redazione il torinese, Autore presso Il Torinese - Pagina 897 di 2076

redazione il torinese

L’assessora Leon risponde agli studenti di Storia dell’arte

Nella serata di martedì 19 dicembre la segreteria dell’assessore Leon ha telefonato agli studenti di storia dell’arte dell’Università di Torino per chiedere un incontro privato in merito alla lettera aperta che avevamo scritto al Sindaco e inviato per conoscenza anche a lei (https://studentiarteto.wordpress.com/2017/12/14/savegambis-lettera-aperta-degli-studenti-di-storia-dellarte-al-sindaco-di-torino/

L’assessore ha proposto un incontro in presenza del presidente della Fondazione Torino Musei Maurizio Cibrario, da svolgersi a porte chiuse, immediatamente dopo l’audizione pubblica del 22 dicembre, che tratta gli stessi temi. 

Siamo felici che l’assessore Leon ci voglia incontrare ma, per ragioni di trasparenza, chiediamo un incontro aperto al pubblico che includa tutte le parti coinvolte.

Ribadiamo che il fondo librario, archivistico e fotografico della Fondazione Torino Musei è legato indissolubilmente ai musei civici e alla loro storia, e per questo non deve essere scorporato e diviso, ma rimanere costantemente fruibile.

Ad oggi, restano aperti alcuni quesiti fondamentali:

  • Quale sarà la situazione del nucleo biblioteca, fototeca e archivio GAM nei prossimi mesi? Esistono, a tal proposito, progetti di dismissione del fondo già approvati? 
  • È stato approvato un progetto di spostamento? Se sì, quali sono i tempi e i costi di questa operazione? Nella nuova sede sarà garantita, in tempi brevi, una completa fruibilità dei fondi? Quali sono le parti coinvolte economicamente e amministrativamente?
  • Quanto si risparmierebbe con il nuovo progetto? Quanto con il licenziamento dei dipendenti,?

Alla luce di quanto è emerso, chiediamo al Comune di Torino di assumersi le proprie responsabilità per i pesanti tagli dei finanziamenti alla Fondazione Torino MuseiCi opponiamo fermamente, inoltre, alla decisione della Fondazione Torino Musei di dismettere i servizi e licenziare il personale.

.

Studenti e professionisti di Storia dell’arte dell’Università di Torino

Anarchia su due ruote. La città invasa dalle bici “ribelli”

