ilTorinese

Bimba di due anni e mezzo malata gravemente salvata da intervento innovativo al Regina Margherita

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Una bimba di due anni e mezzo è stata salvata all’ospedale  Regina Margherita di Torino grazie a un intervento miniinvasivo di denervazione cardiaca. Nell’operazione sono stati eliminati i nervi che vanno al cuore e che potrebbero  facilitare aritmie cardiache gravi e addirittura l’arresto cardiaco. Si tratta della più piccola paziente mai sottoposta a questo intervento in Italia, per una rara e gravissima forma di sindrome del Qt lungo.

Uomo morto nel parco con un coltello nel petto

Il corpo senza vita di un uomo è stato trovato nel parco di Stupinigi, in territorio di Nichelino. Sono stati alcuni passanti ad aver aver visto il cadavere e a chiamare i carabinieri. L’esame da parte del medico legale ha riscontrato la morte dell’uomo, un 46enne, provocata da un coltello conficcato nel petto. L’uomo si sarebbe tolto la vita pugnalandosi.

Carolina “la rossa – bordeaux”, più bordeaux che rossa… indimenticabile!

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTÀ 

“La trappola dei ricordi”

Gianni Milani

In tutta la mia vita, ne ho avute solo cinque! Ehi, ehi… cosa sono questi risolini? E poi chissà, quanti di voi ne avranno avute anche meno! Io sono arrivato a cinque…e tutte conquistate con gran sudore e una fatica che non vi dico. Del resto, sono sempre stato un po’… come dire …un po’ “lentino”. In tutti i casi quattro erano italiane e una francese. Ma la prima, la “Carolina” è davvero, ancor oggi, in assoluto, quella che mi ha dato più soddisfazioni. Indimenticabile! Sarà, come si dice, perché il primo amore non si scorda mai. Bella! Per me era davvero il massimo. Rossa, tendente al bordeaux. Più bordeaux che rossa. Pensate, sono passati più di quarant’anni (alla faccia!) e mi ricordo ancora il numero di … targa. Di targa, sì! Ma che sono quelle facce? Cosa avevate capito? Tutte le macchine hanno, e hanno sempre avuto, una targa. Anche se cambiate per formulazione nel corso degli anni. E io di quelle parlavo. Di macchine! Chissà cos’avevate capito! Che? Fidanzate? Ma no! E di quelle, poi, ne ho avute ben più di cinque. Non faccio per vantarmi … ma almeno almeno (aspetta un po’) … almeno sei! Sorvoliamo. Bene, la targa dicevo. Eccola: TO M56851. Stampata a fuoco nella mente e nel cuore. Ancora targa nera con sigla della provincia ben in vista. Quale macchina? Embé! Una “brillante” FIAT 127 prima serie, mantenuta in listino dall’allora gloriosa casa torinese dal 1971, come erede dell’ormai obsoleta 850, fino al 1987. Due porte, ampio bagagliaio e adeguata spaziosità, “Auto dell’Anno 1972”, opera di Rodolfo Bonetto (nipote del pilota Felice) e di Pio Manzù (figlio dello scultore Giacomo) che morì trentenne nel ’69 in un incidente automobilistico, proprio mentre si recava a Torino per la presentazione ufficiale della “maquette”. Correva l’anno 1974. La “Carolina” (non so perché, mi venne subito da personalizzarla e chiamarla affettuosamente così) era il mio grande regalo di laurea: 110/110 con lode alla torinese Facoltà di Lettere. Rossa – bordeaux, più bordeaux che rossa. A consegnarmela, senza pacco regalo né fiocco, fu papà Renzo. Era di luglio, se non erro. Appuntamento in corso Settembrini, allora ancora Mirafiori Nord, settore Carrozzerie/Verniciatura. Entro di buon mattino in un grande mare, Parking – auto. Tutte pronte alla consegna o alla vendita. Pensate che solo di 127, nel ’74 la Fiat ne aveva sfornate un bel milione tondo tondo! A venirmi incontro, lungo