sul capo una stella a cinque punte a cui sono attribuite diverse simbologie magico-rituali; invece, la seconda costruzione, nota anche come Guglia Beccaria, è sormontata da un astrolabio e si erge esattamente a 5.000 km dal Polo Nord ed altrettanti dallEquatore. Non stupisce che sempre nei dintorni della piazza si trovi lappena citata Domus Morozzo, decisamente ledificio più appropriato per accogliere un altrettanto losco figuro.
Altro sito da evitare è Palazzo Trucchi di Levaldigi, oggi sede della Banca Nazionale del Lavoro, stupendo edificio dalle finiture seicentesche che ospita su una delle sue facciate il cosiddetto Portone del Diavolo, il cui batacchio rappresenta niente meno che il volto di Lucifero.
Nel 1675 Giovanni Battista Trucchi di Levaldigi, conte e generale delle Finanze di Carlo Emanuele II, richiede ad una manifattura di Parigi di realizzare un portale in legno e il risultato del lavoro è più che sbalorditivo: la soglia è riccamente intagliata e adorna di fiori, frutta, animali e amorini, ma ciò che stupisce gli spettatori è il batacchio centrale, un volto mostruoso che scruta minaccioso i visitatori che bussano alla porta. Ultimo dettaglio, la parte che viene presa in mano per battere è composta da due serpenti che si uniscono con la testa. Da questi dettagli derivano le storie spaventose ambientate in questo posto. Prima leggenda fra tutte è quella del mago insistente: si narra di uno stregone eccessivamente ostinato che provò ad invocare Satana, forse con troppa enfasi, difatti il povero Lucifero non propriamente noto per la dote della pazienza- infastidito dalla nenia incalzante, costruì un portone nel suddetto edificio, mise allinterno lincauto mago e lì lo imprigionò .
Altre vicende però contribuiscono a rendere questo stabile un luogo davvero misterioso. Si narra ad essempio di Melchiorre Du Perril, un soldato francese in possesso di documenti segreti che entrò allinterno dello stabile e non si ripresentò più al suo cocchiere; c’è poi la storia della ballerina che, invitata ad una delle tante feste volute da Marianna Carolina di Savoia, venne aggredita e assassinata allinterno di una delle sale della lussuosa palazzina.
Inoltre, ancor prima di tutte queste vicissitudini, nel 1600, ledificio viene scelto come sede di una fabbrica di tarocchi, e anche in questo caso le coincidenze non hanno fine: allepoca il numero civico del fabbricato era il 15, il medesimo numero dellarcano corrispondente alla carta del Diavolo.


E se proprio dovete raggiungere questa banca, indovinate il numero del tram da prendere?
Cari lettori, ma proprio qui dovete venire a prelevare?
Lasciamoci alle spalle i fantasmi che ovviamente si aggirano nei dintorni dellimmobile infernale e avviamoci in unaltra zona perturbante, ossia via Lascaris (angolo Via San Francesco dAssisi), a pochi passi da Piazza Solferino, dove ci si può imbattere nellennesimo dettaglio folklorìstico. Proprio ai piedi di un casamento – oggi sede di una banca, ma in passato dimora di una Loggia Massonica- si dischiudono a terra delle strane fessure a forma di occhi. Qualcuno ci osserva, ma per la serie mai una gioiaa tenerci sotto controllo non è un bellangelo alla Der Himmel über Berlin, bensì niente meno che il Principe delle Tenebre, da qui la dicitura di questi spiragli: gli occhi del Diavolo.
Bene, ora che abbiamo capito dove non fermarci per i prossimi pic-nic autunnali, vediamo insieme quali sono i luoghi in cui possiamo indugiare per una pausa rigenerativa.
Uno dei siti a più alta concentrazione di energia positiva della città è il luogo di confluenza tra il Po e la Dora Baltea, i due fiumi torinesi che rispettivamente simboleggiano il Sole e la Luna, lenergia maschile e quella femminile, il principio vitale e quello del sonno eterno.
Un altro posto consigliato è la Chiesa della Gran Madre, le cui statue erette allingresso della grande scalinata raffigurano la Fede e la Religione, due emblemi rassicuranti e potenti; le due personificazioni sono poste anche a guardia del Sacro Graal, una delle reliquie cristiane più ricercate di tutti i tempi e guarda caso- celata nei meandri dellenigmatica Torino, città dai mille volti.
Anche Piazza Castello è una località benevola, è opportuno passeggiarci soprattutto se si rasenta la cancellata di Palazzo Reale e ci si sofferma sotto le statue equestri dei Dioscuri, guardiani ufficiali posti al confine tra la zona di magia bianca e quella nera.
Se poi ci si sentisse particolarmente stanchi, è consigliabile dirigersi verso la Mole Antonelliana, Museo del Cinema per alcuni, per altri una grande antenna che irradia nel mondo energia positiva.
Gli intellettuali e i radical chic si appropinquino invece verso Piazza Solferino, nei pressi della Fontana Angelica, monumento pregno di simbologie nascoste: le statue della Primavera e dellEstate si contrappongono a quelle dellAutunno e dellInverno, mentre lacqua che scorre rappresenta il Sapere e la Conoscenza.
Che dire ancora? Alla fine è sempre la stessa storia, è leterna sfida tra il Bene e il male, che si tratti di Sith e di Jedi, di Merlino, di Morgana e della magia del fareo dellimpresa per sconfiggere Sauron la questione è resta la medesima: la scelta.
Cari lettori, e voi da che parte state?

