ilTorinese

Ultima spiaggia! Benfica-Juventus

Martedì 25 ottobre ore 21

Champions League gironi di qualificazione
Quinta giornata (penultima)

Per i bianconeri di Allegri,in ripresa nel  campionato dopo le due vittorie di fila contro Torino ed Empoli, la gara contro i portoghesi del Benfica rappresenta l’ultima spiaggia per continuare a sperare di qualificarsi agli ottavi di finale. Dopo 4 giornate, infatti, la Juve ha solamente 3 punti ed è a -5 dalla coppia di testa formata da PSG e Benfica. Solo un successo contro i portoghesi consentirebbe ai bianconeri di giocarsi tutto in casa contro il PSG nella sesta e ultima giornata del girone.
Siamo ai limiti dell’impossibile ma si sa l “Vecchia Signora” ha abituato il suo popolo alle imprese.

Formazioni
BENFICA (4-2-3-1) – Vlachodimos; Bah, Silva, Otamendi, Grimaldo; Florentino, Fernandez; David Neres, Rafa Silva, Joao Mario; Gonçalo Ramos. All.: Schmidt.

JUVENTUS (3-5-2) – Szczesny; Danilo, Bonucci, Alex Sandro; Cuadrado, McKennie, Locatelli, Rabiot, Kostic; Milik, Vlahovic. All.: Allegri.

Enzo Grassano

In funivia da Castelnuovo don Bosco ad Albugnano

Udite, udite, astigiani e torinesi.

Si chiamano Funi-bike e Green bike, il primo è una funivia che salirà in otto minuti da Castelnuovo don Bosco all’Abbazia di Albugnano, il secondo è una pista ciclabile di oltre trenta chilometri in mezzo al verde dei campi che collegherà Chieri e Albugnano. Andiamoci piano, per ora è tutto soltanto sulla carta. Per il momento si tratta di due ambiziosi progetti, stile Trentino e Veneto, che potrebbero rilanciare e rivoluzionare il turismo di questa parte del Monferrato tra le prime colline dell’Astigiano e quelle torinesi. Se ne è parlato in un convegno nelle sale della nuova Enoteca Regionale dell’Albugnano. Si tratta di due studi dell’architetto Alberto Sotillo, e quello, senz’altro più ardito e anche un po’ visionario, riguarda la costruzione della “Funibike di Asti” per collegare in otto minuti Castelnuovo Don Bosco con la storica Abbazia di Vezzolano.
Si partirebbe dal centro di Castelnuovo per arrivare ad Albugnano, a quota 530 metri. Quattro cabine, due per ogni ramo di fune, in ogni cabina 10 persone e 8 biciclette. Costo dell’opera: 10-12 milioni di euro da finanziare con un bando dell’Unione Europea per la mobilità sostenibile. Quattro chilometri di tragitto su fune e due piloni di sostegno. Il costo stimato va da 10 a 12 milioni di euro che, secondo il progettista di origine venezuelana Sotillo, che, guarda caso, abita proprio ad Albugnano, una delle località più panoramiche di tutto il Monferrato, sono reperibili dai bandi regionali per lo sviluppo del turismo e del territorio. Molti operatori del turismo sono favorevoli al progetto che un giorno potrebbe diventare realtà ma non mancano alcune perplessità. Altro discorso è invece il progetto della ciclopista, questo sì, realizzabile nel medio periodo. Si tratta di una ciclovia che unisce i comuni di Chieri, Riva presso Chieri, Buttigliera d’Asti, Castelnuovo Don Bosco, Pino d’Asti , Albugnano e l’Abbazia di Vezzolano. Il percorso partirebbe dalla stazione di Chieri e si snoderebbe interamente nel verde, lungo sentieri e strade sterrate, realizzando alcune passerelle sopraelevate per evitare le statali più caotiche che sono spesso un pericolo per i ciclisti. Lungo il percorso della ciclovia sarà possibile ricaricare le bici elettriche, rifornirsi d’acqua e chiamare i soccorsi, se necessario. Ora tocca al Comune. Gli studi, eseguiti da un gruppo di professionisti guidati dall’architetto Sotillo, sono al vaglio dei tecnici dell’Amministrazione di Albugnano. Si aprirà presto un dibattito con i sindaci e gli operatori del turismo e del commercio presenti sul territorio.
Filippo Re

“Caro Sindaco, ti scrivo” Ad un anno dalle elezioni Iannò scrive a Lo Russo 

Caro Sindaco ti scrivo, non in qualità di consigliere dell’opposizione, ma come cittadino che vive quotidianamente sulla propria pelle le difficoltà di una grande città come Torino.