lungo magro magro, tuta blu (da “Baracchino Fiat”, che col vestito della domenica sembrava quasi lui il padrone della “fabbrichetta”, tant’era uomo raffinato e di classe), sorriso con malcelata ansia incorporata, il parin, come i più giovani colleghi della “Verniciatura” chiamavano il babbo, ormai quasi alle soglie della pensione. In mano un mazzo di chiavi. Eccole, la macchina ti aspetta lì. Si realizzava un sogno. Ma è proprio mia? Mi veniva da chiedergli. Non lo feci. Quel sorriso sul volto di mio padre, che non era facile al sorriso, l’avevo già visto una volta. Al ritorno a casa (abitavamo allora in via Bidone) dopo il primo esame universitario: Estetica, superata con un bel 30/30 sul libretto. Era un sorriso di orgoglio, benevolenza, piena soddisfazione. Totale amore. Non c’era l’ansia che un po’ appannava il sorriso al passaggio di mano della “Carolina”. Ora tocca a te, sembrava volermi ricordare. Già, tocca a te. La patente l’avevo presa qualche anno prima. Mi sarei ricordato ancora tutto? Avviamento, partenza, precedenze e ammennicoli vari. Forza Gianni! E forza “Carolina”. Prima tappa, il ritorno a casa. Corso Unione Sovietica, via Filadelfia, via Spano al 14 interno 10. Una mezz’oretta, per pochi imbarazzanti chilometri. Parcheggio. Fatto anche quello. Prima prova superata. Salita di corsa e di gioia per le scale. Idea: la riprendo questa sera. Meno traffico, farò due orette di pratica. E qui viene il bello! Certo che la “Carolina” ne ha provate tante con un principiante imbranato come me. Scena fantozziana. Al calar del sole, mi riapproprio della “Carolina”. Immaginavo moltitudini di vicini al balcone. Pronti alla partenza! Papà e mamma, certamente sì. Al balcone del quarto piano. Ansanti e tremanti. Al mio pari. Troppa l’ansia! Infilo le chiavi. Piede sinistro sulla frizione. Innesco la prima e giro la chiave. Il motore gira. Eccome se gira, ma la macchina non parte. Che ti succede “Carolina”? Riprovo. Niente. Riprovo e riprovo. Niente da fare. La “Carolina” non fa una piega e il motore si diverte a “vociare” al quartiere. Io, un Fantozzi calzato e vestito. Immaginavo la scena in cui il mitico ragioniere creato dall’altrettanto mitico Villaggio tentava di acchiappare il pullman al volo con tutti i vicini pronti all’applauso. Che vergogna! Finché, al finestrino mi s’affaccia un vecchietto mandato dal cielo (forse San Cristoforo, protettore degli automobilisti?): giovanotto, per partire, basta che tolga il freno a mano! Caz…una vergogna da farmi sprofondare. Saluto il vecchietto – San Cristoforo e tutta via Spano, braccio orgogliosamente fuori dal finestrino sinistro. Niente applausi. Erano le 20 o poco più. Ritorno alle 22. Sudato fradicio. Carico di insulti “automobilistici”, dai classici e più garbati “ma chi t’ha dato la patente?” ai più impietosi “vaffa…” regalatimi a piene sporte. Comunque. Un bel giro in centro. Velocità massima 30/40 Km orari. A pieno regime. Ma era andata! Con buona pace dei miei, che, se avessi ritardato di cinque minuti, avrebbero chiamato tutti i “Pronto Soccorso”, pompieri, carabinieri, polizia, esercito (anche quello della Salvezza) e tutto il parentado in Italia e all’estero. Ma il ghiaccio era rotto. A fine carriera, sei anni dopo, la “Carolina” portò me e Patrizia (prima vacanza da maritato) fino in Calabria. Una meraviglia. Dopo di lei altre quattro. Ma nessuna come lei. Sarà, come dicevo, che il primo amore non si scorda mai. Sarà il suo ricordo legato all’alta (in tutti i sensi) figura del mi’ babbo. Tant’é. Come “Carolina” la rossa – bordeaux più bordeaux che rossa, nessuna mai!

