ilTorinese

Sinistra Ecologista si prepara alle Regionali

Le elezioni regionali saranno esattamente tra un anno e per Sinistra Ecologista è tempo di mettersi in moto. Sabato si è tenuta l’assemblea dei soci e delle socie, in via Baltea 3, al termine della quale è stato approvato un documento che indica la posizione dell’organizzazione. Fra i presenti l’assessore al welfare del Comune Jacopo Rosatelli, la consigliera delegata della Città metropolitana Valentina Cera e la consigliera Sara Diena.

Nel documento approvato si legge che “per SE è fondamentale essere in campo per dare un contributo decisivo alla creazione sia di una coalizione ampia e competitiva, sia di una lista rosso-verde credibile e capace di generare entusiasmo che rappresenti le istanze di giustizia sociale e giustizia climatica, auspicando che anche per le elezioni regionali possa proseguire il percorso di Alleanza Verdi Sinistra”.

L’assemblea ha dato mandato alla segreteria guidata dalla capogruppo in Comune Alice Ravinale e dal capogruppo in Circoscrizione 3 Emanuele Busconi di “istituire un gruppo di lavoro che abbia il compito di attivarsi in ogni direzione per i due obiettivi citati, in particolare sinergia con la Federazione provinciale e regionale di Sinistra Italiana, con il gruppo consiliare regionale di Liberi Uguali Verdi guidato da Silvana Accossato, con le liste civiche coinvolgendo il più possibile comitati, associazioni, gruppi e movimenti”.

“Per noi è importante innanzitutto il metodo con il quale si vuol fare nascere una coalizione che possa sconfiggere la destra: dovrà essere aperto alla cittadinanza attiva e alle liste municipali come la nostra, oltre che alle forze politiche progressiste” dichiara Ravinale. “Il nome del candidato o della candidata presidente viene dopo la definizione del progetto e del metodo di lavoro per definire il programma, del profilo complessivo della coalizione. Dobbiamo avere come obiettivo prioritario quello di convincere le tante persone che hanno smesso di andare a votare, ma che sono ben consapevoli dei problemi che riguardano la sanità, il lavoro e il cambiamento climatico”.

“La destra attualmente al governo della regione è nemica dei diritti delle donne e delle persone LGBTQIA+, quindi è necessario mettere tutto il nostro impegno per sconfiggerla, alle regionali come alle europee. Il contributo delle liste municipaliste come la nostra può fare la differenza“, aggiunge Busconi.

SINISTRA ECOLOGISTA TORINO

Canalis (PD): “Sanità e trasporti talloni d’Achille di Cirio”

CANALIS (PD): “CIRIO OSCURA I SUOI TALLONI DI ACHILLE. SANITA’ E TRASPORTI SONO IN CRISI. LO RIPETEREMO AI CITTADINI!”

 “È evidente come Alberto Cirio, nell’odierna disponibilità a ricandidarsi, oscuri i suoi principali talloni d’Achille. Innanzitutto il peggioramento della sanità piemontese (era prima in Italia nel 2017 con Chiamparino, secondo valutazioni ministeriali, ed oggi è settima). Anche altre Regioni italiane hanno affrontato la grave crisi pandemica, ma ci hanno superati nella classifica nazionale Il sistema sanitario è in chiara crisi, basti pensare alle liste d’attesa, alla privatizzazione progressiva, alle mancate assunzioni di personale sanitario e ai ritardi nell’edilizia ospedaliera e nel potenziamento delle cure domiciliari, per citare solo i fenomeni più eclatanti. In Piemonte 12 mila persone non autosufficienti sono in attesa di assistenza domiciliare” dichiara la Consigliera regionale del Partito Democratico Monica Canalis.

“Voglio, inoltre, sottolineare la drammatica riduzione del trasporto ferroviario in Piemonte, Regione tra le più inquinate d’Europa. L’Assessore Gabusi non ha ripristinato nemmeno per intero il trasporto ferroviario pre Covid” prosegue la Consigliera regionale Pd.

“Le principali competenze della Regione sono sanità trasporti e formazione professionale. Cirio non cerchi armi distrazione di massa nelle grandi opere che sono competenza statale! Diciamolo ai cittadini! Noi continueremo a ripeterlo dall’opposizione!” conclude la Consigliera Canalis.

