redazione il torinese

Giovane addestratore sbranato da cane inferocito

Una morte orribile: sbranato da un bull terrier che gli era stato lasciato da un amico. Il corpo  di un giovane addestratore di 26 anni è stato trovato ieri sera in un terreno recintato tra Monteu da Po e Cavagnolo. Il ragazzo,  Davide Lo Bue, che viveva a Rivoli, aveva profonde ferite al collo e alla testa. Il cane è ora affidato a un canile di Settimo, mentre le indagini sono coordinate dal pm  Iavarone della Procura di Ivrea e seguite dai carabinieri della compagnia di Chivasso.

Torino ha la sua Cell Factory

A Torino nasce la Cell Factory, l’ Officina Farmaceutica presso il Centro di Biotecnologie Molecolari dell’Università di Torino, realtà che opera nel mondo  della scienza applicata alla medicina. Con circa 50  tra docenti,  ricercatori e  operatori coinvolti produce cellule staminali umane epatiche destinate a  pazienti con insufficienze acute che non possono essere sottoposti a trapianto di fegato. In prospettiva anche progetti per altre patologie, ad esempio quelle ematiche e della pelle.

Piemonte – Catalogna

“Piemonte – Catalogna, Italia – Spagna: riflessioni comparative”. Questo parallelo è al centro dell’incontro che si terrà il 2 dicembre prossimo, alle ore 16, a Torino, nella sede del Fogolar Furlan in corso Peschiera 364 (oppure con entrata dal cancelletto di corso Francia 275/B). Ad organizzarlo è l’Associassion Cultural Piemonteisa Noste Reis. L’incontro verrà introdotto da Silvano Straneo e presieduto da Vera Bertolono. Intervengono il consigliere comunale di Torino Roberto Rosso, Alberto Schiatti, coordinatore della rivista Dialogo Euroregionalista, Domenico Comino, presidente di Ape – Autonomisti per l’Europa e Roberto Gremmo, fondatore nel 1973 della rivista “Informazione Catalana”.

Massimo Iaretti

 

Tari: i conteggi di Cavagnolo sono ok

Le polemiche sorte dopo la notizia degli errati conteggi applicati da alcuni Comuni nel calcolo della Tari hanno avuto un’eco anche a Cavagnolo. Così il sindaco Andrea Gavazza, per fare chiarezza sgombrare ogni dubbio ha specificato in un comunicato che tali fatti non riguardano in alcun modo il sistema di conteggio applicato nel Comune di Cavagnolo. L’errore commesso dai Comuni che hanno applicato questo errato meccanismo di conteggio (quali, ad esempio, i Comuni di Milano, Genova, Ancona, Cagliari) è stato nel conteggiare la componente variabile per ogni fabbricato così come catastalmente definito, incluse quindi le pertinenze “Il Comune di Cavagnolo – si legge nella nota – non ha mai utilizzato tale sistema di calcolo, applicando la parte variabile solamente ai fabbricati abitativi (tipo “A”), per cui il contribuente, nelle medesime condizioni, paga la parte variabile una sola volta”. Pertanto, nella bolletta dell’anno 2017, ma anche in quelle relative agli anni precedenti, si può facilmente verificare che per fabbricati pertinenziali non viene conteggiata alcuna quota variabile.

Massimo Iaretti

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

Mogna, un medico esemplare –  L’avanspettacolo torinese che finì con l’”autunno caldo” – Il nuovo libro di Piero Fassino – Beppe Fassino, il liberale vecchio Piemonte – L’oratore e patriota Carlo Delcroix

