ilTorinese

La tecnica del chiaroscuro nel “Volto Santo” di Ugo da Carpi

Sino al 29 agosto, nella Corte Medievale di Palazzo Madama

 

Un mattino del 1524, Giorgio Vasari racconta di essersi ritrovato a fianco di Michelangelo dinanzi all’altare del Volto Santo, all’interno della Basilica Vaticana, senza troppa convinzione forse e con un sorriso a levare gli occhi verso la tavola che là era posta, “La Veronica tra i santi Pietro e Paolo”. L’autore delle “Vite” fece notare al grande artista la scritta che l’autore aveva inserito in basso, tra i piedi di Paolo – a mo’ di firma, di principale professione e di grande pregio -, “per Ugo da Carpi intajatore fata senza penello”: probabilmente eliminando il bisbiglio e scandendo a voce chiara e udibile da chi gli stava vicino, se consideriamo il carattere sin troppo schietto e sfrontato che lo ha sempre accompagnato, Michelangelo, “ridendo anch’esso”, rispose: “Sarebbe meglio che avesse adoperato il pennello e l’avesse fatta di migliore maniera”.

Non certo un capolavoro, quello di Ugo, che Vasari in altra occasione non ci penserà due volte a stabilire come “mediocre pittore”. Ma anche a riconoscere come sia stato “nondimeno in altre fantasticherie d’acutissimo ingegno”. Fantasticherie? La capacità sua nel riprendere le grandi opere di Tiziano e di Raffaello e di Parmigianino e di mostrare la maestria dei passaggi tonali attraverso la xilografia (nel 1516 richiese di brevettare la tecnica) o tecnica del chiaroscuro, nella realizzazione di “carte con stampe di legno di tre tinte”. Spiegava ancora Vasari che “la prima faceva l’ombra, l’altra, che era una tinta di colore più dolce, faceva un mezzo, e la terza, graffiata, faceva la tinta del campo più chiara et i lumi della carta bianchi”. Eccellenza e sperimentazioni, più o meno ardue – non l’uso del pennello ma “con le dita” e “con suoi altri instrumenti capricciosi” -, che lo imposero tra gli artisti del tempo (era nato nella città emiliana nel 1470, poco più che trentenne era passato a Bologna e Venezia per spostarsi a Roma e restarvi, avendo trovato nelle opere di Raffaello nuova materia per la propria tecnica, certo sino al Sacco del 1527; morì probabilmente nel 1532).

Adesso, trasportativi alcuni degli “instrumenti capricciosi”, la pala d’altare è lì, nella Corte Medievale di Palazzo Madama, sotto gli occhi dello spettatore di cinquecento anni dopo (vi resterà sino al 29 agosto), grazie alla ben avviata collaborazione tra la Fondazione Torino Musei e la Fabbrica di San Pietro in Vaticano, che già un paio d’anni fa aveva visto l’occasione di Antoniazzo Romano, e alla cura di Pietro Zander: certo un’opera singolare nel suo genere, che esprime tutta l’importanza del proprio apporto tecnico, frutto di studi e di ricerche, una pittura che si potrebbe definire “sghemba”, inaspettata, fuori di ogni abituale itinerario pittorico, certo di maniera, eseguita, sottolinea il direttore di Palazzo Madama Carlo Federico Villa, all’interno del ricco catalogo edito da Sagep Editori di Genova, “con una tecnica solitamente riservata ai supporti cartacei e a formati non certo di cotali proporzioni”. Un’opera che si presume di qualche anno precedente il Giubileo del 1525, concepita per l’altare dove era venerata una delle più preziose reliquie vaticane, quella del “Volto Santo”, e che trova le proprie radici nei nomi del Parmigianino e di Albrecht Dürer; un’opera alloggiata nell’elegante progetto espositivo dovuto all’arch. Roberto Pulitani, centro pulsante di un percorso che si snoda attraverso i secoli dall’antica Basilica Costantiniana alla Fabbrica di San Pietro di oggi, la “Veronica” è altresì simbolicamente posta sotto l’affresco della Sacra Sindone (“Santa Sindone sostenuta dalla Vergine e dal beato Amedeo e san Maurizio”), in loco per volere di Cristina di Francia, la prima Madama Reale, a memoria della collocazione torinese, dal 1578, del Sacro Lino.

Ai lati della sala, a perfetto completamento della mostra, il ritratto di Ugo ad opera di Antonio Montanari detto il Postetta, proveniente da Carpi, e soprattutto alcuni esempi di xilografie a chiaroscuro, dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi fiorentini, come “Diogene” (1527 – 1530), da taluni definito il capolavoro dell’”intajatore” (“la più bella stampa che alcuna che mai facesse Ugo”, la celebrò il non più sorridente Vasari), e “Enea ed Anchise” (1518), ancora dagli Uffizi, un alternarsi di ombre e di luci tra le fiamme di Troia e i Penati in una mano e il piccolo Ascanio nell’altra da parte dell’eroe; dalla Galleria Sabauda di Torino “La Veronica che mostra il velo del Volto Santo tra gli apostoli Pietro e Paolo” (Venezia, 1612; la matrice originale è del 1510).

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini: Ugo da Carpi, “La Veronica tra i santi Pietro e Paolo”, 1524-1525. Carboncino, inchiostro, pigmenti a olio e dorature su tavola, Fabbrica di San Pietro in Vaticano, c. Fabbrica di San Pietro in Vaticano, Ph. M. Falcioni; Ugo da Carpi, “Diogene”, 1527-1530 circa, xilografia a chiaroscuro, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, c. Su concessione del Ministero della Cultura – Galleria degli Uffizi; Albrechr Dürer, “La Veronica che mostra il velo del Volto Santo tra gli Apostoli Pietro e Paolo” (dalla Passione di Nostro Signore Giesu Christo d’Alberto Durero di Norimberga, in Venezia, 1612, dalla matrice originale del 1510, appresso Daniele Bissuccio), xilografia, Torino, Galleria Sabauda, Musei Reali Torino, c. MiC – Musei Reali, Galleria Sabauda

“Il folle”, un viaggio intrigante con Germano Di Giusto

Informazione promozionale

“Quando guardo nel mio azzurro e non vedo splendere il sole, sento il cuore che lo chiama. Quando il sole arriva ma qualcosa manca ancora, allora l’anima si erge sopra il sereno…. E ancora continua a cercare”.

