ilTorinese

Proteste e fiamme nel carcere di Torino

Resta altissima la tensione nel carcere di Torino: e gli Agenti aderenti al SAPPE, primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, denunciano di sentirsi abbandonati dai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria piemontese.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Racconta quanto è avvenuto nelle ultime ore nel carcere torinese Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Sabato sera, intorno alle 21, presso il Padiglione B della casa circondariale di Torino, alcuni detenuti di nazionalità nordafricana hanno messo in subbuglio tutto il primo piano della Sezione.  Al rientro dalla socialità prevista alle 19,45, i detenuti si rifiutavano di entrare nelle proprie celle. Subito dopo, hanno accatastato suppellettili all’ingresso della Sezione e dato fuoco. Immediatamente è stato dato l’allarme ma, vista la carenza di personale presente al momento, sono accorsi altri agenti fuori servizio per far defluire in altri ambienti tutti i detenuti collocati nel primo piano a causa del forte fumo sprigionato dal rogo. I facinorosi di questo gesto inconsulto sono stati immediatamente evacuati e dopo aver rimesso la sezione in stato agibile sono stati ricollocati tutti i detenuti precedentemente allontanati. Tre poliziotti sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari presso i vari Nosocomi cittadini per varie contusioni e inalazione di fumo”. Il segretario generale del SAPPE Donato Capece, che pure esprime il “plauso del SAPPE al personale dell’Istituto di Torino che ha saputo gestire con fermezza e professionalità la situazione”, chiama “in causa” direttamente “chiunque, ma soprattutto chi ha ruoli di responsabilità regionale dell’amministrazione penitenziaria. Non si può continuare a restare inerte, a non prendere iniziative a favore delle donne e degli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio nelle varie carceri piemontesi”, denuncia il leader del SAPPE. “Sconcerta, poi, rivedere le fiamme in carcere a Torino. E’ ancora vivo in tutti noi quel che avvenne il 3 giugno 1989, quando presero fuoco i materassi accatastati e le fiamme aggredirono il braccio femminile. Persero la vita 8 detenute e 2 agenti del penitenziario, Rosetta Sisca e Maria Grazia Casazza. Ed è dunque da delinquenti, da sciagurati ed irresponsabili commettere atti incendi in carcere, proprio a Torino poi…”.

Maratona Alpina nel segno di Andrea Negro

 

Val della Torre ha ospitato l’edizione 2024 della Maratona Alpina, confermatasi uno degli eventi principali per l’offroad torinese e non solo, con numeri di partecipazione molto importanti. Una gara impegnativa con un vincitore nettissimo, Andrea Negro (Gs Des Amis) assoluto dominatore della corsa e unico ad avvicinare il mitico muro delle 5 ore.

Sui 42,195 km per 2.600 metri di dislivello Negro ha fatto fermare i cronometri sul tempo di 5h02’46” staccando il secondo, Stefano Comollo (Runnerpillar Team) di 35’21”. Terza posizione per Stefano Garnier (Asd Baudenasca) a 42’08”, quarta piazza per Damiano Valerio (Equilibra Running Team) a 43’50” e che ha tagliato il traguardo appena 7” prima della prima donna, Marina Cugnetto (Atl.Saluzzo) protagonista di una prova davvero straordinaria.

La Cugnetto, in 5h46’43”, non è stata però l’unica donna a chiudere fra le prime 10. Nona piazza assoluta infatti per Enrica Dematteis (Pod.Valle Varaita) a 20’06” dalla vincitrice. Terza posizione per Federica Spadafora (Apd Pont Saint Martin) a 55’39”.

Successo francese sulla mezza maratona. A trionfare sui 21 km per 1.550 metri è stato infatti il transalpino Benjamin Allouche che in 2h14’44” ha prevalso per 1’37” su Stefano Vota (Atl.Susa Adriano Aschieris) e per 8’29” su Stefano Loiacono (Valsusa Running Team). La compagna di colori di quest’ultimo, Sonia Meleca, si è aggiudicata la prova femminile in 2h43’00”, chiudendo ottava assoluta, due posizioni avanti a Camilla Calosso (Team Marguareis), preceduta di 8’01”, terzo gradino del podio per la transalpina Lisa Contier (Serre Chevalier Briançon Athletisme) a 40’15”.

