ilTorinese

Salute: Twist – Dai un giro alla tua vita

La strategia dell’Asl TO3 contro la sindrome metabolica

«È stata un’esperienza molto importante, in cui ho imparato nozioni nuove sulla mia salute e ho capito perché avrei dovuto cambiare abitudini alimentari e fare delle camminate tutti i giorni. Ho imparato nuove ricette per cucinare sano e adesso vedo le cose in modo più positivo…».

«Io abito a Pomaretto e posso dire che il percorso Twist ha funzionato per me, è stato uno stimolo per migliorarmi, ho aumentato le uscite a piedi, allungando i percorsi e ho ridotto l’uso dell’auto».

«Il percorso intrapreso nel progetto Twist a Grugliasco, nella sede della Promozione della Salute, è stato interessante e utile, perché crea una presa di coscienza sulla condizione psico-fisica e fornisce una giusta e importante motivazione per reagire e migliorare lo stile di vita e la salute in modo cosciente e sostenibile».

Queste sono le testimonianze di alcuni dei primi trenta cittadini che hanno partecipato alla fase sperimentale del progetto Twist, avviato dall’Azienda Sanitaria Torino 3 di Collegno e Pinerolo su tre Comuni (Grugliasco, Pianezza e Pinasca) e che sta per essere esteso a tutto il territorio, a partire dalle nuove Case di Comunità.

«Lavorare sul rischio di ammalarsi, anziché sulla malattia – racconta Alda Cosola, responsabile della Promozione della Salute dell’Asl TO3 – è il presupposto teorico del progetto. L’obiettivo è quello di ridurre l’incidenza della sindrome metabolica, una condizione complessa, caratterizzata da alcuni fattori di rischio come ipertensione, sovrappeso, vita sedentaria. La sindrome, che colpisce circa il 20-25% della popolazione adulta, aumenta la probabilità di insorgenza di problemi cardiaci, ictus e disturbi vascolari. Riducendo i fattori di rischio è possibile rallentare e posticipare l’insorgenza della patologia, portando benefici al paziente e ricadute positive sui costi dell’assistenza».

Il progetto agisce con il coinvolgimento del territorio, a cominciare dai medici di medicina generale. L’equipe è multidiscliplinare e comprende non soltanto figure sanitarie: infatti a farne parte ci sono medici, infermieri, educatori, psicologi, cuochi, dietisti. I Medici di Medicina Generale rivestono un ruolo fondamentale, poiché è loro il compito di ingaggiare i cittadini che rientrano nel target individuato dall’equipe: persone tra i 50 e i 65 anni con sindrome metabolica e condizioni di svantaggio sociale (basso titolo di studio, contesto socio-economico sfavorevole).

Il medico indirizza il cittadino al servizio di Promozione della Salute Asl TO3, che, attraverso un colloquio motivazionale, seleziona i candidati e li organizza in piccoli gruppi, con un minimo di 8 e un massimo di 12 persone. Ogni gruppo è affiancato da un facilitatore, formato dalla stessa Promozione della Salute. «Si tratta di operatori sanitari che – spiega ancora Cosola – hanno seguito un percorso di addestramento specifico, ma il progetto prevede anche una formazione “laica” aperta a tutti i cittadini interessati».

Il facilitatore non istruisce, ma accompagna attraverso l’esperienza, che può riguardare attività fisica, approccio al pensiero positivo, gestione dello stress, sonno, alimentazione. Il progetto prevede anche l’affiancamento di un cuoco professionista, con cui sperimentare la spesa, la preparazione, la cottura e la messa in tavola di piatti sani.

A fine percorso, che ha una durata di circa due mesi, ai partecipanti viene proposta l’attivazione di un Gruppo di Auto Mutuo Aiuto, altra specificità dell’Asl TO3, cioè gruppi di persone che condividono la stessa problematica e che seguono la metodologia, appunto, dell’auto mutuo aiuto: reciprocità, condivisione e partecipazione attiva delle persone nel mantenere il proprio benessere.

