ilTorinese

Al via la Casa di Comunità di San Mauro Torinese

E’ stata avviata ufficialmente  la realizzazione del progetto della Casa di
Comunità di San Mauro Torinese, che avrà sede presso il Poliambulatorio di via Speranza 31,
di proprietà comunale, e che rappresenta uno dei “nodi” della rete delle strutture sanitarie di
prossimità dell’ASL TO4. All’evento hanno partecipato la sindaca della Città di San Mauro
Torinese, Giulia Guazzora, il direttore generale dell’ASL TO4, Stefano Scarpetta, autorità locali
e consiglieri regionali.
«La Casa di Comunità di San Mauro Torinese fa parte del piano di edilizia sanitaria della
Regione Piemonte, finanziato con fondi PNRR, per rafforzare il sistema della sanità
territoriale. Come previsto dal Decreto Ministeriale 77/2022, che fissa gli standard per lo
sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale, è il luogo fisico e di facile
individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria e
socio-sanitaria e il modello organizzativo dell’assistenza di prossimità per la popolazione di
riferimento. Come Regione siamo impegnati nel rispetto del cronoprogramma per l’avvio
delle Case di Comunità su tutto il territorio» afferma l’Assessore alla Sanità Federico Riboldi.
Le Case di Comunità sono strutture in cui opera un’équipe multiprofessionale di medici di
famiglia, medici specialistici, infermieri di famiglia e di comunità e altri professionisti della
salute e assistenti sociali.
«La nascita della Casa di Comunità ha un’importante valenza territoriale poiché va a coprire
una serie di esigenze particolarmente sentite dai cittadini. Un luogo attraverso cui coordinare
i servizi sanitari, ma in cui troveranno casa anche i servizi socioassistenziali. Un punto di
riferimento per il territorio per limitare il carico degli accessi in ospedale quando non
strettamente necessari o di fondamentale importanza per i pazienti con malattie croniche»
commenta la sindaca Giulia Guazzora.
L’intervento di realizzazione della Casa di Comunità di San Mauro prevede un investimento
complessivo di circa 2 milioni e 750 mila euro, di cui circa 226 mila cofinanziati dal Comune.
In sintesi, le opere consistono nella ristrutturazione dei locali al piano seminterrato e nella
realizzazione di due nuovi piani in adiacenza al fabbricato esistente e in collegamento con
quest’ultimo. Il nuovo edificio ospiterà 10 ambulatori, i locali del Punto Unico di Accesso
(PUA) e la sede della Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica), in modo tale che l’intero
fabbricato (nuovo più vecchio) sia rispondente ai requisiti previsti dal Decreto Ministeriale
77/2022 per le Case di Comunità.
A far seguito alla “posa della prima pietra” che si è svolta nei giorni scorsi, entro l’inizio del prossimo
mese di ottobre si procederà alla consegna dei lavori.

Una vita viva

Se ci rendiamo conto di non amare la nostra vita, la nostra quotidianità, di non riuscire a dare un senso alla nostra esistenza, di trascinarci stancamente da un giorno all’altro, magari con frustrazione e rabbia, di essere vittime delle nostre paure e dei nostri schemi mentali, è arrivato il momento di cambiare!

E di spezzare le catene che ci impediscono di vivere una Vita Viva. Ma come, e come fare? Intanto partendo dai motivi che ci frenano e che possono essere svariati e diversi per ognuno di noi: il timore del giudizio altrui, la paura di sbagliare le scelte e di “cadere dalla padella alla brace”, o la fatica del cambiamento.

O le convinzioni negative che abbiamo interiorizzato, magari condizionati dagli insegnamenti e dagli esempi che abbiamo ricevuto nella nostra infanzia, o da persone negative nel nostro cammino esistenziale, che ci hanno trasmesso i loro pregiudizi, le loro paure, le loro tristi convinzioni.

Una vita vita non è necessariamente legata al possesso di notevoli quantità di beni materiali e di possibilità economiche. Conosco persone che, pur con limitate disponibilità, conducono una vita piena e appagante. Perché in armonia con i loro valori, e consapevoli di ciò che a loro piace e non piace.