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Mogna, un medico esemplare

A Moretta, ridente e ricco comune agricolo della Provincia Granda tra Saluzzo e Cavour, hanno dedicato la via Pallieri (dove abitò) al dottor Giuseppe Mogna, medico chirurgo e ufficiale sanitario per una vita. Cose che avvengono solo più nei piccoli paesi dove il ricordo delle persone rimane inalterato e chi ha ben operato per la comunità non viene dimenticato. Ho conosciuto e frequentato il dottore che era molto amico di mio padre, a tal punto che spesso viaggiavano insieme. Negli ultimi anni veniva d’estate con la mia famiglia a Bordighera alla linda pensione “Svizzera” gestita da piemontesi trapiantati in Liguria. Ad oltre 90 anni fece partorire una giovane donna, in mancanza dell’ostetrica che era rimasta bloccata a casa. Ne scrisse anche “La Stampa”. Era un uomo dell’Ottocento, medico colto che, anche a tanti anni di distanza dagli studi nel liceo classico di Saluzzo, ricordava perfettamente il latino e il greco, apprezzava la pittura e l’arte in generale. Magrissimo, amava anche la buona tavola e ricordo i pranzi alla “Corona grossa” e alla “Luna” di Saluzzo e a Moretta all’”Italia” dal mitico Remigio Calandri che meriterebbe di essere ricordato. Era sposato con una farmacista ,una donna speciale che a cinquant’anni coronò il sogno della sua vita, vinse la farmacia a Casteldefino in montagna ed affrontò una vita di disagi. Questa signora amava produrre liquori, in particolare il cynar. Era sempre gentile. Un volta lo offrì a mio madre che, non riuscendolo a bere, cercò di liberarsi del liquido versandolo nel vaso di una pianta della casa. La dottoressa si accorse di quel gesto davvero poco gentile e subentrò il gelo che si protrasse per anni. Il dottor Mogna si limitò a dire che capiva mio padre meglio di ogni altro, senza aggiungere altro. Era venerato nel paese. Tutti si rivolgevano a lui per un consiglio, una parola, aveva fatto nascere più generazioni. Mi regalò il suo elmetto da ufficiale nella Grande Guerra che conservo gelosamente. Un gesto d’affetto per un giovane che amava la storia com’ero io. Mi disse che era partito volontario e che non si pentiva di quella scelta perché <<dovevamo completare il Risorgimento iniziato dalla generazione di suo nonno>>. Quando venne con noi in Egitto, aggregato al gruppo del Collegio San Giuseppe di Torino di cui ero allievo, fu lui che mi consigliò -dovendo scegliere – di andare ad El Alamein a rendere omaggio ai 5000 caduti sepolti nel sacrario voluto da Paolo Caccia Dominioni, e non a Luxor. Fummo in pochi a scegliere il sacrario che in quegli anni nessuno conosceva perché della “Folgore” nessuno voleva parlare. Se io mi dedicai allo studio della storia ,lo debbo anche a lui che mi mise sulla buona strada. Uomo semplice, di poche parole, ma quando parlava valeva sempre la pena ascoltarlo.

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L’avanspettacolo torinese che finì con l’”autunno caldo”

Mario Ferrero incarnò più di ogni altro l’avanspettacolo torinese, cioè la rivista che precedeva la proiezione di un film. Iniziò al “Romano” con l’impresa Ventavoli, poi si spostò al “Maffei” e infine all’”Alcione”, a Porta Palazzo. C’erano lui, una spalla (ricordo il grande Carlo Rizzo che partecipò spesso a tanti spettacoli di operetta),una soubrette (rammento con piacere la bellissima Rosy Zampi al secolo Zampini) e 12 gambe 12,cioè 6 ballerine. A volte c’era anche un/a cantante, Nella Colombo partecipava spesso. Al “Maffei” tentarono anche uno spogliarello molto pudico a metà degli Anni 60. A tenere su lo spettacolo erano Mario Ferrero, la sua mimica, le sue battute in piemontese (il muscolo del braccio era il “marciapé” e la fetta di gorgonzola una “slepa ‘d gurgu”). Faceva spesso la parte del metalmeccanico della Fiat, indossando la tuta blu,ma certo non era un operaio sindacalizzato, ma spiritoso e bonario che manifestava il suo disagio di torinese con frasi di buon senso e qualche lamentazione bonaria e scherzosa. Una sorta di Gianduia in tuta. L’autunno caldo era lontano. Molti immigrati meridionali andavano a vederlo e alla fine della spettacolo i suoi affezionati spettatori lo acclamavano : Maiu! Maiu! Si passava un’ora e mezza di allegria spensierata. Non mi vergogno di dire che, ragazzo, andavo a sentirlo al “Maffei” e persino all’”Alcione”. Una Torino semplice che univa torinesi vecchi e nuovi in nome del buonumore. Come sarebbe utile in questa Torino livida e incapace di sorridere un Mario Ferrero! L’”autunno caldo” del ‘69 decretò la fine di questa teatro popolare.

