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Flash dal mondo del calcio

Notizie flash dal mondo calcistico

DOPO LA CHAMPIONS LEAGUE ecco i risultati delle squadre italiane impegnate in Europa e Conference League:bilancio positivo con le 2 vittorie di Roma ed Atalanta ed il pareggio della Fiorentina.
Risultati:
Sporting Lisbona- Atalanta 1-2
Roma-Servette 4-0
Fiorentina -Ferencvaros 2-2
RIPRENDE IL CAMPIONATO con il derby Juventus-Torino alle ore 18 di sabato 7 ottobre,all’ Allianz Stadium della Juve.
Bianconeri e granata cercheranno di ottenere i tre punti per poter scattare in avanti nella classifica al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati,scudetto per la Juve,ritorno in Europa per il Toro.
Entrambe le squadre arrivano all’appuntamento incerottate per via degli infortuni che hanno colpito i giocatori dell’organico.
Problemi in attacco per la Juve che farà a meno di Chiesa e Vlahovic,al contrario defezioni importanti nella difesa del Toro:mancheranno Buongiorno Dijdij e Sazonov. Partita aperta ai tre risultati come nella schedina di una volta,1-x-2.
CAMBIA FORMAT LA SUPERCOPPA ITALIANA:a gennaio,in Arabia Saudita si sfideranno 4 squadre,non più due(vincitrice dello scudetto contro la vincente della Coppa Italia).A contendersi il trofeo,con semifinale a sorteggio e finale,saranno
Inter, Fiorentina, Napoli e Lazio: ovvero la vincente e la finalista perdente della Coppa Italia 2022/23 e la prima e la seconda classificata dello scorso campionato di Serie A.

Enzo Grassano

Scoperta dalla Guardia di Finanza di Torino una frode milionaria sulle agevolazioni covid-19

Fondi per il sostegno della ripresa economica delle imprese. Sospesi dall’esercizio della professione 2 consulenti del lavoro. Eseguito un sequestro preventivo per un milione di euro. 8 le persone indagate per emissione di fatture per operazioni inesistenti, truffa aggravata, esercizio abusivo di una professione e falsità materiale.Decine le perquisizioni effettuate.

 

La Guardia di finanza di Torino ha eseguito, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, un’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo piemontese ha disposto:

–     l’applicazione della misura cautelare del divieto di esercizio per 12 mesi della professione di consulente del lavoro nei confronti di 2 soggetti che – in concorso con altre 6 persone – sono indagati per una pluralità di reati, tra cui l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, l’indebita compensazione di imposte utilizzando crediti inesistenti, l’indebita percezione di erogazioni pubbliche, la truffa aggravata, l’esercizio abusivo di una professione e la falsità materiale;

–     il sequestro preventivo di denaro, beni immobili, autoveicoli e quote sociali per un valore complessivo di circa un milione di euro, corrispondente al profitto degli illeciti contestati.

Le investigazioni, avviate nel mese di dicembre 2021 dal Nucleo di polizia economico- finanziaria di Torino, hanno riguardato il corretto utilizzo dei “sostegni” riconosciuti alle imprese sotto forma di crediti compensabili con imposte dovute o cedibili a terzi in misura proporzionale ai costi connessi al pagamento dei canoni di locazione a uso non abitativo e degli affitti d’azienda, nell’ambito delle agevolazioni introdotte dal Governo al fine di mitigare gli effetti economici dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Le attività d’indagine svolte hanno consentito di portare alla luce l’esistenza di un modello di frode, a carattere seriale, attraverso il quale i due principali presunti responsabili (entrambi consulenti del lavoro di Torino nonché amministratori di diritto e/o di fatto di diverse società), utilizzando documentazione falsa, hanno inoltrato sulla piattaforma digitale dell’Agenzia delle entrate molteplici comunicazioni per i medesimi contratti di locazione o d’affitto d’azienda, in modo da “gonfiare” artificiosamente i crediti d’imposta spettanti.

I crediti d’imposta così generati sono stati poi ceduti ad altre imprese, in ipotesi d’accusa ritenute compiacenti, che li hanno indebitamente compensati con propri debiti tributari, con conseguente grave danno per l’Erario.

In particolare, per il periodo novembre 2020 – dicembre 2021 sono stati ricostruiti crediti inesistenti per oltre un milione di euro complessivi, di cui circa la metà utilizzati in compensazione dalle imprese acquirenti, per importi annui superiori alla soglia (50 mila euro) che determina la responsabilità penale. La restante parte dei crediti inesistenti sarà invece oggetto di recupero in via amministrativa.

A nove imprese a vario titolo inserite nel descritto meccanismo illecito è stata inoltre contestata l’indebita percezione di erogazioni pubbliche per circa 340 mila euro. Si tratta di contributi a fondo perduto stanziati dal Governo con diversi provvedimenti susseguitisi nel biennio 2020-2021, sempre con l’obiettivo di supportare gli operatori economici per le perdite di fatturato causate dall’emergenza pandemica. La concessione di tali benefici era, tuttavia, subordinata al possesso di specifici requisiti da parte dei richiedenti che, nei casi analizzati, sono risultati falsamente attestati mediante la presentazione di istanze recanti l’esposizione di volumi d’affari pre-Covid non veritieri.

Uno degli ideatori della frode è stato altresì ritenuto responsabile del reato di autoriciclaggio, poiché, dopo aver ceduto i crediti fittizi, ha effettuato il reinvestimento di 128 mila euro di guadagni illecitamente ottenuti.

