redazione il torinese

Un convegno nazionale su Antonio Gramsci a Torino

Sabato 20, con inizio alle ore 14 e domenica 21 gennaio con inizio alle ore 10, a Torino presso il Circolo Arci La Poderosa, Via Salerno 15/a si terrà il Convegno Nazionale dal titolo “Antonio Gramsci, pensatore e rivoluzionario”. Il Convegno, organizzato da Rifondazione Comunista e Sinistra Europea, oltre alla partecipazione di Paolo Ferrero, vicepresidente del Partito della Sinistra Europea, a cui sono affidate le conclusioni del convegno, di Maurizio Acerbo, segretario nazionale Prc, di Eleonora Forenza, eurodeputata vedrà la partecipazione di alcuni tra i massimi studiosi a livello nazionale ed europeo di Antonio Gramsci: Raul Mordenti, Mario Brunetti, Francesca Charotto, Victor Rios, Angela Scarparo, Walter Baier, Haris Golemis, Pasquale Voza, Cesare Bermani, Dino Greco, Manuela Ausilio (vedi programma allegato). La relazione di apertura del Convegno, dopo l’introduzione di Ezio Locatelli, è affidata al professore Angelo D’Orsi. Al Convegno parteciperà in via straordinaria Antonio Gramsci Jr, nipote di Antonio Gramsci, docente universitario all’’Università di Mosca, musicista e scrittore. Antonio Gramsci Jr., dopo la presentazione del suo libro “La storia di una famiglia rivoluzionaria. Antonio Gramsci e gli Schucht tra la Russia e l’Italia” terrà, sempre alla Poderosa, alle 21,30, un concerto col figlio Tarquinio Gramsci sul tema: “la musica mediterranea dall’antichità ai giorni nostri”.

          

Ufficio Stampa Prc-Se di Torino

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COMUNICAZIONE AI LETTORI

In vista delle prossime elezioni politiche il quotidiano “il Torinese” pubblicherà gratuitamente in questo spazio interventi, comunicati e notizie inviatici da candidati o esponenti politici di movimenti e partiti. Scrivere a: edizionibest@libero.it

Basket a Torino tra ambizioni e capacità manageriali

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
Anche il Basket al massimo livello ci dà delle preoccupazioni.
Decenni che il Palaruffini non si riempiva così. Anche perché era decenni che non vniceva così nella massima divisione.  E Banchi che fa’? Si dimette e rescinde il contratto consensualmente. O è “sucida” o la ruggine c’era da tempo. Sembra per ingerenze nello spogliatoio del vicepresidente figlio del patron Notaio Forni che – sempre si dice- vorrebbe vendere la società Auxilium Fiat. Societariamente parlando non c’è pace. Le dimissioni dell’allenatore in fase ascendente sono state un fulmine a ciel sereno per i più . Non le vicissitudini societarie  Tutto comincia 10 anni fa con la tripla allo scadere del mitico play Jacuzzi.  Spareggio tra Auxilium Collegno e Libertas Moncalieri. Poi accordo tra Moncalieri e San Mauro lasciando il Gruppo dirigente del Moncalieri  il passo a Terzolo, patron del San Mauro.Quest’ultimo chiede aiuto all’amico e notaio di Castellamonte,Forni impegnato a suo tempo a Biella dove il figlio giocava. Rompe con Biella e viene a Torino. Dopo? Semplice: Terzolo e Forni si separano in modo consensuale. Al primo ritorno alla serie B ed il giovanile, al secondo i riflettori della serie A. Poi accordi di cartello per avere un settore giovanile di altre società. E Massimo Feria, da Rivarolo, commercialista ed ex presidente FinPiemonte, in quota centro destra, dimissionario per grane con la giustizia. Forni dimostra di non temere le asperità della campagna acquisti. Lui i soldi necessari li trova sempre. Non lesina e compera anche il marchio Auxilium, si dice dal leggendario Gianni Asti che con don Gino ha fatto il basket torinese. Insomma, soldi e tensioni societarie sono all’ordine del giorno. Sempre alla rincorsa di una squadra competitiva anche in Euro Lega . Ma morto un papa se ne fa un altro e dopo Banchi l’arrivo di Charlie Recalcati è l’ultimo dei colpacci. Lui é un pezzo del Basket italiano, direi una colonna portante. Forse il primo ottimo giocatore ed eccellente allenatore. E la famiglia Forni per l’ennesima volta non si fa trovare impreparata. Vedremo se Junior entrerà ancora negli spogliatoi. Dubito, visto che il padre ha dichiarato che volendo vendere la società può venderla solo se vincente e riempie il palazzetto. E i tifosi torinesi sono famosissimi per il calore ed anche per le loro contestazioni. Effettivamente vedere il palasport strapieno fa piacere al cuore di tutti i torinesi.I tifosi dopo Banchi sono spaesati. Anche per questo é arrivato Recalcati. E Forni? Continua a non badare  a spese. Per mesi i dirigenti si sono visti in Comune. Missione: l’ utilizzo di un altro impianto sportivo cittadino, il Palavela di proprietà del Parco olimpico. Interessati al Palavela ma non interessati ai costi di questo impianto 
sportivo chiaramente di prestigio internazionale. Qui la Famiglia Muttoni a vario titolo con società qualificate gestisce il Parco olimpico.Cosa non facile se vogliono, come sembra stiano facendo, far tornare i conti.Ben venga il basket al Palavela ma deve “pagare un affitto” e saper gestire la complessa struttura. Qui la storia si fa più ingarbugliata. Massimo Feria ha l’idea vincente: paghi il Comune. Subito  le trattative si arenano, il Comune non ha un euro.  Non se ne fa niente. Rimane il progetto di portare Torino in Europa almeno nel basket. Tutto si gioca sui risultati di quest’anno, di fatto messi in dubbio dalle dimissioni di Banchi. Grandi muri ma con fondamenta molto fragili. Personalmente non metto in dubbio le qualità tecniche di Recalcati.  Anzi non mi permetto minimamente. Ma una dirigenza così ambiziosa dovrebbe avere maggiore equilibrio. Mi sembra che sia questo che sia mancato. Uno scarto tra le ambizioni e le capacità manageriali. Si vedrà cosa succederà in campo e soprattutto sugli spalti. Ma si dovrà vedere che farà la dirigenza che, almeno per ora,  si è fatta “scappare” un allenatore di respiro internazionale, scelto proprio perché capace di governare le dinamiche dei giocatori in campo e negli spogliatoi. Viceversa chi ” andava a rovinare le uova nel paniere” proprio negli spogliatoi ha dimostrato di non essere in grado di gestire una società  che vuole essere di livello europeo