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Ci mancavano le bici a noleggio lasciate in ogni dove per aumentare caos e  ingovernabilità della città.  Bici lasciate nei parchi. In piazza vittorio, in piazza San Carlo, in tutte le vie del centro. Nelle isole pedonali, a ridosso dei corsi, appoggiate alla saracinesca di un negozio o che ostruiscono passi carrai. Al fondo di fiumi, come nei sentieri costeggiando i corsi d’acqua. Insomma, bici di qua e bici di là sono un  indecoroso e pericoloso spettacolo. Immediata la domanda : chi é il  genio che ha concepito una simile cosa? O forse oscure forze hanno tramato chiaramente contro la nostra città?  Mi sono informato. Una delle prime città che ha istituito il servizio é stata Firenze, sotto la giunta Nardella. Ed avendo amici che risiedono a Firenze  ho telefonato per conoscete come funziona in quella città. Giudizi articolati sintetizzabili: complessivamente bene dopo una critica partenza. In sostanza la Municipalità si é attivata per “concentrarne il deposito”. Bene…non contento telefono direttamente al capo di gabinetto del sindaco di Torino, Emanuele Braghero. Ciao Brik mi spieghi? “Abbiamo un sistema di controllo su chi non rispetta il codice della strada. Come un sistema di incentivazione economica su chi rispetta il codice. Ne rispondono sia le società sia l’utente. In questa logica le bici sono di fatto parcheggiabili nei loro appositi spazi. Ci siamo confrontati con la Municipalità di Milano, anche se le problematiche erano diverse. E qui a Torino? Qui la preoccupazione diventa paura profonda. Che cosa hanno previsto i nostri amministratori? Da quello che si vede ora poco o nulla. Indagheremo. Per ora gli utenti che lasciano dove capita la bici non sembrano edotti di eventuali sanzioni previste. Poi merita un capitolo a parte chi butta le bici in acqua. Vandali? Non solo, ma puntano a mandare in tilt il sistema di controllo per non consentire di  risalire a chi ha utilizzato la bici, mi ha spiegato chi se ne intende.  Netta l’impressione che ne abbiamo tratto. Nella nostra città poco é stato previsto a proposito delle conseguenze di un arbitrario servizio. Eppure l’iniziativa di per se é particolarmente lodevole.  Anzi, i presupposti sono all’inizio particolarmente positivi, visto che ad esempio sono anche finalizzati a decongestionate il traffico privato. Ma appunto rischiano di vanificare i presupposti iniziali stessi, ricadendo nella ingovernabilità del sistema del traffico pedonale e delle biciclette. Una citta più civile é anche una città organizzata. E almeno per adesso le bici lasciate casualmente non sono indice di organizzazione. Un ricordo personale. 30 anni fa per lavoro sono stato a Copenaghen.  La stazione ferroviaria é al centro della città e mi sono stupito della moltitudine di biciclette parteggiare davanti. E mi hanno fatto notare che sarebbe stato impossibile sostenere il parcheggio di altrettante auto oltre all inquinamento procurato. Ma le bici erano ordinatamente parcheggiate. E si sposava l’ interesse del singolo ciclista con le compatibilità collettive, organizzando il sistema attraverso delle regole ed eventuali sanzioni. A Torino non mi sembra che si inizi per il verso giusto.

Gariglio (PD) “Città della Salute di Torino e Novara: finalmente si parte!”

La Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera all’accordo di programma per la realizzazione del “Parco della salute e della ricerca e dell’innovazione di Torino” e del “Parco della Salute e della scienza di Novara”.

“Esprimo il mio apprezzamento per questo importante traguardo che consentirà alla nostra Regione di avere due poli sanitari importanti per ricerca universitaria, didattica, sperimentazione medica e concentrazione di eccellenze“ ha commentato il Presidente del Gruppo PD in Consiglio regionale Davide Gariglio. “Dopo 20 anni di discussioni” ha proseguito il Presidente Gariglio “finalmente si parte! In questa legislatura siamo riusciti a raggiungere un obiettivo veramente importante per i cittadini”.

Concerto di Natale al Museo del Risorgimento

Venerdì 22 dicembre alle ore 16  presso la Sala Plebisciti del Museo Nazionale del Risorgimento, in piazza Carlo Alberto 8, si svolgerà il Concerto di Natale degli allievi del Liceo Musicale Cavour di Torino. Si esibiranno gli studenti dei corsi di flautochitarraviolinovioloncello e marimba su brani di Sor, Mozart, Legnani, Schubert, Debussy, Bach, Paganini, Peters, e Glennie. Il concerto è riservato a tutti i visitatori del Museo; per assistervi occorrerà pagare il consueto biglietto di ingresso. I possessori delle tessere Abbonamento Musei o delle altre card turistiche  dovranno esibirle in biglietteria.

(foto: il Torinese)

Tensione al Moi: un occupante prende a pugni il responsabile e spacca le vetrine

Questa mattina si sono verificati momenti di tensione al Moi di Torino, l’ex villaggio olimpico del 2006 dove  è iniziato da tempo  il trasferimento dei profughi e dei migranti che lo occupano da quattro anni. Oggi avrebbe dovuto riaprire i battenti l’ufficio che si occupa del piano di ricollocazione dei profughi . Un occupante si è opposto e ha mandato in frantumi le vetrate e il coordinatore del progetto di ricollocamento  è stato colpito con un pugno in faccia.