ALESSIA CAGNOTTO

Sciopero e Gaza, quel che non torna a destra e a sinistra

Piaccia o non piaccia alla Meloni, sciopero e manifestazioni Pro Palestina sono riusciti. Ovviamente la RAI, diventata, diciamo così un po’ di regime, ai TG ha solo stigmatizzato le violenze ed i disagi prodotti. Sicuramente questi miserabili  (è inutile girarci intorno)  sono uno dei problemi della sinistra da oltre 100 anni. Lontana nel tempo l’affermazione di un certo  Lenin  che diceva: estremismo malattia infantile del comunismo. Minoranze che, per l’ appunto, hanno sempre messo in difficoltà la sinistra ed aiutato la destra  assecondando il revanscismo dei fascisti. È proprio qui il punto della  mia perplessità.  Landini è a rimorchio dei Cobas?  Speriamo di no.  Una cosa è sicura: lo spostamento a sinistra del PD non paga, almeno elettoralmente. Ma oramai il genocidio di Israele contro il popolo Palestinese ha superato destra e sinistra per essere un problema di carattere umano ed etico.  Lo dimostra la quasi totalità degli Stati del Mondo che hanno riconosciuto lo Stato di Palestina.  E cara Meloni non tutti gli Stati sono governanti dalla sinistra. Forse, probabilmente il dato significativo è che la Meloni è troppo ” innamorata” di Trump.
È sempre arrabbiata ed acrimoniosa. A volte, più che il Presidente del Consiglio sembra un boxeur pronto a salire sul ring. Comunque paga questo suo atteggiamento. Ha vinto nella Marche con il solito dettaglio: ha votato il 50%. Dunque chi vince governa con il 25% degli italiani. Conviene forse a molti politici che il popolo non vada a votare. La politica ha meno complicanze. Torniamo alla Palestina. Alcuni cenni storici. Prima della seconda guerra mondiale gli ebrei erano 16 milioni sparsi per tutto il mondo. Nei Lager nazisti morirono oltre 5 milioni di ebrei. Oggi sono 14milioni in maggioranza concentrati tra Usa ed Israele. Sono diminuiti in valore assoluto e in proporzione alla popolazione mondiale ma concentrandosi come comunità hanno aumentato il loro potere di condizionamento verso il potere dello Stato.  Se poi lo Stato è gli Usa si capisce il loro potere, sono emigrati in Israele da diversi paesi ma avendo fortemente il senso di appartenenza riescono a fare quadrato. Soprattutto in Israele dove si sentono assediati da un mondo arabo e musulmano che li vuole eliminare.  Giustifico ciò che è accaduto? Assolutamente no. Ho sperato che qualcosa cambiasse invano. Ora siamo ad un punto di non ritorno. Ho l’impressione che verremo risucchiati in questa guerra.
Anche per questo l’azione umanitaria di questi ragazzi provenienti da 44 paesi diversi è stata particolarmente encomiabile. Sostituendosi alla ignavia dei potenti della terra.  Mi rimane la domanda del perché la Meloni è stata così acrimoniosa dimostrando su questa questione tanta debolezza. Ma anche la sinistra boccheggia. Ragazzotti che sostengono che Hitler aveva ragione.
Proprio così.  Sicuramente tanta ma tanta ignoranza ma anche tanto antisemitismo tutt’ altro che latente. Antisemitismo a sinistra. Antisemitismo violento che impedisce a ragazzi ebrei di frequentare l università. Proprio così qualcosa non torna anche a sinistra.
PATRIZIO TOSETTO