Monica Canalis – Consigliera regionale del Partito Democratico

Tav e aeroporto per il futuro di Torino

Al termine di due giorni di lavori all’Urban Center di Torino nei quali gli esperti invitati dal sindaco LO RUSSO, a quasi due anni dalla sua elezione, hanno discusse le proposte attorno allo schema di nuovo Piano Regolatore , l’intervento della esperta di Bloomberg ha chiarito che Torino non è New York e neanche Milano.
Dopo tre Piani strategici/decennali che non hanno dato i risultati previsti,  se Torino dal 1996 cresce meno della media nazionale, e’ già un passo avanti.
Si è parlato di dotare la nostra Città di ben quattro Linee di Metropolitana, come ha da tempo Lione, tutte collegate con i Paesi della prima Cintura , ad esempio la Linea 2 dovrà assolutamente arrivare a S. Mauro Pescarito-Settimo. Qui saranno decisivi i tempi di costruzione e le fonti di finanziamento vista la grave situazione del bilancio Comunale lasciata da Chiamparino.
Così come potranno subire importanti gli interventi di sistemazione dei 4 fiumi che attraversano la nostra Città con lavori che potranno interessare i lavori socialmente utili dei titolari di reddito di cittadinanza . Concordo con la proposta dei costruttori edili di chiamare il nuovo Piano regolatore un Piano di Sviluppo di Torino .
Il rilancio della nostra Città , che come è noto da oltre vent’anni cresce meno della media nazionale potrà derivate solo dal grande salto di qualità dei collegamenti internazionali che potranno arrivare dalla TAV e dal rilancio del nostro Aeroporto .
Nella attesa che venga costruita la TAV, salvata dalla nostra grande manifestazione del 10.11.2028, e’ importante sviluppare  già oggi i rapporti tra Torino, Genova e Milano , come propongono intelligentemente gli imprenditori di Confindustria perché tra due anni grazie alla conclusione dei lavori della linea ferroviaria Genova Rotterdam, Genova sarà raggiungibile via treno da Torino e Milano in un’ora e pertanto la collaborazione e la integrazione delle attività di studio e di consulenza troveranno il treno come il mezzo di collegamento più competitivo . I porti liguri e gli aeroporti delle tre Città saranno raggiungibili molto più velocemente così come le venti tra Università, Centri di ricerca e i Politecnici potranno integrarsi e collaborare meglio.
In quest’ottica occorre risolvere al più presto la questione della concessione alla ATIVA, la società che gestisce la tangenziale, o per completarla con la Gronda Gassino-Chieri-Santena o con la quarta corsia perché a Settembre la tangenziale subirà gli effetti della chiusura del Traforo del Bianco.
Il salto di qualità definitivo si avrà con il termine dei lavori della TAV perché a quel punto territori che insieme producono oltre 700 miliardi di PIL  (Lombardia, Liguria, Piemonte, Rhone Alpes) potranno offrire una dimensione alle attività dei Servizi avanzati un mercato amplissimo.
La TAV VALLEY così chiamo io questa Nuova Entità territoriale e amministrativa non avrà nulla da invidiare alla Silicon VALLEY e Torino ne sarà la Città centrale.
Un’area talmente importante in grado di attrarre ogni tipo di investimenti pubblici e privati tali da fermare la emorragia di cervelli, anzi di diventare a sua volta attrattiva dei migliori laureati del Continente e del mondo.
Ecco perché da oggi noi dobbiamo difendere meglio e di più i nostri settori produttivi  a partire da quello dell’auto , perché l’industria ha bisogno dei servizi di un Terziario avanzato oggi trasferitisi prevalentemente a Milano. Ecco perché mi aspetto molto dalla gestione dei soldi  , oltre sei miliardi, del fondo auto Giorgetti nato da una mia iniziativa lo scorso anno. Ecco perché dobbiamo valorizzare in ogni modo le nuove eccellenze produttive sorte negli ultimi anni .
Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO

Giochi e letture a Susa con la Panchina letteraria

A Susa letture, giochi e bellissimi laboratori animati per i bambini hanno colorato i giardini intorno alla panchina letteraria . La biblioteca che esce ovunque è al servizio della comunità, dei grandi e piccoli lettori.

Domani il quarto concerto per il decennale dell’Orchestra Polledro

 Martedì 13 giugno prossimo al teatro Vittoria 

 

L’Orchestra Polledro prosegue i festeggiamenti per i primi dieci anni di attività 2012-2020 con il quarto concerto, per la direzione di Federico Bisio, in programma al teatro Vittoria in via Gramsci 4, martedì 13 giugno.

Il programma del concerto prevede di Luigi Boccherini l’esecuzione della Sinfonia dall’Opera la Clementina, la Sinfonia in Si bemolle maggiore P.51 di Michael Haydn e, infine, la Sinfonia n. 26 in do minore Op. 41 G 519 di Luigi Boccherini.

Il quarto concerto del decennale è dedicato esclusivamente alle forme sinfoniche, sviluppate da autori di importanza internazionale, a completamento del grande repertorio classico di Franz Joseph Haydn e Mozart.

La Clementina è una zarzuela, ovvero un’opera giocosa di ambientazione spagnola, in due atti scritta da Luigi Boccherini su libretto di Ramon de la Cruz. La sua prima rappresentazione ebbe luogo nel 1786 al Palazzo Puerta de la Vega di Madrid.

La Clementina è l’unico lavoro teatrale completo di Boccherini, scritta quando stava finendo il periodo della zarzuela e, all’inizio dell’Ottocento, veniva già dimenticata in favore dell’opera italiana.

Ramon de la Cruz, librettista della Clementina, aveva tentato di introdurre innovazioni nel genere, aggiungendo elementi più folcloristici e popolari ad argomenti puramente mitologici.

Questo lavoro, la cui musica è allegra e orientata al comico, con qualche incursione nel patetico, usato nella descrizione dell’amore non corrisposto, fu commissionato dalla duchessa-contessa Osuna-Benavente, una mecenate amante di arti e musica, che vantava una sua piccola orchestra e sotto la cui protezione lavorava de la Cruz. La prima rappresentazione avvenne probabilmente nel Palazzo della contessa, con cantanti non professionisti e Boccherini compose la musica in meno di un mese. Nel Novecento la Clementina fu riproposta a Venezia, al teatro La Fenice, a Monaco e in Spagna e, in anni più recenti, anche a Lucca nel 2005.

Boccherini, nato a Lucca il 19 febbraio 1743, terzo di sette figli, ebbe una vita difficile e movimentata, non troppo felice, nonostante la protezione di Bonaparte e un lungo servizio presso la Corte di Madrid.

