Basket a Torino tra ambizioni e capacità manageriali

STORIE DI CITTA’  di Patrizio Tosetto
Anche il Basket al massimo livello ci dà delle preoccupazioni.
Decenni che il Palaruffini non si riempiva così. Anche perché era decenni che non vniceva così nella massima divisione.  E Banchi che fa’? Si dimette e rescinde il contratto consensualmente. O è “sucida” o la ruggine c’era da tempo. Sembra per ingerenze nello spogliatoio del vicepresidente figlio del patron Notaio Forni che – sempre si dice- vorrebbe vendere la società Auxilium Fiat. Societariamente parlando non c’è pace. Le dimissioni dell’allenatore in fase ascendente sono state un fulmine a ciel sereno per i più . Non le vicissitudini societarie  Tutto comincia 10 anni fa con la tripla allo scadere del mitico play Jacuzzi.  Spareggio tra Auxilium Collegno e Libertas Moncalieri. Poi accordo tra Moncalieri e San Mauro lasciando il Gruppo dirigente del Moncalieri  il passo a Terzolo, patron del San Mauro.Quest’ultimo chiede aiuto all’amico e notaio di Castellamonte,Forni impegnato a suo tempo a Biella dove il figlio giocava. Rompe con Biella e viene a Torino. Dopo? Semplice: Terzolo e Forni si separano in modo consensuale. Al primo ritorno alla serie B ed il giovanile, al secondo i riflettori della serie A. Poi accordi di cartello per avere un settore giovanile di altre società. E Massimo Feria, da Rivarolo, commercialista ed ex presidente FinPiemonte, in quota centro destra, dimissionario per grane con la giustizia. Forni dimostra di non temere le asperità della campagna acquisti. Lui i soldi necessari li trova sempre. Non lesina e compera anche il marchio Auxilium, si dice dal leggendario Gianni Asti che con don Gino ha fatto il basket torinese. Insomma, soldi e tensioni societarie sono all’ordine del giorno. Sempre alla rincorsa di una squadra competitiva anche in Euro Lega . Ma morto un papa se ne fa un altro e dopo Banchi l’arrivo di Charlie Recalcati è l’ultimo dei colpacci. Lui é un pezzo del Basket italiano, direi una colonna portante. Forse il primo ottimo giocatore ed eccellente allenatore. E la famiglia Forni per l’ennesima volta non si fa trovare impreparata. Vedremo se Junior entrerà ancora negli spogliatoi. Dubito, visto che il padre ha dichiarato che volendo vendere la società può venderla solo se vincente e riempie il palazzetto. E i tifosi torinesi sono famosissimi per il calore ed anche per le loro contestazioni. Effettivamente vedere il palasport strapieno fa piacere al cuore di tutti i torinesi.I tifosi dopo Banchi sono spaesati. Anche per questo é arrivato Recalcati. E Forni? Continua a non badare  a spese. Per mesi i dirigenti si sono visti in Comune. Missione: l’ utilizzo di un altro impianto sportivo cittadino, il Palavela di proprietà del Parco olimpico. Interessati al Palavela ma non interessati ai costi di questo impianto 
sportivo chiaramente di prestigio internazionale. Qui la Famiglia Muttoni a vario titolo con società qualificate gestisce il Parco olimpico.Cosa non facile se vogliono, come sembra stiano facendo, far tornare i conti.Ben venga il basket al Palavela ma deve “pagare un affitto” e saper gestire la complessa struttura. Qui la storia si fa più ingarbugliata. Massimo Feria ha l’idea vincente: paghi il Comune. Subito  le trattative si arenano, il Comune non ha un euro.  Non se ne fa niente. Rimane il progetto di portare Torino in Europa almeno nel basket. Tutto si gioca sui risultati di quest’anno, di fatto messi in dubbio dalle dimissioni di Banchi. Grandi muri ma con fondamenta molto fragili. Personalmente non metto in dubbio le qualità tecniche di Recalcati.  Anzi non mi permetto minimamente. Ma una dirigenza così ambiziosa dovrebbe avere maggiore equilibrio. Mi sembra che sia questo che sia mancato. Uno scarto tra le ambizioni e le capacità manageriali. Si vedrà cosa succederà in campo e soprattutto sugli spalti. Ma si dovrà vedere che farà la dirigenza che, almeno per ora,  si è fatta “scappare” un allenatore di respiro internazionale, scelto proprio perché capace di governare le dinamiche dei giocatori in campo e negli spogliatoi. Viceversa chi ” andava a rovinare le uova nel paniere” proprio negli spogliatoi ha dimostrato di non essere in grado di gestire una società  che vuole essere di livello europeo
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