redazione il torinese

Cooperazione militare Italia Georgia

Presso la Defence Institution Building School di Tbilisi è stato inaugurato il primo “1° corso di orientamento alla stabilizzazione e ricostruzione”, frutto della crescente cooperazione bilaterale fra Italia e Georgia nel settore della formazione militare. All’evento hanno presenziato il Vice Ministro della Difesa della Georgia Nukri Gelashvili, l’Ambasciatore d’Italia a Tbilisi Antonio Enrico Bartoli e il Direttore del Centro Studi sulle Operazioni di Post-Conflict dell’Esercito Generale di Brigata Antonio Pennino. Il progetto si rivolge al personale civile e militare della Georgia appartenente ai settori sicurezza e difesa e si estende ai funzionari di altri dicasteri interessati alle tematiche di ricostruzione e stabilizzazione. L’apertura a Tbilisi del primo corso “post-conflict” rappresenta il coronamento di un progetto avviato nel febbraio scorso a Torino e che ha visto operare, al fianco delle istituzioni georgiane, gli specialisti del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. A Torino, nella sede del Centro Studi sulle Operazioni di Post-Conflict dell’Esercito, si è svolta infatti un’articolata fase preparatoria culminata con l’addestramento e la successiva abilitazione degli istruttori georgiani. La partecipazione al primo corso di personale in servizio nelle principali istituzioni nazionali della Georgia conferma l’elevata preparazione professionale che gli istruttori georgiani hanno ottenuto in Italia e dimostra l’attenzione del paese caucasico nei confronti delle delicate attività di ricostruzione e rafforzamento della sicurezza conseguenti alla conclusione di un conflitto. Il Generale di Brigata Antonio Pennino, coordinatore del progetto, ha espresso la propria soddisfazione per il positivo esito di un’iniziativa che non esclude possa ampliarsi e che rafforza prestigio e credibilità del “sistema Italia” sulla scena internazionale.

Percorsi interrotti

IN MOSTRA ALLA “BIBLIOTECA NAZIONALE” DI TORINO, I DIPINTI E I DISEGNI DI ELEONORA E GIORGIO, MADRE E FIGLIO, ENTRAMBI ARTISTI ENTRAMBI VITTIME DELLA SHOAH