Finisce sotto il tram in corso Giulio Cesare, muore 49enne

Nella notte, in corso Giulio Cesare, un 49enne marocchino è stato investito e ucciso da un  tram della linea 4, verso la mezzanotte. Stava attraversando la strada, diretto in corso Vercelli, quando il mezzo l’ha investito all’altezza di via Oxilia. I sanitari del 118 hanno invano cercato di rianimarlo Sono interventi i vigili del fuoco e la Squadra Infortunistica della Polizia municipale.

La finestra sul cortile

Quella volta in cui Dolores incantò Torino 

Era il 30 aprile del 2002 ed il palazzetto dei concerti era il Palastampa. Finalmente potevo vedere i Cramberries dal vivo, il mio gruppo in assoluto preferito degli anni 90. Ricordo l’atmosfera di quel concerto così distesa, allegra, vivace, ma composta come le note che magicamente ci echeggiavano intorno. Era stato un concerto speciale di rock e melodia celtica. Le canzoni dei Cramberries e, la voce di Dolores, mi hanno accompagnata per tanti anni, colonna sonora dei miei momenti più belli e più spensierati. Avevo la cassetta di “No need to Argue” sempre pronta nel walkman, i miei viaggi in treno per raggiungere la mia università, le mie vacanze, il mio quotidiano. E poi nelle noti delle loro canzoni c’era l’Irlanda che poco più che ventenne mi sono girata in lungo e in largo con uno zainetto pieno di sogni. Quando l’altra sera ho appreso la notizia della sua morte mi ha colto una tristezza infinita, quella voce incredibile e allo stesso tempo melodiosa si è spezzata per sempre. Quell’esile ragazza abbracciata alla sua chitarra, con quella grinta eccezionale e quella dolcezza immensa che si ritrova ad ogni sua nota se n’è andata in un giorno di gennaio. Dolores rimarrà nei cuori di tutti i suoi fans così come la sua musica, fatta di sensibilità, animo contorto, fragilità e potenza vocale. “Ode to my family” rimarrà una delle ballate più belle di sempre.

