redazione il torinese

Ema, Vivaldi e le sregolatezze dell’Unione Europea

Il caso di Ema, l’Agenzia del farmaco dell’Unione Europea, è emblematico di come l’Unione Europea non funzioni e di come sia un po’ boemienne. Se, per la misura delle banane c’è tanto di protocollo, in caso di assegnazione di una sede importante come Ema, le procedure utilizzate sono state, a sommesso dire, alquanto discutibili. Ma il caso di Ema la dice lunga anche su come l’Italia non abbia un senso di appartenenza, in altre parole di “italianità” che invece tutti gli altri Paesi hanno. Per quelle strane combinazioni della vita, la nuova sede di Ema, l’Agenzia del farmaco dell’Unione Europea che quasi certamente sarà trasferita dall’Inghilterra in Olanda, sarà ospitata nel palazzo che si chiama “Vivaldi“. Quasi una beffa intitolare un edificio al compositore italiano Antonio Vivaldi per ospitarvi Ema e scippare una sede. In attesa dell’esito del ricorso proposto dall’Italia che dirima la controversia e chiuda la vicenda, i lavori dell’edificio vanno avanti (a rilento), ma noi restiamo scettici sul risultato positivo dell’accoglimento di tale ricorso. Salvo un miracolo sia la sede provvisoria che quella definitiva saranno ad Amsterdam. Infatti gli eurodeputati hanno dato un sì condizionato ad Amsterdam che equivale ad un si definitivo. Inoltre il Parlamento europeo ha chiesto al Consiglio e alla Commissione di essere incluso nel processo di decisione sull’assegnazione delle agenzie dell’Unione dando così il via libera alla concertazione ripartita a tre. Vale a dire, per la prossima volta le cose si faranno per benino, per ora…. I risultati delle votazioni, sono pure la riprova di quanto poco contino gli italiani: i favorevoli sono stati 507, i no 112 e 37 gli astenuti. Che altro dire? Si diceva un tempo che l’Italia è un Paese di santi, navigatori e poeti. Forse il proverbio dovrebbe esser integrato, con “e masochisti e privi del senso di unità e gioco di squadra” che le altre nazioni hanno: Francia, Spagna, Germania fino ad arrivare, appunto all’Olanda, ma anche Romania, Ungheria e via di seguito.

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Pur plaudendo al presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani che aveva scritto una “nota di rimprovero” al presidente lussemburghese della Commissione europea Jean-Claude Juncker per non aver assolto al meglio il dovere di “giudice terzo” ed effettuato le necessarie verifiche e proposte da inviare ai rispettivi governi e agli eurodeputati, l’amaro in bocca rimane e anche nella votazione in Europarlamento che ha sancito lo spostamento della sede da Londra ad Amsterdam gli italiani hanno votato alla rinfusa. Ormai tutti sanno che un sorteggio ha favorito l’Olanda nell’assegnazione della sede dell’Agenzia per il farmaco. Non tutti conoscono ancora che Jean-Claude Juncker accettò di secretare su richiesta del governo olandese parte della documentazione inviata. Praticamente si è barato al gioco. In altre parole, provate a partecipare ad un concorso, ad una selezione, senza avere i titoli per parteciparvi. I requisiti dovete averli al momento della candidatura e non in futuro, dopo la domanda.