Edizione di grande successo per l’evento dell’Asd Sportinsieme, che l’ha gestito con grande professionalità dispiegando un importante numero di volontari lungo il tracciato e nella gestione dei servizi. Un grazie a tutte le associazioni e gli sponsor che hanno sostenuto lo sforzo organizzativo, come anche agli enti locali molto presenti per supportare lo staff che dà appuntamento al prossimo anno.

Torino Comics chiude in grande stile con 65 mila appassionati

 

Prossimo appuntamento il 14 e 15 dicembre con la decima edizione di Xmas Comics.

cristina d'avena

Torino, 14 aprile 2024

Si è chiusa domenica 14 aprile la XXVIII edizione di Torino Comics: una grandissima festa per 65.000 appassionati di fumetti, manga, cosplay giochi, videogiochi e cinema, che per tre giorni hanno affollato i padiglioni di Lingotto Fiere. Un trend di crescita costante per l’evento che quest’anno è stato dedicato al Techno-Fantasy, genere che combina elementi fantastici con le meraviglie della tecnologia futuristica.

 

Il manifesto ufficiale è stato realizzato da Claudio Castellini, uno dei disegnatori italiani più famosi nel mondo, che nella giornata di domenica ha ricevuto da Torino Comics il Pietro Miccia D’oro, statuetta della mascotte della manifestazione, in segno di riconoscimento e ringraziamento.

 

Padiglioni pieni e palchi costantemente animati dal fitto calendario di appuntamenti, concerti e contest. Affollatissimi gli appuntamenti con molti degli ospiti presenti a Torino: da Silver, che insieme a Poste Italiane ha celebrato i 50 anni di Lupo Alberto con uno speciale annullo filatelico e un folder dedicato, a Carlo Lucarelli, che sabato ha presentato la graphic novel Julian, realizzata insieme a Stefano Fantelli, Marcello Mangiantini e Letizia Castagna. Grande afflusso agli stand degli autori che per tre giorni hanno dedicato disegni e sketch ai fan: da Mirka Andolfo a Corrado Mastantuono, da Emmanuele Baccinelli a Rodolfo Torti, da Alessandro Bocci a Davide Barzi. Migliaia di fan di ogni età hanno cantato e ballato sulle sigle dei cartoni animati con Cristina D’Avena e Giorgio Vanni.

 

Centinaia di persone hanno assistito ai due eventi sul main stage con l’attore Peter Gadiot, interprete del personaggio di Shanks nella serie tv One Piece. L’attore ha poi incontrato il pubblico in due meet&greet, firmando decine e decine di autografi e scattando foto con fan arrivati appositamente da tutta Italia.

 

A Torino Comics 2024 è nato Onda Sonora, il premio dedicato al miglior doppiaggio dei videogiochi. Il premio, promosso in collaborazione con Voci Animate e Videogiochitalia.it è stato ideato con l’obiettivo di valorizzare l’arte e la complessità del doppiaggio videoludico. Il premio per il miglior doppiaggio maschile è andato a Manuel Meli, mentre Ilaria Silverstri si è aggiudicata il premio per il miglior doppiaggio femminile, miglior direzione del doppiaggio a Leonardo Gajo; premio del pubblico ad Arianna Craviotto, premio speciale Torino Comics a Stefano Lucchelli.

 

Inclusione e accessibilità sono i valori fondanti di Torino Comics: rinnovata quest’anno la partnership con la Consulta per le persone in difficoltàche nel suo spazio ha proposto numerose attività esperienziali e giochi dedicati a disabilità e inclusione; la CPD ha presentato inoltre in anteprima proprio al Lingotto Virtual Disability Experience, primo gioco di realtà virtuale per entrare nei panni di una persona con disabilità in carrozzina.