Contestualmente all’esecuzione dei suddetti provvedimenti cautelari disposti dall’Autorità Giudiziaria sono state eseguite numerose perquisizioni domiciliari nei confronti degli indagati, reperendo materiale utile alle indagini.

La presente attività investigativa conferma ulteriormente l’attenzione posta dalla Guardia di Finanza nell’attività di contrasto alle condotte che pregiudicano il corretto impiego delle ingenti risorse pubbliche stanziate negli ultimi anni per arginare gli effetti della crisi economica e agevolare il rilancio del Paese, con l’obiettivo di recuperare le somme indebitamente fruite per restituirle a beneficio della collettività.

Sold out per la Giornata del Contemporaneo alla Gam

La Giornata del Contemporaneo è il grande evento annuale, promosso daAMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani. La manifestazione ha quest’anno come filo conduttore il tema dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile.

Anche la diciannovesima edizione presenta una programmazione ad hoc dei 24 Musei associati AMACI, che nel 2023 propongono un particolare focussviluppando il tema proposto da AMACI.

La GAM di Torino, Museo associato AMACI, partecipa alla Giornata del Contemporaneo offrendo l’ingresso gratuito per tutta la giornata di sabato 7 ottobre alle collezioni permanenti del Novecento e alle mostre temporaneeMichele Tocca. Repoussoir in Wunderkammer e Giuseppe Gabellone. Km. 2,6 in Videoteca.

Per questa occasione la GAM è felice di ospitare Michele Tocca – presente in GAM con la sua mostra personale, progetto vincitore del PAC 2021 – che condurrà un workshop dal titolo Un giorno con le nuvole.

 

UN GIORNO CON LE NUVOLE

Durata dalle 14:00 alle 17:00

Partecipazione gratuita su prenotazione

SOLD OUT

In un giorno di ottobre, un gruppo di visitatori del museo si incontra con un pittore che vuole indurli a guardare le nuvole, partendo dai nomi, cirri, cumoli e stratocumoli… e da chi li ha inventati per primo, il chimico e meteorologo romantico Luke Howard. 

I partecipanti al workshop saranno condotti, attraverso una serie di interrogativi e utilizzando il loro istinto, a osservare questo fenomeno fisico che è insieme meraviglioso e spaventoso, a tratti noioso, solo apparentemente malinconico. Dipingere le nuvole, disegnarle, schizzarle sono tutti gesti attraverso cui i partecipanti, guidati dall’artista Michele Tocca, tenteranno di ascoltare la natura complessa, precaria e insieme ripetitiva del fenomeno atmosferico, dandogli nuova voce nel momento in cui diventano pittura.

Nuovo reparto di Pneumologia pediatrica al Regina Margherita

Il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo ha partecipato, con il presidente dalla Regione Alberto Cirio all’inaugurazione del nuovo reparto di Pneumologia pediatrica “Grazia e Corrado Tadolini” dell’Ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Il progetto è stato realizzato dalla Fondazione Respiro Libero Onlus, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e di Intesa Sanpaolo.

“È davvero bello essere qui oggi – ha dichiarato il Sindaco – a inaugurare questo nuovo reparto che metterà a disposizione le migliori cure e spazi adeguati alle esigenze dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. Un progetto sostenuto dalla solidarietà che dimostra come la nostra Città sia sempre attenta ai bisogni di chi si trova ad affrontare un momento di difficoltà”.

L’inaugurazione segna ufficialmente la chiusura dei lavori di ristrutturazione dell’area ambulatoriale e di day hospital del nuovo reparto, a quasi un anno dall’inaugurazione dell’area degenza e a tre anni dall’avvio della raccolta fondi. Il nuovo reparto è una struttura capace di rispondere ai bisogni di bambini e adolescenti a cui occorrono accertamenti, piccoli interventi, e anche a coloro che per motivi di salute devono usufruire delle cure specialistiche pneumologiche, consentendo altresì alle famiglie, grazie a spazi attrezzati, di essere vicine ai piccoli degenti.

Oltre al Sindaco questa mattina erano presenti all’inaugurazione: Marco Tadolini – CEO GMT Holding e Presidente di Fondazione Respiro Libero, il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il Direttore Generale Città della Salute e della Scienza di Torino Giovanni La Valle, oltre a rappresentanti di istituzioni pubbliche e private tra cui Franca Fagioli – Direttore Dipartimento Patologia e cura del bambino ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino e Silvia Dorato – responsabile della missione Promuovere il Benessere dell’Obiettivo Pianeta, Fondazione Compagnia di San Paolo.

Al Mao Trad u/i zioni d’Eurasia: Frontiere liquide e mondi in connessione

Duemila anni di cultura visiva e materiale tra Mediterraneo e Asia Orientale

A cura di Nicoletta Fazio, Veronica Prestini, Elisabetta Raffo e Laura Vigo

5 ottobre 2023 – 1 settembre 2024

MAO Museo d’Arte Orientale, Torino

Terzo esito del ciclo espositivo Frontiere liquide e mondi in connessione, la mostra Trad u/i zionid’Eurasia si inserisce all’interno di una progettualità di ricerca composita che prende avvio al MAO dal 2023 al 2024, volta ad analizzare le traiettorie artistiche e le dinamiche culturali che hanno caratterizzato per secoli gli scambi tra Asia e continente europeo.

