redazione il torinese

“La valigia rossa edizioni” si presenta

Venerdì 13 aprile alle 21 avrà luogo a Torino in Viale Virgilio 53,  si terrà la presentazione della casa editrice “La valigia rossa edizioni“, con la partecipazione di Tamara Brazzi e Corinna Ivaldi

 

L’evento sarà presentato da Roberta NardiAlessandro Cunsolo.
Ecco il programma della serata:

 

Ore 21 ingresso e accoglienza.

Ore 21,30 sfilata con le modelle: Nina De Caprio, Valentina Murano e Dyana Casmiro.

 

Le modelle indosseranno gli abiti di Sofia Quinones by Puravida e le collane della casa editrice “La valigia rossa edizioni”. La presentatrice della serata, la giornalista Roberta Nardi, indosserà una creazione esclusiva della stilista torinese Francesca Surace.

 

Ore 22,00 presentazione della casa editrice

 

Ore 22,30 taglio della torta spumante e musica a volontà

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Pagina FB ufficiale: https://www.facebook.com/Tamara-Brazzi-1764914567162678/
Sito ufficiale: http://rossa.lavaligiarossaedizioni.com/

E-mail lavaligiarossaedizioni@gmail.com

I picasass del granito rosa

Nella larga cantina, sul banco da lavoro e appoggiati al muro in pietra, Giancarlo teneva tutti i suoi attrezzi. La mazza grossa e quella a gemma, usata per segnare la direzione del taglio; i “bozzett”, piccole mazzette con cui si sbozzavano i blocchi di granito; i cunei, il “fer quadar” e la “spadina”, il “punciott” per aprire il taglio e gli stampi per il foro da mina; “l’ungeta” a punta triangolare per le finiture, il “capin” – rudimentale compasso in legno per misurare lo spessore e gli attrezzi per bocciardare la pietra quando viene rifinita.