 

Un successo confermato quello della Zona Rossa, l’area dedicata ai fumetti erotici, riservata a un pubblico maggiorenne.  All’interno dell’area i visitatori hanno ammirato le mostre dedicate al fumetto erotico di autori italiani e internazionali e hanno potuto incontrare i numerosi autori presenti: Pedro Perez, Fumettibrutti, Ester Cardella, Krisfits, William Bondi, Marco Bianchini, Fabrizio Pasini e Andrea Bulgarelli.

 

Apprezzatissima la mostra Cult-Cars&Movies, dedicata alle auto iconiche legate al mondo del cinema, dei fumetti e delle serie tv: il pubblico ha potuto ammirare vetture simbolo come la 500 di Lupinla Jaguar di Diabolik, la Jeep di Jurassic Park, la mitica Kitt di Supercar o la Mini di the Italian Job. La mostra sarà di nuovo visitabile dal 19 al 21 aprile sempre a Lingotto Fiere in occasione dell’evento AMTS-Auto Moto Turin Show.

 

Due le competizioni Cosplay internazionali ospitate a Torino: sabato 13 aprile la gara inserita nel circuito ICL – International Cosplay League ha visto il trionfo della coppia composta da Carlo ed Elena, che ha interpretato i personaggi di Final Fantasy 14; nella categoria singoli si è aggiudicata il primo posto Elisa, che ha interpretato Alice del videogioco Madness Returns. I vincitori rappresenteranno l’Italia alle finali mondiali di Madrid, nell’ambito del Japan Weekend. Domenica 16 aprile si è invece svolta la classica sfilata competitiva, che premia l’abilità “artigiana” del concorrente, la sua capacità di immedesimarsi nel ruolo scelto e le sue doti interpretative e di simpatia, in una sfida all’ultimo abito per l’assegnazione dei premiAll’interno della gara si sono svolte anche le selezioni italiane dell’Europa Cosplay Cup, le cui finali si svolgeranno a novembre a Tolosa in Francia, in occasione dell’evento Tolouse Game Show: il primo posto se lo è aggiudicato Kat Von Rouge che ha interpretato il personaggio di Merida di Disney Doll Limited edition. Il Superpremio speciale Torino Comics è andato a Laura Stefan che ha vestito i panni di Berserk.

 

I prossimi appuntamenti per gli appassionati di fumetto, cosplay, cinema, giochi e videgiochi sono il 14 e e15 dicembre con la decima edizione Xmas Comics, mentre la XXIX edizione di Torino Comics è in programma dall’11 al 13 aprile 2025. Torino Comics è un evento organizzato da Just for fun in joint venture con GL events Italia.

Assoluti Open Unipol Sai: Matilde Borello top nel sincro piattaforma

Cala il sipario sul Campionato Italiano Assoluto Primaverile Open UnipolSai: Matilde Borello (Blu 2006) conquista la vetta del podio nel Sincro da Piattaforma!

L’eroina di casa, tesserata con la Blu 2006 Torino e allenata da Max Brick, dopo le medaglie d’argento conquistate nei trampolini singoli, vince l’oro ed il titolo italiano nel sincro in coppia con Elettra Neroni, allenata da Emiliano Boldacchini per Fiamme Rosse e Carlo Dibiasi; gara comandata fin dall’inizio e conclusa con 246.30 punti.

Al termine di questa mezza giornata di gare sono state premiate le prime tre società classificate. Vincono le Fiamme Oro, al decimo posto troviamo la Blu 2006 con un totale di 40.50 punti.

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Foto LC Zone

Toulouse-Lautrec in mostra Mastio della Cittadella dal 20 aprile al 21 luglio

 

 

A Torino, le affascinanti atmosfere della Belle Époque verranno rivissute al Mastio della Cittadella in una mostra interamente intitolata a Henry de Toulouse-Lautrec. L’esposizione aperta al pubblico dal 20 aprile al 21 luglio 2024 è intitolata “Il mondo del circo e di Montmartre, ed è prodotta da Navigare Srl, patrocinata da Regione Piemonte e Città di Torino. La mostra, curata da Joan Abellò, con il coordinamento scientifico di Vittoria Mainoldi, presenta 112 opere. È molto ricca di manifesti, litografie e illustrazioni, tutte provenienti da collezioni private spagnole, ed è realizzata in cinque sezioni: manifesti e illustrazioni; le donne ed elles; il circo; i ritratti e l’esperienza multimediale che ripercorre la breve vita e l’attività dell’artista Henry de Toulouse-Lautrec, grazie a una sala video con proiezioni di immagini d’epoca e una selfie area, con la ricostruzione scenografica e suggestiva delle ambientazioni della Belle Époque.