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Sculture da indossare a Palazzo Madama 

Palazzo Madama propone in Sala Atelier una Visita Suonata in occasione della Mostra Giansone, Sculture da indossare, domenica 21 gennaio alle ore 16. L’appuntamento è aperto a tutti i visitatori del museo muniti di regolare biglietto d’ingresso. Tutta l’opera di Giansone ha nel Jazz uno dei temi prediletti: che siano orchestre o ballerini, il fascino nei confronti di questa musica è espresso nelle sculture, nei dipinti, nelle xilografie e ancor più nei gioielli, di cui è l’oggetto ricorrente. La Visita Suonata è l’omaggio alle teorie di Giansone di Giuseppe Golisano, sassofono contralto, ed Emilio Bernè, percussioni, due dei musicisti piemontesi più avvezzi all’improvvisazione praticando da anni la palestra del post bop. In tre diversi momenti, Golisano e Berné rappresenteranno in musica la teoria delle tangenti, la teoria modulare e il concetto caro a Giansone secondo cui la scultura sia “cavare fuori” le forme dal supporto amorfo, per delinearne via via la sagoma e poi fermarsi nell’attimo conclusivo del suo processo genetico. I due musicisti intendono esprimere, attraverso l’afflato improvvisativo, i tanti punti di contatto tra le teorie di Giansone e il modo di fare jazz. Numerose e importanti sono le affinità del modo di procedere e lavorare del maestro piemontese con il jazz dove la forma ritmica si moltiplica e articola, gli strumenti dialogano tra loro, e il dinamismo delle scale musicali ricorda la staticità della scultura in cui nulla resta mai immobile. Lo stesso processo divulgativo delle teorie di Giansone trasmesso alle sue allieve è simile a quello del jazz, dove i maestri insegnano suonando con gli stessi allievi. Ispirato dall’opera di Giansone, Giuseppe Golisano ha creato per l’occasione, assemblandola con fili di rame, una percussione battezzata basket bongo, strumento autentico, ma dalle velleità artistiche che verrà suonato da Bernè.

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IL VINTAGE DELLA GRAN MADRE, ogni terza domenica del mese!

Il Vintage della Gran Madre “nasce” nell’aprile 2001 per volontà di alcuni operatori del settore che fondano l’”Associazione Effetto Vintage”. La location è raccolta, elegante, di facile accesso, ai margini del centro storico, ma appartata come si conviene alla sobrietà senza clamore. L’area preposta – solitamente adibita a parcheggio- ospita una cinquantina di espositori. Ogni terza domenica del mese sarà quindi possibile girovagare tra le tantissime bancarelle di questo mercatino dal sapore retrò. Tanti i pezzi unici proposti tra vestiti, cappelli, giacche, borse, accessori, gioielli e tanto altro.  Indirizzo:  Piazza Gran Madre di Dio (retro Basilica) e Via Vittozzi, 10131 Torino Giorni e Orari:  Ogni terza domenica del mese (esclusi i mesi di Luglio e Agosto) dalle 8.00 alle 18.00

Sabina Carboni

Tav, si entra nella fase operativa. E dalla Regione pioggia di milioni per ciclopiste e trasporti

Passo in avanti per la Torino-Lione. Telt, la società incaricata di realizzare e gestire la linea Tav ha affidato i contratti per le attività tecniche, per un  valore  di 800mila euro, per il tunnel di base del Moncenisio. Si tratta della maxigalleria di 57 km tra Italia e Francia. Il gruppo torinese di imprese Industrial Engineering Consultants/Gae engineering si è aggiudicato la sicurezza sul lavoro. Si entra così nella fase operativa del tunnel di base anche in Italia. Intanto la Regione ha stanziato circa 578 milioni di euro, di cui circa 530 per spese correnti e 48 per spese d’investimento, per finanziare principalmente interventi per infrastrutture stradali e ferroviarie. Tra i più significativi sono previsti: 7 milioni in materia di sicurezza stradale per le piste ciclabili attuati dai Comuni e dalle Province che possono partecipare ad un apposito bando; 6 milioni  per il collegamento della linea ferroviaria Torino-Ceres con il passante ferroviario; 5 milioni per l’attuazione dell’Accordo di programma che prevede la realizzazione della linea 5 Sfm (Sistema Ferroviario Metropolitano) per il collegamento con l’ospedale San Luigi di Orbassano; 2,5 milioni  di euro per opere di manutenzione e ammodernamento sulle linee ferroviarie Canavesana e Torino-Ceres;15 milioni di anticipazione a Scr per la realizzazione del  collegamento della linea Torino-Ceres con il passante ferroviario, 3 milioni per l’acquisto di nuovi autobus a basso impatto ambientale, 2 milioni per l’Accordo di programma per realizzazione della conca di navigazione di Porto della Torre; 1,7milioni per investimenti in materia di infomobiità, 500mila euro per attrezzare i mezzi del trasporto pubblico al sistema BIP; 500mila euro per contributi all’acquisto di scuolabus.

