ilTorinese

Settore Auto, Giachino: “Ciò che va bene a Giorgia va bene al Paese”

Ciò che va bene a Giorgia va bene al Paese. Sul settore auto l’ambiente è strano, molti interlocutori a partire dai sindacati sono spiazzati 
Per anni hanno fatto accordi per la riduzione del personale pensando che con la diminuzione del costo del lavoro gli stabilimenti italiani a partire da Mirafiori diventassero più competitivi . Poi l’accordo della fabbrica che rigenerava anche se non entusiasmava nessuno. Ora la doccia fredda di Tavarez , senza incentivi le fabbriche italiane sono a rischio.  Allora come mai nessuno protesto’ , salvo il solito Mino GIACHINO , quando nell’ultima legge finanziaria di Draghi non c’era un euro per il settore auto . Per fortuna che dalla mia protesta accolta da alcuni parlamentari, da Airaudo e soprattutto da Molinari che trasformò in Mozione la mia dichiarazione si arrivò al fondo di Giorgetti di  8,7 miliardi in otto annualità. Gli incentivi hanno tenuto su il mercato e il lavoro negli ultimi due anni , ovviamente favorendo le auto più competitive . Il piano di Urso è del nuovo Governo Meloni di puntare a riportare la produzione di 1 milione di auto in Italia ha spiazzato molti che fin lì avevano chiesto a Stellantis molto di meno.  Ora qualcuno parla di schermaglie tra la Meloni e Tavarez senza capire che gli italiani, compreso  i sindacati e i partiti, dovrebbero tifare tutti per la Meloni perché Giorgia è Urso difendono l’interesse nazionale.  La famosa frase dell’Avvocato Agnelli : “ciò che va bene per la Fiat va bene per l’Italia” forse è stata dimenticata dagli eredi ma non da chi sa bene che la crescita della economia e del lavoro è la prima necessità per un Paese che non da oggi ha il terzo Debito pubblico del mondo.  E allora facciamo tutti il tifo per Giorgia e Urso che in questo momento difendendo il settore auto italiano difendono tanto lavoro, tante aziende ma anche un patrimonio industriale ancora molto importante e che deve essere in grado di rinnovarsi per essere leader nella mobilità del futuro, anche se questo volesse dire l’arrivo a Torino di un produttore estero. Torino e l’Italia che debbono molto a Cavour, ai Savoia dell’800 e al settore auto tifino il più possibile per Giorgia .
 
Mino GIACHINO 
Responsabile piemontese trasporti e logistica FDI

Libri per San Valentino: “Quello che il cuore non vuole sentire”

La storia di un amore vero, puro, commovente nel primo romanzo di Alberto Mossotto

Tutti abbiamo desideri nascosti, tutti abbiamo avuto paura o sofferto per qualcosa, tutti desideriamo essere felici. Max era presuntuoso, orgoglioso, a volte anche arrogante. Voleva e pensava di avere sempre tutto sotto controllo, almeno sino al momento in cui la vita si mise di traverso. L’universo disse basta, il cuore uscì prorompente a dire la sua, spazzò via la ragione, il controllo, tutto”.

Quello che il cuore non vuole sentire, romanzo di esordio di Alberto Mossotto, è la storia di un cuore in viaggio, la storia di come Max – il protagonista – ha imparato, inconsapevolmente, ad ascoltare il suo cuore, a trasformare le energie, le occasioni, le emozioni in opportunità, in scelte, in tasselli invisibili, creando un filo conduttore che lo ha portato a essere quello che è ora e a intraprendere questo viaggio di rinascita fuori e dentro di lui….

Il romanzo di esordio di Alberto Mossotto, in parte autobiografico è, come rivela l’autore, un viaggio. La scrittura una medicina, una via terapeutica alla ricerca di sé, dei valori autentici della vita oltre che del giusto rapporto con le persone che ci circondano.

