redazione il torinese

Migranti ambientali: sempre più numerosi ma senza tutele

Il Consiglio comunale di Torino ha approvato una mozione presentata dalla Consigliera Eleonora Artesio e sottoscritta da Consiglieri del Movimento 5 stelle, del Pd e di Lista Civica per Torino, che sollecita il riconoscimento dello status di rifugiato/a ambientale a quei migranti che provengono da zone del mondo “ad alto livello di crisi ambientale e desertificazione”
 
L’atto impegna la Sindaca ad inviare all’Anci, la richiesta a nome del Consiglio Comunale, indirizzata al Parlamento e al Governo italiano, affinché “siano varate disposizioni che riconoscano forme di protezione internazionale, analoghe allo status di rifugiato e a quello di protezione sussidiaria, per chi proviene da paesi ad alto livello di crisi ecologica”. L’atto inoltre sollecita l’emanazione di appositi decreti – all’articolo 20 del Testo Unico Immigrazione, laddove si stabilisce che il Governo deve definire “le misure di protezione temporanea da adottarsi, anche in deroga a disposizioni del presente testo unico, per rilevanti esigenze umanitarie, in occasione di conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in Paesi non appartenenti all’Unione Europea”. Si chiede inoltre che siano fornite, alle Commissioni Territoriali per il Riconoscimento della Protezione Internazionale, opportune indicazioni sull’applicazione ai profughi ambientali delle disposizioni di cui alla Convenzione Internazionale di Ginevra sullo status del rifugiato, in particolare nei casi in cui l’impossibilità o l’incapacità dello Stato di provenienza e/o di transito di intervenire per garantire un ambiente dignitoso configuri una fattispecie di persecuzione. Viene anche richiesta l’organizzazione di cicli di incontri con esperti sul tema dei cambiamenti climatici e gruppi di lavoro nazionali o internazionali sui cambiamenti climatici e il loro futuro impatto sul pianeta e (con sede a Torino) sui requisiti richiesti ai migranti, in riferimento alle aree di provenienza per il riconoscimento della status di rifugiato ambientale. Nell’illustrare il provvedimento Artesio ha spiegato che la mozione riprende un testo presentato e discusso in altre amministrazioni comunali. Nella normativa relativa alle migrazioni, ha spiegato, si considerano i fattori economici o i rischi per la sopravvivenza, ma le stime attuali prevedono per il futuro un numero maggiore di sfollati e migranti ambientali di altri tipi di migranti. Attualmente vi sono 32 conflitti nel mondo per l’accesso all’acqua.