 

E’ trascorso un anno dal tuo insediamento, 27 ottobre 2021 ed è arrivato il momento di fare il bilancio, visto che i quotidiani locali stanno elogiando e celebrando il tuo operato.

 

Siccome ho l’abitudine di informarmi e verificare le notizie, sono andato a leggermi il tuo programma elettorale di 31 pagine, punto per punto e affermavi che Torino sarebbe dovuta diventare: grande, forte e unita, ne sei sicuro?

Eppure la percezione dei torinesi non è così positiva.

In molti si chiedono se esista un sindaco, altri quasi rimpiangono la Appendino e per tanti c’è il vuoto. Anche i simpatizzanti della tua area politica sembrano tutt’altro che soddisfatti.

Tante belle parole e promesse, ma ad un anno dalla tua elezione ben poco.

 

Gli eventi, di cui ogni tanto ti vanti, sono il frutto della precedente Giunta e nulla di nuovo appare all’orizzonte, per incrementare il turismo.

 

Le periferie dove hai fatto tanta campagna elettorale sono abbandonate a se stesse, basta vedere lo stato dell’arte della manutenzione del verde e delle strade, il degrado avanza.

Per non parlare della violenza, che attanaglia quartieri “multietnici” già tanto provati e si sta espandendo a macchia di leopardo nei quartieri periferici, già disagiati.

 

Cosa dire del tuo atteggiamento un pizzico altezzoso in Consiglio comunale, quando si chiede di intervenire, come nel caso di occupazioni abusive?

Sembrano sempre problemi da sottovalutare e l’opposizione perde tempo a fartelo notare.

 

In città sta crescendo il disagio, la povertà e la violenza e dopo due anni di pandemia si è aggiunto il caro energia elettrica e il costo della vita ha raggiunto aumenti esponenziali, è il momento di uscire dal palazzo, caro Sindaco.

 

In un anno, come opposizione, ho presentato oltre 100 interpellanze legate a varie tematiche e una decina di mozioni e seguo le criticità delle circoscrizioni.

 

Arrivano tante segnalazioni grandi e piccole, che servono da grimaldello per spronare l’Amministrazione a fare meglio e ammetto che ogni tanto (non sempre) cercate di risolvere i problemi.

 

Ma in un anno di attività della Giunta, non si è visto nulla di concreto. Manca un programma di ampio respiro con azioni e strategie per ridare un nuovo impulso ad una città in decadenza, indebitata e senza prospettive di crescita economica e turistica.

 

Tutto quello che si è vissuto finora, Atp Finals, Eurovision ed altro, sono eventi messi in campo dalla precedente Amministrazione e i tanto sbandierati fondi del PNRR a cosa serviranno? Non si sa!

Il Primo cittadino è stato bravo a colpire il portafoglio dei torinesi con l’aumento di Irpef e Tari.

 

Se poi vogliamo toccare un argomento, che appare quasi quotidianamente sui giornali, l’anagrafe, troviamo una situazione a dir poco catastrofica.

Ogni giorno le anagrafi vengono prese d’assalto con lunghe code, ritardi impressionanti per il rinnovo delle carte d’identità, tempi biblici per il cambio di residenza e anche per chi rimane, dopo esser passati a miglior vita, è un’odissea richiedere un certificato di morte. Un’organizzazione poco degna di un paese che si reputa civile.

 

Altra nota dolente, il sistema dei trasporti e la viabilità.

Si parla di limitare il trasporto pubblico, per il costo di gestione e proprio in questi giorni è arrivata addirittura  la notizia di tagliare, sempre per risparmiare, alcune stazioni della futura Metro 2. Ancora non è partito il cantiere e già si parla di eliminare stazioni, ovviamente a farne le spese dovrebbero essere le periferie.

Cosa dire del sociale? Non pervenuto.

L’inverno scorso sono venuti alla ribalta i senza tetto che hanno “preso residenza”, nel centro della città.

L’unico provvedimento tampone è stato il posizionamento di un tendopoli di fronte al Duomo. Anche qua si è tanto parlato, siamo alle porte dell’inverno e di progettualità non se ne vede l’ombra.

