ilTorinese

A casa dei Conti di Bricherasio

Ville e palazzi meno affascinanti e meno importanti? Tutt’altro, quando il Fai chiama, la gente arriva in massa in qualunque sito aperto al pubblico.

Palazzo Ricca di Castelvecchio

Le Giornate Fai dello scorso weekend sono state infatti un autentico successo, ben oltre le aspettative. Come è accaduto nella piccola Bricherasio, nel pinerolese, dove molti visitatori non sono riusciti a entrare nelle ville e nei palazzi aperti per la prima volta dagli stessi proprietari o hanno dovuto attendere alcune ore. La stessa situazione, ho sentito dire sul posto, si è verificata in tanti altri luoghi aperti dal Fai in Piemonte in quei due giorni. Per i proprietari è stata una giornata felice ma di grande impegno dal mattino fino al tardo pomeriggio. Letteralmente colti di sorpresa i volontari del Fai che di solito organizzano in modo ordinato le visite. Questa volta qualcosa è andato storto. Il Fai non ha reso obbligatoria la prenotazione online convinto di non ricevere troppa gente ai cancelli. Il risultato è stato esattamente il contrario, i palazzi da visitare sono stati invasi dai turisti arrivati da ogni parte del Piemonte e molti di loro non sono riusciti ad entrare. Un ottimo segno, la cultura attira sempre e ovunque, ma l’organizzazione è da rivedere. A Bricherasio cancelli e portoni spalancati per due dimore storiche: il Palazzo dei conti Cacherano di Bricherasio e Palazzo Ricca di

palazzo Cacherano di Bricherasio

Castelvecchio, per la prima volta aperti al pubblico. I visitatori sono stati accolti di persona da conti e baroni, un buon inizio di giornata. Il palazzo dei conti Cacherano di Bricherasio, ora dei conti Calleri di Sala, fu costruito alla fine del Seicento nel luogo dove si trovavano le fortificazioni distrutte nel corso dell’assedio del 1594 in cui il borgo di Bricherasio, occupato dai francesi nel 1537, fu riconquistato dai Savoia. Nella seconda metà del Settecento fu abbellito nello stile dominante, il barocco piemontese. Nel palazzo nacque nel 1706 Giovanni Battista Cacherano di Bricherasio, il famoso personaggio che comandò le truppe austro-piemontesi nella battaglia dell’Assietta che il 19 luglio 1747 sconfissero i francesi. Divenne in seguito governatore della Cittadella di Torino e gli fu conferita la Medaglia dell’Ordine dell’Annunziata. Gli ultimi anni della sua vita li trascorse a Bricherasio dove morì nel 1782. E proprio quel giorno, il 19 luglio 1747 all’Assietta nacque l’appellativo dei piemontesi “bogianen”. Tutto infatti risale alla battaglia dell’Assietta quando il generale Cacherano, per rassicurare i suoi superiori in un momento così difficile e cruciale, pare abbia detto: “da sì nojàutri i bogioma nen”, noi da qui non ci muoviamo! L’esercito austro-piemontese, nonostante il numero inferiore di combattenti, vinse incredibilmente la battaglia e da quel momento i soldati piemontesi furono soprannominati “bogianen”. Per oltre due secoli il palazzo dei conti Cacherano è stato una residenza nobiliare e nel dopoguerra divenne una dimora estiva circondata da uno splendido parco di quattro ettari, reso ancora più incantevole dai colori autunnali. Gli ultimi discendenti della famiglia furono il conte Emanuele Cacherano di Bricherasio, tra i fondatori della Fiat, e la sorella Sofia, pittrice e mecenate che trasformò il castello di Miradolo e Palazzo Bricherasio a Torino in salotti culturali frequentati dal pittore piemontese Delleani, dallo scultore Bistolfi e da Edmondo De Amicis. Nella stessa via Vittorio Emanuele II, a pochi passi da Palazzo Cacherano, si trova l’altra dimora storica aperta per la prima volta ai visitatori, Palazzo Ricca di Castelvecchio, edificato nel Seicento, oggi di proprietà della famiglia dei baroni Andreis.