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Se non fosse stato apposto il segreto (di Stato!) l’Olanda sarebbe stata scartata subito e non ammessa alle selezioni. In questo modo si è nascosta la difficoltà di rispettare i tempi previsti per garantire il trasferimento dell’Ema, all’uscita del Regno Unito dall’Ue a fine marzo 2019, tanto che si è proposta pure una sede provvisoria (Spark) favorendo chi non poteva esser ammesso. Il presidente Tajani ha chiesto a Juncker di consegnare all’Europarlamento tutti i dettagli dell’offerta olandese per ospitare l’agenzia e la valutazione della Commissione, chiedendo di includere anche le parti “riservate”. Juncker – bontà sua – ha risposto alle richieste, il voto definitivo è previsto per la prossima sessione di marzo a Strasburgo. Se una gaffe tira l’altra, noi pensiamo che Junker non ce ne risparmierà altre! Intanto tutti gli “step” per arrivare all’assegnazione definitiva stanno per essere accolti. Siamo dell’idea che lamentarsi dopo è sempre estenuante; mentre per contro, far valere i propri interessi e diritti prima sia molto più produttivo e agevole. In questo caso, specifico, il ricorso al sorteggio era assurdo, iniquo e illegittimo, perché i requisiti non c’erano per tutte le squadre. Registriamo pure che la commissione Affari costituzionali del Pe ha bocciato l’emendamento della relatrice Mercedes Bresso (Pd), che chiedeva di eliminare dal testo del nuovo regolamento dell’Ema, proposto dalla Commissione Ue, ogni riferimento alla città di Amsterdam come nuova sede. Su un altro fronte, Germania e Francia, sulle banche, si sono fatte accordare una deroga, ancor prima che la normativa di giugno entri in vigore. Vogliamo stare nell’Unione, ma le leggi devono valere per tutti. Tanto per concludere, Embraco, per delocalizzare in Polonia, dovrebbe prendere fondi dall’Unione Europea? In attesa del miracolo, resta la certezza dell’assegnazione ad Amsterdam di Ema!

Tommaso Lo Russo

 

“Panini tour up!”, c’e’ Intesa

Nei giorni scorsi a Milano, nella filiale di piazza Cordusio, Intesa Sanpaolo ha fatto il punto sul mondo dei giovani, insieme alla società di ricerca Ipsos e al Gruppo Panini. Dal mondo del grande calcio era presente Andrea Pirlo, che ha rivissuto con il pubblico il suo sogno di ragazzo.


La collaborazione con il Gruppo Panini nasce con le nuove iniziative lanciate dalla Banca per gli under 18: il nuovo conto che la banca dedica ai più piccoli prevede infatti in omaggio un album Calciatori 2017-2018 e 500 figurine, oltre all’opportunità di vincere un pallone da calcio. Un’iniziativa che piace ai ragazzi, ma anche ai genitori, tanto che, dall’inizio di gennaio ad oggi, sono state raccolte ben 18.000 adesioni. Da sabato 24 febbraio, Panini e Intesa Sanpaolo daranno vita al “Panini Tour Up! 2018” che farà tappa in 30 città italiane: giochi, quiz e premi per migliaia di collezionisti piccoli e grandi.  A Torino l’appuntamento è nel weekend del 17 e 18 marzo, in piazza Vittorio Veneto. Per partecipare, basta registrarsi online sul sito www.paninitourup.it.