FINO AL 27 DICEMBRE

“Percorsi interrotti”: il titolo della mostra é brutalmente essenziale. Percorsi d’arte interrotti. Percorsi di vita interrotti. Sogni. Progetti. Affetti. Interrotti. La rassegna, ospitata fino a mercoledì 27 dicembre, nelle nuove sale espositive della “Biblioteca Nazionale” di Torino, si propone infatti di rendere nota al vasto pubblico l’attività artistica di Eleonora Levi e del figlio (terzogenito, dopo Roberto e Gino) Giorgio Tedeschi, tragicamente “interrotta” nel marzo del ’44 dalla deportazione ad Auschwitz, dove entrambi furono vittime della spietata macchina di sterminio nazista: la prima uccisa immediatamente all’arrivo, Giorgio durante la marcia di evacuazione dal campo di Sosnowitz nel gennaio del ’45. La mostra alla “Nazionale”, realizzata per iniziativa della figlia di Giorgio, Rossella Tedeschi e del marito, il musicologo Enrico Fubini, con la preziosa e attenta curatela di Giovanna Galante Garrone, già alla direzione della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Piemonte, intende dunque sottrarre ad anni di ingiusto oblio un ingente patrimonio artistico “praticamente sconosciuto” e gelosamente custodito fra le mura domestiche da Giuliana Fiorentino Tedeschi, moglie di Giorgio mancata nel 2010. In tal senso rappresenta un “dovuto risarcimento” alle figure di Eleonora (Nora, come amava firmare i suoi quadri) e di Giorgio, oltreché “un importante novità sul piano storico ed artistico”. I dipinti di Nora (nata a Torino nel 1884 e allieva prediletta di Carlo Follini, che a lei dedica il luminoso “Persone su una strada lungo il mare”, un olio del 1898 esposto in mostra) si presentano al pubblico per la prima volta, mentre una piccola parte dei disegni di Giorgio (nato a Torino nel 1913) era già stata esposta nel 1979 all’Unione Culturale di Torino per volontà della moglie Giuliana, sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz e che, al suo ritorno a Torino, ritrovò le figlie Rossella ed Erica, entrambe nascoste e salvate dalla barbarie nazi-fascista da una domestica. Giuliana, oltreché amorevole “custode” dell’ingegno artistico della suocera e del marito, fu anche autrice di testi fondamentali sull’esperienza del lager, come “Questo povero corpo” edito nel 1946 e “C’è un punto della terra…Una donna nel lager di Birkenau” pubblicato nel 1988. In tal senso, la mostra vuole essere un tributo anche a lei e alla sua ferrea volontà di tenere vivo il ricordo della Shoah. Nella scrittura, nell’educazione delle figlie, nello stile di vita e nei frequenti contatti con gli alunni delle scuole torinesi. Le opere da lei conservate mantengono in rassegna le stesse cornici usate per le pareti di casa. Pochissime quelle datate; ragion per cui vengono esposte in sequenza non cronologica, ma tematica. Di Giorgio, convinto dal padre Cesare – imprenditore laniero e presidente del “gruppo tessili” dell’Unione Industriale, morto nel ’31 in giovane età – a laurearsi in Architettura (lavorando dopo la laurea a Milano nello studio di Giò Ponti), troviamo anche in mostra alcune foto di edifici, progettati con spirito “razionalista”, per la Montecatini. “Femminista ante litteram” (dal memoriale del figlio Gino), Nora Levi si ribellò all’esclusione – impostale – dagli studi superiori per gettarsi anima e corpo nella pittura. E se Follini poté insegnarle “le teorie del colore, una pittura veloce ma precisa, l’allieva – scrive bene Giovanna Galante Garrone – si espresse nei suoi quadri con un tocco sensibile, uno spiccato gusto materico e una non comune energia”: così é in quel “sentiero” che fatica a farsi largo sotto l’incombere di una vorticosa vegetazione o “nella luce di un placido canale”, come “nella selvaggia resa di una spiaggia disseminata di cespugli” o nella suggestione de “La casa bianca”, olio su tavola di singolare minimalista narrazione, non fosse per quei pini in primo piano bruscamente “scossi dal vento”. In certi “audaci accostamenti di colori puri”, Galante Garrone parla anche di “vicinanza ad alcune prove giovanili di Carlo Levi”, così come – aggiungerei – nel fragoroso turbinio di inquieti scorci paesistici, alle arruffate marine di Enrico Paulucci. E’ del ’29 la prima mostra dei “Sei”, alla Galleria “Guglielmi” di Torino. Fra di loro “Nora non avrebbe sfigurato”. Una passione per l’arte, la sua, trasmessa in toto al figlio Giorgio, che già da bambino disegnava in continuazione. Daltonico, esplorò e approfondì, con risultati per davvero notevoli, le possibilità del bianco e nero (o della sanguigna), lasciando un ricchissimo patrimonio di disegni dal tratto veloce e istintivo, in cui spiccano gli svariati ritratti di anziani insieme ad altri di più intima famigliarità, agli autoritratti di grande rigorosa scrittura, alle ironiche “caricature” di professori e compagni di scuola e ad alcuni morbidi e delicati nudi femminili. Non mancano i paesaggi e i rustici di campagna e quelle “Barche nel porto” di ineccepibile freschezza e levatura tecnica. Ha visto bene Giovanna Galante Garrone: in questi ultimi pezzi, “in particolare nelle case appena accennate, si riconoscono l’attenzione e la mano dell’architetto”.