Il progetto ha anche un’edizione, prima sperimentale ed ora confermata, dedicata ai dipendenti, che vengono reclutati tramite il Medico Competente aziendale.

Il progetto “Twist – dai un giro alla tua vita” ha vinto a dicembre scorso il primo premio degli Innovation Awards Asl TO3 2024, un riconoscimento interno all’Azienda Sanitaria, volto a promuovere idee progettuali di sviluppo e innovazione.

Giovanni La Valle, Direttore Generale Asl TO3: «I buoni risultati della fase sperimentale ci hanno indotto a proseguire e ad ampliare il progetto su tutto il territorio dell’Asl TO3, partendo dalle nuove Case di Comunità, che abbiamo già attivato e via via apriremo. Anche attraverso questo progetto, le Case di Comunità entrano nel vivo del loro ruolo, valorizzando una delle loro funzioni principali che è quella della promozione della salute».

«Con Twist – sottolinea Federico Riboldi, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte l’Asl TO3 è riuscita a unire in un unico progetto multidisciplinarietà e servizi territoriali all’interno delle Case di Comunità che, lo ricordo, per la sola Asl TO3 vedranno un investimento di quasi 18 milioni di euro per la loro realizzazione. Un plauso, quindi, alla direzione e a tutti gli operatori dell’Azienda Sanitaria che non solo hanno proposto questo interessante progetto di prevenzione, ma lo renderanno stabile su tutto il territorio».

Nella foto parte dell’equipe Twist Asl TO3 (da sx): Roberta Franzin, Domenica Zarbo e Rossella Sappè

I cattolici impegnati in politica e una Torino sempre più diseguale?

L’impegno per i problemi della Comunità che è l’oggetto della attività politica e’ il più nobile tra gli impegni proprio perché ha come obiettivo l’interesse generale di una Comunità o di un Paese, mettendo in second’ordine i problemi della propria famiglia. Ecco perché Paolo VI il Papa che lanciò la sua preghiera a Dio affinché salvasse Aldo Moro, il Cardinale che fu vicino alla presenza dei cattolici negli anni della Resistenza e della ricostruzione , diceva che la politica e il più alto gesto di carità , una frase impegnativa che ha resistito nonostante tanti scandali.

Paolo VI, che nella Populorum progressio sosteneva che sviluppo e’ il nuovo modo di dire pace , riteneva che lo sviluppo avrebbe aiutato soprattutto gli ultimi, i senza lavoro etc. Un insegnamento ancor più valido oggi dopo che la globalizzazione ha sì tolto centinaia di milioni di persone dalla fame più assoluta ma ha aumentato a dismisura e in modo insopportabile le diseguaglianze.  Se pensiamo che Valletta l’autore della rinascita della FIAT nel dopoguerra aveva uno stipendio di 10 volte superiore all’operaio mentre Tavares percepiva un emolumento 1000 volte superiore a quello di un suo operaio.
Torino, che da oltre vent’anni ha una crescita economica inferiore alla media nazionale ha visto crescere notevolmente le diseguaglianze tra Quartieri e tra chi sta bene e chi non ha certezze di stipendi o ha stipendi bassi. Non a caso nel 2012 l’Arcivescovo Nosiglia  denuncio’ la situazione di una metà della Città che stava bene che non si accorgeva della metà della Città che stava male. Recentemente il nuovo Arcivescovo Repole, ora Cardinale , ha denunciato la presenza di ampie zone di lavoro povero.  Differenze che in questi anni sono cresciute a causa della bassa crescita economica ma anche a causa delle scelte della Amministrazione comunale che ha puntato tutto sul Centro della Città privilegiando appunto le manifestazioni nell’area centrale, al Lingotto o nella zona dello Stadio Comunale e recentemente nell’area delle OGR , grande restauro a cura della Fondazione CRT.
I cattolici torinesi impegnati in politica sono divisi tra chi da trent’anni appoggia elettoralmente le ultime Amministrazioni della Città e chi dalla opposizione invece lamenta il degrado e il declino di Torino.
Dopo il recente e forte appello del Cardinale Repole ai detentori di capitali importanti a investirli a Torino per rilanciare lo sviluppo , i dati sul risparmio appena usciti confermano che Torino e’ la terza Città per risparmi e per patrimoni mentre la metà della Città che  stava male quattro anni fa oggi sta sicuramente peggio.
Su questo ampio tema martedì prossimo  29 luglio alle 17 , in piazza Savoia nel Dehor del Caffè PETIT FLEUR , si terrà un importante confronto promosso da Mino Giachino, tra quattro esponenti del mondo cattolico impegnati in politica: Mauro CARMAGNOLA , Mino GIACHINO , Gianpiero LEO e Giorgio MERLO e Marco CALGARO.

