ilTorinese

Nuovi dossi pedonali a Orbassano

 

Sono stati conclusi in questi giorni i dossi pedonali alla rotonda di Str. Torino con Via De Gasperi, realizzati utilizzando lo stesso tipo di intervento di quello per i dossi di Via Roma, che hanno dimostrato una buona resistenza all’usura del traffico.
Fra qualche giorno ne verranno realizzati altri due: il primo in Via Alfieri all’altezza di Via Nino Bixio per proteggere il flusso pedonale soprattutto in occasione del mercato settimanale; il secondo alla rotonda dello Stemma in Str. Torino, dal lato della Fraz. Pasta, per rallentare il traffico in entrata in rotonda a protezione dei pedoni e rendere più agevole l’entrata e l’uscita da Via Milano.

Ragazzo cade dalla moto e muore sbattendo contro il guardrail

Un giovane  26enne di Ozegna è deceduto  in un incidente avvenuto a Rivarolo Canavese. Cadendo dalla moto ha urtato violentemente il guardrail a bordo della strada procurandosi un trauma toracico  fatale. Sono intervenuti i sanitari con l’elisoccorso, i carabinieri e la polizia locale per accertare la dinamica dell’incidente.

Luciano Spalletti è il nuovo ct dell’Italia

Calciomercato

Lazaro al Toro!

È sempre calciomercato,ogni momento è buono per aggiornare gli organici delle squadre di calcio della Serie A,B e C.
La notizia odierna più importante è senz’altro quella che riguarda la Nazionale Italiana di calcio.
Luciano Spalletti è il nuovo commissario tecnico.
Fresco campione d’Italia con il Napoli,l’allenatore toscano non vede l’ora di cominciare questa nuova bellissima ed intrigante avventura calcistica.L’annuncio ufficiale è stato dato,poco fa,dal raggiante Presidente della FIGC Gabriele Gravina.
Il nuovo ct sarà presentato l’1 settembre.
Altra notizia importante riguarda il Toro che assesta il quarto colpo importante di mercato:acquistato dall’Inter il terzino Valentino Lazaro,gradito ritorno caldeggiato dal mister Juric.Costo dell’operazione 4 milioni di euro.

Enzo Grassano

18 agosto 2004: esordio di Lippi come CT dell’Italia

Accadde oggi

La Nazionale di calcio italiana è sempre protagonista nel mondo del calcio,nel bene e nel male, dal punto di vista dei risultati.
Proprio in questi giorni di calura agostana sono avvenute le dimissioni, all’improvviso,del ct Mancini ed il suo posto dovrebbe esser preso dal disoccupato,per scelta, Spalletti appena laureatosi campione d’Italia alla guida del Napoli: però se vorrà accettare l’incarico dal presidente della FIGC Gravina dovrà pagare al Napoli una penale di 3 milioni di euro,come da contratto stipulato con il presidente degli Azzurri campani De Laurentiis.
Torniamo indietro nel tempo,al 18 agosto del 2004:fa il suo esordio come ct della nazionale Marcello Lippi.
Nonostante un deludente KO contro l’Islanda,vincitrice per 2-0, l’Italia di Lippi metteva il primo mattoncino verso la conquista del Mondiale di Germania 2006.
Ricordiamo la primissima formazione del tecnico toscano.
Schema di gioco
4-3-1-2

Buffon
Oddo, Nesta, Materazzi Zambrotta 
Gattuso, Volpi e Perrotta
Fiore
Bazzani-Di Vaio.

Enzo Grassano

Carenze igieniche, chiuso ristorante etnico. Multe per settemila euro

Nella setata di ieri hanno avuto luogo, come di consueto, i controlli congiunti coordinati dalla Polizia di Stato, in collaborazione con i militari dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, con la Polizia Municipale e l’ASL servizio igiene alimenti e nutrizione, questa volta nell’area di competenza del Commissariato di P.S. San Secondo.