Boccherini, comunque, secondo il critico Stephenson, fu compositore originale e il principale interprete dello stile drammatico nel campo della musica strumentale e anche concreatore della musica da camera.

Michael Haydn, fratello minore di Franz Joseph Haydn, era considerato un compositore di musica sacra migliore del fratello. Tra le molte Messe che scrisse, ricordiamo la Missa a due cori, nota anche come Missa Hispanica, composta nel 1786, un’opera eccezionale per Orchestra e solisti vocali, e il suo Requiem del 1771, che influenzò notevolmente il Requiem di Mozart del 1791.

La Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore (Perger 51) fu la prima composta da Michael Haydn a Salisburgo e che egli completò il 7 dicembre 1763.

Il tema principale del primo movimento presenta una struttura chiaramente delineata con un certo grado di raffinatezza ritmica e un alto livello di arte melodica. Fa poi apparizione un motivo derivato dal tema principale, un’apparizione discreta del basso nell’esposizione, che poi si sposta verso altri strumenti e tocca varie tonalità nella sezione dello sviluppo.

Il movimento in MI bemolle maggiore porta il titolo “La Confidenza”. I due fagotti hanno un ruolo da solisti e prendono il posto degli oboi e dei corni impiegati nel primo movimento. I vari strumenti dialogano in un tranquillo andante punteggiato da due brevi episodi di Allegretti in tempo danzante.

La Sinfonia si conclude con un rondò, contrassegnato da Allegro molto.

Di Luigi Boccherini verrà anche eseguita, nella parte finale del concerto, la Sinfonia op. 41 in do minore (G519), opera del gennaio 1788 e composta per il re di Prussia, ma non pubblicata durante la vita di Boccherini.

Il suo aspetto tempestoso la colloca nello stile musicale dello Sturm und Drang, che aveva ottenuto il suo apice qualche anno prima. Il secondo movimento della Sinfonia, una Pastorale in mi bemolle maggiore, emana la tranquillità di un ambiente di campagna. Il minuetto presenta tracce di carattere scherzoso. È presente la parte del basso di accompagnamento del tema principale di quattro misure del primo movimento.

Gli archi gravi e i fagotti presentano il tema, che passa poi come controparte nei primi violini nel primo oboe. Tutta la sinfonia risulta caratterizzata dalla presenza di elementi ciclici e ricorrenze all’interno dei loro movimenti. L’allegro finale, non da ultimo, possiede chiare affinità tematiche con l’ouverture della Clementina.

Sul podio il maestro Federico Bisio, direttore stabile dell’Orchestra. Primo oboe il maestro Carlo Romano, già primo oboe dell’Orchestra Nazionale della RAI.

Mara Martellotta

Ente organizzatore “Orchestra Giovanni Battista Polledro”

Sede operativa presso Cecchi Point, via Antonio Cecchi 17.

 

www.orchestrapolledro.eu

Biglietti anche in prevendita a 16 € presso ticket.it

La sera del concerto in vendita al teatro Vittoria a 20 €

Come nasce un grande murales

[ 🎨 CAAT X ART ] Sono iniziati i lavori per un murales presso il Caat Centro Agroalimentare Torino.

Spiegano al Caat: “Attualmente, siamo impegnati nella preparazione delle basi e nella creazione dei disegni per il murales vincitore del bando CAAT X ART.

I talentuosi artisti Rama Mancardi, conosciuta come “No Reason Art”, e Emanuele Gigantelli, noto come “Giga”, stanno lavorando a questo progetto insieme alla collaborazione di @Mara Mancardi”.

Il bozzetto vincitore, creato da questi due giovani artisti, è il risultato del loro percorso di formazione attraverso i progetti Depurarte e MurArte, ideati e coordinati da Monkeys Evolution.

L’opera è affascinante, poetica e studiata con cura, utilizzando vernici fotocatalitiche in grado di depurare l’aria. La coppia ha fuso abilmente i loro stili artistici distinti, ottenendo un risultato sorprendente.

“Vogliamo sottolineare l’uso sapiente di palette di colori che si integrano perfettamente con l’ambiente circostante, fondendo forme e colori nell’architettura stessa del CAAT.

Il presidente di Monkeys Evolution, Berny Scursatone, è estremamente soddisfatto nel vedere i vincitori all’opera per creare questo imponente murales sulle pareti Caat.

#CAATXART #MuralesCreativo #ArteEnergia #Depurarte #MurArte #CaatCentroAgroAlimentareTorino #socialcaat

Ultimo giorno di scuola al Liceo Salesiano Valsalice

Ultimo giorno di scuola: a Valdocco il Liceo, vicini a don Bosco nella preghiera e tutti attorno ai maturandi che fanno un altro passo verso il loro futuro; le Medie a scuola tra giochi e divertimento con i loro professori, educatori e con i compagni finendo in allegria un anno in allegria!
Ora pronti per chiudere l’anno scolastico e iniziare le attività estive che animeranno la scuola nelle prossime settimane!
(Facebook Liceo Salesiano Valsalice)

Si chiude Cinemambiente, ecco i vincitori del festival

I VINCITORI E I PREMIATI
del 26° Festival CinemAmbiente 2023

Il 26° Festival CinemAmbiente, organizzato dal Museo Nazionale del Cinema e diretto da
Gaetano Capizzi, si conclude nella serata di domenica 11 giugno, con la cerimonia di
premiazione dei film vincitori, alle ore 19, al Museo Nazionale del Cinema – Mole
Antonelliana.
I film vincitori e una selezione degli altri titoli proposti nel cartellone di quest’anno sono
visibili gratuitamente online tramite il sito del Festival, www.festivalcinemambiente.it,
fino al 18 giugno, sulla piattaforma OpenDDB (capienza di 500 accessi per ciascun titolo).