Confagricoltura: “Soppresse le aree inidonee al fotovoltaico”

 

Occorrono subito norme chiare per le energie rinnovabili e la tutela delle produzioni di pregio

 

 

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato che, di fatto, apre alla possibilità di realizzare impianti fotovoltaici a terra anche in aree agricole di elevato interesse agronomico, le produzioni di eccellenza della nostra regione potrebbero essere a rischio.

 

Il 14 luglio scorso, con la sentenza n. 6160/2025, il Consiglio di Stato ha soppresso gli articoli delle due delibere della Regione Piemonte che vietavano la collocazione di impianti fotovoltaici nelle aree agricole di elevato interesse agronomico (areali individuati dai disciplinari delle produzioni agricole D.O.P., I.G.P., D.O.C., D.O.C.G. e terreni agricoli ricadenti nella prima e seconda classe di capacità d’uso del suolo). Questo provvedimento, insieme a quello del Tar del Lazio, che in parte annulla il decreto interministeriale che disciplina l’individuazione delle superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili, crea un vuoto normativo in cui potrebbero più facilmente inserirsi speculazioni dannose per le produzioni agricole, ma anche per gli agricoltori stessi che volessero diversificare le attività aziendali con l’introduzione del fotovoltaico.

 

La produzione di energia sta diventando un elemento sempre più importante nell’economia delle imprese agricole – afferma Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemontesu questa materia, come associazione agricola, abbiamo però sempre avuto una posizione molto chiara, l’azienda deve poter compiere le sue scelte imprenditoriali in piena autonomia, all’interno di una cornice normativa stabile e omogenea che consenta lo sviluppo delle energie rinnovabili e la tutela delle produzioni senza dare spazio a manovre puramente speculative, che rischiano di sottrarre all’agricoltore la disponibilità dei suoi terreni, oltre ad avere un impatto molto forte in termini paesaggistici e di consumo di suolo”.

 

Occorre pertanto riaprire al più presto un confronto, a livello nazionale e regionale, che possa portare alla definizione di una normativa equilibrata per lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili. Da questo punto di vista, anche le sentenze del Consiglio e del TAR non devono essere viste in modo del tutto negativo, perché vanno nella direzione di armonizzare lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili sull’intero territorio nazionale, come da sempre richiesto da Confagricoltura.

Primo caso di West Nile nel Torinese, colpito un anziano

L’infezione da virus West Nile provocata dalle zanzare ha colpito nel Torinese. Il primo caso del 2025 riguarda un uomo di 79 anni, di Santena, che è stato ricoverato in neurologia al Santa Croce di Moncalieri. Aveva manifestato sintomi compatibili con la malattia ed era piombato in uno stato confusionale. Tuttavia le sue condizioni non sono preoccupanti e potrebbe essere dimesso nei prossimi giorni.