 

Come accennavo prima, della sicurezza neppure a parlarne, è sempre buona cosa scaricare questo compito al Tavolo sulla sicurezza in Prefettura, quasi non fosse un compito del Sindaco tutelare i propri cittadini.

 

Dulcis in fundo, la viabilità con cantieri che ci sono sulla carta e non partono mai perchè le gare vanno deserte e altri che iniziano e non si sa quando si concluderanno. O meglio ancora, creare il caos in intere zone della città con cantieri che non sono stati coordinati a dovere. Per non toccare l’argomento piste ciclabili, che vanno a complicare ulteriormente la viabilità.

 

Dimenticavo, infine, i famosi fondi del “Patto per Torino” celebrati e osannati con la firma dell’ex premier Draghi, ah già sono stati utilizzati per coprire i buchi di bilancio del Comune.

 

Caro Sindaco, #Torinoèlamiacittà, ma non rimarrò a guardare, sarà sempre mia cura farti notare tutto ciò che non funziona, al contrario se vorrai accettare qualche suggerimento e metterai in cantiere ottimi propositi, sarà mia cura complimentarmi.

 

Ci sono ancora quattro anni per lavorare, diamoci da fare!

 

Torino, 24 ottobre 2022

 

Giuseppe IANNO’

Gruppo Misto di Minoranza

Ruffino (Azione): “dopo Meloni si rifletta sulle quote rosa”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):

È vero, come si dice con un’immagine abusata: Giorgia Meloni ha rotto il soffitto di cristallo ma le schegge ricadono su tutti, a destra come a sinistra. Sarà giunto il momento di riflettere sull’utilità delle quote rosa? Meloni è entrata a palazzo Chigi chiedendo e ottenendo il permesso degli elettori e con questo ha schivato i mille ostacoli messi sulla sua strada, da alleati o da avversari. La sua determinazione e la sua tenacia hanno avuto ragione. Con le quote rose chi avrebbe stabilito il diritto di Meloni a diventare presidente del Consiglio? Domanda legittima e temo senza risposta.

“Spero che si torni alle cose semplici”

Music Tales, la rubrica musicale 

È il suono della pioggia che scende quando ti addormenti

È la chiamata di un amico che ami, ma che non riesci mai a vedere

Tutto il tempo che puoi sprecare cercando di inseguire ciò di cui non avrai mai bisogno

“Spero che si torni alle cose semplici”

Quando mi chiedono come mai non considero cantanti certe pop stars, rispondo allegando dei link di voci che, oggettivamente, possono essere solo incantevoli da ascoltare (non vogliatemene per la presunzione di essere dotata di un buon gusto musicale n.d.r.).

L’America ci ha regalato Teddy Swims (vero nome Jaten Dimsdale) noto per la fusione di generi tra cui R&B, soul, country e pop.

Il ragazzo (30 anni eh) ha cominciato attirando i fan attraverso le sue cover sul suo canale YouTube, che ha accumulato 400 milioni di visualizzazioni nel 2022, Swims ha pubblicato il suo singolo di debutto per una major nel gennaio 2020 e, da allora, ha pubblicato due EP , “Unlearning” e “Tough Love” .

Suo padre lo ha introdotto alla musica soul in tenera età attraverso artisti come Marvin Gaye , Stevie Wonder e Al Green.

La famiglia di Swims era appassionata di calcio e lui giocava da dieci anni quando uno dei suoi insegnanti suggerì di iscriversi a un corso di teatro musicale nel suo secondo anno alla Salem High School .

Swims ha scoperto la sua passione per lo spettacolo attraverso la sua esperienza teatrale al liceo, dove si è esibito in numerosi musical e opere di Shakespeare .

]Ha iniziato a suonare strumenti, inclusi pianoforte e ukulele , e ha guardato i video di cantanti su YouTube per aiutare a sviluppare la sua tecnica vocale.

Mi permetto di dire he avrebbe guadagnato di più come calciatore ma Dio grazie che abbia deciso di dirottare la barca sulla musica.