Gianni Milani

“Percorsi interrotti. Eleonora Levi e Giorgio Tedeschi”

Biblioteca Nazionale Universitaria, piazza Carlo Alberto 3, Torino; tel. 011/8101111

Fino al 27 dicembre

Orari: lun. – ven. 10/18; sab. 10/13

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Nelle immagini:

– Giorgio Tedeschi: “Autoritratto”, matita e penna a inchiostro nero acquerellato

– Nora Levi: “Sentiero nella vegetazione”, olio su tavola

– Nora Levi: “La casa bianca”, olio su tavola

– Giorgio Tedeschi: “Testa di vecchio”, matita grassa su carta

– Giorgio Tedeschi: “Giovane donna che dorme”, matita e matita grassa su carta

– Giorgio Tedeschi: Barche nel porto”, penna a inchiostro nero acquerellato su carta

 

I bambini dell’ospedale Infantile Regina Margherita in piazza San Pietro per l’accensione dell’Albero dei Desideri

Anche quest’anno Piazza San Pietro si illumina con l’Albero di Natale decorato da decine di bambini che negli ospedali di tutta Italia hanno modellato gli addobbi in argilla per esprimere i propri desideri, grazie all’iniziativa promossa dalla Fondazione Lene Thun, Onlus bolzanina che promuove e gestisce laboratori di terapia ricreativa attraverso la modellazione ceramica in contesti di malattia e disagio

“L’Albero dei Desideri” è il simbolo della speranza, del coraggio e della voglia di vivere di tanti piccoli che ogni giorno si trovano ad affrontare le difficoltà nel percorso della malattia e la sfida più grande, quella per la vita. Attraverso la manipolazione dell’argilla, i bambini hanno ritrovato non solo il sorriso e la forza per guarire, ma anche la possibilità di manifestare liberamente la propria creatività. I bambini dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino, dei reparti di Oncoematologia e di Malattie metaboliche, sono partiti ieri accompagnati dalle loro famiglie, dal Direttore Sanitario dottor Vinicio Santucci e dai volontari della Onlus, alla volta di Roma ed oggi assisteranno alla cerimonia di accensione dell’Albero in Piazza San Pietro.
Per l’occasione Papa Francesco riceverà i bambini in udienza privata. Il progetto è stato realizzato grazie alla preziosa collaborazione di tutta l’équipe sanitaria ed il personale medico ospedaliero quotidianamente impegnati nella lotta alla malattia. Un ringraziamento particolare va alla dottoressa Franca Fagioli, Direttore Oncoematologia ed al dottor Marco Spada, Direttore di Pediatria, che hanno supportato l’attività.

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Grazie al contributo di molti, nel corso di quest’anno, la Fondazione Lene Thun Onlus, attraverso i laboratori distribuiti sul territorio nazionale, ha regalato oltre 27.000 ore di sorrisi e supportato con la sua attività 9.000 bambini e le loro famiglie, che grazie alla magia della modellazione, oggi vivono in maniera meno dura e difficile i lunghi ricoveri a cui li costringe la malattia.
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La Fondazione Lene Thun, creata da Peter Thun per ricordare la gioia ed i benefici provati da sua madre, la Contessa Lene, mentre plasmava l’argilla dando forma alle celebri figure THUN, promuove laboratori di terapia ricreativa attraverso la modellazione ceramica in contesti di malattia e di disagio, prevalentemente sul territorio italiano. La manipolazione dell’argilla e l’attività di modellazione agiscono su due piani: regalano un’immediata sensazione di benessere, di piacevolezza e divertimento, e permettono, attraverso la creazione di forme tridimensionali, di dare voce alla propria sfera emotiva, attenuando le paure e la sofferenza interiore. Si creano così i presupposti per ricevere aiuto e sviluppare l’autostima e la socializzazione. Nel 2014, nasce il progetto “Fondazione Contessa Lene Thun negli Ospedali”, che prevede la realizzazione di Laboratori permanenti di modellazione della ceramica all’interno dei reparti pediatrici di grandi ospedali italiani. La Fondazione inoltre si è impegnata fortemente in un progetto a favore dei bambini che vivono nelle zone colpite dal terremoto, organizzando 6 settimane di laboratori estivi di modellazione ceramica presso Amatrice, Cittareale, Antrodoco, Leonessa e Norcia. L’attività si concentra soprattutto nei reparti di Oncoematologia pediatrica che comportano una lunga e pesante ospedalizzazione, ma anche in alcuni reparti di Neuropsichiatria infantile. I laboratori, che si svolgono una volta alla settimana, vengono coordinati dallo staff di volontari e da ceramisti della Fondazione e sono offerti gratuitamente alle strutture ed ai pazienti.