Piene di intelligenti curiosità, di gratitudine nei confronti della vita, di piccole e grandi passioni, che sanno usare al meglio e in ogni istante i loro sensi per assaporare la vita, che non si lamentano di ogni cosa, che sanno amare e amarsi, ed essere ironiche e autoironiche, e pazienti il giusto, che non appesantiscono le inevitabili sofferenze e i contrattempi che la vita propone loro, e che non drammatizzano i propri errori.

Che sanno individuare e perseguire i propri obiettivi con coraggio e con la giusta serenità ed elasticità, consapevoli e non prigioniere o vittime dei loro bisogni, che si conoscono a sufficienza nei loro pregi e difetti e non si chiedono più di quanto siano in grado di dare, e che fanno della gentilezza, verso se stesse e verso gli altri, la loro regola di vita.

_(Fine seconda e ultima parte)_

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
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Ribrica su “Il Torinese” STARE BENE CON NOI STESSI

“Lettere a un giovane poeta”, incontri di poesia a cura di Roberto Mussapi dedicati ai giovani

A partire da mercoledì 16 ottobre si terrà un seminario per giovani poeti under 25 a cura di Roberto Mussapi, in collaborazione con Gian Giacomo Della Porta, che ne ha curato l’organizzazione.

Da metà ottobre, presso lo Studio Maresca, a Milano, in via Luigi Calamatta 7, si terrà il seminario di poesia “Lettere a un giovane poeta”, destinato a poeti under 25. Si tratta di cinque incontri con cadenza quindicinale che accompagneranno i giovani partecipanti in un viaggio dalle origini della poesia fino ai giorni nostri. Il seminario, a cura di Roberto Mussapi, poeta, traduttore, editorialista e critico teatrale del quotidiano Avvenire.


Il seminario è pensato per tutti quei ragazzi e ragazze che sentono l’urgenza di imparare e confrontarsi, che desiderano intraprendere un percorso che conduce all’amore per la poesia e alla consapevolezza e all’importanza della parola.

“Il nostro seminario si rivolge ai giovani – spiega Roberto Mussapi – perché conservano un’ingenuità di fondo che può salvarli, e sono più disponibili ad accogliere il mistero”.

Un’iniziativa che si pone in ascolto delle nuove generazioni, come emerge anche dal titolo scelto: “Lettere a un giovane poeta”, fitto scambio epistolare avvenuto tra il 1903 e il 1908 tra i RainerMaria Rilke, poeta all’epoca già molto affermato, e Franz Kappus, aspirante poeta ventenne in cerca di consigli, un sincero e affettuoso dialogo tra due generazioni di poeti a cui il seminario intende ispirarsi.

Il seminario non si configura come un corso di poesia, ma piuttosto come un viaggio verso la consapevolezza, alla scoperta della propria vocazione. Un percorso per imparare a rendere un’emozione “universale” condivisa tanto da chi scrive quanto da chi legge.

“La poesia non è un’evasione, ma un viaggio, un’avventura – chiarisce Roberto Mussapi – e come tale richiede preparazione, disciplina e sacrificio, un gioioso sacrificio. Non troverai il tesoro se la nave non è stata attrezzata e la rotta studiata”.

I partecipanti del seminario, affiancati da un Maestro come Mussapi, affronteranno l’escursione tra alcuni dei maggiori poeti internazionali, alcuni dei quali tradotti dallo stesso Mussapi, fra cui Rilke, Yeats, Eliot, Luzi, Bonnefoy, Heaney, Walcott e Soyinka.