La vita rappresenta un viaggio misterioso, intrigante e tormentato; nelle liriche presenti in questa sua prima silloge Germano fotografa e racconta quanto per lui sia folle e affascinante compierlo ogni giorno, lasciandosi sorprendere dalla passione generata dai piccoli e grandi affreschi disegnati dalla quotidianità.

La raccolta rappresenta per Germano il modo per condividere con il lettore il proprio intimo cercando di coinvolgerlo in un cammino variopinto nel quale, a tinte sfumate, si sovrappongono i colori più intensi della passione.

Un modo per affrontare le insidie e cogliere le opportunità offerte dalla vita con un atteggiamento pervaso da realistico ottimismo nonostante la consapevolezza che il suo ritmo viene inevitabilmente scandito da “battiti di ali rapaci” (cit.  dalla poesia “Apro gli occhi”).

Un percorso alla ricerca delle risposte che potrebbero dare significato al vivere e, più di ogni altra cosa, alla ricerca di noi stessi.

Sentieri impervi che solo chi è in qualche modo folle può imboccare e solo chi lo è molto di più può rifiutarsi di farlo.

 

 

Link per acquisto e-book

https://www.ivvi.it/product/il-folle/

 

Pagina Facebook :

https://www.facebook.com/gdigiusto.ilfolle/

 

L’AUTORE

Germano Di Giusto nasce a Catania il 31 Luglio 1969.

Diplomato perito informatico consegue nel 2010 l’abilitazione alla gestione di fondi pensione presso l’Universitas Mercatorum e nel 2018 consegue il master in Relazioni Industriali nelle Aziende di Credito e Assicurazione presso l’università La Sapienza.

Ha sempre vissuto a Bergamo e dal 1991 lavora presso un istituto bancario occupandosi, dal 1999, di affari sindacali.

Le prime poesie risalgono all’adolescenza, in quel periodo, vista la passione per la musica ed il canto, partecipa come attore a diverse commedie musicali con la compagnia “Teatromusica” di Bergamo.

Da sempre sviluppa interesse per tutte le arti figurative e per la letteratura.

Nel 2020 alcune sue composizioni vengono pubblicate nelle raccolte “Luci Sparse” ed “Emozioni” pubblicate dall’editore PAGINE che nel 2021 pubblica altri suoi scritti nella raccolta “NOTE”.

Sempre nel 2021, con l’editore DANTEBUS, compare nella raccolta “ISOLE”.

Partecipa a diversi concorsi letterari ricevendo alcune menzioni di merito.

In questi anni viene anche selezionato per i premi “Leonardo”, “Galileo”, “Città di Parigi” e “Città di New York” dall’associazione culturale “LA CHIMERA” che ritiene le sue poesie, comparse su diversi social pubblici, degne di interesse.

 

Per conoscerlo meglio:

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=5227943310568666&id=1000000591467863

Softball, chiuso il Torneo delle Regioni

Conclusa l’edizione 2022 del Torneo delle Regioni che dal 16 al 19 giugno si è disputato sui diamanti di baseball e softball della Lombardia, da dove il Piemonte torna con al collo la medaglia di bronzo della formazione Little League Softball U13 guidata da Lorena Cerami.
A questo successo vanno aggiunti il quinto posto della Senior League Baseball di Giuseppe Cerami, al premio fair play assegnato alla compagine della Little League Baseball allenata da Filippo Spataro, alla sesta posizione delle due compagini Junior League Baseball e Softball di Maurizio Giarola e di Ernestina Bellotti.
Le emozioni, le urla, i canti, i gesti tecnici e di fair play vissuti sui campi che mancavano dal 2019, hanno riempito il lungo e caldo week-end lombardo, durante il quale le ragazze ed i ragazzi piemontesi hanno tenuto alto la croce bianca ed il lambello blu.
Al termine della manifestazione il presidente Sabrina Olivero ed il coordinatore delle Rappresentative regionali Rocco Di Miceli, hanno inviato i loro complimenti alle atlete, agli atleti, ai tecnici ed ai dirigenti delle cinque formazioni che rappresentavano il Comitato Regionale FIBS Piemonte.
rosa della Little League Softball (2009-2011)
Staff tecnico: Lorena Cerami (manager), Isabella Dalbesio (coach) e Francesco Sansalone (dirigente)

Atlete convocate: Viola Bruni, Claire Sophie Inglesi (Avigliana Bees), Elena D’Amico, Veronica Goddi, Cloe Guzzon, Giulia Nosari, Naomi Pichardo e Sara Vallana (Porta Mortara Novara), Jasmine Dedu (Baseball Vercelli), Giulia La Pica (Avigliana Rebels), Greta Persico (Grizzlies Torino), Rebecca Sansalone, Clara Turazzi e Greta Zocco (Softball La Loggia)

riserve a casa: Giulia Gennari (Avigliana Rebels), Valentina Alesia Vlaicu (Baseball Vercelli)

Università e Politecnico, cresce il tasso di occupazione dopo la laurea

Performance positiva dell’Ateneo torinese rispetto all’anno precedente e alla media nazionale. Aumentano il tasso di occupazione a un anno dalla laurea, sia per i laureati triennali che per i laureati di secondo livello, e la retribuzione mensile

È stato presentato  il Rapporto 2022 AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei laureati, XXIV Indagine. Curato da AlmaLaurea, Consorzio Interuniversitario fondato nel 1994 e che rappresenta 77 Atenei italiani, ha indagato la condizione occupazionale dei laureati italiani e le caratteristiche del capitale umano uscito dal sistema universitario nel 2021.

Per quanto riguarda l’Università di Torino, l’indagine sulla condizione occupazionale ha coinvolto complessivamente 25.825 laureati. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2020, intervistati a un anno dal titolo, e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2016, intervistati dopo cinque anni.

Per i laureati triennali (mai iscritti a un successivo corso), aumenta il tasso di occupazione a un anno dalla laurea dal 72,8% (nel Rapporto 2021) al 76,2% (nel Rapporto 2022), cala il lavoro part-time dal 22,6% al 21,4% e la retribuzione passa da 1.301 a 1.304 euro mensili netti. UniTo fa registrare una performance positiva anche rispetto alle medie nazionali. Il tasso di occupazione dei laureati triennali Unito è del 76,2% rispetto al 74,5% nazionale.

Anche per i laureati di secondo livello a 1 anno dalla laurea, rispetto ai risultati del precedente Rapporto, l’Università di Torino migliora il tasso di occupazione, dal 72,1% del 2021 al 75,4% nel 2022, e la percentuale degli occupati con un lavoro a tempo indeterminato, dal 17,7% al 24,4%A 5 anni dalla laurea di secondo livello, il tasso di occupazione rimane pressoché invariato rispetto all’anno precedente, mentre aumentano la retribuzione mensile netta, che passa da 1.563 euro del 2021 a 1.603 euro del 2022, e la percentuale degli occupati con un lavoro a tempo indeterminato, che sale dal 54,3% al 57,6%.