Immacolata da record negli hotel di Torino. Pienone al 95% e prenotazioni in crescita

Il lungo ponte dell’Immacolata fa registrare il (quasi) tutto esaurito negli hotel torinesi con il 95% delle stanze occupate  e prenotazioni in crescita del 10%, grazie anche al derby d’Italia di sabato sera tra Juventus e Inter e all’apertura della stagione sciistica sulle Alpi olimpiche. “E’ stato un novembre altalenante, ma ora l’offerta culturale museale torinese e i grandi eventi sportivi sembrano premiare Torino e il suo territorio, in questo fine settimana dell’Immacolata”, dice all’Ansa Maria Luisa Coppa presidente Ascom Torino e  e vicepresidente nazionale Confcommercio Imprese per l’Italia. “I dati positivi sulle presenze nelle strutture alberghiere rappresentano buone premesse per gli acquisti natalizi e per i primi mesi del 2018”. Per la presidente dei commercianti Torino è e deve restare la città dei grandi eventi: “lo sport e i grandi musei svolgono un ruolo di sicuro richiamo ma è importante che l’offerta turistica sappia rinnovarsi e proporre nuovi slanci a una città che ha trovato in questo settore uno dei maggiori elementi di crescita e sviluppo”.

WORLD SOIL DAY- RESI NOTI I DATI DI ANNI DI RICERCHE,

Si è svolto a Torino l’incontro “I suoli alpini nell’equilibrio ecosistemico globale” organizzato da Legambiente e dall’Istituto Piante da Legno e Ambiente con il patrocinio di FAO e Regione Piemonte. Esperti Europei e italiani si sono confrontati in occasione del World Soil Day e hanno reso pubblici i dati rilevati ed elaborati in anni di ricerca. Dai dati suddetti emerge che il Piemonte è tra le regioni europee che insistono sulle Alpi con il maggior numero di informazioni disponibili. I suoli regionali studiati dall’IPLA tramite lo studio di oltre 700 scavi pedologici (oltre 2000 analisi fisico-chimiche a carico degli orizzonti campionati) sono un enorme contenitore di carbonio. Quasi 50 tipologie diverse di suolo sulle nostre Alpi contengono oltre 100 milioni di tonnellate di carbonio, solo nei primi 30 cm di profondità che diventano 150 milioni di tonnellate se si considera l’intera profondità del suolo. D’altra parte è stata sottolineata dagli esperti l’estrema fragilità di questi suoli che sono messi a rischio dall’ erosione. Il pascolamento eccessivo degli animali allevati e la cattiva gestione del bestiame possono innescare fenomeni di perdita di suolo e dissesti superficiali assai rilevanti. Gli ultimi dati parlano di 14 tonnellate medie di terreno perse in Piemonte ogni anno per ogni ettaro, con una perdita complessiva valutabile in circa 16 milioni di tonnellate all’anno. Tutto questo tenuto conto che la copertura forestale e la copertura prativa sugli alpeggi proteggono i suoli dall’erosione che dai dati risulta molto più accentuata nelle aree collinari della viticoltura regionale.
I suoli alpini – sottolinea l’Università di agraria di Torino, DISAFA – sono il supporto per 1055 specie botaniche racchiuse il 92 diversi tipi pastorali sui 60.000 ettari di alpeggi e prato-pascoli rilevati. Oggi i 190.000 ettari di alpeggi complessivi (in constante diminuzione per l’espansione del bosco) sono spesso sfruttati male e dovrebbero essere meglio gestiti per conservare il valore produttivo dei pascoli e per non perdere la fertilità dei suoli. Perché, ormai è chiaro agli esperti nazionali ed europei, i suoli e la gestione delle mandrie condizionano la qualità dei pascoli che influiscono sulla qualità del latte e, quindi, su quella dei formaggi d’alpeggio che sono un fiore all’occhiello della nostra Regione.