PREMI
I premi attribuiti al termine della 26^ edizione del Festival sono:
➢Premio Asja Ambiente Italia per il miglior documentario della sezione internazionale,
di $ 5000, assegnato dalla giuria composta da Anne de Carbuccia, artista ambientale e
regista, Marco Gisotti, giornalista, docente di Teorie e linguaggi della comunicazione
scientifica all’Università di Tor Vergata, Nicole Gratovsky, antropologa, regista e produttrice,
Roberto Mastroianni, filosofo, curatore e critico d’arte, George Ovashvili, regista, a:
Lynx Man di Juha Suonpää (Finlandia/Estonia 2023, 80’52”)
con la seguente motivazione:
Per aver saputo restituire una sapiente sintesi di ricerca etnografica, narrazione poetica e qualità
estetica dando vita a un film capace di raccontare il rapporto cultura-natura, trascendenza-immanenza,
uomo-animale, rompendo la visione antropocentrica senza cedere a una retorica eccessivamente
romantica. Nello stesso tempo, il film restituisce in modo quasi realistico una cultura locale, quella
finlandese e artica, che concepisce la protezione della biodiversità e del patrimonio naturale come
compito esistenziale dell’individuo e delle comunità.

Il film presenta così con stile intimistico simbolico un’immagine del rapporto con la natura presente
nella cultura e nella società europea capace di convivere con un mondo in grande trasformazione,
attraversato da conflitti e sommovimenti prodotti dalla crisi climatica, energetica in corso.
La giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale a:
Nuclear Nomads di Kilian Armando Friedrich & Tizian Stromp Zargari (Germania 2023, 73’)
con la seguente motivazione:
Per aver saputo mettere al centro della propria narrazione il tema dell’energia, indagando le
conseguenze nell’organizzazione sociale di uno sviluppo industriale e di sfruttamento delle risorse non
sostenibile. Il film racconta in modo iconico la riorganizzazione delle vite individuali e comunitarie
attorno al nucleare portando all’attenzione un tema poco conosciuto ma di grande impatto sul mondo
del lavoro e sulla quotidianità.
➢ Premio Terna per il miglior cortometraggio della sezione internazionale, di $ 1500,
assegnato dalla giuria composta da Andrea Gatopoulos, regista, Monica Goti, program
manager del Trieste Film Festival, e Luca Vicini (Vicio), musicista, a:
Zug Island di Nicolas Lachapelle Plamondon (Canada 2022, 22’)
con la seguente motivazione:
Nel cercare l’origine di un suono che sembra provenire da una grande oscurità, questo film si immerge
negli inferi di una comunità distrutta dall’industrializzazione, portandoci nelle fauci marce della
devastazione capitalista, dove i pochi esseri umani rimasti a vivere sembrano – e forse sono – i
protagonisti di una narrazione distopica. Il regista si immerge senza compromessi in questa realtà,
facendoci vivere sulla nostra pelle presagi di un possibile futuro spietato e realizzando così un film di
grande portata ideologica e documentaristica.
La giuria ha inoltre assegnato menzioni speciali a:
Holy Cowboys di Varun Chopra (India/USA 2022, 24’17”)
con la seguente motivazione:
Per il coraggioso messaggio politico. Il regista ci risveglia, documentando in maniera dura, cruda ma
doverosa una realtà contraddittoria, estrema, ipocrita e in preda ad un flusso di atti di odio e
intolleranza, che alla fine non sono unicamente religiosi. Un film importante che ci ricorda quanto il
cinema svolga anche un ruolo di stimolo ad un pensiero critico risvegliando in noi consapevolezza. La
società rappresentata in Holy Cowboys raffigura in qualche modo tutte le società: il confine tra il bene
e il male è sottile e universale e il rischio di cadere dalla parte sbagliata è costante e comune.
Siamo tutti, potenzialmente, dei “guardiani di simboli sacri” e quindi facili prede di fondamentalismi.
e a:

Stromy a my (Trees and Us) di Tereza Motýlová (Repubblica Ceca 2022, 11’)
con la seguente motivazione:
Del film sono sicuramente apprezzabili idea, sceneggiatura e regia, quest’ultima davvero notevole. La
menzione, però, va principalmente al sound design e al commento sonoro, tra minimalismo ed
elettronica organica, partiture che sembrano suonate direttamente dagli oggetti animati.
➢ Premio IREN del pubblico, di $ 1500, assegnato dagli spettatori del Festival al miglior
documentario in gara nel Concorso documentari, a:
Le Système Total, anatomie d’une multinationale de l’énergie di Jean-Robert Viallet
(Francia 2022, 92’)
➢Premio Casacomune, istituito dal Festival e da Casacomune scuola e azioni, assegnato
al film o all’autore che meglio sia stato in grado di riflettere temi legati alla spiritualità
intesa come dimensione strettamente legata alla natura di cui facciamo parte, a:
Nicole e Alexander Gratovsky, autori di I, Beast
➢ Premio Ambiente e Società, istituito dal Festival e dalla Cooperativa Sociale
Arcobaleno, per il film, scelto dai lavoratori e dalle lavoratrici della Cooperativa, che
meglio abbia saputo coniugare i temi ambientali e la dimensione sociale, assegnato a:
Breaking Social di Fredrik Gertten (Cile/Svezia 2023, 93’)
con la seguente motivazione:
Un film che rende evidente la connessione tra la questione ambientale e l’etica dell’economia invitando lo
spettatore ad interrogarsi su quale sia la direzione del nesso causale che le lega tra loro; al contempo ci
ricorda che ecologia è parola che esprime tutto il suo potenziale solo se la si coniuga in termini di giustizia
sociale, giustizia economica e giustizia ambientale. Condividiamo e raccogliamo l’invito a credere che la
speranza sia racchiusa nei gesti quotidiani di ognuno di noi.
Riconoscimenti speciali:
➢Premio Stella della Mole green, istituito dal Museo Nazionale del Cinema in occasione
del Festival CinemAmbiente, per un artista che attraverso il linguaggio cinematografico
declini nella sua opera temi legati all’ambiente e alla natura, assegnato a Victor
Kossakovsky.