Pitbull azzanna ragazza e muore soffocato

Una donna  di 33 anni è stata azzannata da un pitbull. La ragazza ha riportato serie ferite a una gamba e a un braccio. Il proprietario del cane ha cercato con forza di trattenerlo, e l’animale è morto soffocato. Il fatto è avvenuto ad Alessandria, dove i soccorritori del 118 sono intervenuti e hanno  portato la donna in codice giallo all’ospedale.

Riforma della Giustizia: pro e contro

PERCHÉ DICO NO

Di Enzo Grassano *

No alla separazione delle carriere: il PM deve restare libero
La proposta di separare le carriere tra magistrati giudicanti e pubblici ministeri è pericolosa per la giustizia e per la democrazia. Oggi il pubblico ministero è un magistrato indipendente, libero di indagare ovunque ci siano ipotesi di reato, senza pressioni politiche. Separare le carriere significa avvicinare il PM al potere esecutivo, trasformandolo in un “avvocato dell’accusa”, indebolendo la sua autonomia.
La Costituzione italiana garantisce l’unità della magistratura proprio per assicurare un sistema giudiziario libero e imparziale. Modificare questo equilibrio, come propone il referendum confermativo, rischia di compromettere la libertà delle indagini e la giustizia per tutti.
Per questo diciamo con forza: no alla separazione delle carriere, no al referendum. Il PM deve restare libero.

* Già membro del Partito Democratico

PERCHÉ DICO SI’

Di Nicola Carlone *

Mentre il Parlamento affronta una delle riforme costituzionali più rilevanti degli ultimi decenni, quella dell’ordinamento giudiziario, non mancano le polemiche, spesso strumentali. Alcuni settori della sinistra, infatti, si sono lanciati in accuse pretestuose, parlando di sottomissione della magistratura al potere esecutivo e di un presunto attacco allo Stato di diritto. Scene da commedia, più che da confronto parlamentare.
La verità, tuttavia, è sotto gli occhi di chiunque voglia leggere il testo della riforma: O si preferisce non
affrontarne il merito per meri calcoli politici, oppure vi è chi difende uno status quo che da tempo mostra crepe evidenti.
Ed è legittimo porsi una domanda: queste resistenze derivano forse dalla volontà di tutelare interessi consolidati all’interno della magistratura, che la Costituzione, peraltro, vieta di organizzare in correnti politiche?
Al contrario di quanto sostenuto da alcuni, la riforma non introduce alcuna subordinazione della magistratura al Governo. Al contrario, interviene per rafforzarne l’autonomia concreta, rimuovendo quei meccanismi di cooptazione interna e spartizione delle nomine che hanno indebolito la fiducia dei cittadini nella giustizia.
I contenuti tecnici della riforma (fonte Adnkronos)
Il testo della riforma costituzionale interviene su punti cruciali dell’ordinamento giudiziario, introducendo due principi fondamentali:
La separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti;
La creazione di due distinti Consigli Superiori della Magistratura, ciascuno autonomo, uno per i giudici e uno per i pubblici ministeri, entrambi presieduti dal Presidente della Repubblica.
La composizione di tali Consigli è costruita su criteri di trasparenza e imparzialità:
Un terzo dei componenti sarà estratto a sorte da un elenco di professori ordinari di materie giuridiche e avvocati con almeno 15 anni di attività, selezionati dal Parlamento in seduta comune;
I restanti due terzi saranno estratti a sorte tra i magistrati delle rispettive categorie (giudicanti o requirenti), in modo da impedire concentrazioni di potere e logiche correntizie.
Ciascun Consiglio eleggerà il proprio vicepresidente, sempre tra i componenti non togati. I mandati avranno durata quadriennale e non saranno rinnovabili. Durante l’incarico, i membri non potranno esercitare attività professionali né ricoprire cariche politiche.
Tra le altre novità, si prevede l’istituzione di un’Alta Corte disciplinare, competente per i procedimenti a carico dei magistrati. Sarà composta da 15 membri con composizione mista, anche in questo caso scelta in parte per sorteggio e in parte per nomina, sempre tra soggetti dotati di qualificazione giuridica elevata.
Questa riforma non è una provocazione né un’azione punitiva nei confronti della magistratura, ma una risposta concreta a criticità note e denunciate da tempo. Le degenerazioni correntizie emerse clamorosamente nel caso Palamara sono solo l’ultima evidenza di un sistema autoreferenziale, che rischia di trasformare l’autonomia della magistratura in una forma di irresponsabilità.
La separazione delle carriere garantirà una equidistanza tra il giudice e l’accusa \ difesa. Questo eviterà che i rapporti lavorativi e personali nati in un ambiente di lavoro unitario, possano compromettere il corso di un processo.
Vale la pena ricordare che alcune delle soluzioni oggi proposte, proprio come la distinzione delle carriere furono già suggerite da Giovanni Falcone, il quale metteva in guardia dai pericoli di una magistratura chiusa, poco trasparente e refrattaria a ogni forma di controllo.
La previsione di un organo disciplinare realmente indipendente, in grado di giudicare anche gli errori gravi dei magistrati, risponde a un’esigenza profonda di giustizia ed equità. Troppe volte nel passato abbiamo assistito a sentenze sbagliate, carcerazioni ingiuste, vite spezzate da decisioni affrettate e mai rimesse in discussione. Una giurisdizione che non risponde dei propri errori mina la fiducia stessa nelle istituzioni.
È giunto il momento di valutare questa riforma per ciò che realmente è: un passo avanti verso una giustizia più imparziale, più responsabile e più vicina ai cittadini. Le polemiche ideologiche e gli allarmismi infondati servono solo a difendere un sistema bloccato, dove il potere si conserva nel silenzio e nell’opacità.
L’appello che rivolgo è semplice: non fermatevi ai titoli o agli slogan. Leggete i testi, informatevi, giudicate nel merito. Solo così potremo davvero contribuire a costruire uno Stato più giusto, dove l’equilibrio tra i poteri sia garantito non solo a parole, ma nei fatti.
Riformare la giustizia non è un atto di ostilità, ma un atto di responsabilità. Verso i cittadini, verso le vittime di errori giudiziari, e verso quei principi di legalità e trasparenza che devono rimanere il fondamento della nostra democrazia.