L’attività, che ha visto la partecipazione del Reparto Prevenzione Crimine Piemonte, dell’unità cinofila antidroga e della Polizia Ferroviaria, è iniziata nel tardo pomeriggio di ieri e ha consentito di identificare 118 soggetti, 52 dei quali stranieri e 50 con precedenti di polizia e di controllare 4 locali. In alcuni di questi locali sono state riscontrate e sanzionate, per un totale di 7000 euro, violazioni delle norme igienico sanitarie oltre che di sicurezza sul lavoro e di rispetto delle norme in materia di regolarizzazione del lavoro dipendente.

Nello specifico in un locale etnico in via Melchiorre Gioia sono state riscontrate carenze igienico sanitarie, promiscuità degli alimenti presenti nei frigoriferi e la mancanza della rete antinfestanti della cucina che risultava essere divelta. A seguito di quanto riscontrato l’Ispettore dell’Asl ha comminato la sanzione di 1000 euro con conseguenti prescrizioni da adottare entro e non oltre 30 giorni, pena la chiusura dell’attività. Mentre la Polizia Municipale ha comminato la sanzione di altri 1000 euro per l’assenza nei congelatori del previsto dispositivo di controllo termometro.

Inoltre, per tutti gli ambienti era presente un unico estintore a polvere, insufficiente in caso di incendio, pertanto il titolare veniva sanzionato ai sensi del D.lgs. 81/2008.

Nel medesimo locale la Guardia di Finanza ha riscontrato l’irregolarità di un addetto alla cucina, cittadino bengalese, che svolgeva la propria attività senza il previsto rapporto di lavoro e per tali ragioni il titolare è stato all’Ispettorato del lavoro per le sanzioni previste e all’INPS per i contributi non versati.

Un altro locale etnico, questa volta in via S. Quintino, a causa della grave situazione riscontrata con la presenza di numerosi infestanti sia vivi che morti, alcuni dei quali vicino al banco di lavoro e ad un frigorifero, e pavimenti della cucina e del bagno ad uso del personale sudici e scivolosi, è stato immediatamente sottoposto a chiusura fino al ripristino delle condizioni normali di igiene da parte del personale dell’Asl che ha anche comminato la sanzione di 2000 euro. Anche in questo caso la Polizia Municipale ha comminato la sanzione di 1000 euro per l’assenza nei congelatori del previsto dispositivo di controllo termometro.

A seguito di un controllo, è stato notificato ad un cittadino tunisino l’avviso di avvio del procedimento amministrativo volto all’emissione della misura di prevenzione personale del Foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno ad Alassio, per anni 3, per la pericolosità sociale manifestata dallo stesso in quel Comune.

Inoltre, l’unità antidroga, ha segnalato un cittadino egiziano con modiche quantità di sostanze stupefacente. A seguito di accertamenti lo stesso è risultato irregolare sul territorio nazionale per rifiuto del rilascio del permesso di soggiorno e, per tali ragioni, l’Ufficio Immigrazione della Questura ha notificato allo stesso il provvedimento di espulsione con ordine di allontanamento dal territorio nazionale entro 7 giorni.

Infine, i NAS dei Carabinieri durante un controllo ad un mini market in via Berthollet hanno comminato una sanzione pari a 2000 euro per alimenti scaduti posti in vendita e ne hanno disposto l’immediata distruzione.

Busta con polvere sospetta: alle Poste si sentono male cinque dipendenti

Ieri all’ufficio  postale di via Reiss Romoli a Torino  è stata individuata una busta che conteneva una polvere marrone. Non si sa ancora di che sostanza si tratta. Cinque persone all’interno dell’ufficio postale si sono sentite male. Sono giunti i nuclei NBCR dei vigili del fuoco e i carabinieri artificieri.

Torino sempre più verde. In autunno tremila nuovi alberi in città

La Città di Torino è costantemente impegnata nella cura e nella salvaguardia del proprio patrimonio arboreo. In questi giorni una serie di analisi approfondite hanno interessato alcuni alberi campione in corso Re Umberto.