➢ Premio Ciak verde, istituito dal Festival e da SMAT, per una figura del mondo del
cinema e dello spettacolo italiano impegnata nella difesa dell’ambiente che metta a
disposizione la propria immagine e capacità comunicativa per sensibilizzare il pubblico
sulla gravità dell’attuale crisi ambientale, assegnato a Andrea Pennacchi.
➢ Premio letterario Le Ghiande di Cinemambiente, istituito dal Festival, conferito ad
autrici o ad autori che abbiano fatto dell’ecologia in senso ampio un elemento essenziale
della propria produzione, o abbiano espresso nel proprio percorso artistico un rapporto
profondo e originale con l’ambiente, il paesaggio e la natura, assegnato a Claudio Morandini
con la seguente motivazione:
Nei suoi romanzi, che spaziano dal gotico al giallo, l’ambiente non è uno sfondo, ma un personaggio a tutto
tondo. È presenza perturbante con una volontà tutta sua che si mescola e intralcia e scompagina le
intenzioni degli umani. Sono pietre che si moltiplicano nel salotto di casa e ghiacci che rivelano tracce di
delitti, animali sornioni, oggetti animati e paesaggi inquieti. In mezzo, noi: esseri umani spiazzati da nuove
e strane intimità. È questa frizione l’immagine più adatta a descrivere l’Antropocene, l’epoca geologica che
porta il nostro nome, ma che marca il passaggio dall’illusione della centralità umana allo spaesamento di
fronte a un pianeta che sbatte la coda e si riprende la scena. Morandini ha fatto parlare umani e non umani,
mettendoli a confronto e spesso in conflitto, in situazioni familiari eppure imprevedibili, e sempre con
un’ironia, una leggerezza e un’originalità rare nell’orizzonte italiano.
SINOSSI E BIOGRAFIE DEI PREMIATI
Lynx Man di Juha Suonpää (Finlandia/Estonia 2023, 80’52”)
Barba folta e sguardo indagatore, il pensionato finlandese Hannu si è esiliato dalla società civile e vive
nei boschi a stretto contatto con la natura e gli animali. In particolare, attraverso l’installazione di
videocamere a circuito chiuso, Hannu è riuscito a creare un sistema di monitoraggio della vita delle sue
amate linci, il cui habitat rischia di essere compromesso dall’attività antropica. Attraverso l’alternanza
di riprese dal vivo a colori e immagini di sorveglianza in bianco e nero, il racconto si trasforma quasi in
un viaggio ipnotico dai forti connotati onirici mentre i pensieri di Hannu, esposti davanti alla macchina
da presa, testimoniano la necessità di ritrovare quell’armonia tra uomo e natura che sembra ormai
irrimediabilmente perduta.
Juha Suonpää, fotografo e regista finlandese, è professore a contratto di Fotografia artistica, ambientale, naturalistica
e di cultura visuale presso l’Università di Scienze applicate di Tampere. Le sue opere fotografiche, accompagnate in gran
parte da pubblicazioni monografiche, sono conosciute a livello internazionale. Dopo Vuores (2000), nel 2013 realizza il
lungometraggio documentario Wolfman, la storia di un uomo che vive a stretto contatto con i lupi.