Mi sono sempre dedicato anima e corpo al lavoro – racconta Mossotto -, per 25 anni non ho mai mollato un attimo. Passione ed emozioni, queste le due parole che mi hanno sempre contraddistinto. La curiosità, la creatività e ovviamente anche l’ambizione mi hanno sempre guidato. Un percorso lavorativo incredibilmente bello che mi ha dato l’opportunità di crescere ed imparare. Ero felice. Poi tutto è cambiato, sono approdato a situazioni diverse, ove le persone e le passioni non erano più importanti, contava solo ed esclusivamente il fatturato a tutti i costi e con ogni mezzo”.

Questo cambio di prospettiva accende in Alberto Mossotto, alias Max, domande che trovano una chiara risposta, la strada della scrittura. “Mi sono chiesto – prosegue l’autore – cosa mi avrebbe restituito la felicità. Scrivere è stata la risposta. Nella mia vita ho scritto migliaia di post, di articoli, di interviste, blog…ma non avevo mai pensato a scrivere un libro. Ad agosto mi sono immerso anima e cuore nella stesura di un libro, e sottolineo stesura, non scrittura, o forse anche meglio ‘emozioni su carta’. È stata la cosa più bella ed emozionante che abbia mai fatto. Una bolla, un mondo mio, un magico e strepitoso esperimento. Scrivevo tutto il giorno, spesso anche la sera, ed ero felice, spesso mi scendevano le lacrime…”.

Nel leggere questo libro, molti lettori troveranno similitudini con l’esperienza di Alberto, perché come conclude l’autore: “Questa esperienza mi ha fatto riflettere molto su quanto non pensiamo a ciò che ci rende davvero felici, presi come siamo dal lavoro, lasciamo da parte noi stessi, i nostri desideri, le nostre passioni, la nostra felicità che difficilmente troveremo se non ci chiediamo cosa davvero ci rende felici!”.

Alberto Mossotto nasce a Torino nel 1971. Papà di Bianca, il suo grande amore, la sua amica, la sua confidente. Studia Psicologia ma abbandona poco prima del traguardo. Una brillante carriera nel settore Commerciale e Marketing, ma da sempre alla ricerca di ciò che lo rende felice.

Quello che il cuore non vuole sentire Casa editrice Youcanprint

Su Amazon https://amzn.to/3Sq3gF0 18,90 cartaceo – 8,99 versione eBook

di Alessandro Sartore

Museo Lavazza, nuova stagione al via con “il mondo alla rovescia”

Il Museo Lavazza, il museo d’impresa tra i più innovativi d’Italia, si trova all’interno del complesso di Nuvola Lavazza, Headquarters del Gruppo e permette ai visitatori d’intraprendere un viaggio sensoriale ed emotivo nella cultura globale del caffè, intrecciando il racconto della storia della famiglia Lavazza, giunta alla quarta generazione, con la storia industriale italiana del XX secolo.

Una tazzina di caffè interattiva, un ricco impianto multimediale e testi evocativi, accompagnano i visitatori nelle 5 sale del Museo, Casa Lavazza, La Fabbrica, La piazza, L’atelier e Universo, permettendo una fruizione personalizzata e immersiva per vivere una coffee experience davvero unica. Tutti i percorsi si concludono nell’area Testing in cui i Coffelier del Museo Lavazza prepareranno specialità di coffee design, incluse nel percorso museale.

Riparte a pieno ritmo l’attività del Museo Lavazza con un calendario 2024 ricco di eventi.

Il Museo Lavazza oltre al consueto calendario appuntamenti fatto di visite guidate a partenza fissa nei week end, le Domeniche in famiglia, con i laboratori dedicati alle bambine e i bambini, le Domeniche in Aurora, con visite dedicata alla scoperta dell’area Archeologica e del quartiere, e le visite guidate in lingua inglese, per i turisti internazionali, oltre a tutto ciò il Museo organizza anche degli eventi speciali.

Il 13 febbraio, Il Mondo alla Rovescia, è l’appuntamento del martedi grasso del Museo Lavazza.

