redazione il torinese

Ricevuta in Consiglio una delegazione del sindacato infermieri

Una delegazione del sindacato delle professioni infermieristiche (Nursind) è stata ricevuta dal presidente del Consiglio regionale del Piemonte Mauro Laus.“Ringrazio per i toni pacati con cui si è svolto l’incontro. Mi farò parte attiva per facilitare l’interlocuzione tra voi, la Giunta regionale e l’assessore competente” ha affermato Laus. Alla presenza dell’assessore Alberto Valmaggia, in rappresentanza della Giunta, di numerosi consiglieri e consigliere e anche di alcuni rappresentanti del Comitato per la salvaguardia dell’Ospedale oftalmico, è stato il coordinatore regionale del Nurisnd, Francesco Coppolella, a spiegare i contenuti della rivendicazione.“Dobbiamo tener conto del blocco del turn over verificatosi negli ultimi anni e dell’insufficiente numero delle previste e annunciate nuove assunzioni”, ha puntualizzato in accordo con gli altri esponenti provinciali.Tra le principali e urgenti richieste ci sono le necessità di nuove risorse sul territorio; i problemi al  sovraffollamento dei Dipartimenti d’emergenza e accettazione (Dea) e l’organizzazione dei servizi legati alla professione.Gli interventi hanno inoltre posto l’accento sulla mancanza di una stima reale del fabbisogno di personale infermieristico, sulla disomogeneità di calcolo delle diverse aziende rispetto al rapporto paziente-infermiere e sul mancato rispetto delle norme relative all’orario di lavoro.

Sono intervenuti Stefania Batzella (Gruppo misto – Movimento libero indipendente), Gian Luca Vignale (Mns), Marco Grimaldi (Sel), Alfredo Monaco (Rete civica) e Daniela Ruffino (Fi).

Salva donna al sesto mese di gravidanza con gravissimo e rarissimo melanoma oculare

Nei giorni scorsi per la prima volta la collaborazione tra Città della Salute ed Oftalmico di Torino ha permesso di salvare una giovane donna al sesto mese di gravidanza, affetta da un gravissimo e rarissimo melanoma oculare. L’intervento è tecnicamente riuscito e soprattutto il feto è sano e non ha subito ripercussioni. Una donna di anni 28 alla 28^ settimana di gestazione è stata sottoposta ad intervento di enucleazione dell’occhio sinistro, perché affetta da un tumore molto raro di uno dei componenti dell’occhio stesso (coroide/uvea). Tale tumore era un melanoma che colpisce in questa sede e nelle donne in gravidanza meno dello 0,4% delle pazienti affette da melanoma in gravidanza. Un caso più unico che raro. La peculiarità di questo caso è rappresentata dalla giovane età della donna e dal fatto che la stessa era al 6° mese di gravidanza. L’équipe di chirurghi che se ne è occupata presso l’ospedale CTO di Torino è stata coordinata dal dottor Luciano Arturi (responsabile del Servizio di Chirurgia Orbito-palpebrale del CTO (servizio che afferisce alla divisione di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva di cui il primario è il dottor Fabrizio Malan), nonché coordinatore del Servizio di chirurgia oftalmoplastica dell’ospedale Oftalmico di Torino). Da quest’ultimo ospedale la paziente, vista la peculiarità del caso e nell’auspicata soluzione di risolvere il fondato sospetto diagnostico di una patologia così grave, era stata inviata ad un luminare svizzero oncologo oculare di fama internazionale. Tale professionista ha dovuto rinunciare a sottoporre la paziente a trattamento con fascio di protoni, perché il tumore aveva raggiunto dimensioni troppo grandi e lo stato di gravidanza non poteva far utilizzare come terapia di appoggio la chemioterapia, non potendo garantire, peraltro, la possibilità di preservare funzione visiva e volume dell’occhio affetto, con rischio aggiuntivo di aumento delle possibili metastasi a distanza. Al suo rientro in Italia la paziente è stata accolta dal dottor Marcello Zanotti, oculista dell’ospedale Oftalmico di Torino, che ne ha affidato il proseguimento cure al Servizio di chirurgia orbito-palpebrale del CTO di Torino, vista la possibilità di stretta collaborazione tra detto ospedale con l’attiguo nosocomio ostetrico-ginecologico Sant’Anna, indispensabile per cure della gravidanza in caso di urgenti necessità subentranti. In tempi molto ristretti (meno di cinque giorni), resi più esigui dallo stato di gravidanza che procedeva, i medici del CTO sono riusciti a coordinare la collaborazione (preziosa ed indispensabile) di valenze polispecialistiche della Città della Salute di Torino, che la rendono un’eccellenza nazionale: il Servizio di gravidanze a rischio del Sant’Anna (coordinato dalla professoressa Tullia Todros), la Radiodiagnostica universitaria delle Molinette (diretta dal professor Giovanni Gandini), l’Anestesia e Rianimazione del CTO (diretta dal dottor Maurizio Berardino). L’intervento è riuscito perfettamente, anche grazie alla collaborazione dell’oculista dell’ospedale Oftalmico di Torino dottor Cosimo Enzo Belcastro ed alla precisa conduzione della narcosi cui è stata sottoposta la paziente da parte del dottor Massimo Benedini, consentendo il recupero morfologico dell’orbita sottoposta ad un intervento così invasivo, ma necessario per garantire possibilità delle cure avanzate che seguiranno, con i tempi previsti dal dottor Piero Gaglioti (Servizio gravidanze a rischio ospedale Sant’Anna) per garantire la completa eradicazione della malattia. Per di più, grazie alla particolare tecnica chirurgica cui si è ricorsi, entro un mese dall’intervento la paziente potrà indossare una protesi oculare che renderà praticamente indistinguibile l’orbita sottoposta ad intervento rispetto a quella del lato “sano”. Il tutto è stato condotto nella massima garanzia di sicuro proseguimento della gravidanza, che sarà portata a termine naturale con la nascita di un bimbo che in nessun momento del percorso di cura ha mai subito ripercussioni del delicato intervento cui è stata sottoposta la mamma.

 

Da Novara a Teheran, il caso del ricercatore Djalali

FOCUS  di Filippo Re

Sta facendo il giro del mondo la notizia della condanna a morte di Ahmadreza Djalali, il ricercatore iraniano del Crimedim detenuto a Teheran con l’accusa di spionaggio per la cui liberazione si sta muovendo la comunità internazionale. La terribile notizia ha sconvolto anche il mondo universitario piemontese gettando nello sconforto in particolare i colleghi della Scuola di Medicina che hanno lavorato con lui tre anni a Novara 2012 al 2015. Per Ahmadreza Djalali, medico iraniano di 45 anni, finito nel carcere di Teheran alcuni mesi fa, si sta muovendo la Regione Piemonte. Il ricercatore iraniano per quattro anni ha lavorato e studiato all’Università del Piemonte Orientale, collaborando con il Crimedim, il Centro di ricerca in medicina di emergenza e delle catastrofi, con sede a Novara. Arrestato ad aprile a Teheran, dove si era recato per una conferenza, è stato incarcerato e ora è giunta la notizia della condanna a morte. La moglie, che vive a Stoccolma con i due figli, ha chiesto aiuto alle istituzioni italiane e alla stessa Università del Piemonte Orientale che ha lanciato una raccolta fondi per sostenere le spese legali della famiglia. Djalali è un serio professionista che per anni ha lavorato per la sanità piemontese, stimato e apprezzato da tutti i colleghi. La Regione Piemonte ha chiesto l’immediata scarcerazione del medico e ha sollecitato il governo italiano e l’Unione europea a intervenire presso le autorità iraniane. Perchè Djalali è finito in carcere? Le autorità iraniane lo accusano di essere una spia ma la sua unica colpa sarebbe quella di aver collaborato con ricercatori israeliani, americani, italiani e mediorientali per migliorare l’efficienza degli ospedali e i trattamenti sanitari soprattutto nei Paesi poveri o flagellati da guerre e carestie. Djalali è tenuto in isolamento nella famigerata prigione di Evin a Teheran, stracolma di oppositori e prigionieri politici. Rifiuta il cibo da diversi giorni e pare sia stato obbligato a firmare un’ammissione di colpevolezza. La notizia della condanna a morte del ricercatore riporta in primo piano l’uso eccessivo e indiscriminato della pena capitale nel Paese degli ayatollah. Secondo i più recenti dati diffusi da Amensty International, dall’inizio del 2017 l’Iran è, dopo la Cina, lo Stato che ha eseguito finora il maggior numero di condanne a morte, 355 solo fino a ottobre, davanti all’Arabia Saudita e al Pakistan. Un triste record, nonostante le promesse, non mantenute, di invertire la tendenza, del presidente “riformista” Rouhani.

Filippo Re

 

Irene Franchini bronzo mondiale nel mixed team compound


La penultima giornata dei Mondiali Targa di tiro con l’arco a Città del Messico ha regalato due medaglie alla nazionale italiana e in una di queste c’è la firma di Irene Franchini, arciera emiliana tesserata per le Fiamme Azzurre e per la società rivolese degli Arcieri delle Alpi. In coppia con Sergio Pagni, Irene è salita sul terzo gradino del podio del mixed team compound, superando 156-151 l’Olanda di Mike Schloesser e Sanne De Laat. Gli azzurri sono partiti forte, con le prime quattro frecce sul 10 e il primo parziale chiuso 40-38. In parità a quota 38 la seconda volée, poi l’Italia è volata sul più 4 grazie a un terzo parziale di 38-36. 40-39 l’ultimo set, che ha consegnato il bronzo a Sergio Pagni e Irene Franchini. Quarti al termine delle qualifiche, gli azzurri avevano sconfitto 157-152 agli ottavi (primo turno) la Russia e 152-150 ai quarti i padroni di casa del Messico, grazie a una bella rimonta tra terza e quarta volée. In semifinale hanno perso di misura 157-156 contro la Germania, poi sconfitta nella finale per l’oro dalla Corea del Sud.

Nella gara individuale del compound Irene Franchini ha concluso la qualifica in 11esima posizione con il punteggio di 693, accedendo così al secondo turno degli scontri diretti nel quale ha incontrato e battuto 146-138 l’australiana Rachel Morgan. Si è fermata ai 16esimi, allo shoot off contro la francese Lucie Burnet. Nella gara a squadre Sara Ret, Irene Franchini e Marcella Tonioli hanno concluso la loro corsa agli ottavi di finale, perdendo 227-224 contro la Germania dopo il settimo posto in qualifica.

Ai Mondiali di Città del Messico è volata anche Tatiana Andreoli (arco olimpico), all’esordio in una rassegna iridata assoluta e vincitrice dell’oro a squadre ai Mondiali Juniores disputati a Rosario nella prima settimana di ottobre. 23esima al termine delle qualifiche con 646 punti, Tatiana è stata promossa al secondo turno del tabellone dove ha superato 6-0 la giapponese Ren Hayakawa. Ancora una “vittima” giapponese ai 16esimi, dove la valsusina classe 1999 tesserata per la Iuvenilia ha piegato 6-0 Tonomi Sugimoto. Agli ottavi Tatiana ha concluso un Mondiale comunque soddisfacente, arrendendosi alla freccia di spareggio contro l’atleta di Taipei Yu-Hsuan Lin.

Nel mixed team Tatiana Andreoli e Mauro Nespoli sono usciti agli ottavi (5-3) contro il Messico, mentre nella prova a squadre femminile dell’arco olimpico il trio azzurro formato da Tatiana Andreoli, Lucilla Boari e Vanessa Landi (la squadra oro ai Mondiali Junior) non ha superato le qualificazioni per cinque punti.

Per quanto riguarda la nazionale italiana è da sottolineare l’argento conquistato da Sergio Pagni, Federico Pagnoni e Alberto Simonelli nella gara a squadre compound. Nella finale per il titolo iridato gli azzurri hanno perso contro gli Stati Uniti, numeri uno del ranking mondiale. Stasera, nell’ultima giornata dei Mondiali, il trio azzurro dell’arco olimpico – Marco Galiazzo, David Pasqualucci, Mauro Nespoli – si giocherà l’oro contro la Francia.

Autonomia apprezzabile, ma il Nord non può mettersi in proprio

di Pier Franco Quaglieni

.

Ho letto con interesse la nota del presidente Cota (LEGGI QUI/) e concordo con le valutazioni critiche che egli da’ sul governo regionale di Chiamparino. Io non ho apprezzato la brusca interruzione della Giunta Cota  e non ritengo che Chiamparino abbia fatto meglio. Ciò premesso, se posso capire l’entusiasmo per gli esiti referendari nel  Lombardo – Veneto, mi trovo in difficoltà a condividerli. Non che sia di per se ‘ non apprezzabile l’autonomia, ma ,ad esempio, l’autonomia, come l’autonomia siciliana dimostra , non   e’  di per se’  una garanzia di buongoverno. In più , due referendum possono aprire ad  una trattativa con il governo centrale, ma non certo al federalismo che si può ottenere  solo con una riforma dello Stato di natura costituzionale. L’unica ipotesi federalista seria e ‘ stata quella del giurista Miglio che Bossi dopo poco mise alla porta. Il federalismo in ogni caso deve unire, come voleva Cattaneo, e non disgregare l’unita’ nazionale. Io vedo con preoccupazione altri referendum per l’autonomia soprattutto al Sud . Pensate cosa potrebbero fare De Luca ed Emiliano, ad esempio . C’è uno spirito filoborbonico  e antirisorgimentale meridionale che può diventare da sterilmente nostalgico politicamente pericoloso . Temo che proposte come quella dei 9/10 di tasse alle Regioni non siano praticabili perché disconoscono lo Stato nazionale e impediscono le sue irrinunciabili funzioni. 
Il Nord non può mettersi in proprio, come vorrebbe fare la Catalogna. Chiamparino propose addirittura un Pd regionalizzato e non ebbe giustamente nessun seguito. Più autonomia locale può essere utile ,ma a precise condizioni. Ad esempio: 
-la salvaguardia dello Stato unitario
-i programmi scolastici eguali in tutta Italia e l’insegnamento della lingua italiana
-il valore dei titoli di studio riconosciuti  in tutto il territorio nazionale.
Come dice l’ex presidente della Corte dei Conti del Piemonte Salvatore Sfrecola, occorre accompagnare l’autonomia con la responsabilità e con il buon senso che la Catalogna che nel suo secessionismo  dimostra di non avere. 

 

quaglieni@gmail.com

 

 

“La guerra non era finita”, la storia della Volante Rossa

Milano, estate 1945. In una città annichilita dai bombardamenti e dalla fame, un gruppo di partigiani riprende le armi. Sono giovani, giovanissimi: la maggior parte non ha nemmeno vent’anni. E sono pochi, non più di cinquanta. In meno di tre anni, tutti li conosceranno con il nome di “Volante Rossa”. Per capirne la storia bisogna ricostruire il clima che si respirava in quei giorni in Italia ed è  quello che ha fatto Francesco Trento nel suo libro “La guerra non era finita. I partigiani della Volante rossa”. (Laterza). Mussolini era sconfitto, Hitler giaceva sotto le macerie del suo bunker a Berlino, l’Italia tornava libera. Ma erano in molti, a destra come a sinistra, a tenere ben oliati mitra e pistole. Qualcuno, quelle armi, le usò. Vendette personali e politiche erano all’ordine del giorno. Anche perché, è bene ricordarlo, i fascisti erano tutt’altro che scomparsi. Anzi, erano ancora organizzati militarmente. In alta Italia erano decine le formazioni clandestine: i Reparti antitotalitari antimarxisti monarchici, le Squadre d’azione Mussolini, il Movimento unitario nazionale, ecc. Pochi mesi dopo la Liberazione, nella Casa del Popolo di Lambrate, il comandante della 118Brigata Garibaldi – Giulio Paggio, il “tenente Alvaro”-  riunì alcuni partigiani. Disse loro che la guerra non era finita, che bisognava riprendere le armi. La prospettiva ultima era quella di farsi trovar pronti, se la rivoluzione avesse  proseguito il suo cammino. Ma la spinta immediata, il pungolo all’azione, era costituito dal desiderio di stanare i fascisti impuniti, trovare quelli che sono sfuggiti al giusto castigo, e pareggiare finalmente i conti. Una storia drammatica, in bilico tra le azioni da servizio d’ordine e l’omicidio politico. Un libro, questo di Francesco Trento,  su una parte di storia negata, persino imbarazzante, che l’autore ricostruisce  con una trama densa , documentata come un saggio storico, narrata con il passo del cinema d’azione. Lontano anni luce dal revisionismo oggi così di moda, La guerra non era finita è un libro da leggere senza pregiudizi perché serve a restituire il clima di un tempo difficile dove la nuova Italia muoveva i suoi primi passi tra le rovine del dopoguerra.

Marco Travaglini

Ecco come funzionano le misure antismog della Regione quando l’inquinamento è al top

Il tema del giorno (anzi, degli ultimi mesi) è l’inquinamento atmosferico, in particolare a Torino. Ma  come e quando scattano i provvedimenti della pubblica amministrazione per contrastare lo smog? La Giunta regionale ha approvato il 20 ottobre scorso  il primo pacchetto di misure antismog. “Queste – spiegano dal Palazzo regionale – sonopreviste dall’accordo per la qualità dell’aria nel bacino padano: la misura più rilevante è l’adozione del “semaforo”, comune a tutte le aree interessate, per l’individuazione e la gestione del perdurante accumulo degli inquinanti in atmosfera”.


E veniamo al cosiddetto  “semaforo antismog” diverso rispetto a quello sperimentato l’anno scorso in Piemonte è uniforme per tutte le Regioni interessate ed è articolato in questo modo:
– un primo livello arancione, che si attiva dopo 4 giorni di superamento consecutivi del limite di 50 microgrammi per metro cubo della concentrazione di polveri sottili;
– un secondo livello rosso, che si attiva dopo 10 giorni di superamento consecutivi di tale limite.

I giorni per la verifica sono fissi, il lunedì e il giovedì, e il rientro può avvenire dopo due giorni consecutivi misurati al di sotto dei microgrammi per metro cubo, oppure in caso in cui le previsioni meteorologiche e di qualità dell’aria prevedano per il giorno in corso e quello successivo condizioni favorevoli alla dispersione degli inquinanti.

***

“L’accordo per la qualità dell’aria nel bacino padano entra così nel vivo – dice l’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, Alberto Valmaggia – e l’adozione di queste misure è il primo tassello verso un approccio condiviso alla risoluzione del problema dell’inquinamento atmosferico. Solo con l’impegno di tutti i soggetti interessati, dalle amministrazioni pubbliche ai singoli cittadini, mediante l’adozione di comportamenti improntati alla sostenibilità ambientale, possiamo raggiungere risultati concreti”. Il presidente Sergio Chiamparino sostiene che  “i provvedimenti efficaci sono quelli condivisi, e credo anche che per abbattere davvero i livelli di smog più che corse in avanti dei singoli Comuni servano sinergie e visione d’insieme. Altrimenti si creano solo inutili disagi per la vita quotidiana dei cittadini”. “A supporto dell’applicazione del semaforo – aggiunge il direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale, Angelo Robotto – i tecnici di Arpa forniranno un aggiornamento costante della situazione, derivante dalle misure delle centraline per la qualità dell’aria e dai sistemi modellistici operativi di previsione della concentrazione degli inquinanti”.

***

Una nota della Regione spiega che le limitazioni applicate riguardano soprattutto il traffico, in particolare:

Livello arancione: limitazione all’utilizzo delle autovetture private di classe emissiva almeno Euro 4 diesel in ambito urbano dalle 8.30 alle 18.30 e dei veicoli commerciali di classe emissiva almeno Euro 3 diesel dalle 8.30 alle 12.30;
Livello rosso: limitazione all’utilizzo delle autovetture private di classe emissiva almeno Euro 4 diesel in ambito urbano nella fascia oraria 8.30-18.30 e per i veicoli commerciali almeno Euro 3 diesel nella fascia oraria 8.30-18.30 ed Euro 4 diesel nella fascia oraria 8.30-12.30
Oltre a queste misure ve ne sono altre che limitano l’utilizzo della biomassa per riscaldamento, vietano qualsiasi tipologia di combustioni all’aperto, limitano la temperatura media delle abitazioni private e degli esercizi commerciali a 19° con tolleranza di 2° C, vietano lo spandimento di liquami zootecnici.

Tali azioni temporanee sul territorio piemontese si applicano obbligatoriamentenelle aree urbane dei Comuni facenti parte dell’agglomerato di Torino e nelle aree urbane dei Comuni con popolazione superiore a 20.000 abitanti alla data del 31 dicembre 2016, nei quali risulta superato uno o più dei valori limite delle polveri sottili o del biossido di azoto per almeno tre anni anche non consecutivi nell’arco degli ultimi cinque. Risultano obbligatorie nei Comuni di cui sopra e in cui è operativo un servizio di trasporto pubblico locale, mentre sono facoltative per tutti gli altri. Per il 2017 dovranno essere applicate entro il 30 ottobre. I Comuni interessati La Giunta ha inoltre approvato anche una serie di provvedimenti strutturali.

 

www.regione.piemonte.it

Il cibo visto con gli occhi della filosofia

24 – 25 – 26 ottobre 2017 Palazzo Ceriana-Mayneri – Circolo della Stampa Corso Stati Uniti 27 – Torino

Torna a Torino, con la quarta edizione, Pensare il Cibo,. Un appuntamento diventato ormai un classico nel panorama culturale torinese, che quest’anno si terrà nelle serate di martedì 24, mercoledì 25 e giovedì 26 ottobre, a partire dalle ore 18 presso il Circolo della Stampa di Torino, in Corso Stati Uniti 27. Quest’anno sotto la lente d’ingrandimento della filosofia finiranno tematiche di estrema attualità: dalla cosiddetta “post verità”, cioè la verità di comodo che innesca le bufale sul cibo, che hanno grande diffusione nei confronti dei consumatori, alla nascita delle culture alimentari in base a ragioni ambientali, religiose, contaminazioni sociali, scoperte scientifiche e tecnologiche. Culture del cibo che nascono anche oggi, nel nuovo ecosistema urbano della modernità. Fino al “dogma” della longevità, uno dei principali argomenti del marketing alimentare e del mondo della nutraceutica. A sviscerare i temi e a confrontarsi sulle diverse visioni, saranno personaggi di spicco nei campi della filosofia, della storia, della psicoanalisi e delle scienze nutritive, moderati da giornalisti culturali.Così come nelle precedenti edizioni, il format di Pensare il Cibo prevede, per ogni appuntamento, un’originale ouverture musicale, grazie alla collaborazione con Pequeñas Huellas, progetto internazionale che promuove la nascita di orchestre e cori di giovani e che persegue finalità di promozione sociale e dei valori della fratellanza;

***

Al termine di ogni serata sarà offerto un aperitivo conviviale per riflettere sui temi affrontati durante la serata e condividere riflessioni ed emozioni, organizzato da Sara Casiraghi dipentolapvessione.it in collaborazione con lo chef del Circolo della Stampa e grazie all’utilizzo di prodotti a marchio Fior Food di Nova Coop. Originale la sua proposta: martedì 24 ottobre in contrapposizione alle bufale sul cibo verrà offerto un assaggio delle ricette del periodo di guerra, ovvero come tirar fuori un manicaretto con due scarpe vecchie. Mercoledì 25 ottobre assaggi della tradizione gastronomica italiana. Giovedì 26 ottobre assaggi della tradizione gastronomica sarda, più specificamente dell’ogliastra e della barbagia, dove risiede il più alto numero di centenari. Pensare il Cibo ha ricevuto il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino E’ sponsorizzato da Nova Coop e da Fior Food.

 

PROGRAMMA DI PENSARE IL CIBO 2017

 

Martedì 24 ottobre – ore 18

La Post verità nel piatto. Perché ci piacciono tanto le bufale sul cibo

Il Professore dell’Università degli Studi di Torino Peppino Ortoleva, il filosofo del linguaggio dell’Università di Venezia Luigi Perissinotto e la psicoanalista e Vice Presidente del Centro Te.Co Antonella Ramassotto, indagheranno sulle ragioni che spingono gruppi umani ad accettare una non verità o un falso che “fa comodo”. La “post verità”, infatti, trova un humus particolare proprio nel cibo (e nella salute) e conosce meccanismi di diffusione particolari e di grande efficacia.

A moderare l’incontro il giornalista Leo Rieser

 

Mercoledì 25 ottobre – ore 18 Come nasce e si consolida una cultura alimentare e una tradizione della cucina

La storica Irma Naso e il nutrizionista Federico Francesco Ferrero rifletteranno sulle motivazioni profonde che spingono una popolazione, una generazione o forse l’intera umanità a creare e a riconoscersi in una cultura alimentare. Si parlerà, quindi, di culture alimentari nate da ragioni ambientali, religiose, contaminazioni culturali, scoperte scientifiche e tecnologiche, carestie, ma anche di culture del cibo nella modernità, nate dal consumismo, dalla globalizzazione culturale o forse dal desiderio di un senso di appartenenza.

A moderare l’incontro il giornalista Rosalba Graglia

 

Giovedì 26 ottobre – ore 18

Nel frigorifero il dogma della longevità. La sana alimentazione e l’illusione dell’immortalità

Il filosofo tanatologo Davide Sisto, il dietologo dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo Andrea Pezzana e il filosofo di Estetica dell’Università di Firenze Sergio Givonefaranno una ricognizione sui temi della longevità, tra i principali argomenti oggi del marketing alimentare e dello sterminato mondo della nutraceutica. Partendo dalle diete antiaging, cibi che non fanno invecchiare, integratori che mantengono giovani, si cercherà capire se si apre una stagione della giovinezza a tutti i costi e se l’uomo è preparato davvero a questa spinta culturale, oppure se non si apre una pericolosa fase storica di non accettazione di una condizione anziana e di non pacificazione e accettazione della morte.

A moderare l’incontro il giornalista Rocco Moliterni

 

HEY, TI VOGLIO RACCONTARE

L’Associazione APIC, a seguito della positiva esperienza del laboratorio realizzato l’anno scorso e dedicato al lavoro con le storie, propone il proseguimento dell’attività anche per l’anno scolastico 2017/2018. In collaborazione con Fondazione Akusia ONLUS e il servizio Passepartout del Comune di Torino.

Hey, ti voglio raccontare è un laboratorio completamente gratuito, finanziato da APIC e rivolto a un gruppo massimo di 15 ragazze/i con disabilità uditiva, delle scuole medie e delle scuole superiori. La nuova edizione si svolgerà il venerdì dalle ore 17 alle ore 18.30 dal 3 Novembre 2017 fino al 20 Aprile 2018 presso la Sala Colorandia del Servizio Passepartout  del Comune di Torino in Corso Unione Sovietica 220/D – 10134 Torino
 
Gli incontri saranno tenuti da tre psicologi con qualifica di assistente alla comunicazione.
Esso si  focalizzerà sul racconto di sé e affronterà le tematiche rilevanti per lo sviluppo emotivo e relazionale dei ragazzi partecipanti, attraverso diversi canali espressivi e modalità narrative che risultino accattivanti. Ciò per promuovere la capacità narrativa, scoprire il piacere della lettura, stimolare l’espressività, la fantasia e il pensiero critico, supportare la socializzazione con i pari… I partecipanti saranno coinvolti in diverse attività di gruppo: attività espressive, discussioni critiche, letture in cerchio, produzione di storie, momenti di teatro, role-play e attività inerenti le tematiche portate dai ragazzi. Tutto il materiale prodotto verrà donato ai partecipanti al termine del laboratorio.
 
Per Informazioni e iscrizioni:  laboratoriofiabeapic@gmail.com – Dott. Daniele Del Priore: 340.5761935 APIC Associazione Portatori Impianto Cocleare : info@apic.torino.it

Superfestival 2018: aperte le iscrizioni

E lunedì 30 al Teatro Argentina il patto con ItaliaFestival

 

 

 

Dopo il successo della prima edizione torna il Superfestival al 31° Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma da giovedì 10 a lunedì 14 maggio 2018.

Superfestival è un progetto ideato dalla Grande Invasione di Ivrea, che, sotto gli auspici del Cepell, ne ha curato e coordinato la realizzazione assieme al Salone Internazionale del Libro, con l’obiettivo di raccogliere per la prima volta in un’unica «casa» i principali festival italiani.

Superando ogni aspettativa degli organizzatori, il Superfestival alla sua prima edizione ha raccolto nei suoi spazi ben ottanta festival culturali provenienti da diciotto regioni italiane, ospitato la premiazione del riconoscimento europeo Effe Label, animato i giorni del Salone con 40 incontri con autori di fama internazionale – come Richard FordJonathan LethemJan Brokken e Alessandro BariccoChris BachelderPaolo Rumiz e tantissimi altri –, 25 incontri e panel professionali nella sala Superfestival e gli appuntamenti serali con gli aperitivi letterari offerti dai festival aderenti.

 

___________________

La nuova edizione

 

Come lo scorso anno, il Superfestival sarà ospitato nei padiglioni del Lingotto nei giorni del Salone Internazionale del Libro di Torino (dal 10 al 14 maggio 2018).

Lo spazio, rimanendo fedele alle caratteristiche che hanno reso possibile il successo dello scorso anno, verrà in parte ripensato nella sua lounge aperta al pubblico e nelle due sale (business e incontri) per dare ancora maggiore visibilità alle manifestazioni aderenti e ai loro materiali promozionali.

Tutti i festival che hanno partecipato alla prima edizione potranno godere di un diritto di prelazione sul noleggio della sala incontri del Superfestival, secondo modalità che verranno comunicate in un secondo momento.

È possibile sin da ora aderire con la propria manifestazione inviando una mail a info@superfestival.it.

 

___________________

Un nuovo partner: ItaliaFestival

 

ItaliaFestival, l’organismo che in seno all’Associazione Generale dello Spettacolo (Agis) riunisce 30 delle maggiori realtà festivaliere nazionali ed è hub per l’Italia del progetto Effe Label, ha stretto una partnership con il Superfestival grazie alla quale i festival che non siano festival di spettacolo dal vivo potranno aderire gratuitamente all’associazione e godere dei tanti benefici previsti per i soci.

 

___________________

Appuntamento al Teatro Argentina di Roma lunedì 30 ottobre 2017

 

Nella Sala Squarzina del Teatro Argentina di Roma lunedì 30 ottobre prossimo, a partire dalle 9.30, verranno presentate la nuova stagione e il patto di collaborazione tra ItaliaFestival e Superfestival.

Interverranno, introdotti dal Presidente di ItaliaFestival, Francesco Maria Perrotta: Carlo Fontana, Presidente Agis; Onofrio Cutaia, Direttore Generale per lo spettacolo dal vivo del Mibact; Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino; Renato Quaglia, componente della Giuria Internazionale del Progetto Effe; Naima Delaere, Efa Communication Manager; Bruno Molea, vice presidente Commissione Cultura Camera dei deputati e Antonio Calbi, Direttore Teatri di Roma. Coordinatore e moderatore della giornata sarà Marino Sinibaldi, Direttore di Rai Radio 3.

 ***

Contatti:

info@superfestival.it

www.superfestival.it

(foto: il Torinese)