ilTorinese

La domenica del cavallo contro il bullismo

Vinovo – Domenica 22 ottobre presso l’Ippodromo, si è svolta una splendida domenica in cui tutto il mondo dello Sport si è unito come se fosse un’unica grande squadra e ha fatto sentire la propria voce nell’affermare che lo Sport si schiera sempre e comunque contro ogni forma di bullismo e cyberbullismo. Una fantastica giornata a cura dell’associazione sportiva dilettantistica Team Mulè. Punta di diamante di questa iniziativa oltre le corse al trotto dei cavalli è stata la presentazione ufficiale del loro fumetto: “L’allievo Tigre e la sua Scuderia”. Un progetto nato nei mesi scorsi con i “tigrotti” marzialisti, i quali si sono divertiti a disegnare e discutere sul tatami, con il proprio maestro, la creazione d i questo “Super eroe” . È stato un attimo dal “dojo” passare all’ippodromo per prendere tutti gli spunti necessari, dando ne così vita. L’ideatore di tale progetto è stato il loro presidente Alfredo Mulè, da sempre in prima linea su questa triste tematica. Questo fumetto è stato pensato e realizzato per essere distribuito gratuitamente nelle scuole così da poter cercare di responsabilizzare, fin da piccoli, questo doloroso tema. Oltre i propri atleti, ha visto la partecipazione di: Andrea Maino per i disegni, Silvano Ferraris della HippoGroup Torinese , Enrica Lanza e Fulvio Martinetti vertici della Libertas Piemonte, Andrea Calì direttore dei Centri Medici Primo, Marco Sgarbie Luigina Marocco vertici dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport di Torino, per finire l’amministrazione comunale di Vinovo che oltre aconce dere il Patrocinio era presente per tale manifestazione nella persona del Sindaco Gianfranco Guerrini, il Vice Sindaco Maria Grazia Midollini e l’Assessore allo Sport Francesco Cerulli. Tra le varie corse alle ore 16:30 è partita “al trotto contro il bullismo del Team Mulè”, alla quale il presidente, oltre per premiare il fantino vincitore, lo ha omaggiato con una maglietta realizzata appositamente con lo slogan: “Noi del Team Mulè attraverso il Taekwon-do promuoviamo la pace senza nessuna discriminazione”. Il fumetto è stato consegnato a tutti i bambini presenti, questo momento conviviale è stato concluso con una buona merenda distribuita dai padroni di casa. La giornata – commenta Alfredo Mulè – ha la speranza che l’isolamento forzato che tutti noi, nella fattispecie i più piccoli, hanno dovuto subire durante il covid, che ha portato inesorabilmente a “rifugiarsi” sempre più sui vari social dove verosimilmente aumentano i rischi di cyberbullismo, possa far avvicinare sempre più giovani al mondo dello sport. Se non arginato per tempo, il bullismo può avere conseguenze sull’individuo, anche molto serie e con possibili ripercussioni anche durante l’età adulta. Può portare alla manifestazione di ansia, insicurezza e bassa autostima e, nei casi più gravi, anche all’insorgere di disturbi da stress post traumatico, depressione e autolesionismo. Conclude – Negli adolescenti poi, una conseguenza può essere lo sviluppo della sindrome dell’Hikikomori, l’isolamento volontario dalle dinamiche sociali che causano disagio. Finalmente al giorno d’oggi ci sono articoli di legge che disciplinano questa fattispecie come reato, ma come sul tatami non possiamo abbassare la guardia”. Questa giornatacontribui sce a diffondere un’idea nuova e sana di sport, nella quale tutte le persone intervenute siriconosc ono pienamente. Speriamo che questo possa essere il primo appuntamento di una lunga serie, che si ripeta, con il solo scopo di avvicinare i giovani e i giovanissimi a quella che non è soltanto un’attività di svago ma anche cultura, condivisione e socializzazione.

Cirio e Lo Russo credono ancora nel “sogno olimpico”. Al Governo il progetto del bob a Cesana

Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco della Città metropolitana di Torino Stefano Lo Russo hanno trasmesso al Governo e al Coni la documentazione necessaria per dimostrare la piena fattibilità del recupero strutturale della pista di Cesana per disputarvi le gare di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi invernali 2026.