È possibile candidarsi fino all’11 ottobre con allegato il proprio curriculum e, possibilmente, cinque poesie autografe. In alternativa i candidati potranno indicare le proprie necessità, cosa cercano e cosa si aspettano dal seminario. Potranno accedere al massimo cinque candidati, ma gli esclusi saranno tenuti in considerazione per futuri appuntamenti. Il costo complessivo è di 450 Euro. Il materiale potrà essere inviato all’indirizzo email: r.mussapi@libero.it

Roberto Mussapi, nato nel 1952, vive a Milano. Poeta e drammaturgo, è anche autore di saggi, traduzioni di autori classici e contemporanei e di opere narrative. La sua opera poetica è raccolta nel volume “Le poesie” (Ponte alle Grazie, 2014) a cura di Francesco Napoli, per la prefazione di Wole Soyinka e il saggio introduttivo di Yves Bonnefoy. Ha scritto e pubblicato volumi di poesia per le più importanti case editrici, quali Mondadori, Feltrinelli e Guanda.

 

Mara Martellotta

Un “casco” per cambiare volto al cancro

Il 19 settembre presso il presidio ospedaliero San Lorenzo di Carmagnola sono stati presentati i
sistemi di refrigerazioni del cuoio capelluto per prevenire l’alopecia da chemioterapia donati al reparto di Oncologia dell’ASL TO5 dalle associazioni Andos, DonnaTea e V.I.T.A ODV.
La perdita dei capelli è probabilmente l’effetto collaterale più conosciuto delle terapie oncologiche.
La chemioterapia agisce bersagliando tutte le cellule a divisione rapida del corpo. Le cellule
pilifere sono classificate al secondo posto per quanto riguarda tale parametro, ragione per
la quale molti farmaci utilizzati per la chemioterapia provocano alopecia. I follicoli piliferi
sono attaccati in fase di crescita e ciò provoca la perdita dei capelli già dopo circa due settimane dall’inizio della chemioterapia. Ma oggi esiste un’alternativa: la refrigerazione del
cuoio capelluto, un trattamento semplice che può essere utilizzato per prevenire l’alopecia
indotta dalla chemioterapia e che può consentire di conservare una massima quantità di
capelli o addirittura la capigliatura integrale.
L’azione refrigerante avviene grazie a uno speciale dispositivo, un “casco”, che abbassa la
temperatura del cuoio capelluto di pochi gradi immediatamente prima, durante e dopo la
somministrazione della chemioterapia. Ne consegue una riduzione dell’afflusso sanguigno
verso i follicoli piliferi, componente che può prevenire o ridurre al minimo l’alopecia.
Il successo della refrigerazione del cuoio capelluto dipende da vari fattori, come il tipo di
tumore, l’età, il tipo di capello e lo stato di salute generale e i tempi di refrigerazione dipendono dal tipo di chemioterapia e dalla struttura dei capelli. In genere, si avvia il raffreddamento almeno 30-45 minuti prima della somministrazione della chemioterapia (tempo di preraffreddamento) e, dopo l’infusione della chemioterapia. Il raffreddamento può durare 1 ora
– 2,5 ore.
Grazie ai 46.000 euro donati dalle associazioni, Andos, DonnaTea e V.I.T.A ODV, l’ASL
TO5 ha potuto provvedere all’acquisto di tre sistemi refrigeranti Chemocare CIA Hilo Therm
completi di cuffie e carrelli che andranno ad incrementare le apparecchiature già in dotazione al Day Hospital Oncologico.

Nel pomeriggio del 19 settembre 2024 presso l’ospedale San Lorenzo di Carmagnola, alla
presenza delle istituzioni presenti, la Direzione dell’Azienda e le associazioni hanno voluto
ringraziare con un piccolo momento di condivisione tutti coloro che hanno contributo a realizzare questo progetto.
“Una bellissima iniziativa, una bellissima giornata, per cui ringrazio soprattutto le associazioni che con il loro lavoro hanno permesso l’acquisto dei caschi refrigeranti” – afferma il
Commissario dell’ASL TO5, il dott. Bruno Osella – “La diagnosi di tumore cambia la vita di
una persona ma sapere che, oltre alle terapie e oltre ai propri cari, esiste una comunità, fatta
di persone, di volontari, pronti a sostenerle in un momento di difficoltà permette di affrontare
il percorso con maggior serenità. La vera felicità del dono è tutta nell’immaginare la felicità
del ricevente e le associazioni presenti qui oggi hanno saputo guardare lontano”.
“Un progetto nato già diversi anni fa” – raccontano le Presidenti delle Associazioni – “anche
grazie alla volontà di persone che oggi non possono essere qui, per festeggiarne la riuscita.
È stata una bella esperienza di lavoro comune che speriamo possa dare vita ad altre importanti iniziative”