In confronto ai dati nazionali, l’Ateneo torinese fa registrare risultati migliori nel tasso di occupazione a 1 anno dalla laurea (75,4% contro il 74,6% nazionale), a 5 anni dalla laurea (90,3% contro l’88,5% nazionale) e nella retribuzione mensile netta, che a 1 anno è di 1.416 euro rispetto al dato nazionale di 1.407 euro, mentre a 5 anni è di 1.641 euro rispetto a 1.635 euro

 

LA LAUREA AL POLITECNICO DI TORINO È UNA GARANZIA PER TROVARE LAVORO

Quasi il 90% dei laureati lavora a un anno dal titolo magistrale e con retribuzioni superiori ai laureati degli atenei italiani

I laureati del Politecnico coinvolti nell’indagine sono 8.542; tra questi, 4.130 di primo livello e 4.407 laureati magistrali, mentre a livello nazionale il campione è composto da 660 mila laureati di 76 università italiane.

Appuntamento atteso dagli studenti e dalle loro famiglie, che spesso influenza la scelta del percorso di studi, l’Indagine conferma una tendenza ormai consolidata: i laureati del Politecnico di Torino trovano lavoro, e ricevono in media retribuzioni più alte rispetto ai laureati degli altri atenei italiani, anche in periodi di recessione come quelli che stiamo vivendo.

Analizzando più nel dettaglio il profilo occupazionale dei laureati del Politecnico, l’Indagine evidenzia che si tratta di giovani che in larga parte (l’87,4%) continuano gli studi dopo la laurea triennale, rimandano cioè al post-laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro. Tra i laureati triennali che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale e che quindi sono entrati nel mondo del lavoro, il tasso di occupazione risulta comunque del 76,7%, a fronte di un dato nazionale del 74,5%.

Il dato di riferimento più significativo risulta comunque quello che riguarda i laureati magistrali a un anno dalla laurea, che continua a salire rispetto agli anni precedenti, in controtendenza con l’andamento nazionale: è occupato l’89,5% dei laureati magistrali del Politecnico di Torino, un valore di gran lunga superiore alla media nazionale del 74,6%. Sempre molto alto il tasso di occupati a un anno dalla laurea magistrale nell’area dell’Ingegneria90,5% (a fronte di una media nazionale di 82,8%); al di sopra della media nazionale (del 79,8 %) anche il dato relativo ai laureati magistrali in Architettura, con l’82,8% di occupati.

 

La percentuale di occupati aumenta ancora, secondo gli ultimi dati di Almalaurea, a cinque anni dal conseguimento dal titolo, quando raggiunge il 92,9% a fronte dell’88,5% del dato nazionale.

Interessante la tipologia di occupazione di questi laureati (il 43% può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato) e con una significativa differenza di retribuzione tra i laureati magistrali del Politecnico e la media italiana: 1.599 euro netti mensili a fronte di una retribuzione media di 1.407 euro a un anno dal titolo e 1.872 euro rispetto a 1.635 euro a cinque anni dalla laurea.

L’Indagine fornisce infine alcuni dati interessanti circa il profilo dei laureati. Da notare come il rapporto con il mondo del lavoro cominci per i laureati del Politecnico già negli anni degli studi: il 33,8% tra i laureati di primo livello e il 46,4% dei magistrali ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi e la metà degli studenti dei due livelli di studio lavora già durante lo svolgimento del percorso formativo.

Altro dato che emerge è la dimensione internazionale del Politecnico, con una percentuale di studenti stranieri in crescita: il 15,5% in media (il 11,2% di quelli magistrali, a fronte del 4,2% a livello nazionale). Inoltre, quasi un terzo degli studenti durante la Laurea Magistrale compie un’esperienza di studio all’estero, nonostante le restrizioni dovute alla pandemia, gli studenti hanno comunque ripreso a spostarsi.

Incoraggianti infine le risposte relative alla soddisfazione: in generale, quasi 9 laureati su 10 si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria nel suo complesso e l’85,6% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente.

“Anche quest’anno i dati emersi dall’indagine annuale proposta da Almalaurea ci confermano che è vincente la nostra scelta di puntare sulla didattica innovativa e sulla progettazione di corsi che, in accordo con il tessuto produttivo, possano formare professionalità legate alle nuove tecnologie che oggi le aziende faticano a trovare sul mercato e a formare autonomamente; così come la scelta di massimizzare la dimensione internazionale del nostro Aeneo, attraendo i  migliori docenti, ricercatori e studenti da tutto il mondo” commenta il Vice Rettore alla Didattica del Politecnico Sebastiano Foti.

“Il trend positivo evidenziato anche quest’anno dal rapporto  sulla condizione occupazionale dei nostri studenti è ormai consolidato da molti anni e conferma la solida reputazione che l’Ateneo ha acquisito a livello nazionale ed internazionale  – aggiunge la Delegata del Rettore per l’accompagnamento al lavoro Carla Chiasserini – anche grazie ai numerosi accordi sottoscritti con aziende nazionali ed internazionali per incrementare la didattica  learning by doing attraverso i tirocini e le tesi di laurea svolte in azienda, una modalità che consente alla domanda e all’offerta di lavoro di incontrarsi e conoscersi ancora prima della fine del percorso universitario”.

 

 

Legambiente ha premiato a Chiaverano le Bandiere Verdi 2022 delle Alpi

 

Chiaverano (TO), 18 giugno 2022                                                                 Comunicato stampa

VI SUMMIT NAZIONALE

Assegnate 19 bandiere verdi nel 2022. Tra i premiati Rete Appia, la rete della Pastorizia Italiana

Omaggio ai coniugi Schneider tra i pionieri del turismo soft in Valle Maira (CN)

In vent’anni di campagna censiti 241 progetti meritevoli di bandiera verde, 218 quelli con la Bandiera Nera

Piemonte e Lombardia le regine dell’arco alpino con rispettivamente 61 e 47 vessilli green

Le Alpi sono sempre di più culla di esperienze virtuose capaci di puntare sulla sostenibilità ambientale. Quest’anno sono ben 19 le bandiere verdi che Legambiente ha assegnato all’arco alpino premiando realtà, comunità, imprese e start-up, amministrazioni locali, ma anche singoli cittadini che si danno fare per valorizzare il territorio montano rispettando l’ambiente. Sostenibilità ambientale, tutela e valorizzazione del paesaggio, agricoltura e filiera agroalimentare, innovazione e servizi smart, comunità locali che fanno rete, sono tra le parole chiave dei vessilli green 2022 che sventolano in Piemonte e Friuli Venezia Giulia con rispettivamente 4 bandiere verdi a testa, Lombardia e Trentino con 3 vessilli a testa, Liguria 1, Alto Adige 1, Veneto 2 e per finire una di rilevanza nazionale assegnata quest’anno ad Appia: la rete della Pastorizia Italiana per l’avvio del corso sperimentale formazione e accompagnamento per giovani pastori della Scuola Nazionale di Pastorizia, con l’obiettivo di sviluppare competenze in tema di pratiche agricole sostenibili e per la gestione del pascolo.

