Il sindaco Lo Russo messo all’angolo dalla sinistra più estrema della sua Giunta su Askatasuna. Dopo anni di occupazione illegale invece di chiedere lo sgombero dell’edificio cosa fa? Lo legalizza sotto forma grillina dei Beni Comuni. Complimenti Sindaco! Questa è una vergogna dalla Città, non possono essere ignorati i problemi di ordine pubblico creati dal centro sociale negli anni, gli atti vandalici e ogni forma di illegalità all’interno dell’edificio di corso Regina Margherita 47 e al di fuori nei vari cortei antifascisti come definiti da loro ma pieni di odio verso le Istituzioni e le persone.
Un Sindaco che tratta con persone che hanno fatto dell’illegalità il loro motto negli anni è inaccettabile.
Anche nel Consiglio della Circoscrizione 7 ieri è passata con i voti della sinistra una mozione dove si chiede di utilizzare il cortile e il giardino dell’ex Asilo occupato di Via Alessandria sempre con i Beni Comuni, come per Askatasuna. Tutto questo invece di avere per l’ex Asilo, sgomberato nel febbraio 2019 e rimasto chiuso da oramai 5 anni, una progettazione seria come chiedono i cittadini del territorio. I residenti vorrebbero un Centro incontro per poter trascorrere giornate in compagnia.
Definito “un bene comune” dal sindaco Lo Russo, il centro sociale di Corso Regina Margherita 47 si avvia verso una nuova vita nel segno del dialogo e della cultura. Tra i garanti, anche Max Casacci dei Subsonica.
Nonostante ci fosse chi ne auspicasse sgombero e chiusura, all’insegna della cosi detta “linea dura” il sindaco e l’amministrazione Lo Russo hanno approvato un piano per garantire al centro sociale uno spazio dove poter continuare dibattito politico ed eventi culturali. A farne da garante, tra gli altri, Max Casacci che sulla sua pagina Facebook scrive:
“La Città di Torino si oppone allo sgombero dell’Askatasuna: un atto coraggioso, per nulla scontato.
Questa mattina la Città di Torino ha presentato una delibera che avvia un processo di progettazione partecipata, consentendo di considerare lo spazio del Centro Sociale Askatasuna “bene comune” da mettere a disposizione della comunità locale in base a regole condivise.
Questo processo porta alla costituzione di un comitato promotore con il sostegno di personalità garanti, tra le quali figurerà anche il mio nome. Sarò quindi a disposizione dello spazio, insieme ad altri, per co-progettare momenti di cultura, aggregazione e libertà espressiva.
L’iniziativa, in completa controtendenza rispetto a richieste e pressioni conformi all’attuale clima politico nazionale, accoglie anche alcune forti sollecitazioni da parte mondo musicale, che si era espresso con una lettera aperta indirizzata alla Giunta.
Nel documento si invitava la Città a non allinearsi alle richieste di sgombero di uno spazio libero e alle politiche repressive messe in atto con l’insediamento del nuovo Governo.
Questa iniziativa rafforza e sottolinea il valore sociale e culturale di Askatasuna che trovandosi in Vanchiglia -uno dei borghi a più alta densità di creatività della città- potrà rappresentare sempre di più un presidio, un polo aggregativo per linguaggi sotterranei e culture giovanili molto attive in città, elevando il livello di un quartiere identificato troppo spesso con gli effetti del disagio della movida notturna.
Questa scelta coraggiosa, che innescherà innumerevoli attacchi politici a livello locale e nazionale, potrà essere motivo d’orgoglio per la Torino che si riconosce nel pluralismo, nella tolleranza e nella libertà di espressione e quindi anche di dissenso. Almeno per me e per molti musicisti che hanno sostenuto queste posizioni, lo sarà.”
Dialogo, non repressione. E che Torino sia di esempio anche in questo.
Lori Barozzino
(Foto Museo Torino)
“Ho interrogato, oggi, l’Assessore regionale alla sanità per capire, in modo chiaro e inequivocabile come si pensa di aumentare le risorse, sia quelle destinate alle attuali strutture sia quelle per garantire una maggiore copertura territoriale, al fine di far fronte al grave e urgente problema delle cure previste per un numero visibilmente elevato di persone affette dal morbo di Parkinson” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno.