Lindy hop. Il ballo swing senza tempo che fa impazzire i torinesi

Negli ultimi anni si è assistito ad una vera e propria riscoperta dello swing e del lindy hop in tutto il mondo. Quando sembrava ormai essere irrimediabilmente tramontato il ballo di coppia, eccolo a far di nuovo irruzione come principale forma di intrattenimento nel fine settimana e quale modo migliore per incontrarsi. Il merito va sicuramente a questo revival dei balli swing, lindy hop in testa, che resistono al tempo e alle mode. Di origine afroamericana, il lindy hop nacque alla fine degli anni Venti al Savoy Ballroom di Harlem a New York. Dalla comunità nera si espanse poi al resto della società diventando il primo fenomeno di ampia portata di integrazione culturale tra bianchi e neri. Oggi le comunità di lindy hoppers che scelgono luoghi precisi in città dove incontrarsi ogni settimana, le scuole e i festival periodici in cui vengono presentati workshop e ospiti internazionali sembrano crescere e consolidarsi di anno in anno e a dismisura. Una delle cose che sorprende di questo ballo è la socialità. Nelle serate di social dance si balla liberamente con partners diversi senza seguire coreografie predefinite, ma improvvisando guidati dalla musica e dalla sintonia spontanea che si instaura tra i ballerini. Normalmente si è abituati a considerare il ballo di coppia frutto di uno studio accurato di coreografie prestabilite in vista di esibizioni o gare, basti pensare al programma “Ballando con le stelle”. L’improvvisazione di questo ballo invece, tutto giocato sull’abbandono alla musica e al partner, è qualcosa di unico ed è ciò che entusiasma tutti coloro che condividono questa passione. L’euforia collettiva che si sprigiona durante una jam session e l’immediatezza della musica dal vivo che accompagna gli scatenati balli contribuiscono ad alimentare il desiderio di far parte di una comunità che sembra espandersi continuamente. Durante la settimana sono tante le serate dedicate ai balli social, occasioni imperdibili per chi vuole mettere a frutto i passi imparati a lezione e per ballare con persone diverse. Due sono i ruoli nella coppia: il leader, colui che guida improvvisando e la follower che segue il leader interpretando. Ma si suol dire che a ballare si è sempre in tre: il leader, la follower e la musica.

***

 

Abbiamo incontrato Chiara Silvestro, ballerina e insegnante tra le più brave della scena swing torinese e fondatrice della scuola Feel Good Swing, per catturare la magia di questo ballo e capire le ragioni di questo successo.

 

Quando è iniziato il revival dei balli swing a Torino? Chiara, per quali vie sei approdata al lindy hop e da quanti anni insegni?

 

Ho tenuto le prime lezioni di charleston e jazz roots nell’estate del 2009. Si tratta di balli swing, come il lindy hop, ma a differenza del lindy sono danzati singolarmente. Sono stati la mia prima grande passione, ma anche una scelta abbastanza obbligata nel momento in cui a Torino non esisteva ancora una scena swing e non conoscevo nessuno che ballasse lindy hop! Dopo moltissimi anni di danza modern jazz e contemporanea ero approdata ai balli swing perché, appassionata di musica nera d’annata, avevo scoperto che in Europa esistevano diversi festival dedicati e avevo iniziato a frequentarli. Pian piano le cose a Torino sono cambiate e di sicuro un grosso aiuto è arrivato dal Jazz Club che ha iniziato a organizzare serate dedicate alla musica swing e alla social dance nell’inverno 2011. In tutti questi anni ho sempre continuato a insegnare e ho visto la scena swing crescere e trasformarsi e la città rispondere in maniera entusiasta. Oggi si può ballare più o meno ogni sera a Torino! Dopo varie esperienze e collaborazioni ho infine fondato la scuola Feel Good Swing assieme al mio compagno di ballo e di vita Alessandro Rossi. Man mano la squadra si è allargata e siamo molto contenti del percorso fatto fin qui e dell’atmosfera rilassata e inclusiva che si respira in Feel Good Swing. D’altronde abbiamo scelto questo nome proprio perché secondo noi la cosa più bella e importante da trasmettere attraverso i balli swing è la voglia di divertirsi, di stare assieme e di stare bene!