Filippo Re

Prima settimana da record per la mostra dedicata a Doisneau

A CAMERA uno dei maestri della fotografia del Novecento

  

Torino, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia

Fino al 14 febbraio 2023 | Aperta tutti i giorni

 

 

Visitabile da martedì 11 ottobre, la mostra “Robert Doisneau”, esposta a CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, ha richiamato, nella prima settimana, un pubblico record registrando oltre 4.000 presenze!

Aperta tutti i giorni fino al 14 febbraio 2023, l’esposizione presenta oltre 130 fotografie dell’autore francese in un percorso che comprende le sue immagini più iconiche insieme a scatti meno noti ma altrettanto straordinari, selezionati fra gli oltre 450.000 negativi di cui si compone il suo archivio.

Il suo sguardo, assolutamente personale e talmente lucido da toccare corde universali, gli ha garantito un posto d’onore nella storia della fotografia del XX secolo: Robert Doisneau è considerato, insieme a Henri Cartier-Bresson, uno dei padri della fotografia umanista francese e del fotogiornalismo di strada. Catturando con l’obiettivo la vita quotidiana degli uomini, delle donne e dei bambini di Parigi, Robert Doisneau ha saputo raccontare con grande libertà espressiva le azioni e i gesti, i desideri e le emozioni di una società in trasformazione, restituendoci un ritratto sorprendente dell’umanità del Dopoguerra.

A partire dalla sua fotografia più conosciuta – che ritrae il bacio di una giovane coppia indifferente alla folla dei passanti e al traffico della place de l’Hôtel de Ville di Parigi – l’esposizione ne racconta la carriera attraverso i temi ricorrenti da lui affrontati in più di cinquant’anni con la fotocamera sempre pronta a scattare.

Curata da Gabriel Bauret e promossa da CAMERA, Silvana Editoriale e Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la mostra è una grande antologica dedicata ad uno dei più famosi fotografi del Novecento ed è accompagnata dal catalogo “Robert Doisneau”, edito da Silvana Editoriale.

La proposta di mostra si arricchisce di un fitto programma di incontri aperti al pubblico, “I Giovedì in CAMERA”, di visite guidate per adulti e bambini, di attività per le scuole di ogni ordine e grado e, per la prima volta, di un percorso dedicato alle persone ipovedenti e non vedenti che comprende disegni a rilievo e relative audiodescrizioni.

 

Per maggiori informazioni: www.camera.to

A Villa Lascaris, la cucina piemontese incontra l’Africa

AGGIUNGI UN MONDO A TAVOLA

Primo appuntamento, giovedì 20 ottobre 2022 dalle 19.00 alle 21.00

TRAMEZZINI E AMOUSE BOUCHE

Tornano gli incontri dedicati alla tavola e al piacere di stare insieme a Villa Lascaris – casa di spiritualità e cultura dell’Arcidiocesi di Torino.

 

Un proverbio africano recita: “è viaggiando che si trova la saggezza”. Tra ottobre e novembre, in tre appuntamenti che mescoleranno ricette e mondi, chiacchiere e degustazioni golose, si partirà per un viaggio che unisce mondi lontani e nuovi sapori.

 

AGGIUNGI UN MONDO A TAVOLA – Il Piemonte incontra l’Africa

 

Ispirati al teranga senegalese, parola intraducibile in italiano che racconta di ospitalità e gioia profonda nella condivisione, e condotti da Paola Uberti, comunicatrice enogastronomica, tre serate dedicate alla fusione e allo scambio tra le cucine di Africa e Piemonte, per gustare il piacere di regalare un po’ di noi agli altri, attraverso quel mezzo potente di comunione che è il cibo, sperimentando e aprendosi a nuove prospettive e visioni, anche a tavola. E allora largo a spezie, couscous, frutta esotica, caffè e molte altre squisitezze, che abbracceranno alcuni tra i capisaldi della cucina piemontese durante incontri interattivi in cui i partecipanti saranno coinvolti per aumentare il senso di calore, convivio e scambio.