Gianni Milani

Ragazzina aggredita da coppia di tredicenni Le rubano le scarpe firmate

Nei giorni scorsi a Chivasso una ragazzina è stata aggredita da due 13enni nel parcheggio del Bennet, in via Caluso 46. Poco più che bambini, un maschio e una femmina, l’hanno aggredita alle spalle con un calcio e l’hanno picchiata e presa per i capelli.

Gli altri componenti della baby gang hanno filmato la scena e l’hanno postata sui social.

La vittima, rapinata delle scarpe sportive firmate, ha chiamato i carabinieri. I due aggressori sono stati rintracciati poco dopo dai militari a poche centinaia di metri.

I baby delinquenti sono stati segnalati per rapina alla procura della Repubblica dei Minori di Torino. Data l’età non possono  essere denunciati.

Il futuro della montagna non può dipendere solo dall’industria della neve

I riflettori tornano ad essere puntati sulle montagne torinesi e sul loro futuro.

Ha ravvivato il dibattito  alcune settimane fa il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, quando ha riproposto di concedere alle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina alcuni degli impianti dei Giochi olimpici torinesi del 2006. Un modo elegante per rimettere in pista il capoluogo piemontese nelle gare olimpiche del 2024 alle quali non si è candidato per il “gran rifiuto” della ex sindaca Appendino.

Poi la montagna torna protagonista suo malgrado per i cambiamenti del clima: il 2023 è iniziato con temperature  miti a causa di un afflusso di aria subtropicale da ovest tiepida e umida. Così in Piemonte – non solo in pianura, ma anche in montagna – le gelate non si sono viste fino ai 1.500 metri e la neve è piuttosto scarsa sulle montagne torinesi. Mentre la Regione vara nuove misure per il rilancio della montagna, sia dal punto di vista turistico, sia per evitare la desertificazione commerciale, alcune proposte  di sviluppo  e richieste di maggiore attenzione sulla montagna giungono anche dalle forze politiche e dagli amministratori locali.

Una di queste è di Giorgio Merlo, Sindaco di Pragelato e Consigliere Nazionale Anci.  Dice Merlo: “adesso va studiato un nuovo modello di sviluppo. L’industria della neve non è più sufficiente. A cominciare dalla Via Lattea”. Per il sindaco di Pragelato serve “nuovo modello di sviluppo per quei territori montani che sino ad oggi, in Piemonte, hanno avuto come fulcro e perno della loro vocazione il turismo legato alla neve. Sono molteplici gli elementi che impongono questa riflessione e questo rinnovato impegno programmatico coinvolgendo, innanzitutto, gli enti locali sovra comunali e gli stessi operatori del settore che sono stati protagonisti. Oltre ai gestori degli impianti e ai consorzi turistici del settore”.
“Del resto,  – osserva Merlo – quando le condizioni legate all’ambiente diventano progressivamente ostative per confermare una situazione che abbiamo conosciuto e sperimentato sino ad oggi anche con successo e con risultati ragguardevoli – a cominciare, ad esempio, dai costi sempre più consistenti e massicci per garantire l’innevamento delle varie piste – la riconversione di un territorio, peraltro qualificato e prestigioso sotto il profilo turistico e sportivo come quello dell’alta Val Susa, è quasi d’obbligo”.

“Ed è proprio a partire dal futuro della vocazione turistica, e quindi produttiva, del comprensorio territoriale della Via Lattea – conclude- che deve iniziare questa riflessione legata direttamente ad un nuovo modello di sviluppo. Non si può più basare il tutto sul turismo della neve della stagione invernale. E questo non è solo un compito, oltrechè un dovere, degli amministratori locali di questi territorio. Dev’essere un impegno politico preciso e non più eludibile anche della Regione Piemonte e della Città Metropolitana. E cioè, anticipare i tempi prima che sia troppo tardi. Questo, del resto, dovrebbe essere anche, e sempre, la funzione precipua della politica e di una credibile ed autorevole classe dirigente”.