L’occhio magico di Carlo Mollino

OLTRE 500 IMMAGINI IN MOSTRA DA “CAMERA” A TORINO

FINO AL 13 MAGGIO

Realizzati (in imponente quantità) nell’arco di un quarantennio, in mostra troviamo scatti fotografici che ci raccontano della genialità e dell’eclettico talento di un artista e di un uomo che in vita fu proprio tante tante “cose”. Fra i più noti e celebrati architetti italiani del Novecento, ma anche ardito designer e scrittore e intrepido pilota automobilistico amante del brivido della velocità, nonché aviatore, sciatore e (appunto) fotografo, autore di scatti ribollenti di bizzarre intuizioni, Carlo Mollino (Torino, 1905 – 1973) è ricordato dalla torinese Camera – Centro Italiano per la Fotografia- con una personale che mette insieme oltre 500 immagini, molte delle quali inedite e provenienti dalle Collezioni del Politecnico torinese, Archivi Biblioteca Gabetti e Fondo Carlo Mollino. Curata da Francesco Zanot, la rassegna è la più grande e completa mai realizzata sul tema ed evidenzia a fondo il ruolo privilegiato riservato dall’artista alla fotografia, vista sia come fondamentale strumento di documentazione del proprio lavoro, sia come originale e personalissimo mezzo espressivo, “occhio magico” del proprio vivere quotidiano. Figlio d’arte, Mollino si imbatte e si invischia a tutto corpo nella fotografia fin da bambino, trafficando fra negativi, macchine fotografiche e pellicole da sviluppare, nella camera oscura ricavata dal padre Eugenio (ingegnere, anche lui appassionato fotografo) nella villa di famiglia a Rivoli. Dai primi scatti alle esperienze della maturità, la pura passione diventa per lui – passando fra i canoni obbligatori della tradizione agli slanci di una sperimentazione che ne fortifica l’immaginario espressivo – atto creativo in cui regole e coscienza critica dettano leggi e riflessioni che lo conducono a pubblicare nel ’49 “Il messaggio della camera oscura”, colossale e – in quegli anni- fondamentale volume per la definitiva consacrazione e accettazione della fotografia fra le arti maggiori. Una dovuta “promozione” frutto di riflessioni e teoremi che ben si riflettono nelle quattro sezioni tematiche (impossibile seguire un criterio cronologico, data la vastità delle immagini esposte) in cui si articola la rassegna di Camera. In “Mille case” – titolo della prima- gli scatti raccontano il mestiere dell’architetto, il tema dell’abitare, con le immagini degli interni e dei primi edifici progettati fra gli anni Trenta e Quaranta, fra cui la casa della Federazione degli Agricoltori a Cuneo e la “mitica” sede della Società Ippica Torinese, progettata e realizzata nel ’40, incautamente demolita dal Comune nel ’60 per scaduta concessione (oggi sull’area sorge il Liceo Classico “Alfieri”) e di cui la mostra presenta un fotomontaggio –prima versione del moderno photoshop? – realizzato con l’amico fotografo Riccardo Moncalvo. Nella stessa sezione troviamo anche still-life di oggetti domestici di sua creazione e una serie di istantanee riprese durante i suoi viaggi: dalle case in legno e paglia della campagna rumena al Guggenheim Museum di Frank Lloid Wright a New York, dai mulini olandesi alle vedute di Chandigarh, la “City Beautiful” dell’India settentrionale nata dal piano urbanistico disegnato da Le Corbusier. Di ispirazione surrealista e dada, la più libera e imprevedibile dell’intera mostra, è sicuramente la seconda sezione. A partire dal titolo: “Fantasie di un quotidiano impossibile”. Per ribadire ciò che spesso affermava lo stesso Mollino: “Tutto è permesso, fatta salva la fantasia”. Ecco allora immagini di vetrine che tanto avrebbe amato il “fotografo di Parigi” per eccellenza Eugène Atget (prediletto da Man Ray, suo vicino di studio a Montparnasse), oggetti e specchi dalle rare misteriose qualità, fotografie di altre fotografie, i singolari Draghi da passeggio fino alle preziose immagini tratte dalla pubblicazione “Occhio magico” (da cui il titolo della mostra), voluta dallo stesso Mollino e di cui uscirono solo quattro numeri fra il ’44 e il ’45. All’uomo-artista amante della velocità coraggiosamente e indifferentemente praticata alla guida di un’auto da corsa o di un aereo o sugli sci (Mollino fu anche direttore della Coscuma – Commissione delle scuole e dei maestri di sci) è invece dedicata la terza sezione della rassegna. Titolata alla “Mistica dell’acrobazia”, riunisce fotografie che lo immortalano in passioni sportive da dinamico superman che lo porteranno a progettare (insieme a Mario Damonte e a Enrico Nardi) il famoso “Bisiluro”, automobile con cui partecipò nel ’55 alla “24 ore di Le Mans”. Di 180 fotografie è infine composta la quarta e più ampia sezione “L’amante del duca”, con le famose polaroid dei ritratti femminili (spesso e volentieri “donnine discinte” o di antica postura statuaria) e gli sciatori. In entrambi i casi, prevale l’esercizio di stile, la grammatica dell’artista scrupolosamente attento al controllo della posa, alle sinuose curve degli sci sulla neve e all’ossessiva e armoniosa ripetizione dei gesti.