Va in scena il Multispettacolo


Venerdì 19 gennaio 2018 alle ore 21 Hub multiculturale Cecchi Point, via Cecchi 17, Torino
Ingresso gratuito, offerta libera

 

“Immergersi in Multispettacolo è come andare a fondo in un oceano di cui non conosciamo la profondità.  Ma almeno questo ve lo possiamo assicurare: è un’esperienza terribilmente divertente”.


Multispettacolo è la prima performance teatrale interamente pensata e creata dai ragazzi e dalle ragazze della Compagnia di Palazzo, un gruppo di attori e attrici amatoriali nato all’interno del progetto YEPP Porta Palazzo della Compagnia di San Paolo. I giovani vanno dai 22 ai 26 anni e da ormai 3 anni lavorano sul territorio di Porta Palazzo, anche se alcuni di loro sono compagni e compagne di viaggio e di teatro dai tempi del liceo. Grazie al progetto YEPP Porta Palazzo, la Compagnia di Palazzo ha avuto la possibilità di mettere in scena uno spettacolo pensato dal gruppo in ogni dettaglio, dalla scelta del testo alla regia, dalla scansione delle prove ai costumi, intraprendendo così un percorso di crescita sia attoriale che personale.

LOCANDINA DELLO SPETTACOLO
Salone delle Arti, Hub multiculturale Cecchi Point – via Antonio Cecchi 17, Torino
Venerdì 19 gennaio 2018, ore 21 – Durata 1h
Multispettacolo
Regia e adattamento del testo a cura di Niccolò Cappello
Con: Matteo Allasia, Irene Caroppo, Claudio Errico, Serena Miceli, Alberto Vendittelli
COMPAGNIA PALAZZO

Fca, 5% di vendite in più

Fca ha venduto 1.044.714 auto nel 2017 nell’Europa dei 28 più Paesi Efta. L’ incremento è del 5,2% rispetto al 2016 e la quota è salita dal 6,6 al 6,7%. A dicembre le immatricolazioni del gruppo erano 62.219, ovvero il 16,1% in meno dello stesso mese del 2016 e la quota è scesa dal 6,2 al 5,5%. Alfa Romeo traina le vendite, con  82.166, il 27,2% in più del 2016. Si tratta della maggiore crescita tra tutti i costruttori. Bene  anche Fiat (+4,5%) e Jeep (+3,5%) che segna il miglior anno di sempre. Fiat 500 e Panda guidano il segmento A con il 29,1% di quota nell’anno. Invece  500L, 500X e Renegade sono sempre tra le più vendute dei loro segmenti.

 

(foto: il Torinese)

La rabbia di una madre e il ritratto aspro della provincia americana

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Può essere una piccola città insignificante, ordinata e tranquilla all’apparenza, Ebbing nel Missouri. In quell’angolo di provincia americana esplode tuttavia la rabbia di Mildred Hayes, coriacea e solitaria, nel ricordo di una figlia stuprata e uccisa sette mesi prima, un assassinio di cui la polizia locale non ha ancora rintracciato il responsabile. Non si sono trovati indizi, il corpo bruciato non ne ha lasciato traccia, chi ha ucciso, locale o venuto da fuori, è scomparso per sempre, non ci sono stati dei fermi, le indagini sono state condotte con negligenza, il tempo è passato e le vite dello sceriffo Willoughby (un Woody Harrelson crepuscolare, che non ti aspetteresti) e del suo vice Dixon non hanno avuto sussulti. La donna prende allora in affitto tre grandi spazi pubblicitari, inutilizzati da tempo, sulla strada fuori del paese e di là manda ai due chiari messaggi di incompetenza e di memento per quanto è successo a sua figlia.

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Ma lungo quelle strade, tra quelle case, nel bar sovraffollato dove serpeggiano quietamente tracce di razzismo, di sfacciata imposizione della legge, a tratti di fragorosa violenza, certo non tutti appoggiano i mezzi anche sbrigativi di Mildred. Tre cartelloni a Ebbing, Missouri, scritto e diretto da Martin McDonagh (è il suo terzo film, in precedenza all’attivo l’applauditissimo In Bruges e 7 psicopatici), un successo nato all’ultima mostra di Venezia, proseguito con quattro vittorie ai recenti Golden Globe e crediamo ben incamminato nella corsa verso gli Oscar, non è soltanto il ritratto di una donna con il cuore carico di ferite e della sua ricerca personale e senza quel politically correct sbandierato che la conduce ad affrontare tutti quanti a muso duro, a dire pane al pane durante certe riprese televisive o a tener testa a possibili intrusi o a decidere di arrivare a incendiare la stazione di polizia: è pure la fotografia essenziale di esistenze e di una cultura con tutte le sue contraddizioni, dei toni forti del profondo sud, delle tinte scure e di quelle chiare che avranno tempo ad addolcirsi e a confondersi.