Zug Island di Nicolas Lachapelle Plamondon (Canada 2022, 22’)
Dal complesso produttivo di Zug Island, situato al confine tra Usa e Canada, proviene un misterioso
ronzio conosciuto come “Windsor Hum”. Alla ricerca della fonte di questa strana emissione acustica,
un tecnico del suono si mette in viaggio e incontra diverse persone costrette a fare i conti con decenni
d’incontrollata devastazione industriale. Un’indagine sul tema dell’ecocidio perpetrato in epoca di
capitalismo selvaggio e condotta con un linguaggio che coniuga quello del cinema-verità, del
documentario investigativo e del saggio poetico.
Nicolas Lachapelle Plamondon, regista, sceneggiatore e direttore della fotografia canadese, studia cinema a Montreal.
Inizia la sua carriera con documentari che esplorano la relazione fisica e metafisica fra la popolazione e i paesaggi del
Québec, tra i quali spicca Lights above Water del 2016. Nel 2021 realizza il premiato audiodocumentario Par-delà la
138, registrazione di un’escursione nella natura selvaggia del Lower North Shore.
Le Système Total, anatomie d’une multinationale de l’énergie di Jean-Robert Viallet (Francia
2022, 92’)
Nel 2021 la TOTAL, una delle cinque maggiori compagnie petrolifere del mondo, cambia il suo
nome in TotalEnergies e annuncia un nuovo progetto imprenditoriale orientato verso la
transizione energetica, suscitando così una diffusa perplessità. Numerose interviste a scienziati e
ricercatori dimostrano, tuttavia, la scarsa attendibilità di questo cambiamento, come manifestano
anche le attività che il colosso industriale svolge in diverse parti del mondo come il Texas, l’Uganda
o il Golfo del Messico. Inoltre, a fungere da contrappunto alle opinioni di esperti e analisti c’è
l’attività di uomini e donne che si battono contro le menzogne della multinazionale e a favore dei
diritti dei cittadini e della protezione dell’ambiente: uno sforzo che sembra sempre più
assomigliare a un aggiornamento della lotta tra Davide e Golia.
Jean-Robert Viallet, regista e giornalista francese, esplora temi di rilevanza politica e sociale come povertà,
immigrazione, traffico d’armi e problemi ambientali. Nel 2010 vince il premio Albert Londres per la serie documentaria
La Mise à mort du travail. Tra i suoi film ricordiamo Breakpoint. A Counter-history of Progress (2018), in concorso al 22°
CinemAmbiente, L’Homme a mangé la terre (2019), sulla dissipazione delle risorse naturali, e Des Hommes (2019),
sull’istituzione carceraria.
Alexander e Nicole Gratovsky, antropologi, ricercatori, registi e sceneggiatori russi, sono i fondatori
del centro internazionale Dolphin Embassy e di White Hole – Institute of Curiosities. Ideatori, inoltre,
di NOW Assembly, iniziativa finalizzata al confronto su temi, idee e scoperte riguardanti l’umanità nel
suo insieme, sono autori di diversi libri sull’interazione uomo-delfino e su programmi trasformativi
riguardanti il rapporto uomo-natura. Nel 2014 realizzano il documentario My Pilot, Whale (2014),
seguito da Intraterrestrial. A Fleeting Contact (2017) e Revelation of Jonah (2020) entrambi presentati
rispettivamente alla 20^ e 23^ edizione di CinemAmbiente.
I, Beast di Nicole & Alexander Gratovsky (Georgia/Spagna 2023, 53’)
«Quando entri nel Labirinto, la Bestia appare al centro. Cambia ad ogni tuo agire. Al momento dell’incontro, le attribuisci
una parola, una definizione che lei incarnerà. Non esistono deviazioni nel Labirinto. Tutti si ritrovano al centro e
l’incontro con la Bestia è inevitabile, poiché è lei la somma del Sentiero e del Guardiano della Porta. Tutti cercano di
trovare l’uscita dal Labirinto, ma per farlo bisogna superare la Bestia».
La storia eterna di Teseo e del Minotauro, dell’Uomo e della Bestia. Suggestivo film-parabola in cui persone provenienti
da venti Paesi diversi sono invitate a costruire e percorrere il Labirinto, lo strumento più antico per comprendere il
percorso della vita, al centro del quale ognuno di noi attende l’inevitabile incontro e la conseguente scelta tra il Bene e
il Male.

Breaking Social di Fredrik Gertten (Cile/Svezia 2023, 93’)
Un’indagine che analizza i modelli della cosiddetta plutocrazia globale fondata sull’estrattivismo,
ovvero l’accaparramento indiscriminato delle risorse naturali che causa danni irreversibili
all’ecosistema, e sui profitti accumulati spesso illegalmente e protetti tra le mura invalicabili dei
paradisi fiscali. L’affilato sguardo di alcuni giornalisti investigativi mostra come un piccolo nucleo di
plutocrati abbia preso il controllo del mondo, demolendo i principi su cui si basa il contratto sociale.
Malgrado ciò il documentario travalica il mero cinismo o le derive pessimiste, raccontando anche come
la rabbia e la frustrazione, dinanzi a un’evidente ingiustizia, possano essere incanalate per realizzare
un vero cambiamento e cercare di dare vita a una società autenticamente migliore.
Fredrik Gertten, regista pluripremiato, sceneggiatore e produttore svedese. Molti dei suoi lavori sviluppano temi locali
in questioni di risonanza globale. Ricordiamo Bananas!* (2009), Big Boys Gone Bananas!* (2011), Bikes vs Cars (2015),
vincitore del concorso internazionale del 18° CinemAmbiente, Push (2019). Fondatore della casa di produzione WG
Films, nel 2017 viene insignito di una onorificenza da parte della Facoltà di Cultura e Spettacolo dell’Università di Malmö.
Victor Kossakovsky (San Pietroburgo, 1961) nel 1978 inizia a lavorare agli Studi del Documentario di
Leningrado come assistente alla regia e montatore per poi diplomarsi ai Corsi Superiori di Regia e
Sceneggiatura di Mosca. Conquista l’attenzione della critica internazionale con Belovy (1994) seguito
da Pavel e Lyalya (1999), Tishe! (2003) e Svyato (2005). Nel tempo sviluppa un peculiare sguardo sulla
contemporaneità e la sua relazione con la natura, ben espresso nei film ¡Vivan las antipodas! (2011),
Aquarela (2018) e Gunda, tutti presentati e pluripremiati nei principali festival internazionali.
Andrea Pennacchi (Padova, 1969), attore di teatro di grande carisma, al cinema ha iniziato recitando
la parte di Sandro in Io sono Li di Andrea Segre. Per Carlo Mazzacurati ha recitato ne La sedia della
felicità. Altre sue apparizioni sono in Leoni, Suburra e Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini. Per
la televisione, oltre ad essere stato il Ragionier Galli ne Il paradiso delle signore, ha lavorato in L’Oriana,
Grand Hotel, Non Uccidere 2, Don Matteo, A un passo dal Cielo e, nel ruolo di protagonista, in Pluto, di
Renzo Carbonera. È al fianco di Paola Cortellesi nella serie Sky “Petra”. Il venerdì è ospite fisso del
programma Propaganda live, su La7, che ha reso celebre il suo personaggio “Il Pojana”.
Claudio Morandini è nato ad Aosta nel 1960. Dal 2006, dopo anni di radiocommedie, si dedica al
romanzo (da ricordare, tra i primi titoli, Le larve, 2008; Rapsodia su un solo tema, 2010) e ai racconti,
ospitati su numerose riviste e in antologie. Ha scritto letteratura per ragazzi (Le maschere di Pocacosa,
2018), ha raccontato insolite storie di montagna (Neve, cane, piede, premio Procida – Isola di Arturo –
Elsa Morante 2016; Le pietre, 2017; Gli oscillanti, 2019), ha esplorato i confini tra reale e fantastico e
sperimentato il connubio tra forme e generi differenti (A gran giornate, 2012; Catalogo dei silenzi e
delle attese, 2022). I suoi libri sono tradotti in diverse lingue.