In memoria di Matilde di Savoia e Italo Ruffino

L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE REGINA ELENA ODV  ALLA PRECETTORIA DI SANT’ANTONIO DI RANVERSO 

Sabato 4 ottobre 2025 l’Associazione Internazionale Regina Elena Odv ha organizzato il suo annuale evento alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, ubicata tra Buttigliera Alta e Rosta (TO). Quest’anno sono stati commemorati Matilde di Savoia, prima Regina del Portogallo, nel 900° anniversario dalla sua nascita e Mons. Italo Ruffino, nel decimo anniversario dalla sua dipartita.
Hanno concesso il patrocinio all’evento il Consiglio Regionale del Piemonte, la Città Metropolitana di Torino e i Comuni di Buttigliera Alta e Rosta.
Alle ore 14,50 i numerosi rievocatori dei gruppi storici che hanno partecipato, partendo dall’ex Ospedale dei pellegrini, hanno raggiunto in corteo la chiesa, dove Don Franco Gonella, Parroco di Buttigliera Alta e Rosta, ha celebrato la S. Messa, durante la quale si è pregato per la Regina Mafalda, la Regina Elena e per Maura Aimar ed è stata letta la preghiera dell’Associazione Internazionale Regina Elena.
Alla funzione religiosa è seguita una solenne cerimonia, aperta dai saluti di Laura Saccenti, Vice Sindaco e Assessore alla Cultura di Buttigliera Alta; Chiara Iglina, Assessore alle Attività Produttive ed alle Associazioni del Comune di Rosta e Alessia Leuzzi, Vice Sindaco e Assessore ai Servizi Scolastici di Chiusa San Michele, tutte con la Fascia Tricolore.
Successivamente lo scrivente ha fatto scoprire ai numerosi presenti la figura di Matilde di Savoia.
Nata nel 1125, Matilde era secondogenita del Conte di Savoia Amedeo III e della sua prima consorte, una certa Adelaide, della quale non si conoscono gli ascendenti. Il Sovrano sabaudo lo stesso anno in cui nacque sua figlia fondò l’Abbazia Reale di Altacomba, che fu la necropoli dei Savoia dal 1189 al 2001.
Matilde nel 1146 sposò Re Alfonso I del Portogallo, primo sovrano ed unificatore del Paese. Aiutò molto i portoghesi che affettuosamente la chiamavano Mafalda, nome poi scelto dalla Regina Elena per la sua secondogenita, nata a Roma il 19 novembre 1902 e morta dissanguata nel Campo di sterminio di Buchenwald il 28 agosto 1944.
La prima Regina del Portogallo si spense a Coimbra il 2 dicembre 1158 e venne sepolta nel Monastero di Santa Croce, del quale era canonichessa onoraria.


Silvio Amprino, Presidente dell’Associazione Amici di Avigliana, impossibilitato a partecipare, ha inviato un messaggio per commemorare Mons. Italo Ruffino, nel decennale dalla sua dipartita.
Nato a Torino il 12 agosto del 1912, Don Ruffino fu insegnante di lettere nel Seminario di Rivoli; cappellano militare durante la Campagna di Russia; dal 1959 al 1984 Parroco a San Massimo, una delle comunità più importanti del centro storico di Torino; Canonico del Duomo e missionario in Argentina. Mons. Ruffino era appassionato della storia degli Antoniani, religiosi che gestirono la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso dalla sua fondazione nel 1188 fino al loro scioglimento con Bolla di Papa Pio VI nel 1776. Egli riallacciò i rapporti tra la Precettoria e l’Abbazia di Saint-Antoine l’Abbaye, la casa madre degli Antoniani; grazie lui nel 2006 l’AFOM (Associazione Amici della Fondazione Ordine Mauriziano) ripristinò la tradizione della benedizione degli animali e dei mezzi agricoli in occasione della Festa di Sant’Antonio Abate, che dal 2007 si tiene ogni anno a Ranverso la terza domenica di gennaio. Egli fu anche cappellano dell’Associazione Internazionale Regina Elena e fu presente ai suoi pellegrinaggi italiani e francesi.
Mons. Ruffino si spense mercoledì 8 aprile 2015 all’età di 102 anni.
Il Comitato per la tutela del patrimonio e delle tradizioni piemontesi dell’Associazione Internazionale Regina Elena Odv ha quindi conferito uno speciale attestato di benemerenza alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. A nome della Fondazione Ordine Mauriziano è intervenuta la museologa e storica dell’arte Serena Fumero, che ha pronunciato il seguente discorso:
“Grazie Andrea, grazie a tutti per essere qui oggi e anche per la creazione sempre di questo evento di memoria, che ormai da anni come prima Andrea stavi raccontando, è diventato un appuntamento importante per la Precettoria di Ranverso. La memoria, anche genealogica, è importantissima per trasmettere i valori di questo luogo che così tanto per il territorio è fondamentale, per tutte le storie che racconta. Grazie davvero”.
Al nuovo membro del Sodalizio, la Dott. Nadia Cappai, è stato consegnato il distintivo, che rappresenta una rosa d’oro stilizzata.