A Torino le Regioni del Nord insieme per ridurre i livelli di inquinamento atmosferico

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Centinaia di persone provenienti da tutta Italia hanno partecipato in questi giorni alle numerose iniziative legate all’evento finale del progetto LIFE PrepAir, che ha coinvolto per quasi otto anni le principali Regioni del bacino padano e numerosi altri partner (complessivamente 18, coordinati dalla Regione Emilia-Romagna), allo scopo di ridurre i livelli di inquinamento atmosferico, limitare le emissioni e migliorare la qualità dell’aria. 

L’evento torinese, organizzato dalla Regione Piemonte, oltre a prevedere diversi momenti di coinvolgimento della cittadinanza, ha ospitato in apertura un confronto fra partner, Ministero dell’Ambiente e Commissione Europea: un pomeriggio, quello di mercoledì scorso, che ha permesso di fare sintesi sui principali risultati ottenuti in questi anni di lavoro e di portare una serie di stimoli sulle priorità che PrepAir lascia in eredità a chi continua a lavorare su queste tematiche delicate e cruciali.

In sintesi, PrepAir ha coinvolto un’area di 135mila chilometri quadrati con una popolazione di 28 milioni di abitanti; ha attivato 35 azioni complessive su alcune tematiche fondamentali (monitoraggio dell’aria, combustione di biomasse, trasporti, riscaldamento domestico, industria, energia e agricoltura, comunicazione e coinvolgimento); su questi temi ha realizzato corsi di formazione a cui hanno preso parte oltre 15mila professionisti; ha coinvolto uno staff operativo di oltre 250 persone; ha utilizzato fondi diretti per 17 milioni di euro, stimolando la redazione di sette Piani della qualità dell’aria.

Nel corso della tavola rotonda – a cui hanno partecipato i dirigenti delle Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e della Provincia Autonoma di Trento, oltre a rappresentanti della Commissione Europea e del Governo – sono emersi alcuni temi fondamentali per il futuro, senza escludere la possibilità di una capitalizzazione e prosecuzione delle attività di PrepAir, sebbene non in forma di progetto LIFE.

A fronte degli sforzi effettuati dalle Regioni padane in questi anni per migliorare la situazione, riconosciuti anche dalla Commissione Europea sebbene la situazione degli sforamenti legata alle caratteristiche climatiche e geomorfologiche della Pianura padana non sia ancora risolta, PrepAir si è dimostrato compatto nel chiedere sia al Governo che alla Commissione stessa ulteriori investimenti per dare risposte strutturali alla situazione, trattandola come emergenziale. È stata anche sottolineata la grande e costante collaborazione che si è instaurata in questi anni fra le Regioni e fra le varie Agenzie regionali per l’ambiente: si è creato un substrato comune di intenti e di esperienze che non dovranno essere disperse a fine progetto, bensì diventare la base per future azioni, anche di esempio per altri territori.

Infine, è stato ribadito da tutti il ruolo fondamentale della comunicazione, su cui PrepAir ha investito molto in questi anni con numerose campagne tematiche e decine di altre attività territoriali, per far crescere nella cittadinanza la consapevolezza di alcuni comportamenti necessari a migliorare la qualità dell’aria. Esemplare il tema delle biomasse: una volta dimostrato che bruciare legna dal camino di casa è un comportamento molto inquinante, per far cambiare abitudini alla popolazione è necessario investire molto anche a livello di coinvolgimento e di aumento della consapevolezza della corretta correlazione tra fonti emissive e concentrazione degli inquinanti.

