È stato approvato il Piano pluriennale per l’istruzione dalla nascita sino ai 6 anni. Il piano rappresenta uno dei punti fondamentali della legge sulla Buona Scuola che, per la prima volta, ha creato un sistema integrato di istruzione per la fascia 0-6 anni, stanziando risorse specifiche per il potenziamento dei servizi offerti alle famiglie e l’abbassamento dei costi sostenuti dai genitori. “Con questo Piano – dichiara l’onorevole Umberto D’Ottavio, membro della Commissione istruzione della Camera dei deputati – viene offerto per la prima volta un programma vasto a sostegno dell’educazione dei bambini, sia in termini di istruzione, cura e qualità delle scuole. Col piano triennale – prosegue – si vuole dare programmazione e certezza di risorse alla sfera educativa”. Il Piano finanzierà interventi in materia di edilizia scolastica sia con nuove costruzioni che con azioni di ristrutturazione, restauro, riqualificazione, messa in sicurezza e risparmio energetico di stabili di proprietà delle amministrazioni locali. Le risorse serviranno anche per le spese dirette per l’istruzione 0-6 anni, con lo scopo di incrementare i servizi offerti alle famiglie oltre a ridurre i costi sostenuti. “L’obiettivo – dichiara il presidente della Commissione istruzione della Regione Piemonte, Daniele Valle – è lavorare in sinergia con tutte le istituzioni coinvolte nel ciclo formativo, offrendo così alle famiglie strutture e servizi migliori”. Il Piano nazionale prevede l’assegnazione alle Regioni di 209 milioni erogati direttamente dal Ministero dell’Istruzione, tra questi al Piemonte spetteranno 15,8 milioni. Per l’anno 2017, il Fondo è ripartito tra le Regioni calcolando la popolazione di età 0-6 anni, la percentuale di iscritti ai servizi educativi e una parte in proporzione alla popolazione di bambini non iscritti, in modo da garantire un accesso maggiore.“Con il via libera al Piano – concludono D’Ottavio e Valle – si attua finalmente un sistema integrato con benefici diretti alle nuove generazioni e alle famiglie”.
Luci artistiche nel salotto di Torino
Le Luci d’Artista in piazza San Carlo in questa foto di Liviu Cozac.

In treno con gli ovuli di droga nello stomaco
Erano a bordo di un convoglio Tgv Parigi-Milano, i due giovani corrieri della droga: un maliano di 33 anni e un nigeriano di 22 anni. La polizia italiana li ha bloccati alla frontiera di Bardonecchia. Gli agenti si sono insospettiti poichè i due non sapevano dire il motivo che li portava in Italia. Sono stati accompagnati in ospedale, dopo la perquisizione personale che aveva dato esito negativo. Infatti le lastre hanno rivelato la presenza di un consistente quantitativo di ovuli nello stomaco di entrambi. Sono così stati arrestati.
Di Patrizia Polliotto*
La nuova direttiva UE sull’e-commerce prevede, per i pagamenti elettronici l’implementazione della cosiddetta “strong customer authentication” (SCA), l’ “autenticazione forte” con la richiesta per ogni transazione di importi superiori ai 10 euro di effettuare diversi passaggi aggiuntivi, come l’inserimento di password, di codici o l’utilizzo di un lettore carta. Tale normativa apre il mondo dell’e-commerce a diverse problematiche, che rischiano di minare la libertà e la comodità degli acquisti online dei consumatori europei. Esse si traducono nella scomparsa dei check-out online istantanei, che oggi rappresentano la metà di tutte le vendite e-commerce attuali, come i check-out in un click spesso consentiti ai consumatori effettuano i loro acquisti regolarmente ed i check-out rapidi e automatici effettuati con i pagamenti in-app dove le carte di pagamento sono già state registrate. Tutti i siti internazionali devono adeguarsi alle nuove norme europee, o in caso contrario gli acquisti verranno automaticamente rifiutati. L’impatto della nuova normativa non è trascurabile, dato che secondo le stime andrebbe ad interessare almeno 6 miliardi di euro di pagamenti elettronici, pari ai due terzi di tutte le transazioni a livello europeo effettuate presso siti e-commerce internazionali. Senza considerare che circa il 70% dei consumatori europei afferma che un aumento di passaggi al checkout li indurrà ad abbandonare l’acquisto online (60% in Italia).
*Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori
Cinzano, da Torino al mondo
7 gennaio 1757: nel verbale di Congrega dell’Università dei Maestri Acquavitai e Confettieri, conservato nell’Archivio di Stato di Torino, compare per la prima volta il nome dei fratelli e vignaioli di Pecetto, paesino della collina torinese, Carlo Stefano e Giovanni Giacomo Cinzano
AL MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO ITALIANO DI TORINO, UNA MOSTRA PER CELEBRARE I 260 ANNI DELL’AZIENDA TORINESE
FINO AL 14 GENNAIO 2018
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7 gennaio 1757: nel verbale di Congrega dell’Università dei Maestri Acquavitai e Confettieri, conservato nell’Archivio di Stato di Torino, compare per la prima volta il nome dei fratelli e vignaioli di Pecetto, paesino della collina torinese, Carlo Stefano e Giovanni Giacomo Cinzano. Parte di qui la bella storia dell’Azienda torinese, fornitrice ufficiale dal 6 agosto 1776 (quando i fratelli Cinzano avevano già aperto a Torino “L’arte del confetto” in via Dora Grossa, l’attuale via Garibaldi) della Real Casa, per quanto riguarda gli approvvigionamenti di confetti bianchi e canditi destinati ai battesimi di corte. Quella di Cinzano è la storia esemplare di un brand che s’avvia a festeggiare (mancano in fondo solo quarant’anni) i tre secoli di vita e che ha saputo intrecciare il suo percorso aziendale, passo passo, con l’evoluzione dei gusti, del costume e dell’economia del Bel Paese. Un’avventura e un’eredità esemplari, omaggiate come si deve dalla suggestiva mostra “Cinzano: da Torino al mondo”, organizzata, proprio per festeggiare i 260 anni di storia e di eccellenza del marchio, lungo il Corridoio della Camera Italiana del Museo Nazionale del Risorgimento di Torino in piazza Carlo Alberto, fino al 14 gennaio. Curata da un Comitato Scientifico di storici e docenti italiani di altissima levatura e coordinata da Paolo Cavallo, responsabile degli archivi storici della società, la Cinzano rende così disponibile al pubblico, dopo circa vent’anni, alcune delle sue più celebri illustrazioni, insieme a 26 manifesti d’epoca,
documenti, fotografie seppiate, bottiglie e oggettistica promozionale vintage. Sono tre le sezioni tematiche in cui si snoda l’iter espositivo: la comunicazione pubblicitaria, la storia del marchio (dalle origini al consolidamento internazionale) e le collezioni di oggetti storici del mondo bar, dalle targhe promozionali ai vassoi, dai bicchieri e dagli shaker fino alle più antiche bottiglie, alcune pesantemente segnate dall’incedere del tempo risalenti all’Ottocento. Secolo in cui avviene il vero salto di qualità (da attività artigianale a conduzione famigliare, a grande impresa industriale) con Francesco I e Francesco II Cinzano; grazie soprattutto a un’intelligente e lungimirante strategia
pubblicitaria – che vanta collaborazioni con grandi artisti dell’epoca, da Adolf Hohenstein a Leonetto Cappiello (sua l’immagine guida della mostra, la “Donna adagiata su grappoli d’uva”), da Nico Edel a Raymond Savignac, da Jean-Pierre Otth a Giuseppe Magagnoli – ma anche al lavoro di infaticabili viaggiatori di commercio (come Giuseppe Lampiano, autore del libro “Attraverso il mondo” edito nel 1934 con dedica ad Alberto Marone Cinzano, e i fratelli Carpaneto, che già a inizi Novecento erano riusciti a portare i prodotti Cinzano in oltre 50 Paesi del mondo, fra Europa, Amerca Latina e Africa. E il viaggio, da allora, continua. Inarrestabile, ovunque nel mondo. Negli Anni ’60, quelli del boom economico (quando le campagne pubblicitarie portano la firma, fra gli altri, di Guido Crepax e nei