 

Giovedì 20 ottobre dalle 19.00 alle 21.00
TRAMEZZINI E AMOUSE BOUCHE, DA TORINO ALLA SAVANA

 

Si partirà con i tramezzini, simbolo della gastronomia torinese, alimento informale che può essere assaporato seduti in un elegante caffè così come su una coperta arruffata su un prato. Da soli per un pasto veloce, certo, ma è noto a tutti quanto sia piacevole lasciarsi conquistare dalla morbidezza dei panini sabaudi chiacchierando con qualcuno, si tratti dell’amica o dell’amico di una vita o di una persona appena conosciuta, specie se arricchiti da ingredienti sorprendenti e combinazioni armoniose nelle differenze, come una farcia di ceci e menta di Pancalieri oppure di peperoni di Carmagnola impreziositi da spezie come cumino, curcuma e zenzero.

 

Tra show cooking e degustazioni, un’ora e mezza diversa, da trascorrere insieme per conoscere nuovi mondi, nuovi sapori, nuove persone.

 

Per partecipare ad Aggiungi un mondo a tavola, al costo di € 13.00 per incontro, è indispensabile la prenotazione via mail a eventi@villalascaris.it

 

I prossimi appuntamenti di Aggiungi un mondo a tavola – il Piemonte incontra l’Africa

Giovedì 3 novembre – Caffè, cacao e spezie
Giovedì 17 novembre – In viaggio tra couscous e polenta

Rivoli: diagnosi senologica, tariffe scontate

PER LE CITTADINE RIVOLESI

Nell’ottica di voler stimolare la cittadinanza a sottoporsi ad esami diagnostici approfonditi ed essere di fianco alle donne nei percorsi di prevenzione,  l’Ufficio Pari Opportunità ha contattato strutture sul territorio dotate di mammografo e/o ecografo, e concordato di offrire alle cittadine rivolesi, per un periodo stabilito, il pacchetto di diagnostica senologica (mammografia digitale con tomosintesi, ecotomografia mammaria e visita senologica) con una tariffa scontata. I due centri che hanno aderito sono:

– il gruppo Affidea/C.D.C., sede di corso Francia n. 10 con riduzione da utilizzare a partire da lunedì 17 ottobre fino al 31 gennaio 2023;

– il gruppo Examina, sede di via Pavia n. 11/b con riduzione da utilizzare a partire da lunedì 17 ottobre fino al 30 novembre 2022 .

E’ possibile usufruire dello sconto scaricando il voucher relativo al Centro Medico prescelto, sul sito www.comune.rivoli.to.it

Per prenotare la visita è possibile recarsi personalmente presso le sedi indicate oppure scrivere all’ indirizzo e-mail pariopportunita@comune.rivoli.to.it per essere contattati.

“Festa dell’Agricoltura” nelle Dimore storiche

Anga e ADSI insieme 

 

 

Al Castello di Alluvioni Piovera in provincia di Alessandria, si è svolta la prima “Festa dell’Agricoltura” organizzata dai Giovani di Confagricoltura – Anga e l’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI).

A tagliare il nastro dell’evento, oltre ai padroni di casa Alessandro Calvi di Bergolo consigliere di Anga nazionale (il castello è di proprietà della famiglia Calvi di Bergolo dal 1957) e rappresentante dell’ADSI della provincia di Alessandria, gli Assessori regionali  all’Agricoltura Marco Protopapa e al turismo Vittoria Poggio, la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Maria Sacco, il direttore Cristina Bagnasco, il presidente di Anga Piemonte Luigi Saviolo, il direttore di Confagricoltura Piemonte Lella Bassignana e le autorità del territorio.

 

Grande affluenza da parte del pubblico che ha visitato il castello, aperto per l’occasione, e ha potuto degustare i prodotti tipici del territorio offerti dalla Pro Loco.

Agricoltura e cultura si abbracciano indissolubilmente e da sempre contribuiscono al mantenimento del paesaggio rurale e all’ambiente in maniera sostenibile” ha affermato la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Maria Sacco – “con lungimiranza, per fare in modo che le generazioni future possano godere dei frutti della terra e consultare la memoria“.