 

«Il processo accusatorio presuppone che accusa e giudice non siano in alcun modo assimilabili. Occorre avere il coraggio di riconoscere che le due funzioni sono e devono essere distinte, e che questa distinzione deve riflettersi anche sul piano ordinamentale»
(Giovanni Falcone, dichiarazioni del 1991 – tratte da “Cose di Cosa Nostra”, conversazioni con Marcelle Padovani)

* Coordinatore del circolo Fratelli d’Italia Rivoli

 

Ripristinato il percorso ciclo-pedonale nel parco del Fioccardo

 

È nuovamente percorribile il percorso ciclo-pedonale lungo la sponda destra del Po, nel parco del Fioccardo, in prossimità del confine con il comune di Moncalieri. Ieri pomeriggio si è tenuta la presentazione degli interventi realizzati, alla presenza dell’assessore Francesco Tresso e del presidente della Circoscrizione Otto, Massimiliano Miano, con il varo della nuova passerella sul Rio Sappone.

“La nuova passerella sul Rio Sappone è un tassello importante per la mobilità dolce lungo la sponda destra del Po, in un tratto particolarmente fragile in cui abbiamo realizzato importanti interventi di messa in sicurezza – commenta l’assessore Francesco Tresso -. Una volta completati anche i cantieri in corso tra i ponti Balbis e Isabella e presso il Molino di Cavoretto, sarà finalmente possibile percorrere in continuità la sponda collinare del Po, da Moncalieri a San Mauro, a piedi o in bicicletta. Un sistema di interventi coordinati che restituirà alla città un’infrastruttura verde strategica, rafforzando il legame tra Torino e il suo fiume”.