I”Lombardi” al Regio dopo quasi un secolo

In scena da martedì 17 aprile alle 20, al teatro Regio di Torino, l’importante lavoro giovanile di Giuseppe Verdi “I lombardi alla prima crociata”, nel nuovo allestimento in coproduzione con l’Opera Royal de Wallonie-Liege, con il contributo di Reale Mutua. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio Michele Mariotti, esperto interprete del repertorio del belcanto, molto apprezzato dal pubblico del teatro torinese, dove ha diretto importanti lavori di Bellini e Schubert. La regia di questa opera verdiana è firmata da Stefano Mazzonis di Pralafrera. Si tratta di una regia molto rispettosa del dettato verdiano, ben strutturata, contraddistinta da scene semplici e lineari, capaci di concentrare l’attenzione sulla drammaturgia del primo Verdi. Arvino è interpretato da Giuseppe Gipali, baritono dal temperamento straordinario, Alex Esposito, basso baritono tra i più interessanti della sua generazione, vestira’ i panni di Pagano. Il soprano Lavinia Bini interpreta Viclida, mentre il ruolo di Giselda è affidato alla soprano Angela Meade, artista dalla carriera internazionale. Il tenore Francesco Meli interpreta il personaggio di Oronte. Il titolo mancava dal teatro Regio da quasi un secolo. “I lombardi alla prima crociata” rappresenta la quarta opera composta da Verdi, su libretto di Temistocle Solera. Debuttò al teatro alla Scala di Milano nel 1843, ripetendo il successo clamoroso riscosso dal Nabucco l’anno precedente. L’opera, suddivisa in quattro atti, ognuno con un titolo, narra le vicende intricate e complesse di due fratelli, Arvino e Pagano, mossi da un profondo odio reciproco, ma alla fine capaci di rappacificarsi. L’opera vuole in realtà essere la metafora della patria lontana, dell’acceso fervore religioso e dei profondi ideali di comunione e fratellanza, che dovrebbero essere alla base di ogni popolo. I lombardi è opera di difficile e rara rappresentazione. In un certo senso si può considerare un’opera di confine, in quanto quella successiva, l’Ernani, non parlerà più in termini rassicuranti ed edificanti dei grandi temi della storia o del mito, ma sarà il primo di una lunga serie di racconti maledetti popolati di banditi, masnadieri, libertini, gobbi e donne di malaffare, verso cui si orientera’ l’opera verdiana. Nei Lombardi Verdi e’ riuscito a rendere con un’eccezionale grandiosità il sentimento religioso e la scrittura per quest’opera arriva sull’onda del successo ottenuto dal Nabucco. Verdi inizia qui a manifestare la sua consonanza con il sentire di un Risorgimento sempre più dilagante e proprio in quest’opera nacquero i problemi con la censura e le accuse che gli furono mosse di essere considerato troppo “strettamente religioso”. Soltanto per la preghiera alla Vergine affidata a Giselda egli accettò di cambiarne il titolo in “Salve Maria”. L’uso di organici militari ed il ritmo giambico trionfante, in accordo con l’eroicita’ del soggetto, costituiscono peraltro una costante del linguaggio verdiano giovanile. l massimo ne I lombardi la maggior debolezza può essere ricercata nella grandiosità del racconto di origine, un poema epico coevo a Verdi, composto da Tommaso Grossi, che costrinse il librettista Solera a drastiche riduzioni e contrazioni narrative. Tuttavia I lombardi anticipano già riferimenti tecnici che si troveranno nelle realizzazioni drammatiche della maturità verdiana, quali gli inattesi scambi di identità, il contrasto tra amore e dovere, ed il dualismo della maledizione e del perdono.

 

Mara Martellotta

PETIZIONE AL CONSIGLIO COMUNALE: SOSTA GRATUITA PER GLI STUDENTI DEL CAMPUS EINAUDI

Il movimento giovanile di Forza Italia ha avviato una raccolta firme per presentare una petizione al Consiglio Comunale di Torino per l’istituzione di permessi di sosta gratuiti per gli studenti del Campus “Luigi Einaudi” nell’area adiacente il polo universitario. I tre firmatari presentatori della petizione sono la Senatrice di Forza Italia Maria Rizzotti, il Coordinatore del movimento giovanile di Torino e Provincia Tommaso Varaldo e il Responsabile del comparto universitario torinese di Forza Italia Giovani Simone Massarenti. “L’attuale offerta di trasporto pubblico non garantisce un adeguato collegamento tra la sede universitaria e le due principali stazioni ferroviarie della città e le tariffe del’attuale sistema di sosta nell’area adiacente il Campus universitario “Luigi Einaudi” è oneroso e speculativo – esordisce Tommaso Varaldo, coordinatore del movimento giovanile di Forza Italia per la città di Torino – La tariffa oraria di 1 euro è uno “spot elettorale”, poiché la permanenza media di uno studente con impegno full-time all’interno della suddetta sede è di circa 8 ore (apertura aule studio e biblioteca ore 8:30, chiusura ore 19:30); ciò costringe conseguentemente lo studente che raggiunge il Campus con un proprio mezzo a sottoscrivere un abbonamento oppure ad acquistare un carnet settimanale, con costi che oscillano fino ad arrivare ai 70 euro per un abbonamento mensile. Un’ulteriore “tassa” a carico dello studente che si aggiunge al già oneroso impegno economico che gli universitari di Torino devono sobbarcarsi lungo il periodo di studi e, per chi proviene da fuori Torino, risulta essere un ulteriore disservizio che va ad aggiungersi alla scarsa efficienza dei servizi pubblici, da ottobre scorso addirittura soppressi nel caso della linea che collegava il Campus con la stazione Porta Susa”.“Con questa petizione chiediamo – conclude Varaldo – l’istituzione di un permesso di sosta gratuito per gli studenti, regolarmente iscritti a uno dei corsi di studio previsti dai tre dipartimenti presenti al Campus Einaudi, all’interno dell’area denominata sottozona E2. Tale esenzione potrà essere regolamentata mediante la creazione di un tagliando identificativo per ogni studente immatricolato che ne faccia formale richiesta, da esporre sul veicolo in sosta.”