Gianni Milani

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“L’occhio magico di Carlo Mollino. Fotografie 1934 – 1973”

Camera – Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/881150; www.camera.to Fino al 13 maggio

Orari: lun.- merc. –ven.- sab.-dom. 11/19 – giov. 11/21; mart. chiuso

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Le immagini:

– Carlo Mollino: “Mimì Schiagno”, 1952 – ’60 ca.

– Carlo Mollino e Riccardo Moncalvo: “Società Ippica Torinese”, fotomontaggio, 1941

– Carlo Mollino: “Stazione-Albergo al Lago Nero, Sauze d’Oulx”, 1947 ca.

– Carlo Mollino: “Lina Suwarowski”, 1936 -’39 ca.

– Carlo Mollino: “Ritratto (senza titolo)”, 1956 – ’62 ca.

– Carlo Mollino: “Leo Gasperl”, anni ’40

A spasso nel gusto. Dal mercato al museo

Un prestigioso Museo, uno chef di gran blasone e un mercato fra quelli storici della città: ecco gli “ingredienti” dei nuovi appuntamenti programmati per tre sabati (a cavallo fra marzo e maggio) nell’ambito del progetto “GEM – Dialoghi in Barriera”, ideato e realizzato da Conservatoria delle Cucine Mediterranee, in collaborazione con il MEF – Museo Ettore Fico e con il sostegno della Fondazione CRT. Teatro dell’iniziativa, dal titolo “A spasso nel gusto. Dal mercato al museo” (che segue i quattro “Incontri in Barriera” realizzati con pieno successo circa un anno fa), è la torinese Barriera di Milano, dove ha sede il MEF e dove si troverà ad agire e a divulgare creatività e sapienza culinaria lo chef istruttore Enrico Bricarello, con la concreta partecipazione – sempre in loco – dell’Associazione “La Piazza Foroni”, già partner del Museo di via Cigna per “MEFinMARKET”, il progetto sviluppato nel 2016 all’interno del programma A. R. T. (Attività e Relazioni con il Territorio) che allora portò l’opera del grande pittore Ettore Fico all’interno dell’omonima piazza. La finalità è quella di intensificare, sempre più, la relazione fra due luoghi significativi di Barriera di Milano (per l’appunto il MEF e Piazza Foroni), così da creare un originale connubio fra arte visiva e arte culinaria, attraverso un momento di partecipazione legato al cibo: la preparazione e il consumo di un pasto. Lo chef Enrico Bricarello ha concepito questa edizione come un mini-corso di cucina. Primo step della giornata sarà la spesa. Bricarello, alle 14, partirà dal Museo per accompagnare i partecipanti al vicino mercato di Piazza Foroni, guidandoli alla scoperta del “patrimonio” dei prodotti regionali e stagionali, suggerendo inoltre gli ingredienti necessari alla realizzazione delle ricette “in menù”. Al rientro al Museo, dopo una breve spiegazione sulle tecniche di trasformazione dei prodotti acquistati, si prenderà parte ad una lezione tecnico-pratica, realizzando le preparazioni in precedenza illustrate. Al termine del lavoro di cucina, intorno alle 19, ci sarà,negli spazi accoglienti del ristorante del MEF, la degustazione dei piatti creati. “L’evento favorirà – dicono gli organizzatori – al di là dell’aspetto prettamente conoscitivo legato al ‘come fare la spesa’ e al come muoversi in cucina, oltreché a quello conviviale, l’approccio più consapevole a realtà importanti di Barriera di Milano, solo apparentemente fra loro distanti: anche i banchi del mercato raccontano una storia con la loro varietà di prodotti, i loro colori, i venditori. Paradossalmente non sono diversi da uno spazio museale in cui vengono esposti e mostrati al pubblico i ‘prodotti culturali’. Entrambi infatti sono luoghi di incontro, scambio e socialità”.