Trad u/i zioni d’Eurasia mette in luce il ruolo cruciale dell’Asia e del Mediterraneo quale fulcro di traduzione culturale e luogo di connessione, negoziazione e costante riproposizione.

La mostra Trad u/i zioni d’Eurasia esplora i concetti di traduzione, trasposizione e interpretazione culturale snodandosi attraverso una selezione di oggetti provenienti dall’Asia occidentale, centrale e orientale che permettono di interrogarsi su fenomeni quali lacircolazione materiale e immateriale, le modalità di trasformazione del significato e lafruizione avvenute tra Asia ed Europa nel corso di duemila anni di storia.

Indagando la migrazione di idee, forme, tecniche e simboli, in un dialogo aperto e inclusivo la mostra mira a evidenziare la reciprocità osmotica tra continenti e mari, per creare nuove narrazioni della cultura visiva e materiale che siano puntuali e relative piuttosto che universalizzanti e generiche.

L’approccio scientifico riflette anche la percezione sensoriale della materialità: sul modo in cui questi oggetti sono stati visti, percepiti e desiderati per la loro allure visiva e peculiarità cromatica – a partire dall’oro e dal blu – o per il fascino delle loro superficie, dato dalle qualità riflettenti, splendenti o trasparenti.

Lungi dal voler raggiungere l’esaustività, la mostra presenta una selezione di manufatti che offrono alternative al paradigma eurocentrico dell’eccellenza artistica, riaffermando il ruolo cruciale svolto dall’Asia centrale nella creazione e nella trasmissione di idee su scala globale. Vitale per questo fenomeno di contaminazione reciproca è il mar Mediterraneo, inteso come spazio intermedio, creatore di confini ma anche fenomenale catalizzatore di esplorazioni e contatti: una frontiera liquida dove i continenti convergono, le espressioni artistiche e i fenomeni culturali sono costantemente reinventati.

La mostra sarà suddivisa in aree tematiche con una particolare attenzione al colore – blu, rosso e oro – e alla materia – ceramica, tessuti, metalli, carta e pigmenti coloranti.

Lungo il percorso espositivo, i visitatori potranno ammirare tra l’altro splendide sete provenienti dall’antica regione della Sogdiana, in Asia Centrale, snodo di numerose vie carovaniere,ceramiche bianche e blu prodotte tra il Golfo Persico e la Cina, una raffinata selezione di“panni tartarici”, preziose stoffe d’oro e di seta del XIII secolo prodotte tra Iran e Cina durante la dominazione mongola, ammirate dall’aristocrazia medievale e dall’alto clero d’Europa, rari esemplari di tiraz (Egitto, X secolo), tessuti con iscrizioni ricamate che evidenziano l’importanza della calligrafia in ambito islamico, e una serie di bruciaprofumi zoomorfi in metallo (Iran, IX-XIII secolo), a ribadire la centralità delle essenze nelle società islamiche medievali.

Il progetto si avvale di numerosi prestiti provenienti da importanti collezioni e istituzioni italiane, che sottolineano e valorizzano la presenza sul territorio nazionale di una storia multiculturale condivisa: accanto a oggetti dell’Asia Centrale della collezione del MAO troveranno spazio tessuti, ceramiche e miniature raramente esposti della Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica, metallistica khorasanica della Aron Collection e importanti prestiti dal Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, dalla Chiesa di San Domenico di Perugia, dal Museo delle Civiltà di Roma, dalla Galleria Sabauda – Musei Reali e da Palazzo Madama di Torino.

Intesa come piattaforma organica di studio e ricerca, la mostra si trasformerà gradualmente nel corso dell’anno attraverso la rotazione di diverse opere e l’introduzione di nuove tematiche e stimoli percettivi, con nuove commissioni e installazioni di artisti contemporanei; sarà inoltre arricchita da una serie di conferenze e da un public program musicale e performativo.

In aggiunta, indispensabile per la comprensione delle diverse sezioni della mostra, sarà pubblicato un booklet di approfondimento distribuito gratuitamente, secondo la formula ormai consolidata del MAO e fortemente apprezzata dal pubblico, con testi a cura del team curatoriale e contributi esterni di Yuka Kadoi, Maria Ludovica Rosati e Mohammad Salemy.

Come già accaduto per i precedenti progetti espositivi del MAO, anche la mostra Trad u/i zionid’Eurasia propone un dialogo tra opere antiche e contemporanee.

L’artista internazionale Yto Barrada (franco-marocchina, nata nel 1971 a Parigi) collaborerà per “sovvertire” ulteriormente la museografia tradizionale, collegando la sua pratica all’attività museologica. La sua installazione site-specific si svilupperà gradualmente nel corso di un anno di esposizione, offrendo nuove potenziali riflessioni sul colore e sulla materialità delle opere esposte a partire dal libro di Emily Noyes Vanderpoel (1842-1939) Color Problems: A Practical Manual for the Lay Student of Color, pubblicato all’inizio del XX secolo, che analizza la proporzione di colore derivata da oggetti come piastrelle assire, tappeti persiani, la cassa di una mummia egizia e persino una tazza da tè e un piattino.

Il progetto di Yto Barrada è realizzato in collaborazione con la Fondazione Merz, dove l’artista realizzerà una mostra personale nell’autunno 2024. Yto Barrada è la vincitrice della quarta edizione del Mario Merz Prize, premio biennale istituito nel 2013 con l’intenzione di individuare e sostenere personalità nel campo dell’arte e della musica contemporanea in ambito internazionale.

