ilTorinese

Settimo Torinese, Tovaglieri (Lega): “Sicurezza a rischio”

 MENO BUONISMO E PIU’ EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’

Bruxelles, 29 gen – “I fatti di Settimo Torinese, che seguono un analogo episodio avvenuto a Milano, mettono a rischio la sicurezza delle nostre città, sempre più preda di bande giovanili, che agiscono per emulazione, sprezzanti delle regole del vivere civile e convinte di farla franca. Il presidio del territorio è importante ma occorre anche diffondere maggiormente, a tutti i livelli, i valori del senso civico e della legalità. Il problema della sicurezza c’è ed è sotto gli occhi di tutti. Sottovalutarlo significa di fatto incoraggiare i delinquenti. Basta con le politiche buoniste, chi mette a rischio l’incolumità dei cittadini deve sapere che non rimarrà impunito”. 

Così l’eurodeputata della Lega Isabella Tovaglieri ha commentato l’azione di un gruppo di minorenni che, nella notte tra sabato e domenica, ha sbarrato la carreggiata stradale con un nastro nei pressi del sottopassaggio ferroviario di via Leini a Settimo Torinese. 

Studenti cinesi del Politecnico incontrano l’assessora Pentenero

La sicurezza degli studenti universitari e le problematiche affrontate dalla comunità cinese: sono questi i due temi principali affrontati nell’incontro tra l’assessora alle politiche multiculturali e alla sicurezza della Città, Gianna Pentenero e i vertici del CSSA Polito – Chinese Students and Scholars Association per

È stato un piacere dialogare per la seconda volta con i rappresentanti del CSSA Polito, l’associazione degli studenti cinesi che frequentano il nostro Politecnico – ha affermato Gianna Pentenero -. L’incontro è stato anche l’occasione per esprimere la mia vicinanza e quella dell’Amministrazione al ragazzo che il giorno di Natale ha subito un furto con aggressione in metropolitana – ha continuato l’assessora -. Abbiamo rassicurato gli studenti e le studentesse cinesi sull’impegno dell’Amministrazione sul fronte della sicurezza, sapendo che uno dei punti fondamentali per la crescita e lo sviluppo della città è l’accoglienza di studenti stranieri. 

Inoltre, per dare seguito alle interlocuzioni già avviate con l’associazione, Gianna Pentenero ha ribadito come i progetti di integrazione della Città debbano proseguire nel segno di Torino Città Plurale e ha sottolineato la necessità di potenziare l’integrazione linguistica con l’avvio di progetti per la conoscenza della lingua italiana anche per agli adulti.

Dobbiamo lavorare per aiutare le comunità ad aprirsi e interloquire non solo con i propri connazionali. Inoltre – ha concluso l’assessora – è necessario pensare all’avvio di strumenti per l’inserimento nel mondo del lavoro anche per i nuovi cittadini”.

E’ nato il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile

Partecipano all’iniziativa l’Università di Torino, il Politecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e l’Università di Scienze Gastronomiche, con l’obiettivo di attrarre finanziamenti per linee di ricerca applicata e diventare punto di riferimento internazionale sul tema.

Presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale (via Verdi 9, Torino), è stato presentato alla stampa il nuovo Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, realizzato da Università di TorinoPolitecnico di TorinoUniversità del Piemonte Orientale e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore Università di Torino, Guido Saracco, Rettore Politecnico di Torino, Gian Carlo Avanzi, Rettore Università del Piemonte Orientale, Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Cristina Prandi, Vice-Rettrice per la ricerca delle scienze naturali e agrarie dell’Università di Torino. Per l’occasione è stato lanciato un appello di Carlo Petrini per un nuovo sistema educativo alimentare da sottoscrivere in maniera individuale e collettiva (QUI IL TESTO DELL’APPELLO).

 

Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, che avrà sede a Pollenzo presso l’Università di Scienze Gastronomiche e Carlo Petrini come Presidente, rappresenterà un polo di ricerche e di studi sul cibo come bene complessivo, connesso all’ecologia, all’agricoltura e al consumo sostenibili, all’educazione sensoriale, agli stili di vita consapevoli, al benessere del vivente, all’economia circolare, alle politiche alimentari, all’innovazione non solo tecnologica ma anche concettuale e di modello, con l’obiettivo di attrarre finanziamenti per linee di ricerca applicata e processi di sviluppo di prototipi, e di diventare un punto di riferimento internazionale sul tema.