 

 

Una delle cose che colpisce dell’ambiente swing è l’aspetto sociale, la comunità che si crea intorno e la straordinaria varietà di persone attratta dalla musica e dal ballo. Un fenomeno che sembra essere un po’ in controtendenza visti i tempi dominati per lo più da relazioni alimentate sui social network. Quali tipologie di persone si iscrivono ai corsi?

 

Il balli swing hanno un pubblico estremamente trasversale: si passa dallo studente universitario, al professionista, dall’appassionato di musica jazz a chi la musica jazz non l’ha mai ascoltata prima. Di sicuro alla base dello strepitoso successo di questo ballo sta proprio l’inclusività e la socialità che è in grado di generare.   Oltre ai corsi, sia durante la settimana che durante i fine settimana, ci sono moltissime occasioni di ballo e la gente sa che andando alle serate social incontrerà persone che già conosce e avrà occasione di fare nuove amicizie con cui condividere un interesse comune. Questo aspetto aggregante di sicuro è in controtendenza rispetto alla solitudine dei nostri tempi. Ballare assieme presuppone un contatto diretto e fisico che non ha niente a che vedere con le chat sui social! Forse è anche una sana reazione a un modo di vivere in cui viene a mancare il senso di comunità. Così è naturale comprendere come la socialità offerta dal mondo swing venga apprezzata e sostenuta dalle persone.

 

E per chi volesse cimentarsi nel lindy hop? Bisogna avere esperienze pregresse o ci si può “buttare” anche senza esperienze di ballo?

 

Esistono campioni del mondo di lindy hop che raggiungono dei livelli di qualità e raffinatezza del ballo altissimi. Detto ciò il lindy è nato come ballo di strada e come ballo sociale, quindi può essere imparato e goduto anche da totali principianti! A gennaio partono due corsi proprio dedicati ai principianti tenuti da me e Alessandro. Tutti i curiosi possono partecipare alle lezioni di prova che saranno giovedì 11 e sabato 13 gennaio. Tutte le informazioni si trovano sul nostro sito www.feelgoodswing.com, ma gli interessati ci possono anche contattare via email (info@feelgoodswing.com) o sulla nostra pagina facebook (www.facebook.com/feelgoodswing/). Venite e capirete le ragioni di tanto successo!

 

Giuliana Prestipno

E’ nato Nicolas, salvato con la mamma al sesto mese di gravidanza con gravissimo e rarissimo melanoma oculare

ALLE MOLINETTE Un miracolo di Natale e della vita. Ieri sera è nato Nicolas, figlio di un miracolo della medicina e di una mamma salvata al sesto mese di gravidanza da un gravissimo e rarissimo melanoma oculare. E’ nato alle ore 20,47 e pesa 3640 grammi e sta bene. Ad ottobre era stata salvata la mamma, una giovane donna al sesto mese di gravidanza, affetta da un gravissimo e rarissimo melanoma oculare. La donna di 28 anni alla 28^ settimana di gestazione era stata sottoposta ad intervento di enucleazione dell’occhio sinistro, perché affetta da un tumore molto raro di uno dei componenti dell’occhio stesso (coroide/uvea). Tale tumore era un melanoma che colpisce in questa sede meno dello 0,4% delle pazienti affette da melanoma in gravidanza. Un caso più unico che raro. Nelle forme più gravi può non solo essere causa di nascita prematura e di basso peso neonatale, ma anche purtroppo di interessamento placentare e fetale, con metastasi che possono ledere gravemente la salute e compromettere la sopravvivenza del neonato. Il sospetto diagnostico era nato dalla dottoressa Maria Claudia Vigliani della Neurologia dell’ospedale Molinette, con l’ausilio della dottoressa Elena Gaidolfi. L’équipe di chirurghi che se ne era occupata presso l’ospedale CTO di Torino era stata coordinata dal dottor Luciano Arturi (responsabile del Servizio di Chirurgia Orbito-palpebrale del CTO (servizio che afferisce alla divisione di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva di cui il primario è il dottor Fabrizio Malan), nonché coordinatore del Servizio di chirurgia oftalmoplastica dell’ospedale Oftalmico di Torino). Il tumore aveva raggiunto dimensioni troppo grandi e lo stato di gravidanza non poteva far utilizzare come terapia di appoggio la chemioterapia, non potendo garantire, peraltro, la possibilità di preservare funzione visiva e volume dell’occhio affetto, con rischio aggiuntivo di aumento delle possibili metastasi a distanza. Un tumore che non aveva potuto inizialmente essere trattato per lo stato avanzato e le dimensioni troppo grandi, presso un centro svizzero di fama mondiale.