Si tratta di approfondimenti che hanno lo scopo di raccogliere informazioni aggiuntive sullo stato di salute degli alberi che con i controlli standard risultano stabili, ma che potrebbero nascondere altri problemi. Con i dati raccolti sarà possibile prevenire situazioni di pericolo quali lo schianto improvviso di piante apparentemente sane, come quello avvenuto l’anno scorso proprio su corso Re Umberto, dove cadde un grosso ippocastano.

Nello specifico, vengono eseguite prove di trazione, per simulare la tenuta dell’albero e dell’apparato radicale con l’azione del vento superiore ai 100 km/h. Attraverso un leggero scavo manuale, poi, si indagano le condizioni delle porzioni di fusto che nei decenni sono state interrate nelle varie trasformazioni del viale e che potrebbero aver danneggiato l’apparato radicale. Inoltre si prelevano dei campioni che saranno oggetto di analisi molecolari, svolte con la collaborazione di DISAFA – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, con lo scopo di valutare la presenza precoce di funghi agenti di marciumi, anche di assenza di manifestazioni esterne e visibili nella pianta.

Questi approfondimenti rientrano nei controlli di stabilità sugli alberi previsti nell’appalto operativo dall’autunno del 2021, che finora ha portato al controllo di oltre 35 mila alberi.

Un altro esempio di questi controlli straordinari è l’intervento di cura realizzato nei mesi scorsi su una grossa quercia del parco Rignon. L’albero presentava gravi problemi di stabilità, con cavità a livello di fusto e di branche, e i tecnici della Città, in accordo con i professionisti incaricati dei controlli, per salvarlo hanno deciso un intervento di potatura associato al consolidamento con cavi, per ridurre i rischi e delimitare l’area di potenziale caduta delle branche.

Tra le strategie di gestione della “foresta urbana” torinese (costituita da oltre 150 mila alberi a cui si aggiungono 220 mila alberi presenti nei boschi collinari di proprietà comunale) queste verifiche rappresentano un tassello fondamentale ed indispensabile nella cura del verde cittadino, che consente di avere una fotografia aggiornata e precisa delle condizioni di salute e stabilità degli alberi, una risorsa ambientale unica da salvaguardare e incrementare.

Gli alberi svolgono infatti un ruolo sempre più importante di contrasto ai cambiamenti climatici, ma proprio in ambito urbano vengono sottoposti ai maggiori stress e a importanti sollecitazioni.

Uno degli effetti più evidenti dei cambiamenti climatici è l’aumento degli eventi meteo estremi, come le piogge intense e i venti forti, che si verificano con sempre più frequenza e che possono portare ad allagamenti, a cadute di alberi o di loro porzioni. Sono fenomeni sempre più violenti, che possono accentuare le fragilità dei patrimoni arborei pubblici e privati caratterizzati da piante adulte, cresciute in un ambiente urbano non sempre favorevole.

Anche la siccità dell’anno scorso ha causato inoltre danni significativi, a Torino come in molte altre città italiane ed europee. Si stima che nella nostra città siano ad oggi circa 1400 gli alberi adulti che sono stati abbattuti. Sono piante inevitabilmente compromesse e sulle quali gli stress sono difficilmente gestibili e a poco servono le irrigazioni di soccorso. In questi casi l’unica strada possibile è l’abbattimento, in quanto le piante secche possono costituire un grave pericolo per l’incolumità di persone e cose.

Gli effetti della siccità che ha interessato Torino nel 2022 potrebbero purtroppo durare ancora a lungo, ed entro fine anno il calcolo degli alberi da abbattere potrebbe arrivare a circa 2mila e 800/ 3mila unità. Tra gli ultimi interventi realizzati, segnaliamo quello sui 30 carpini secchi di corso Galileo Galilei mentre, da questa settimana, altri 70 in corso Tazzoli dovranno purtroppo subire la stessa sorte. Proprio i carpini, insieme ai faggi, sono le specie arboree che più hanno risentito della siccità.

