ilTorinese

24 ottobre 1857… nasce il gioco del calcio

Accadde oggi

Nasce il gioco del calcio moderno che inizia in Inghilterra , precisamente a Sheffield. Lì venne fondata la prima squadra di calcio al mondo, chiamata Sheffield football club , che disputò la sua prima partita nel campo chiamato Parkfield House . L’anno successivo, nel 1858, furono scritte le regole ufficiali del gioco moderno del calcio,le stesse di oggi e vennero chiamate Sheffield Rules (Regole di Sheffield).166 anni dopo il fascino ed il seguito di questo sport rimane intatto:tra praticanti,appassionati amatori e visione televisiva,contiamo almeno 2 miliardi di persone affezionate a questa disciplina sportiva.

Enzo Grassano

Un milione e mezzo di euro a Bardonecchia, primo passo per il ristoro dei danni

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la protezione civile Nello Musumeci, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza dell’eccezionale evento meteorologico verificatosi il giorno 13 agosto a Bardonecchia, con lo stanziamento di 1.510.000 euro.

Ho sentito telefonicamente questa mattina il ministro della protezione civile Nello Musumeci che ho voluto ringraziare per l’attenzione dimostrata nei confronti del Piemonte. Abbiamo ottenuto la dichiarazione dello stato di emergenza per Bardonecchia ed un milione e mezzo di euro: il primo passo per risarcire i tanti danni subiti dalle infrastrutture pubbliche e dai cittadini a causa della colata di fango che si è abbattuta sul paese”- afferma soddisfatto il Presidente Alberto Cirio.

I tecnici regionali, in stretta collaborazione con quello del Dipartimento nazionale di Protezione Civile, hanno effettuato sopralluoghi subito dopo l’evento per circostanziare le misure necessarie al ripristino dei luoghi.
“Il riconoscimento dello stato d’emergenza ci era stato garantito fin dalle prime ore dal capo dipartimento della Protezione Civile Curcio, che ringrazio per la consueta vicinanza. Ora arriva il riconoscimento formale dal parte del Governo. Per la città di Bardonecchia è stato sicuramente un evento difficile che ha condizionato la stagione estiva, ma anche fin da subito il sistema di Protezione civile si è immediatamente mobilitato per prestare la prima assistenza al Comune. Non ci sono state vittime e quando si verificano eventi di questa portata è davvero la cosa più importante”- dichiara l’Assessore alla Protezione Civile, 
Marco Gabusi.
Per quanto riguarda i danni a opere assicurabili, come le auto e i tetti, la Regione ha approvato lunedì scorso una norma che consentirà di riconoscere, in caso di eventi atmosferici di particolare gravità, un rimborso forfettario per i beni danneggiati, anche in assenza di copertura assicurativa.”
“Una buona notizia dopo settimane veramente dure. Ringrazio il Governo tutto per l’impegno dimostrato nei nostri confronti. E ringrazio la Regione Piemonte, il presidente 
Alberto Cirio e l’assessore Marco Gabusi che, fin dalle prime ore dopo gli eventi del 13 agosto, non hanno mai mancato di farci sentire il loro appoggio ed il loro aiuto. Da parte nostra continuiamo a lavorare incessantemente per ripristinare la situazione e portare a termine gli interventi di sicurezza, in modo da essere pronti al meglio ad accogliere la stagione invernale. Stiamo, inoltre, progettando interventi che aiutino a mitigare il rischio residuo e rendano la località sicura per residenti e turisti.” afferma il sindaco di Bardonecchia Chiara Rossetti.

Torino: donna muore carbonizzata nel rogo del suo appartamento

Una donna anziana è morta carbonizzata in un appartamento al civico 157 di lungo Po Antonelli a Torino. L’alloggio è andato in fiamme probabilmente per lo scaldaletto elettrico lasciato acceso dal figlio della vittima. Sono intervenuti i sanitari del 118 i vigili del fuoco e i carabinieri, ma per la donna non c’è stato nulla da fare. Il figlio si è ustionato non gravemente.

Non si avevano più sue notizie. Trovato riverso a terra senza vita in casa

E’ è stato trovato senza vita nel suo appartamento di Pavignano, nel Biellese. Sono stati i residenti della zona a dare l’allarme: non vedevano più da giorni il 63enne. Sul posto i Vigili del Fuoco e il personale del 118 ma sanitari hanno potuto solo constatare il decesso, avvenuto molto quasi certamente  per cause naturali.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Arrestati in due per furto di 1.350 litri di gasolio

 

Numerosi servizi sono stati predisposti dalla Polizia di Stato per contrastare il fenomeno dei furti di carburante ai danni di mezzi pesanti parcheggiati, durante le soste notturne, nelle piazzole di sosta e nelle aree di servizio lungo le arterie autostradali piemontesi e valdostane.