All’interno della mostra troveranno spazio anche le opere MOSADEGH (2023) dell’artista iraniana Shadi Harouni, che utilizza la parola scritta per connettere la storia del suo Paese con l’esperienza universale legata alla perdita, alla repressione, alla guarigione e all’audacia, e l’installazione immersiva Shimmering Mirage (Black), 2018 di Anila Quayyum Agha.

Chiude il percorso una sezione editoriale a cura di Reading Room, spazio milanese dedicato alla diffusione e comprensione delle riviste contemporanee, con una selezione di pubblicazioni, zines e libri d’artista che propongono un approfondimento su alcune delle tematiche affrontate in mostra quali la trasparenza, il colore, l’artigianalità.

 

 

Grazie alla convenzione con L’Istituto dei Sordi di Torino, i contenuti della mostra saranno disponibili in LIS Lingua dei Segni italiana e in versione audio.

Trad u/i zioni d’Eurasia è il terzo esito del ciclo espositivo Frontiere liquide e mondi in connessione che apre la Galleria dei Paesi islamici e la collezione permanente del Museo a ulteriori direzioni interpretative attraverso altre collezioni e contaminazioni curatoriali, sia locali sia internazionali. A partire dal 2023 sono state presentate le seguenti mostre: Lustro e Lusso dalla Spagna Islamica, a cura di Filiz Çakır Phillip e in collaborazione con la Fondazione Bruschettini per l’Arte Islamica e Asiatica – dal 19 gennaio al 4 giugno – e Metalli Sovrani. La festa, la caccia e il firmamento nell’Islam medievale, a cura di Veronica Prestini e in collaborazione con The Aron Collection – dal 14 giugno fino al 12 novembre 2023.

MAO Museo d’Arte Orientale

Via San Domenico, 11, Torino

ORARI

martedì – domenica: 10 – 18. Lunedì chiuso.

La biglietteria chiude un’ora prima. Ultimo ingresso ore 17.

TARIFFE

Intero 11€ – ridotto 8€.

I guerrieri dello yoga per ritrovare la propria forza interiore

YOGA SENZA BARRIERE 

Le posizioni del guerriero, anche chiamate Virabadhrasana, sono molto più che semplici pose fisiche, hanno anche un significato simbolico profondo.

 

Esse rappresentano il tributo al guerriero interiore che esiste in ciascuno di noi, simboleggiando la determinazione nel superare le sfide, sia fisiche che mentali, e nel trovare equilibrio e stabilità nella vita quotidiana.

 

Eseguita con grazia e forza, questa asana (posizione yoga) è un’ode alla nostra forza interiore, alla nostra capacità di superare le difficoltà e sviluppare una maggiore consapevolezza del nostro corpo e della nostra mente.

 

Ecco come eseguire i 3 guerrieri:

Virabhadrasana I – Guerriero 1

 

1. Posizione di Partenza: Fai un passo lungo all’indietro con il piede destro.
2. Posizione delle Gambe: Piega il ginocchio sinistro formando un angolo retto. La gamba destra è tesa all’indietro e i fianchi sono rivolti in avanti, il piede posteriore è girato a 45° gradi.
3. Posizione delle Braccia: Alza le braccia sopra la testa, palme unite. Mantieni lo sguardo verso le dita. Mantieni la posizione per alcuni respiri.
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Virabhadrasana II – Guerriero 2

1. Posizione di Partenza: Fai un passo lungo all’indietro con il piede destro.
2. Posizione delle Gambe: Piega il ginocchio sinistro formando un angolo retto. La gamba destra è tesa all’indietro e il piede posteriore è girato a 45° gradi.
3. Posizione delle Braccia: Estendi le braccia parallele al pavimento, sguardo rivolto verso il dito medio della mano sinistra. Mantieni la posizione per alcuni respiri.
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Virabhadrasana III – Guerriero 3

1. Posizione di Partenza: Inclina il corpo in avanti tenendo la schiena dritta.
2. Sollevamento della Gamba: Solleva la gamba destra verso l’alto, mantenendo il busto parallelo al suolo. Cerca di mantenere i fianchi rivolti verso il basso.
3. Bilanciamento: Unisci le mani e portale al petto cercando di mantenere il corpo in una linea retta. Mantieni la posizione per alcuni respiri.

 

 

Namasté

 

Serena Fornero – @odakawithserena

 

 Science Brunch per scoprire la scienza nascosta negli alimenti

 IL NUOVO LABORATORIO DEGLI ALIMENTI DI OFF TOPIC

 

Un appuntamento dedicato ai più piccoli e le loro famiglie per passare il sabato insieme, tra cucina & scienza

 

Iscrizione sulla pagina eventi di OFF TOPIC a questo link

Torino 4 ottobre 2023 –  Nasce Science Brunchil nuovo ciclo di incontri di OFF TOPIC per scoprire la scienza nascosta negli alimenti. Tutti i sabati a partire dal 21 ottobre, un nuovo evento che unisce all’amore per la scienza quello per la cucina, per imparare a “sperimentare con il cibo” con un appuntamento dedicato a tutta la famiglia,  dalle ore 11:30 fino alle 12:30.