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Il nuovo libro di Piero Fassino

PD davvero è il nuovo libro di Piero Fassino ,pubblicato dalla “Nave di Teseo”. Il libro parla del suo partito e dei problemi che l’ attanagliano e che l’ultimo segretario DS, socio fondatore del PD ,cerca di contribuire a dipanare. Il libro ha tuttavia ambizioni molto più grandi e merita di essere letto per i temi di ampio respiro che affronta e che rivelano come Fassino ,prima di essere un politico, sia un intellettuale a pieno titolo. Analizzando il Novecento ,lo definisce secolo in cui la sinistra è stata egemone <<comprese le tragedie>>.Questa egemonia Fassino la considera finita e il passaggio di secolo obbliga a misurarsi con sfide nuove senza ricorrere pigramente alla <<cassetta degli attrezzi ideologici del Novecento>>. Le scorie radioattive delle ideologie non hanno lasciato segno nel pensiero di Piero. Le culture storiche del secolo scorso, secondo lui, sono spiazzate perché c’è stata la fine del rapporto politica-cittadini instaurato in passato. C’è, secondo l’autore, un disagio, una solitudine, un sentimento di esclusione, un impoverimento generalizzato che creano ansia. <<L’urlo lacera l’aria-scrive Fassino- poi torna il silenzio>> e c’è chi intende cavalcare il malessere . Parlando di immigrazione, egli evidenzia com’essa generi d’istinto paura per gente straniera diversa da noi. Siamo anni luce dalla demagogia dei migranti visti come risorse. Bisogna pensare – afferma l’autore – ad un’accoglienza sostenibile e diffusa che non generi il rigetto. Ma Fassino evidenzia anche che occorre <<la disponibilità a lasciarsi integrare>>,ponendo un problema che appare di difficile soluzione non solo per l’elemento religioso islamico. E’ un libro,ripeto, che val la pena di leggere. Se la sinistra desse retta a Fassino, sarebbe davvero diversa.

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Beppe Fassino, il liberale vecchio Piemonte

Veniva confuso con Piero Fassino, anche se Giuseppe Fassino era senatore quando Fassino ricopriva incarichi minori nel Pci torinese. Beppe Fassino era un liberale piemontese, un seguace di Einaudi e di Soleri, nato a Busca e noto anche come professore che gestiva gli storici istituti scolastici Fassino, concepiti ,come si diceva un tempo un po’ maliziosamente ,più per gli “asinelli” svogliati che per gli allievi normali. Consigliere comunale nella sua Busca per decenni, segretario del Partito liberale cuneese, consigliere regionale eletto nel 1970 e nel 1975, fu uno dei padri costituenti della Regione Piemonte. Senatore liberale dal 1979 al 1992, fu Sottosegretario alla Pubblica Istruzione e alla Difesa. Fu anche componente nell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Mentre altri liberali sciolsero il PLI nel 1993 in maniera ingloriosa per ottenere un seggio parlamentare dalla destra e/o dalla sinistra, Fassino si ritirò a vita privata, diventando dirigente del Centro “Pannunzio” e presidente del Conservatorio di Torino. Si distinse da quell’arcipelago finto- liberale cuneese  che non brillò mai per stile ,ma  solo per cupidigia di potere. Io con  certi  personaggi  cuneesi  mi accorsi che era impossibile andare d’accordo. Erano degli scettici blu, a voler essere eleganti. Fassino tento’ un chiarimento, offrendo a tutti uno splendido pranzo a Centallo al quale mi presentai accompagnato da un avvocato. Si mangiò e si bevve, ma non si parlo ‘ dei problemi legati alla rottura dei rapporti. Fassino alla fine invito ‘ a stringerci tutti la mano e a brindare , passando sopra al passato. Erano dissensi insuperabili  perché il dissenso si era trasformato in disprezzo ,almeno da parte mia. Infatti  , il giorno successivo la morte di Fassino ,gli  scettici blu cuneesi  si esibirono in un volgare e inqualificabile attacco personale nei miei confronti. L’Eccellenza Fassino-come era chiamato nel Cuneese – era un vero liberale che veniva da lontano e non un parvenu improvvisato. Era del livello morale di Vittorio Badini Confalonieri  che fu escluso dal Parlamento dalle cordate clientelari che si erano impossessate del partito liberale a metà degli Anni 70. Mancato cinque anni fa all’età di 88 anni, il 23 novembre alle ore 17 verrà ricordato a Torino a Palazzo Cisterna in via Maria Vittoria 12.