Questi gli appuntamenti

Sabato 24 marzo: “Il magro e il grasso” – Ricette pasquali

Sabato 14 aprile: “I sapori dell’Italia” – Le ricette dimenticate del Mezzogiorno

Sabato 19 maggio: “Cous cous di terra” – Grano duro, verdure e aromi dell’entroterra mediterraneo sposano la carne di agnello adulto

Per info e iscrizioni: tel. 011/852510 o 011/5229826-27 – info@museofico.it o conservatoria@cucinemediterranee.net

g.m.

Riapre la Camera dei Deputati dell’antico Parlamento Subalpino

Anche quest’anno in occasione della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera” sabato 17 e domenica 18 marzo dalle ore 10 alle ore 19 il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano riaprirà alla visita del pubblico la Camera dei deputati del Parlamento Subalpino. Un evento eccezionale per permettere ai visitatori di vivere l’emozione unica di entrare nel cuore della storia d’Italia, la nostra Storia, e cogliere le radici delle dinamiche che regolano la nostra identità di oggi. L’appuntamento di quest’anno si arricchisce di due importanti iniziative. Per i due giorni di apertura della Camera, i visitatori potranno infatti sperimentare anche una visita virtuale dell’Aula del Parlamento Subalpino attraverso l’utilizzo di occhiali VR. Si tratta di un progetto di TIM, nell’ambito delle attività di sperimentazione della rete 5G, che permette di applicare la capacità della virtual reality alla comunicazione in tempo reale fra persone in modalità totalmente immersiva. Inoltre sabato 17 marzo alle ore 16, nell’ambito del progetto “Il Cavour nei luoghi di Cavour”, il coro e l’orchestra di fiati degli allievi del Liceo Musicale Cavour di Torino eseguiranno la versione integrale de Il Canto degli Italiani in omaggio al riconoscimento appena avvenuto dell’inno di Mameli quale inno nazionale. L’esecuzione avverrà nell’Aula della Camera del Parlamento Italiano, un altro dei luoghi estremamente significativi che fanno parte del percorso del Museo Nazionale del Risorgimento.