Per realizzare questo laboratorio si son fatti ispirare dalla tradizione classica del Carnevale, quella del “sovvertimento” prima di un periodo di austerità Si è deciso quindi  di realizzare un laboratorio in cui viene sovvertito l’ordine naturale delle visite al Museo Lavazza, tra assaggi al buio, aromi di caffè ed esperienze tattili, il museo diventa un luogo da esplorare e da leggere in maniera nuova e inedita.

I biglietti sono acquistabili su https://www.ticketlandia.com/m/event/ilmondoallarovescia

Morto sul lavoro. Paolo Capone, UGL: “tragedia che doveva essere evitata”



“In un cantiere edile di Rivoli, nel Torinese, un operaio di 65 anni ha perso la vita-in base alla ricostruzioni-in seguito a una terribile caduta. Siamo in presenza di una tragedia inaccettabile di fronte alla quale non è possibile restare inermi. A nome dell’UGL esprimo il cordoglio ai familiari della vittima e auspico che le Forze dell’Ordine e gli uomini dell’ispettorato per la sicurezza sui luoghi di lavoro, facciano piena luce sulle cause di tale incidente. Questo ennesimo dramma sul lavoro ci ricorda quanto sia importante la prevenzione. Ribadiamo, pertanto, l’importanza di puntare sulla diffusione di una cultura della sicurezza sul lavoro. In proposito, crediamo che iniziare fin dalla scuola un percorso di formazione volto a una maggiore comprensione dei rischi possa salvare molte vite. Per invertire la drammatica tendenza ormai giornaliera delle cosiddette morti bianche, chiediamo inoltre al Governo di continuare a investire sul sistema dei controlli, implementando l’organico degli enti ispettivi e rafforzando le sanzioni a carico di chi non rispetta le norme di sicurezza”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale UGL in merito all’incidente mortale sul lavoro avvenuto in provincia di Torino.

Qualità dell’aria, livello 1 (arancio) confermato fino a mercoledì 7 febbraio

 

Confermato fino a mercoledì 7 febbraio compreso (prossimo giorno di controllo) il livello 1 (arancio) delle limitazioni emergenziali.

I dati previsionali forniti  da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

Il Consiglio regionale ricorda Ezio Enrietti

“Uomo di grande rispetto e dalla grande visione imprenditoriale, chi lo ha conosciuto ha potuto apprezzarne la dedizione e l’impegno con cui ha ricoperto gli incarichi istituzionali in momenti rilevanti della vita amministrativa e dell’attività consigliare della nostra Regione”.

Così il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, ha ricordato la figura di Ezio Enrietti, nel corso della commemorazione che si è svolta nell’Aula di Palazzo Lascaris.

“Scomparso il 9 aprile 2020, all’età di 84 anni” – ha proseguito Allasia – è stato assessore alla Sanità, consigliere regionale nella seconda legislatura e presidente della Giunta regionale nella terza legislatura. Nato a Caselle Torinese il 3 maggio 1936, geometra e imprenditore edile, è stato segretario provinciale del Psi torinese”.

Nel 1975 è stato eletto per la prima volta consigliere regionale, nella circoscrizione di Torino, nella lista del Partito socialista italiano, ed è stato assessore alla Sanità e componente della commissione Sanità, Igiene e Sicurezza sociale.

Rieletto nel 1980, è stato presidente della Giunta regionale dal 28 luglio 1980 al 9 marzo 1983.

Promettente calciatore, ha militato nei ranghi della formazione giovanile del Grande Torino, prima di essere dirottato nel calcio semiprofessionistico di squadre come l’allora blasonato Casale.

Negli ultimi anni Ezio Enrietti si è avvicinato molto alla vita sociale e associazionistica casellese.

Con il Consiglio regionale del Piemonte ha sempre mantenuto uno stretto rapporto, partecipando attivamente alle iniziative dell’Associazione fra consiglieri regionali già facenti parte del Consiglio.