Stiamo creando un gruppo di giovani imprenditori che, mossi dai valori della terra” ha concluso il direttore di Confagricoltura Piemonte Lella Bassignana “porteranno avanti con professionalità ed entusiasmo i valori per cui l’Italia non è solo un Paese di prodotti agroalimentari di qualità, ma anche di territori da valorizzare, da far conoscere alle future generazioni e ai cittadini attraverso il turismo enogastronomico”.

Auspichiamo che le autorità competenti tengano in considerazione quanto di buono stanno facendo gli under 40 della nostra Regione” e conclude Bassignana “che possano incentivare il ricambio generazionale in azienda con misure a loro riservate nel prossimo PSR, favorendone gli insediamenti”.

L’appuntamento con la Festa dell’agricoltura è per il 2023 ma gli eventi nelle dimore storiche proseguono per tutto l’anno.

“POP, la politica che serve”

L’Arcidiocesi di Torino, Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro, promuove l’iniziativa 

 

L’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro dell’Arcidiocesi di Torino ha istituito un calendario della Scuola di Politica.

Gli incontri prendono il titolo di “Scuola di Pop. La Politica che serve”.

La formazione risulta suddivisa in tre aree, la prima delle quali è incentrata sulla persona impegnata in politica e sul coltivare le interiorità.

Quali valori e quale spiritualità per chi si prende cura del bene comune?

Questa la sintesi di una serie di incontri, il primo dei quali è stato aperto a chiunque desiderasse partecipare, anche non iscritto alla Scuola di POP.

Il programma della scuola è stato presentato dal direttore dell’Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro, Alessandro Svaluto Ferro.

Al primo incontro, avvenuto sabato 8 ottobre scorso, sono intervenuti il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, Giampiero Leo,coordinatore della Commissione “Attività istituzionale. Arte e cultura e Welfare” della Fondazione CRT, monsignor Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, e Marta Margotti, docente presso l’Università degli Studi di Torino. La riflessione biblica è stata condotta dalla teologa Laura Verrani.

Il secondo incontro è in programma sabato 29 ottobre, dalle 9 alle 12, sul tema della “Visione cristiana della persona e della società come riferimento e proposta per l’impegno politico”, un dialogo con il teologo Paolo Mirabella. Seguirà sabato 26 novembre il dialogo con Luciano Manicardi della Comunità di Bose, sul tema della passione per la politica, il senso, le motivazioni e la dimensione spirituale.

Sabato 17 dicembre prossimo l’appuntamento verterà sulla politica e il messaggio sociale della Chiesa, in dialogo con Eros Monti, docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. L’ultimo incontro  della prima area, previsto per sabato 14 gennaio prossimo, riguarderà una serie di testimonianze e il laboratorio a cura di POP, sul tema “Quali virtù coltivare per sostenere l’impegno politico”.

La seconda area riguarda la politica, il contesto dell’impegno e prenderà  avvio lunedì 7 novembre prossimo, dalle 20.45 alle 22.45, sul tema della democrazia come un bene da coltivare, un dialogo con il sociologo Roberto Santoro. Lunedì 14 novembre prossimo sarà la volta del tema su “Il costituzionalismo e la Costituzione Italiana”, in dialogo con Anna Maria Poggi, docente di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Torino.

Il 23 gennaio prossimo, gli incontri proseguiranno sul tema degli enti locali, normative, competenze e funzioni,  un dialogo con Marco Orlando, direttore ANCI Piemonte.

La terza area sarà riservata alla tematica delle “Politiche, programmi e interventi” e su come esercitare l’arte dell’amministrazione nelle vita quotidiana delle persone e della comunità.

Il primo di questi incontri sarà rappresentato da un dialogo con Marco D’Acri, dirigente del Comune di Beinasco, in programma lunedì 20 marzo prossimo, dalle 20.45 alle 22.45.

L’incontro conclusivo del percorso sarà in programma sabato 17 giugno 2023, dalle 9 alle 12, sul tema della “Teoria e prassi della giustizia”. Sarà un incontro che verterà su un dialogo con Valentina Pazè, docente all’Università di Torino, il teologo don Pier Davide Guenzi, e la vicesindaca di Torino Michela Favaro.