Su Fb: “No al taglio degli alberi di corso Belgio”

Su Facebook è attivo un gruppo che si oppone al taglio degli alberi di corso Belgio a Torino nell’ambito del progetto comunale di rinnovo urbanistico dell’area. Il gruppo – “Salviamo gli alberi di corso Belgio – Salviamo gli alberi di Torino” – sostiene che sia sbagliato tagliare ben 248 alberi sani senza aver adeguatamente coinvolto nella scelta i residenti.

Nanni Moretti debutta a teatro con un dittico di Natalia Ginzburg

Presentata la stagione 2023/2024 del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

Al termine del suo doppio mandato di presidenza (la scadenza è nell’autunno), per Lamberto Vallarino Gancia è tempo di fare un bilancio degli otto anni trascorsi alla guida dello Stabile torinese. Quando mi sono insediato, nel 2015, lo Stabile era appena stato riconosciuto Teatro Nazionale. Si trattava quindi di consolidare la posizione di leadership nel ranking ministeriale, migliorando ulteriormente la nostra competitività e il nostro posizionamento. Grazie all’impegno e alla professionalità di tutto lo staff, nel corso di questi anni la produttività e gli artisti scritturati sono aumentati del 50%, la valutazione artistica è cresciuta sensibilmente, il pubblico in sede e in tournée ha superato le 200.000 presenze e di conseguenza il contributo ministeriale del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal vivo, già FUS, è passato da 2,6 a 3,5 milioni di euro: un risultato importante, raggiunto in modo progressivo ma costante, che riconosce il lavoro di grande qualità dei nostri artisti, l’eccellente capacità produttiva della struttura, l’efficienza gestionale e organizzativa della direzione. Nel corso del 2022 lo Stabile ha raggiunto i massimi storici per recite prodotte, alzate di sipario, ricavi delle vendite e delle prestazioni e premi della critica, mentre le graduatorie ministeriali recentemente pubblicate confermano il primo posto tra i Teatri Nazionali e i festival di danza, sia per punteggio artistico che per contributo; infine, la stagione che sta finendo farà registrare i più alti incassi al botteghino di sempre, ossia quasi 2,4 milioni di euro. Risultati rilevanti, dei quali vado molto fiero.”

Numeri di cui andare giustamente orgogliosi, l’affermazione sacrosanta di un forte lavoro di squadra, i risultanti allineati giorno dopo giorno che stanno lì a dire tante cose. Si fanno umidi gli occhi del direttore Filippo Fonsatti e la voce s’interrompe: “Ci mancherai Lamberto. Abbiamo lavorato insieme e benissimo, un medesimo ufficio, le nostre due scrivanie l’una di fronte all’altra, a comunicarci progetti e impressioni, a confrontarci in ogni momento.” La giornata sembrerebbe prendere i sentieri larmoyant degli addii, guai se non arrivasse l’umorismo del direttore artistico Valerio Binasco a stemperare quell’attimo che molto raramente siamo abituati a incrociare in una conferenza stampa di presentazione di una stagione: “Filippo, se mai ti metterai a piangere quando me ne andrò io, giuro che vengo lì e ti prendo a calci in culo!” E la sala del Gobetti cambia improvvisamente tono, si riempie di risate, in attesa dei titoli.