Illustrando i contenuti dei documenti, il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha evidenziato che “è importante comunicare al mondo che l’opportunità c’è spendendo la metà dei soldi previsti. Ho apprezzato che il Governo abbia deciso di esperire la possibilità di utilizzo del nostro impianto prima di andare fuori dai confini nazionali. Lo studio della Fondazione XX Marzo è molto dettagliato sotto il profilo tecnico-finanziario e il faldone comprende anche una relazione del professor Giuseppe Perro, presidente dell’Ordine Ingegneri di Torino, e un’ipotesi seria, credibile e di prospettiva per l’utilizzo sportivo dell’impianto anche dopo le Olimpiadi, per la quale abbiamo lavorato in queste settimane, Insomma, stiamo, in modo concreto cercando di rimediare a un errore del passato che questo territorio ha fatto, che è stato quello di rinunciare alle Olimpiadi. Fin dal primo giorno del mio insediamento abbiamo lavorato per rimetterci in corsa”,

Il sindaco Lo Russo ha affermato che “i documenti dimostrano la fattibilità tecnica nei tempi necessari con costi inferiori. Sarebbe davvero un peccato se il Governo rinunciasse a riqualificare un impianto italiano per spostare le gare all’estero. Se compatti siamo più forti e aiutiamo a prendere le decisioni giuste. Ma siamo combattivi e tenaci e non ci facciamo scoraggiare”.

Per il presidente della Fondazione XX Marzo Francesco Avato “Cesana ha solo bisogno di essere ammodernato, tutto è in buono stato e facilmente recuperabile. La pista è molto tecnica ed ha continuato l’attività con il pistino di spinta fino all’ultima stagione. Sul piano della sostenibilità energetica ed ambientale abbiamo previsto un parco fotovoltaico grazie alla buona esposizione solare e produrremo il freddo in maniera ecocompatibile”.

Infine, il sindaco di Cesana Roberto Vaglio ha ricordato che “quando il bando di Cortina andò deserto ci dicemmo d’accordo a recuperare l’unico impianto che potrebbe esistere in Italia e abbiamo aderito al progetto con grande entusiasmo”.

A sostenere l’ipotesi di riattrezzare la pista di Cesana anche il direttore tecnico della nazionale bob
e skeleton Maurizio Oioli: “Vorremmo avere un impianto in Italia. L’idea di andare all’estero ci ha
lasciati senza parole. Pensare di gareggiare di nuovo su questa pista sarebbe fantastico e poterci allenare su una pista in casa sarebbe un aiuto anche per far crescere le nostre discipline. Contare su un impianto che proseguirà anche nel post olimpico cambia le prospettive e ci permette di fare progetti a lungo termine”.

Sergio Regalzi espone la Grande Mere alla galleria di Raffaella De Chirico

Per la notte delle arti contemporanee

In occasione della settimana torinese dell’arte contemporanea, la galleria di Raffaella De Chirico presenta un’opera unica di Sergio Regalzi, “La Grande Mère”, in un temporary space in via Mazzini 27, scelto per l’occasione. La scultura sarà visibile dalla vetrina del negozio per tutta la settimana, giorno e notte. Sarà visitabile su appuntamento anche durante la notte delle arti contemporanee di sabato 4 novembre dalle 17:00 alle 24:00.

Realizzata nel 2004, vestiti su struttura metallica e pittura industriale, risulta una struttura monocromatica nera dalle dimensioni in centimetri 320 × 100 × 80, e rivela una complessione plastica composta da una moltitudine di seni, definendo in modo evidente il femminile.