Per compensare queste perdite, a partire dall’autunno la Città avvierà un importante intervento di riforestazione urbana, con 3mila nuovi alberi da verde urbano (altezza 2-2,5 metri e circonferenza fusto 16-20 cm) che verranno messi a dimora nei punti maggiormente interessati dagli abbattimenti.

In autunno la Città avvierà inoltre una collaborazione con il Disafa, per capire come tutelare gli alberi adulti dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle patologie che possono insorgere, perché in situazione di stress funghi e batteri possono creare maggiori danni alle piante.

L’assessore al Verde pubblico Francesco Tresso ha commentato: “Per compensare le perdite causate dal caldo anomalo e dalla straordinaria siccità che nel 2022 ha colpito anche Torino, come Città ci siamo impegnati a realizzare un importante programma di piantumazione, andando a rimpiazzare gli esemplari abbattuti, perché morti o deperiti, con 3mila nuovi alberi. Continuiamo quindi con convinzione nel nostro programma di valorizzazione della foresta urbana torinese  – continua l’assessore -, una risorsa fondamentale per rendere la città più sostenibile e capace di adattarsi ai cambiamenti climatici, attenta a valorizzare i benefici prodotti del verde per una migliore qualità della vita dei suoi cittadini”.

Lavori sulla linea ferroviaria Torino-Aosta

Da martedì 15 a domenica 20 agosto sono in programma alcuni importanti interventi nei pressi della stazione di Caluso, sulla linea ferroviaria Torino-Aosta.

Rete Ferroviaria Italiana, società capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FSrealizzerà un sottopasso ciclopedonale di collegamento tra la Strada Statale 26 e le frazioni di Arè e il comune di Caluso.

L’opera, a servizio di pedoni e ciclisti, rientra nel più ampio progetto di soppressione del passaggio a livello di Caluso. La circolazione stradale verrà completamente deviata sul nuovo cavalcaferrovia attualmente in fase di realizzazione (a cura di ANAS).

L’investimento complessivo delle attività a carico di RFI è di circa 5 milioni di euro.

Per consentire le attività di cantiere, sarà necessario sospendere la circolazione ferroviaria: i treni delle linee Torino-Aosta, Ivrea-Chivasso e Ivrea-Novara saranno sostituiti da bus nella tratta tra Chivasso e Ivrea mentre subiranno modifiche di orario i collegamenti ferroviari nella tratta compresa tra Ivrea e Aosta.

I sistemi di vendita di Trenitalia sono aggiornati con il nuovo programma di circolazione.

Elsa Martinetti. Peintre

(Verres, 11.12.1921 – Torino, 18.08.2018)

Amava la montagna e, quando, costretta a lasciare Saint Vincent,dove i piromani appiccavano il fuoco sempre più vicino a casasua, si trasferì a Torino, in un palazzo di quella Porta Palazzo che la penna di Gozzano ebbe a definire la gran cuoca della città continuò contenta di avere conservato intorno a sé l’arco alpinoperché non aveva perso quel riferimento importante per lei.

L’avevo incontrata, forse nei primi anni Novanta, a una cena, a casa della sorella che abitava nel suo stesso palazzo, al piano superiore al suo … e, subito, con simpatia e cordialità, si presentòin tutta l’ampiezza dei suoi interessi e la profondità delle sue vedute, con parole semplici che fluivano in una conversazione piacevole che sapeva guidare, perché, pur aprendola acaleidoscopio su mille argomenti, la indirizzare abilmente ora suuno, ora sull’altro.