Stesso impegno e passione arriva anche dagli altri protagonisti delle storie e pratiche virtuose di quest’anno: c’è chi, ad esempio, ha risposto alle nuove esigenze legate al post pandemia come l’Associazione di promozione sociale NATworking che ha creato la prima rete di spazi dedicati allo studio e al lavoro in ambienti naturali, diffusa sul territorio di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Chi come i coniugi Schneider, (bandiera alla memoria), tra i pionieri del turismo soft, già una trentina di anni fa hanno saputo interpretare il bisogno di un turismo vicino alla naturalità dei luoghi e farne un’opportunità di sviluppo, facendo diventare la Valle Maira (CN) una terra ambita per le vacanze. In costante aumento anche i gruppi di giovani che si mettono in gioco: dalla Cooperativa di comunità Brigì – Mendatica (IM) formata da ragazzi che sono riusciti a tenere viva la valle creando nuovi posti di lavoro attraverso lo strumento della cooperativa di comunità; per passare a Dossena (BG), dove la Cooperativa di comunità I Rais sta rilanciando l’economia locale e contrastando l’abbandono del territorio montano attraverso l’offerta di servizi di carattere sociale, valorizzando i prodotti del territorio e promuovendo attività turistiche.

Le Bandiere Verdi 2022 sono state premiate  a Chiaverano (TO) in occasione del VI SUMMIT nazionale organizzato e promosso da Legambiente nell’ambito della campagna di informazione di Carovana delle Alpi che quest’anno compie vent’anni. Il SUMMIT, dal titolo “STRATEGIE IN COMUNE- Percorsi di progettazione condivisa su: comunità energetiche, turismo, agricoltura/foreste e green communities”, realizzato in collaborazione con Dislivelli e con il contributo del comune di Chiaverano e AEG cooperativa, ha visto la partecipazione di un centinaio di persone provenienti da tutto l’arco alpino in rappresentanza delle bandiere verdi. Inoltre, il SUMMIT è stato l’occasione per confrontarsi sul tema insieme ad esperti del settore e realtà locali e per festeggiare insieme i vent’anni di Carovana delle Alpi, campagna ideata dall’associazione ambientalista nel 2002 per raccontare le Alpi, un ecosistema fondamentale per la conservazione della biodiversità in Europa, reso fragile dalla crisi climatica e da uno sfruttamento eccessivo delle risorse.

Bilancio 20 anni di campagna: In questi vent’anni di Carovana delle Alpi, Legambiente ha censito 459 situazioni, 241 i progetti meritevoli della Bandiera Verde e 218 quelli destinatari della Bandiera Nera, quest’ultima assegnata per pratiche dannose che provocano lacerazioni nel territorio montano. Piemonte e Lombardia risultano le regioni indiscusse dell’arco alpino per vessilli green rispettivamente 61 e 47 bandiere verdi ricevute, ma sono anche quelle che hanno ricevuto anche più bandiere nere, la Lombardia ne conta 54 mentre il Piemonte 44. In questi anni altre bandiere verdi sono andate a: Liguria 7, Valle d’Aosta 22, Lombardia 47, Alto Adige 14, Trentino 27, Veneto 23, Friuli-Venezia Giulia 39, Nazionale 1. Per quanto riguarda le bandiere nere, conferite in questi vent’anni alla Liguria 7, Valle d’Aosta 20, Alto Adige 12, Trentino 22, Veneto 22, Friuli-Venezia Giulia 37.

“In questi vent’anni attraverso la nostra campagna di Carovana delle Alpi – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – abbiamo raccontato l’arco alpino con le sue storie di sostenibilità ambientale che arrivano dal basso e che lasciano ben sperare, e al tempo stesso abbiamo anche puntato il dito contro quelle pratiche dannose che lacerano il territorio montano. Oggi la montagna può assumere nuovi significati e valori, non più come territorio disagiato, ma al contrario come spazio dinamico capace di fornire risposte concrete alla crisi ambientale a partire da stili di vita improntati sulla sostenibilità. Ma perché ciò accada, al pari della città, deve saper rispondere ai bisogni dei cittadini coraggiosi e caparbi che hanno scelto di fermarsi o di ritornare in questi luoghi. Da questo punto di vista, ci auguriamo che i fondi del PNRR in parte possano sopperire poiché non si può pensare ad una comunità senza servizi socio-sanitari, istruzione, trasporti, servizio postale o anche più semplicemente senza negozi di prossimità”.

“I tanti protagonisti delle Bandiere Verdi – spiega Vanda Bonardo Responsabile Alpi di Legambiente – ci hanno dimostrato e stanno dimostrando giorno per giorno che un modo diverso di vivere e di costruire sviluppo locale è possibile. Nei progetti premiati c’è una certa idea di futuro che non dimentica le difficoltà del momento e al contempo è proiettata con coraggio su una dimensione prossima di mitigazione e adattamento agli incombenti cambiamenti climatici. Molteplici i progetti innovativi nati negli anni, basati su modelli alternativi di sviluppo, sulla green economy e sulla soft economy. Nuove attività, allo stesso tempo sociali, economiche e di tutela dell’ambiente, per dare nuova vita alle comunità che abitano le aree interne. Peculiare è la diversità di soggetti premiati, vanno dai singoli, alle cooperative, alle imprese, ai gruppi culturali e del volontariato, alle start up, intrecciati con le istituzioni locali dove sono presenti in forza i piccoli comuni, ma anche i parchi e le unioni montane. Una simbiosi tra pubblico e privato che fa ben sperare per la montagna”.