Lunga 150 metri, la nuova passerella è in acciaio corten con impalcato in doghe lignee, materiali che ne garantiscono una maggiore durabilità. In linea con le direttive del piano alluvioni, il piano di calpestio originario è stato rialzato di circa 2,8 metri rispetto alla quota originaria, per garantire una maggiore sicurezza in caso di piena. Per raccordare la nuova quota alla ciclopista esistente sono state realizzate due rampe di raccordo.

Oltre alla passerella, l’intervento ha previsto anche importanti opere di consolidamento della sponda orografica destra del Po, soggetta a fenomeni erosivi, con il ripristino del tratto di ciclopista tra il Rio Sappone e il confine comunale con Moncalieri. I lavori, eseguiti anche con tecniche di ingegneria naturalistica, si sono resi necessari a seguito dei danni provocati dall’alluvione del 2016 e da successivi episodi di piena.

Il costo complessivo dell’intervento è stato di circa 800mila euro, finanziato in parte con un contributo del Ministero dell’Interno e in parte da fondi residui di un mutuo della Città.

TORINO CLICK

“Senti”… e lasciati guidare dai sensi

Una domenica trascorsa a “Casa Lajolo” per una curiosa “passeggiata sensoriale” all’interno del magnifico “giardino all’italiana”

Domenica 27 luglio, ore 16

Piossasco (Torino)

Alberi secolari, come il cedro e il pino, muretti e aiuole, il piazzale in ghiaia con la collezione di agrumi in vasi, le sculture in bosso, il boschetto all’inglese delimitato da sette “Taxus baccata” (pianta definita anche “albero della morte”, per l’alta tossicità di tutte le sue componenti, eccezion fatta per gli “arilli”, la parte carnosa che circonda il seme, ottimo e innocuo pasto per gli uccelli)  e poi, più in giù, ulivi e alberi da frutto, l’“orto-giardino” e il frutteto. Un vero “tesoro”, frutto della natura e della cura secolare dell’uomo. Parliamo dello storico “Giardino all’italiana”, articolato su tre piani, della settecentesca “Casa Lajolo”, villa di campagna sita nel borgo di San Vito a Piossasco (Torino), ereditata dai Conti Lajolo di Cossano, antica famiglia di origine astigiana, dai cugini Ambrosio, Conti di Chialamberto. Luogo stupendo che invita alle visite, tanto più in occasione delle molte iniziative ideate e promosse in loco dall’omonima “Fondazione”, nata nel 2016.

La stessa che, per domenica prossima 27 luglio, alle 16, con replica domenica 28 settembre alla stessa ora, organizza “Senti”, passeggiata sensoriale che offre un modo nuovo, curioso e più profondo per esplorare il “Giardino” della dimora storica. “Questo percorso di visita è stato ideato – sottolineano gli organizzatori – per permettere ai partecipanti di scoprire e vivere la bellezza dello spazio verde ‘con altri occhi’, risvegliando i propri sensi e immergendosi in un ambiente naturale accogliente e ricco di stimoli”.

Tecnicamente, detto in soldoni, che s’avrà dunque da fare?

La risposta: “Si cammina bendati, tra suoni rilassanti, scoprendo piante attraverso il tatto, inebriandosi di profumi inattesi e assaporando gusti sorprendenti: un momento di benessere, un’opportunità per riappropriarsi del piacere di un’esplorazione lenta, attenta e paziente, lontano dalla frenesia e dal chiasso della vita quotidiana”.

Aspetto fondamentale e di lodevole impronta etico-sociale dell’iniziativa è la collaborazione da tempo consolidata con l’“Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Torino”. Collaborazione che mira a creare un percorso inclusivo e accogliente per tutti. I “volontari” dell’Associazione accompagneranno i visitatori, guidandoli alla scoperta di consistenze e profumi. Condivideranno, con la loro sensibilità e il proprio vissuto, come sia possibile conoscere e riconoscere un luogo senza l’ausilio della vista, affidandosi a sensi diversi e all’immaginazione.