“Secondo gli ultimi dati comunicati dalle Associazioni dei pazienti, a Torino e nella provincia circa 7mila persone sono affette dal Parkinson e ben 22mila in tutto il Piemonte”, prosegue l’esponente dem “Attualmente sono solo due in tutta la Regione i centri in grado di offrire un servizio di équipe per un ricovero in day hospital per la riabilitazione: il San Camillo di Torino e il Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese e molto spesso chi necessita di cicli di trattamenti è costretto a rivolgersi al privato o a recarsi in altre Regioni. I costi delle strutture sono aumentati in modo esponenziale: per un ciclo di sedute (che varia da 15 a 30) la spesa media si aggira tra i 2400 e i 4800 euro”.
“Bisogna poi considerare – aggiunge Diego Sarno – che, negli ultimi tempi, i malati di Parkinson sono aumentati e la patologia si è diffusa anche tra i più giovani: l’incidenza della malattia risulta in crescita e nel 10% dei casi il suo esordio avviene prima dei 40 anni”.
“Nella risposta, letta in aula, dall’Assessore Gabusi dal momento che l’Assessore Icardi era assente è stato confermato quanto sapevamo già: le risorse destinate sono totalmente insufficienti. Tra il 2018 e il 2023 l’aumento é di ben 943 tra prestazioni e ricoveri: facendo qualche semplice calcolo matematico, sono 46,36 euro i fondi destinati ad ogni servizio aggiunto. Vale così poco una persona per la Giunta Cirio? Se non si ha coscienza dei numeri reali come si fa a intervenire a livello economico in modo corretto? Se i malati sono aumentati come si può intervenire, mantenendo risorse pressoché invariate? Il vero tema è, da una parte, fare una rilevazione corretta, come avevo chiesto con un ordine del giorno respinto da questa maggioranza, sul numero dei malati; dall’altra aumentare i fondi con cognizione di causa. Ma questa Giunta ignora le necessità di pazienti e famiglie” conclude Sarno.
Il nuovo Direttore del Castello di Rivoli Francesco Manacorda, che ha assunto l’incarico a inizio anno, ha incontrato la stampa oggi, martedì 30 gennaio 2024, per presentare le linee guida del suo mandato e il Programma espositivo 2024.
Francesca Lavazza, Presidente del Museo, nel dare il benvenuto al nuovo Direttore, ha affermato “Con l’ingresso del nuovo Direttore Francesco Manacorda, il Castello di Rivoli riconferma la propria identità e prospettiva nel contesto artistico internazionale. Da quarant’anni, il Museo ha sviluppato una cultura dinamica che ha consolidato la propria posizione di spicco nell’ambito dell’arte contemporanea e dei suoi linguaggi. Questa istituzione ha contribuito a esplorare la complessità della nostra epoca, partendo dai movimenti creativi che qui si sono generati, e che da qui si sono diffusi. Il Castello di Rivoli è un punto di riferimento per un pubblico sempre più ampio, grazie all’apertura verso nuove iniziative progettuali, che sono certa Francesco Manacorda porterà avanti con entusiasmo, lungimiranza e competenza. Fin dalla sua fondazione nel 1984, il Museo ha anticipato tendenze e sperimentazioni, che hanno permesso di comprendere e interpretare il mondo in continua evoluzione. Voglio augurare un buon lavoro al nuovo Direttore, e a tutta la squadra del Castello, per la realizzazione di un programma ambizioso quanto innovativo”.
“La missione principale di un museo di arte contemporanea è quella di ‘incastonare’ l’arte nella società civile, rendendola visibile, rilevante e significativa.” – afferma Francesco Manacorda, Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea – “In questo processo, il Museo deve costruirsi attorno una crescente comunità di persone che comprendano, interpretino e partecipino alle innovazioni artistiche. Il punto centrale di questa vocazione civica risiede nella modalità in cui il museo valida, ovvero dà forza e valore all’arte contemporanea, e nel suo dovere di abilitare il pubblico all’esperienza intellettuale ed emotiva di tale validazione. Il Museo ha chiari doveri verso il pubblico, gli artisti e la cultura di cui è strumento. Per il pubblico, il Museo deve essere una piattaforma in cui, attraverso la cultura, mette i suoi partecipanti in condizione di decodificare il mondo che li circonda. Nei confronti degli artisti, deve amplificare la loro voce e permettere loro di rappresentare i temi per loro più urgenti. In relazione alla cultura, il Museo ha il compito di far dialogare civiltà lontane e continuare ad arricchire il patrimonio artistico della sua comunità”.