Al termine della cerimonia è stato presentato il libro “SAVOIA, L’ALBERO GENEALOGICO e i protagonisti della Dinastia”, scritto da Andrea Carnino e Pierangelo Calvo ed edito da Susalibri di Angelo Panassi. La prefazione è stata curata dalla Prof. Bruna Bertolo e l’introduzione da S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia, Presidente dell’Associazione Internazionale Regina Elena e figlio di S.A.R. la Principessa Reale Maria Pia di Savoia.
La cerimonia è stata impreziosita dalla presenza dei seguenti gruppi storici: “La Corte del Conte Rosso Aps-ets” di Avigliana, i cui membri hanno impersonato tra gli altri il Conte di Savoia Amedeo VII, la consorte Bona di Berry e Valentina Visconti; “Antico Castello dei Parpaglia”, i cui rievocatori impersonavano i Signori di Candiolo; “La Gente di Nichilinum del Medio Evo”, impersonata dal Gruppo Storico Conte Occelli di Nichelino e “Il Filo della Memoria” de “Il Colibrì Aps” di Buttigliera Alta, i cui rievocatori hanno impersonato tra gli altri il Marchese Carlo Giuseppe Vittorio Carron di San Tommaso; la Regina Anna Maria D’Orleans, consorte del primo Re di Sardegna Vittorio Amedeo II e la Contessa Clementina Carron, ultimo esponente di questa nobile famiglia che per secoli fu il braccio destro di Casa Savoia.
L’Associazione Internazionale Regina Elena è stata rappresentata dal Delegato Internazionale, accompagnato dal Delegato Nazionale Alfio Torrisi; dal Vice Segretario Amministrativo Nazionale e dalla Vice Presidente nazionale del Centro Studi “Mafalda di Savoia”, oltre a soci e volontari.
Tra i presenti: l’Associazione di Protezione Civile CB Club il Marinaio OdV Rosta; il Gruppo Alpini di Rosta; Angelo Panassi, fondatore e titolare di Susalibri; Marco Roschetti, Presidente dell’Associazione Corona Verde di San Vito di Piossasco e Ornella Bronzino, Vice Presidente dell’Associazione Amici di Avigliana.

Andrea Carnino

Quando la solidarietà trabocca sul marciapiede

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FRECCIATE

L’idea, sulla carta, è di quelle che scaldano il cuore: un contenitore in strada dove deporre abiti usati, destinati a nuova vita grazie a qualche associazione benefica. Un piccolo atto di civiltà, una carezza all’ambiente e al prossimo.

Poi, però, c’è la realtà. Passate da via Duchessa Jolanda, a Torino. Lì, quel contenitore appare come la versione laica di un confessionale che ha smesso di contenere peccati. Gli abiti straripano, come se il cassonetto fosse stato colpito da un’epidemia di bulimia tessile. E allora i cappotti cadono a terra, i maglioni si trascinano sul marciapiede, le camicie ondeggiano al vento come bandiere di resa.

Il risultato? L’iniziativa, che doveva essere un aiuto al prossimo, si trasforma in un regalo al degrado. E così, paradossalmente, quel cassonetto che avrebbe dovuto dire “noi ci prendiamo cura” finisce col gridare “noi ce ne freghiamo”.