“L’archetipo femminile della Grande Madre – spiega Sergio Ragalzi in un suo scritto – è di protezione e di rinascita. La Grande Madre è l’origine primordiale; la sua figura ci rimanda alla procreazione, alla fertilità e alla sessualità in un ciclo di nascita – morte. In un centro cosmico le due ambivalenze vita – morte rappresentano l’immagine di una grande forma naturale con molteplicità di seni che nutrono il mondo, ma sono anche simbologie drammatiche simili a bombe inesplose che, attraverso questa metafora, rappresentano una liquidità nera, sotterranea, che crea un allarme sociale. Come minaccia di caduta del cielo sulla terra rappresenta un’immagine inquietante che produce ambiguità di vita e esistenza drammatica dell’umano.”

Il lavoro esposto rappresenta una sintesi dei temi trattati dall’artista torinese: il femminile, inteso come sessualità e come materno, l’origine, intesa come energia primordiale, le bombe, la guerra e uno scenario postapocalittico.

Sergio Ragalzi nasce nel 1951 a Torino, dove vive e lavora. Esordisce sulla scena dell’arte italiana nel 1984 con Estemporanea, e consacra la riapertura della galleria romana “L’attico” di Fabio Sargentini, galleria che gli dedicherà negli anni numerose personali. Dal 2020 collabora con la galleria di Raffaella De Chirico, con la quale ha realizzato due mostre personali negli spazi di Torino e Milano, oltre ad aver partecipato a alcune collettive.

La mostra aprirà il 30 ottobre alle 18:00 e durerà fino al 5 novembre. Sarà visitabile su appuntamento.

Mara Martellotta

Racconti dipinti: Francesco Tabusso nelle collezioni private

La Ersel apre al pubblico la raccolta visitabile fino al 7 dicembre prossimo nel sua sede di piazza Solferino

 

La Ersel apre al pubblico una raccolta di dipinti di Francesco Tabusso appartenenti alle collezioni private, a cura di Marco Sobrero e dell’archivio Francesco Tabusso, con testo critico di Francesco Poli.

La mostra apre al pubblico dal 27 ottobre al 7 dicembre prossimo spesso la sede Ersel di piazza Solferino 11 a Torino.

Le opere esposte ripercorrono un arco temporale che inizia dagli anni Sessanta, che sono caratterizzati per Tabusso da una fortunata stagione espositiva, culminata con la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1966, dove avrebbe presentato il grande polittico ‘L’atelier di via Salvecchio’, di cui qui sono stati esposti tre pezzi rintracciati con lavori di catalogazione.

L’opera si compone di dieci tele in sé autonome e venne concepita come un grande puzzle di circa 2 metri per sei per la parete della Biennale. Nel decennio successivo l’artista si accosta a temi maggiormente agiografici, stimolato dalla sua passione per le immagini di devozione popolare. Ricordiamo la grande tela della Tentazione di Sant’Antonio Abate, dipinta per la personale presso la galleria Bussola di Torino nel 1969 e mai più esposta al pubblico da allora. Si tratta di un’opera in cui si manifesta, anche con ironia, il mondo dell’artista, popolato di animali talvolta crudeli, paesaggi agresti, creature misteriose e maliziose e villaggi in festa.

In mostra non manca il richiamo al ‘racconto dipinto’ più intenso realizzato da Tabusso, vale a dire il ciclo pittorico dedicato a San Francesco per la chiesa di Gio’ Ponti a Milano. Qui la preghiera si fa pittura e, percorrendo la navata centrale verso la Pala d’altare monumentale, si scoprono gli otto trittici che celebrano gli episodi della vita del Santo ad Assisi.

Nei decenni successivi sulle tele si susseguono i temi più cari all’artista, le Nature morte, il mare del Nord Europa, i boschi della Val Susa, il cielo notturno nelle campagne, la raccolta del vischio, le tradizioni contadine e la sua appassionata conoscenza micologica e biologica.

“Di pittori figurativi – spiega il critico Francesco Poli – ce ne sono tanti, ma sono ben pochi quelli che , con un linguaggio di sensibilità immaginifica, sono stati capaci di creare l’illusione di un mondo a parte e, al tempo stesso, radicato nella memoria collettiva e sospeso in una dimensione di armonica empatia tra uomo e natura. Tra questi c’è Tabusso, che, impegnandosi a fondo, si è pure divertito a studiare, esplorare e inventare la sua personale narrazione della realtà.