Il Sistema Universitario Piemontese, per le caratteristiche differenti e complementari dei quattro Atenei, è in grado di garantire un solido capitale di conoscenze, competenze, infrastrutture di ricerca avanzate, oltre a una rete di collaborazioni con enti e istituzioni nazionali e internazionali non profit, di ricerca e formazione, e associazioni di cittadini. Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile sarà un luogo di incontro e di coordinamento, dove nasceranno e da dove partiranno i progetti collaborativi, implementati e realizzati nei laboratori specialistici di UnitoPolitoUniUPO e UniSG, secondo una logica di laboratorio diffuso che sfrutta e valorizza le infrastrutture di eccellenza già presenti nelle sedi degli Atenei piemontesi.

Il nuovo centro si occuperà anche di formazione e terza missione, con una funzione di supporto alle iniziative culturali e turistiche di promozione del territorio e di promozione di una coscienza individuale e collettiva sul tema del futuro della vita umana sul pianeta. Si svilupperà, grazie alla rete di ricercatori, studiosi, studenti, istituzioni e stakeholder che ne saranno parte attiva, lungo due assi tematici principali, che saranno approcciati trasversalmente, in un’ottica completamente interdisciplinare: quella della salute e del benessere e quello della società e della comunità. Questo significherà non soltanto attivare ricerca e formazione, ma anche promuovere e sostenere incubatori creativi e start-up per studenti o alumni delle Università che intendono sperimentare nuove vie imprenditoriali per il futuro della buona alimentazione del pianeta, così da incentivare la nascita di imprese che abbiano al centro un nuovo modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo.

Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile intende portare avanti un’azione forte di sensibilizzazione delle istituzioni pubbliche affinché l’educazione alimentare e, più in generale, l’educazione a stili di vita consapevoli e sostenibili, entrino in maniera organica nei curricula della scuola primaria e secondaria. La transizione ecologica non può prescindere dalla formazione delle generazioni più giovani fin dai primi anni del proprio percorso formativo. Per realizzare questo obiettivo, oltre che un’azione di advocacy forte nelle sedi istituzionali e decisionali, sarà altresì necessario immaginare strumenti di formazione degli insegnanti e degli operatori dell’educazione primaria, al fine di promuovere un ambiente educativo capace di fronteggiare le enormi sfide della contemporaneità. L’approccio olistico e transdisciplinare del Centro sarà strumento di innovazione al cuore stesso del sistema scolastico italiano ed europeo.

“Il nuovo Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, realizzato in sinergia con tutti gli atenei piemontesi – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino – è un’importante risorsa multidisciplinare per affrontare le sfide globali che il sistema del cibo pone in questi anni. Aumento della popolazione mondiale, malnutrizione, cambiamento climatico, scarsità d’acqua e desertificazione del suolo sono solo alcune delle principali sfide che l’essere umano dovrà affrontare nel prossimo futuro. La sostenibilità si è imposta come un obiettivo inderogabile e i moderni sistemi di produzione alimentare devono essere progettati per tenere in considerazione questo aspetto. L’Università di Torino metterà a disposizione del Centro tutte le sue competenze tecnico-scientifiche, socio-politiche e giuridiche utili ad affrontare correttamente la complessità dello scenario attuale, così da promuovere ricerca ed innovazione in ambito alimentare e contribuire alla creazione di un ecosistema territoriale capace di condurre progetti strategici e attrarre finanziamenti pubblici e privati”.


“Siamo felici 
– aggiunge il Rettore del Politecnico, Guido Saracco – che questo importante progetto sia giunto a compimento, perché comprende tutti i valori che fondano e guidano la nostra attività di ricerca. Siamo certi di poter dare un contributo importante e siamo felici di poter collaborare con tutti gli atenei piemontesi per valorizzare le eccellenze del nostro territorio e contribuire a diffondere un’attenzione sempre più diffusa sul cibo sano e sostenibile”.

 

“L’Università del Piemonte Orientale – sottolinea Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale – dedica da anni un’attenzione multidisciplinare al tema del cibo e dell’alimentazione. La collaborazione con gli altri atenei piemontesi nell’ambito del Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile è, in questo senso, lo sbocco naturale di un impegno che coinvolge ricercatrici e ricercatori di tutti i nostri Dipartimenti. Siamo convinti che solo un approccio che tenga conto delle implicazioni storico-culturali, economico-sociali e chimico-fisiche del cibo possa creare valore aggiunto per la ricerca e per la condivisione della conoscenza in questo campo così importante per il sistema Italia, verso una declinazione del concetto di sostenibilità meno astratto e più aderente alle necessità delle future generazioni”.