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L’oratore e patriota Carlo Delcroix

A Roma oggi ricordo Carlo Delcroix a cent’anni dal suo sacrificio durante la Grande Guerra e a 40 anni dalla morte. Il mio amico Domenico Giglio ,presidente del prestigioso Circolo “Rex” ,una delle più vecchie associazioni politico-culturali di Roma, nata nel ’44,mi ha invitato a ricordare il grande oratore che fece appassionare le piazze d’Italia. Cieco e senza mani ,in seguito al suo spirito di sacrificio che nella prima guerra mondiale lo portò a bonificare da solo un campo minato nel 1917,Delcroix con le ferite non ancora guarite iniziò come Fulcieri Paulucci de Calboli, altro grande invalido, i suoi discorsi appassionati ai soldati delle trincee per esortarli alla resistenza sul Piave. Amico di mio nonno al fronte, ebbi il piacere di ascoltare più volte i suoi discorsi. Nessun oratore della storia italiana del Novecento ebbe la sua efficacia appassionata e suggestiva. Il mio compagno di scuola Giovanni Minoli , quando lo sentì casualmente in piazza San Carlo, mi disse che era un uomo eccezionale, indimenticabile. Ed era proprio così.

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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

CHIAMPA E LAUS: GIOCHI D’AZZARDO
Cosa ne pensa dello scontro istituzionale tra il presidente Chiamparino e il presidente del Consiglio regionale Laus sulle macchinette da gioco ? Mi sembra inaudito.
                                                                             Cristina Vecchio

E’ davvero inaudito perché Chiampa , come lo definivano un tempo, è ammalato di protagonismo e pretendendo che il Consiglio regionale si uniformi ai suoi ordini, sia pure per una causa meritevole come la lotta al gioco d’azzardo, stravolge il senso del rapporto istituzionale tra Giunta e Consiglio Regionale. Il Piemonte non è una repubblica presidenziale e le ragioni dell’assemblea legislativa regionale vanno oltre quelle del presidente della giunta. E’ lo stesso delirio di onnipotenza di quand’era sindaco ed ha accumulato un deficit pauroso alla Città senza che nessuno del suo partito abbia il coraggio di rinfacciarglielo. Fassino si è trovato a fronteggiare il baratro finanziario che aveva ereditato, senza riuscire a colmarlo.
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LUCI E OMBRE
Ho visto che piazza San Carlo, pur riproponendo luci d’artista che rendono più buia la piazza, quest’anno ha delle luci in più .Ricordo che lo scorso anno Lei sollevò il problema delle luci d’artista inadeguate .                  Sveva  Vincenti

Anch’io sono rimasto sorpreso favorevolmente dalle luci in più . A Natale ci vogliono tante luci per rendere allegro il clima natalizio, ma le luci in più occorrono anche tutto l’anno per la sicurezza. Quelle luci d’artista saranno anche suggestive, ma sono assolutamente inadatte ,persino inquietanti. Ovviamente non bastano le luci a rendere sereno e piacevole il Natale, sarebbe necessaria una luce ,anche piccola , se ci accendesse dentro di noi.