Iago Antonelli

 

Le immagini di Andrea Macchia scrivono la storia del Festival delle Colline

Si inaugura all’Astra mercoledì 8 ottobre, i primi spettacoli

La scrittura di trent’anni di storia teatrale sono le immagini che dal 9 ottobre (sino al 9 novembre) si potranno ammirare nel Parcheggio Lancia, in piazzale Chiribiri, accanto alla Fondazione Merz. Le dobbiamo al mestiere e alla passione di Andrea Macchia, che dal 2012 segue, saremmo di dire quasi tallona, del festival gli spettacoli e gli incontri, ogni evento. Immagini che documentano, che fissano nella memoria, che raccontano tanti appuntamenti della nostra passione. E della lunga ricerca degli organizzatori. Non soltanto un lavoro per una catalogazione da trasmettere ostinatamente ad altri e a un domani, Macchia è un fotografo “capace di rubare con rispetto l’anima dei protagonisti in scena, di fermare l’attimo”. Tornare a scoprire alcuni dei tanti appuntamenti, i luoghi diversi, gli attori e le tante compagnie, italiane ed estere, più o meno lontane da noi, con cui in qualche modo abbiamo colloquiato. Migliaia di scatti disseminati negli anni di cui quelli esposti non sono che una piccola parte.

Un’idea di Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, una delle tante, non certo l’ultima, delle tantissime che sono state l’anima, il punto d’eccellenza di questi trent’anni del Festival delle Colline, anch’essa raggruppata oggi – scrivevo ad una prima presentazione sull’inizio dell’estate – “in quel logo più che esplicativo – dovuto a Marzio Zorio -, tre grandi X che in obliquo formano una lunga linea compatta, attraversate dagli oscillii zigzaganti di una sorta di elettrocardiogramma emotivo che sta lì a decifrare trent’anni di spettacoli”. L’immagine di una storia, un anniversario importante, il desiderio di una prima resa dei conti. Una storia che ha inizio un tardo pomeriggio del luglio 1996, quando Galatea Ranzi, con una pioggia da poco terminata, sulla scalinata di villa Bria di Gassino dava voce ai versi (gran bella scommessa quei versi!) di Clemente Rebora, primo dei primi appuntamenti di quel festival in nascita, dove avresti incrociato un nume tutelare come Marisa Fabbri, dove capitava di perderti per la collina mentre eri alla ricerca del posto stabilito per la rappresentazione, dove c’era Pippo Delbono, dove t’appassionavi a quelle compagnie che inventavano nuove scritture, Raffaello Sanzio o Socìetas soprattutto, a quei nomi, per tutti quelli di Emma Dante e Antonio Latella, che avresti seguito poi, più da vicino. Ecco, il festival è stato un invito a scoprire, nelle serate delle colline torinesi.

Fedele anche quest’anno alla propria successiva urbanizzazione, il festival si distribuirà in sette location della città, taluni inattesi, dalla Fondazione Merz al teatro San Pietro in Vincoli a Le Roi Music Hall, dal teatro Astra al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano al Palazzo degli Istituti Anatomici, sino alla prima cintura delle Fonderie Limone di Moncalieri. L’inaugurazione è fissata all’Astra nella serata di Mercoledì 8 ottobre e vedrà in scena l’Agrupaciòn Senor Serrano, per la quinta volta ospite del festival e nel 2015 premiato alla Biennale veneziana con il Leone d’oro per il nuovo linguaggio teatrale. Portano in scena “Historia del amor”, regia e drammaturgia firmate da Alex Serrano e Pau Palacios, interprete Anna Pérez Moyan. Un’unica attrice a interrogarsi come nasce l’amore, quando si manifesta, perché continuiamo a cercarlo all’interno della nostra vita. a interrogarsi perché amiamo e perché amiamo come amiamo. Ci sarà, per la durata di 80’, il tratteggiare la storia dell’amore e l’esperienza propria dell’interprete, il suo mettersi a nudo, negli affetti e nel percorso amoroso, forse esperienza/esperienze nella considerazione che ci possa accomunare e quelle possano diventare le nostre. “Tutto questo avviene in uno spazio a metà strada tra un laboratorio e una discarica, dove l’attrice trova oggetti, resti e rifiuti generati dalla Storia dell’amore che la aiutano ad attivare la trama. ‘History of Love’ si avvale di video dal vivo, performance, oggetti e teatro fisico per costruirsi di fronte allo spettatore.”