All’inizio del 2019, l’amico di Swims, Addy Maxwell, lo ha invitato a rappare su alcuni ritmi che aveva realizzato, il che è valso alla coppia un posto di apertura in un tour negli Stati Uniti con Tyler Carter .In questo tour iniziò ad esibirsi sotto il nome di Teddy Swims, riferendosi a un soprannome della sua infanzia che faceva riferimento alla sua taglia, e un acronimo di lingua Internet per “qualcuno che a volte non sono me“, riferendosi all’idea di integrare le diverse parti della sua personalità.

Un invito, il brano, al ritorno alle cose semplici che, mai come in quest’epoca, sarebbe necessario.

Un invito a concentrarsi sugli affetti, sulla natura, sui doni che ci appartengono e che spesso sottovalutiamo o diamo addirittura per scontati.

Un invito a non cercare di possedere cose ma a guardare ciò che già abbiamo.

Si sa ancora poco di Teddy ma una cosa è certa: la sua voce lo fa cosi bello da dimenticarsi qualche chilo e qualche tatuaggio, forse, per qualcuno, di troppo.

“La semplicità e la verità sono le solecose che contano veramente. Vengono da dentro. Non si può fingere.”
AUDREY HEPBURN
 
 
 
Aspetto di sapere come è stato questo ascolto, che per me vale un sorriso a 68 denti, semmai fosse possibile.

Chiara De Carlo

Teddy Swims – Simple Things (Vocal Booth Performance)

 

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Lago d’Orta: nuovi campionamenti per le microplastiche

 

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Circolo Legambiente “Gli Amici del Lago”, ENEA, ARPA Piemonte promuovono una nuova sessione di monitoraggio delle acque del Lago d’Orta. Oggetto dell’indagine le microplastiche

 

Proseguono i campionamenti per monitorare la presenza di microplastiche nel lago d’Orta, individuato a livello nazionale come uno dei laghi “campione” per effettuare studi e ricerche su questa criticità ambientale. Dopo il riscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici, la presenza di microplastiche nelle acque costituisce una della maggiori preoccupazioni della comunità scientifica, impegnata a comprendere al meglio i possibili scenari futuri e l’impatto che possono avere sugli ecosistemi e sulla qualità della vita degli organismi viventi del pianeta. Questo progetto di ricerca sul Cusio vede capofila Legambiente Piemonte, attraverso i suoi circoli territoriali,  con la collaborazione scientifica di ENEA, ARPA Piemonte e del CNR Irsa.
Le attività sono finalizzate alla condivisione del protocollo “Blue Lakes”.Nella giornata di martedì 18 ottobre il gruppo di tecnici di ARPA Piemonte e ricercatori di ENEA, con il supporto logistico di Legambiente e del circolo SUB Novara Laghi e di Ecomuseo del Cusio ha effettuato un nuovo monitoraggio su tre transetti dislocati in varie aree del lago per raccogliere i campioni che verranno poi analizzati nei laboratori di ARPA Piemonte ed ENEA Casaccia. Questi prelievi seguono i prelievi già effettuati lo scorso mese di maggio per poter disporre di una continuità a fini statistici anche con il variare delle stagioni e delle relative condizioni meteo.

Più nello specifico le attività di campionamento avranno l’obiettivo di testare, in superficie, le prestazioni della nuova rete “Manta” (con maglia 100 µm acquistata da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta grazie al finanziamento della Fondazione Compagnia di San Paolo) e, in profondità, il retino “Bongo”, già utilizzato nel corso delle campagne Blue Lakes sui laghi pilota del progetto.

I risultati delle analisi saranno resi pubblici nella primavera 2023.

“L’attività di networking in corso sul Lago d’Orta in collaborazione con Arpa Piemonte – ha dichiarato Maria Sighicelli del Laboratorio di Biodiversità e servizi ecosistemici dell’ENEA e responsabile scientifica del Progetto LIFE Blue Lake – ci consente di implementare il protocollo BlueLakes, messo a punto durante i due anni di campagne sugli altri laghi pilota. Il Lago d’Orta diventa dunque il riferimento su queste attività per tutti i laghi subalpini”.