Giancarlo Venieri l’ho conosciuto trent’anni fa in casa di Folco Gerlandi, veterinario di Gallarate che aveva casa da queste parti, sulla sponda piemontese del Verbano. Eravamo più o meno coetanei e nel tempo siamo diventati amici. Quelli erano i suoi attrezzi di quand’era “picasass” in cava. Erano anni che non lavorava più, complice un brutto incidente: durante lo scoppio di una mina  le schegge di granito l’avevano colpito in pieno volto. Per l’occhio destro non ci fu nulla da fare mentre il sinistro, pur lesionato, si salvò. Da allora, con i suoi occhiali spessi, passava il tempo facendo  lavoretti per se e per gli amici, passeggiando sul lungolago o giocando a ramino all’osteria dei Quattro Passi. Parlava volentieri e raccontava di quel lavoro “che mi ha quasi reso cieco ma che rifarei d’accapo se potessi tornare indietro nel tempo“. Giancarlo raccontava, liberando i ricordi come fossero un fiume in piena. “Tanti anni fa si estraeva la pietra a forza di braccia. S’incideva la vena con scalpelli e martelli per poi infilare nelle fessure i cunei di legno e le “livére”, le leve di ferro. I cunei, bagnandoli, si gonfiavano aprendo la vena del granito e poi con le leve si staccava il pezzo. Doveva essere un lavoro da bestie, duro come il sasso che ci si trovava davanti“. Poi vennero usate le mine. “Usavamo la mazza per battere lo stampo per i fori. Si batteva a turni di un’ora ciascuno ed era una gran fatica. I fori, spesso, superavano i dieci metri di profondità con un diametro di otto-dieci centimetri, e c’erano stampi che pesavano un quintale, un quintale e mezzo. Quando il foro era pronto infilavamo un tubo lungo una quarantina di centimetri, la “campana”, ancorato con una cordicella e poi la polvere da sparo e la lunga miccia per far “brillare” la mina. Che botti! Che lavori! Rimbombava tutta la cava e il colpo, come un tuono a ciel sereno, annunciato dal suono del corno, si sentiva su tutto il lago“. Per smuovere i  massi fino a raggiungere le vie di “strùsa” e di “lizza”, vere e proprie canalizzazioni utili a far scivolare i blocchi di granito lungo la loro discesa a valle, si usavano i “curli” di legno di betulla, sui quali erano applicate le “vere”, anelli di ferro con dei fori passanti nei quali venivano infilate le leve per farli ruotare. Ma c’erano anche i macchinosi “cric”, in massiccio legno d’olmo, dove un solo cavatore – grazie a marchingegni e ingranaggi – poteva smuovere blocchi oltre i cento quintali. “Ma quella era la vita di una volta, in cava. Adesso è tutto meccanizzato. Usano martelli pneumatici, trivelle. Fanno un decimo della nostra fatica; hanno le protezioni, le mascherine. Ai miei tempi si mangiava pane e polvere di granito e molti dei miei compagni si sono giocati la pelle con la silicosi“.  Fino alla prima meta’ del Novecento l’abilità e la fama di questi scalpellini era diventata proverbiale, favorendone la migrazione in tutta Europa e nelle Americhe. “ Ho ancora a casa una cartolina postale che Lauro Mantegni scrisse a mio padre nel 1927 dall’Argentina e una foto di mio nonno, anche lui scalpellino, a Parigi, davanti alla torre Eiffel nel 1892, tre anni dopo l’inaugurazione del monumento più famoso della capitale francese“, confidò Giancarlo. Il granito più  famoso è senz’altro quello rosa di Baveno,estratto dal Monte Camoscio. Roccia pregiata, conosciuta e utilizzata già al tempo dei romani per essere impiegata un po’ ovunque. Giancarlo, di questo, era molto orgoglioso: “Il nostro granito ha fatto il giro del mondo. Da Buenos Aires a Nizza, da Bruxelles alla piazza Colonna di Roma. I tre monumenti equestri di Caracas dedicati a Simon Bolivar, le 180 colonne di via Roma a Torino, la stazione di S.Maria Novella a Firenze, la cupola centrale della Beata Vergine di Pompei. A Milano, Piazza del Duomo , è coperta da 17 mila metri quadrati del nostro “rosa”. C’è n’è dappertutto: persino al santuario dell’Annunciazione di Nazareth , nei cimiteri di Miami e di Hollywood, a Parigi, Ginevra, Praga, Berlino e nelle balaustre della passeggiata a mare di Rapallo”. Parlava delle grandi macine per il grano, dell’attenzione che andava prestata al suono del corno che, annunciando lo scoppio della mina, obbligava tutti a mettersi al riparo per non finire sotto qualche masso o rischiare incidenti come quello che era capitato a lui. Ci teneva a mostrare, sfogliando le pagine di un libro ormai logoro, i disegni dei barconi a vela quadrata che, sfruttando la via d’acqua che dal Lago Maggiore, navigando sul Ticino  e sui Navigli , consentiva di trasportare gli enormi blocchi di pietra. Ricordava come nelle cave, oltre al prezioso granito rosa, si possano trovare circa 60 specie di minerali diversi, ad alcuni dei quali questo nostro piccolo paese di lago aveva contribuito a definirne il nome, come nel caso della “Bavenite”. Giancarlo, una mattina come le altre, recatosi all’osteria di buon ora per il primo caffè della giornata e uno sguardo ai titoli del giornale, ha messo i soldi sul bancone e tirando un lungo e profondo respiro si è accasciato. Gli altri avventori non poterono far altro che constatarne il decesso. Così era venuto a mancare anche lui, un vero galantuomo e gran lavoratore che nella cava aveva lasciato non solo l’occhio destro ma tutti i suoi anni migliori. C’era da capirlo quando si soffermava a guardare, quasi mettendosi sull’attenti, il granitico monumento dedicato ai “picasass” sul lungolago. Era come se rendesse omaggio ai lavoratori della pietra che onorarono nel mondo il nome di Baveno. Lui stesso, con pieno diritto,  riposa con loro nel paradiso dei giusti. 

Marco Travaglini

A Torino turismo in crisi o no?