A nome dell’Assemblea e prima di chiedere un minuto di raccoglimento, il presidente ha rinnovato le più sentite condoglianze alla moglie Maria Grazia e ai figli Giuseppe e Sara.

Operaio sulla gru muore cadendo da 30 metri

Tragico incidente sul lavoro nel  Torinese.

Un  operaio originario del Bellunese, è morto  in via Battisti a Rivoli.  Si tratta di Giovanni Corona,  66 anni, dipendente di un’azienda di gru.

E’ caduto da un’altezza di 27 metri. A nulla sono valsi i soccorsi.

(foto archivio)

Tifoso schiaffeggia giovane arbitro

Al termine della partita del campionato regionale Under 14 tra le squadre di Gozzano e Baveno, nell’impianto sportivo di Gargallo, un tifoso dei rossoblu ha dato uno schiaffo al direttore di gara, minorenne anche lui (15 anni) come i calciatori. L’arbitro ha chiesto  l’intervento dei carabinieri e al Pronto Soccorso gli è stata riscontrata una contusione alla zona mandibolare guaribile in cinque giorni.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Barriera di Milano: criminalità, esercito e polizia. “La sicurezza passa dalla coesione sociale”

Uno dei temi caldi del dibattito politico torinese, la questione della sicurezza nel quartiere Barriera di Milano,  è stata affrontata in Consiglio Comunale in occasione della discussione di un’interpellanza generale (primo firmatario: Silvio Viale – +Europa & Radicali Italiani), presentata per sapere quali siano le modalità della presenza dell’Esercito, la collaborazione con il Corpo di Polizia Municipale e le prospettive future per la città.

LA DISCUSSIONE IN SALA ROSSA

L’assessora Gianna Pentenero ha precisato che in più occasioni il sindaco Stefano Lo Russo ha chiesto al ministro Piantedosi – ad esempio durante la riunione in Prefettura dello scorso 29 novembre – una maggiore attenzione alla sicurezza in alcune aree della nostra città, non solo a Barriera di Milano.

L’intervento a Barriera di Milano – ha spiegato l’assessora – fa parte del progetto “Strade Sicure”, che dal 2008 prevede il coinvolgimento dell’Esercito Italiano a supporto – mai in sostituzione – delle forze dell’ordine in alcuni luoghi sensibili della città (a Torino, sono 8, ha detto). È un’attività programmata nell’ambito delle riunioni del Cosp che si tengono ogni settimana in Prefettura – ha precisato.

Ha quindi annunciato che il prossimo 14 febbraio ci sarà un incontro con i commercianti di piazza Foroni per fare il punto sulla situazione.

Nel dibattito in aula, il consigliere Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani) ha detto di avere scoperto solo ora che il presidio di piazza Foroni viene replicato in altre zone della città, nei cosiddetti “punti sensibili”, che vorrebbe conoscere. L’Esercito in Barriera, per il consigliere, è utile dal punto di vista mediatico, ma rimane una soluzione spot. Può servire nei punti sensibili della città – ha dichiarato – ma una camionetta e quattro militari nei mercati non sono una soluzione adeguata nel lungo termine, ha concluso, non condividendo l’entusiasmo di chi crede sia la soluzione migliore.

Per Giuseppe Catizone (Lega), l’Esercito è un buon punto di partenza, è un primo passo. Dichiarando la propria soddisfazione, ha chiarito che, per lui, i militari potrebbero stare in ogni angolo della città: non è militarizzazione, ma presidio del territorio. Servono però – ha ribadito – interventi strutturali da parte dell’Amministrazione, per riqualificare il territorio, con maggiore attenzione e più interventi da parte del Comune per quelle che sono le sue competenze. Non possono certo bastare i militari – ha concluso.