L’11 e il 12, ancora nella sala dell’Astra, Federica Rosellini sarà interprete e regista di un testo, scritto durante la pandemia, di Marina Carr, tra le più importanti drammaturghe irlandesi, “iGirl”, per la traduzione di Monica Capuani e Valentina Repetti, testo scritto “per questi tempi di incertezza”, rappresentazione che diventa quasi un rito moderno, “uno sconfinamento nell’arte contemporanea”, tra teatro videoarte e musica. Con la scrittrice e l’attrice, ancora Rä di Martino e Daniela Pes a formare un gruppo compatto di quattro donne che creano un unicum “inedito, ibrido, imprendibile”, ma anche “delicato, commovente, sconvolgente”, laddove la prima ha acceso la scintilla nel raccogliere frammenti poetici e ricordi privati, odi personali a grandi personaggi della storia e dell’epopea tragica, un grande affresco che si snoda in 21 quadri. Uno dei tanti interessi che porteranno a seguire lo spettacolo sarà quel linguaggio “selvatico” pronto a creare “un’esperienza scenica immersiva, in cui il corpo della performer diventa corpo transumante, corpo-graffito, corpo-tatuaggio, veicolo di rifrazione e trasformazioni continue”.

Elio Rabbione

Nelle immagini, un momento di “Come gli uccelli” (foto di Andrea Macchia), all’edizione dello scorso anno del Festival; Anna Pérez Moyan nello spettacolo “Historia del amor” e Federica Rosellini in “iGirl” dell’irlandese Marina Carr.

Expo 2025 Osaka, il Piemonte conquista il Giappone tra cultura, imprese e futuro sostenibile

La Settimana di protagonismo del Piemonte all’Esposizione Universale di Osaka si è rivelata intensa e ricca di risultati, grazie a un fitto calendario di eventi di alto profilo ospitati nel Padiglione Italia e a numerosi incontri con rappresentanti della politica e dell’economia giapponese.

La presenza piemontese si è inserita nel percorso disegnato dal Padiglione Italia – il più visitato di Expo, con code fino a sette ore – presentandosi sotto il titolo «Piemonte: l’arte di nutrire il futuro». Attraverso un video immersivo e altri contributi multimediali è stata raccontata l’identità del territorio: dall’aerospazio, dove vanta una leadership mondiale, all’automotive, dai paesaggi naturali – laghi, montagne e colline Unesco – fino alle eccellenze vitivinicole, artigianali e manifatturiere. Non sono mancati riferimenti all’arte e alla cultura, con tour virtuali della Reggia di Venaria e dei principali musei torinesi, né la distribuzione di una stampa celebrativa firmata da Riccardo Guasco, molto apprezzata dai visitatori.

Alla missione istituzionale hanno preso parte Regione Piemonte, Consiglio regionale e Ceipiemonte, Comune di Torino, Politecnico, Unioncamere Piemonte e Camera di commercio di Torino, Confindustria Piemonte, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Il presidente Alberto Cirio ha sottolineato come «il Piemonte crede davvero nella possibilità di continuare il rapporto con il Giappone nei prossimi anni», ricordando anche il ruolo storico della regione nei rapporti tra i due Paesi e annunciando l’invito al Giappone come Paese ospite del Salone del Libro 2027.

La vicepresidente Elena Chiorino ha ribadito che «il Piemonte è culla di una manifattura d’eccellenza e di un tessile che unisce bellezza, tecnica e sostenibilità», mentre l’assessore Andrea Tronzano ha evidenziato che «la complessità generata dai dazi americani sta aprendo nuove opportunità di sinergia» e che un’occasione importante sarà rappresentata dagli Aerospace & Defence Meetings di Torino.

Tra i temi centrali, l’apertura del mercato nipponico all’agroalimentare piemontese: l’assessore Paolo Bongioanni ha parlato del gemellaggio tra fassona piemontese e manzo di Kobe e delle prospettive per il riso, settore in crisi in Giappone ma in cui il Piemonte eccelle.

Non sono mancate proposte culturali, come l’idea di una Biennale dei Giardini, presentata dall’assessore Marina Chiarelli, che ha visto nel Giappone il partner ideale per la prima edizione.

La missione ha visto inoltre il contributo del Consiglio regionale, di Ceipiemonte, del sindaco di Torino Stefano Lo Russo, del Politecnico di Torino e della Fondazione Compagnia di San Paolo, tutti concordi nel ribadire il valore strategico di questa presenza e le ricadute concrete in termini di innovazione, ricerca, export e attrazione di investimenti.

Il programma di eventi ha spaziato da “Antichi telai, nuove visioni” al forum “Investing in Piemonte”, dall’inaugurazione del PoliTo Japan Hub alle iniziative dedicate alle scienze della vita, fino al lancio della Biennale dei Giardini. Grande attenzione anche alla promozione turistica ed enogastronomica con degustazioni, gala dinner e presentazioni dedicate all’Alta Langa docg e ad altri prodotti simbolo del territorio.