Le conclusioni saranno affidate a Alessandro Svaluto Ferro, direttore UPSL.

Sono possibili come iscrizione due differenti scelte e opzioni, o l’iscrizione all’intero percorso formativo o la partecipazione a due aree, di cui una obbligatoria e una a scelta.

Luoghi della formazione saranno la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, in via XX settembre 83, per l’area 1, per l’area 2 presso il Centro Pastorale Giovanile di Viale Thovez, e per l’area 3 la Sala Artigianelli in corso Palestro 14.

MARA MARTELLOTTA

Il maestro Fabio Luisi dirige l’Orchestra RAI nell’inaugurazione della stagione con la “Resurrezione” di Mahler

Più di 180 musicisti saranno coinvolti nel concerto inauguraledella stagione dell’Orchestra RAI mercoledì 19 ottobre prossimo.Verrà eseguita l’opera sinfonico-corale simbolo della spiritualità trionfatrice sulla morte, la Resurrezione di Gustav Mahler, che vede protagonista l’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino e il suo direttore emerito Fabio Luisi. Sul palco anche il Coro del Teatro Regio di Torino diretto da Andrea Secchi e le voci soliste delle soprano Valentina Farcas e del contralto Wiebke Lehmkuhl.

La pagina di Mahler è particolarmente significativa per la recente storia della RAI di Torino, essendo stata eseguita già nel gennaio 2006 sotto la bacchetta di Raphael Fruhbeck di Burgos, per la riapertura dell’Auditorium RAI dopo otto anni di restauri. Negli anni successivi fu riproposta nel marzo 2014 da Jurai Valcuha e nel gennaio del 2020 da James Conlon, entrambi direttori principali della compagine.

La sinfonia, che coinvolge più di 110 strumentisti sul palco, cui si aggiungono settanta voci e due cantanti soliste, rappresenta un ritorno alla normalità di una grande orchestra come quella della RAI, dopo la programmazione a ranghi ridotti resasi necessaria a causa della pandemia.

La Seconda sinfonia è stata composta tra il 1888 e il 1894 quando Mahler era direttore del Teatro dell’Opera di Budapest e Amburgo e costituisce il lavoro che ha richiesto al compositore il tempo di gestazione più lungo. L’opera risulta, infatti, un grandioso monumento corale, iniziato da un ragazzo di 28 anni e terminatosei anni dopo da un uomo di trentaquattro, già affermato.

Mahler aveva raggiunto la consapevolezza del suo crescente ruolo come direttore d’orchestra, ruolo capace di conferirgli una autorità decisamente nuova.

I primi tre movimenti furono diretti dallo stesso compositore il 4 marzo 1895 a Berlino, senza particolare successo. La prima esecuzione integrale, il 13 dicembre dello stesso anno, a Berlino decretò un immenso successo di pubblico, dovuto all’aggiunta del Lied per contralto.

La serata inaugurale in programma all’Auditorium  RAI ha fatto registrare il tutto esaurito e il concerto sarà poi  proposto anche al teatro Nuovo Giovanni da Udine, venerdì  21 ottobre prossimo, in occasione del 25esimo anniversario della costruzione del teatro principale del capoluogo friulano.

La Sinfonia n. 2 in do minore per soli Coro e Orchestra, nota con il titolo di “Resurrezione”, fu scritta nello stesso periodo della Prima Sinfonia, tra il 1888 e il 1894.

La risoluzione di Mahler di completare la Sinfonia testimonia una sensibilità non lontana dalla volontà di riaffermazione contenuta nell’eterno ritorno di Nietzsche. Raramente la musica ha tentato, con più pathos, di superare se stessa e Mahler, per la prima esecuzione berlinese del 1896, cedendo alle insistenze del giovane critico e compositore Max Maschalk, stese un programma propedeutico all’ascolto della Seconda Sinfonia. L’esordio dell’opera è dominato da scabri frammenti della scala in do minore, che paiono quasi “arrampicarsi” su qualcosa che li respinge. La vitalità cupa dei bassi non si interrompe nel momento in cui legni e ottoni espongono un loro movimento di marcia. L’atmosfera tragica è allontanata dalla cantabilità degli archi, che deriva da Lieder coevi.