In occasione della discussione dell’interpellanza generale in Consiglio comunale sul tema Turismo l’assessore Alberto Sacco  ha citato i dati diffusi venerdì scorso dalla Regione Piemonte che danno un +8.41% di arrivi nel 2017 rispetto all’anno 2016, superando quota 1.200.000 persone, e un +1.52% sulle presenze, pari ad oltre 3,7 milioni di pernottamenti. “Sappiamo che occorre migliorare e sappiamo che ci sono criticità significative come quella relativa al turismo congressuale che ci vede privi di una struttura per grandi numeri. Per l’extralberghiero abbiamo, solo sugli Airbnb, un incremento nel 2017 del 30% per un totale di 144.000 pernottamenti”, ha detto l’assessore. Per quanto riguarda l’aeroporto di Caselle  nel 2017 ha superato un record storico con i suoi 4.2 milioni di passeggeri, con un aumento del 3,8%. Tutto ciò grazie a molte nuove rotte ed accordi, come quello con costa Crociere. Sulla base dei dati dell’Osservatorio regionale, il flusso dei turisti nazionali è in aumento mentre registra una leggera flessione quello estero. Poiché il turismo internazionale è meno sensibile alla programmazione degli eventi cittadini di quello nazionale, essendo più legato al business, tale calo ha piuttosto a che vedere con la crisi produttiva che ha toccato Torino più di altre località italiane. “E’ vero che nei primi 20 giorni di marzo 2017 c’è stato un calo rispetto al 2016, – ha aggiunto Sacco – ma in quel periodo ci furono in città due importanti eventi calcistici e due date del Tour di Ed Sheeran. Alla luce dei dati parlare di un calo del turismo mi pare improprio”.

(foto: il Torinese)

Gabbani apre il Lovers Film Festival

Multisala Cinema Massimo, 20 aprile 2018

 

Thelma dJoachim Trier chiuderà il festival in anteprima nazionale

 (Torino, Multisala Cinema Massimo, 24 aprile 2018)

 

Dal 20 al 24 aprile 2018 a Torino, presso la Multisala Cinema Massimo, torna il più antico festival sui temi LGBTQI (lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) d’Europa e terzo nel mondo diretto dalla cineasta Irene Dionisio e presieduto da Giovanni Minerba, fondatore con Ottavio Mai della rassegna. Ha confermato la sua presenza alla serata di apertura, che si svolgerà il 20 aprile alle 20.30 presso la Sala 1 del Cinema Massimo, un ospite musicale d’eccezione: Francesco Gabbani che eseguirà un mini set acustico. ll celebre cantautore ha vinto il Festival di Sanremo nel 2017 con Occidentali’s Karma che ha ottenuto 5 Dischi di Platino; il video, con più di 185 milioni di visualizzazioni, ha superato molti record ed è stato  il video di un artista italiano più visto nel nostro Paese nel 2017. La trentatreesima edizione del festival sarà come ogni anno anche all’insegna del grande cinema internazionale con81 film provenienti da 24 nazioni, di cui 6 anteprime mondiali, 4 europee e 52 nazionali. Fra i film più attesi: Thelma(Norvegia, 116’) di Joachim Trier, selezionato al Toronto International Film Festiva che verrà proiettato, in anteprima nazionale durante la serata di chiusura il 24 aprile. Joachim Trier, che interverrà in collegamento dalla Norvegia, è stato recentemente nominato presidente di giuria della Settimana della Critica del Festival di Cannes.

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Il FILM:

Thelma è una timida ventenne di provincia che si trasferisce a Oslo per studiare e che si accorge, dopo essersi innamorata di una ragazza, di avere inquietanti poteri sovrannaturali. Joachin Trier firma un thriller d’autore di grande impatto, che tiene insieme realismo e tensione orrorifica, dramma psicologico e erotismo, mentre il tema del genere attraversa con diverse sfumature l’intera narrazione.

 

Il Lovers Film Festival  Torino LGBTQI Visions è amministrato dal 2005 dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del MiBACT – Direzione generale Cinema, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.