“È divertente dipingere?(…) Suppongo che il pittore Tabusso si sia davvero divertito raffigurando forme e aspetti del dolce-odiato vero che ci sta attorno. Guardo con simpatia a lui e ai pochi che, dipingendo, ci fanno credere che la vita non sia un’avventura troppo odiosa e sostanzialmente inutile”. Questa considerazione fa parte di un breve testo che Eugenio Montale aveva dedicato a Francesco Tabusso nel 1968, in un periodo in cui le arti visive erano, secondo lui, troppo impegnate a trasmettere astrusi messaggi e facevano poco per ’aiutarci a vivere’. È bene riflettere sulle parole del poeta che invoca qui, con ironico pessimismo, per la pittura una funzione delicata, quella di contribuire, per quanto possibile, a farci dimenticare il fondamentale senso di vuoto dell’esistenza, ad aiutarci a sopportare il peso ottuso della realtà attraverso un’esperienza del vero poeticamente trasfigurato.

I personaggi, le cose, i paesaggi protagonisti dei suoi quadri sono immersi in uno spazio-tempo lontano dalle tensioni della società contemporanea e hanno preso forma e vita intenzionalmente al margine delle fluttuanti dinamiche delle tendenze artistiche di punta.

Proprio per questo l’originale qualità delle rappresentazioni dell’artista, sintetiche e attente anche ai minimi particolari, sono rimaste sempre attuali, mantenendo una grande freschezza espressiva, cariche di così profonde risonanze umanistiche.

A partire da una sapiente tecnica pittorica appresa dal suo maestro Felice Casorati, che lo influenza solo inizialmente, Tabusso ha elaborato uno stile personale di evidenza raffinata, in cui entrano in gioco illustrativi derivati dall’iconografia dell’arte popolare, ma soprattutto riferimenti culturali da grandi pittori, come Brueghel il Vecchio, Chagall, Certi, de la Tour.

In mostra compaiono anche campagne e montagne dell’amata Val di Susa, colte in diverse stagioni, tra cui quella invernale come nel dipinto “Paesaggio sopra Rubiana”, che emerge sotto un cielo plumbeo o “La piana di Savoulx” dove, in mezzo alla neve, compare una figura di una ragazza che porta un mazzo di vischio sulle spalle.

Il laboratorio del restauro è un dipinto di misteriosa delicatezza e intensità, dove cogliamo una giovane restauratrice che si volta sorpresa verso di noi, mentre sta pulendo con un panno un quadro che possiamo solo intravvedere nella stanza. Tra le composizioni più inquietanti di Tabusso ricordiamo la Macelleria, una modesta macelleria di paese, in cui il bue squartatore in primo piano, colto con grande tensione espressiva, rappresenta un omaggio a Rembrandt. Il volto della ragazza, che guarda dentro da una finestrina, crea un singolare e geniale contrasto.

L’opera di più imponenti dimensioni è quella intitolata Le tentazioni di Sant’Antonio del 1968, una composizione incentrata sul personaggio stralunato del Santo, inginocchiato nell’erba tra i funghi, che volta le spalle a un gruppo di giovani ninfe o odalische distinte che si intravedono sullo sfondo a sinistra.

Il dipinto mette in scena un paesaggio di vasto respiro brulicante di presenze vegetali, animali e umane. Accanto al santo vediamo un maiale, una vipera e un nido con le uova, sull’albero, un’upupa. In secondo piano un paesino variopinto con gli abitanti in festa e, in lontananza, dei contadini che lavorano i campi e altre case sulle pendici delle colline.

La mostra è visitabile dal 27 ottobre al 7 dicembre 2023 nello Spazio Ersel in piazza Solferino 11. Apertura straordinaria in occasione di Artissima sabato 4 novembre 2023

 

Mara Martellotta

I dehors della movida torinese potranno chiudere già alle 22

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Con le modifiche ai Regolamenti 388 e 329 approvate oggi dal Consiglio comunale la Città potrà anticipare gli orari di chiusura dei dehors sino alle ore 22 nelle zone caratterizzate da afflusso rilevante di persone anche in modo differenziato nella stessa area con l’obiettivo di riportare entro la soglia di tollerabilità le emissioni delle fonti rumorose; i titolari degli esercizi dovranno esporre all’ingresso l’indicazione della capienza massima consentita all’interno dei dehors o dei padiglioni.