Matteo Marnatiassessore all’Ambiente della Regione Piemonte, ha puntualizzato che Life PrepAir ci ha permesso di costruire il nuovo Piano della qualità dell’aria, che abbiamo appena adottato. Abbiamo preso spunto da questi dati scientifici per fare innovazione, tenendo in considerazione che continuerà sempre questa ricerca. Perchè è importante collaborare insieme a Lombardia, Emilia Romagna Veneto, che hanno i nostri stessi problemi, per dare insieme delle soluzioni. È questo lo spirito di questo progetto, che ha come obiettivo non soltanto quello di limitare, ma di tenere insieme un equilibrio tra gli aspetti ambientali, perché tutti vogliamo un’aria più pulita possibile, gli aspetti economici, perché bisogna anche lavorare e creare ricchezza, e gli aspetti sociali, soprattutto per quanto riguarda la mobilità, quindi evitando delle limitazioni”.

Numerosi gli eventi collaterali, che hanno registrato ampia partecipazione: giovedì mattina una visita di studio al Museo “A come Ambiente” dedicata alla qualità dell’aria; nelle mattinate di giovedì e venerdì lo spettacolo teatrale “C’è aria per te!” per le classi dell’istituto Comprensivo “Ugo Foscolo”; all’interno di una tensostruttura itinerante allestita in tre parchi cittadini si sono svolti cinque incontri pubblici dedicati ad altrettanti temi legati alla qualità dell’aria: Biomasse e qualità dell’aria nel pomeriggio di giovedì 19 presso il parco Pellerina, Agricoltura e qualità dell’aria nella mattinata di venerdì 20 presso il parco Ruffini seguito nel pomeriggio da Energia e qualità dell’aria, infine sabato 21 presso il Parco Colonnetti gli incontri I dati della qualità dell’aria Trasporti e qualità dell’aria.

Trasloca di nuovo “The Others Art Fair”, nuova sede all’Ilo per la fiera degli artisti indipendenti

Nuova location presso il Centro Internazionale di Formazione 

“Nomade di natura” e, fin dagli esordi (dodici anni fa), ospitata in sedi mai convenzionali, cambia di nuovo casa, per la sua XIII edizione– puntando ancor di più sulla sua “vocazione internazionale” – “The Others Art Fair”, la rassegna sperimentale nata per presentare le più innovative espressioni d’arte nazionali e internazionali.  Dopo gli ultimi quattro anni all’interno del “Padiglione 3” di “Torino Esposizioni”, la “Fiera d’arte indipendente”– ideata da Roberto Casiraghi Paola Rampini, con la direzione artistica di Lorenzo Bruni – in programma quest’anno dal 31 ottobre al 3 novembre, approda all’interno del “Centro Internazionale di Formazione” dell’“ILO – Organizzazione Internazionale del Lavoro” (viale Maestri del Lavoro, 10), area extraterritoriale a Torino, simbolo dell’“Organizzazione delle Nazioni Unite” e “Centro Internazionale” d’eccellenza nella “Formazione Continua”, oltreché vero crocevia di “multiculturalità” e “inclusività” quale punto di riferimento a Torino per studenti, professionisti, diplomatici e politici provenienti da tutto il mondo.


Immersa all’interno del “Parco del Valentino”, suggestiva cornice alla Fiera, “The Others” aprirà ai visitatori per quattro giorni, trasportandoli in un accattivante  “viaggio – promettono gli organizzatori – alla scoperta del lavoro di artisti affermati e giovani talenti, all’interno di un contesto che quotidianamente mescola storie, incontri e competenze all’avanguardia per affrontare i temi e la complessità dei nostri giorni, in un mondo sempre più articolato e interconnesso”.

I visitatori avranno a disposizione un “servizio gratuito e continuativo di navette”, da giovedì 31 ottobre a domenica 3 novembreche metterà in comunicazione “The Others” con le fermate della “Metropolitana Lingotto”, “Italia ’61” e “Artissima”.

La Fiera sarà allestita in particolare all’interno del “Padiglione Americas 2”: edificio a più piani e ambienti sovrastato da una doppia cupola in vetro dal design geometrico che illumina l’intero spazio. Sarà questo il “cuore pulsante” di “The Others 2024” che ritorna alle origini, in uno spazio espositivo che assegna a ogni espositore un’area riservata all’interno delle numerose stanze, per favorire il dialogo tra artisti, collezionisti e visitatori in un intreccio di punti di vista diversi fra “gallerie”,“spazi non profit” e “artist run spaces”, “espressione di un mondo in costante cambiamento a cui la fiera vuole dare voce”.