McDonagh rivela appieno le proprie radici teatrali (nel corso della sua carriera teatrale s’è guadagnato tre Laurence Olivier Award ed è stato candidato per ben quattro volte al Tony Award), mostra il piacere e la forza della sua scrittura, negli sviluppi improvvisi e mai vuoti della sceneggiatura come nel più piccolo personaggio o particolare, intervallando la storia con eccellenti colpi di scena, dando spazio alle zone comiche, quasi surreali e impensate (è un piccolo capolavoro di sfaccettature il personaggio del vice disegnato da Sam Rockwell, insicuro e immaturo, con la sua anima di violento e di bambinone ancora attaccato alle volontà della madre: a lui spetta nel finale la completezza o meno della vendetta) come al dramma, con eguale convincimento, incastra con esemplare semplicità i cambiamenti di registro, si sposta dal sorriso al dolore con la perfezione del grande scrittore.

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Ogni tassello si distende piacevolmente e non prevarica nella frettolosità il successivo, il mutamento di Dixon avviene per il divertimento dello spettatore attento. Dandoci alla fine quello che in questa prima parte di una stagione disattenta e povera ci pare il film più significativo, concreto nell’entrarti nell’anima e nella pancia e sinceramente consigliabile: esempio ancora una volta di una cinematografia d’oltreoceano che guarda a quanto c’è di discutibile e di chiaroscuro nell’intimo del proprio interno (tra qualche giorno arriverà anche Spielberg con i suoi Pentagon Papers, i mea culpa del Vietnam), che non ha paura di confrontarsi, di guardare il presente come di girarsi colpevolmente indietro, che maneggia la propria Storia con una asprezza di risultati che pochi altri oggi possono vantare. Qui taciamo di noi, e non per la semplicistica erba del vicino sempre più verde, che tutt’al più camuffiamo i problemi di casa nostra dietro la risata, grassa e a tratti sconcertante, priva ormai in modo definitivo di quella critica corrosiva che in altro tempo ci aveva posto su ben più alti livelli.

Quell’auto sulle strisce e il contrassegno improprio

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
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Siamo alla “perfezione” dell’imperfezione. Corso Moncalieri angolo corso Fiume. Strisce pedonali ostruite da un’auto. Riesco a malapena a passare. Fin qui nulla di nuovo, l’eccezionale è il contrassegno che espone, per uso di chi ha un handicap .Giro intorno per sincerarmi ed aspetto esattamente 15 minuti (ho del tempo). Dal bar all’ angolo esce una distinta signora senza alcun handicap, esce e si accende una sigaretta. Non dico niente perché sono rassegnato. Penso sia squallido.

TORINO DICE ADDIO A GIANNI LIBONI, STORICA SPALLA DI ERMINIO MACARIO

Il celebre attore di avanspettacolo e varietà si è spento per un infarto questa notte alle 3 all’Ospedale ‘Gradenigo’.

E’ improvvisamente scomparso alle tre di questa notte per un infarto all’Ospedale ‘Gradenigo’, dov’era ricoverato da circa una settimana per via di una frattura all’anca.

Da poco aveva ripreso la posizione eretta, ed era pronto a lasciare il reparto per iniziare la riabilitazione motoria.

Giovanni Liboni, meglio noto più semplicemente come Gianni Liboni, 86 anni, è stato l’ultima storica spalla di Erminio Macario.

Nato a Torino il 4 gennaio del 1932, iniziò giovanissimo a calcare i palcoscenici torinesi debuttando nella celebre compagnia di Mario Ferrero, per una lunga carriera che ne ha fatto uno degli attori di avanspettacolo, rivista e varietà più amati del capoluogo piemontese

Nel Dopoguerra, si distinse anche come conduttore e showman degli spettacoli allo storico ‘Teatro Alcione’, che ospitava le principali vedettes italiane e internazionali dell’epoca, per poi approdare al ‘Teatro Alfieri’ con Erminio Macario, di cui fu la spalla insuperata e indimenticata. In carriera, anche numerosissime partecipazioni televisive, cinematografiche e crociere intorno al mondo.

Gianni Liboni, indiscusso signore d’altri tempi, lascia il figlio, Valerio Liboni, storico batterista e leader del famoso gruppo pop de I Nuovi Angeli, e Nuccio Cippo, inseparabile compagno di palcoscenico e lavoro teatrale di una vita.