“Grazie all’approvazione di queste due delibere – ha spiegato l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – si perfeziona il percorso avviato dalla Città lo scorso maggio nel dare attuazione al piano di governo della notte su cui da mesi lavorano assessorati e settori della città insieme ai comitati, alle associazioni di categoria e alle circoscrizioni. L’obiettivo è sempre lo stesso: limitare i disagi causati dalla vita notturna per individuare un equilibrio tra il diritto al riposo e le necessità di imprenditori e clienti che animano questo settore economico.” 

Per ridurre la rumorosità dei locali di San Salvario, Santa Giulia, Vanchiglia e tra piazza Vittorio e corso Regio Parco i nuovi esercizi che apriranno non potranno avere una superficie interna inferiore a 75 metri quadrati anziché gli attuali 50; la norma non sarà retroattiva e riguarda l’apertura di nuove attività o il trasferimento degli esercizi all’interno delle aree. I locali in queste zone avranno l’obbligo di avvalersi di personale di sala formato e identificabile con pettorine per un’azione di invito a correggere o rivedere determinati comportamenti e fornire informazioni e assistenza alla clientela secondo un protocollo operativo concordato tra la Città e le Associazioni di categoria da stipulare entro novanta giorni con l’obiettivo di salvaguardare gli obblighi di legge in materia di somministrazione di alcolici. 

Gli atti approvati dalla sala Rossa sono stati esaminati dalla Commissione Lavoro a settembre e ottobre in due specifiche sedute dedicate al tema.

Voxonus Festival, note nel cuore di Torino

CON “VIVALDI CHE PASSIONE!”, VENERDì 27 OTTOBRE CONCERTO E CONFERENZA DEDICATI AL PRETE ROSSO VENEZIANO

Conferenza ore 18.30 per gli studenti del Collegio Universitario Einaudi, concerto alle 20.30 nel Coro della chiesa di Santa Pelagia

TORINO. Venerdì 27 ottobre un nuovo doppio appuntamento con il Voxonus Festival nel cuore di Torino. Questa volta sarà lo splendido Coro della chiesa di Santa Pelagia, in via San Massimo, a ospitare il concerto Vivaldi che passione! eseguito da Voxonus Ensemble ed Ensemble Accademia del Ricercare (Manuel Staropoli, flauti e oboe e Arianna Zambon, oboe). La conferenza musicale dedicata agli studenti del Collegio Universitario Einaudi, partner della rassegna, si terrà alle 18 all’interno del Coro della chiesa stessa, mentre il concerto, aperto al pubblico, è previsto alle 20.30 nella medesima sede (prenotazione obbligatoria).

“È un vero onore far parte delle iniziative dell’Opera Munifica Istruzione – spiega il direttore artistico del festival e presidente dell’Orchestra Sinfonica di Savona Claudio Gilio – i cui obiettivi di valorizzazione del patrimonio artistico sposano perfettamente l’intento del Voxonus Festival di aprire i luoghi di cultura alla cittadinanza. In questo caso, grazie al prezioso impegno del Collegio Universitario Einaudi, il coinvolgimento tocca da vicino anche un pubblico giovanissimo. Come da tre anni a questa parte, portiamo avanti con entusiasmo e grande partecipazione un progetto didattico per rendere la musica accessibile e attuale: da giugno a dicembre, dal mare alle Alpi”.

I concerti del Voxonus Festival sono realizzati in collaborazione con Collegio Universitario Einaudi di Torino e grazie anche al sodalizio con la Fondazione Opera Munifica Istruzione; con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Piemonte e Fondazione CRT. Il festival vanta inoltre il sostegno di diversi sponsor privati.