“Con le attività odierne – ha affermato Massimiliano Caligara, presidente del Circolo Legambiente Gli Amici del Lago e membro del consiglio di presidenza di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – continuiamo in un’azione di rafforzamento delle conoscenze tecnico-scientifiche sulle microplastiche nel lago d’Orta. Anche oggi, con il secondo campionamento stagionale, miriamo a rendere quest’attività continuativa, parte di un monitoraggio costante di quella che è un’importante risorsa idrica non solo per il Piemonte, ma per tutto il nord-ovest”

Il prossimo 11 novembre, nell’ambito di un evento di portata nazionale dedicato organizzato ad Orta, Legambiente farà il punto delle ricerche condotte insieme ad Arpa Piemonte ed ENEA sulle microplastiche e più in generale sulla tutela degli ecosistemi lacustri anche a fronte dei cambiamenti climatici.

Il pattinaggio di figura torna protagonista

I campioni, le emozioni e lo spettacolo del pattinaggio di figura tornano grandi protagonisti al PalaVela di Torino. Dall’8 all’11 dicembre 2022, sul ghiaccio del capoluogo sabaudo, è infatti in programma l’ISU Grand Prix of Figure Skating Final 2022/2023, ultima e decisiva tappa del più noto e prestigioso circuito al mondo di pattinaggio di figura. Sul sito www.gpfinal22.org e sulla piattaforma Vivaticket, fino a esaurimento si trovano i pacchetti “All Event”, il modo migliore per non perdersi nemmeno un istante dell’evento sportivo del ghiaccio più atteso dell’anno. A partire da soli 150 euro, infatti, sarà possibile acquistare il pacchetto e avere così accesso a tutte le sessioni di allenamento, ai tre giorni di competizione e anche al Galà di chiusura dell’evento. Previste scontistiche speciali sia per gli under 12 e gli over 70 che per tutti i tesserati Fisg.

«Sono molto felice per i nostri concittadini, che potranno assistere a un altro evento sportivo di livello internazionale tra i più attesi e prestigiosi dell’anno dopo le ATP Finals di tennis – il commento di Mimmo Carretta, assessore allo Sport, Turismo e Grandi Eventi della Città di Torino -. Le finali dell’ISU Gran Prix rappresentano una grande occasione per mostrare al mondo intero le bellezze della nostra città. Siamo pertanto lieti di accogliere tutti gli atleti e la grande famiglia del ghiaccio, in virtù di un legame con questa disciplina che dura dalle Olimpiadi del 2006. Siamo sicuri di rivedere al PalaVela uno spettacolo eccezionale: non una semplice esibizione, ma delle giornate di gara con i migliori atleti della scena internazionale».

A fargli eco Andrea Gios, presidente della FISG: «Dopo il grande successo del 2019 siamo felici ed orgogliosi di tornare ad ospitare le Finali dell’ISU Grand Prix a Torino, una città che vanta un’eccezionale tradizione nelle discipline del ghiaccio e che, con questo prestigioso appuntamento, ribadisce il suo ruolo di primo piano nello sport sia a livello nazionale che sulla scena internazionale. Sono certo che i nostri atleti daranno il 110% per provare a conquistare la qualificazione a questo appuntamento e poter così pattinare sul ghiaccio di casa davanti al proprio pubblico. Invito tutti gli appassionati e gli sportivi a riempire il PalaVela e a godere appieno delle splendide emozioni che questo magico sport sa regalare. Sarebbe il modo migliore per iniziare questo appassionante quadriennio che ci condurrà fino ai Giochi di Milano Cortina 2026».

 

Caffè teatrale: il carcere e la città

Il 26 ottobre 2022 Università, Istituzioni e società civile si incontrano per riflettere insieme, in un gioco di provocazioni e suggestioni poetiche, sulla sanzione penale e sulla relazione tra carcere e città. Il tutto si concluderà con il caffè.

 

Ne parleranno al Caffè Teatrale:
Claudio Sarzotti – Professore di Sociologia del diritto dell’Università di Torino
Davide Dutto – Presidente dell’associazione Sapori Reclusi
Rita Monica Russo – Provveditore regionale amministrazione penitenziaria
Alberto Anfossi – Segretario generale della fondazione Compagnia di San Paolo
Monica Cristina Gallo –  Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino
Giovanna Pentenero – Assessora della Città di Torino con delega ai rapporti con il sistema carcerario
Cecilia Blengino – Professoressa di Sociologia del diritto dell’Università di Torino
A condurre l’evento la compagnia Teatro e Società che utilizza una forma di intrattenimento chiamato “teatro conferenza” per sensibilizzare il pubblico su temi complessi. Il Caffè teatrale ispirato a questo format alternerà momenti di conferenza, pieces teatrali, musicali e di danza e, per finire, un momento di dibattito sulle sollecitazioni ascoltate nei diversi interventi.