Con il bel tempo torna lo smog. Niente pioggia per almeno una settimana

Brevi  piogge in pianura  e nevicate sulle alpi, dopo il lungo periodo di siccità, di inquinamento e di caldo anomalo. Ora, però,  l’alta pressione torna sul nord-ovest per almeno una settimana durante la quale non si vedranno perturbazioni su Torino e sul Piemonte. Arpa segnala che domenica un’area di bassa pressione dal Nord Europa porterà per alcune ore aria più fredda sulla parte orientale, con vento di foehn sulle Alpi, in particolare sui settori nordoccidentali e settentrionali, con nevischio  sulle cime di confine di Pennine e Lepontine. L’anticiclone torna lunedì, con  zero termico  a quota 3.000. A partire da mercoledì o giovedì novembre la Smi (Società Meteorologica Italiana) prevede l’ingresso di aria  umida dal comparto atlantico e mediterraneo, sul bordo dell’alta pressione, con  graduale aumento della nuvolosità. Le minime notturne sono  in aumento, le massime diurne in calo, da 11-14 a 8-11. Il blocco del traffico a Torino verrà deciso in base alla situazione. Lunedì non ci sarà comunque essendo indetto lo sciopero dei mezzi pubblici.

La dolce morte. Papa Bergoglio dice la sua

Una recente presa di posizione di Papa Francesco sull’accanimento terapeutico ci riporta l’attenzione su una proposta di legge, da sempre ferma in Parlamento sulla “dolce morte”, l’eutanasia. La sortita del Papa può giovare. Sappiamo che ogni presa di posizione di Francesco è sofferta perché non ha il consenso unanime dei vescovi, anche di quelli che ha nominato. Se spesso la riconoscenza non c’è fra i comuni mortali, non è che nella Chiesa vada meglio e la guerra che gli fanno fa ritardare, talvolta, dichiarazioni che avrebbe espresso prima, ma anche esternare quelle che non avrebbe reso.

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Chi vi scrive ( l’intero giornale) è a favore del diritto alla vita, contrario alla pena capitale; ma per contro, è favorevole al diritto alla morte. Quando la dignità della vita, alla sopportazione del dolore, portano ad una sofferenza inenarrabile che non ci fa capire il disegno imperscrutabile divino che ammette tanto dolore nei confronti dei più deboli e sventurati, noi propendiamo per un’eccezione: la vita vegetale non è vita e non deve perciò essere tutelata. Seppur sia un argomento tanto dibattuto e da sempre in discussione alla Camera, sul tema dell’Eutanasia, si scontrano pareri discordanti, declinate con tante ipocrisie e posizioni di comodo. Tutti ( quelli della mia età) ricordano la vicenda toccante di Eluana Englaro. La richiesta della famiglia di interrompere l’alimentazione forzata, considerata un inutile accanimento terapeutico che scatenò un notevole dibattito sui temi legati alle questioni di fine vita. Dopo un lungo iter giudiziario, l’istanza fu accolta dalla magistratura per mancanza di possibilità di recupero della coscienza, ed in base alla volontà della ragazza, ricostruita tramite testimonianze. Recentemente una nuova sentenza della Suprema Corte è stata di parere diverso e sono state negate le attenuanti alla persona che ha ucciso la moglie con motivazioni legate alla sofferenza di lei. Questo conferma che la questione delle scelte di fine vita non possono essere risolte semplicemente attraverso una valutazione caso per caso.

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A dicembre ci sarà la commemorazione dell’undicesimo anniversario dalla morte di Piergiorgio Welby che decise di porre fine alle sue sofferenze. Malato di distrofia muscolare e all’epoca co-presidente dell’ALC, nel 2006, trasmise al Presidente della Repubblica Napolitano la richiesta di eutanasia. Dopo mesi di coinvolgimento del mondo scientifico e giuridico, Welby ottenne, legalmente, ciò che inizialmente gli era stato negato: l’aiuto di un medico per distaccare, senza soffrire, il respiratore. Il caso Welby fece maturare nel Paese il consenso alla libertà delle scelte di fine-vita e rappresentò un precedente giudiziario fondamentale per il diritto all’interruzione delle terapie.La sortita di Papa Francesco speriamo sia di ausilio per affrontare, a livello generale e non caso per caso, un argomento tanto spinoso, ma per il quale occorre arrivare ad una soluzione pacata ed equilibrata.