Un viaggio nel classicismo viennese

Andando verso il Natale, chi non vorrebbe fare un viaggio in Austria? Ed è proprio lì che ci condurranno I Concerti del Lingotto, con un itinerario musicale d’eccezione attraverso il classicismo viennese con il famoso violinista Pinchas Zukerman, nella doppia veste di solista e direttore dell’altrettanto celebre Camerata Salzburg, che lunedì 11 dicembre 2017 alle 20.30 presso l’Auditorium Giovanni Agnelli (via Nizza 280, Torino) daranno vita alla terza tappa dei Concerti del Lingotto 2017-2018. Pinchas Zukerman, nato a Tel Aviv e scoperto da Isaac Stern, è considerato un fenomeno nel mondo della musica classica ormai da più di quattro decenni. Il suo genio musicale, la tecnica prodigiosa e l’incrollabile livello artistico sono una meraviglia continua per pubblico e critica; la sua passione e il suo entusiasmo per l’insegnamento hanno portato a programmazioni innovative a Londra, New York, Ottawa, in Cina e Israele. Il nome di Pinchas Zukerman viene ugualmente rispettato come violinista, violista, direttore d’orchestra, pedagogo e musicista da camera. Anche la Camerata Salzburg esercita un’attrattiva particolare, non solo perché il suo nome evoca il luogo natale del grande musicista ma in quanto depositaria di una tradizione non tanto antica – l’orchestra è nata nel 1952 – ma che ha nel suo patrimonio genetico il pensiero e l’insegnamento di alcuni dei più autorevoli “mozartiani” del Novecento, da Bernhard Paumgartner che l’ha fondata a Sándor Végh e tanti altri grandi direttori e solisti fino ai giorni nostri. La Camerata Salzburg ha sperimentato un nuovo stile di esibizioni fin dai primi anni Sessanta: durante una tournée in Germania, Géza Anda decise di dirigere l’orchestra dal pianoforte, una mossa alquanto coraggiosa a quei tempi. Il programma della serata è tutto squisitamente “viennese”, con i tre grandi protagonisti della stagione classicista. Si apre con la Romanza per violino e orchestra n. 1 in sol maggiore op. 40 di Ludwig van Beethoven, databile all’incirca ai primi anni dell’Ottocento, nella quale il virtuosismo cede il passo alla cantabilità e all’espressività. Con il Concerto per violino e orchestra n. 5 in la maggiore KV 219 di Wolfgang Amadeus Mozart torniamo al 1775, quando Mozart adempie ai suoi doveri come Konzertmeister nella Salisburgo dell’Arcivescovo Colloredo componendo musica da camera e da chiesa, compresi i cinque Concerti per violino e orchestra, dei quali il KV 219 è l’ultimo e forse il più conosciuto, grazie anche al suo Finale con il famoso episodio centrale in stile “alla turca”. Si chiude con la Sinfonia n. 83 in sol minore “La poule” di Franz Joseph Haydn, unica in minore tra le sei sinfonie cosiddette “parigine”, così chiamata per la  nota puntata e ribattuta degli oboi nel primo tempo che ricorda il verso della gallina. Il titolo non deve però trarre in inganno, “La poule” è uno dei lavori più impegnativi del “padre della sinfonia”.

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La biglietteria è aperta nei giorni 6, 7 e 11 dicembre 2017 in via Nizza 280 interno 41, dalle 14.30 alle 19, e un’ora prima del concerto, dalle 19.30. Poltrone numerata da 27 a 54 euro, ingresso non numerato 20 euro e ingressi numerati giovani 13 euro (ridotto per i giovani con meno di trent’anni) in vendita un quarto d’ora prima del concerto secondo disponibilità. Vendite on line su www.anyticket.it. Informazioni: 011.63.13.721.