Con: Elisabetta Baro, Franco Carapelle, Diego Coscia, Luca Scaglia, Margherita Data-Blin, Cristiano Lo Mele, Lorenzo Giorda; e con la partecipazione delle studentesse e degli studenti del laboratorio Teatrale “ForJus Forum

 

ORARIO: dalle ore 17:00 alle ore 19:00

DOVE: Aula Magna del Campus Luigi Einaudi (Lungo Dora Siena, 100A – Torino)

Per partecipare è necessario iscriversi al link:
https://forjusforum.it/evento/caffe-teatrale-il-carcere-e-la-citta/

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Bonnie Garmus “Lezioni di chimica” -Rizzoli- euro 19,00
Bonnie Garmus è una splendida ed elegante signora 65enne originaria di Seattle, vissuta in Svizzera, Colombia e Londra. Ha lavorato come direttrice creativa e copywriter, è un’esperta di tecnologia e medicina, e questo suo libro di esordio è stato conteso dagli editori di mezzo mondo. Un successo planetario che diventerà anche una serie televisiva interpretata da Brie Larson nei panni della protagonista Elizabeth Zott.
Eroina a cui ci si affezione in un istante: bella, tosta, intelligente, resistente e magnetica oltre ogni dire, invischiata nei limiti stingenti della società fortemente maschilista degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Troppo intraprendente, forte e moderna, per l’epoca in cui vive; ma il suo non cedere mai ai compromessi risulterà vincente ed è un modello a cui ispirarsi. Sfondo del romanzo è la California, dove si muove Elizabeth donna multiforme: scienziata, chimica anticonformista, compagna di vita pressoché perfetta, madre single, cuoca, star televisiva.
Ha 30 anni, una forza d’animo inarrestabile, una figlia precoce e adorabile, un cane geniale che comprende il linguaggio degli umani. Soprattutto ha intelligenza e tenacia da vendere.
Elizabeth sa veleggiare tra i marosi della vita, dribblare gli sgambetti degli invidiosi e ha la sorprendente capacità di cambiare vita. Lo fa conquistando un successo oltre le più rosee previsioni. La conosciamo quando nel 1952 è una giovane chimica promettente, la cui strada per il dottorato è stata intralciata dalle molestie subite dal suo relatore, e ogni denuncia è stata vana.
Cacciata ingiustamente dall’Università in cui imperava la baronia del suo violentatore, Elizabeth trova lavoro come tecnico di laboratorio all’Hastings Research Insitute californiano, dove vige un maschilismo soffocante. Il suo talento viene sabotato e non riconosciuto dai colleghi. L’unico che capisce il suo valore è Calvin Evans: scienziato, genio della chimica in odore di Nobel e fiore all’occhiello dell’Istituto. Tra i due nasce un amore puro e disinteressato, condividono la stessa passione per il lavoro e il canottaggio. Peccato che il destino non abbia in scaletta l’happy end per loro due.
Elizabeth si ritrova incinta e senza lavoro. Situazione a dir poco disperata, ma non per lei che è di acciaio.
Bella da togliere il fiato, quasi per caso, la sua strada incrocia quella di Walter Pine, produttore televisivo che le affida un programma che è una scommessa per risollevare le sorti della rete. E’ così che Elizabeth si ritrova a creare e condurre la trasmissione “Cena alle sei” e lo fa a modo suo. Mica si limita alle ricette; lei ha una formula unica e vincente perché trasforma ogni puntata anche in una sorta di lezione di chimica.
Applica la scienza alimentare alla gastronomia e rivoluziona le disastrose abitudini alimentari degli americani. Lo fa con rigore e innata maestria; dispensa anche pillole di educazione invitando ad ogni fine puntata i bambini ad aiutare le madri ed apparecchiare la tavola.