Micro e macro nutrienti, farine infuocate e additivi alimentari, liquidi sferificati e frutti ghiacciati, solo alcuni degli ingredienti delle ricette di Science Brunch: un vero esperimento per piccoli chimici, che trasforma OFF TOPIC in un laboratorio scientifico di magiche pozioni. Cucinare non è mai stato così divertente, e fra Science Bagels accompagnati da un contorno di carboidrati alla julienne, si avrà l’ccasione di scoprire proteine in salsa sperimentale, fra soffritti di lipidi e vitamine, ma anche pentoloni di zuppe di acqua e sali minerali.

 

Il nuovo format di OFF TOPIC nasce da ToScience, l’’associazione culturale di Torino nata nel 2014 e attiva su tutto il territorio italiano, per la promozione della cultura scientifica composta da professionisti della comunicazione e divulgazione della scienza, con un’esperienza pluriennale nella progettazione e animazione di attività ludico didattiche. ToScience sperimenta infatti da sempre linguaggi e media innovativi per comunicare la scienza e renderla affascinante e alla portata di tutti. Il coinvolgimento in prima persona nelle attività è la chiave per trasformare un momento di divertimento in un’occasione per imparare qualcosa: per questo, l’approccio è quello dell “hands on”.

 

Fra gli appuntamenti in programma sabato 21 Ottobre “Carboidrati alla julienne” affronta quanta energia si nasconda in realtà dietro una fetta di pane: che cos’è l’amido e quali superpoteri nasconde la nostra saliva. Un’occasione per scoprirlo in questo laboratorio in cui farine e cereali saranno i protagonisti dei nostri esperimenti.

Si prosegue sabato 28 ottobre con “Proteine in salsa sperimentale” per rispondere a un quesito diffuso: quante ricette esistono per cucinare un uovo senza cuocerlo, e quante cose hanno in comune un fagiolo e un bicchiere di latte. Molte è la risposta ad entrambe le domande, ma se si vuole scoprire perché non resta che venire a scoprirlo attraverso gli esperimenti di OFF TOPIC.

Con Soffritto di lipidi e vitamine il 4 novembre si andrà alla scoperta di cosa significhi avere una necessaria riserva di energia. I grassi sono infatti essenziali per svolgere numerose funzioni del nostro organismo. Inoltre, rendono possibile l’assorbimento di alcune vitamine. È possibile isolarli partendo da un alimento, ma solo per chi parteciperà a

Un viaggio alla scoperta del macronutriente più presente sul nostro pianeta, l’acqua, è il focus dell’apppuntamento in programma il 18 novembre con Zuppa di acqua e sali minerali. Attraverso una serie di esperimenti, alcune delle più straordinarie proprietà dell’acqua che – all’occorrenza – sono anche in grado di renderla anche molto dura.

 

Il 25 novembre l’appuntamento Anidride carbonica a lunga lievitazione svela tutti i segreti che si nascondono dietro la morbidezza e l’elasticità di una pizza. Scoprilo in questo laboratorio in cui organismi molto piccoli ti aiuteranno a trasformarti in unə grande chef…ma solo se riuscirai a nutrirli con la giusta dolcezza.

 

Ancora sabato 2 dicembre una Gran selezione di succhi (gastrici). E dopo una bella mangiata, non resta che lasciare che la digestione faccia il suo corso. Come funziona questo processo. Verranno ripercorse tutte le sue fasi: ridurre, assorbire e trasformare, sono tutti i passaggi che consentono di digerire in questo laboratorio

 

Se non si è mai sentito parlare di cucina molecolare Science (bubble) Tea il 9 dicembre è il laboratorio giusto. Si andrà alla scoperta di quanto può essere semplice trasformare i liquidi in sfere per preparare delle vere e proprie esplosioni di sapore.

 

L’ultimo appuntamento in programma sabato 16 dicembre è Cheesecake all’azoto: Menocentonovanaseigradi. È questa la temperatura che aiuterà a cucinare alcune tra le ricette più fredde che si possono preparare in questa (pazza) cucina. Non resta che scoprire quanta croccantezza si può celare anche negli alimenti più teneri.

 

 

OFF TOPIC

via Giorgio Pallavicino, 35 – 10153 Torino

 

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Al via a Torino le “Giornate della legalità”

Si aprono da venerdì 6 a domenica 8 ottobre a Torino le “Giornate della legalità”, un progetto ideato dalla Città di Torino, realizzato dalla Fondazione per la Cultura, in collaborazione con Avviso Pubblico e Libera. Partner scientifico dell’iniziativa è Biennale Democrazia.

La manifestazione si inserisce nel calendario delle iniziative promosse dal Comune per ricordare il procuratore Bruno Caccia nel quarantennale dell’uccisione da parte della criminalità organizzata.

L’appuntamento è con l’evento di apertura venerdì 6 ottobre alle 16,00 presso la Sala Rossa del Palazzo Civico, con l’incontro “Prevenire. Contro ogni forma di criminalità organizzata“, in collaborazione con Avviso Pubblico.

Intervengono:

  • Enzo Pompilio D’Alicandro, Camera di Commercio di Torino;
  • Maria Josè Fava, Libera Piemonte;
  • Michela Favaro, Vicesindaca della Città di Torino;
  • Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico;
  • Tommaso Pastore, Direzione investigativa antimafia Piemonte;
  • Donato Giovanni Cafagna, Prefetto di Torino;
  • Roberto Maria Sparagna, Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.