“Il summit di quest’anno – dichiara Alice De Marco, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – si svolge qui in Piemonte. Un segnale forte per un territorio che deve ancora crescere, vario, vasto, ricco di realtà che lavorano ogni giorno per mostrarci come è possibile costruire un mondo diverso, sostenibile e giusto.

Una rete, quelle delle Bandiere Verdi, che è segno dello sviluppo del territorio montano, patrimonio da tutelare, proteggere e valorizzare al di là del solo turismo invernale.

Le montagne piemontesi e valdostane sono una grande ricchezza, paesaggistica, ambientale e in termici di biodiversità. Una realtà meravigliosa ma molto fragile che in questo momento storico, attraversa un momento molto critico. La mancanza di neve, i 111 giorni senza pioggia, stanno compromettendo i segni particolari delle nostre montagne. Dobbiamo fare la nostra parte e ora”.

Bandiere verdi 2022: Tornando ai vessilli green, tra le realtà premiate c’è la Fondazione Castel Pergine – Pergine Valsugana (TN) che ha deciso di acquistare, con sottoscrizione popolare, il Castello di Pergine allo scopo di tutelarlo come bene comune, farne un centro di conoscenza e cultura e un modello di turismo sostenibile. C’è la Società “Sviluppo Turistico Grumes Srl” (TN) per l’impegno nel rivitalizzare un piccolo paese di mezza montagna, Grumes, che è diventata la più piccola Cittaslow del mondo. Vessillo verde anche per il Centro di vacanze e formazione di Salecina, nel Canton Grigioni (CH), che da quest’anno ha deciso che con il clima non si scherza. I visitatori lascino le auto a casa! A Rotzo, il comune dell’altopiano di Asiago (VI), è stato premiato per l’Ecomuseo Cimbro dei Sette Comuni (Comune di Rotzo – Provincia di Vicenza), legato alla valorizzazione ambientale e storica degli antichi percorsi e sentieri e per l’attenzione rivolta all’aspetto etnografico/culturale e delle sue radici Cimbre e preistoriche. L’attenzione per la montagna, cura e volontariato le parole chiave dell’ITIS Q. Sella di Biella e Gruppo Alpinistico Scolastico (GAS) delle scuole primarie e secondarie dell’IC di Valdilana (BI) che, insieme alle sezioni locali del CAI, hanno fatto un importante lavoro di manutenzione e segnalazione di oltre 150 km di sentieri delle valli Oropa, Elvo e Cervo dei sentieri, accompagnato da una costante sensibilizzazione sull’ambiente montano.

Tra le altre Bandiere Verdi 2022, quella all’amministrazione comunale di S. Giovanni Bianco (BG) per le azioni concrete in materia di mobilità sostenibile e di economia circolare promosse per la riduzione dell’impatto sull’ambiente. Al comune di Malborghetto- Valbruna (UD) che, coinvolgendo le associazioni di volontariato e l’imprenditoria locali, ha favorito l’accoglienza di un turismo sostenibile. Al comune di Resia (UD) che ha realizzato un piano comunale partecipato coinvolgendo gli abitanti della valle nel disegno futuro della Valle. Premiata anche la Foresta – Accademia di Comunità di Rovereto (TN), per l’impegno profuso nella diffusione delle pratiche di sostenibilità ambientale, sociale, culturale ed economica nella zona della Vallagarina. La cooperativa sociale CRAMARS (UD) che ha sperimentato ProXima, la prima vetrina digitale innovativa per l’acquisto di prodotti e servizi con i prodotti al banco che favorisce la permanenza dei piccoli negozi nella montagna interna. Nell’ambito della agro-zootecnia premiata l’azienda Friûl Cashmere (PN) che da un allevamento di capre nelle Dolomiti friulane ha fatto nascere una rete di microstalle che permette di aumentare il numero di capi e la produzione, senza diminuire il benessere animale e coinvolgendo il territorio. La filiera si chiude in una bottega artigianale di Udine.

L’Azienda agricola Damos di Pieve di Cadore (BL), per la scelta pionieristica di tornare a vivere in una montagna che continua a spopolarsi, ma soprattutto per la capacità di far rivivere con creatività un borgo dimenticato. Vessillo verde anche a Si parte dal bosco (To) nato dall’incontro di tre aziende leader nel settore e premiate per la capacità di ricostruire una filiera del legno che sappia tenere insieme molte aziende con l’obiettivo di gestire il bosco in quanto bene comune. A Heimatpflegeverband Südtirol (BZ), ossia la Federazione Provinciale per la tutela del paesaggio e per la storia e le tradizioni locali, per il sistema di irrigazione tradizionale ancora in uso sulla Landa di Malles/MalserHaide in Val Venosta. Un bell’esempio di utilizzo della risorsa idrica in armonia con i cicli naturali da studiare con attenzione e da valorizzare in un momento storico in cui gli eventi siccitosi saranno sempre più frequenti.

Le Bandiere Verdi in Piemonte: Associazione di promozione sociale NATworking per aver creato la prima rete di spazi dedicati allo studio e al lavoro in ambienti naturali, diffusa sul territorio di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta; In memoria di Maria e Andrea Schneider per lo sguardo lungimirante e il coraggio di andare in direzione opposta al conformismo dei tempi, a tal punto da riuscire a rendere evidenti e innegabili i valori più profondi e veri della naturalità e della vita di una valle; ITIS Q. Sella di Biella e Gruppo Alpinistico Scolastico (GAS) delle scuole primarie e secondarie dell’IC di Valdilana (BI) per l’importante lavoro di manutenzione e segnalazione dei sentieri, accompagnato da una costante sensibilizzazione sull’ambiente montano, che vede come protagoniste le scolaresche dell’ ITIS Q. Sella di Biella e del Gruppo Alpinistico Scolastico (GAS) delle scuole primarie e secondarie dell’IC di Valdilana, in collaborazione con il CAI Biella e il CAI sez. Valdilana; Si parte dal bosco Per la capacità di ricostruire una filiera del legno che sappia tenere insieme molte aziende con l’obiettivo di gestire il bosco in quanto bene comune.

Bandiere Nere 2022 – Infine un passaggio sulle Bandiere Nere: dieci quelle assegnate quest’anno e così distribuite: 3 in Piemonte, 1 in Valle d’Aosta, 1 in Lombardia, 1 in Alto Adige, 1 in Trentino, 1 in Veneto, 1 in Friuli-Venezia Giulia e 1 speciale nelle Marche.