Fondamentale è stata la stretta collaborazione tra l’ospedale Cto e l’attiguo nosocomio ostetrico-ginecologico Sant’Anna, indispensabile per cure della gravidanza in caso di urgenti necessità subentranti. In tempi molto ristretti (meno di cinque giorni), resi più esigui dallo stato di gravidanza che procedeva, i medici del CTO erano riusciti a coordinare la collaborazione (preziosa ed indispensabile) di valenze polispecialistiche della Città della Salute di Torino, che la rendono un’eccellenza nazionale: il Servizio di gravidanze a rischio del Sant’Anna (coordinato dalla professoressa Tullia Todros), l’Anestesia e Rianimazione del CTO (diretta dal dottor Maurizio Berardino) ed il dottor Pietro Quaglino dell’Oncologia Dermatologica. L’intervento era riuscito perfettamente, in collaborazione con gli oculisti dell’Oftalmico, consentendo il recupero morfologico dell’orbita sottoposta ad un intervento così invasivo, ma necessario per garantire possibilità delle cure avanzate che sono seguite, con i tempi previsti dal dottor Piero Gaglioti (Servizio gravidanze a rischio ospedale Sant’Anna). Il tutto è stato condotto nella massima garanzia di sicuro proseguimento della gravidanza, che è stata portata a termine naturale con la nascita di un bimbo che in nessun momento del percorso di cura ha mai subito ripercussioni del delicato intervento cui è stata sottoposta la mamma. E’ il lieto fine di una grande storia di Natale. Mamma e figlio stanno bene. Ora Nicolas è seguito dalla Neonatologia universitaria dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino, diretta dal professor Enrico Bertino. In questo momento Nicolas si trova tra le braccia della mamma (ricoverata presso l’Ostetricia e Ginecologia universitaria diretta dalla profesoressa Tordros), che, dopo tante preoccupazioni, può finalmente allattarlo e prendersi cura di lui, fiduciosa in un futuro che in passato non sarebbe stato pensabile per lei e per il bambino. Un sogno che si avvera e continua. Un sogno all’insegna del Natale.

 

(Foto: il Torinese)

 

Su Twitter la gioia bianconera per la vittoria

La soddisfazione di Massimiliano Allegri si materializza nel suo tradizionale tweet dopo-partita,al termine della prova della Juventus, che ieri sera ha sconfitto 2-0 il Genoa: “Continuiamo il nostro percorso in una #CoppaItalia a cui teniamo molto. Ora tuffiamoci in queste feste sul campo: una novità a cui dobbiamo farci trovare pronti!  Sempre via social, il titolare di ieri, commenta: “Sappiamo cosa vogliamo e non smettiamo di lottare per realizzarlo. Il vostro calore è il miglior antidoto contro il freddo: avanti così!”.