Oriente, Irlanda e Country di scena al Lingotto

Presso Lingotto Fiere di Torino vi aspettano la magia dell’Oriente, le verdi terre d’Irlanda e il fascino del mondo Country e del That’s America. Un happening imperdibile, un evento internazionale che racchiude nella stessa manifestazione la presenza di varie manifestazioni in contemporanea, ai quali i visitatori potranno prendere parte con un unico biglietto d’ingresso. Il pubblico potrà infatti visitare il Festival dell’Oriente, passando per il Festival Irlandese, il coinvolgente mondo Country e l’iconica That’s America e vivere così l’emozione di un viaggio virtuale tra Oriente ed Occidente all’insegna della cultura, delle tradizioni, del divertimento e dell’incanto di terre lontane. Una delle tantissime novità che riempiranno tutti i padiglioni di Lingotto Fiere è il Western Horse Show, un’intera area dedicata alla monta americana, rappresentata da tre discipline: Team Penning, Ranch Shorting e Cattle Penning, in cui il binomio cavallo – cavaliere è fondamentale. Il Festival dell’Oriente, giunto alla 4 edizione, si presenta con una nuova veste e decine di novità, inserite in un immenso contenitore dove a 360 gradi vengono presentate le tradizioni, la cultura e il folklore con i sapori, i colori e i profumi dei numerosi paesi Orientali presenti, che accompagneranno il pubblico in un affascinante viaggio tra bazar, aree culturali, oltre 200 conferenze e centinaia di spettacoli tradizionali, dalla vestizione del Kimono alla Cerimonia del the, dall’arte dell’origami all’Ikebana, e ancora seminari, workshop, punti ristoro tipici e un ampio spazio dedicato anche alle Arti Marziali tradizionali. L’Holi Festival, come di consueto, si svolgerà nelle due giornate di domenica 18 e domenica 25 Marzo a partire dalle 15:00 nell’area esterna del padiglione del Festival dell’Oriente, con tutta l’allegria e la misticità della festa dei colori.. Polveri colorate, musica e tanto divertimento! Il Festival Irlandese si svolgerà tra fiumi di birra, degustazioni gastronomiche, danze e musica; il pubblico potrà partecipare ad una serie infinita di attività, dai matrimoni celtici alle rievocazioni storiche fino ai divertentissimi giochi tipici come il tiro alla fune o la gara della yarda di birra, il tutto accompagnato dalla musica dei gruppi più rappresentativi d’Irlanda. Novità straordinaria di questa edizione la presenza di 4 gruppi musicali di livello internazionale altissimo che si esibiranno tutte le sere. Il Festival Country sarà l’occasione invece per scoprire la musica, i coinvolgenti balli tradizionali ma anche la bellezza ed il fascino del mondo Western, senza dimenticare ovviamente il settore dedicato alla saggezza dei Nativi Americani, con la presenza di un vero sciamano che susciterà emozioni profonde . Un enorme villaggio western è allestito per grandi e piccini; un saloon dove prenderanno vita duelli spettacolari, musical, la prigione dello sceriffo, la grotta dei cercatori d’oro, il fortino, l’emporio, la chiesa, le sparatorie, la caccia al tesoro e mille altre imperdibili attività. That’s America infine sarà dedicato al mito ed al sogno Americano, un vero e proprio tuffo negli anni d’oro degli States tra twist, rock and roll, pin up, supercars, boogie woogie e tanto altro ancora! Ad arricchirlo poi un emozionante e imperdibile spettacolo di “Live Action Stunt” che vi farà rimanere letteralmente con il fiato sospeso grazie alle spericolate acrobazie di auto e moto, ai raduni Harley, al musical di Grease e decine di altri eventi .

A 40 anni dall’uccisione di Aldo Moro vergogna italiana la passerella nei media degli assassini di quel tempo

“E’ una vergogna tutta Italia la passerella mediatica offerta ai cattivi maestri di un’ epoca tragica del nostro recente passato marchiato per sempre dalle gesta di assassini mai pentiti” – dichiara Pietro DI LORENZO, Segretario Generale Provinciale del SIAP, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato – “A 40 anni dall’uccisione di Aldo MORO e dei cinque colleghi di scorta ancor più che il dolore del ricordo sentiamo forte l’orrore per lo spazio dedicato a chi quelle morti le ha provocate”. “ Uno schiaffo per chi, come noi, non dimentica per un solo giorno l’ignominia di quelle e molte, troppe morti causate da una ideologia folle che ha insanguinato il Paese e prodotto una generazione che ancora influenza negativamente settori nevralgici del Paese. Torino è una città tra quelle più duramente colpite dalle uccisioni dei brigatisti ed è un doppio dolore rendersi conto di come quelle vite falciate contino meno di quelle dei loro assassini”. “Non è la prima volta e crediamo che, purtroppo, non sarà l’ultima. La presenza in tv, e lo spazio mediatico, dato ai terroristi sono un triste canovaccio che si ripete. Fino a quando in questo Paese avrà campo libero una certa intellighenzia figlia dei cattivi maestri non cesserà il vezzo di far fare passerella ad assassini pluriomicida” “Condividiamo la rabbia delle tante famiglie che non hanno mai smesso di piangere i loro morti ricordando, in special modo, i cinque colleghi uccisi per rapire Aldo Moro” – conclude DI LORENZO – “ Ci chiediamo quando questo Paese avrà il coraggio di voltare pagina confinando nell’oblio i carnefici di un tempo non ancora passato. ”