La missione si è conclusa con concerti, incontri con grandi aziende come Nitto, accordi camerali e momenti di alta visibilità per il Piemonte, che ha saputo presentarsi a Osaka come un territorio capace di unire tradizione e innovazione, rafforzando il legame con il Giappone e ponendo solide basi per future collaborazioni.

A Torino raccolti 47 kg di rifiuti e 6.300 mozziconi sul Lungo Dora

47 kg di rifiuti differenziati in poche ore: è il bilancio dell’intervento realizzato a Torino in occasione del World Cleanup Day 2025, la più grande giornata di pulizia civica a livello globale che ha coinvolto 193 Paesi e milioni di volontari in tutto il mondo.

L’iniziativa, organizzata da Retake Torino insieme ai volontari di Plastic Free, ha avuto come punto di ritrovo via Reggio, da cui è partita la camminata ecologica lungo le sponde del Dora. I partecipanti, armati di guanti, pinze e sacchi, hanno rimosso rifiuti abbandonati nelle aree verdi e nei tratti pedonali, restituendo decoro e pulizia a un’importante zona naturalistica della città.

Complessivamente sono stati raccolti 25 kg di rifiuti indifferenziati12 kg di vetro10 kg di plastica e 6.300 mozziconi di sigaretta.

«Il World Cleanup Day è per noi un momento di incontro e collaborazione, ma l’impegno continua tutto l’anno. Torino ha bisogno di cura costante e di cittadini attivi, capaci di unire le forze per costruire una città più vivibile e sostenibile», dichiara Fabrizio Milone, presidente di Retake.

Il World Cleanup Day 2025 è promosso a livello nazionale da Let’s Do It! Italy, in collaborazione con Puliamo il Mondo di Legambiente e con Retake, con il sostegno di amministrazioni comunali e partner privati. L’iniziativa gode dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e dei patrocini della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, dell’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Parole e storie di donne torna al Circolo dei lettori


L’INCONTRO CON VICTOIRE TUAILLON

L’autrice francese di Il cuore scoperto in conversazione con Natalia Ceravolo.

VictoireTuaillon. Foto di Alice Murillo

Mercoledì 8 ottobre 2025 alle 19 il festival Contemporanea. Parole e storie di donne torna al Circolo dei lettori e delle lettrici a Torino, con la presentazione de Il cuore scoperto (add editore, 2025) di Victoire Tuaillon.

 

La conversazione tra la giornalista e autrice francese e Natalia Ceravolo, esperta di comunicazione ed eventi culturali, si svilupperà a partire da questo presupposto: le nostre relazioni sono organismi viventi. Bisogna imparare a prendercene cura.

 

All’inizio di Il cuore scoperto ci si domanda: l’amore è qualcosa che si impara? Se sì, come? Quali pratiche concrete si possono mettere in campo, individualmente e collettivamente, per creare, nutrire, vivere, nonostante tutto, relazioni profonde ed egualitarie?

L’amore è un tema fondamentale. Non è futile, infantile, banale, sdolcinato, è un argomento politico, una forza plasmata da norme e immaginari profondamente ancorati al nostro retaggio culturale. E se quindi si rimettesse tutto in discussione? In un mondo libero dalle oppressioni sistemiche, le relazioni fiorirebbero. Ma nel frattempo bisogna fare i conti con quello che c’è, trasformandolo. Provando ad aprire nuovi orizzonti desiderabili, a ri-fare l’amore.

 

L’edizione italiana è arricchita da interventi di autrici curati da Associazione Vanvera: Leo Acquistapace, Valentina Amenta, Antonia Caruso, Carlotta Cossutta, Marie Moïse, Giusi Palomba, Giorgia Serughetti, Sessfem, Giulia Siviero; associazioni e librerie specializzate in tematiche di genere, femminismi e cultura queer.

 

Victoire Tuaillon (1989) è una giornalista e autrice francese. Ha curato i podcast «Les Couilles sur la table» e «Le Cœur sur la table». Con add editore ha pubblicato Fuori le palle. Privilegi e trappole della mascolinità.

 

I prossimi appuntamenti di Contemporanea a Biella.