La finestra sul cortile

La geografia della bellezza 

sono molto contenta questa settimana di affrontare il tema della cosmetologia ed erboristeria. Io sono una grande appassionata di erboristeria, fitoterapia e naturalmente di cosmetici soprattutto quelli naturali. Mi piace fare i cosmetici da me, diciamo che è il mio hobby preferito, mi diletto a sperimentare sempre nuove ricette di bellezza e quindi faccio continuamente ricerche, una volta andavo in biblioteca e prendevo appunti, adesso naturalmente c’è il web! È grazie ad internet che anni fa ho conosciuto una cosmetologa bravissima che ho cominciato a seguire assiduamente ed oggi posso finalmente scrivere di lei, della dottoressa Barbara Bertoli. Barbara Bertoli, torinese, è una farmacista, cosmetologa specializzata in Scienza e tecnologia dei prodotti cosmetici. In venti anni di collaborazione con aziende cosmetiche e farmaceutiche internazionali ha maturato una profonda conoscenza del cosmetico e della pelle. Si occupa costantemente di ricerca e divulgazione, per diffondere un nuovo paradigma della cosmetica e, proprio per questo il suo impegno è esteso e continuo.  Barbara Bertoli è una viaggiatrice curiosa che ama immergersi nelle culture locali per cercare all’origine l’incredibile biodiversità che la natura ci offre. Luoghi in cui l’uso tradizionale delle piante, dei fiori e delle essenze più pure e incontaminate dalla chimica, diventa fonte d’ispirazione per elaborare un nuovo concetto di bellezza e di consapevolezza cosmetica, più completo ed evoluto. Nel 2015 è uscito il suo libro “La geografia della bellezza”, che io personalmente ho letto 2 volte e mi è piaciuto tantissimo, un giro del mondo attraverso i continenti e attraverso i rituali di bellezza dei popoli passando dalle proprietà dell’olivo utilizzato in Grecia, al rosmarino e mandorle dell’Italia, dal miele impiegato in Egitto alla vaniglia del  Madagascar. E poi gli oli essenziali utilizzati in Oriente e il bagno onsen giapponese, arrivando poi nella moderna America. Il tutto corredato da ricette di bellezza facilmente replicabili, ma non voglio svelare tutti i Paesi trattati nel libro e dei popoli protagonisti, i cui  preziosi consigli costituiscono un vero patrimonio da tramandare e divulgare. Oltre ad aver scritto il libro “Geografia della Bellezza” edizioni Ultra di Castelvecchi, ha scritto su cosmpolitan.it e alfemminile.com, è beauty writer per importanti portali web collaborando con chi ama la natura nella sua forma cosmetica come Egocentrica di Tessa Gelisio. La dottoressa Bertoli è intervenuta in programmi di RAI UNO come esperta cosmetologa, ed è titolare del corso “Bellezza, benessere e cura della pelle” presso l’Università Popolare di Torino (ente di formazione riconosciuta dal MIUR) e di corsi di cosmetologia presso accreditate scuole di estetica e make up. 

 

.

MELISSA e i suoi 65 passi dalla Mole

Se penso ad un posto che mi fa stare bene è di solito un’erboristeria. Ho scoperto Melissa su internet perché è rivenditore di molti marchi che avevo sempre acquistato online. Perciò la prima volta che mi sono recata da Melissa Erboristeria ero in missione approvvigionamento e mi ero equipaggiata di una lunga lista di prodotti da provare ed acquistare… Avevo letto che era a 65 passi dalla Mole e infatti dopo aver attraversato quella che è stata la mia zona universitaria, mi sono ritrovata non in un semplice negozio, ma in una sorta di salotto incantevole ed accogliente! Vanta una fornitura di prodotti infinita, ci si puo’ trovare davvero qualsiasi cosa ed ovviamente è tutto rigorosamente naturale e/o bio. È davvero un luogo speciale, l’arredamento e’ accuratamente vintage, nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio è curato nei minimi particolari, carta da parati vintage, credenze colme di barattoli con infusi, aromi speziati, profumi di una volta, insomma una miscellanea di sensazioni olfattive che riportano ai ricordi.  Girovagare tra gli scaffali e trovarci di tutto: tisane, caramelle, cioccolato, libri, profumi, scatole, fotografie, trucchi, sali da bagno e tanto altro ancora. Questo è il segreto del successo di questa bottega. Un angolo fatto di dettagli, di piccole cure, di particolari dove anche solo un sacchettino di caramelle alla rosa può letteralmente addolcire la giornata.