Elsa
Martinetti aveva radici piemontesi, infatti suo padre,muratore quindi impresario, era Luigi Giovanni, figlio di Giacomotroviamo un suo omonimo tra le maestranze occupate al castello di Agliè a metà Ottocento e orfano di Angela Borghi che, pur senato a Caltignaga in provincia di Novara il 12 dicembre 1894, si diceva imparentato con il filosofo canavesano Piero Martinetti, mentre la madre Cristina (Catarina) Peracca, canavesana la era, in quanto nata a Nomaglio il 24 luglio 1895. Orfana del padre,(Gioanni Battista) Ferdinando, quella giovane aveva lasciato la madre, Gioanna Maria Allamanno, per passare a vivere a Borgofranco di Ivrea, dove avrebbe incontrato l’uomo da lei poi sposato a Nomaglio, il 25 febbraio 1920, quando riconobbero loroTeresina, la figlia nata fin dal 25 aprile 1915.

In seguito si trasferirono a Verres, ed Elsa fu la prima dei figli venuti alla luce in Vallée.

Quei natali montanari furono sempre motivo d’orgoglio per leiche si sentiva un frutto genuino di quella Terra e che, essendouna persona semplice, di quelle che non rinnegherebbero mai le loro origini, le riconosceva fondamentali per essere state le costanti, a monte di ogni suo interesse e di ogni sua indagine.Autodidatta dichiarata, Elsa Martinetti era profonda nel pensiero. Dalle prime indagini, alle ultime conclusioni, infatti vaste e obiettive erano le une e felici le altre, che, con naturale savoirfaire, sapeva esporre con chiarezza, suscitando in tutti immediata simpatia. Discreta per educazione e anche per sensibilità, non era priva di arguzia, e questo la rendeva sempre un’ospite gradita,proprio come la bagna caoda con le noci che aveva cucinato quella sera…

Nel turbinoso guazzabuglio che ha connotato il mio ventennio fin de siècle, tra i tanti intoppi e tutti gli acciacchi che neanche in seguito, non mi hanno lasciato, più ebbi occasione di rivederlaancora una prima volta, non ricordo in che occasione, né quando, né come, e altre volte ancora e subito mi stupiva per lanaturalezza con cui mi chiedeva notizie di cose mie, delle qualinon potevo averle fatto cenno mai. Capii che era così per natura,perché era una sensitiva! Allora decisi che le avrei raccontato io, prima che ritornasse a stupirmi dicendomi ancora lei di cose mie.Molto presto però, cambiavo ancora di atteggiamento e, quando la incontravo o la sentivo, dopo i saluti, spontaneo le domandavo: tu cos’hai da dirmi oggi? certamente non alludevo a questioni frivole ma al quotidiano, alle cose serie e ai tanti problemi che mi assillavano, e, su tutto, lei qualcosa da dirmi aveva sempre

Un forte legante per noi era l’arte, e, pur se nessuno dei due partecipava p a mostre, era naturale che parlassimo di esposizioni, ambienti artistici e artisti, che avevamo incontrato e anche frequentato nei nostri diversi, rispettivi passati. Allora le veniva facile mostrarmi qualche lavoro, non solo suo, o unapubblicazione che dicesse qualcosa della sua arte, o le foto di qualcuno dei suoi, o della casa che aveva lasciato a Saint Vincente che, da sola, aveva costruito e tutti i percorsi evocativi li compiva volentieri, senza risparmiava mai i suoi commenti.

Della casa che aveva fatto in Valle andava molto orgogliosa: mi aveva raccontato come, pezzo per pezzo, avesse acquistato l’intero lotto, sul quale aveva poi costruito, andando alla ricerca dei singoli proprietari che vivevano sparsi per ogni dove in Arpitaniae raccontava tutto, con innata modestia e somma discrezione, mentre accennava al suo vissuto, conscia, prima di tutto, dei limiti che aveva avuto, per essere donna e montagnina, ancorché autodidatta Perché si era fatta tutta da sola, e così, a pezzetti o, come preferiva dire, a bocconi, si era fatta una cultura(che non era così poca e nemmeno piccola), perciò era davvero quello che si può dire una studiosa seria e dedicata, che, nel suo piccolo, aveva affrontato argomenti impegnativi anche molto diversi tra loro. Ma era anche cosciente di essersi spesso trovata tra personaggi presuntuosi, che ‘grandi’ si erano fatti per le loro pose e che, anche se erano riusciti ad imporsi, non erano affattointelligenze migliori ma mediocri. Comunque, lei andava fieradel diploma che attestava la sua appartenenza all’Accademia di Sant’Anselmo, ne parlava sempre con un sorriso, scherzandoci su, con ironia… e poteva farlo perché conosceva davvero le debolezze umane! era psicologa, non solo per natura, ma per aver frequentato alcuni corsi, come quello di grafologia, che aveva interrotto ai primi livelli, perché si teneva a Torino, mentre lei abitava ancora in Valle ...