Il fenomeno ha attivato specifiche attività di indagine delle diverse unità investigative specializzate della Polizia Stradale coordinate dalla Squadra di P.G. del Compartimento di Torino.

I controlli, intensificati anche sotto l’aspetto preventivo, hanno consentito alle pattuglie di vigilanza autostradale, in questo caso della Sottosezione Polizia stradale di Torino, di intervenire nella notte del 18 ottobre scorso, ed arrestare due romeni colti mentre stavano perpetrando i furti.

Erano le ore 04:30 quando la pattuglia in servizio sulla tangenziale di Torino, nel transitare all’interno dell’area di servizio “Beinasco sud”, notava la presenza di un autocarro Iveco Daily di colore bianco, in sosta tra i mezzi pesanti con a bordo un uomo ed una donna, apparentemente intenti a dormire.

Il mezzo in questione, segnalato come sospetto dall’attività di polizia giudiziaria della Sottosezione di Novara Est e di Torino, che da qualche tempo avevano avviato le indagini, veniva quindi individuato dai poliziotti che procedevano subito al controllo degli occupanti, due cittadini rumeni, e del veicolo, da cui peraltro proveniva un forte odore di gasolio.

All’interno del vano di carico del furgone gli operatori constatavano la presenza di 2 cisterne contenenti rispettivamente 700 e 650 litri.  Una di esse era ancora collegata ad un tubo in gomma a sua volta collegato ad una pompa alimentata da 2 batterie, azionabile dall’interno della cabina, unitamente ad altri tubi in gomma utilizzati come prolunghe.

Un’immediata ispezione dell’area circostante consentiva di accertare che 3 autoarticolati presentavano i tappi dei rispettivi serbatoi divelti o comunque forzati, e in corrispondenza degli stessi erano rilevate, sui serbatoi o sull’asfalto sottostante, tracce fresche di gasolio.

Gli autisti dei mezzi pesanti, che non si erano accorti di nulla, venivano svegliati dai poliziotti e, dopo aver constatato effettivamente   ammanchi di diverse centinaia di litri di gasolio dai serbatoi dei loro mezzi, formalizzavano sul posto le denunce e querele per i patiti furti.

Per quanto sopra, essendo evidente che gli stessi avessero poco prima commesso i furti e stessero ancora operando attivamente per commetterne altri, si procedeva ad arrestare i due cittadini romeni che attualmente si trovano preso la casa circondariale “Lo Russo Cutugno” di Torino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari. Vige, pertanto, la presunzione di non colpevolezza degli indagati, sino alla sentenza definitiva.

Maccanti, Lega: grazie a Piantedosi 80 nuovi poliziotti a Torino

 

“La Sicurezza dei cittadini è una nostra nostra priorità” cosi’ esordisce il deputato torinese Elena Maccanti, che a Torino siede anche in Sala Rossa, per annunciare l’assunzione di 80 nuovi poliziotti che prenderanno servizio in citta’.

“Grazie all’ottimo lavoro del ministro Piantedosi e del sottosegretario Molteni, sono in arrivo 80 nuovi poliziotti alla Questura di Torino. Una buona notizia per il capoluogo piemontese, dove interi quartieri sono nelle mani di spacciatori e criminali e non è più possibile girare per le strade a causa di una immigrazione incontrollata. La sicurezza dei cittadini è e resta la priorità per il governo e per la Lega”.
Il nuovo provvedimento e’ cosi’ accolto dai deputati torinesi della Lega Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto.