Caroselli tv hanno il viso di Pel di Carota – Rita Pavone) sono ben 65 le filiali Cinzano sparse in cinque continenti. Per arrivarci, bisogna però fare ancora un passo indietro e passare attraverso le “prime bollicine”, comparse nel 1866 quando Francesco II Cinzano riesce ad ottenere in affitto la tenuta reale del Moscatello in terra di Langa, dove nella prima metà dell’ ‘800 re Carlo Alberto aveva avviato la costruzione di un formidabile complesso di cantine sotterranee e messo in piedi un laboratorio per la sperimentazione sulle uve locali del metodo “champenois”. L’opera non venne mai portata a termine. Ma nel 1887 (tre anni dopo la partecipazione alla grande Esposizione Generale Italiana tenuta a Torino), ormai famoso per i suoi vermouth prodotti sotto la Mole, Francesco Cinzano, nei moderni stabilimenti di Santa Vittoria d’Alba e Santo Stefano Belbo – costruiti per soddisfare una domanda sempre in aumento – inizia a produrre su vasta scala vermouth, barolo, barbera e moscato, “specialmente perfezionati – si legge in documenti del tempo- e ridotti a squisiti vini spumanti, che cominciarono ad acquistare
rinomanza per aroma e limpidezza”. Da allora la strada è tutta in discesa. Si corre ancora per un secolo, fino agli Anni ’80 e ’90 del Novecento. Periodo di transizione e sostanziale cambiamento. Fino alla svolta del 1999 quando il Gruppo Campari rileva il marchio, conferendogli un look più moderno, al passo con il nuovo Millennio. Trasformazioni imposte dai tempi per un’eccellenza italiana che tale continua a essere nel corso dei secoli. Mantenendo ben fermo il segreto dei segreti: quella formula del vermouth Cinzano, tramandata di padre in figlio e ancora oggi preservata nella sua originalità da una sola persona, il “master blender”: colui che seleziona, dosa e combina sapientemente le erbe aromatiche e i vari componenti alla base della preziosa infusione.
Gianni Milani
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“Cinzano: da Torino al mondo”
Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, piazza Carlo Alberto 8, Torino, tel. 011/5621147; www.museorisorgimentotorino.it – Fino al 14 gennaio 2018 Orari: dal mart. alla dom. 10 – 18
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Le immagini:
– Leonetto Cappiello: ” Donna adagia su grappolo d’uva”, stampa litografica a colori su carta, 1920
Le vittime della nostra ricchezza
Inaugura venerdì 3 novembre alle ore 18 presso l’ARTeficIO di via Bligny 18/L a Torino la mostra di fotografie di Stefano Stranges, The Victims of our wealth, promossa dall’associazione culturale e di promozione sociale Soluzioni Artistiche, in collaborazione con il Centro Piemontese di Studi Africani e Walkabout Ph. La mostra, patrocinata dalla Regione Piemonte, è la prima esposizione nell’ambito di FotoGraffiti, rassegna artistica espositiva a tematica sociale ideata da Soluzioni Artistiche negli spazi di via Bligny.