 

Prevendite da martedì 10 aprile

http://www4.anyticket.it/stonlineweb/uipublic/CalEventiCinema.aspx?idpartner=mncc

 

Reati in calo a Torino, ma la paura dei cittadini non diminuisce. Il bilancio della Polizia

I delitti compiuti in provincia di Torino dal primo marzo dell’anno scorso sino  al 28 febbraio 2018 sono stati in tutto124.215, cioè il 6,74% in meno rispetto all’anno prima e per  oltre l’80% sono reati contro il patrimonio. Invece il 5,9% riguarda i reati contro la persona ( in calo del7,05%). Crescono di poco gli omicidi, da otto a nove, e i tentati omicidi, da 31 a 43.  Sono aumentate dell’1,26% le rapine in banca, negli uffici postali e per strada. Crescono rispetto all’anno precedente le denunce per violenza sessuale. L’opera di contrasto e repressione dei fenomeni criminali ha visto arrestare 2.217 persone. Questo in sintesi il bilancio dell’ultimo anno di attività della Polizia illustrato dal questore Francesco Messina nel 166esimo anniversario di fondazione della Polizia di Stato. Delitti in calo, ” ma la paura dei cittadini non diminuisce, si deve incidere sulla percezione della sicurezza e aumentare la prevenzione e la repressione dei reati di strada, come scippi e rapine ai passanti”, osserva il questore. Da sottolineare che la presenza delle volanti è aumentata del 25% negli ultimi mesi.  

 

(foto: il Torinese)

Torino: prende vita il progetto per rendere via Po accessibile “a tutti”

Entro fine anno la famosa via torinese sarà la prima in Italia accessibile a tutte le persone disabili; addio “barriere architettoniche”

Sabato 14 aprile 2018 inizieranno i primi lavori per rendere via Po la prima via d’Italia totalmente accessibile a tutte le persone disabili. Ad annunciarlo è stata Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Torino che, in collaborazione con la Consulta per le persone disabili, ha deciso di finanziare e far partire questo importante progetto. L’iniziativa coinvolgerà la maggior parte degli esercizi commerciali presenti lungo la famosa via torinese -un centinaio circa-  ed entro fine anno, secondo quanto dichiarato, i lavori dovrebbero essere portati a termine.

“Riteniamo importante che siano promosse buone metodologie di accoglienza per offrire a tutti i clienti un servizio professionale e di qualità – ha dichiarato Maria Luisa Coppa al quotidiano Repubblica, e sottolinea – Gli esercizi commerciali torinesi devono contribuire con la loro esperienza quotidiana con il pubblico, ad abbattere quelle barriere psicologiche e fisiche che impediscono una piena funzione della città”. Se il progetto dovesse andare a buon fine e dare ottimi risultati (come tutti si auspicano), Torino potrebbe diventare la prima città d’Italia libera di poter essere attraversata e ammirata “da tutti”.

                                                                                                       Simona Pili Stella

Milano – FIAT Torino: una impresa mancata

Peccato, questo è l’unico vocabolo che può risultare significativo in merito alla partita persa negli ultimi due minuti dalla FIAT Torino contro la squadra globale che è Milano.

Milano non ha riserve: ha solo giocatori di alto livello che a turno entrano in campo e non necessariamente in ordine di abilità. Torino, purtroppo, è una squadra con rotazioni ridotte tra infortuni e cali di forma, ma nonostante tutto fino all’ultimo ha sfiorato quello che in ambito unicamente sportivo potrebbe definirsi un miracolo, ma sembra che gli dei del basket abbiano un pochino dimenticato di guardare verso i colori gialloblù… . Sottotono alcuni, in forma splendida altri: se la FIAT Torino potesse avere tutti solo sopra la media avremmo i playoff già in tasca da tempo… .Garrett continua a giocare in maniera continua, con canestri “geniali” sottovalutati da tanti che ritengono forse semplice giocare contro corazzate patentate come Milano e “irriderli” sportivamente con canestri al volo rovesciati o crossover a centro area e step back contro i migliori difensori, oltre alla solita quantità di assist. Sicuro che se avesse a disposizione migliore continuità nei suoi compagni la sua classe potrebbe anche salire non dovendo forzare talvolta conclusioni che ai più superficiali sembrano inutili e avventate scelte, ma bisognerebbe vedere bene il contesto. Trevor Mbakwe sembra tornare ai suoi tempi migliori e si vede l’impatto in campo.Il migliore dal punto di vista tecnico e di coraggio lo si trova in Valerio Mazzola, che si sta ricordando di essere necessario e se giocherà come sa Torino potrebbe avere un “nuovo” straniero migliore di quanto possa immaginare. E’ un tiratore notevole e sa lottare: Torino deve pensare anche al futuro e lottare per tenerlo anche nei prossimi anni.