 

“Il centro di ricerca sul cibo – spiega Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche – nasce con lo scopo di far convergere e incontrare le diverse competenze promuovendone il confronto e la collaborazione.   L’Università di Scienze Gastronomiche si pone come centro ispirazionale sulle tematiche del cibo sostenibile. Un’università che ha dimostrato di saper proporre percorsi nuovi per formare i professionisti del futuro, che ha progettato e realizzato nuovi modelli di integrazione dei luoghi del sapere con il sistema produttivo e le comunità. Prototipi che possono essere sperimentati, integrati e migliorati in collaborazione con gli altri atenei, definendo soluzioni nuove per la formazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Un importante contributo alla riduzione dell’impatto del sistema alimentare sull’ambiente e sulla salute unica”. 

 

“L’attenzione che l’accademia piemontese, attraverso il lancio di questo nuovo Centro di Studi e Ricerca inter-ateneo, sta rivolgendo al mondo del cibo è qualcosa di encomiabile e allo stesso tempo di indispensabile – commenta Carlo Petrini, Presidente del Centro e dell’Università di Scienze Gastronomiche -. Dico questo in virtù dell’importanza che l’alimentazione ricopre da sempre per la vita degli esseri umani. Lo ribadisco soprattutto alla luce della centralità che il cibo ha, e sempre più dovrà avere, nel periodo storico che stiamo attraversando. Se la pandemia e le atroci guerre degli ultimi anni ci hanno ricordato quanto il cibo sia un punto dirimente anche a livello geopolitico, la crisi climatica che attanaglia il nostro Pianeta pone l’accento sulla vulnerabilità degli attuali sistemi alimentari, che in questo senso si pongono come vittima (la produzione di cibo sarà interamente da ripensare per via del riscaldamento globale) e carnefice (oggi il cibo è la principale causa della produzione di CO2). Per questi motivi la ricerca sul cibo e l’educazione alimentare saranno i punti nevralgici per un avvenire più sostenibile. Una maggiore attenzione verso il Pianeta è ciò che le nuove generazioni hanno già iniziato a chiedere e che davvero necessitano per realizzare nel miglior modo possibile il loro futuro”.  

Misurabilità, sostenibilità, circolarità, qualità e salubrità saranno le parole chiave intorno alle quali il Centro incardinerà i propri interventi e le proprie progettualità, con lo scopo di perseguire i seguenti obiettivi, tra loro spesso legati:

  1. Promuovere stagionalità e località: la stagionalità comporta la disponibilità di cibi freschi, ciò consentendo di godere appieno delle loro caratteristiche organolettiche e nutritive senza intermediazione di cicli frigorigeni, catene di trasporto complesse o uso di conservanti, entrambi causa di consumi energetici (diretti o indiretti) e quindi di emissioni di gas serra. Proprio per questi minori consumi – energetici o di materiali – il cibo stagionale ha un riscontro anche nel diritto al sapore e alla sostenibilità economica per il consumatore;
  2. Ridurre la plastica all’interno della filiera alimentare: L’inquinamento da plastiche non biodegradabili ha raggiunto livelli preoccupanti. Se da un lato sono oramai necessarie politiche attive per ripulire il mondo dalle pervasive plastiche, dall’altro è urgente sia ridurne al massimo l’utilizzo che aumentarne la riciclabilità;
  3. Ridurre gli sprechi: Ogni anno si producono 2,6 Gton (miliardi di tonnellate) di cibo utile, generando contemporaneamente 1,3 Gton di rifiuti organici, per metà circa originati nelle mura domestiche, per l’altra metà lungo la filiera produttiva. Ridurre gli sprechi alimentari significa produrre meno CO2, disboscare meno foreste per far spazio a produzioni alimentari e, non poco in termini di riduzione delle diseguaglianze, risparmiare;
  4. Promuovere un utilizzo rigenerativo dei suoli: il consumo di suolo continua ad aumentare: In Italia cresce più il cemento che la popolazione, e ogni secondo si perdono 2 mq di suolo fertile. È necessario rafforzare il legame tra agricoltura e ricerca, favorendo il dialogo e la collaborazione tra aziende agricole virtuose dal punto di vista dei servizi ecosistemici e centri di ricerca, con l’obiettivo di iniziare un percorso che porti alla costituzione di un network italiano di lighthouse farms (dimostratori territoriali di buone pratiche, luoghi di formazione e comunicazione) e living labs (luoghi ricerca dove gli stakeholders contribuiscono a sviluppare soluzioni e ad accelerarne l’adozione sui territori), in collaborazione con gli stakeholders attivi nel settore.
  5. Rafforzare la biodiversità: La Convenzione ONU sulla Diversità Biologica definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono, includendo la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema. Negli ultimi 10 anni sono scomparse 160 specie animali e 35,000 sono quelle a rischio, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e di un uso scorretto dei suoli. Combattere la perdita di biodiversità non è solo una questione etica. Biodiversità significa resilienza e capacità di sopravvivere al cambiamento grazie a un sottile equilibrio che regola le relazioni tra gli esseri viventi, l’uno essendo spesso funzionale all’altro in un ecosistema complesso.
  6. Ridurre gli anelli della filiera di produzione e trasporti delle merci: ogni volta che si tratta una materia prima alimentare se ne compromette in parte le qualità nutritive, si generano scarti, si consuma energia e si contribuisce all’effetto serra. Il trasporto di merci in container a costi bassi ha portato da un lato ad aumentare l’impronta ambientale dei cibi e dall’altro a mettere fuori mercato filiere alimentari autoctone;
  7. Aumentare l’apporto proteico da fonti alternative alla carne: L’allevamento di bovini, anche per la sua estensione, comporta il 4% delle emissioni di gas serra di origine antropica. Questo non è legato tanto alla CO2 ma al metano associato alle deiezioni animali, essendo quest’ultimo 21 volte più efficace del biossido di carbonio nel promuovere il riscaldamento dell’atmosfera. All’insegna del principio “no one left behind” a cui ispirare la transizione ecologica – per non generare squilibri economici controproducenti- sarà necessaria una certa progressione nel disimpegno, almeno parziale, dalla carne come fonte proteica, privilegiando comunque le filiere autoctone di prossimità rispetto a quelle di importazione, su cui pesa l’impronta ambientale aggiuntiva legata al trasporto;
  8. Tracciare e qualificare sempre meglio il cibo: qualificare, certificare e tracciare i cibi prodotti lungo l’intera catena che dal campo passa all’industria di processo, alla tavola dei consumatori fino ad arrivare alla salute di questi ultimi attraverso la blockchain, la rete informatica di nodi che gestisce in modo univoco e sicuro un registro pubblico composto da una serie di dati e informazioni, come le transazioni, in maniera aperta e distribuita, senza che sia necessario un controllo centrale;
  9. Promuovere l’educazione alimentare nelle scuole favorendo il dialogo tra scienza e saperi tradizionali: per raggiungere la massa critica necessaria ad affrontare con successo le enormi sfide della contemporaneità, è necessario crescere una generazione di cittadini consapevoli che i propri stili di vita e in particolare i propri consumi alimentari impattano fortemente sul sistema alimentare globale;
  10. Promuovere la salute attraverso il cambiamento degli stili di vita. La salute è perseguibile attraverso l’adozione di diete sane e sostenibili. In un’ottica di innovazione e di cambiamento del modello sanitario attuale, che dedica una parte cospicua delle proprie risorse al processo di cura, il cibo potrebbe e dovrebbe rappresentare il giro di boa verso un maggiore investimento in piani preventivi, che mirino non solamente all’incremento dell’età media di vita della popolazione, come accaduto negli ultimi decenni, ma con l’obiettivo più ambizioso di promuovere e sostenere un invecchiamento in salute. Inoltre, l’adozione di pattern dietetici sani e sostenibili, ha il duplice vantaggio di preservare non solo la salute dell’uomo, ma anche quella del Pianeta Terra.
  11. Supportare e promuovere la costruzione di “politiche del cibo” alle diverse scale e in particolare quella regionale e locale: le politiche del cibo su scala nazionale e regionale hanno un ruolo fondamentale nella territorializzazione delle politiche europee in campo agro-alimentare. Il nuovo Centro potrà favorire ulteriormente la collaborazione tra gli atenei piemontesi – già avviata con l’Atlante del cibo di Torino metropolitana, il lancio dell’Osservatorio nazionale sulle politiche locali del cibo e le attività della RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile) e in particolare di RUS Piemonte – consentendo di giocare un ruolo di riferimento alla scala nazionale e internazionale nel supporto e promozione alla costruzione di food policy place-based che sappiano difendere, promuovere e valorizzare le diversità bio-culturali.