Henry Marie Raymond de Toulouse-Lautrec nasce in una delle famiglie più antiche di Francia, frutto del matrimonio tra due cugini. La consanguineità avrà gravi conseguenze: suo fratello minore morirà a pochi mesi dalla nascita, mentre Henry, dopo un’infanzia apparentemente sana, manifesta nell’adolescenza un’ anomalia genetica ossea. Due fratture a distanza di pochi mesi gli lasceranno le gambe atrofizzate, bloccandogli la crescita in altezza e causandogli dolori fisici continui. Il padre Alphonse è lui stesso un ottimo disegnatore e scultore, oltre che un personaggio stravagante e ricco di interessi, amante dell’aria aperta, esperto di cavalli e maestro falconiere. Quando Henry deve smettere di fare equitazione, il padre lo manda a lezione da un amico di famiglia, specializzato in ritratti equestri, che gli impartirà lezioni di disegno, pittura, musica e lingue. Avvicinandosi all’École des Beaux Arts, inizia l’apprendistato presso pittori professionisti del calibro di Fernand Cormon, grazie al quale conosce Vincent Van Gogh, diventandone amico. Dopo le prime opere con soggetti accademici, a tema storico e con studio di nudi, si innamora del colore piatto steso a grandi campiture, conosciuto tramite l’arte giapponese. Sperimenta in breve il decorativismo dell’Art Nouveau, con forte attenzione dell’uso dei colori come mezzo espressivo, diluendo il colore ad olio con l’acqua ragia al fine diottenere un effetto pastello. Insofferente verso l’approccio impressionista, incentrato sul paesaggio, si fa conoscere per le opere dedicate alla vita notturna di Montmartre e per i ritratti realizzati in studio con sedute, talvolta lunghissime, e con una predilezione per le donne mature dai lineamenti segnati, abbigliamento e postura tipici dell’ambiente parigino.

Toulouse-Lautrec è riconosciuto come uno degli artisti bohèmien più rappresentativi dell’epoca. Morì alla giovane età di 37 anni, al termine di un’esistenza minata da gravi patologie congenite, oltre a sifilide e alcolismo. Il percorso espositivo sarà anche un modo per approfondire le dinamiche personali dell’autore, la sua filosofia di vita, il suo rispetto per gli altri e le qualità di un uomo colto che ha saputo apprezzare e capire la complessità dell’essere umano. L’esposizione presenta una panoramica dell’attività di Lautrec nel campo della grafica pubblicitaria, in cui si distingue a tal punto da influenzarne gli sviluppi successivi. Tra gli otto manifesti datati 1892 – 1895 ricordiamo quelli realizzati per gli spettacoli di Aristide Bruant, una celebrità del locale “Le chat noir” di Montmartre, icona del cabaret francese, e di un altro locale in voga in quel periodo, il “Divan Japonais”. In mostra sono presenti anche le illustrazioni realizzate per la rivista satirica “Le Rire” , in cui sono ritratti personaggi e artisti delle notti parigine.Di particolare interesse anche 12 stampe della serie “Elles”, che compongono la seconda sezione con ritratti di prostitute del quartiere Montmartre, con cui Toulouse-Lautrec condivideva una particolare quotidianità, essendo diventate, le “maisons closes” parigine, la sua abitazione.  La terza sezione dell’esposizione è dedicata al mondo circense e comprende 39 litografie, stampate postume, grazie a Maurice joioyant (1864-1930), fraterno amico di Lautrec, suo biografo ed esecutore testamentario. La sezione comprendente i ritratti include le stampe di 33 litografie, raffiguranti personaggi maschili e femminili della società borghese, artisti, intellettuali e personaggi della vita notturna parigina.

La mostra rimarrà aperta tutti i giorni, dal 20 aprile al 21 luglio, con orario continuato dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30; sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 20.30.

 

Mara Martellotta

L’isola del libro Speciale Truman Capote

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Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Geniale, omosessuale, narcisista, amante della notorietà, del lusso e del bel mondo… questo e tanto altro ancora è stato Truman Capote. La sua vita è una parabola affascinante. Partito dal disagio di una famiglia disfunzionale, sale gli scalini sociali, arriva alla vetta, e poi precipita per aver avuto l’ardire di svelare i segreti dei ricchi e potenti di Manhattan di cui si era circondato. Con quel gesto imperdonabile è come se avesse rivolto una pistola fumante contro la sua tempia; dopo raccoglie solo ostracismo e piomba nel dimenticatoio. Fine di un destino beffardo.

 

Truman Streckfus Persons (questo il suo vero nome) nasce a New Orleans il 30 settembre 1924.

La madre, Lillie Mae, è una bella adolescente orfana che vive in una piccola cittadina dell’Alabama; quando incontra il 25enne dalla parlantina brillante, Arch Persons, pensa di aver trovato la via d’uscita per scappare dalla sonnolenta e provinciale Monroeville.

Lui è un donnaiolo fanfarone e povero in canna; questa è l’amara scoperta di Lillie Mae subito dopo l’affrettato matrimonio. Dunque parte in salita la vita del piccolo Truman, la cui nascita è vissuta malissimo dalla madre che non si occuperà mai del figlio; lui la ricambierà con un profondo disprezzo per tutta la vita.

 

Dopo il divorzio dei genitori, quando Truman ha 6 anni, viene praticamente abbandonato e trascorre una desolata infanzia a casa di parenti a Monroeville. La madre ogni tanto compare e se lo trascina dietro, chiudendolo a chiave in squallide camere d’albergo, mentre incontra i suoi amanti. Invece del padre perderà le tracce fino a quando, diventato ricco e famoso, viene contattato dal genitore in cerca di soldi.

L’unica luce dei suoi primi anni è l’amicizia con la piccola vicina di casa, il geniale maschiaccio Harper Lee, che diventerà famosa e vincerà il premio Pulitzer con il romanzo “Il buio oltre la siepe” (1960). I due condividono fantasia e libri, diventano inseparabili e nell’opera di Harper il bambino Dill è ispirato proprio a Truman.

A scuola le cose non vanno meglio; è intelligente e dotato, ma viene sistematicamente deriso e isolato dai compagni per i suoi atteggiamenti effeminati. Legge moltissimo, sguinzaglia la fervida fantasia; emerge, vince tutti i premi letterari scolastici e, appena 12 enne, ha già accumulato un bagaglio culturale notevole.

Si trasferisce a New York quando la madre si risposa, e prende il cognome del patrigno, l’uomo d’affari cubano Joseph Capote. Ha 9 anni quando diventa Truman Garcia Capote: nuovo nome, indirizzo, e migliori prospettive di vita.

Giovane, colto e ambizioso, sogna di entrare nel mondo del giornalismo e inizia a lavorare partendo dal basso, come fattorino presso la rivista letteraria “New Yorker”. E’ l’avvio di una gavetta non sempre facilissima, fatta di piccoli passi, qualche scontro e collaborazioni varie. Un primo balzo lo compie pubblicando il racconto “Miriam” su una rivista femminile, ed è così che gli si aprono le porte dei salotti mondani della Grande Mela.

Frequenta personaggi della caratura di Jackie Kennedy, Andy Warhol, l’ereditiera Gloria Vanderbilt, i Chaplin…. e il suo carnet di amicizie altisonanti si arricchisce di giorno in giorno.

Il successo letterario arriva con “Colazione da Tiffany” e soprattutto con la più celebre delle sue opere, “A sangue freddo”, nel 1966. E’ la storia di un terribile fatto di cronaca che monopolizzò l’attenzione del pubblico americano. Lo spietato sterminio di un’intera famiglia compiuto da due giovani che saranno condannati a morte. Per 6 anni Truman compie ricerche a tappeto, incontra in carcere gli assassini, pubblica il suo esplosivo “romanzo verità”. Nasce così ufficialmente una stella, intorno alla quale ruota tutto il brillante mondo del jet set internazionale.

Si costruisce la fama di dandy intellettuale, abilissimo nel conquistare l’amicizia e le confidenze delle donne più in vista e desiderabili del mondo. Un’enclave di creature bellissime, raffinate, eleganti, ricche e famose che diventano “I suoi cigni”. Tra loro Babe Paley, Gloria Guiness, Slim Keith, C.Z. Guest, Pamela Harriman e Marella Agnelli.

Truman è al centro del glamour, milioni a palate, lusso, divertimento, viaggi, creatività e privilegi. Tutto precipita quando decide di raccontare -nero su bianco- segreti, confidenze, debolezze e buchi neri del bel mondo che conosce a fondo. Un boomerang che lo colpisce in pieno volto.

Abbandonato da chi l’aveva portato in cima alla vetta, il genio, tossicomane, alcolizzato e dichiaratamente omosessuale finisce per diventare preda di compagni che mirano solo al suo denaro. Truman si rifugia sempre più nei sonniferi e in una ricerca di pace chimica, sviluppa l’epilessia, il mix con alcolici e farmaci fa il resto.

Sempre più solo, muore per cirrosi epatica il 25 agosto 1984, a nemmeno 60 anni, mentre è ospite a Bel Air di una delle poche amiche che gli sono rimaste, Joanne Carson, moglie di Jonny Carson.

E’ lei che si occupa di tutto, rispettandone le ultime volontà. Truman Capote dispone che le sue ceneri siano divise e conservate su entrambe le coste che tanto aveva amato: una parte a Los Angeles e l’altra a New York.

 

 

Laurence Leamer “Capote’s women” -Garzanti- euro 20,00

 

Questo splendido libro tradotto da poco in italiano ci porta dritti nella vita di Truman Capote e in un intero mondo affascinante che non c’è più.

A queste pagine si ispira la serie tv “Capote vs the Swans” in arrivo su Disney + , che racconta la storia dello scrittore e dei suoi famosi cigni, le donne dell’alta società che furono sue amiche… e poi non più.

Babe Paley, Slim Keith, C.Z.Guest, Lee Radzwill, Gloria Guiness. Marella Agnelli e altre creature eleganti, bellissime, ricchissime e infelici sono le protagoniste dell’epoca narrata da Leamer.

Donne nate per essere ricche le cui vite vengono qui ripercorse, insieme al loro rapporto con Capote e alle confessioni che gli facevano.

Lui era il depositario dei loro segreti, pensieri, emozioni, pettegolezzi scabrosi, e questo libro fa rivivere tanti momenti del suo incredibile legame con le donne di cui finì per tradire la fiducia. Un ritratto a tutto tondo di una fase della vita di Truman Capote, che ci permette di capire meglio la sua vicenda umana.

 

 

Deborah Davis “Truman Capote e il party del secolo” -Accento- euro 18,00

Questo libro, della scrittrice e produttrice cinematografica Deborah Davis, ha al centro il leggendario ed esclusivo party in maschera che Truman Capote diede lunedì 28 novembre 1966, nella sala da ballo dell’hotel Plaza a New York.

Il Black and White Ball è lo spunto da cui parte per ripercorrere la vita dello scrittore, a partire da quando era bambino. Così in queste pagine afferriamo meglio gli anfratti del carattere, dei pensieri e del mondo di Capote.

Il libro si basa anche su alcuni reperti della vita di Capote conservati alla New York Library e ai “Truman Capote Papers”, tra i quali il quaderno sul quale per mesi lo scrittore annota, cancella e riscrive nomi, cognomi e recapiti delle persone da invitare al ballo del secolo, organizzato per l’amica Katharine (Kay) Graham, proprietaria del “Washington Post”.

Una rosa di celebrità accuratamente selezionate. 540 in tutto i nomi sulla lista, con indirizzi super blasonati nell’Upper East e West Side di New York, come dire l’Olimpo del glamour e della ricchezza.

Gli inviti, su carta bianca bordata di giallo e arancione, recitano semplicemente «Truman Capote chiede il piacere della sua compagnia a un ballo in bianco e nero”. Il dress code rigidissimo impone una maschera sul viso; l’unico a sottrarsi all’imperativo è Andy Warhol che decide di travestirsi da se stesso e, a volto scoperto, spicca come una mosca bianca nel composito parterre.

Gli scrittori sono in cima alla lista degli invitati, tra i più giovani c’è Philip Roth, poi una manciata di ragazze bellissime e di successo, tra le quali una splendida Candice Bergen e Benedetta Barzini “le belle”. Editori, registi, agenti, attori e attrici dal dirompente fascino hollywoodiano, nomi di punta del jet set, incluso Gianni Agnelli e i Brandolini, che però non si divertirono e commentarono «…è per questo che siamo venuti fino a qui?».

Comunque si parlò a lungo della festa che Capote aveva curato nei minimi particolari e concepito come una sorta di “tableau vivant”, che in parte avrebbe dovuto mettere in scena ipocrisie e grossolanità del bel mondo di allora.

 

Fondamentale il divario tra chi è dentro o fuori dalla lista; farne parte è l’imperativo per essere promosso allo status massimo e non finire nella lista nera delle nullità. Molti di quelli esclusi non si danno pace e arrivano a implorare e strisciare pur di essere inclusi tra gli invitati. Truman Capote è una sorta di Dio che decide chi merita e chi no il suo placet. E, per evitare che qualcuno potesse millantare di essere stato invitato ma avesse declinato per precedenti impegni presi, pubblicò la lista sul “New York Times”.

Fu un successo questo ballo così pubblicizzato? Leggere per sapere come andò…..

 

Libri di Truman Capote da riscoprire

Oltre ai famosissimi “A sangue freddo”, “Colazione daTiffany”, “Altre voci altre stanze” e altri titoli, vale la pena leggere:

 

Giardini nascosti” -Garzanti- euro 19,00

E’ una raccolta dei suoi reportage e articoli, le interviste a personaggi famosi, come Marylin Monroe e Marlon Brando. Un libro importante per conoscere più a fondo l’abilità di Capote.

Pezzi di bravura che partono dai ricordi della gioventù tutt’altro che facile perché isolato dai coetanei; a salvarlo fu la sua fervida immaginazione e un’ambizione divorante che gli faceva rincorrere un futuro migliore.

Sono inclusi anche i reportage dei suoi viaggi ai vari angoli del mondo. Spesso inviato dalle maggiori testate giornalistiche, finiva per produrre una mole tale di osservazioni, pensieri e stimoli, da cui nascevano anche dei libri.

Po ci sono le sue innumerevoli interviste dalle quali si evince quanto amasse stuzzicare soprattutto i divi hollywoodiani. Da Marlon Brando che raggiunse in Giappone e col quale parlò a lungo durante una notte interminabile in cui l’attore si confidò parecchio. Poi tra le altre quelle a Greta Garbo, Liz Taylor e Marylin Monroe.

 

 

Preghiere esaudite” -Garzanti- euro 14,00

In queste pagine Truman Capote riprende lo stile delle osservazioni e dei ritratti di persone famose incontrate nel corso dei suoi anni più gloriosi. Però non c’è più lo stupore iniziale del giovane che approda a New York pieno di sogni e ambizioni. Piuttosto il tono è quello di un cinico amareggiato che versa parole velenose e perpetua pettegolezzi, sempre ammantando le pagine con la sua scrittura di altissimo livello.

 

Una casa a Brooklyn Heights” -Garzanti- euro 5,90

In questo smilzo libriccino di appena 59 pagine, Capote ripercorre il periodo in cui visse a Brooklyn Heights; ospite di un amico che viveva in una villa di 28 stanze, soffitti altissimi, una veranda e un giardino.

L’esperienza risale a fine anni 50 e gli fece scoprire un quartiere per lui ricco di fascino e angoli unici.

 

L’inno di Mameli affidato agli studenti

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
A Carcare dopo il  convegno di ieri, tenuto nei  locali della  scuola media,   su chi scrisse per  davvero l’Inno nazionale (Mameli o padre Cannata)  il Comune corre ai ripari e affida ad una borsa di studio offerta agli studenti dell’Università di Genova la ricerca relativa all’autore dell’inno nazionale. Il relatore unico  del convegno, l’ottuagenario e prestigioso  prof. Aldo Alessandro Mola di Torre San Giorgio,   accademico e senatore del regno,  non deve aver molto  convinto con la sua tesi, vecchia di trent’anni, su padre Cannata, lo scolopo  che sarebbe  stato il vero autore dei versi (per altro orribili) dell’inno musicato da Novar . Si tratta di una tesi  senza  reali prove,  fondata  sul pettegolezzo di paese, che non ha mai trovato riscontri e che offende la memoria di Mameli morto eroicamente  nella disperata difesa della Repubblica romana. L’esito della tesi esposta a Carcare ha portato il Comune  ad affidarsi a degli studenti. Un esito incredibile, anche se  forse abbastanza  prevedibile. Per evitare di infierire non riporto cosa mi disse il pro . Umberto Levra  ordinario di Storia del Risorgimento a Torino e presidente del Museo nazionale del Risorgimento  su quella tesi bizzarra.
La decisione del  Comune di Carcare rende  un po’ ridicolo il convegno organizzato dallo stesso Comune, anche perché un convegno con un solo relatore, sia pure del livello del Mola di Torre San Giorgio, è cosa davvero insolita se non unica.  Affidare agli studenti di accertare la verità appare una dolorosa  smentita al celebre, anziano Maestro che non meritava  un affronto così  duro il giorno stesso del convegno che avrebbe dovuto celebrarlo insieme all’amato padre scolopo. Questa è una storia incredibile di cui mai avrei voluto scrivere, che però merita di essere conosciuta per come la storia  oggi è a volte considerata. Le vulgate non muoiono mai purtroppo. Quelle di sinistra e quelle di destra. Meriterà comunque  leggere la ricerca affidata agli studenti di Genova. A volte affidarsi ai giovani risulta essere la scelta migliore.

Balbiano e le vigne urbane celebrate da Wine Enthusiast

Prestigioso riconoscimento internazionale per la rete delle vigne urbane fondata da Luca Balbiano

 Nel recente articolo pubblicato da Wine Enthusiast, uno dei più influenti periodici del settore vinicolo, viene celebrato il lavoro delle Cantine Balbiano e della Urban Vineyards Association (UVA) nella promozione dei vigneti urbani. L’articolo, frutto di un’intervista della giornalista Shana Clarke a Luca Balbiano, apre con la storia della rinascita della “Vigna della Regina” di Torino, sottolineandone l’importanza cruciale nella nascita e nello sviluppo di una rete internazionale che parte dal capoluogo piemontese per allargarsi a tutto il mondo.

Luca Balbiano, fondatore della Urban Vineyards Association e viticoltore di terza generazione alle Cantine Balbiano (Andezeno), ha guidato insieme a suo padre Francesco il progetto di recupero del vigneto urbano torinese, dimostrando come la viticoltura possa essere integrata nella vita urbana non solo per preservare ma anche per innovare. L’articolo di Wine Enthusiast celebra l’idea che i vigneti urbani possano contribuire significativamente alla vitalità economica e culturale delle città, promuovendo al contempo un turismo sostenibile.

Il riconoscimoento anticipa un altro momento iconico di questa grande avventura. Il prossimo giugno, infatti, si terrà presso le Cantine Balbiano una degustazione verticale delle prime dieci annate del Freisa di Chieri DOC “Vigna Villa della Regina”. Giornalisti, degustatori ed esperti avranno infatti l’opportunità unica di esplorare la storia e l’evoluzione di questo iconico vino urbano. L’elogio del lavoro della famiglia Balbiano nell’articolo di Wine Enthusiast non solo riconosce l’impatto nel campo della viticoltura urbana ma sottolinea anche l’importanza di questi straordinari spazi verdi nel tessuto delle molte città del mondo che le ospitano.

Un riconoscimento che pone Torino e la “sua” Freisa di Chieri DOC al centro dell’attenzione enologica internazionale.
Link all’articolo: https://www.wineenthusiast.com/culture/travel/the-urban-vineyards-project/