Sulle rive del Po, invece, il pubblico potrà usufruire di tutti i servizi del “Campus”: dal ristorante alla carta al self service, senza dimenticare l’area chill-out esterna sul prato, tra bar e lounge, ideale per un momento conviviale che avvicini l’arte al pubblico, ma che stimoli anche l’incontro fra artisti, curatori, critici, collezionisti, intellettuali e giovani.

Sottolinea ancora Roberto Casiraghi, “deus ex machina” della Fiera:  “ ‘The Others 2024’ raggiunge il massimo livello di simbiosi tra contenitore e contenuto: internazionale, multidisciplinare, inclusivo, rigoroso ci troviamo in uno spazio extra territoriale, riservato e libero al tempo stesso, che necessita del rispetto assoluto delle regole, condizione indispensabile perché la creatività possa dare ampio sfogo alla fantasia dell’arte ed offrire al pubblico una moltitudine di chiavi di lettura tutte affascinanti”.

g.m.

Nelle foto: Esterni e interni dell’“ILO – Organizzazione Internazionale del Lavoro”

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Perché non sono andato per Pannella – Da Gramsci a Guerri – Lettere


Perché non sono andato per Pannella

Stare in piedi per un certo periodo è ancora per me un lusso che non mi posso concedere perché sono ancora convalescente da una lunga malattia .Magari forse avrei anche tentato uno sforzo e sarei andato all’inaugurazione della passeggiata dedicata a Marco Pannella a Torino. Ero stato tra i primi a proporre l’intitolazione. Poi chi si e’ voluto impossessare addirittura di Pannella in esclusiva e la presenza di Littizzetto e di Chiambretti ieri sono state le gocce che hanno fatto un po’ traboccare il vaso e mi hanno portato a starmene a casa. Ringrazio il sindaco Lo Russo e la presidente Grippo per aver realizzato la passeggiata, dedicandola a Marco. Io che ho avuto una discreta amicizia con Pannella, avrò mille altri modi per ricordarlo, come già ho fatto in questi anni senza mescolarmi con “cattive” compagnie vip che mi sono estranee.  E mi spiace che il pur esagerato Silvio Viale non abbia avuto riconosciuto il ruolo che ha avuto.

Da Gramsci a Guerri

Il dibattito sulla egemonia culturale ripreso di recente va subito ridimensionato. E’ un’idea di Gramsci portata alle estreme e soffocanti conseguenze dai marxisti a partire dal 1945 in Italia. L’egemonia comunista ha soffocato la cultura italiana, applicando un criterio che più che illiberale si rivelò sovietico. Solo pochi seppero ribellarsi da Silone a Vittorini, da Pannunzio alla cultura liberale. Io personalmente mi ritengo una vittima dell’ egemonia culturale della sinistra che ha tentato di ostacolarmi in tutti i modi con il fine di tacitarmi.

Oggi c’è chi tenta ad associare Gramsci a Gentile che ebbe degli influssi sull’ intellettuale sardo il quale invece si oppose a Croce. Direi di non creare inutili polveroni polemici su personaggi ormai tramontati. In ogni caso Gentile era di remote origini liberali conservatrici che lo portarono ad aderire al fascismo a cui diede una linea culturale che esso non aveva. Gentile a cui si deve la riforma della scuola italiana, l’unica riuscita, nelle sue attività culturali fu un intellettuale abbastanza tollerante che fece collaborare alle sue imprese anche antifascisti ed anche ebrei. L’uccisione a tradimento di Gentile da parte dei Gap rivelò l’odio dei comunisti verso un uomo che non si può associare a Gramsci per nessun motivo.