Sabato 11 ottobre alle 21, a Palazzo Gromo Losa con Concita De Gregorio in conversazione con Ilaria Sala, avvocata. La conversazione si svilupperà a partire dal romanzo Di madre in figlia (Feltrinelli, 2025), in cui De Gregorio intreccia la storia di tre generazioni. La partecipazione è libera su prenotazione tramite Eventbrite.

Doppio appuntamento sabato 25 ottobre alla galleria BI-BOx Art Space, per una serata dedicata alla salute mentale, alla ricerca scientifica al femminile e al potere trasformativo della cura. Alle 18 si terrà la premiazione del concorso “Ricercatrici di talento per la salute: i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione nelle nuove generazioni”, a cura dell’Associazione Emanuele Lomonaco Far Pensare. Più tardi Marina Balbo, in conversazione con la psicologa Patrizia Tempia, presenterà La cura dei ricordi. Voltare pagina con il metodo EMDR (Mondadori, 2025), alla scoperta di un metodo scientifico riconosciuto a livello internazionale nella cura dei piccoli e grandi traumi.

Sabato 8 novembre appuntamento con Contemporanea Giovani per un incontro dedicato all’autunno, appuntamento finale del ciclo di laboratori per bambini e famiglie realizzato in collaborazione con Le PortaLibri. La quota per partecipare è di 10 € a bambino. Per info e prenotazioni, scrivere a segreteria.contemporanea@gmail.com o chiamare il numero 3471663856.

La giornalista Cecilia Sala, con il suo ultimo libro I figli dell’odio, in cui tratta temi quali la radicalizzazione di Israele, la distruzione della Palestina e l’umiliazione dell’Iran, sarà ospite di Contemporanea venerdì 21 novembre all’Auditorium Città Studi di Biella.

Sempre a novembre si terrà la lezione inaugurale del ciclo di lezioni a cura di Laura Colmegna Le scomposte, dedicata a Pia Pera.

COS’È CONTEMPORANEA. PAROLE E STORIE DI DONNE

Contemporanea. Parole e storie di donne è un progetto di BI-BOx – APS a cura di Irene Finiguerra e Barbara Masoni insieme a Patrizia Bellardone, Stefania Biamonti, Maria Laura Colmegna, Mariangela Rossetto.

 

IL FESTIVAL

Tra le ospiti delle passate edizioni, Annalena Benini, Teresa Ciabatti, Chiara Tagliaferri, Valeria Parrella, Vera Gheno, Mapi Danna, Tosca, Valentina Lodovini, Simonetta Fiori, Melissa Panarello, Stefania Auci, Claire Gibault, Florencia Di Stefano-Abichain, Mariangela Pira, Elena Varvello, Tiziana Ferrario, Francesca Giannone e Marina Spadafora.

 

CONTEMPORANEA365

Contemporanea365 è il progetto che durante tutto l’anno porta a Biella presentazioni, incontri e talk, durante i quali scrittrici, autori, curatori, illustratrici e non solo condividono con il pubblico le loro storie personali e professionali. Sono stati ospiti di Contemporanea365, fra gli altri, Alicia Giménez-Bartlett, Melania Mazzucco, Maura Gancitano, Matteo B. Bianchi, Linda Laura Sabbadini, Silvia Grasso, Giulia Muscatelli, Elisa Seitzinger, Andrea Batilla, Olga Campofreda, Silvia Avallone e Ester Viola.

 

CONTEMPORANEA GIOVANI

L’iniziativa nata nell’autunno 2023, pensata per coinvolgere le nuove generazioni di lettrici e lettori in appuntamenti interattivi in cui, attraverso libri e laboratori, condividere tematiche attuali e importanti per il futuro e stimolare creatività e momenti di riflessione. Alcune delle sue ospiti sono state Beatrice Masini, Maddalena Vaglio Tanet e Chiara Gregori. La rassegna è curata da Stefania Biamonti.

 

LE SCOMPOSTE

Il corso di Contemporanea curato da Maria Laura Colmegna. Ogni lezione costituisce un’occasione per conoscere da vicino la vita e le opere di scrittrici del passato che con il loro talento hanno saputo intrecciare il loro tempo al nostro, in maniera indissolubile. Hanno partecipato in veste di insegnanti Elena Varvello, Giusi Marchetta, Andrea Pomella, Liliana Rampello, Paola Mazzarelli, Johnny L. Bertolio, Anna Trocchi, Laura Pezzino, Eugenio Murrali, Patrizia Bellardone e Le Missconosciute. Tra gennaio e marzo 2025 si è tenuta la sua terza edizione.