La Stagione dei Concerti del Regio parte con la Messa da Requiem di Verdi diretta da Andrea Battistoni

Inaugurazione domenica 8 gennaio

 

La Messa da Requiem, capolavoro di Giuseppe Verdi, diretta da Andrea Battistoni, inaugura la Stagione dei concerti del teatro Regio di Torino domenica 8 gennaio prossimo, con la partecipazione del Coro, elemento fondamentale della partitura, istruito da Andrea Secchi. Le parti solistiche saranno affidate a un cast prestigioso, composto da Angela Meade quale soprano, Silvia Beltrami quale mezzosoprano, Enea Scala tenore e Gianluca Buratto basso.

Il Requiem venne eseguito per la prima volta il 22 maggio 1874 nella Basilica di San Marco a Milano, dove era lo stesso Verdi a dirigere.Composto dal grande operista per commemorare il primo anniversario della scomparsa di Alessandro Manzoni, il Requiem emerse subito quale universale messaggio di pace e consolazione rivolto all’umanità. Immediato fu il successo di pubblico e di critica. La partitura iniziò a viaggiare a Roma, Venezia, Parigi, Londra e, da allora, è sempre rimasta nel repertorio.

Più che di musica sacra si potrebbe parlare di musica spirituale, creata da un uomo per altri uomini, nel tentativo di offrire un poco di conforto, non certo una risposta definitiva al mistero della vita come a quello della morte.

Nel Requiem ascoltiamo il grido di dolore del “Dies Irae”, il pentimento e il rimorso nell’Ingeminisco, la compassione nella ”Lacrymosa” e, infine, la pace, vera dimensione dell’uomo, nel “Libera me”.

Il Requiem è una partitura di estrema finezza compositiva; Verdi da due anni non componeva più, dopo i vertici raggiunti con le opere del Don Carlo e Aida. Con il Requiem avrebbe aperto l’ultima fase del suo genio creativo, che avrebbe dato frutti molto innovativi, tali da segnare per sempre la storia della musica.

La stagione dei Concerti del teatro Regio proseguirà venerdì 27 gennaio alle 20.30 con il Concerto della Memoria, nel quale l’Orchestra del Teatro Regio sarà diretta da Riccardo Frizza, ospite abituale dei più illustri teatri europei, con un ricco programma che invita alla riflessione, comprendente le Ebridi di Felix Mendelssohn-Bartholdy, La Sinfonia n- 7 di Franz Schubert e la Sinfonia n. 9 di Sostakovic.

Con il suo Requiem Verdi ha affrontato non soltanto il tema della musica, ma anche quello della spiritualità, della ricerca della fede, della paura della morte o, meglio, di cosa ci attende dopo e, soprattutto, del terrore che in questo “dopo” non ci sia altro che il nulla.

Gli anni di composizione sono i più turbolenti della vita di Verdi e corrispondono al periodo in cui si allontanò dalla fede ma, al contempo, numerosi lutti lo portarono a riflettere più profondamente sulla morte e sul trascendente. La più importante opera sacra di Verdi risulta la risposta a due opposti impulsi, da un lato una crescente ricerca di spiritualità, dall’altro il suo altrettanto crescente scetticismo sul problema della fede, in anni in cui il compositore avrebbe sfiorato l’ateismo, come confermato dalle parole della moglie Giuseppina Strepponi.

La Messa per i morti diveniva, così, il più alto messaggio di una posizione laica, molto comune nell’Ottocento europeo, dell’uomo che percepisce la sua debolezza innanzi al mistero della morte. L’uomo senza certezze trascendenti, prima che si manifestino le filosofie della vita e gli esistenzialismi di Nietzsche e Heidegger. Con Verdi si afferma con coraggio l’immagine dell’uomo

Mara Martellotta

 

Sacerdote trovato morto in casa

Don Augusto Scavarda, 70 anni, è stato trovato senza vita,  colpito probabilmente da un malore, nel suo alloggio  nella casa salesiana del Belvedere a Vercelli. Era  parroco del Sacro Cuore, di Sant’Antonio da Padova al Rione Isola e di Santa Cecilia a Caresanablot. Salesiano, era molto apprezzato per il suo impegno a favore dei bisognosi.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Salumi e formaggi protagonisti in Monferrato

CONSORZIO COCCONATO RIVIERA DEL MONFERRATO

A partire dal 10 gennaio 2023 tornano le serate organizzate dal Consorzio Cocconato Riviera del Monferrato dedicate a chi vuole affacciarsi al mondo dell’enogastronomia, per approfondire diversi aspetti dei prodotti del territorio.