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Lunedì 11 dicembre 2017 ore 20.30
Auditorium Giovanni Agnelli, Via Nizza 280, Torino

Camerata Salzburg
Pinchas Zukerman, direttore e violino

Ludwig van Beethoven
Romanza per violino e orchestra n. 1
in sol maggiore op. 40

Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto per violino n. 5 in la maggiore KV 219

Franz Joseph Haydn
Sinfonia n. 83 in sol minore Hob. I:83 “La poule”

UN VIAGGIO NEL CLASSICISMO VIENNESE
lunedì 11 dicembre 2017 ore 20.30 • Auditorium Giovanni Agnelli, Via
Nizza 280, Torino

In moto si schianta contro un palo della luce: morto 45enne

Aveva 45 anni, Antonino Musolino, il motociclista deceduto la scorsa notte a Torino, per aver perso il controllo della sua Aprilia ed essersi schiantato contro un palo della luce. L’incidente è avvenuto verso le tre di mattina in corso Castelfidardo, vicino al Politecnico. Il centauro è morto sul posto senza che il personale medico del 118 potesse salvarlo. La polizia municipale è alla ricerca di testimoni.

Ecco come comportarsi in caso di eredità

Di Patrizia Polliotto* 

Quando scompare un congiunto, gli eredi sono tenuti a provvedere a risolvere alcune questioni burocratiche come la dichiarazione di successione, il passaggio di proprietà degli immobili, disdette varie, divisione dell’eredità e voltura di utenze. Le vigenti disposizioni legislative in merito statuiscono che gli eredi, i quali hanno accettato l’eredità, hanno l’obbligo di saldare anche le eventuali partite ancora aperte lasciate dal defunto: e, qualora i beni del congiunto non fossero sufficienti a garantire ciò, gli eredi che accettano la destinazione a proprio favore dell’eventuale patrimonio risponderanno anche con tutti i propri beni, e non solo con quelli ricevuti con l’eredità”. La terza via è accettarla con il cosiddetto ‘beneficio d’inventario’. In tal frangente è dunque sufficiente e necessario stilare una dichiarazione presso un notaio o un cancelliere del tribunale che redigerà l’inventario, cioè, l’elenco con relativa descrizione dei beni ereditati. Ed ecco che, in primo luogo, se l’erede aveva crediti o debiti verso il defunto li conserva: può farsi pagare come creditore e può pagare come debitore oltre al fatto che risponderà dei debiti solo con i beni ereditari.

* Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte
dell’Unione Nazionale Consumatori
UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

La finestra sul cortile

Un pomeriggio al MAO sorseggiando il tè 

Il MAO di Torino organizza una serie di eventi che hanno la particolarità di unire una visita guidata all’interno del museo ad una degustazione di tè pertinente all’area culturale proposta. Gli eventi, cominciati a fine ottobre, si svolgono il sabato pomeriggio e ogni appuntamento vede protagonista una delle cinque Gallerie che lo costituiscono, dando alcuni spunti di riflessione che permettono di percorrere virtualmente le antiche rotte della via del tè. L’itinerario si conclude ogni volta con una degustazione di tè. Io ho partecipato al primo evento in calendario che proponeva un’esaustiva visita guidata nella galleria che percorre Tibet e Himalaya a cui è seguita una degustazione di pregiati tè provenienti dalle regioni asiatiche oggetto della visita; l’evento è durato circa un’ora e mezza. Infatti dopo aver visitato le bellissime sale che ospitano statue in bronzo e oro dei Buddha, copertine lignee nepalesi antichissime e preziosi manoscritti tibetani, il pomeriggio si è concluso nel giardino del museo dove Claudia Carità di The Tea ci attendeva per un’accurata degustazione dei tè ispirata alla via carovaniera del tè e dei cavalli, percorsa per millenni a piedi dai portatori appunto di tè. La signora Carità, fondatrice del marchio The Tea, della storica Torrefazione moderna di Via Corte d’Appello ha preparato un vero e proprio banchetto per farci assaporare il tè, spiegandone l’arte. La signora Carità tiene dei corsi presso Eataly e fa parte de “I maestri del gusto “. Ha riprodotto degli assaggi appositi per accompagnare il tè (nella specie il tè nero nepalese Finest Nepal Jun Chiyabari, ottenuto da un giardino di soli 75 ettari tra i 1650 e i 2100 metri di altitudine) proposti con tramezzini integrali con paté di formaggi guarniti con frutta secca, biscotti speziati e frutta essiccata. Claudia Carità con The Tea curerà la degustazione del tè al termine di ogni evento in programma che si susseguiranno nei mesi a venire. Ciascun incontro avrà come tematica un paese orientale ospitato nelle sale del Museo d’Arte Orientale a cui seguirà una nuova degustazione del tè inerente al paese oggetto della visita. La stagione è ormai fredda e poter  trascorrere un sabato pomeriggio diverso dal solito può essere un buon compromesso per mettere d’accordo adulti e bambini assaporando cultura e tè pregiati.