IL PROGRAMMA. Quattro concerti per strumenti a fiato, che grazie alla loro storicità acquisiscono sonorità brillanti e coinvolgenti. Vivaldi fu uno dei primi autori a utilizzare largamente gli strumenti a fiato in funzione solistica, esaltando non solo i flauti dolce e traversiere e l’oboe – che potevano già contare su una vasta letteratura – ma anche strumenti più desueti come il fagotto, per il quale il compositore scrisse ben 37 concerti. Pubblicati nel 1728, i sei Concerti per flauto traversiere op. X comprendono tre lavori con titolo, che Vivaldi aveva già dato alle stampe in versioni con organici diversi. Grazie al realismo della loro scrittura, questi concerti sono diventati tra i brani meritatamente più noti di Vivaldi. che dimostrò tutto il suo talento nel tradurre in musica i fenomeni naturali.

IL VOXONUS ENSEMBLE. Formazione a organico variabile composta da musicisti specializzati nell’esecuzione con prassi filologicamente informata e con strumenti antichi. L’Ensemble è una realtà sinfonico-corale votata al repertorio barocco, capace di esprimerne lo spirito esecutivo dell’epoca. L’ampio repertorio comprende composizioni di Bach, Vivaldi, Haydn, Schubert, Mozart, Tartini e opere di artisti ‘minori’ e prime esecuzioni. Si presenta in varie formazioni fino alla compagine completa che vanta oltre venti musicisti. Secondo lo spirito del festival, l’Ensemble propone ‘musica pregiata’.

LA LOCATION. La chiesa di Santa Pelagia viene eretta tra gli anni 1769 e 1772 per volontà delle monache agostiniane e su disegno dell’architetto Filippo Nicolis Di Robilant. L’attività religiosa è però di breve durata: nel 1800 le autorità francesi sopprimono il monastero affittandone i locali alla Regia Opera della Mendicità Istruita (ora Opera Munifica Istruzione) come “scuola di carità’ per i poveri. Di grande valore artistico, nonché sede dei concerti in oggetto, è il Coro ligneo. Il doppio ordine di stalli in noce è sormontato da una balconata riccamente decorata ai cui due lati opposti si trovano da una parte un pregevole bassorilievo in papier marché raffigurante l’Annunciazione e dall’altra il grandioso dipinto di Vittorio Amedeo Rapous.

IL FESTIVAL. Voxonus Festival è la rassegna di musica barocca e classica dell’Orchestra Sinfonica di Savona. Un circuito di 60 concerti, 22 location e più di 30 interlocutori pubblici e privati che si svolge da giugno a dicembre. Il brand Voxonus nasce in Liguria nel 2011 all’interno del progetto sette-ottocentesco Academia di musici e cantori, ma di lì a poco si sviluppa anche in Piemonte con il format Dalle Alpi al Mare, diventando uno degli appuntamenti più attesi. Il brand si sviluppa in sinergia con i territori, dando vita a narrazioni storico-culturali che ne esaltano l’idea originale: riscoprire la classicità musicale per guardare al futuro.

INGRESSO GRATUITO con prenotazione obbligatoria al seguente link: https://www.operamunificaistruzione.it/evento/6006/voxonus-festival

Il calendario completo dei concerti del Voxonus Festival è consultabile sul sito www.orchestrasavona.it

Iannò: il mistero dei cestini dei rifiuti spariti a Vanchiglietta

 

“I cestini portarifiuti in via Pallanza, via Vezzolano e lungo Po Antonelli voilà sono nuovamente riapparsi. I residenti mi avevano segnalato che i cestini da palo erano stati asportati in quanto utilizzati in modo improprio. Nella risposta all’interpellanza l’Assessora ha evidenziato, che questo fenomeno è noto in molte zone ed è ad opera di ignoti e in quel caso vengono prontamente reintegrati. Il costo dei cestini da palo è di 80 euro a pezzo, mentre i cestini basculanti e anticorvo ammontano tra i 300/350 euro. Amiat invia circa 250 verbali all’anno per abbandono di rifiuti a terra. Il totale dei cestini presente in città è di 15811, il numero maggiore è rappresentato dai cestini da palo 5844, seguiti dagli anticorvo 2789, Alucasa (con base in cemento) 2475, Athena (base in cemento con posacenere) 2223, basculanti 1453 e anticorvo 1032”