di STEFANO STRANGES
a cura di Soluzioni Artistiche
in collaborazione con il Centro Piemontese di Studi Africani
dal 3 al 19 novembre 2017
vernissage 3 novembre ore 18
l’ARTeficIO – Torino
BANCHE, SCIENZA, IMPRESE: SE LA BUGIA CORRE IN RETE
Si moltiplicano anche in Italia i casi di informazione strumentalizzata e distorta per fare concorrenza sleale
Fake news, cancro dell’Italia che si informa in rete. Aumentano in tutto il Paese i casi di cittadini comuni, imprese di successo, giornalisti, scienziati e personaggi noti in genere alle prese con casi di discredito e diffamazione perpetrati a loro danno sul web. Gente perbene e capace nel proprio mestiere che, proprio per via dell’umana invidia e altrettanto terrena cattiveria gratuita spesso ingiustificata, subisce più facilmente, rispetto ad altri, attacchi – mediatici, e per lo più strumentali – al proprio buon nome. E’, in particolar modo, la cosiddetta ‘web reputation’ a farne le spese: quella che, in parole povere, appare in termini di risultati cronologici in fila sullo schermo a chiunque digiti una o più parole chiave di proprio interesse sui motori di ricerca: determinando dunque, di fatto, l’ago della bilancia sulla prima impressione che ci si fa di qualcuno. E, spesso, anche puntando ingiustamente il dito. Una recente ricerca ha stimato che in Italia, allo stato attuale, nei Tribunali vi siano pendenti circa 4 milioni di persone accusate ingiustamente. Uomini e donne innocenti per cui lo Stato – con i soldi di tutti i contribuenti, sia chiaro – ha corrisposto circa 640 milioni di euro di costi, tra celebrazione di processi e oneri risarcitori. Le fake news infestano tutti i settori, indistintamente. Anche l’informazione sanitaria passa sul web: si stima che oltre 11 milioni di italiani cerchino dati su patologie e rimedi attraverso la rete. Persino la nota virologa Ilaria Capua, secondo ‘Scientific American’ tra i 50 più autorevoli e influenti scienziati al mondo – vittima essa stessa di un abominevole sciacallaggio mediatico e giudiziario mondiale (da genio della scienza era stata accusata e additata di essere un trafficante di virus per procurate epidemie) – ha affermato pubblicamente, sul quotidiano ‘La Stampa’, che ‘le false notizie su Internet sono il nemico dei vaccini’.Mentre invece, dalle pagine di ‘Repubblica’ si apprende di una sentenza epica e storica di condanna emessa dal Tribunale di Palermo nei confronti di un soggetto, reo di aver pubblicato su Wikipedia (l’enciclopedia libera sul web) contributi diffamanti, oltraggiosi e falsi a danno della buona reputazione del noto giornalista e scrittore Gerry Palazzotto, scrivendo persino che quest’ultimo era morto. Condanna dura ed esemplare, consistente in sei mesi di reclusione (pena sospesa) e nel versamento di una provvisionale di euro 1.000,00 alla vittima, che nel frattempo si era costituita parte civile.
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Anche chi lotta contro gli abusi e lo strapotere delle banche, facendo gli interessi di cittadini e consumatori onesti non è stato immune, in Italia, da frecciate pesanti, e non per questo meno dolenti. E’ il caso di Serafino Di Loreto, noto e stimato avvocato bresciano balzato repentinamente agli onori delle cronache – come riporta un lungo e documentato articolo apparso su Puntosanremo.it – per essere stato il primo, in Italia, ad aver segnato una serie di vittorie storiche in Tribunale a difesa dei conti correnti di cittadini e imprese vessati da esosi istituti di credito e atti esattivi altrettanto ingiusti. Seguendo, di fatto, con successo le orme tracciate dal noto ex magistrato Piero Calabrò: il solo che, ne 1999, ottenne in Italia il primo pronunciamento storico in Italia contro anatocismo e usura bancaria. Lo stesso ex giudice che, oggi, presiede (e scusate se è poco!) la ‘SDL Centrostudi’, società in prima linea contro gli illeciti della finanza spregiudicata, fondata proprio da Di Loreto. Attaccato ingiustamente da poteri forti, stampa partitica asservita al potere giuridico ed economico, oggi Serafino Di Loreto – già stimato docente universitario in importanti atenei italiani e Presidente dell’Osservatorio Europeo sull’Educazione Finanziaria – anima e mente di ‘SDL Centrostudi’ (azienda amata dalla gente, temuta invece dall’establishment), ha restituito alle tasche degli italiani oltre 240 milioni di euro indebitamente loro sottratti. E rimesso in pista nonché assistito legalmente su più fronti (alla guida di un pool unico nel suo genere in Italia di oltre 700 tra avvocati, commercialisti, periti, consulenti ed esperti a vario titolo di materia giuridica, fiscale, tributaria) oltre 150mila soggetti in crisi, fra privati, famiglie e imprese.