“A Torino l’Amministrazione Lo Russo ha scritto una delle pagine peggiori della storia della
città rendendo bene comune, anzi di più, patrimonio della nostra comunità locale l’eversione e l’illegalità. Una scelta surreale e vergognosa nei tempi e nei modi. Neppure un processo in corso è riuscito a mettere fine alla connivenza del Pd torinese con le frange estremiste che da anni mettono a ferro e fuoco Torino e il cantiere Tav e questo la dice lunga sull’immaturitá della classe dirigente dei Dem, più preoccupata dal raccogliere consenso spiccio da appicicarsi addosso, costi quel che costi visto il vicino turno elettorale, invece di unire anime politiche tutte rivolte al buon governo. Le grottesche riunioni fiume con i Cinque Stelle, per unire gente che si è insultata fino a due giorni fa, la dice lunga sull’unica preoccupazione del Pd: tentare una disperata rimonta raccattando la qualunque in un cartello elettorale da circo barnum . Coerente con questa visione questa ultima uscita travestita da costruzione di un presidio antifascista, con un accordo ancora una volta proprio con quei protagonisti della sinistra antagonista che utilizzano, per imporre il proprio pensiero unico, i metodi squadristi e fascisti della violenza e intimidazione. Torino oggi si sveglia più debole con l’approvazione di questa mostruosità: le forze dell’ordine, il loro lavoro di tutela del territorio, la loro azione per la legalità è insultato e sminuito. Lo Russo ha creato una ferita difficilmente sanabile verso la Torino moderata, dei cittadini per bene, dei possibili alleati per una inclusione intelligente. Lo aveva già fatto bocciando la costituzione in parte civile al processo su Askatasuna come Comune che avevamo proposto come Forza Italia in Consiglio comunale con Domenico Garcea. Deve finire a Torino l’idea di un sistema che stupra la parola antifascismo per coprire le peggio porcate. Rivendichiamo con orgoglio la difesa delle libertà: tra le libertá non c’è spazio e mediazione peró con chi da anni attenta al vivere civile e democratico. E quindi lanciamo la sfida a Lo Russo & compagni: perchè non utilizziamo l’immobile per qualche cosa di serio, affidandolo
a quei tanti attori istituzionali che hanno bisogno di nuovi spazi e li implorano ad ogni riunione pubblica nelle Circoscrizioni. Esiste il problema degli sportelli antifragilità, delle nuove povertà, è necessario dare ospitalità ai senza fissa dimora, a trovare spazi per ospitare chi non ha una casa. Torino ha bisogno di ben altro che di far rientrare dalla finestra chi ha occupato fino ad oggi l’immobile, alziamo l’asticella per la credibilitá di Torino”. Ad affermarlo in una nota i coordinatori Provinciale e Cittadino di Forza Italia Roberto Rosso e Marco Fontana.
Torino, poliziotto aggredito in carcere
“COSA ASPETTA CIRIO A EMANARE IL DECRETO DI TRASFERIMENTO?”
«L’AOU Città della Salute “resta titolare di ogni bene o rapporto, nonché attività sanitaria, tecnica o amministrativa” afferente al presidio ospedaliero Regina Margherita. Così si legge in una lettera della Direzione Generale. Che conferma come l’Ospedale Infantile Regina Margherita sia azienda autonoma solo e soltanto sulla carta. Tutto il resto rimane “integralmente” in capo a Città della Salute (stipendi compresi) “sino al trasferimento mediante Decreto del Presidente della Regione”. Presenterò un’Interrogazione per sapere quando il Presidente Cirio intende adottare il Decreto, essendo trascorso più di un mese dall’istituzione della nuova azienda. Inoltre, chiederemo che ci venga fornita copia del programma relativo al trasferimento delle attività. Insomma, se il Regima Margherita fosse un film, si intitolerebbe “Credevamo fosse autonoma, invece era un calesse”. Guidato e pagato sempre da Città della Salute».
Daniele Valle
Vicepresidente del Consiglio Regionale
Il Museo Nazionale del Cinema e il Lovers film Festival hanno appreso con sgomento la scomparsa dell’attrice Sandra Milo, che nel 2023 aveva compiuto novanta anni.