CV

Un calcio all’odio e alle guerre con la Toret Cup

Da 12 anni il circuito itinerante #unacalcioallomofobia coinvolge otto città italiane, Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Perugia, Roma con 2 società e Torino. Un torneo di calcetto che unisce appassionati e promuove iniziative sui temi dell’omofobia e transfobia con l’obiettivo primario di abbattere pregiudizi e barriere, proprio dove questi non dovrebbero esistere per definizione: lo sport. Torino nel weekend ha ospitato l’8^ edizione della Toret Cup affiliata UISP, nome della società organizzatrice, che ha promosso una due giorni di calcio a 5 e padel, che si sono tenuti sui campi di via Trofarello 10 e via Servais 200. Alla kermesse hanno preso parte 12 squadre, un centinaio di giocatori, provenienti da Firenze, Bologna, Padova, Milano, Lione. Il capoluogo torinese ha messo in campo 5 formazioni, i cui nomi si rifanno ai quartieri cittadini, Sansa, Crocetta, And Friends, Classic (i diversamente giovani) e Sud America formata da torinesi di origine sudamericana e 10 coppie nel padel. Al termine della manifestazione ci sono state le premiazioni. Prima classificata nel torneo di calcetto la Padova Pride, solo quarta la prima squadra torinese SANSA FC. Hanno ricevuto anche un premio il miglior portiere e il capocannoniere, mentre la coppa fair play è andata al team Barbie Milano. Nel padel si sono riconfermati la coppia Alessando e Andrea. L’edizione 2023 si è disputata con lo slogan “Un calcio all’odio e alle guerre”. La società Toret Cup presieduta da Mirko Fanelli ha in programma altri eventi. In occasione della giornata del 25 novembre è previsto un torneo di calcetto con 4 squadre miste che avrà come tema #noallaviolenzasulledonne e il 17 dicembre un torneo di padel per #uncalcioallomofobia

Daniele Valle, PD: idee per rilanciare il futuro del nostro territorio”

Pubblichiamo un intervento di Daniele Valle, vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte : “Per cinque anni abbiamo condotto le nostre battaglie, ora è il tempo delle proposte. Sono pronto per le primarie”

 

Il dibattito politico che si sta sviluppando nelle ultime settimane ha un grande assente: Il Piemonte. Bisogna rimettere al centro della discussione la nostra Regione.

In questi cinque anni abbiamo condotto le nostre battaglie, dal gioco d’azzardo all’allontanamento zero, fino all’edilizia sanitaria e alla gestione della pandemia. Abbiamo contrastato le scelte della Giunta Cirio, criticando errori ed omissioni.

Il tempo dell’opposizione sta finendo. Ora è il tempo delle proposte.

Negli ultimi mesi il Partito democratico ha tenuto conferenze programmatiche in ogni Provincia. Ho personalmente partecipato a tutte, ho ascoltato. Ora inizia il percorso di costruzione del programma insieme ai nostri alleati. A questo percorso desidero offrire il mio contributo, a prescindere da chi sarà il/la candidato/a del centrosinistra e indipendentemente dal perimetro della nostra coalizione.

Lo faccio con questo documento, che contiene la mia visione del Piemonte. In questi dieci anni ho girato tutta la Regione, da Formazza a Ormea, ho incontrato cittadini e amministratori, associazioni e imprese, ho raccolto idee e proposte.

Questo documento non è un programma elettorale, non ha pretese di completezza (mi sono soffermato sulle materie di cui mi sono occupato), è da ampliare grazie all’apporto di altri, perché c’è bisogno degli altri, i programmi sono percorsi collettivi.

In questi anni Cirio e le destre che lo sostengono hanno coltivato l’idea di più Piemonti, contrapponendo i territori tra loro (Torino contro le altre province, città contro campagne, pianura contro montagna, le altre Province le une contro le altre), alimentando campanilismi e dualismi, promettendo trattamenti di favore ora a questo ora a quello. L’esito di tutto questo è un Piemonte più debole e più isolato, facile terra di conquista per chi ha i mezzi per venire a giocarci in casa.

Per tornare a essere protagonisti nel Nord Ovest d’Italia e nell’Europa meridionale abbiamo bisogno di un Piemonte coeso, non di coltivare vocazioni localistiche le une in competizione con le altre.

Il Piemonte sta diventando sempre più piccolo e più vecchio. Ogni anno perdiamo quasi 20mila piemontesi al netto del saldo migratorio. Dobbiamo tornare a essere attrattivi, a invogliare le persone a venire da noi per vivere, per lavorare, per studiare, per insediare la propria impresa.

Abbiamo di fronte a noi la sfida di rendere sostenibili anche domani i servizi sanitari e quelli sociali. Ogni anno che passa il nostro servizio sanitario è sempre più in difficoltà.  Un declino che si avverte soprattutto fuori dalle grandi città, nelle terre alte, nei territori marginali. Che la Giunta Cirio ha sedotto e illuso, mentre si perdevano abitanti e servizi, raccontando che si può continuare a fare come si è sempre fatto. E per invertire questo trend non basta mettere qualche soldo per le sagre di paese.