Nadia Conticelli (PD) ha auspicato che la presenza dei militari si trasformi presto in presenza delle forze dell’ordine, confidando nella normalizzazione di quel quartiere. Che in Barriera non ci sia sicurezza – ha evidenziato – è un luogo comune abusato, mentre serve restituire un’immagine di normalità. Per questo, secondo la capogruppo, la presenza dell’Esercito deve essere solo temporanea: Barriera di Milano non può essere una prigione a cielo aperto, serve riappropriarsi del territorio. Devono riaprire i negozi – ha aggiunto – e gli abitanti devono viverci in condizioni adeguate, anche dal punto di vista economico. E servono – ha spiegato – azioni di riqualificazione per il commercio di prossimità e attività culturali dei e per i giovani, ridando opportunità d’incontro tra fasce sociali e d’età diverse.

Andrea Russi (M5S) ha valutato positivamente la presenza dell’Esercito nelle nostre strade, a valle di un protocollo per la sicurezza integrata siglato nel 2019, ma deve essere un tassello di un’iniziativa più vasta. Servono – ha sostenuto, augurandosi un ritorno alla normalità – iniziative educative di aiuto per anziani e giovani, educativa di strada e azioni di controllo: altrimenti, si spostano solo i problemi.

Il problema è cresciuto negli ultimi 20 anni e ci sono grosse responsabilità politiche – ha denunciato Fabrizio Ricca (Lega) – ma ora finalmente con il nuovo Governo c’è stato un cambio di passo. Ringrazio il ministro Piantedosi – ha dichiarato – che nei prossimi tre anni invierà ulteriori 240 agenti di forze dell’ordine e 50 militari a Torino.

Anche noi abbiamo a cuore i problemi di sicurezza – ha affermato Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) – ma i reati sono in calo e le questioni vanno affrontate con serietà. Le responsabilità – ha spiegato – sono di chi gestisce i flussi migratori, creando povertà e discriminazione, e criminalizza tutte le droghe. L’esercito – ha concluso – non è la soluzione.

Simone Fissolo (Moderati) ha ricordato che il Governo Conte 2 ha riconfermato l’operazione Strade Sicure per ripristinare la legalità e “i Moderati non sono contrari” – ha detto, anche se – ha aggiunto – l’Esercito non è la soluzione, ma deve andare di pari passo con le politiche sociali.

La situazione della sicurezza a Torino rimane problematica in tanti quartieri, ad esempio ai Murazzi, secondo Pierlucio Firrao (Torino Bellissima), e servono prevenzione e sensibilizzazione, ma anche più forze dell’ordine.

La presenza dei militari a Barriera di Milano è una soluzione corretta, che sancisce il fallimento totale delle politiche migratorie – ha rimarcato Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia). I militari e le forze dell’ordine – ha aggiunto – sono sinonimo di sicurezza, di Stato, di una vita civile.

Per Domenico Garcea (Forza Italia) l’Esercito è una risposta concreta e tangibile del Governo a migliaia di sollecitazioni provenienti da Torino Nord, che va sostenuta da tutti i Gruppi consiliari, per promuovere la sicurezza e rendere la città più sicura e vivibile.

La presenza dei militari indica uno stato emergenziale – ha dichiarato Ferrante De Benedictis – ma serve a far sentire la presenza dello Stato e a presidiare il territorio.

Nella replica, l’assessora Gianna Pentenero ha ribadito che la sicurezza non è una questione di “appartenenza” o di “tifoseria”, ma è un “ragionamento complessivo”. Ha quindi spiegato che nel 2023 ci sono stati 102 servizi interforze (6 da inizio gennaio di quest’anno), progettati insieme alla Prefettura nel Cosp – Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.

La sicurezza – ha concluso l’assessora – non riguarda soltanto l’ordine pubblico, ma anche progetti di riqualificazione urbana, coesione sociale e interventi infrastrutturali, anche nei mercati, che la Città sta portando avanti. Serve anche maggiore presenza della sanità pubblica – ha aggiunto – per contrastare le dipendenze.

Torino, 5 febbraio 2024