Coordina l’incontro Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico.

Smartphone: riflessioni tra scuola, dipendenza e potenzialità educativa

Eccola lì, la nostra scatola nera.

Il nostro indispensabile organo detentore della sensibilitàpostmoderna.
Ode allinseparabile Smartphone, unico idolo indiscusso della nostra epoca, e forse il solo simulacro che siamo in grado di accettare.
Come una sorta di vaso di Pandora tascabile, il cellulare viene comunemente indicato leffettivo colpevole dei mali odierni, il capro espiatorio reo di aver mandato a rotoli la nostra società.
Una considerazione pare dunque necessaria, e sottolineo il termine colpevole che ho utilizzato, poiché ciò su cui vorrei riflettere èdibattito aperto e le osservazioni che propongo non vogliono certo essere verità lapidarie, ma solo punti di vista.
Possibile che la causa allalienazione contemporanea si trovi semplicemente racchiusa in tale piccolo oggetto?
Se è tutto qui, perché allora non eliminare dal mercato gli smartphone e reintrodurre gli arcaici Cityman e il Motorola Micro Tac., per non parlare degli iconici Nokia 3310 e 3330?
Forse dietro il demonizzato telefono intelligente si cela una situazione più complessa e decisamente meno facile da districare?
Tanto più che, solo un paio danni fa, si pensava di utilizzare proprio gli stessi smartphone come strumenti didattici dibattito per ora ancora aperto-.
Se sono davvero oggetti così pericolosi, come si è potuto  anche solo lontanamente pensare di farli entrare allinterno dellistituzione scolastica?
A tal proposito risulta esplicativa la posizione del Professor Raciti, ben illustrata in unintervista pubblicata su Orizzonte Scuola (Sìsmartphone in classe, per fare didattica. Smartphone sì o no?Domanda corretta è: Smartphone come. INTERVISTA al Professor Raciti. Articolo a cura di Vincenzo Brancatisano, pubblicato nel mese di ottobre 2022).
Il docente sostiene che la società abbia commesso un grave errore a consegnare nelle mani di bambini e ragazzini una tecnologia cosìdelicata e pericolosa che pure ci apre degli importanti scenari sociali e culturali. […] daltro canto Raciti osserva come lo sbaglio ormai sia stato commesso, ora occorre decidere come agire. Secondo lopinione del Professore gli adulti ed in particolare i docenti- non possono permettersi di osservare indifferenti il dilagare delle nuove dipendenze, il diffondersi del fenomeno del cyberbullismo e di tutte le altre devastanti conseguenze derivanti dallutilizzo improprio di tali ambienti virtuali, su cui i ragazzi non hanno alcun controllo e con cui non sanno relazionarsi.