Bandiere Nere In Piemonte: Regione Piemonte Per la scelta di investire 2 milioni e mezzo di euro in 4 piccole stazioni sciistiche del cuneese sotto i 2000 metri, quota considerata dagli esperti insostenibile con i cambiamenti climatici in atto; Comune di Camandona (BI) Per la cancellazione di sentieri con rilevante valore documentale e culturale (transumanza alpina) nel Comune di Camandona a causa della realizzazione di alcune strade carrabili di dubbia utilità; Società BASIKIDRO SRL di Milano per il mancato rilascio del deflusso minimo vitale (DMV) nella derivazione d’acqua ad uso idroelettrico dal fiume Sesia in Loc. Baraggiolo del Comune di Varallo Sesia (VC).

Il report completo su: www.legambiente.it

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Antonio Caprarica “E non vissero per sempre felici e contente” -Electa Junior- euro 19,90

Questo libro è dedicato ai lettori più giovani, ma è godibilissimo anche dagli adulti perché, con la sua bravura di giornalista navigato, Antonio Caprarica (storico corrispondente Rai da Londra, scrittore e saggista) ha riassunto in brevi e chiarissime biografie le vite di 50 tra regine e principesse “fuori di fiaba” (come recita il sottotitolo).

Caprarica è uno dei massimi esperti di monarchia, soprattutto di quella inglese, che ci ha raccontato in molteplici libri; ora è al suo primo libro per ragazzi e per giovani-adulte che magari sognano la favola. E dimostra che quando ci si cala nella storia scopriamo che le cose spesso non sono andate esattamente nella direzione del “vissero per sempre felici”.

Si parte da 20 secoli fa con quella che è considerata la prima regina d’Inghilterra, Boadicea, a capo della tribù degli Iceni, nel primo secolo d. C.: una guerriera che guidò i Britanni contro i Romani e incontrò una fine violenta.

Poi scorrono i destini tragici di innumerevoli teste femminili coronate o in procinto di esserlo. Tra le vicende più crudeli c’è l’assassinio dei Romanov. Alexandra Romanova, l’ultima zarina sfortunata che, sperando di guarire il figlio dall’emofilia, entrò nella scia pericolosa di Rasputin. Nel pieno della rivoluzione russa del 1917, fu imprigionata con lo Zar Nicola II, le granduchesse Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e il piccolo Aleksej; tutti trucidati in un sotterraneo a Ekaterinburg. Poi sepolti in un bosco, e i loro resti saranno ritrovati e riesumati solo nel 1998 e nel 2008.

Più vicino a noi le tragiche morti di Grace Kelly e lady D. La prima da regina di Hollywood planò nel principato monegasco che navigava in acque paludose. All’epoca il vero padrone di Monaco era l’armatore Aristotele Onassis che pensò di risollevarne le sorti facendo sposare Ranieri dapprima con Marylin Monroe (che però disse no perché troppo presa da Kennedy) e poi puntò sulla splendida Grace Kelly che era all’apice della carriera di attrice.

Dà da pensare la sua morte prematura, nel 1982 a soli 52 anni, quando per un aneurisma cerebrale perse il controllo dell’auto precipitando giù dalla curva “il gomito del diavolo” (quella diventata famosa per il film “Caccia al ladro” che aveva interpretato al fianco di Cary Grant).

Si vocifera di una sorta di maledizione scatenata in passato da una gitana, che avrebbe gettato una cappa di sventura sulla Rocca dei Grimaldi; dopo la tragica morte di Casiraghi e le dicerie sull’infelicità di Charlene, se si è superstiziosi magari ci si crede un po’. Caprarica dedica due capitoli a Caroline e ai suoi amori difficili e a Charlene dallo sguardo triste e le assenze ingiustificate.

Ripercorre anche la vicenda di Diana Spencer, che per Caprarica è stata la più bella, la più infelice e ingannata, la più triste di tutte. Vittima di un destino amaro, quello del matrimonio sbagliato perché lei e il principe Carlo erano totalmente incompatibili. Donna di fascino eccezionale incontrò la morte in un incidente d’auto sotto il ponte dell’Almà a Parigi: morte che la proiettò direttamente nella leggenda.

E alla corte inglese l’infelicità investì anche la Regina Vittoria dopo la morte del marito; mentre la principessa Margaret, sorella di Elisabetta, morì malamente a 71 anni dopo aver disceso la china dell’infelicità.

Poi ci sono tante altre regine e principesse in ordine sparso, dai paesi scandinavi al Giappone. Caprarica non ne dimentica nessuna e chiude con la 51esima biografia in continuo corso di aggiornamento, quella dell’attuale regina Elisabetta, da 70 anni sul trono, la più longeva e capace di tutte.

 

Alba Donati “La libreria sulla collina” -Einaudi- euro 17,00

Quando un sogno che sembra sfiorare la pazzia finisce invece per avverarsi e risultare vincente su più fronti: è questa la linfa del libro di Alba Donati che racconta nascita, fatica e successo della minuscola libreria che nel 2019 ha deciso di aprire a Lucignana sull’Appennino Lucchese.

Lei, nata in una famiglia povera ma bellissima dentro, per anni ha lavorato nell’editoria, poi l’azzardo raccontato in queste pagine.

Ad un certo punto della sua vita decide di cambiarla in modo radicale; via dalla frenesia della città, si torna alle origini, dritta filata nel borgo in cui è nata e cresciuta, nell’Alta Toscana, tra Prato Fiorito e le Alpi Apuane.

E’ lì che decide di rimettere a nuovo un vecchio rudere di famiglia e trasformarlo in una minuscola libreria, nello spicchio di paese abitato da appena 180 anime.

Bella sfida decisamente, e bellissimo diventa il suo angolo di paradiso. Grazie ad una campagna di crowdfunding su Facebook raccoglie il denaro per aprire la sua libreria in legno: colori pastello che sanno di magia e fate, un giardino in miniatura colorato di fiori, poltrone Adirondack, oggetti vari e assortiti che parlano di vita, tazze di tè offerte ai viandanti lettori.

Dietro il cancello verde sabbia è questo il mondo che attende lettori che arrivano da ogni dove grazie al passaparola. Non è una libreria come le altre; piuttosto una sorta di cottage letterario, organizzata come quelle di casa in cui conserviamo solo i libri più amati, e dove gli incontri sbocciano in rapporti significativi, amicizie, interessi condivisi.

 

In 188 pagine la poetessa Alba Donati ci regala un memoir personale che è anche poema familiare, storie di paese, incontri e avventure varie, libri ordinati dai clienti.