Le passeggiate sono aperte a tutti, vedenti e non vedenti. Chi non vuole avere gli occhi bendati, può partecipare senza “copri occhi”. Ogni percorso avrà una durata di circa un’ora e mezza.

Il costo di partecipazione è di 10 euro a persona.

Iscrizione obbligatoria https://www.casalajolo.it/prenota/

Per ulteriori info: “Casa Lajolo”, via San Vito 23, Piossasco (Torino); tel. 333/3270586 o www.casalajolo.it

g.m.

Nelle foto: “Casa Lajolo” e parte del “Giardino; “Senti” immagini di repertorio

Il TorinoFilmLab alla Mostra del Cinema di Venezia con tre film

La selezione dell’ottantaduesima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia , che si terrà dal 27 agosto al 6 settembre prossimo, accoglie tre film sviluppati da Torinofilmlab, che dal 2008 supporta autrici e autori nella realizzazione delle proprie opere. Fuori concorso figura “Landmarks” (Nuestra Terra), primo lungo documentario della regista Lucrecia Martel, argentina, vincitrice nel 2020 del TFL Co-Production Fund e già Presidente della giuria della Biennale Cinema del 2019.

In concorso nella sezione Orizzonti  il film intitolato “Grand Ciel” del giapponese Akihiro Hata, che ha lavorato al film all’interno del programma TFL ScriptLab 2018 e “ Milk Teeth” ( Dinti de lapte) del rumeno Mihai Mincan, che torna a Venezia dopo il debutto del suo lungo d’esordio intitolato “To the North” del 2022. Mincan ha preso parte al programma FeatureLab 2023, insieme al produttore connazionale Radu Stancu e ha ottenuto il TFL Production Award. Sound designer del film ora in concorso il Premio Oscar Nicolas Becker.
Presenti anche tre nuovi film di alumni  TFL. In concorso ufficiale “Duse” di Pietro Marcello, che aveva partecipato a ScriptLab nel 2014 e vinto il TFF nel 2009, e “Orphan” dell’ungherese Lászĺó Nemes, alumnus ScriptLab nel 2012 e FeatureLab nel 2015.
È stato selezionato per Orizzonti  anche il film dal titolo “Un anno di scuola” di Laura Samani, già  regista di ”Piccolo Corpo”, sviluppato nei programmi ScriptLab 2017 e FeatureLab 2018.

Il Torino FilmLab è organizzato dal Museo Nazionale del Cinema, con il supporto di Creative Europe, sottoprogramma Media dell’Unione Europea.

Mara Martellotta

Nitto Atp Finals, il Trophy Tour parte dalle Gallerie d’Italia

L’iconico trofeo delle Nitto Atp Finals, conquistato nel 2024 dall’azzurro Jannick Sinner, inizia il suo tour nelle sedi degli sponsor e dei partner del torneo che dal 9 al 16 novembre porterà nuovamente i più grandi campioni del tennis a Torino.

Gallerie d’Italia – la sede museale di Intesa Sanpaolo, host partner dell’evento – è la prima tappa della sfilata del trofeo, pensata per alimentare la passione dei tifosi e proiettare l’immagine delle Finals e di Torino nel mondo. Nella seconda parte del Tour, infatti, sono previste anche tappe all’estero: dalla Germania al Giappone.

Gli appassionati potranno ammirare il trofeo da oggi, 23 luglio, fino al primo agosto, quando mancheranno 100 giorni al primo punto delle Nitto Atp Finals 2025. Il trofeo, intitolato all’ex presidente dell’Atp, Brad Drewett, sarà esposto nella Sala Turinetti, affacciata su Piazza San Carlo, al piano nobile del palazzo di origini seicentesche sede delle Gallerie d’Italia. La visita al trofeo, negli orari di apertura del museo, è gratuita

TORINO CLICK