Tommaso Lo Russo

(foto: il Torinese)

 

Babbi Natale su due ruote

Non solo più in moto, non solo più a piedi, camminando o correndo: quest’anno al Raduno dei Babbi Natale, di fronte al Regina Margherita, sarà possibile arrivare anche in bicicletta, attraverso un percorso di 4 km, che partirà dal Centro e arriverà sulla piazza del Raduno. Un tour nelle vie della Città, per arrivare in Piazza Polonia, dove saranno allestite delle aree per il ricovero delle bici così da permettere ai “ciclisti” di partecipare attivamente alla festa per i bimbi del Regina Margherita. Da sabato 18 novembre, saranno disponibili i pettorali da bici per partecipare alla Biciclettata del Raduno. I pettorali saranno numerati progressivamente e andranno posizionati sulla propria bici e sono da conservare, perché, proprio durante il Raduno, saranno estratti due pettorali che riceveranno un premio da parte di OVS e EATALY, sostenitori della biciclettata.

A partire dal 18 novembre, sarà possibile ritirare i pettorali presso:

OVS di via Roma, angolo via CavourOVS di Grugliasco, presso Le Gru

OVS di Piazza Carducci

OVS di C.so Telesio, angolo C.so Francia

OVS di Piazza Santa Rita

Eataly Lingotto

Eataly Incontra Via Lagrange

Banchetti della Fondazione Forma

FIAB Torino Bici & Dintorni

Domenica 3 dicembre, IL PROGRAMMA:

Tutti i ciclisti che parteciperanno al Raduno, dovranno presentarsi in via Lagrange 3, Torino, di fronte a EATALY, a partire dalle ore 9.00 e tutti rigorosamente vestiti da Babbo Natale.

In attesa della partenza verso l’Ospedale Regina Margherita, “i ciclisti di Babbo Natale” potranno partecipare allo spettacolo di Bike Trial e Bmx di Oliver Rege e Luca Gioiello, accompagnato dal violino di Anna Maria De Simone. Alle 10.15, con la scorta della Polizia Municipale, ci sarà il fischio di partenza per il Regina Margherita attraverso il percorso cittadino.

Ancora PER CHI non avesse la bicicletta a disposizione, saranno possibili agevolazioni con TorinoBike.

L’elenco dei luoghi in cui è possibile trovare, a fronte di unna donazione, il vestito di Babbo Natale è disponibile sul sito: www.fondazioneforma.it

CERUTTI: “congedi parentali, una brutta figura per GTT”

 

«GTT trasformi una brutta figura in una buona occasione. La sentenza di appello del Tribunale di Torino che si esprime in favore delle lavoratrici e dei lavoratori che avevano denunciato come discriminatorio il comportamento dell’azienda nei confronti loro in relazione al trattamento economico nei congedi parentali, sia per GTT il punto di partenza per avviare nuove pratiche non discriminatorie e paritarie nei confronti dei propri dipendenti» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte. A un anno di distanza dalla sentenza di primo grado arriva anche il pronunciamento del Tribunale di Torino in appello che respinge integralmente le richieste di GTT e la condanna a pagare quasi 20.000 euro complessivi di spese processuali. Viene dunque confermato il principio secondo il quale l’azienda non può decurtare il premio di risultato aziendale in caso di maternità, congedo parentale o permesso per malattia dei figli. «Già l’anno scorso la Giunta regionale si era mossa per invitare GTT ad avviare una riforma interna per inserire pratiche innovative e sperimentare modelli inediti e avanzati di coinvolgimento del personale. Dispiace constatare a un anno di distanza che la scelta dell’azienda di proseguire in tribunale la propria battaglia porterà un carico sulle casse aziendali di 20.000 euro, le spese processuali. L’auspicio è che, seppur nelle difficoltà che l’azienda attualmente soffre, finalmente si possa mettere in campo maggiore attenzione per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Politiche che pagano dal punto di vista del benessere del dipendente e che portano un ritorno economico» – ha concluso Monica Cerutti.