Le difficoltà non mancano, come l’incendio che distrusse la libreria in una manciata di ore….e poi la ricostruzione con l’aiuto della comunità, perché questo angolo diventa il cuore del borgo solitario. Sono raccontati 6 mesi di vita della libreria, lock-down compreso, colpi di scena e miracolose donazioni di denaro che permettono la sopravvivenza di questa splendida, magica impresa. Passate parola anche voi che lo leggerete……

 

Irene Graziosi “Il profilo dell’altra” -Edizioni e/o- euro 18,00

Questo è il libro di esordio della 30enne Irene Graziosi, collaboratrice di svariate testate giornalistiche e dal 2018 creatrice del progetto Venti (serie di contenuti video che prendono spunto dai libri per trattare e approfondire argomenti di attualità, rivolti a persone giovani su Instagram e Youtube) insieme alla famosa youtuber e scrittrice Sofia Viscardi.

In questo scorrevole libro passa dietro le quinte dei social che oggi imperano e ci restituisce il back stage dell’era social con tutte le sue derive e brutture. Quei social sui quali passiamo tempo infinito e a cui soprattutto i giovani si ispirano alla ricerca di modelli luccicanti. L’etere è invaso da video e stories pieni di buoni sentimenti, spesso finti; una su tutte l’idea della sorellanza che in realtà occulta striscianti invidie, faide, boicottaggi e spesso un vuoto siderale.

Protagonista è una ragazza come tante, Maia, che era una brillante studentessa di psicobiologia a Parigi e la cui vita viene sconvolta dalla morte della sorella minore Eva. Schiacciata da questa tragedia, abbandona gli studi e si trasferisce con il fidanzato in quel di Milano, dove sostanzialmente conclude ben poco. Poi l’incontro che rappresenta una svolta.

Entra nell’orbita della nota influencer appena maggiorenne, Gloria Linares, seguita da oltre 2 milioni di follower e rincorsa dalle griffe più importanti.

Gloria posta la sua vita in continuazione, ma di fatto è una sorta di contenitore vuoto. Il compito di Maia è proprio quello di fornirle una personalità, scrivendo ogni frase che l’altra pronuncerà mandando in visibilio le masse. Diventa la content strategist di Gloria con la quale instaura un rapporto che scoprirete leggendo il romanzo.

Le vicende delle due ragazze, e soprattutto il corollario di business che avvolge le vite in vetrina delle influencer, sono al centro di queste pagine; diventano spunto per mettere a fuoco i ruoli archetipici di questa nostra era così social addict.

Un mondo di cartapesta dove «se tutti pensano che tu sia una cosa, tu diventi quella cosa» e Gloria è la personificazione di una star del web. Perfettamente al centro di un circo mediatico in cui apparire è ciò che più conta, in cui si è famose per essere famose e non per qualcosa che si fa, per l’insistenza con cui si pubblica una personalità smussata e dai contorni molto labili. E c’è il contorno non secondario di brend, pubblicità, contratti milionari, ma anche tonnellate di finzione…a partire dalle pseudo amiche che più fetenti e livorose non potrebbero essere.

Insomma vengono a galla parecchie ipocrisie e balza agli occhi il rischio di vivere e annaspare in un mondo luccicante, dove la sincerità è merce introvabile, e non ci sono tante voci amiche che ti dicano le cose come stanno. E’ anche in quest’ottica che possiamo leggere il rapporto tra Gloria e Maia, nella frase che la prima dice alla seconda «Ti voglio vicina perché mi dici la verità»…anche se poi non tutto andrà secondo copione.

 

 

Sarah Vaughan “Anatomia di uno scandalo” -Einaudi- euro 19,00

E’ ispirata a questo romanzo l’omonima serie televisiva su Netflix articolata in 7 episodi, una sorta di dramma politico fedelissimo al libro della Vaughan. La trama, ricca di colpi di scena, si dipana intorno a uno scandalo che da privato finisce per diventare una slavina che cambia le sorti della politica e dei vertici del governo britannico.

Tutto parte dalla famiglia bella, perfetta e armoniosa del parlamentare di spicco James Whiteouse (sullo schermo interpretato da Rupert Friend), membro del partito del primo ministro inglese. E’ felicemente sposato con Sophie (una Sienna Miller intensa e in particolare stato di grazia), con due figli in età scolare.

A scompigliare le carte del quadretto idilliaco è la notizia che sta per essere sbattuta in prima pagina dalla stampa: James ha avuto una bollente relazione con una sua giovane assistente, Olivia Lytton ( a cui dà volto e lacrime Naomi Scott).

In un primo tempo i danni di questa brutta faccenda, diventata pubblica, sembrano essere contenuti nel perimetro di un momento di debolezza, nei contorni di una scappatella; la moglie tradita decide di passare oltre l’onta, e mantenere unita la sua famiglia.

Poi però la palla di neve e fango si ingigantisce a dismisura trasformandosi in una slavina che

si chiama accusa di stupro.

Olivia alza il tiro e accusa James di averla aggredita e violentata in una manciata di minuti che cambieranno tutto.

James viene trascinato in tribunale e deve difendersi dall’infamia che sta creandogli il vuoto intorno. Sophie, dapprima convinta della sua innocenza, inizia a vacillare. Il governo deve decidere che posizione assumere; il primo ministro difende James -nonostante i malumori nel partito- perché quella sembra un’amicizia di lunga data e intoccabile….ma magari sotto c’è altro.

Il romanzo è sapientemente giocato su flasback del passato, quando James studiava a Oxford e faceva parte del Club dei Libertini; gruppo elitario di universitari (in parte ispirato al Bullingdon Club, società di cui era membro il primo ministro Boris Johnson). E suo compagno e amico di quegli anni era stato proprio il primo ministro in carica per cui James lavora.

A dare battaglia in tribunale è l’avvocato –apparentemente irreprensibile- e totalmente votato al suo lavoro, una durissima Kate Woodcroft (interpretata perfettamente da Michelle Dockery), specializzata nella difesa delle donne da violenze e soprusi.

Poi la trama si infittisce e si delineano meglio i contorni di un processo che sembra stia per smascherare un mostro, continue sciabolate tra difesa e accusa, con un finale totalmente a sorpresa….

Il Piemonte agli Stati Generali del Volontariato di Protezione Civile

C’è stato un posto speciale per il Piemonte a Roma  all’apertura degli Stati Generali del Volontariato di Protezione Civile: una tappa fondamentale per un confronto partecipato e attivo sui grandi temi del volontariato, a cui partecipa in prima fila la delegazione del Piemonte accompagnata dall’Assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte.