L’attrice, nel 2021, era stata madrina del Lovers Film Festival diretto da Vladimir Luxuria.
“Una notizia drammatica che mi ha colto di sorpresa – ha affermato Vladimir Luxuria – Sandra Milo è stata una delle persone più buone che io abbia conosciuto nel mondo dello spettacolo. Sempre a disposizione e sempre energica. Non si tratta soltanto della perdita di una grande attrice, ma anche di un punto di riferimento per il cinema mondiale. Non è per me soltanto la perdita della madrina 2021 del festival che dirigo, ma soprattutto la perdita di un’amica dolce come la sua voce”.
“Sandra Milo è stata per generazioni di italiani un’icona di talento e di bellezza, inesauribile nella sua ironia e nel suo entusiasmo per la vita “ ricordano Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano,rispettivamente presidente e direttore del Museo nazionale del cinema. Averla avuta come madrina del Lovers Film Festival è stato un onore e un piacere. Il suo spirito frizzante e irrefrenabile è riuscito a coinvolgere tutti. Ci mancherà quell’intelligente leggerezza che solo lei aveva”.
Sandra Milo è stata una paladina dei diritti civili, combattendo la violenza contro le donne, lottando contro l’omofobia, la discriminazione e i figli avuti al di fuori del matrimonio. Le battaglie più ardenti le ha combattute per i suoi figli, per Debora, nata dal legame con il produttore greco Moris Ergas quando non aveva ancora ottenuto l’annullamento dal primo marito, che sul certificato di nascita risultò di ‘madre ch3 non vuole essere nominata”. Dopo la fine del matrimonio con il produttore, non si è fermata davanti a nulla, neanche ai 44 processi per riavere la figlia Debora. Quindi i due altri figli, Ciro, 56 anni, e Azzurra, 54, nati dal terzo marito Ottavio de Lollis.
Mara Martellotta
Giachino: Askatasuna un Bene Comune?
La questione liste d’attesa in Sanità entra nel Bilancio con 25 milioni
Come verranno utilizzati i 25 milioni messi a Bilancio per combattere le liste d’attesa in ambito sanitario: questo uno dei punti del dibattito, aperto in prima Commissione in Consiglio regionale presieduta da Carlo Riva Vercellotti. Diego Sarno (Pd) ha chiesto all’assessore Andrea Tronzano le modalità di spesa della cifra, annunciata ai commissari, nell’aprire la discussione generale sul Bilancio di previsione 24-26.
Per questo motivo, s’è concordato, sarà convocata una Commissione sanità, al fine di illustrare nel dettaglio le azioni che la Giunta intende intraprendere in tema liste d’attesa. In generale, l’assessore ha spiegato che tra le priorità della manovra “abbiamo le borse di studio, che vogliamo coprire al 100 per cento, quindi ci sarà l’integrazione. Poi, appunto, 25 milioni sulle liste d’attesa, senza dimenticare il leasing del nuovo palazzo della Regione, che diventerà mutuo, ma che per il 2024 ammonta a 7,2 milioni”.
Come termine ultimo per l’approvazione del Bilancio, è stato dato quello della fine di marzo, “perché poi ci saranno le elezioni e l’attività del Consiglio sarà sospesa”, ha ricordato Tronzano, che comunque è in attesa dell’accordo con il Governo per i fondi Fsc, “che potrebbero essere di 20-25 milioni. Prima di tale accordo è difficile presentare il maxiemendamento finale”.
Sul testo, già oggi ci sono 52 emendamenti, tutti presentati dal Pd, che insistono sull’articolo 2, “motivo per cui per ora è inutile iniziare a votare l’articolato”, ha considerato il presidente Riva Vercellotti. Del resto, gli interventi di opposizione, con Giorgio Bertola (Ev), Francesca Frediani (Up), Silvana Accossato (Luv) hanno sottolineato come sia opportuno attendere il maxiemendamento per avere una visione complessiva del provvedimento. Tronzano non ha potuto dare tempi certi in tal senso, “in attesa appunto che si perfezioni l’accordo con il governo”.
Intanto sono stati definiti i relatori del Bilancio in Aula, con Alessandra Biletta (Fi) per la maggioranza, Frediani e Raffaele Gallo (Pd) per l’opposizione.