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I bijoux di DADA La Pulce 

In questa rubrica mi piace dare spazio ad artigiani, talenti emergenti, artisti e designer che si impegnano quotidianamente per dare valore al loro lavoro, dove la ricerca del bello o del particolare diventa sinonimo di passione. Oggi parliamo di bijoux. Daniela Daprat è la creatrice di DADA La Pulce bijoux, alessandrina di nascita è cresciuta tra moda e accessori nella boutique della mamma nel centro storico di Alessandria. Ma la sua vera passione sono sempre stati i bijoux, le creazioni artigianali. Ha quindi cominciato a creare bijoux per se stessa spinta dalla curiosità e dalla voglia di imparare. Ha cercato qualcosa che la rappresentasse, che fosse colorato, unico e che si notasse. Ha voluto materiali semplici, pochi metalli a contatto con la pelle per via di fastidiose allergie, pezzi unici proprio per rimanere tali e che la facessero sentire unica. Da lì è nata la meravigliosa storia d’amore tra Daniela ed i suoi estimatori. Ricorda con emozione le prime richieste di creazioni per fare regali speciali, sapere che dietro il suo lavoro si celava una dichiarazione importante.  Daniela lavora con cotone cerato, quasi tutte le sue collane hanno un cordone cerato come base, legno che lavora con il découpage per avere pezzi unici e pasta polimerica. Tutti i suoi bijoux devono essere piacevoli da indossare, non devono risultare pesanti. Tutte le sue creazioni sono pezzi unici, raramente riesce a riprodurre pezzi uguali. Ma dove possiamo trovare i bijoux di DADA La Pulce? Se volete ammirarli dal vivo, potete passare a trovare Daniela nella sua boutique L’ Albero in via Ferrara 6 ad Alessandria, altrimenti si possono trovare le sue creazioni, assolutamente precise in ogni dettaglio, sulla pagina Facebook DADA La Pulce.

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Ninja e Samurai al MAO di Torino

8 dicembre 2017-2 aprile 2018

La mostra realizzata dall’Associazione Culturale Yoshin Ryu in collaborazione con il MAO, si addentra nella storia dei guerrieri giapponesi più conosciuti, i Samurai e nel mistero che circonda la figura dei leggendari guerrieri ombra, i Ninja. La mostra NINJA E SAMURAI. Magia ed estetica presenterà circa 200 opere databili tra il XVI e XX secolo. Magia ed Estetica sono termini scelti per descrivere ninja e samurai con l’intento di suggerire una dimensione fantastica per poter giungere, attraverso il percorso espositivo, ad una più attendibile conoscenza di queste figure che da sempre esercitano un innegabile fascino. Armi, Strumenti e armature non saranno i soli protagonisti della mostra, verranno esposte anche opere d’arte legate ai guerrieri giapponesi: documenti strategici, opere calligrafiche, una coppia di grandi paraventi, strumenti legati alla cerimonia del tè, maschere e ornamenti teatrali. La rassegna prevede conferenze, performance, presentazioni, attività per famiglie, visite guidate e workshop di arti marziali. Per tutta la durata della mostra, un ricco calendario di eventi permetterà di immergersi totalmente nel mondo dei guerrieri giapponesi.

 

Sabina Carboni