Con gli interventi delle assessore Monica Cerutti (Immigrazione) e Gianna Pentenero (Lavoro e Formazione professionale) la terza Commissione – presieduta da Raffaele Gallo – ha concluso l’esame degli argomenti di competenza contenuti nel Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2018-2020.Sul documento è poi stato espresso parere consultivo favorevole.
Cerutti ha presentato i dati più recenti relativi alla presenza degli stranieri sul territorio piemontese, che si attestano su poco più di 418 mila, pari al 9,5 per cento della popolazione. 14.210 sono i richiedenti asilo, 1363 quelli interessati dalla rete degli enti locali che realizza progetti di accoglienza integrata sul territorio: il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Sono state fornite anche le presenze distribuite per ogni singola provincia: Alessandria 1694 nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e 164 nello Sprar; Asti 1052 e 133; Biella 526 e 61; Cuneo 2128 e 58; Novara 1112 e nessuno nello Sprar; Torino 5409 e 923; Verbania 574 e 10; Vercelli 712 solo nei Cas.L’assessora ha spiegato come a livello regionale ci sia la condivisione con quanto previsto dal Piano nazionale per l’integrazione. In particolare le azioni principali sono rivolte all’occupabilità, alla formazione civico-linguistica e alla promozione scolastica. In materia di accoglienza, Cerutti ha poi voluto sottolineare l’impegno della Regione Piemonte in favore del contrasto al fenomeno della tratta di esseri umani e dei minori stranieri non accompagnati. Ha infine ribadito l’opportunità di convertire in legge i contenuti della proposta sulla promozione della cittadinanza, che ha iniziato il suo iter legislativo. Nel dibattito, Gian Luca Vignale (Mns) ha sottolineato l’importanza di distinguere le politiche sull’immigrazione da quelle che riguardano i richiedenti asilo.
Lavoro e formazione
Tra le misure del Defr su cui si è soffermata l’assessora Pentenero ci sono le politiche attive del lavoro, su cui la Giunta regionale ha previsto uno stanziamento, grazie al Fondo sociale europeo, di 62,8 milioni di euro sul bilancio pluriennale 2016-2018, che ha permesso, tra le altre cose, l’attivazione dei cosiddetti “Buoni servizio”, percorsi di accompagnamento al lavoro rivolti a disoccupati e soggetti particolarmente svantaggiati. È stato inoltre avviato un nuovo bando per i “Progetti di pubblica utilità” e sono partite le azioni finanziate dal Fondo regionale disabili per favorire l’inclusione socio-lavorativa delle persone iscritte al collocamento mirato. Pentenero ha poi parlato delle misure di sostegno alla creazione d’impresa: il microcredito, il programma “Mip-Mettersi in Proprio” rivolto ad aspiranti imprenditori o lavoratori autonomi e le attività di sostegno alle start up innovative.Sono quindi intervenuti ancora Vignale e Francesca Frediani (M5s), che hanno chiesto di conoscere le ricadute delle misure e hanno sottolineato l’esigenza di analizzare i dati.
Caccia
È poi proseguito l’esame dei tre provvedimenti in materia di caccia: il disegno di legge dell’assessore Giorgio Ferrero, nonché i due progetti di legge rispettivamente di Giorgio Bertola (M5s) e dello stesso Vignale.