 

Il Presidente della Repubblica Italiana ha aperto i lavori ringraziando tutti i Coordinamenti e tutti i volontari per tutto ciò che è stato e sarà fatto, ricordando quanto sia stato decisivo l’impegno dei volontari nelle calamità che hanno colpito il Paese negli ultimi dieci anni fino alle recenti emergenze pandemiche e di accoglienza dei rifugiati ucraini. Il Presidente ha inoltre sottolineato la concretezza della scelta di vita dei volontari, che rappresentano la migliore espressione dell’articolo 2 della Costituzione Italiana nei suoi aspetti di diritto all’essere comunità e di doveri di solidarietà.

 

Sono oltre 18 mila i volontari piemontesi della Protezione Civile organizzati in 450 Associazioni e 450 Gruppi Comunali, dei quali più di 9 mila fanno parte del Coordinamento Regionale Protezione Civile Piemonte, oltre ai gruppi di AIB Antincendi Boschivi, ANC Associazione Nazionale Carabinieri, ANA Associazione Nazionale Alpini, ANPASS Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze e Croce Rossa.

 

Come ha sottolineato l’Assessore alla Protezione Civile, quello dei volontari piemontesi è un esercito di pace che in questi anni ha dovuto mutare la propria pelle e confrontarsi con altri tipi di emergenza. Ciò non ha però assolutamente cambiato la natura dei volontari, anzi, li ha forgiati e la sfida è stata assolutamente vinta.

 

A dieci anni dalla precedente edizione, gli Stati Generali 2022 puntano a creare un momento di dialogo tra Organizzazioni di volontariato e Istituzioni sulle sfide future di questa fondamentale componente e struttura operativa del Servizio Nazionale. 320 delegati di organizzazioni nazionali, associazioni regionali, locali e gruppi comunali si confrontano su otto temi chiave per il futuro del Volontariato: sicurezza, risorse, strategie di comunicazione, valori, rappresentanza, prospettive, attività in ambito internazionale e pianificazione di protezione civile.

Infoconsumatori: Unc Piemonte su Primantenna

 Il Comitato Regionale del Piemonte della prima e più antica associazione consumeristica italiana

 

 

Domenica 19 e Lunedì 20 Giugno ospite nel programma di Monica Gallo dalle 23.00

 

Unc Piemonte in tv su ‘Primantenna’, storica emittente interregionale che dal 1976 informa e intrattiene quotidianamente il pubblico di Piemonte, Liguria, Lombardia e Valle D’Aosta.
Il Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, dal 1955 a oggi la prima, più antica e autorevole associazione consumeristica italiana, è protagonista dello spazio d’approfondimento serale condotto dalla giornalista Monica Gallo ‘Primanews Focus’.
Domenica 19 Giugno e Lunedì 20 Giugno, a partire dalle 23.00, ospite in seconda serata è la Dottoressa Jessica Campolongo per fare rispettivamente il punto della situazione, nelle due trasmissioni, sui pacchetti turistici, le case vacanze, i consigli utili prima, durante e dopo la vacanza, come tutelarsi, quando e come inviare un reclamo, il caro vacanze. E, nella seconda puntata, affrontare il tema del noleggio a breve e lungo termine, il car sharing. Le buone regole dell’autonoleggio: alla prenotazione, al ritiro ed alla consegna.

Unc Piemonte persegue da sempre una politica di dialogo e ascolto costanti con i media nazionali e del territorio. Con l’obiettivo di creare un virtuoso interscambio grazie a cui monitorare da vicino le esigenze dei consumatori del Nord Ovest, e approntare così per tempo risposte e soluzioni in linea con il diritto e l’attualità delle problematiche che ogni giorno gli utenti segnalano ai nostri sportelli. Ringraziamo tutti gli organi di informazione locali, in particolar modo il ‘Gruppo Primantenna’ per l’opportunità di poter raggiungere in poco tempo, grazie all’efficacia del mezzo televisivo, un amplissimo bacino di telespettatori”, chiosa l’Avvocato Patrizia Polliotto, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori nonché titolare di incarichi al vertice in primarie realtà societarie nazionali, tra le tante, quali il ‘Gruppo San Donato’, ‘NB Aurora’, ‘Reply’, ‘Zucchi’, ‘Compagnia di San Paolo’ e ‘Juventus’.

Per sintonizzarsi sul canale, tutte le info su www.primantenna.tv. Sos consumatori sul sito www.uncpiemonte.it. L’Unc Piemonte risponde dal lunedì al venerdì allo 011 5611800 e via mail all’indirizzo di posta elettronica uncpiemonte@gmail.com.

 

Hanno debuttato i nuovi treni per la Romagna

 Dal 18 giugno ogni sabato e domenica in circolazione i nuovi treni Rock da 600 posti a sedere

Debutto con pienone di passeggeri  sabato 18 giugno, per  i nuovi treni Rock che per tutti i weekend estivi collegheranno il Piemonte alla riviera romagnola con orari di partenza e tempi di viaggio studiati per sfruttare al massimo ogni giorno di vacanza.

Quattro corse – due il sabato e due la domenica – che dal 18 giugno all’11 settembre offriranno ai piemontesi una nuova opportunità di vacanza verso le spiagge di Rimini, Riccione, Misano Adriatico, Cattolica.

La partenza è da Torino Porta Nuova alle ore 6.20 (Asti alle ore 7,01 e Alessandria alle ore 7,21) con fermate intermedie solo a Voghera, Piacenza e Bologna (per consentire da qui un collegamento con l’alta velocità), tempi di percorrenza limitatissimi per arrivare prima dell’ora di pranzo in Riviera e raggiungere Pesaro poco dopo.

Rientri programmati con la medesima logica, in partenza dopo le ore 16, con arrivo a Torino attorno alle 21.00.

I nuovi servizi nascono dalla collaborazione tra le Regioni Emilia-Romagna e Piemonte e saranno effettuati da Trenitalia Tper in cooperazione con la Direzione Regionale Piemonte di Trenitalia.

I nuovi Rock, i primi a circolare in Piemonte da e per la riviera romagnola, potranno offrire fino a 600 posti a sedere e maggiore comfort di bordo, ma anche servizi aggiuntivi quali aree bagagli, più posti per le bici al seguito, postazioni di ricarica per quelle elettriche, prese elettriche e usb al posto e sistemi di sorveglianza live. Viaggiare sul Rock sarà anche più sostenibile, grazie ai consumi ridotti del 30% rispetto a un treno di precedente generazione.