In origine la seconda Sinfonia era stata pensata quale conclusione della Prima Sinfonia in Re maggiore, del marzo 1888. La pagina sarebbe stata completata provvisoriamente e dotata di un titolo a se stante, “Totenfeir”, ovvero rito funebre, modellato sull’esempio del poema sinfonico. Il Totenfeier avrebbe trovato un seguito soltanto nel 1893. Proprio nella metà  di quell’anno l’opera non riusciva a progredire, in attesa di essere conclusa. Lo stesso Mahler intuiva che, in una forma di grandi proporzioni, con l’impiego di un’orchestra colossale, spettasse alla parola redentriceil compito di completare l’idea musicale, che arrivò nel 1894, quando il compositore assistette, alla fine del marzo 1894, alla cerimonia funebre in onore di Hans con Bulow, direttore d’orchestra appena scomparso, che aiutò molto Mahler nel periodo di Amburgo.

Dopo la celebre cerimonia funebre del primo movimento, anche chiamato Totenfeir”, Mahler voleva uno stacco di alcuni minuti per segnare il polo negativo da cui risalire per approdare alla Resurrezione celebrata nel finale.

La prima tappa è rappresentata dal secondo movimento, la cui dolcezza fa pensare alla frase di Adorno, derivata dal DocktorFaustus di Mann, in cui si afferma che “la musica di Mahler accarezza esternamente i capelli a quanto si rivolge”. Il terzo movimento ha funzione di Scherzo e si fonda sulla melodia di un Lied composto in precedenza, “La predica di Sant’Antonio ai pesci”, ricavata da una celebre raccolta di canti popolari. In questo movimento, di grande impatto emotivo, l’affiorare e l’inabissarsi dei pesci dà origine a una ronda sinistra in seguito all’entrata in scena di oboe, clarinetto e timpani.

L’entrata del Coro è preparata da una calma piena di promesse. Ritornano i richiami, in lontananza, dei corni, prolungati dagli interventi dei flauti. Quando la voce della natura, simile a una voce di uccello, si è spenta, sorge la voce umana con le parole dell’idea di Klopstock.

Mahler ancora una volta in questa Sinfonia ha dato prova di essere un profondo innovatore della forma sinfonica, portando, con le sue opere, il sistema tonale a esprimere al massimo le proprie possibilità.

La stagione dell’Orchestra Sinfonica della RAI è in programmamercoledì 19 ottobre alle 20.

Replica giovedì 20 ottobre prossimo, sempre all’Auditorium RAI, alle 20.30

MARA MARTELLOTTA

 

Auditorium RAI Arturo Toscanini di Torino

Piazza Rossaro

Tel 011/ 8104653

biglietteria.osn@rai.it

Pestato a sangue muore dopo due giorni di agonia

Ieri avrebbe compiuto 35 anni un uomo che è morto dopo essere stato picchiato tre giorni fa vicino alla  stazione ferroviaria di Casale Monferrato. La vittima era di Trino, e aveva raccontato ai sanitari dell’ospedale di essere stato aggredito e picchiato violentemente. Aveva perso conoscenza e per due giorni è rimasto nel reparto di Rianimazione. Poi  le sue condizioni si sono aggravate, fino alla morte. I carabinieri stanno esaminando i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona per definire i contorni di una vicenda ancora poco chiara.
NOTIZIE DAL PIEMONTE (Foto di repertorio)

Intelligenza artificiale per prevedere chi avrà aritmie

Dopo un intervento di ablazione della fibrillazione atriale, presso l’ospedale Molinette di Torino

