Anarchia su due ruote. La città invasa dalle bici “ribelli”

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Ci mancavano le bici a noleggio lasciate in ogni dove per aumentare caos e  ingovernabilità della città.  Bici lasciate nei parchi. In piazza vittorio, in piazza San Carlo, in tutte le vie del centro. Nelle isole pedonali, a ridosso dei corsi, appoggiate alla saracinesca di un negozio o che ostruiscono passi carrai. Al fondo di fiumi, come nei sentieri costeggiando i corsi d’acqua. Insomma, bici di qua e bici di là sono un  indecoroso e pericoloso spettacolo. Immediata la domanda : chi é il  genio che ha concepito una simile cosa? O forse oscure forze hanno tramato chiaramente contro la nostra città?  Mi sono informato. Una delle prime città che ha istituito il servizio é stata Firenze, sotto la giunta Nardella. Ed avendo amici che risiedono a Firenze  ho telefonato per conoscete come funziona in quella città. Giudizi articolati sintetizzabili: complessivamente bene dopo una critica partenza. In sostanza la Municipalità si é attivata per “concentrarne il deposito”. Bene…non contento telefono direttamente al capo di gabinetto del sindaco di Torino, Emanuele Braghero. Ciao Brik mi spieghi? “Abbiamo un sistema di controllo su chi non rispetta il codice della strada. Come un sistema di incentivazione economica su chi rispetta il codice. Ne rispondono sia le società sia l’utente. In questa logica le bici sono di fatto parcheggiabili nei loro appositi spazi. Ci siamo confrontati con la Municipalità di Milano, anche se le problematiche erano diverse. E qui a Torino? Qui la preoccupazione diventa paura profonda. Che cosa hanno previsto i nostri amministratori? Da quello che si vede ora poco o nulla. Indagheremo. Per ora gli utenti che lasciano dove capita la bici non sembrano edotti di eventuali sanzioni previste. Poi merita un capitolo a parte chi butta le bici in acqua. Vandali? Non solo, ma puntano a mandare in tilt il sistema di controllo per non consentire di  risalire a chi ha utilizzato la bici, mi ha spiegato chi se ne intende.  Netta l’impressione che ne abbiamo tratto. Nella nostra città poco é stato previsto a proposito delle conseguenze di un arbitrario servizio. Eppure l’iniziativa di per se é particolarmente lodevole.  Anzi, i presupposti sono all’inizio particolarmente positivi, visto che ad esempio sono anche finalizzati a decongestionate il traffico privato. Ma appunto rischiano di vanificare i presupposti iniziali stessi, ricadendo nella ingovernabilità del sistema del traffico pedonale e delle biciclette. Una citta più civile é anche una città organizzata. E almeno per adesso le bici lasciate casualmente non sono indice di organizzazione. Un ricordo personale. 30 anni fa per lavoro sono stato a Copenaghen.  La stazione ferroviaria é al centro della città e mi sono stupito della moltitudine di biciclette parteggiare davanti. E mi hanno fatto notare che sarebbe stato impossibile sostenere il parcheggio di altrettante auto oltre all inquinamento procurato. Ma le bici erano ordinatamente parcheggiate. E si sposava l’ interesse del singolo ciclista con le compatibilità collettive, organizzando il sistema attraverso delle regole ed eventuali sanzioni. A Torino non mi sembra che si inizi per il verso giusto.
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