 

Aveva interessi molto diversi tra loro: dall’arte alla letteratura,dall’ipnosi alla radioestesia, dalla simbologia alla linguistica, dal folclore alla storia, dalla magia alla religione, dai colori alle forme. Tutto la interessava e, soprattutto, tutto quello che era espressione di pensiero e di cultura l’appassionava. Non si arrestava mai, neppure davanti agli sforzi più notevoli. Lei, che, guidata da intuito e sensibilità, era una lettrice onnivora e vorace,bene informata su ogni cosa, perché, se suo padre non mancava mai di leggere ogni giorno il suo giornale, lei era abituata a vederne sempre più di uno e a mettere da parte almeno le pagine che le sembravano più importanti. Le piaceva tanto la cartastampata dei quotidiani che ne ammucchiava dappertutto per la casa… ma era così, e spesso mi confessò di essere andata a rivedere fogli vecchi, anche di anni, e di avervi ritrovatoargomenti importanti, ancora attuali

Da sola aveva imparato il francese, quando, giovanissima, aveva cercato lavoro in Confederazione, poi, al ritorno in Valle, aveva voluto appropriarsi anche del patois, e aveva approfondito i temi relativi all’autonomia, e aveva conosciuto personalmente non solo gli esponenti del movimento valdostano, ma i documenti, come la Carta di Chivasso, che hanno segnato la sua epoca.

Amante sincera della libertà, era sensibile alle tradizioni e, ad Aosta, dove si era trasferita, aveva finito per conoscere anche tantiartigiani presenti alla Fiera di Sant’Orso e, visitandoli nelle loro abitazioni, sparse per i monti, aveva apprezzato le loro creazioniche riteneva autentiche opere d’arte, ed era diventata una appassionata collezionista di quei lavori.

Grazie alla sua naturale intraprendenza, partecipava, addirittura, ai rallies e finì persino per compiere un giro di pista con la sua utilitaria all’autodromo di Monza: nulla poteva scoraggiarla o impedirle di fare quanto si prefiggeva: era una lottatrice, una donna di razza! Ebbe pure occasione di viaggiare, e fu in America,e anche nel Giappone, e si avvicinò all’inglese, che avrebbe continuato a studiare per tutta la vita. In realtà era affascinata da tutte le lingue e a tutte le lingue si accostava, sempre con passione ed entusiasmo. In questo modo aveva ampliato gli orizzonti del suo sapere e, siccome sentiva forte la necessità di partecipare agli altri le sue emozioni, cercava di coinvolgerli dicendo ora una parola in una lingua, ora in un’altra, poi invitava chi le era più vicino a fare lo stesso e, così facendo, riusciva a contagiare, se non tutti, tanti!

Provate voi, a lasciare insoddisfatte richieste come quelle sue

Capìto quali argomenti storici io andassi studiando e da quantotempo, e temendo che non avrei mai reso pubblici gli esiti di nessuna mia ricerca, fece di tutto perché scrivessi e pubblicassi la biografia di Carlo Antonio Napione e, poi, perché continuassi a scrivere altri libri. Sapeva come chiedere perché le sue richieste avessero seguito: insisteva come fanno i bambini, e lo faceva addirittura perché scrivessi apposta per lei anche dei versi….