In una stagione in cui si riflettono filosoficamente con il titolo “Lo spazio del tempo” le teorie bergsoniane (“e il claim della prossima stagione si può leggere come un invito a prendersi del tempo per la cura di sé, per coltivare gli interessi, le passioni, le relazioni”, spiega Fonsatti), che allinea 73 titoli programmati in sede e in tournée, tra cui 24 produzione e coproduzioni, 12 debutti in prima nazionale, 34 ospitalità e 15 spettacoli per TorinoDanza Festival, l’inaugurazione del 9 ottobre vedrà la sfida del primo appuntamento teatrale di Nanni Moretti con due atti unici di Natalia Ginzburg, “Fragola e panna” (datato 1966) e “Dialogo” (del ’70), racchiusi entro il titolo “Diari d’amore”, ferrea decisione d’affidarli ai meccanismi ben oliati del TST. Un evento d’eccezione, un colpaccio messo in piedi da una manciata tra i maggiori Teatri Nazionali dello stivale e un buon gruppo di vicini francesi, non ultimo il TNP Théâtre National Populaire de Villeurbanne, che per il Nanni vedono e stravedono

Ancora Fonsatti: “Per favorire questa esperienza abbiamo lavorato ad una proposta artistica plurale e dialettica in cui si intrecciano i temi universali delle tragedie di Eschilo, Sofocle e Euripide con riletture shakespeariane mai scontate, si infonde vivezza nei capolavori del repertorio di Pirandello, Čechov, Goldoni e Gogol’ che indagano la varia umanità, si celebrano i centenari di Italo Calvino e Giovanni Testori, si fanno convivere scrittori culturalmente distanti come Pietrangelo Buttafuoco e Nicola Lagioia, si affrontano nei testi contemporanei temi cruciali del presente come l’ambiente, le guerre, le questioni di genere, i conflitti familiari e generazionali, si alimenta la memoria storica per tramandarla alle giovani generazioni, si rilegge criticamente il Novecento della Ginzburg, di Lorca e di Genet.” Se ci si addentra tra produzioni e coproduzioni, uno sforzo e una ricchezza inusuali, citiamo tra le altre “La ragazza sul divano” con cui Binasco, regista e interprete, torna al suo grande amore teatrale che è il norvegese Jan Fosse, con lui Pamela Villoresi, Giovanna Mezzogiorno, Giordana Faggiano e Michele Di Mauro. Il regista associato Filippo Dini, fresco del successone meritatissimo di “Agosto a Osage County” (lo porterà in tournée per cinque mesi), guiderà i giovani diplomati della Scuola del Teatro Stabile di Torino all’interno della più grande storia d’amore di tutti i tempi, “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, in coppia con “After Juliet” scritto dalla drammaturga scozzese Sharman Macdonald, ovvero cosa accade a Montecchi e Capuleti dopo la tragica morte dei due giovani innamorati. I due registi associati, Kriszta Székely e Leonardo Lidi, porteranno rispettivamente “Otello” – dopo aver perlustrato quest’anno la crudeltà di “Riccardo III” – e “Medea” da Euripide, altra prova immensa per Orietta Notari, “Zio Vanja” come secondo capitolo del progetto cecoviano e “L’istruttoria” di Peter Weiss, nel prossimo gennaiio al Gobetti in occasione della Giornata della Memoria, con gli Allievi della Scuola per Attori del TST.

E ancora. Stéphane Braunschweig, direttore dell’Odéon parigino e tra i principali registi della scena teatrale contemporanea, ha scelto Torino e lo Stabile torinese per la sua prima regia italiana, “La vita che ti diedi”, scritto nel 1923 per la Duse, guardando ancora una volta al mondo di Pirandello (all’attivo numera le regie dei “Giganti”, dei “Personaggi”, di “Come tu mi vuoi” e di “Vestire gli ignudi”); Gabriele Vacis propone con Marco Paolini “Vaionts23” e “Trilogia della guerra” riunendo “Prometeo”, “Sette a Tebe” e Antigone e i suoi fratelli” da Eschilo e Sofocle. E ancora: Jurij Ferrini con “Il panico” di Rafael Spregelburd, Giulia Odetto con Womderland” da Lewis Carroll, il ritorno a casa di Alessandro Serra con “La tempesta”, ancora Shakespeare, dopo due anni di repliche, Leo Muscato che dirigerà Rocco Papaleo nell’”Ispettore generale” di Gogol, Lluis Pasqual proporrà “Nozze di sangue” di Lorca con Lina Sastri e Valter Malosti “Antonio e Cleopatra”, Arturo Brachetti e Matthias Martelli renderanno omaggio al mitico Buscaglione con “Fred!” e Franco Branciaroli sarà l’interprete del “Caso Kaufmann” scritto da Giovanni Grasso.

Tra gli ospiti, “Anna Karenina” di Tolstoj con Galatea Ranzi, Gabriele Lavia con il goldoniano “Curioso accidente”, “Uomo e galantuomo” di Eduardo con i Gleijeses padre e figlio, Silvio Orlando, Francesco Di Leva fresco di David di Donatello per “Nostalgia” di Martone alle prese con “Muhammad Ali”, “Anna dei miracoli” di Gibson con Mascia Musy e “Ferdinando” di Annibale Ruccello, “La signora del martedì” con Giuliana De Sio e Alessandro Haber per la regia di Pierpaolo Sepe, “La Maria Brasca” indimenticabile titolo di Testori diretto da Andrée Ruth Shammah, Emma Dante con “Il tango delle capinere” e i Marcido Marcjdoris (da vedere, non fatevelo scappare, dal 30 aprile al Gobetti) con “David Copperfield Sketch Comedy”, un “carosello dickensiano” capitanato dalla regia di Marco Isidori e dalle scenografie di Daniela Dal Cin, con Paolo Oricco e Maria Luisa Abate.

Elio Rabbione

Nelle immagini: l’immagine guida della stagione; Nanni Moretti curerà la regia di due atti unici di Natalia Ginzburg; una scena di “La Maria Brasca” di Giovanni Testori; Giuliana De Sio e Alessandro Haber interpreti di “La signora del martedì”; Orietta Notari sarà l’interprete di “Medea” da Euripide per la regia di Leonardo Lidi.