Pino IANNO’ Torino Libero Pensiero

Nasce l’Associazione “New AbilitJ” Juventus Official Fan Club

E’ stata presentata la neonata Associazione “New AbilitJ” Juventus Official Fan Club (presieduta dal dottor Maurizio Beatrici – Direttore della Neuroriabilitazione della Città della Salute di Torino), alla presenza del Presidente della Juventus Football Club Gianluca Ferrero, del Presidente Alberto Cirio, dell’Assessore Maurizio Marrone e del Direttore generale Giovanni La Valle. Sono state presentate anche le iniziative correlate alla nascita di questo nuovo Fan Club. Sarà un programma innovativo di riabilitazione neuromotoria basato sulla multisensorialita, sostenuto dall’Assessorato alle Politiche sociali della Regione Piemonte e rivolto ai pazienti dell’Unità Spinale Unipolare della Città della Salute di Torino che si apprestano ad affrontare la loro nuova vita fuori dall’ospedale dopo importanti interventi chirurgici, a volte molto sofisticati e complicati, o dopo un lungo iter riabilitativo e mesi di rianimazione per grave cerebro – mielolesione.
Il programma prevede tutta una serie di sollecitazioni sensoriali, che sono ritenute fondamentali per l’inserimento nella società e che i malati riceveranno durante la degenza. Il graduale riavvicinamento a suoni, luci, colori, odori ed emozioni sensoriali che solo la vita extra ospedaliera puó dare è cio che si ritiene debbano rivivere.
Riconosciuta come Juventus Official Fan Club, l’Associazione avrà anche l’opportunità di coinvolgere all’Allianz Stadium i pazienti dell’Unità Spinale Unipolare – CTO, facendo vivere loro le emozioni, i suoni e le luci della squadra bianconera.
Saranno organizzate visite a Zoom, all’insegna di natura, animali e vegetazione. Zoom è il primo bioparco immersivo d’Italia: 160.000 mq per oltre 84 specie animali in 10 habitat che riproducono fedelmente luoghi naturali, grazie al suo presidente Andrea Ferrero.
E poi “L’Immaginazione guidata”: un corso che sarà tenuto in sede da Elio De Grandi, il famoso Mago Alexander, che ci porterà alla scoperta dell’inconscio nella nostra quotidianità.
Dunque mutuando una delle frasi più belle e significative dell’inno juventino: “Solo chi corre può, fare di te quello che sei” nasce lo spirito di newability che si prefigge di far correre, ognuno con le proprie nuove forze e abilità, al fine di accompagnarli “fino alla fine” a vivere una vita diversa da quella vissuta in precedenza, forse piu faticosa ma VIVA e ancora piena di emozioni!

La Corsa dei Santi presentata a Roma

Sarà presentata il 31 ottobre la Corsa dei Santi a Roma
Quest’anno è a sostegno dei ragazzi della Guinea Conakry

SMS solidale con Missioni Don Bosco per finanziare il progetto
di un polo sportivo nel plesso scolastico Don Bosco a Kankan

La 15ma edizione della Corsa dei Santi, evento podistico con partenza e arrivo in Piazza San Pietro in Vaticano mercoledì 1 novembre, è dedicata a un progetto di sviluppo sociale attraverso lo sport in Guinea Conakry, nella città di Kankan.

Lo propone Missioni Don Bosco, la onlus di Torino-Valdocco che sostiene i missionari salesiani nel mondo.

La conferenza stampa di presentazione si terrà

martedì 31 ottobre alle ore 11:00
alla Sala Benedetto XVI del Pontificio Collegio Teutonico Vaticano
(nei pressi dell’Aula Nervi).

con la partecipazione di don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, e di Roberto De Benedittis, presidente di ACSI Italia Atletica, ente organizzatore della manifestazione sportiva.

All’evento del 1° novembre parteciperanno le campionesse Fiona May (testimonial di Missioni Don Bosco), Sara Simeoni e Danielle Madam.