Vale la pena qui ricordare come richiamasse la mia attenzione suitemi gozzaniani... siccome, come ho riferito, amava suggerirmi qualche lettura, era arrivata a prepararmi le fotocopie degli articoli o dei volumi che voleva proprio che leggessi. Fu così che mi fece trovare l’epistolario di Guido Gozzano con Amalia Guglielminettie, nel darmelo, disse convinta: vedrai quanto ti sarà utile, più avanti (Per chiudere, almeno per ora, l’argomento disoltanto che fu, quasi sempre per sua sollecitazione, se negli ultimi vent’anni ho dedicato a temi gozzaniani tanta attenzione, non solo ma va pure ricordato che, quando, preso dallo sconforto perché mi sembrava di poter riuscire ad affrontare un impegno così grande,per tre volte almeno, quando interruppi i miei studi, fu lei ainsistere perché assolutamente dovevo concluderli…) Questo soloper accennare a miei lavori di saggistica, ma Elsa Martinetti ebbe il merito di farmi scrivere quasi tutti i volumi che ho pubblicatonegli ultimi vent’anni. Mi persuadeva perché sapeva davvero essere convincente ….

Qui rileverò una sola coincidenza, per me esemplare, che riguarda lei… La sua cerimonia funebre avvenne a Torino, nella chiesa diSan Gioacchino (che era la sua parrocchia) e poiché non penso che si sappia io ricorderò che, con lo stesso nome dell’avo di Cristo, lei aveva uno zio, (Gioanni) Gioacchino Peracca (fratello maggiore di sua madre, nato a Nomaglio il 5 settembre 1885 e là, il 27 gennaio 1910, unito in matrimonio a Serafina Guglielmetti), perché, da me interrogata, mi aveva detto che quell’uomo, che doveva essere un maestro elementare, era anche lui un sensitivo, efu proprio grazie a lui, nella semplicità del vivere quotidiano inmontagna, i nipoti si erano abituati ai prodigi!

Lascerò che altri approfondiscano la sua biografia, e terminerò soffermandomi su quattro che oltre ad essere emblematici della sua produzione, sono innegabili e autentiche espressioni artistiche. Sembra quasi impossibile credere che Italo Mus fosse l’unico suo maestro! I suoi lavori, per essenzialità e sintesi, si impongono come frutto della sua ricerca e, nello specifico i soggetti ritratti – un fiore (reale e nel suo concetto metafisico) e un volto umano (abbozzato secondo gli stilemi della maschera antropica primitiva, e nella percezione ectoplasmatica) – hanno un contenutofortemente spirituale perciò si può dire che il processo creativo della sua pittura è la sintesi del suo pensiero e l’espressione della sua cultura. Questo potessere verificato anche per le altre sue opere, nelle quali tutte si evidenzia l’importanza che, nel processo creativo, ebbe per lei il parco, e tutt’altro che banale, uso del colore. Un colore talora ridotto a traccia, cangiante, come quelladi una chiocciola, e forse anche troppo allusiva, ma che riveladavvero grande sensibilità, affidandola appena a reminiscenze cromatiche. Questo si percepisce dal vago insistere sui toni rossi everdi, che sono resi pallidi, prima che, quasi per incanto, la superficie esploda, in un gioco di cromismi – cromosomi? – consegnando la sua tela all’informale – infernale? e lasciando al bruno o al grigio ogni reminiscenza coloristica

En haut, dunque, cara Elsa, e, dall’alto continua ad approfondire il rapporto tra effimero e Eterno, tu che, sulle tracce del divino,memore sempre della pochezza umana, eri costantemente alla ricerca del bello: motiva ancora i passi di chi risale la valle, quasia ricercare, in un processo storicamente inverso, l’eterno senso delpassato. Aiuta ancora, indicando un migliore cammino, l’umanaprogenie di queste Valli et merci bien encore!

Carlo A. M. Burdet