Grazie all’Intelligenza artificiale ora si potrà prevedere chi avrà ancora aritmie dopo un intervento di ablazione della fibrillazione atriale. Una applicazione innovativa dell’IA in campo medico da parte della Cardiologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Gaetano Maria De Ferrari).
E’ stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale di aritmologia, Europace, il primo studio al mondo che utilizza con successo l’intelligenza artificiale per prevedere chi avrà ancora aritmie dopo un intervento di ablazione della fibrillazione atriale e chi no.
La fibrillazione atriale è la più comune aritmia cardiaca, la cui frequenza continua ad aumentare; colpisce una persona ogni 20 a 60 anni ed una ogni 10 dopo i 70 anni. Oltre ai farmaci, sempre più spesso si propone oggi un intervento di ablazione per curare l’aritmia.
L’ablazione transcatetere è un intervento eseguito attraverso l’inguine del paziente (passando dalle vene femorali), che permette di applicare energia (radiofrequenza) per bruciare la porzione di cuore (atrio sinistro) dalla quale la aritmia si genera. Non sempre però l’ablazione abolisce efficacemente l’aritmia, in particolare in pazienti con cuore “affaticato” (dilatazione dell’atrio sinistro) o con aritmie di lunga data. Prevedere la probabilità di successo dell’intervento consentirebbe di eseguire la procedura nei candidati con ottima probabilità di successo ed evitare invece l’intervento in quelli in cui la previsione di successo sia bassa.
Purtroppo non esistono al momento metodi affidabili per prevedere il successo dell’ablazione. Per questo i cardiologi dell’ospedale Molinette hanno pensato di rivolgersi all’Intelligenza artificiale, uno strumento che in campo sanitario sta dimostrando di poter efficacemente aiutare il medico nella scelta della strategia migliore per il paziente.
E’ stato così sviluppato, grazie all’intelligenza artificiale, un sistema per predire le recidive di aritmia dopo un intervento di ablazione. Il sistema è stato creato utilizzando il più grosso registro multicentrico europeo di ablazioni della Società Europea di Cardiologia (ESC-EORP). Inserendo le caratteristiche specifiche del singolo paziente, il calcolatore (AFA-Recur), che, grazie al supporto del Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino (professor Marco Beccuti e professor Marco Aldinucci), risulta liberamente accessibile online (http://afarec.hpc4ai.unito.it/), è in grado di prevedere la probabilità di avere ancora aritmie dopo la procedura.
“Siamo estremamente soddisfatti di questo importante risultato. Ringraziamo la Società Europea di Cardiologia e tutti i colleghi dei Centri aritmologici europei coinvolti, con i quali abbiamo collaborato in questi lunghi mesi di lavoro” dice Matteo Anselmino, aritmologo dell’ospedale Molinette e professore associato presso il Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino, nonché coordinatore dello studio.
“L’intelligenza artificiale ed il machine learning hanno il potenziale di rivoluzionare la normale pratica clinica, affiancando il medico a vari livelli dell’iter diagnostico – terapeutico. Ci auguriamo che questo strumento possa permettere ai cardiologi, che ogni giorno trattano numerosi pazienti affetti da fibrillazione atriale, di poter ulteriormente adattare le proprie strategie terapeutiche alle specifiche peculiarità di ogni singolo paziente” afferma il dottor Andrea Saglietto, progettista del sistema e studente del Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale (Area Salute e Scienza della Vita).

Rischio alluvioni, nuovi fondi dalla Regione

Nuovi interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico e per rendere funzionali le infrastrutture pubbliche danneggiate sono stati ottenuti, informa la Giunta regionale, grazie al  lavoro degli uffici regionali dell’Assessorato alle Opere Pubbliche con il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale.

Sono 605.000 euro per la provincia di Torino (Comuni e Città Metropolitana), su un totale di 6,5 milioni.

L’ordinanza è stata firmata dal Presidente della Regione Alberto Cirio come Commissario delegato per il superamento dell’emergenza.

“Sono passati molti mesi da quel disastroso ottobre, ma non abbiamo smesso di articolare le nostre richieste e oggi possiamo disporre di questi ulteriori stanziamenti che ci consentono di realizzare oltre 90 interventi in favore di comuni e consorzi di bonifica”- affermano il Presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla difesa del suolo Marco Gabusi. In complesso, con gli stanziamenti precedenti, arriviamo ad oltre 150 milioni di euro per i territori devastati dall’alluvione il 2 ed il 3 ottobre 2020”.