La sua formula dapprima spariglia le carte, poi diventa super vincente. Anche perché lei non tratta le casalinghe come dimesse donnine relegate a grembiule, mestolo e cucina; parla loro in modo divulgativo spiegando caratteristiche, pregi ed effetti di ogni ingrediente.
Di più, anche davanti alle telecamere e al paese dice sempre e solo quello che pensa, incoraggia le donne a stimarsi maggiormente e a farsi valere. Insomma insieme a ricette salutari finisce anche per spingere l’universo femminile a una maggiore consapevolezza di diritti e libertà. E il programma si trasforma in un successo che travalica i confini della California.
Ma il grande sogno che Elizabeth aveva dovuto chiudere nel cassetto -perché glielo avevano rubato e infranto- rimane lo spigolo duro che le impedisce di essere davvero appagata e felice…..

 

Lorenza Pieri “Erosione” -edizioni e/o- euro 16,00
Immaginate di aver venduto l’amata casa delle vostre vacanze e di dover riempire uno scatolone con quello a cui più tenete di quel luogo; un’operazione nostalgica e a tratti dolente che scatena sicuramente ricordi ed emozioni di un certo peso.
E’ questo il climax dell’ultimo romanzo di Lorenza Pieri; giornalista, scrittrice, traduttrice, con esperienza quindicinale nell’editoria. E’ nata a Ravenna nel 1973, ma ha vissuto in più luoghi: da Parigi a Roma a Washington ed è naturalizzata americana.
E’ proprio negli States che ambienta questa storia. A Chesapeake Bay, in Virginia, sulla costa atlantica, nella casa sul promontorio, la villa di Cape Charles, luogo di vacanze della famiglia dei tre fratelli Anna, Geoff e Bruno, che sono stati costretti a venderla per salvarla dall’erosione del mare e dall’abbandono.
L’erosione non è solo quella del tempo che passa e della natura che incalza, ma anche quella altrettanto subdola e devastante della memoria; la loro madre vedova è ormai preda dell’Alzheimer, relegata su una sedia a rotelle e sta per essere ricoverata in una struttura adeguata.
I figli hanno venduto la casa ed ora si ritrovano a dirle addio. Su idea di Anna si sono dati appuntamento nella magione dove ognuno ha a disposizione una scatola in cui riporre qualche oggetto ricordo, legame con gli anni passati; stesso rito che aveva segnato le loro vacanze di ragazzini quando la madre chiedeva di raccogliere quello che sarebbe loro servito.
Ed ecco la suddivisione del romanzo in 3 capitoli, uno per ogni figlio, con quello che sceglie e i ricordi che ne scaturiscono.
E’ anche l’occasione di una saga familiare ricostruita attraverso le memorie dei protagonisti.
Anna, la figlia di mezzo, è quella più legata alla villa, la più emotiva e ancora culla il ricordo del nonno Joe.
Ricostruiamo così la storia di tre generazioni di immigrati siciliani, il cui capostipite è stato l’anaffettivo Giovanni Amenta, (detto Joe) arrivato a Baltimora. Ripercorriamo la storia della nuora Margaret rimasta presto vedova e con 3 bimbi da crescere.

Bruno, il maggiore che ha sempre sentito la responsabilità della primogenitura, diventato avvocato di successo; Geoff il piccolo di casa, viziato dalla madre, ma non per questo il più felice.
Ognuno di loro, a modo suo, sceglie ricordi e ai ricordi torna; soprattutto all’educazione materna, tendenzialmente fredda e punitiva, che aveva inciso sulle loro vite.
Bruno ricorda le punizioni subite, Anna che si era sempre sentita poco accettata, e Geoff è l’unico consapevole di essere stato amato da Margaret.

Un affascinante viaggio interiore nei pensieri, nei ricordi e nelle emozioni dei protagonisti che non lascia indifferenti.

 

Margaret Kennedy “La ninfa costante” -Fazi Editore- euro 18,50

Margaret Kennedy è una delle scrittrici inglesi più importanti del Novecento, nata a Londra nel 1896 e morta nel 1967; esordì come storica di spessore e si dedicò anche alla narrativa. Questo romanzo è considerato il suo capolavoro. Fu pubblicato la prima volta nel 1924 e riscosse un enorme successo, tanto che fu trasposto anche in film per cinema e televisione, e testo teatrale. Poi cadde nel dimenticatoio, ma scoprirete che, pur essendo un classico della letteratura inglese, si legge piacevolmente anche oggi.
“La ninfa costante” racconta della famiglia fuori dagli schemi e bohemienne dei Sanger, detta anche “il circo Sanger”; a partire dal capofamiglia Albert, compositore famoso in Europa ed apprezzato in patria solo dopo la sua morte. Una famiglia in cui la musica aveva un posto d’onore.
Il circo era abitato da 7 figli. I primi, Carol e Kate, nati dalla prima moglie di Albert, Vera Brady, stroncata dalla malattia.
Poi ha sposato una sua giovane allieva, la gentildonna Evely Churchill, con 20 anni meno di lui, gli ha dato 4 figli -Antonia, Teresa, Pauline e Sebastian- prima di abbandonare anche lei questo mondo.
Il suo posto viene preso dalla terza consorte, Linda Cowland, che metterà al mondo Suzanne.