Ciò che Raciti sostiene è che la scuola deve cogliere le sfide attuali e prendere per mano i ragazzi, in questo caso guidandoli verso un uso critico, responsabile e consapevole delle tecnologie poiché è proprio listruzione scolastica il mezzo essenziale e centrale per lo sviluppo delle competenze di cittadinanza digitale nonché per la crescita della persona.
Il Professore non è lunico a sostenere questa tesi, su molte testate che si occupano di formazione e insegnamento si possono leggere pareri favorevoli e contrari non solo allutilizzo dello smartphone, ma addirittura anche alla sola introduzione fisica dello stesso tra le mura scolastiche.
Mi preme sottolineare come i favorevoli a tale iniziativa sostengano la possibilità di usare i cellulari come dispositivi didattici aggiuntivi, senza ovviamente eliminare lutilizzo degli strumenti classici, quali i preistorici libri e quaderni, che pure risultano in ogni caso le soluzioni più apprezzabili per un corretto e completo apprendimento.
Si caldeggia unopzione aggiuntiva, una possibile strada ulteriore per promuovere il processo di insegnamento-apprendimento in classe, ipotesi volta allintroduzione di metodi educativi innovativi, nuove strategie tecnologiche da affiancare alle tecniche tradizionali, in modo da poter accompagnare ogni singolo studente verso il proprio successo formativo, senza lasciare indietro nessuno.
Che ci piaccia o meno, come suggerisce Simone Consegnati, nel suo articolo pubblicato su Tuttoscuola a luglio di questanno, èopportuno riflettere su un dato di fatto: Attraverso i loro cellulari i nostri alunni si incontrano, si fidanzano, si innamorano, prendono appuntamenti per la serata, a volte leggono un libro o parte di esso, più spesso guardano video e fotografie. Essendo uno strumento cosìimportante, è necessario che ci sia uneducazione e unattenzione della scuola, verso un uso corretto e adeguato.
Pare dunque anacronistico inneggiare ad un totale allontanamento dello smartphone dalle vite dei nostri studenti, così come recitano le ultime circolari diffuse nella maggior parte delle scuole, in cui si legge del divieto assoluto di utilizzo dei cellulari  a scuola, il che puòsembrare unazione limitativa, perché, se in classe probabilmente non accadrà nulla di legato ai mondi virtuali, è pur vero che la prima azione che compiono i ragazzi appena varcati i cancelli è accendere i propri telefonini.
Va da sé che il problema non sia loggetto-smartphone, ma la non conoscenza delle potenzialità talvolta pericolose- che ad esso sono attribuite.
Non andrei mai contro la normativa vigente, eppure in qualità di docente di arte e immagine, sostengo che, con le giuste modalità e indicazioni, potrei provare giovamento dalluso del cellulare in alcune situazioni specifiche, quali le ore dedicate alla pratica: tramite lo smartphone si potrebbero eseguire ricerche iconografiche personalizzate e adatte al lavoro di ogni singolo studente, ognuno osserverebbe la figura di riferimento necessaria al suo operato, senza dover aspettare il proprio turno alla LIM; in altre lezioni si avrebbe la possibilità di visionare insieme, alunni e docente, alcune applicazioni dedicate al fotoritocco, allediting o allimpaginazione, attivitàrispondenti al bisogno di eseguire compiti di realtà, in modo da far ricadere gli argomenti spiegati su temi e situazioni attuali vicini al mondo giovanile.
Certamente vi è il rischio delluso scorretto di tale tecnologia, magari qualcuno potrebbe scattare delle fotografie, filmare la lezione o distrarsi sui social, daltro canto anche questo è un problema antico, o non vi ricordate che i messaggini si inviavano anche con i Nokia? E poi, almeno una volta è successo a tutti di dimenticarsi di togliere i suoni mentre si giocava a snake tra le cartacce appositamente sistemate nel sottobanco.
Non trovo poi corretto tenere la testa nascosta sotto la sabbia: leproblematiche contemporanee ci sono e sono differenti rispetto a quelle di qualche decennio fa. Viviamo in una dimensione di continua incertezza, sia dal punto di vista lavorativo che affettivo, non vi sono più i punti di riferimento stabili su cui contavano i nostri genitori o i nostri nonni, al contrario lepoca che dobbiamo affrontare è quella dellindividualismo, della competitività che sovrasta gli ideali di appartenenza e condivisione, ed è in questo panorama sociale che si diffondono diverse forme di malessere, tra cui le nuove dipendenze da smartphone e tecnologie varie, la depressione e le diverse tipologie di ansia (funzionale e disfunzionale).
Curioso il caso di Raymond-Millet, regista visionario, che nel 1947 realizza un lungometraggio educativo dal titolo Télévision: Oeil de Demain (Televisione: occhio del domani). Si tratta di una pellicola in bianco e nero, in cui si ipotizza linvenzione di una apparecchiatura avanguardistica, una sorta di televisione portatile antesignana del contemporaneo smartphone, la quale infine prende il sopravvento sulle vite degli uomini. Le sequenze mostrano linconscia dipendenza che le persone sviluppano nei confronti di tale oggetto, rendendolo perennemente presente nella propria quotidianità, quasi fosse unestensione del proprio essere: si vedono allora individui sui tram, intenti non più a guardare il mondo fuori dal finestrino, bensì con lo sguardo fisso sul monitor, altri si presentano ad un appuntamento romantico, ma dopo solo alcune parole di cortesia, spengono il proprio interesse verso laltro e si concentrano a fissare il loro apparecchio, e così in tutti i momenti della vita abituale. Vi ricorda qualcosa?
Daltronde non è questa lunica volta in cui la Fantascienza si fa portavoce provocatoria di una qualche situazione da monitorare, e non è questo lunico monito a cui non abbiamo prestato attenzione.
Oggi lo smartphone ci risucchia nel suo vortice social, ci rapisce verso questi ambienti virtuali in cui vige una sempiterna felicità idilliaca, accompagnata dai filtri di bellezza, tramonti mozzafiato, assenza totale di problematiche, noia e tempi morti.
E se invece la direzione relazionale fosse sbagliata? Se non fosse il cellulare ad assorbirci ma fossimo noi a volerci far inghiottire da questo fittizio turbinio? Perché, diciamocelo pure, è più facile guardare un video su Tick-Tock anziché leggere un libro, è meno dispendioso scegliere un giochino sul cellulare anziché utilizzare la playstation, ed è meno faticoso guardare le storie su Instagram, anziché mandare un messaggio o -addirittura- chiamare una persona per sapere come sta.
Lo smartphone forse è solo la scusa che abbiamo trovato per riempire i vuoti. Quei vuoti così necessari, perché servono a pensare, a ricaricarsi, a capire, essenziali persino per comprendere la noia. Quei vuoti che ci insegnano come si gestisce un sentimento, bello o brutto che sia, in cui sperimentiamo la mancanza, la lontananza, lirrequietezza, le aspettative, quei vuoti in cui possiamo immaginarci il futuro e possiamo spaventarci degli obbiettivi che vorremmo perseguire, perché talvolta tutto sembra così difficile e inarrivabile. Quei vuoti dove c’è la vita vera.
Secondo tale riflessione, lo smartphone risulta leffettivo colpevoledellalienazione dellindividuo contemporaneo, in quanto portale diretto verso unesistenza virtuale ed alternativa che si sovrappone a quella concreta, un mondo non tangibile ma non meno pericoloso, figlio del consumismo estremo, delle mode dispotiche, della frenesia del successo ad ogni costo.
In questo senso è necessario prestare molta attenzione alloggetto-smartphone,  figlio prediletto della società che Zygmunt Bauman, con occhio critico, acuto e lapidario denomina come liquida, termine a cui si collega il significato di perdita del senso del tempo, ciò che piùcaratterizza questo momento storico. Lo studioso polacco sottolinea come il diffondersi delletica delladesso e della cultura della fretta abbiano comportato una trasmutazione dei voleri autoritari e unitari, mettendo così in dubbio le dimensioni costitutive più intime della personalità e del comportamento umano, quali le aspirazioni per il futuro e la capacità di costruirsi nel tempo, in quanto soggetti capaci di pensiero critico, dotati di principi di autoregolazione, capaci di creare rapporti intimi soddisfacenti e gratificanti, da cui per altro scaturiscono sentimenti portatori di un serio equilibrio emotivo, la cui importanza non è affatto da sottovalutare.
Bauman osserva inoltre che, se fino a pochi anni fa tale problematica riguardava solo la vita dei più giovani, adesso anche gli adulti sono stati assorbiti dallaffanno di un perpetuo presente e da un costante istantaneo.
Egli individua come fonte di colpevolezza la società dei consumi, fattasi ancora più immediata, repentina ed individuale, stile di vita che saccompagna ad una costante paura collettiva di rimanere indietro in un contesto totalmente indirizzato verso il progresso e la produzione. Oltre al riferimento alla traditio filosofica Shopenhaueriana dellimpossibilità della soddisfazione dei desideri, il sociologo richiama lattenzione su come ormai lunità minima della moderna società sia lindividuo e non più il nucleo familiare; non meno determinanti  sono le sue osservazioni sugli scarti, non solo intesi come prodotti ma osservabili in individui incapaci di partecipare al gioco sociale, poiché non portatori di profitti consoni alla societàconsumistica, come gli sfollati o gli immigrati.
In questa società a sciame dapi -riprendendo una metafora baumeriana- assai diversa dalla società di massa del secolo scorso,priva di un leader, senza gerarchie, incentrata sul consumo individuale, lo stesso studioso sottolinea limportanza della centralitàdelleducazione.