La mia idea di Piemonte è quella di una Regione in cui il treno per andare da Torino a Milano costa come la metropolitana; dove esiste un unico abbonamento per il trasporto pubblico locale (l’abbonamento Piemonte: 99 euro per un mese intero per muoversi liberamente su tutti i mezzi pubblici, treni e autobus, urbani ed extraurbani); dove la seconda stazione di Genova viene realizzata nell’alessandrino e connessa con l’alta velocità; dove si investe nelle filiere della mobilità elettrica e dell’idrogeno; dove esistono distretti a burocrazia zero; dove ci si prende cura del benessere psicologico anche attraverso lo psicologo per le cure primarie; dove gli asili nido sono gratuiti per tutti; dove si affronta concretamente il cambiamento climatico progettando una “Comunità Energetica Rinnovabile Piemonte”, in cui la totalità dell’energia consumata sia prodotta da fonti rinnovabili; dove dopo più di dieci anni un nuovo piano sociosanitario riorganizzi l’assistenza territoriale e ospedaliera, integrando la prospettiva della medicina di genere, dove è possibile fare visite ed esami anche il pomeriggio, la sera e nei weekend.

Queste sono alcune idee per la nostra casa, il Piemonte. Le metto a disposizione per ampliarle e migliorarle. Saranno il punto di partenza del confronto con la società civile che si svolgerà sabato 28 ottobre, alle ore 10, a Hiroshima Mon Amour (Via Bossoli, 83).

Le primarie serviranno a questo. Io sono pronto. Perdere ancora altro tempo, questo sì che finirebbe per rafforzare Cirio e le sue destre.

Daniele Valle

Cpr chiuso e lavoratori licenziati

INTERVIENE SINDACATO SNALV CONFSAL CHE TROVA SOLUZIONE TAMPONE E SI APPELLA AL GOVERNO PER RIPRISTINO STRUTTURA

 Riceviamo e pubblichiamo / Torino, 24 ottobre 2023 –Nonostante le dichiarazioni del Governo, tradotte in un recente decreto legge, sull’immediata apertura di nuovi Centri di Permanenza per il Rimpatrio (i cosiddetti Cpr)- ritenuti essenziali per fronteggiare l’ondata di sbarchi che ha superato quota 140mila arrivi da gennaio- la struttura di Torino rimane chiusa da oltre sette mesi, in seguito a un incendio divampato e i lavoratori sono stati licenziati. A denunciare la situazione è il sindacato autonomo Confsal e la sua federazione di categoria Snalv Confsal che parla di licenziamento dei dipendenti, dovuto all’impossibilità di richiedere altri ammortizzatori sociali, allo scadere del periodo di Cassa Integrazione applicata.

“Abbiamo più volte sollecitato il Ministero competente a fornire informazioni su un possibile ripristino delle attività. Tuttavia, non è mai giunta una risposta, rendendo di fatto impossibile prevedere il reintegro dei lavoratori” dichiara il Segretario regionale Snalv Confsal, Giuseppe Arceri.

Nello specifico, lo scorso 16 settembre sono scadute le 26 settimane di Fondo d’integrazione salariale (F.I.S.) che l’ Ente gestore della struttura (ORS) poteva richiedere all’INPS. A causa della situazione di stallo, nessun altro ammortizzatore sociale poteva essere richiesto dall’azienda che, di conseguenza, in data 11 ottobre ha avviato la procedura di licenziamento collettivo.

“Snalv Confsal aveva pre-allertato le istituzioni del rischio licenziamento già lo scorso maggio – dichiara la rappresentante Sindacale Snalv in azienda, Sabrina Carrera –  purtroppo nessuno si è assunto qualsivoglia responsabilità: ancora oggi, non si sa quando la struttura potrà riaprire e quali lavoratori potranno garantire il servizio. Noi ci auguriamo che non venga disperso il bagaglio di competenze ed esperienza già maturato dai dipendenti dell’Ente gestore”.

Il sindacato ha compiuto ogni possibile sforzo per tutelare i lavoratori “in uscita”: grazie all’accordo sottoscritto il 18 ottobre, l’azienda si è impegnata a erogare 32 giorni di integrale retribuzione, successivamente alla scadenza della cassa integrazione, l’indennità di mancato preavviso (che va dai 15 ai 40 giorni di retribuzione, in base ai livelli di inquadramento), il T.F.R. in un’unica soluzione entro il prossimo 31 dicembre, un’ulteriore somma a titolo transattivo. Al tempo stesso è stata prevista l’estensione del diritto di precedenza a 12 mesi dalla data di recesso.

“A questo punto- chiede Snalv Confsal- ci aspettiamo una risposta veloce da parte del Governo, in modo da poter conoscere le sorti del Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino”.