“Vuoti a rendere”: raccolta firme per restituire alla città gli alloggi sfitti a Torino

MERCOLEDI’ 31 GENNAIO ALLE 18,30 AL CECCHI POINT

Assemblea di lancio della campagna

 

A Torino gli affitti crescono e le speculazioni avanzano e mancano gli alloggi per le troppe famiglie sotto sfratto e in emergenza abitativa. Le abitazioni scarseggiano anche per chi è ai margini del disagio abitativo e per la fascia grigia che fatica a trovare casa nel mercato degli affitti: famiglie, giovani, migranti, precari, studenti, poveri.

Eppure, sale il numero di edifici e abitazioni – private o pubbliche – in stato di non uso e di abbandono da anni, la cui condizione non fa altro che scaricare sulla collettività grandi costi sociali e ambientali. Ma quanti sono? In base a dati Istat 2019, il 18% delle abitazioni censite sul territorio della Città di Torino sarebbe non occupato. Si tratta di decine di migliaia di alloggi, il cui numero e collocazione precisi sono tuttora sconosciuti.

A fronte delle migliaia di famiglie e persone in emergenza e disagio abitativo, è urgente adottare politiche concrete per fronteggiare la contraddizione di avere troppe case senza persone e troppe persone senza casa.

L’idea è di rispondere all’emergenza con proposte concrete, ispirate ai migliori standard europei nel settore delle politiche abitative. “Vuoti a rendere” punta al contrasto dello stato di ingiustificato abbandono del patrimonio edilizio pubblico e privato e, dunque, al censimento e alla restituzione alla città di alloggi in stato di non uso. Chiede alle istituzioni di agire sugli alloggi non utilizzati dalle grandi proprietà immobiliari.

Tra gli obiettivi di questa campagna introdurre nuove tutele per il diritto alla casa, aumentare il numero di alloggi disponibili, abbassare i canoni, rilanciare l’agenzia sociale per la locazione Lo.C.A.Re., rendere disponibili case fuori dalla logica di mercato.

Così nasce “Vuoti a rendere”, delibera di iniziativa popolare per creare strumenti per gestire in modo innovativo lo stato di abbandono di queste case: la raccolta firme partirà a febbraio, e durerà quattro mesi.

La campagna ha inizio con una grande assemblea cittadina sul diritto all’abitare per unire le forze (elenco di chi ha già aderito alla campagna in fondo al comunicato, nda), in programma mercoledì 31 gennaio alle 18,30 al Cecchi Point, in via Cecchi 17, ad Aurora. A seguire, per chi vorrà dare una mano per la campagna, l’appuntamento è per martedì 6 febbraio alle 18,30 in via Norberto Rosa 13/A per organizzare il lavoro.

Per seguire la campagna sui social

— Instagram https://www.instagram.com/vuotiarendere.torino/ 

— Facebook https://www.facebook.com/vuotiarendere.torino 

 

Hanno già aderito alla campagna a Torino (elenco in aggiornamento):

 Arteria

Comunet Officine Corsare

ARCI Torino

Volere La Luna

Fondazione di Comunità di Porta Palazzo

ASGI Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione

UDU Torino

Giovani Democratici Torino

Alter.Polis

Unione Giovani di Sinistra Torino

Comitato Acqua Pubblica

ACMOS

Almaterra

Spi CGIL lega 6

CoAbitare aps

Attac Torino

Casa del Quartiere Cecchi Point

Associazione Frantz Fanon

Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta APS

Legambiente L’Aquilone

Legambiente Molecola APS

Legambiente greenTO APS

Legambiente Metropolitano APS

Cicsene

Giustizia Climatica Ora

Gruppo Abele

Fridays For  Future Torino

Educadora

Community Organizing Torino

 

 

Torino inaugura la cabina di regia per lo sviluppo industriale

Speriamo che non sia uno dei soliti tavoli di lavoro, a volte inconcludenti. Le premesse sono serie: avviare la costruzione di una cabina di regia tra la Città di Torino e le organizzazioni sindacali che veda coinvolti a più livelli anche il mondo dell’industria, dell’impresa, le università, le organizzazioni datoriali e il terzo settore per condividere strategie per lo sviluppo industriale di Torino e dell’area metropolitana.