Sasha, Peppe, Deron: un terzetto d’onore che lotta anche quando non sembra. La fatica a volte si vede e negli ultimi due minuti i tiri lasciati a campo aperto agli avversari forse sono dovuti a stanchezza imposta anche dalle poche rotazioni e ad una preparazione che dovrebbe essere orientata a reggere a lungo visto che si è in “pochi”.

Per il resto… poco pervenuti, anche se Pelle ha iniziato alla grande, ma è poi sparito, mentre mai apparso è Vander Blue: anche per lui, il commento è la parola di inizio… peccato, sembrava un fenomeno, ma forse il problema non è la qualità, ma la volontà di applicarla qua a Torino. La speranza è l’ultima ad andarsene, ma il tempo è ormai tanto poco… .

Siamo quasi alla fine, Torino deve affrontare i “simpatici” di Bologna: per i tifosi, per la società, per la città, per i colori Gialloblù, per gli sponsor e per tutti coloro che soffrono per questa squadra, tutti i giocatori hanno un solo dovere che è lottare fino in fondo, ma vincere non è solo consigliabile, ma obbligatorio. Si può ancora “fare” ad arrivare ai playoff, ma si deve dare tutto e forse di più contro chi difende “a mani basse e alte” e normalmente addosso, ma questo è il basket moderno, dove si tutela la difesa e non l’attacco, e Torino che ha tanta qualità patirà molto questo particolare.

Sarà il cuore a dover fare la differenza, perché l’altra parte è forte e “cattiva”. Giocare ad alta frequenza o a ritmi bassi? Difesa a zona o a uomo? Tirare molto da sotto o tentare da tre? Non importa: questa volta si vuole vincere, ed è l’unica cosa che conta in questo momento. Al coach Paolo Galbiati e ai suoi adepti il compito di provarci. Tutta Torino cestistica è con Voi.

 

Paolo Michieletto

 

Cade da traliccio di 12 metri, morto operaio

DAL VENETO Nuovo tragico incidente sul lavoro, la vittima è un operaio campano di 44 anni che è morto in Veneto mentre stava lavorando su una linea elettrica. E’ caduto a terra da un traliccio di 12 metri, morendo sul colpo. L’incidente è avvenuto a San Germano dei Berici, in provincia di Vicenza. L’uomo lavorava alle dipendenze di una ditta specializzata nella manutenzione delle linee elettriche.