 

             Ufficio Stampa Siap Torino

“Elvira”, l’apologia del mestiere dell’attore

Più di trent’anni dopo la direzione di Giorgio Strehler, nel 1986/87, la piece teatrale “Elvira” viene riproposta nella regia ed interpretazione di Toni Servillo, che lo sta portando in scena al teatro Carignano per la stagione del Teatro Stabile di Torino. Le riflessioni di Jouvet sul teatro e sul personaggio ritrovano la loro stringente attualità in questo apologo del teatro, della missione civile dell’attore e del suo mestiere, attraverso le sofferte meditazioni ed il rigore di un grande maestro del teatro medesimo. La piece consiste nella prova dell’incontro in cui donna Elvira comunica a don Giovanni il suo amore e la sua grande preoccupazione. Si tratta di una scena alla quale assistiamo e, da sempre, capace ogni volta di affascinarci come la prima volta. Il tessuto su cui Toni Servillo ha costruito il suo spettacolo è rappresentato da “Elvire Jouvet 40”, diario di lavoro in cui Brigitte Jacques trascrisse le “Sette lezioni sulla seconda scena di Elvira nel Don Giovanni di Moliere”, nella agile traduzione firmata da Giuseppe Montesano.

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Toni Servillo interpreta e dirige quello che si può considerare l’apologia del mestiere dell’attore, capace di svelare parole, tecnica e rigore di una pietra miliare del teatro come Louis Jouvet, che affermava che “una messinscena è una confessione “. “Elvira – spiega Toni Servillo – porta il pubblico all’interno di un teatro chiuso, quasi a spiare tra platea e palcoscenico, con un’allieva ed un maestro impegnati in un vero e proprio momento di fenomenologia della creazione del personaggio”. L’allieva di Jouvet si chiamava Paula Dehelly, una giovane interprete che, dopo il diploma, a causa delle sue origini ebraiche, fu costretta ad abbandonare le scene e lasciare Parigi, per tornare a lavorare in teatro ed al cinema solo nel dopoguerra. La stenografa Charlotte Delbo, poco dopo le trascrizioni, entrò nella Resistenza e sopravvisse ad Auschwitz, utilizzando poi l’esperienza con Jouvet ed il ricordo delle battute di Moliere quali risposte attive all’orrore. Toni Servillo, grande interprete, dirige tre giovani attori, Petra Valentini, Francesco Marino e Davide Cirri, in una grande celebrazione del teatro, capace di far conoscere al pubblico la fatica, il dolore e la tensione che si provano affrontando il palcoscenico, insomma la segreta realtà dell’attore, messaggero di poesia e verità.

Mara Martellotta

Ex manager Thyssen chiede la grazia a Mattarella

Marco Pucci, ex manager della Thyssenkrupp che sta scontando dal 2016 la pena di sei anni e tre mesi di carcere per il rogo nella fabbrica torinese, dove nel 2007 morirono sette lavoratori, ha chiesto la grazia al presidente della Repubblica. Lo  scorso anno aveva già ottenuto il permesso di svolgere lavoro esterno con l’obbligo di rientro in cella alla sera.

Sorteggio di Champions duro per la Juve che si ritrova il Real Madrid

Il sorteggio di Champions dei quarti di finale della Champions League è molto ostico per la Juventus: sarà  in campo  con il Real Madrid (che il  3 giugno scorso a Cardiff, drammatica serata di piazza San Carlo, sconfisse i bianconeri per 4-1). “Le difficoltà ? Saranno enormi – prevede il vicepresidente della Juventus, Pavel Nedved, ai microfoni di Mediaset Premium – ma su due partite abbiamo qualche chance in più”.