Due saranno i temi del mese di gennaio:

Invito all’assaggio dei salumi: tre incontri tenuti dallo chef Sergio Pelizzoli, discepolo di Escoffier, per fornire gli strumenti utili a un acquisto consapevole dei salumi.

10/01 – Introduzione generale sulla salumeria, salame crudo del territorio

Assaggio di sette salami crudi accompagnato da un calice di Barbera di Cocconato e grissini da farina Gran Piemonte

12/01 – Il principe della salumeria, prosciutto crudo

Assaggio di sette prosciutti crudi accompagnato da un calice di Barbera di Cocconato e grissini da farina Gran Piemonte

17/01 – Salumi cotti

Assaggio di vari salumi cotti accompagnato da un calice di Barbera di Cocconato e grissini da farina Gran Piemonte

I formaggi del nostro territorio: serate d’incontro con le realtà casearie locali con assaggi e spiegazioni delle tecniche utilizzate nella fase di produzione del formaggio.

19/01 – Capre e Cavoli https://www.capreecavoli.com/

26/01 – Casa Costa http://www.casacosta.it/

31/01 – Bricco della Croce https://www.instagram.com/briccodellacroce/

Le serate si svolgeranno a partire dalle 20.30 nella sede del Consorzio in Cocconato (Asti), via Vittorio Veneto 1.

Il costo è di 70 euro a persona per i corsi singoli e di 120 euro per chi sceglierà di seguire entrambi.

Oltre ai due cicli di incontri in partenza, si stanno concretizzando nuove proposte per il futuro:

Stiamo calendarizzando un ulteriore corso sulla salumeria, più tecnico, con il Salumificio Ferrero – anticipano dal Consorzio -. Riproporremo il corso di avvicinamento al vino e quello di approfondimento, in collaborazione con GoWine; proprio con GoWine lo scorso settembre abbiamo presentato una mappa dei vigneti di Cocconato suddivisi per azienda, con particolare attenzione al vitigno Barbera. Terremo un corso sull’agricoltura biologica finanziato dall’UE e rivolto esclusivamente alle aziende del settore. In primavera, in collaborazione con il Comune di Cocconato, ripartirà il noleggio delle e-bikes. Inoltre, a inizio dicembre, abbiamo inaugurato il nuovo punto vendita a Chivasso: l’intenzione è quella di replicare i corsi anche nella nuova sede”.

 

Con un coltello straniera minaccia donna fuori dalla pizzeria

Fuori da una pizzeria nel centro  di Biella una delle scorse sere una donna ha chiamato il 112 raccontando di essere stata minacciata da un’altra donna straniera già al suo ingresso in una pizzeria, a parole  ma anche con un coltello preso dal tavolo. Minacciate proseguite anche all’esterno del locale. A riportare la calma c’è voluto l’arrivo dei Carabinieri.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Dott, due milioni di corse in monopattino a Torino

A tre anni dal suo arrivo in città, Dott conferma: con più di 150.000 utenti, Torino è una città adatta per la micromobilità urbana e un mercato maturo per lo sharing. Dal 2019 ad oggi, infatti, i torinesi hanno realizzato più di 2 milioni di corse a bordo dei 1.400 monopattini Dott presenti su un’area operativa di 77,8 km2, che serve oltre un milione di abitanti. Se gli stessi spostamenti fossero stati effettuati in auto privata, sarebbero stati emesse quasi 500 tonnellate di CO2* nell’aria.