È la decisione maturata in incontro a Palazzo Civico tra il sindaco Stefano Lo Russo, insieme con l’assessora al Lavoro Gianna Pentenero, e i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Torino. Al centro dell’incontro alcune situazioni di crisi industriale a Torino e nell’area metropolitana, le relative ricadute sull’occupazione e le strategie di sviluppo e rilancio per il futuro.

“È stata un’importante occasione di confronto – commenta il Sindaco – che ci dà l’opportunità di avviare congiuntamente iniziative concrete, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate. La vocazione industriale produce oltre il 30 per cento del PIL della città e va promossa e rafforzata in modo sinergico tra istituzioni. Occorre lavorare in questa direzione, tenendo conto anche delle due grandi emergenze che ci troviamo ad affrontare, ovvero la lotta al cambiamento climatico e la crisi demografica. In questa cornice il confronto con le parti sociali è davvero molto importante, insieme individueremo le priorità da seguire».

I rappresentanti dei sindacati Gabriella Semeraro (CGIL), Domenico Lo Bianco (CISL), Gianni Cortese (UIL): “È positivo che il sindaco Stefano Lo Russo abbia accolto la nostra richiesta per la costituzione di una cabina di Regia finalizzata ad affrontare le crisi industriali dell’Area Metropolitana di Torino e per ragionare concretamente su un percorso che metta al centro lo sviluppo della Città. Tra le priorità individuate c’è la crisi di Stellantis e dell’indotto, la mobilità e la transizione ecologica, la sanità e le strutture ospedaliere. Questo incontro rappresenta l’inizio di un percorso di confronto che dovrà produrre azioni politiche e industriali capaci di ridare slancio alla Città, tutelando il lavoro di qualità e l’accesso ai servizi delle cittadine e dei cittadini”.

Rifondazione: No al deposito delle scorie nucleari a Trino

“Abbiamo aderito – ha dichiarato Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC-SE per il Piemonte e la Valle d’Aosta – alla puntuale e opportuna iniziativa di Legambiente, che per il 3 di febbraio, giornata mondiale delle zone umide, organizza una manifestazione tra Lucedio, Leri Cavour e Trino contro l’autocandidatura di quest’ultimo ad ospitare il deposito nazionale per le scorie nucleari”.
“In un momento come questo, in cui tra l’altro è convertito in legge il Decreto 181 contenente le norme che permettono la proposta di Pane e ne ampliano le possibilità con la semplice modifica dei progetti tecnici, è decisivo riaffermare nella pratica un percorso diverso, in grado di garantire sicurezza, approccio scientifico e metodo democratico; insomma non solo non si smobilita, ma si rilancia”.
“A noi pare particolarmente significativa la scelta di Legambiente, perché si connette con la nostra idea di
una lotta non solo territoriale. D’altro canto è lo stesso Ministero per l’Ambiente (MASE), che nella sua
comunicazione istituzionale tende a valorizzare al massimo la giornata mondiale delle zone umide. Il ministro non abita troppo distante da una delle più significative di esse, su cui tra l’altro si stanno investendo fior di risorse per valorizzarla. A Pichetto e a tutti i sostenitori della soluzione Trino chiediamo: in base a quale principio, razionale e democratico vi sentite tranquillamente di piazzare il deposito nel bel mezzo della pianura risicola vercellese? Certo, molte altre sono le domande che si potrebbero porre a ragione, ma già solo questa meriterebbe una risposta non evasiva. Il Ministro venga a Trino il 3 febbraio a spiegare come coniuga promozione delle zone umide e deposito nucleare; sarebbe un gesto di chiarezza e di esplicitazione di una supposta coerenza, che noi qui davvero non sappiamo vedere”.
“Come per Legambiente – ha concluso Deambrogio – anche per noi la via maestra rimane il percorso
delineato con la CNAI. Proprio per questo invitiamo alla massima partecipazione durante le iniziative del 3
febbraio. Deve essere chiaro, in quel passaggio e nei prossimi che verranno, che non vi è la minima intenzione di abbassare la testa di fronte ai negazionisti della sicurezza, della scienza e della democrazia”.

Conguaglio bollette Atc: il Comune risponde

L’assessore Jacopo Rosatelli ha risposto in Consiglio Comunale, ad una richiesta di comunicazioni del consigliere Andrea Russi in merito al conguaglio delle bollette energetiche ricevute da cittadini residenti in alcuni stabili ATC.

Rosatelli ha confermato che a 55 nuclei familiari è stata recapitata una bolletta di conguaglio maggiore a 2000 euro, relativa al periodo post pandemico che vide un incremento delle spese energetiche e accentuatesi in coincidenza con la crisi Ucraina.