 

Chirurgo e moglie uccisi a Panama: arrestata la legale

Per l’omicidio del chirurgo torinese Furio Ferrari (nella foto) e di sua moglie Marialena Vallarino la polizia panamense ha arrestato una donna. I coniugi, 68 anni lui e 45 lei, erano stati trovati cadaveri il 28 novembre a Les Cumbres a Panama, dentro un sacco della spazzatura. L’arrestata è  Zoraida Mircala Saucedo Lezcan, di 40 anni, l’avvocato dei due, trasferitisi da anni all’estero. Prima di uccidere il medico e la moglie potrebbe averli  torturati per costringerli a firmare dei documenti, tra cui l’intestazione di immobili. 

Auto si schianta contro albero, muore 23enne

DALLE MARCHE

Sulla provinciale Fogliense, all’altezza di Caprazzino, nelle Marche, una Golf guidata  da un  23enne si è schiantata contro con un albero. Il conducente è morto sul colpo e  l’amico a bordo, un 26enne polacco,  ora ricoverato ad Ancona in gravissime condizioni, dopo essere stato soccorso dall’eliambulanza. Forse un colpo di sonno o l’elevata velocità le possibili cause. I ragazzi stavano rientrando da una festa.

Naufragio di Valentino e Valentina, colpa dei puntoni sganciati?

Al Palazzo di giustizia di Torino è stata discussa la perizia ordinata dal tribunale per capire le cause del  naufragio, avvenuto con la piena del 25 novembre 2016, dei battelli turistici sul Po  Valentino e valentina. Per la vicenda sono  indagati  quattro dirigenti  GTT. In base alla perizia uno dei due battelli si sarebbe  messo di traverso alla corrente dopo lo sganciamento dei puntoni di appoggio, non riuscendo così a resistere alla forte  pressione della massa d’acqua. Le cime hanno ceduto e il battello  ha trascinato  anche l’altro.

 

(foto: Mihai Bursuc)

L’Ordine dei medici denuncia i manifesti “no vax”

L’Ordine dei Medici della provincia di Torino ha denunciato in Procura  la presenza di manifesti affissi in questi giorni a Torino nei pressi di scuole e ospedali come il Sant’Anna, contro le vaccinazioni obbligatorie. Si legge sui 6 x 3: “Vaccinarsi è un’azione volontaria non esente da rischi. Informati prima di vaccinare tuo figlio”. Il presidente dell’Ordine di Torino Guido Giustetto  sostiene che le vaccinazioni costituiscono “misure di salute pubblica previste obbligatoriamente per legge” Di conseguenza  il messaggio delle affissioni presenterebbe  contenuti che “generano allarmismo e incrementano la disinformazione a danno della sicurezza”. 