Giornata internazionale della Terra

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende far soffermare l’attenzione di tutto il mondo della scuola sull’importante ricorrenza relativa alla giornata internazionale della Terra che si celebrerà il 22 aprile. Un gran numero di persone e personaggi appartenenti ai vari schieramenti politici considerano prioritario il tema della salvaguardia del pianeta e propongono azioni finalizzate alla tutela del pianeta; ma quando tali azioni vanno a ricadere su interessi economici e lobby finanziarie, la coerenza ideologica e l’integrità morale vengono meno. Intanto si registrano sempre più cambiamenti, nel ciclo delle stagioni, veramente inspiegabili come effetto di processi naturali “fisiologici”: la fioritura sarebbe in anticipo con tutta una serie di ripercussioni sul futuro dell’attuale equilibrio climatico. Gli studi di un gruppo di ricercatori guidati da Mark Volkovich (Zoological Institute, Russian Academy of Sciences) e la Rete di ricerca ecologica a lungo termine (Lter), coordinata per l’Italia dal Consiglio nazionale delle ricerche hanno realizzato delle analisi assai accurate sulle conseguenze delle trasformazioni in atto, la cui gravità sarebbe incontestabile. Inoltre, la “Ricerca su possibili influenze dei fenomeni climatici e ambientali quali fattori determinanti l’assottigliamento delle popolazioni apistiche mondiali”, del Centro Ricerche di Bioclimatologia dell’Università di Milano e il secondo Rapporto sul Capitale Naturale in Italia, presentato dal Ministero dell’Ambiente nel mese di febbraio 2018, focalizzano l’attenzione sulla diminuzione delle api, insetti fondamentali per la sopravvivenza dell’uomo. Alla luce di quanto esposto, il CNDDU propone una campagna di sensibilizzazione in merito alle tematiche proposte, partendo da una condivisione programmatica e interdisciplinare dei contenuti ambientali; sarebbe, altresì, costruttivo sviluppare un macro progetto digitale che metta a confronto tutte le scuole partecipanti sulle azioni messe in campo per la formazione di una “coscienza ambientale” duratura nelle giovani generazioni. Conoscere l’azione promossa da alcuni defender del pianeta come Wangari Maathai e il giovanissimo Felix Finkbeiner e quanti rischiano la vita per rivendicare i diritti che dovrebbero stare a cuore a ciascuno di noi diventa prioritario; Defenders of the Earth, Difensori della Terra, è un report (2016) della Global Witness che racconta le persecuzioni subite da tanti “eroi” che hanno contrastato coraggiosamente i colossi economici e la criminalità organizzata spesso coinvolti nello sfruttamento / inquinamento del territorio.

Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare. (Andy Warhol)

prof. Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani

 

Palazzo Lascaris, Boeti nuovo presidente

Cambio al vertice di Palazzo Lascaris. Il Consiglio regionale, nella seduta di martedì 10 aprile, ha eletto Nino Boeti presidente dell’Aula con 46 voti.
Boeti, 65 anni, già vicepresidente da inizio legislatura e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione, è consigliere regionale dal 2005, fa parte del gruppo Partito democratico. Chirurgo ortopedico, ha tra le sue esperienze due mandati da sindaco di Rivoli. “Ringrazio i consiglieri regionali, di maggioranza e di opposizione, che oggi hanno voluto eleggermi alla presidenza dell’assemblea legislativa regionale. Un incarico che assumo con orgoglio e con responsabilità. In questo scorcio di legislatura mi impegno ad essere il garante dei diritti di tutte le forze politiche qui rappresentate, che hanno tutte pari dignità. Quella che si avvia alla conclusione è stata una buona legislatura perché si è lavorato in un clima positivo, fatto di rispetto reciproco e all’insegna della trasparenza. Non sono mancati momenti anche aspri di confronto, ma senza mai superare i limiti di decoro che devono contraddistinguere un’istituzione. Sono sicuro che tutto ciò non verrà meno nel lavoro che ci attende”, le sue prime parole. Variano anche altri componenti dell’Ufficio di presidenza. Angela Motta (Pd) è stata eletta vicepresidente di maggioranza e Franco Graglia (Fi) vicepresidente di minoranza.
Confermati Giorgio Bertola (M5S) e Gabriele Molinari (Pd) e a cui si aggiunge Walter Ottria (Mdp).


In seguito alle elezioni politiche, il Consiglio ha effettuato anche le sostituzioni di otto consiglieri regionali eletti in Parlamento:
– Giuseppe Antonio Policaro subentra al posto di Diego Sozzani
– Benito Sinatora al posto di Alessandro Benvenuto
– Luca Cassiani al posto di Davide Gariglio
– Andrea Tronzano al posto di Daniela Ruffino
– Angelo Luca Bona al posto di Gilberto Pichetto Fratin
– Luca Angelo Rossi al posto di Vittorio Berutti
– Andrea Fluttero al posto di Claudia Porchietto
– Celestina Olivetti al posto di Mauro Lausfmalagnino