Le cattive condizioni di alcuni stabili provocano dispersione di calore con costi più elevati della media. Pertanto il tema dell’efficientamento energetico degli alloggi sia di proprietà della città che dell’ATC, è oggetto delle nostre attenzioni, ha evidenziato l’assessore. Siamo consapevoli che i conguagli di questa portata espongono le famiglie assegnatarie a spese inattese che aumentano la loro fragilità finanziaria. Ci risulta che i nuclei interessati ai conguagli siano stati convocati per concordare modalità di rateizzazione del debito che consentano di pagare il conguaglio senza incorrere in situazioni di morosità che potrebbe rischiare di far perdere loro il diritto a permanere nell’alloggio. Anche quest’anno la nostra città, così come ha fatto l’anno scorso, interverrà per accompagnare i nuclei a rischio morosità e quindi di conseguenza, a rischio eventuale di decadenza, nella compilazione della domanda e pagamento della quota minima”.

Rosatelli ha quindi ricordato come in Consiglio Regionale sia in discussione la riforma della legge sulla casa e che Città di Torino, insieme anche alle altre città parte dell’Assemblea dei sindaci della ATC del Piemonte centrale, ha avanzato alla Regione le proprie osservazioni e suggerimenti di modifica rispetto alla proposta di legge, alle quali però, finora non c’è stata risposta positiva mentre sembra prevalere esclusivamente l’idea di concedere qualche piccola premialità alle famiglie residenti da più di 15, 20 o 25 anni, senza minimamente aggredire invece i temi più sociali,

“Viene data una soluzione attraverso una rateizzazione, ha concluso Rosatelli, che sarebbe stato molto meglio, ovviamente venisse concepita sin dall’inizio, senza gettare nel panico queste famiglie”.

Dopo l’intervento dell’Assessore si è sviluppato il dibattito.

Andrea Russi (M5S) ha ricordato come almeno duecento nuclei familiari residenti in case ATC abbiano ricevuto bollette da mille, duemila wuro e anche più, in varie zone della città. In gran parte, ha ricordato, si tratta di persone già in difficoltà economiche, con basso reddito e talvolta alloggiata in stabili bisognosi di manutenzione. Il centro-destra che governa la Regione e dirige in modo esclusivo ATC deve trovare soluzioni concrete, invece di partecipare strumentalmente alle proteste contro le bollette abnormi.

Nadia Conticelli (PD) ha sollevato il tema della necessaria trasparenza delle bollette, tema sul quale il precedente governo regionale aveva instaurato un dialogo con ATC, oggi governato unicamente dal centro-destra, il quale dovrebbe occuparsi di questi problemi invece di manifestare contro se stesso prendendo in giro cittadinanza e istituzioni. Per la capogruppo del PD occorre affrontare le fragilità sociali ed economiche, anche accompagnando la responsabilizzazione delle persone sulle utenze. Infine, ha segnalato come il Consiglio comunale si sia occupato, trasversalmente, del tema del teleriscaldamento, ottenendo rateizzazioni e bonus.

Per Alice Ravinale (Sinistra Ecologista), non si può ignorare la fragilità sociale. Il Consiglio si sta occupando da tempo del tema delle utenze domestiche, mentre risulta irritante il teatrino del centro-destra. Quest’ultimo ha peraltro tagliato i fondi sociali per gli affitti di 12 milioni, a fronte di un ATC da esso diretto che riesce ad assegnare la casa solo al 13% degli aventi diritto, mostrando l’inutilità della sua la politica del “prima gli italiani”

Silvio Viale (+Europa-Radicali) ha ironizzato su manifestazioni che vedono esponenti del centro-destra protestare contro la propria parte politica. Quest’ultima, ha sottolineato, ha voluto monopolizzare ATC, per cui si prenda le proprie responsabilità. Viale ha inoltre stigmatizzato il silenzio del centro-destra in sala Rossa su questo tema.

Infine, Elena Apollonio (Demos- AD) ha sostenuto che il governo regionale e quello nazionale dovrebbero assumere iniziative concrete, invece di manifestare contro se stessi, con interventi a compensazione. Apollonio ha invitato a tutelare le persone fragili, uscendo da logiche strumentali.

Nella replica, l’assessore Rosatelli ha ribadito come poche centinaia di euro possano rappresentare la differenza tra un mese che si riesce a condurre e un altro che si deve affrontare senza risorse.