Piazza San Carlo e il terrorismo sociale

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto

Le due notizie viaggiano parallele. Due notizie che  partono dai tragici fatti di Piazza San Carlo. I possibili rinvii a giudizio della Sindachessa e dei funzionari pubblici per le mancate preventive norme di sicurezza. L’arresto di giovani magrebini che avrebbero causato disordini per compiere le loro rapine. Toccherà alla magistratura decidere se i fatti essendo reati siano da tradurre in condanne. Noi in Italia, magari a fatica, siamo in uno stato di diritto  democratico basato sulla divisione dei poteri. Certo che (credo) il magistrato che chiederà al Gip il rinvio a giudizio non lo farà a cuor leggero ed abbia le relative prove. Non é una anticipazione del verdetto. Che i pentastellati siano stai intempestivi in questi anni nel denunciare le magagne di altri e  nel condannare seduta stante è un fatto. A mia memoria Chiara Appendino é forse la prima Sindachessa che verrebbe rinviata a giudizio .Triste primato. Siamo curiosi nell’eventualità, di quali saranno le reazioni pentastellate. Vale sempre il detto di non fare agli altri ciò che non si vuole che venga fatto a se stessi. Sugli arrestati innanzitutto complimenti alle forze dell ordine. Presumo che le indagini siano state difficili, articolate e svolte con dedizione in ambienti ostili, magrebini della seconda generazione.Nati nel nostro paese. Complimenti per il riserbo sulle indagini. La digos è intervenuta, forse anche l’antiterrorismo .Ed anche qui non penso che gli arresti siano stati fatti con leggerezza. Non mi intendo più di tanto di diritto penale, ma creare il panico é un atto terroristico. La morte di una persona e i 1500 feriti testimoniano questi giudizi. Tragicamente vari fattori si sono intersecati producendo la disgrazia che poteva essere una tragedia. Evoluzioni? Vedremo.  Sta di fatto che siamo di fronte ad un atto terroristico .Possibile che gli arrestati non sapessero valutare le conseguenze? Si sono addirittura vantati via web. Qualcuno ha confessato. Pochi dubbi sulla loro consapevolezza. Seconda generazione. Ho subito pensato a Parigi e alle sue periferie, d’ istinto all’immigrazione e alla convivenza. Siamo ad una nuova categoria del fenomeno, un salto di qualità non militare ma sociale e comportamentale .Mediatori culturali, forze politiche e forze di polizia possono solo collaborare tra loro per capire, limitare e reprimere il fenomeno. Rassegnarsi nel convivere con il problema ma non rassegnarsi nel contrastarlo e vincerlo.

 

 

(foto: il Torinese)

Auto finisce nei campi, tre giovani in ospedale

Un incidente stradale sull’autostrada A5 Torino-Aosta avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi.  Una vettura è uscita fuori strada e tre giovani di Pont Saint Martin, di 22, 24 e 25 anni, sono rimasti feriti  all’altezza del Comune di Foglizzo. Viaggiavano su una Ford Fiesta che è finita nei campi a lato delle corsie in direzione Torino. E’ possibile che il conducente abbia  sterzato per evitare un altro veicolo ma ha perso il controllo della vettura. I tre ragazzi sono stati ricoverati all’ospedale di Chivasso e non sono in pericolo di vita.

I finalisti del “Bottari Lattes Grinzane”

Yu Hua (Cina) con “Il settimo giorno” (Feltrinelli), Andreï Makine (Russia) con “L’arcipelago della nuova vita” (La nave di Teseo), Michele Mari con “Leggenda privata” (Einaudi), Viet Thanh Nguyen(Vietnam) con “I rifugiati” (Neri Pozza) e Madeleine Thien (Canada) con “Non dite che non abbiamo niente” (66thand2nd): sono loro i cinque finalisti del “Premio Bottari Lattes Grinzane VIII edizione” per la sezione “Il Germoglio”, il riconoscimento internazionale che fa concorrere insieme autori italiani e stranieri, dedicato ai migliori libri di narrativa pubblicati nell’ultimo anno. “La proposta di quest’anno è stata un autentico giro del mondo – ha commentato la Giuria Tecnica del Premio – con un’attenzione particolare, tranne un’importante eccezione italiana, alle aree lontane, dalla Siberia alla Cina al Sud-Est Asiatico, con un contrastato e sfaccettato rapporto tra natura e civiltà. Tante le prospettive stranianti – una città di fantasmi, il limbo che ospita chi è morto da poco –, che fanno emergere le contraddizioni, le assurdità, le miserie della vita a cui siamo assuefatti”. La cerimonia di designazione del Premio, organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes, si è tenuta sabato scorso 14 aprile  a Cuneo, nella sede della Fondazione CRC, Ente che collabora e sostiene il Premio per il triennio 2017-2019, e annunciata dalla Giuria Tecnica presieduta dal linguista, critico letterario e saggista Gian Luigi Beccaria.   Ora la parola passerà ai giovani. Tra aprile e giugno, i cinque libri saranno letti e discussi dai 400 studenti delle  25 Giurie Scolastiche, delle quali ventiquattro sono state scelte in modo da coprire tutto il territorio nazionale: quattro in Piemonte e una per ciascuna delle altre regioni d’Italia. A queste si aggiunge la giuria di Atene, presso la ”Scuola Italiana Statale”. Sabato 20 ottobre, presso il Castello di Grinzane Cavour, gli studenti esprimeranno in diretta il loro voto per proclamare il vincitore. Gli scrittori in gara terranno inoltre un incontro con gli studenti delle scuole del territorio cuneese. I cinque finalisti riceveranno un premio in denaro di 2.500 euro ciascuno. Al vincitore andrà un ulteriore premio di 2.500 euro. Negli anni precedenti i vincitori sono stati: Laurent Mauvignier (Francia) nel 2017; Joachim Meyerhoff (Austria) nel 2016; Morten Brask (Danimarca) nel 2015; Andrew Sean Greer (USA) nel 2014; Melania Mazzucco nel 2013; Romana Petri nel 2012; Colum McCann (Irlanda) nel 2011.  L’altra sezione del “Premio Bottari Lattes Grinzane” è ”La Quercia”, dedicata a Mario Lattes (editore, pittore, scrittore, scomparso nel 2001): segnala un autore internazionale che, nel corso del tempo, si sia dimostrato meritevole di un condiviso apprezzamento di critica e di pubblico. Il vincitore sarà scelto a insindacabile giudizio della Giuria Tecnica. Venerdì 19 ottobre, giorno precedente la cerimonia di premiazione, l’autore terrà una lectio magistralis su un tema letterario a propria scelta. Le precedenti edizioni della Quercia sono state vinte da: Ian McEwan (2017), Amos Oz (2016), Javier Marías (2015), Martin Amis (2014), Alberto Arbasino (2013), Patrick Modiano (2012), Premio Nobel 2014, Enrique Vila-Matas (2011). Il vincitore della sezione “La Quercia” otterrà un premio di 10.000 euro. Il presidente della Fondazione Bottari Lattes, Adolfo Ivaldi, ha anche annunciato le nuove iniziative collaterali al Premio. Sensibili alle tematiche della cultura della legalità e alla necessità di coinvolgere i più giovani sui temi dell’impegno sociale contro le mafie, la Fondazione Bottari Lattes e la Fondazione CRC organizzano venerdì 18 maggio al quartiere Scampia a Napoli (presso l’Istituto Alberghiero “Vittorio Veneto”) un reading-incontro tratto dal libro di Caterina Chinnici “È così lieve il tuo bacio sulla fronte” (Mondadori, 2013), con la partecipazione dell’autrice, figlia di Rocco Chinnici, ideatore del pool antimafia che diede una svolta decisiva nella lotta alla mafia, assassinato da Cosa Nostra trentacinque anni fa. L’incontro sarà moderato dal libraio Rosario Esposito La Rossa e vedrà la presenza degli attori Cristiana Dell’Anna e Paolo Giangrasso che nella fiction tratta dal libro e andata in onda su RaiUno hanno interpretato rispettivamente Caterina Chinnici e Giovanni Falcone.

g.m.

 

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