Una famiglia di artisti girovaghi, che non hanno frequentato alcuna scuola e sono cresciuti alla stato brado, senza regole, ma dotati di genialità in abbondanza e cresciuti con una solida educazione musicale impartita dal padre e respirata fin da piccolissimi, cresciuti nei teatri delle maggiori città europee e in mezzo agli artisti. I ragazzi erano stati sempre spronati da Albert a dare ampio e libero sfogo alla loro creatività, spinti a sperimentare varie forme di arte.

Vivono in uno spartano cottage sulle Alpi austriache che è una sorta di porto di mare sempre aperto agli ospiti, artisti e musicisti di ogni dove. A casa Sanger trovano libero sfogo alle loro passioni. Tra loro c’è anche l’amico di Albert, Lewis Dodd di cui si innamora la giovane Tessa appena quattordicenne, romantica e piena di aspettative.
Le cose però precipitano quando Albert muore improvvisamente lasciando solo una montagna di debiti e una prole allo sbando.
In loro soccorso arriva la cugina Florence Churchill, ben contenta di evadere dalla vita claustrofobica e super controllata che conduce. Si innamora subito del luogo e prende a cuore i 7 orfani; soprattutto inizia a respirare ventate di libertà e spensieratezza insperate. Troverà anche l’amore e finirà per sposare proprio Lewis Dodd, e poi altro aspetta i lettori…..

 

Elena Medel “Le meraviglie” -Einaudi- euro 18,50

Nelle nostre vite quanto contano famiglia e denaro? Cosa accade quando una madre rinuncia a crescere una figlia? E quando una figlia rifiuta di prendersi cura della madre? Questo romanzo della spagnola Elena Medel mette a fuoco queste tematiche e si interroga su come saremmo diversi se fossimo nati in altri tempi e luoghi, in altri corpi e famiglie. Argomenti belli tosti che lei sviluppa intorno a due donne – Maria e Alicia- legate dalla genetica senza saperlo, sullo sfondo di Madrid dove entrambe cercano un nuovo futuro. Maria alla fine degli anni Sessanta è una ragazza madre, sedotta e sfruttata, che non riconosce la figlia e la lascia alla sua famiglia nella città del sud in cui vive. Si trasferisce a Madrid in cerca di lavoro e si arrabatta tra lavori umili, al servizio dei ricchi, senza mai possibilità di riscatto. E’ una donna semplice, gentile, dotata di grande pazienza e poco esigente. Più di trent’anni dopo Alicia viene al mondo in una famiglia ricca, figlia di un imprenditore di successo, e questa agiata partenza sembra promettere un luminoso futuro. Non sarà così, perché il suo mondo crolla alla morte del padre che si è impiccato per sfuggire all’onta del fallimento. Una ferita profondissima che si insinua in modo indelebile nell’anima della ragazza.. Maria e Alicia sono nonna e nipote anche se non si conoscono, le loro strade si incroceranno solo per poco; mentre le loro vite si riecheggiano a vicenda nei tratti che le uniscono; come la rinuncia all’ambizione, lo sfinimento per i lavori umili con cui si sostentano ed altro che scoprirete leggendo

Topi d’appartamento: rubati 30 mila euro in gioielli senza rompere la serratura

Alla fine la polizia ha rintracciato e arrestato  i due cittadini georgiani,  clandestini e senza fissa dimora in Italia, che nel mese di maggio entrarono in una casa a Novara , mentre la proprietaria era assente, e rubarono denaro e gioielli per circa 30mila euro. La porta d’ingresso dell’appartamento non presentava segni di forzatura. I ladri usarono la tecnica di “lock picking”, che consiste nell’effettuare delle manipolazioni della serratura, aprendo la porta senza romperla. Laboriose indagini hanno portato  alla loro cattura.

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