“Esiste un rapporto di problema tra istituzioni e cittadinanza, ha affermato Rosatelli. Chiunque si trovi in ruolo di responsabilità deve avere sempre un atteggiamento rispettoso della cittadinanza ma a volte non accade, ma bisogna avere l’onestà di riconoscere gli errori senza imbastire, intorno ad incidenti come questi, “le giostre” politiche che fanno sentire le persone colpite due volte, una nel concreto e una sul piano della strumentalizzazione politica”.

Ulcere cutanee, cure più facili

Sviluppare un piano diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) per i pazienti affetti da ulcere cutanee. Lo hanno richiesto i rappresentanti dell’associazione scientifica italiana Ulcere cutanee (Aiuc) e della Simitu, associazione dei pazienti portatori di lesioni cutanee croniche, auditi in Consiglio regionale in Commissione Sanità presieduta da Andrea Cane.

“Di lesioni cutanee aperte soffrono fra 60 e 80mila persone in Piemonte e si calcola ci sia oltre mezzo milione di pazienti in cura in Italia. Sono oltre 140 le diverse cause che possono determinare l’arresto della cicatrizzazione, anche se le più frequenti sono le piaghe da decubito, le lesioni del piede diabetico e le ulcere vascolari”, ha spiegato il dottor Elia Ricci. “Si tratta di un problema diffuso ma l’investimento italiano per le medicazioni è molto ridotto, pari a 0,83 centesimi pro capite l’anno. Il Piemonte è sopra la media italiana, con 1,30 centesimi ma ancora sotto la media europea che supera i 2,5 euro”.
Secondo l’Aiuc disporre di un Pdta regionale permetterebbe di avere uno strumento per migliorare i percorsi di cura, l’accesso dei pazienti e razionalizzare i tetti di spesa.
Rispondendo alle domande poste da Raffaele Gallo e Diego Sarno (Pd), Ricci ha spiegato che per predisporre il Pdta sono necessari due anni di lavoro, ma che l’Aiuc è disponibile, se c’è il mandato regionale, ad attivarsi immediatamente. “Il Piemonte ha già riconosciuto la visita vulnologica e questo è un progresso. Spesso però i pazienti non sanno dove recarsi per le cure. Il Pdta consentirebbe di definire un iter diagnostico e terapeutico riconosciuto e ridurrebbe i tempi di attesa per ricevere il giusto trattamento”, ha concluso il rappresentante di Aiuc.

Spaccata in Barriera di Milano, due arresti

Gli agenti del Commissariato di P.S. Barriera Milano hanno tratto in arresto due uomini stranieri di ventinove e trentaquattro anni poiché gravemente indiziati di furto aggravato a danno di un negozio di telefonia nei pressi di Barriera Milano.

Nottetempo i proprietari dell’esercizio commerciale notano la serranda aperta e chiamano il centododici. Arrivati sul posto gli agenti trovano la vetrina sfondata, presumibilmente spaccata con un tombino trovato vicino l’ingresso.

Non appena accortosi della volante, i soggetti tentano di scappare con la refurtiva ma vengono fermati immediatamente dagli agenti.

Sono stati trovati in possesso di due smartphone dal valore di oltre duemila euro, due involucri di hashish, quindici pasticche di rivotril e duecentocinquanta euro in contanti.

In seguito la Polizia è risalita al loro domicilio dove ha rinvenuto altri involucri di hashish, materiale da confezionamento, nove pasticche di rivotril e circa cinquecento euro in contanti.

I soggetti vengono tratti in arresto per furto aggravato.

Clima, Grimaldi (Verdi Sinistra): Cadono accuse insensate

Il Governo guardi in faccia la realtà.
“Cadute tutte le accuse per i 9 attivisti di Extinction Rebellion e Fridays for Future che il 29 novembre avevano appeso uno striscione dal tetto dell’Oval Lingotto, a Torino. La Questura ipotizzava violenza privata e invasione. Secondo la Pm e il  giudice, il fatto non sussiste. È ora che le Questure rimettano in tasca il pugno di ferro verso chi protesta in maniera pacifica. È ora che il Governo smetta di trattare come terroristi e folli coloro che diffondono le posizioni della comunità scientifica internazionale, disegnando per loro leggi ad hoc iper repressive, mentre continua la sua corsa insensata al gas. È ora di guardare in faccia la realtà: è la crisi climatica a imporci misure drastiche, non chi ne denuncia l’esistenza” – così il Vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi.