redazione il torinese

In rianimazione il clochard aggredito con il fuoco

Degli sconosciuti, nella notte, hanno tentato di dare fuoco a un clochard nei giardini Madre Teresa di Calcutta, nel quartiere Aurora. L’uomo ora è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione del San Giovanni Bosco con ustioni di secondo e terzo grado al viso. Si tratta di un romeno senza fissa dimora. Poiché presenta un edema alla gola è stato sedato e intubato. Ha raccontato che qualcuno gli ha versato del liquido infiammabile sul volto e poi gli ha dato fuoco. le indagini sono affidate alla polizia.

Higuain a 100 all’ora, la Juve va!

Tutte le foto  su www.fotoegrafico.net

di Claudio Benedetto

Milan e la Juve ritorna, pur se provvisoriamente, in testa alla Serie A. Stasera a San Siro si è finalmente vista una bella squadra, difesa quadrata, per la prima volta niente gol subiti in trasferta, bel gioco per lunghi tratti, attacco micidiale e grande Pipita che segna una doppietta superando i 100 gol nel Campionato Italiano.

I padroni di casa, senza Bonucci squalificato, comunque non sfigurano ma alla fine in gap tecnico dai bianconeri rimane ancora ampio e il risultato più che giustificato.

La cronaca: stadio strapieno come ai bei tempi, 80 mila spettatori, e Milan che parte subito molto forte, già al 3’ Buffon mette i guantoni per respingere una pericolosa punizione di Rodriguez e poco dopo è Asamoah a mettere una pezza su Kalinic. I bianconeri, però, non si scompongono piano piano cominciano a imporre il gioco, prima azione pericolosa di Dybala poco prima del 20′.

Al 23’ il vantaggio Juve: Pjanic serve Dybala che pesca bene Higuain, tiro preciso e gol numero 100 per il Pipita. I rossoneri reagiscono soprattutto con Kalinic che crea qualche buona occasione fino al 46′ minuto quando, su bella incursione in area, colpisce la traversa con l’intervento più che decisivo di un grande Buffon, è questo quasi un secondo gol per i bianconeri che esultano con grande foga per lo scampato pericolo!

All’intervallo Milan 0 – Juventus 1.

La ripresa più o meno recita lo stesso copione del primo tempo, Milan che attacca senza però più essere pericoloso, difesa Juve, nel frattempo puntellata da Barzagli che argina e controlla molto bene.

Al 18′ la Juve raddoppia e, di fatto, chiude la partita: grande azione sulla sinistra di Asamoah, ottima la sua prova, palla in mezzo, velo di Dybala e  si mette in totale sicurezza con il 2-0 figlio di un assist di Asamoah, del bel velo di Dybala e preciso tiro di Higuain, Donnarumma battuto, Milan 0 – Juventus 2.

La partita praticamente finisce qui, il Milan ora rischia di scivolare parecchio indietro in classifica, mentre la Juve, in attesa del Napoli che giocherà domani in casa contro il Sassuolo, si può serenamente concentrare sull’importante e probabilmente decisiva partita di martedì a Lisbona per la Champion’s League.

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ECCO IL TABELLINO…

MILAN (4-2-3-1): G. Donnarumma; Abate (16’ st Locatelli), C. Zapata, Romagnoli, R. Rodriguez; Kessie, Biglia (16’ st Antonelli); Suso, Calhanoglu (32’ st André Silva), Borini; Kalinic.      Allenatore Vincenzo Montella.

JUVENTUS (4-2-3-1): Buffon; Lichtsteiner (20’ st Barzagli), Rugani, Chiellini, Asamoah (25’ st Alex Sandro); Pjanic, Khedira (36’ st Matuidi); Cuadrado, Dybala, Mandzukic; Higuain. Allenatore Massimiliano Allegri.

ARBITRO: Valeri.

RETI: pt 23’ Higuain; st 18’ Higuain

Tutte le foto di Claudio Benedetto su www.fotoegrafico.net

 

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Scalfari fascista – Silvio Brunetto e la magia di Torino sotto la neve – Luci d’artista – La barboncina Susy, il Po, alcuni segreti drammatici – Bruno Villabruna  (1884- 1971)

 

Scalfari fascista

Che Eugenio Scalfari fosse stato fascista era cosa nota da tempo e da vero furbo, come è il fondatore di “Repubblica”, lui stesso ha parlato dei suoi trascorsi giovanili ,datando i suoi articoli alla seconda metà del 1942 su “Roma fascista”. Risulta dalla corrispondenza ritrovata tra Italo Calvino, suo compagno di scuola a Sanremo, e lo stesso Scalfari che la collaborazione a giornali fascisti fu più ampia e l’entusiasmo per Mussolini totale . Ha poca importanza la collaborazione a giornali fascisti di Scalfari, perché accadde anche ad Ingrao, Spadolini, Alicata, Firpo che scrisse addirittura una poesia inneggiante al Duce e articoli pesantemente antisemiti. E’ interessante invece vedere che cosa scrive Calvino del giovane Scalfar :<<Ti conoscevamo come uno disposto a tutto pur di riuscire ,ma cominci a fare un po’ schifo>>. La storia futura di Scalfari ,cominciando dal rapporto con Pannunzio, per poi passare all’”Espresso”, a “Repubblica”, a Carlo De Benedetti rivela la lungimiranza del giovane Calvino. Anche il suocero torinese di Scalfari Giulio de Benedetti ,direttore de “La Stampa”, quando mi parlava di Scalfari ,era molto critico con lui. Alla luce di tutto ciò, fu non senza ragione che Mario Pannunzio lasciò detto che proibiva la presenza di Scalfari al proprio funerale. E così accadde.

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Silvio Brunetto e la magia di Torino sotto la neve

Insieme a Felice Vellan, il pittore Silvio Brunetto è il poeta di Torino sotto la neve. Gli angoli della città rivivono negli acquerelli e negli olii di Silvio che riesce a tradurre la magia della neve, quella magia che è in noi da quando eravamo bambini. Ora le nevicate sono rare , ma le opere del pittore torinese consentono ai giovani di cogliere un mondo quasi perduto. Paolo Levi ha parlato di lui come di<< un pittore delicato come toni e  che ama i micro virtuosismi della luce>>. Attraverso la luce e le ombre il pittore crea la magia della neve .C’è anche chi lo ha accostato a Giacomo Grosso e a Cesare Maggi. Ha scritto Claudia  Ghirardello: << In punta di piedi… nelle straordinarie nevicate di Silvio Brunetto si entra in punta di piedi… l’aria è rarefatta ed il respiro si fa quasi sospeso. È la magia del semplice, nella purezza del creato. Tale artista è attratto prepotentemente dalla natura, dal paesaggio, di montagna in particolare, ma anche dal contesto cittadino. È il vissuto che, rivivendo l’input del fanciullino, mediante pennellate talora ragionate, più spesso guizzanti, trascina come per incanto l’occhio dell’osservatore entro il quadro e gli dona pace>>. Io amo molto le sue opere e alcuni luoghi storici di Torino, da Palazzo Carignano alla Gran Madre , li rivivo al mare attraverso  le sue opere appese alle pareti di casa, che mi ricordano una Torino che mi piace.

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Luci d’artista

Per il secondo anno consecutivo piazza San Carlo deve vivere i mesi che precedono e accompagnano le festività natalizie con il buio perché le luci d’artista scelte per questa piazza aulica  di Torino creano ampie zone d’ombra in tutta la piazza. Natale è la festa della gioia e della luce, il buio intristisce, ma ,di questi temp, è anche fonte di pericolo.Solo le zone ben illuminate sono più sicure.Possibile che l’Amministrazione grillina non lo colga ? Le luci d’artista scelte per piazza San Carlo  e in passato per piazza Carignano, non vanno bene. Vanno semplicemente rottamate come  frutto dell’estro di un artista molto originale ,ma totalmente fuori dalla realtà.

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La barboncina Susy, il Po, alcuni segreti drammatici

Ho dedicato alla mia amatissima bassotta, mancata il 21 maggio 2016, un librino dal titolo Omaggio a Bella, il nome della bassotta che corrispondeva davvero alla sua smagliante bellezza. Bella è stata una parte importante della mia vita . La sua dolcezza è stata una gioia grande. C’è chi l’ha definita la mia ombra per il fatto di voler essere sempre al mio fianco . Qualche giorno fa, transitando su una strada del Cuneese, ho attraversato un ponte sul torrente Varaita. E mi è tornata in mente la barboncina Susy che i miei mi regalarono per la promozione in quinta elementare. Era di color marron glacé ,dolcissima e affettuosa . Veniva con noi in campagna quando andavamo a pesca. Ci seguiva, facendo attenzione a non far rumore per non spaventare i pesci. Poi, d’estate, attraversava a nuoto coraggiosamente non solo il Varaita, il Pellice o il Maira (nostri luoghi prediletti di pesca) ,ma anche il Po. Nei pressi di Faule c’era un ponte di legno sul Po e una piccola trattoria molto casereccia .Per attraversare quel ponte si pagava un piccolo pedaggio. L’anziana donna della trattoria preparava il pranzo per pescatori e cacciatori. Spesso un pollo del suo pollaio fatto arrosto. Alla sera gente che abitava nei paesi vicini, si trovava nella trattoria per mangiare cose semplici e cantare in allegria. Ricordo una sera che cantavano “Marina” a squarcia gola. Eravamo andati ad un matrimonio a Moretta e si concluse la serata con le acciughe al verde lungo il Po in quest’aia con pochi tavoli rustici di legno e qualche sedia, una diversa dall’altra. Io ero un ragazzino, gli altri avranno avuto, chi più chi meno, quarant’anni. C’era la spensieratezza acquisita dopo gli anni tragici della guerra, vivendo il miracolo economico degli Anni Sessanta. C’era la capacità di accontentarsi di poco, una grande virtù contadina. Un mondo scomparso. Una volta il marito della ostessa raccontò a mio padre certi misfatti di partigiani della zona, che seppellirono i corpi di alcuni ammazzati nel bosco vicino. Solo anni dopo mio padre mi spiegò e mi parlò di quelle storie terribili, un sangue dei vinti di cui non ha parlato neppure Gianpaolo Pansa.

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Bruno Villabruna  (1884- 1971)
E’ stato Deputato e Ministro liberale, primo Sindaco di Torino dopo il 25 luglio 1943 anche se con la dizione di Podestà. Nella sua bella  storia dei Sindaci di Torino democratica, Ferruccio Borio lo mette all’inizio perché  Villabruna era già stato Deputato nella XXIV Legislatura del Regno d’Italia a fianco di Giolitti e di Soleri, partecipando all’ultima battaglia antifascista prima della trasformazione definitiva del fascismo in dittatura. Era un avvocato e tornò all’avvocatura durante il ventennio. Dopo la segreteria di Roberto Lucifero, che aveva spostato a destra il PLI, Villabruna, Deputato alla Costituente, divenne segretario generale del partito e a Torino nel 1951 realizzò una effimera riunificazione liberale con gli elementi della sinistra che erano usciti dal partito  contro la svolta a destra di quest’ultimo. Rieletto Deputato nel 1953, come segretario designò candidato a Milano Giovanni Malagodi, destinato a occupare, quasi subito dopo la sua elezione alla Camera, la segreteria del partito. Villabruna divenne Ministro dell’Industria, ma quando fu decisa la scissione radicale nel 1955 non esitò a lasciare il Ministero, ben sapendo che con quella scelta avrebbe dato addio anche al seggio parlamentare futuro. Fu Consigliere comunale di Torino e venne eletto nel 1960 in una lista ispirata dal partito radicale che raccoglieva anche altri tra cui Franco Antonicelli. Il suo ultimo mandato in Consiglio comunale fu all’insegna di posizioni di sinistra molto esplicite che trovarono il consenso del giovane Diego Novelli alle prime armi in quel Consiglio come cronista. La simpatia di Novelli nei suoi confronti suscitò in me un’istintiva antipatia per Villabruna. Poi l’età tarda e la malattia lo portarono a vivere a Torre Pellice  in una struttura assistita. Non aderì nel 1968 al Centro “Pannunzio” perché lo ritenne su posizioni troppo moderate ma nel 1971, all’atto della sua morte, Arrigo Olivetti volle che venisse commemorato dal Centro. Ad assistere a quel ricordo venne Valerio Zanone da pochi mesi eletto Consigliere in Regione. Saragat, nel suo messaggio come Presidente della Repubblica, parlò di Villabruna liberale. E sicuramente era stato uno dei pilastri del liberalismo piemontese, più di Alpino e di Catella che non ebbero mai una vera coscienza liberale, ma al massimo liberista e conservatrice. Resta la sua onestà da uomo del Risorgimento ,quando non esitò a dimettersi  da Ministro per coerenza con una scelta. Gli altri fondatori del Partito radicale non perdevano nulla uscendo dal PLI, diversamente da Villabruna che fece un atto di coraggio.

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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com

Pensione a fine vita

Siccome nessun politico o sindacalista può comandare sull’anagrafe e sull’aritmetica, giocoforza il Governo allunga la pensione a 67 anni tra un po’ a 70. Curiosamente protestano i Sindacati per una volta tornati uniti come ai bei tempi, quando per circa tre decenni riuscirono a imporre di mandare la gente in pensione a cinquant’anni, a quaranta e qualche volta perfino meno, e chiamavano “Conquiste” questo delirio contro l’anagrafe e contro l’aritmetica. Grazie alle loro lungimiranti Conquiste oggi noi andiamo in pensione a 70 anni e i nostri figli neanche la vedranno, la pensione. Hanno perfino il coraggio di protestare, di parlare; giornali e giornalisti hanno il coraggio di dargli corda, di prenderli sul serio, di consultarli come la Pizia.  Luigi Fressoia 

 

Sono totalmente d’accordo con lei anche se la situazione attuale non è solo colpa dell demagogia pregressa dei sindacati, ma della protervia di Monti e dell’accanimento della prof. Fornero sulla quale Monti e la sua larga maggioranza hanno scaricato la responsabilità di decisioni che puniscono gli anziani, impedendo ai giovani di trovare un posto di lavoro    pfq

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Multe e dimissioni

Ho letto che il Capo di Gabinetto della sindaca Appendino ha telefonato per far togliere una multa ad un suo amico.L’intercettazione telefonica lo inchioda. E non è cosa bella per nessuno, specie per un grillino. Cosa ne pensa?                                                                 Italo Tisiato

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Non drammatizzerei, è la smania di esercitare il potere da parte di un travet assurto all’improvviso nella stanza dei bottoni. Ma sotto altri punti di vista è un episodio di malcostume.Le dimissioni sono state un atto dovuto e inevitabile perché il Gabinetto del Sindaco non può essere luogo a cui ci si rivolge per farsi eliminare una multa. Sarebbe dovuta essere la sindaca Appendino a mandarlo a casa.Giordana non è uomo che possa incarnare le istituzioni.Conosco un Vice Capo di Gabinetto di un Sindaco di Torino che per non piegarsi al volere illegittimo dei politici finì esiliato in una circoscrizione periferica per qualche tempo.   pfq

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L’uomo non si cambia

Ho letto il suo articolo sulla Rivoluzione d’Ottobre così diverso da quelli scritti da coloro che pensarono a suo tempo di esaltare il comunismo ,salvo poi cambiare idea quando esso rovino ‘ sotto il peso dei suoi errori.
Gabriella Ambrosi 

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Non posso pubblicare interamente la sua bella lettera che meriterebbe di per sè tutto lo spazio della rubrica.  La differenza tra lei e me ed altri e’ che noi vedemmo tanti anni prima della fine del comunismo in URSS i limiti di un sistema sbagliato in termini  politico-economici ,ma soprattutto inumano. Fu il  promesso paradiso in terra di cui parlava Popper, che era divenuto l’inferno. Dei gulag .Gobetti nella sua ingenuità giovanile volle vedere quella rivoluzione con un volto liberale, mentre essa  non ebbe mai neppure un volto umano. L’idea giacobina e poi marxista-leninista di cambiare l’’uomo è una vera e propria utopia. La lettura di Machiavelli ci induce a pensare alla immodificabilità sostanziale dell’uomo. Al massimo possiamo sperare in un suo miglioramento progressivo. Il riformismo e non la rivoluzione, in sintesi. Il socialismo democratico e liberale e non il comunismo oppressivo. Questa è la lezione che viene dagli eventi di cent’anni fa.  pfq

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Cose che succedono quando è il capo di gabinetto a scegliere il sindaco e non viceversa

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
Giordana ex capo di gabinetto della Sindachessa Chiara Appendino ha palesato una squallida italietta che francamente credevo scomparsa. Piccole cose per piccoli uomini. Non so se abbia commesso reati facendo indebite pressioni. Ma non capisco Ceresa che non ha semplicemente messo giù il telefono pregando solo di non aver più rapporti con lui. Proprio non capisco, perché non accetto certi atteggiamenti. Ridicolo, più che inquietante…ma questo ridicolo ha governato la nostra città.  Conosco molto bene Beppe Borgogno e Carlo Bongiovanni: non gli sarebbe venuto il mente di fare un telefonata simile. Sono stati capi di gabinetto di Piero Fassino e Sergio Chiamparino sindaci. E i primi cittadini non avrebbero mai concepito di sbagliare scelta nell’ indicarli, conoscendo la loro affidabilità. Questo è il punto cara Sindaca. Chi ha scelto Giordana? Probabile, direi certo,  che lei non sapesse il singolo episodio della multa. Ma si è fatta qualche domanda in proposito? Non abbiamo diretti rapporti con esponenti del suo movimento o partito pentastellato. Nonostante ciò rumors di un malcontento sulle  scelte sul personale c’erano già da oltre un anno. Perché? Non ascolta più …era la risposta quasi scontata. Ma forse con Giordana il caso è inverso. Non è lei che la scelto lui ma è Giordana che ha scelto lei. Questo sì,  se fosse fondato, sarebbe maggiormente inquietante. Le insoddisfazioni di Giordana quando era del Pd erano note. Insoddisfazioni, si dice,  perché non aveva fatto carriera da alto burocrate in Comune. Cara Appendino, capiamo la sua giovane età e comprendiamo dunque la sua inesperienza. Ma proprio non ne sta proprio azzeccando una. Ed è sinceramente impossibile addossare le responsabilità alla passata amministrazione. Sindachessa, ora che farà? Non siamo solo curiosi ma molto preoccupati per la nostra città.

Halloween, Racconigi castello da paura!

Il maniero sarà  aperto in serale per l’evento dedicato ai bambini e ragazzi fino a 13 anni

“Dolcetto o scherzetto?” le sale del castello si trasformano in uno scenario da paura grazie alla collaborazione con gli attori e gli animatori della CASA DEL TEATRO RAGAZZI E GIOVANI. I laboratori di trucco, i set fotografici e il laboratorio di dolcetti paurosi a cura dei ragazzi del corso di panetteria e pasticceria dell’Istituto CNOSFAB di Bra, trasformeranno i piccoli visitatori nei protagonisti della notte delle streghe! Castello e parco saranno aperti al pubblico fino alle ore 23.00. Ingresso: biglietto castello (€ 5,00, salvo riduzioni o esenzioni consultabili sul sito del www.polomusealepiemonte.beniculturali.it)

Torino, la Grande bellezza. Ma…

Torino è una bellissima città, attraversata dal Po, con i suoi viali alberati, la collina, la sua storicità… ho vissuto a Torino per 38 anni un pochetto la conosco. Conosco anche la polvere che si è nascosta e si continua a nascondere sotto il tappeto.Torino è bella tutta, anche quei luoghi che si preferisce non fotografare e dove non è facile vivere a due passi dalle vie più blasonate. Bella da vivere, magari in bici, ma non puoi respirare la sua aria. Bella la movida la notte, ma devi prendere la macchina o il taxi perchè i mezzi non ci sono. Bella perchè ti offre tanta bellezza, ma di sola bellezza non si vive no?

 

Mario Caputo

Nube di fumo, polveri sottili 7 volte più del consentito. Dubbi sui possibili piromani

La vasta nube di fumo provocato dagli incendi boschivi, visibile anche dai satelliti, ha provocato un valore record per le polveri sottili, in particolare a Beinasco, dove la centralina di Arpa ha segnalato una concentrazione di 354 microgrammi al metro cubo, di 7

volte la soglia massima di 50.  178 mcg registrati invece alla stazione di Torino Lingotto. Intanto in Val  Sangone, dove le fiamme hanno fatto parecchi danni, sono stati trovate tracce di possibili inneschi che forse hanno causato i roghi, ma non vi è certezza su questa ipotesi. Ora i  carabinieri forestali conducono le indagini per individuare eventuali piromani. In queste ore il vento era diminuito, ma si prevede possa nuovamente tornare, creando nuovi problemi sul fronte antincendi.

(foto: Valerio Minato)

Il caso della multa cancellata costringe “Richelieu” Giordana alle dimissioni. Accolte

Sostiene di essere “convinto della correttezza” del suo  operato: “lo dimostrerò nelle sedi opportune. Ma mi preme, più di ogni altra cosa, tutelare la Città  e l’Amministrazione”. Paolo Giordana, il capo di gabinetto del Comune di Torino ha rassegnato le dimissioni nelle mani della Sindaca Appendino che le ha accolte, pur dicendosi “umanamente dispiaciuta” in un tweet. Quello che veniva definito e si autodefiniva il Richelieu della prima cittadina, considerato artefice principale dell’ascesa di Appendino alla carica politica più alta della città, ha lasciato il proprio ruolo a Palazzo Civico a seguito del contenuto  uscito sui giornali, dei verbali delle telefonate intercettate dello stesso Giordana con il presidente di Gtt, da cui emergerebbe la richiesta della cancellazione di una multa per la mancata obliterazione di un biglietto del tram da parte di un suo amico. Giordana era stato interrogato proprio questa mattina dai pm che seguono l’inchiesta sul bilancio della Città. Per molti dipendenti e dirigenti del Comune il capo di gabinetto era considerato “ingombrante” e discusso per il suo iperattivismo. Anche negli ambienti di M5S, alcuni esponenti politici non lo vedevano di buon occhio. Aldo Grasso scrisse di lui sul Corriere della Sera: “Politicamente fluido, competente, abile e spietato: a Palazzo non si muove foglia che Giordana non voglia. Dicono che sia il vero sindaco, il marionettista che muove i fili dell’Appendino (nomen omen). Ma, come ci ricorda Stanisław Lec, «è facilissimo trasformare le marionette in impiccati. Le corde ci sono già»

FORMA 4! Design&Image

Con Fabrizio Giugiaro la seconda edizione del master in “Immagine, Design e Comunicazione” ideato da Forte di Bard e Montura Editing

Al via la seconda edizione di “FORMA 4! Design and Image”, progetto ideato da Forte di Bard insieme a Montura Editing (azienda italiana leader nel settore dell’abbigliamento e delle calzature per la montagna e l’outdoor) e   rivolto ad appassionati dell’immagine nei campi del design, della fotografia e ricerca della forma.Il Master, in programma sabato 11 e domenica 12 novembre prossimi, sarà curato dal noto architetto e designer Fabrizio Giugiaro, style-director di “Giugiaro Design”, azienda che dal 1981 sviluppa e segue progetti non-automotive (treni, aerei, barche e moto), nonché fondatore della “Giugiaro Architettura”, società che si occupa di progetti nazionali e internazionali riguardanti tutti gli aspetti del design, della quale è presidente e direttore creativo.

Grazie al coinvolgimento di docenti di fama internazionale – designer, fotografi, professionisti della comunicazione e architetti – il Master avrà modalità residenziale con l’opportunità di vivere un’esperienza full immersion e consentirà a studenti di design, architettura, fotografia, comunicazione, creativi, artisti, imprenditori, designer, artigiani, e a tutti coloro che coltivano la passione della fotografia, di incontrare grandi professionisti ed entrare in contatto con il loro bagaglio di esperienze, confrontandosi con una case study sul campo per scambiare opinioni e suggestioni utili per le proprie creazioni amatoriali e/o professionali. Partner del progetto, per il secondo anno, è la Chambre Valdôtaine attraverso la concessione di dodici Borse di partecipazione ad imprese valdostane cui viene offerta una preziosa opportunità per la crescita e l’aggiornamento professionale. Obiettivo del Master, infatti, è stimolare la creatività e fornire nuovi possibili spunti nell’attività lavorativa valorizzando le imprese del territorio e le loro professionalità in un percorso formativo molto importante. Ai fini della partecipazione si richiede la dotazione di apparecchio fotografico digitale anche amatoriale.

g.m.

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Per info e prenotazioni, rivolgersi a Associazione Forte di Bard, tel. + 39 0125 833886eventi@fortedibard.it | www.fortedibard.it

 

 

 

 

Il “bilancio” della Sindaca!

Inizia oggi la mia collaborazione con il Torinese. Per questo spazio settimanale, dove poter scrivere in completa libertà ed autonomia, ringrazio l’editore.
RP

Secondo diversi commentatori la luna di miele della sindaca Appendino con la città è finita con i fatti di piazza San Carlo, dove migliaia di tifosi della Juventus si erano dati appuntamento per festeggiare la propria squadra ed invece sono stati vittime e protagonisti di una vera tragedia. Per quella serata la sindaca è indagata.  A quell’avviso di garanzia se n’è aggiunto un altro, di poche settimane fa. Chiara Appendino, come lei stessa ha annunciato via Facebook, è sottoposta ad un procedimento penale per “falso ideologico in atto pubblico”. In pratica è accusata di aver nascosto dal Bilancio un debito di 5 milioni di euro, che invece secondo chi ha presentato un esposto in procura (i consiglieri Morano e Lorusso) andava invece iscritto. Io non credo che la vicenda giudiziaria  abbia una rilevanza tale da mettere in difficoltà la Giunta comunale. Penso invece che l’insidia di questa indagine sia politico-contabile. Accendere i riflettori sul bilancio vuol dire aprire gli occhi su come i Comuni in questi anni di tagli e mancati trasferimenti dello Stato abbiano chiuso i loro conti. Stime di entrata ottimistiche e voci di spesa sottovalutate. Siamo sicuri che la dirigenza comunale sia ancora disponibile ad assecondare previsioni di bilancio poco realistiche? Chi certifica il bilancio e lo “stato” finanziario della città sarà probabilmente più critico e severo.La politica stessa compiendo un’azione di verità di bilancio avrà le risorse per affrontare la crisi e le esigenze della città? Non sarebbe più serio ammettere lo stato di difficoltà e mettere intorno a un tavolo Regione e Governo per salvare la prima capitale d’Italia?