L’ intellettuale organico fu un’invenzione gramsciana praticata con cinismo e persino con ferocia da Togliatti e imposta dal PCI al mondo intellettuale , accademico ed editoriale italiano come una camicia di forza. Chi oggi cerca di recuperare la parola egemonia, non conosce le sue origini storiche che sono incompatibili con la cultura liberale nelle sue diverse manifestazioni. Bobbio ha scritto in materia pagine conclusive sulla cultura del dubbio, antitetica a quella fondata sulle certezze manichee e inossidabili dell’ideologia marxista. Chi pensa di recuperare Gramsci e Gentile non ha capito nulla del passato e rivela incapacità a rapportarsi con il presente che può vedere in intellettuali come Giordano Bruno Guerri esempi di una cultura davvero libera . Lui e non altri doveva essere il ministro della cultura. Anche Dagospia si è accorta dell’errore di tenere “relegato” al Vittoriale Guerri che ha rivelato doti e coraggio che andrebbero posti al servizio dell’intera comunità nazionale.

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quaglieni penna scritturaLETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

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I saltafossi

Il terzo polo non c’è più e i saltafossi devono essere dimenticati La fine di Renzi che vuole andare con il Pd e i 5 Stelle che non lo vogliono è davvero ridicola. Quella di Calenda abbandonato da tutti appare una patetica conclusione di un uomo pieno di spocchia. Cosa ne pensa?     Gabriella Luperini

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Concordo con Lei. Il centro nel sistema italiano oggi non ha più un ruolo autonomo come lo ebbe in modo egregio la Dc che seppe governare il Paese per decenni insieme ai partiti laici e socialisti. Quel sistema finì con Tangentopoli per un golpe giudiziario. Il centro di Renzi e Calenda è ben misera cosa, specie se si accasa con 5 stelle e l’estrema sinistra; i pochi voti che raccoglieranno non allargheranno il campo perché si tratta di gente ormai squalificata politicamente, non più credibile.

Avrei anche dei dubbi sui voltagabbana che abbandonano Calenda dopo altre giravolte poco limpide. Questi voltagabbana dovrebbero essere abbandonati a se’ stessi e dimenticati. La politica deve andare oltre i saltafossi della seconda repubblica da Casini in poi.

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La fine del mito emiliano

Gli allagamenti di questi giorni dopo quelli di un anno fa rivelano che la Regione Emilia Romagna, portata come ottimo esempio di buongoverno, ha delle gravi pecche idrogeologiche e nella tenuta dei corsi d’acqua, malgrado il “buongoverno della sinistra”.   Vittorio Raiteri

 

Credo che Lei abbia ragione. I disastri che hanno travolto interi paesi rivelano responsabilità e disattenzioni che forse solo Bersani che fu presidente di quella Regione, non capisce o non vuole ammettere. Il mito della Regione rossa è davvero finito nel fango.

Torino dedica un viale alberato a Marco Pannella

Marco Pannella, scomparso nel 2016, ha da oggi un luogo della nostra città che ne perpetua la memoria. Alla presenza di rappresentanti delle istituzioni, compagni e compagne di lotta politica appartenenti a generazioni diverse come Rita Bernardini o Riccardo Magi e un folto gruppo di cittadini, il viale pedonale che si snoda al centro di corso Siccardi ha assunto ufficialmente la denominazione di “Passeggiata Marco Pannella”. La relativa targa viaria è stata inaugurata al termine di una sobria cerimonia, che ha visto gli interventi della vicesindaca Michela Favaro, della presidente della Circoscrizione 1 Cristina Savio, di don Luigi Ciotti, di Sergio Rovasio per l’Associazione “Marco Pannella” di Torino, del direttore del quotidiano “La Stampa” Andrea Malaguti, del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, dello storico attivista radicale Angelo Pezzana, con la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo a concluderne la serie.

Testo e foto da Cittagora’ periodico del Consiglio Comunale di Torino 

Schianto tra auto in piazzale Costantino il grande

Nel pomeriggio a Torino in piazzale Costantino il Grande angolo corso Galileo Ferraris due vetture si sono scontrate per motivi in fase di accertamento. Non ci sarebbero feriti. La polizia municipale è accorsa sul posto per verificare la dinamica dell’incidente e per regolare il traffico.