 


In primo luogo, egli sostiene, è necessaria una stretta collaborazione tra sociologia e pedagogia, volta a portare avanti unosservazione critica e unazione orientata ad un rinnovato approccio al sapere, adeguato alla pluralità delle conoscenze che sta alla base della globalizzazione. Risulta poi essenziale una specifica azione pedagogica che abbia lo scopo di ristabilire il senso critico di discernimento tra gli individui che hanno perduto la propria identità.
Leducazione richiesta è quindi di tipo etico, costruita sullo studio delle discipline sociali.
Solo attraverso una giusta formazione potremo aprirci verso il diverso, evitando e sconfiggendo la solitudine collettiva del nostro tempo, attraverso la dilatazione dei limiti dellindividualismo egoistico e il rifiuto di quello spazio privato ormai in mano alleconomia consumistica.
Anche la scuola liquida non può sottrarsi alla sfida.
Listituzione scolastica, secondo Bauman deve fronteggiare le leggi di mercato attraverso la libertà, non deve mostrarsi nostalgica verso anacronismi che impongono un impianto prescrittivo alle materie o un disciplinamento degli scolari secondo dei modelli che per altro sono stati completamente spazzati via dalla liquidità. La scuola deve finalmente poter essere il luogo di formazione della capacità critica dei cittadini e della loro pretesa di libertà”.
Difficile trovare una chiusa allaltezza delle parole del sociologo.

ALESSIA CAGNOTTO

Carenza di infermieri, Magliano: “il problema deve essere affrontato dal Governo”

La Giunta sta provando a fare la sua parte

La scarsità di queste figure professionali è un fenomeno di portata nazionale e deve essere contrastato allo stesso livello istituzionale. Urge inoltre un ragionamento sui gettonisti, modalità di esternalizzazione dei servizi che spesso si traduce in maggiori costi per la nostra Sanità. Ci sono Regioni che hanno ridotto al minimo questo fenomeno: il Piemonte può fare lo stesso. Con un Question Time  discusso in Aula, ho portato questi temi all’attenzione dell’Assessore.

Numeri che parlano da soli: solo presso la Città della Salute di Torino, si quantifica in 500 unità la carenza di infermiere e infermiere. Considerando l’intera regione, il dato va aumentato di un ordine di grandezza o quasi, come già evidenziato da Nursind e Nursing Up. Riconosciamo alla Giunta e l’impegno e il tentativo – consistente, per quanto perfettibile – di mitigare la criticità in Piemonte, con misure organizzative (esaurimento delle graduatorie disponibili, nuove procedure concorsuali centralizzate, processi di reinternalizzazione), con le politiche di nuove assunzioni, con la stabilizzazione dei precari e con l’impiego a questo fine di parte 175 milioni di euro del progetto “Rilancio della Sanità Pubblica”. Valuteremo l’efficacia della Governance delle Risorse Umane in Sanità. Ma serve di più (ci sono Ospedali in particolare difficoltà dai tempi della pandemia) e ci aspettiamo che il Governo stesso provi a dare risposte. Occorre inoltre affrontare il fenomeno, in crescita, delle dimissioni dalle Aziende Sanitarie e dai presidi ospedalieri della Sanità Regionale di un numero crescente di infermieri altamente specializzati, che poi in molti casi riprendono l’attività quali liberi professionisti “gettonisti”, presso quelle stesse agenzie esterne chiamate a lavorare in appalto proprio presso le ASL e presso gli Ospedali, con costi decisamente maggiori per la Sanità della Regione. Ci sono alcune Regione che hanno ridotto al minimo l’impiego dei gettonisti ed è una strada che, pensiamo, anche il Piemonte dovrebbe seguire. Una misura sensata potrebbe essere l’innalzamento dell’età pensionabile su base volontaria.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.