Florilegio barocco

Lunedì 20 novembre (Teatro Vittoria, ore 20) con il concerto Florilegio barocco prosegue la serie l’altro suono dedicata dall’Unione Musicale alla valorizzazione della musica antica e preclassica. Protagonisti saranno due musicisti italiani d’eccezione: il mezzosoprano Giuseppina Bridelli –apprezzata nei maggiori teatri europei e negli stati Uniti nel repertorio barocco e classico – e il clavicembalista Simone Ori, attivo come direttore, cembalista e organista con i più prestigiosi ensemble europei.La musica del Barocco italiano ama le tinte forti: gioia estrema o profonda disperazione, invidia, ira, vendetta, ironia, sarcasmo… tutti sentimenti e stati d’animo presenti in Florilegio barocco, che “mette in scena” musica vocale e strumentale pensata proprio per esprimere “gli affetti” con linee melodiche di assoluta bellezza e armonie sorprendenti, nobili, lievi o dolorosamente cromatiche.

 

Il programma alterna brani appartenenti a periodi e autori diversi. Si comincia con pagine di Monteverdi (di cui si celebrano i 450 anni della nascita) dal Settimo libro de Madrigali e dagli Scherzi Musicali, e si prosegue con le sfumature di Frescobaldi, il virtuosismo sfavillante di Vivaldi, l’intensità di Alessandro Scarlatti e le pagine intime di Barbara Strozzi e Benedetto Ferrari, per un vero e proprio “inno alla varietà”, che è una delle caratteristiche più spettacolari della musica barocca.

Ricco di sublimi gioielli musicali, famosi o meno noti, il programma mette in evidenza le abilità attoriali e i fascinosi colori vocali di Giuseppina Bridelli – particolarmente apprezzata nei ruoli di Cherubino e Despina –, e il virtuosismo di Simone Ori, raffinatissimo camerista impegnato qui anche come solista nella Toccata Nona dal Primo libro di Toccate di Frescobaldi e nelle Partite sopra La Follia di Spagna di Scarlatti.

 

«Rispetto alle esperienze in teatro – ha dichiarato Giuseppina Bridelli in un’intervista rilasciata in esclusiva per l’Unione Musicale – , dove il cantante è aiutato dalla regia, dalla messinscena e dai costumi, in concerto si è soli con la propria voce e la propria espressività. Ciò offre un’enorme libertà ai musicisti, che possono operare le proprie scelte interpretative, ma al tempo stesso i rischi sono molto maggiori: passare da un autore all’altro nel giro di pochi secondi, adattarsi a continui cambi espressivi ed emotivi espone a critiche di diversa natura. Ma in fondo è noto che noi cantanti siamo amanti del rischio…»

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L’intervista completa è consultabile alla pagina http://www.unionemusicale.it/intervista-esclusiva-a-giuseppina-bridelli/poltrone numerate, euro 20 in vendita presso la biglietteria dell’Unione Musicale e online su www.unionemusicale.it

ingressi, euro 12, ingressi giovani fino a 21 anni, euro 5 –in vendita il giorno del concerto presso il Teatro Vittoria dalle ore 19.30

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lunedì 20 novembre 2017

Teatro Vittoria – via Gramsci, 4 – Torino

ore 20

l’altro suono

 

Giuseppina Bridelli / mezzosoprano

Simone Ori / clavicembalo

FLORILEGIO BAROCCO

Claudio Monteverdi (1567-1643)

da Settimo libro de Madrigali: Con che soavità

da Scherzi Musicali: Voglio di vita uscir – Maledetto sia l’aspetto

 

Girolamo Frescobaldi (1583-1643)

Così mi disprezzate da Primo libro d’Arie musicali

Toccata Nona da Primo libro di Toccate

 

Antonio Vivaldi (1678-1741)

Aria da Piango, gemo, sospiro e peno, Cantata RV 675

Qual per ignoto calle, Cantata RV 677

 

Alessandro Scarlatti (1660-1725)

Partite in re minore sopra La Follia di Spagna

Andate, o miei sospiri, Cantata n. 42

 

Barbara Strozzi (1619-1677)

Lagrime mie da Diporti di Euterpe

 

Benedetto Ferrari (1603 circa – 1681)

Amanti io vi so dire da Musiche varie a voce sola 

Scheda concerto con approfondimenti e materiali multimediali

http://www.unionemusicale.it/concerti/giuseppina-bridelli-mezzosoprano-simone-ori-clavicembalo-torino-unionemusicale-20112017/