.

 

Il Presepe Meccanico 2017 dell’oratorio Michele Rua

Disposto su un ‘area di 35 mq, il Presepe meccanico si ispira fedelmente alla Palestina del tempo di Gesù e ai personaggi tipici dell’epoca. Si possono vedere castelli, torri, grotte, torrenti ed il mulino accompagnati da artigiani all’opera, contadini, animali da cortile, il tutto inserito in uno splendido ambiente da ammirare. I visitatori possono osservare il vasaio, la filatrice e il pastorello che attorniano la grotta della Natività insieme alla presenza di tutte le altre figure e l’accampamento romano, tutti realizzati nei minimi dettagli che creano un’atmosfera affascinante. È sicuramente un’opera unica nel suo genere, l’allestimento è curato con estrema attenzione e non è solo la meccanica che rende unico il Presepe, ma anche la fantasia dei realizzatori che riescono a strabiliare il visitatore. Quest’anno ad accogliere il visitatore si aggiungono figure di pastori (ad altezza d’uomo) che lo accompagnano verso la meta. Per rendere più belle le figure esterne al presepe quest’anno si sono aggiunti i tre re Magi a grandezza naturale. Inoltre hanno realizzato la Natività, sempre a grandezza d’uomo che verrà collocata in chiesa. La creazione del Presepe meccanico dell’oratorio Michele Rua è frutto di un’idea nata anni fa da alcuni salesiani cooperatori. L’associazione salesiani cooperatori è un’associazione creata e ardentemente voluta da Don Giovanni bosco.  Il Presepe meccanico ed il Laboratorio uomini del Michele Rua di Torino non è nato solo per stupire, ma è l’occasione per ritrovarsi in famiglia o con amici, un momento di incontro e di condivisione.

Periodo:8 dicembre 2017- 14 gennaio 2018

Orario: giorni festivi 9:00-12:30  15:30-19:00 giorni feriali 15:30-19:00

Dove: via Paisiello 44 TORINO 

INGRESSO GRATUITO 

.

Sabina Carboni

Addio a Piero Gheddo, fondatore di “Mani Tese”

Cordoglio nel vercellese per la scomparsa di padre Piero Gheddo, missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), giornalista e scrittore, morto nella casa Ambrosiana di Cesano Boscone, alla periferia di Milano. Aveva 89 anni ed era nato a Tronzano Vercellese. Riconosciuto internazionalmente come “il missionario della carta stampata”, Gheddo ha lavorato per tutta la vita nel mondo della comunicazione per la diffusione del Vangelo. Nel 1986 aveva fondato AsiaNews e ha continuato ad essere collaboratore anche quando essa è passata sul web. Ha fondato l’organizzazione cattolica “Mani tese” nel 1964 e l’Editrice Missionaria Italiana (Emi) nel 1955. Dal 1959 al 1994 è stato direttore della rivista mensile “Mondo e Missione”. Ha collaborato per anni con la Rai-Tv spiegando Il vangelo della domenica; alla radio Rai per un breve messaggio al mattino, con Radio Maria e con diverse testate laiche come “Gente” e con “Il Giornale” di Indro Montanelli. Ha scritto novanta volumi.

Filippo Re

L’associazione Mani Tese, tra le altre iniziative, ha in corso presso le librerie Feltrinelli di Torino la campagna “Molto più di un pacchetto regalo!” Leggi l’articolo pubblicato nei giorni scorsi sul “Torinese”:

http://www.iltorinese.it/il-natale-di-mani-tese-e-molto-piu-di-un-regalo/