redazione il torinese

Firmato decreto Embraco per fondo 200 milioni

Il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda annuncia su twitter che sulla vertenza  Embraco, azienda per la quale sono a rischio 500 posti di lavoro,  è stato “Firmato il decreto per l’istituzione del Fondo anti-delocalizzazioni con iniziale dotazione di 200 milioni di euro”. Il ministro spiega anche a  un cittadino che gli rammenta l’appuntamento del 15 maggio al Mise, che “entro venerdì farò il punto conclusivo.  Carte già firmate e paracadute Invitalia pronto. Vedrai che il 15 si chiude”.

Caso Moro, un puzzle (non solo) italiano

Conosco Giovanni Fasanella dal 1974. Muoveva i ” primi passi ” nella redazione torinese dell’Unità dove, nel corso del tempo, si sono formati fior fiore di intellettuali e uomini di cultura. Da Italo Calvino a Raf Vallone. Da Paolo Spriano a politici come Diego Novelli il Sindaco per eccellenza. E anche Giovanni non é stato da meno, diventando una prestigiosa firma. Leggendo alcuni suoi libri ho capito le sue capacità da ricercatore e storico. La convinzione é diventata certezza, finito di leggere il libro “Puzzle Moro”. Gli ho telefonato e gli ho chiesto: da quanti anni ci stavi lavorando? 40 anni. Vero, la perfezione non esiste. Difficile comunque trovare dei difetti. Iniziamo dalla forma.Scrittura incalzante ed avvincente. Sul metodo. Non “cade ” mai nell’illazione. Si attiene ai documenti ufficiali. Se suppone precisa i passaggi logici che fanno diventare l’ insieme degli indizi una prova. Aldo Moro è stato un lato della medaglia. L’ altra faccia della medaglia Enrico Berlinguer.  Giovanni Fasanella mette giustamente in stretta correlazione i due uomini politici. Entrambi innovatori nel proprio campo ideologico. Il segretario del PCI vittima del tentativo di omicidio in Bulgaria. Aldo Moro ucciso dalle Brigate Rosse e i loro complici. Principalmente i servizi di segreti di tutto il mondo, in  una tragica alleanza tra Cia e Kgb, tra i servizi segreti inglesi e il Mossad israeliano. Aiutati e coadiuvati dai nostri servizi segreti che portavano a compimento la strategia della tensione inaugurata con piazza Fontana.
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Proprio così, Valerio Morucci e br utili idioti dei poteri occulti in Italia e all’estero. Sposa le teorie complottiste? No, anche perché Giovanni Fasanella non è un complottista. Mentre è palese che i servizi segreti bulgari nel tentativo di uccidere il capo del Partito comunista italiano agivano su ordine dei sovietici. Nell’ omicidio Moro i servizi segreti eterodirigevano gli assassini rossi pilotandoli indirettamente. E se “qualcuno” delle forze di sicurezza si avvicinava alla prigione di Aldo Moro intervenivano depistando. Da tanti anni pratica diffusa nel nostro paese.  Nel libro si ” fa giustizia di un luogo comune presente a Sinistra “. Che i sovietici erano moralmente migliori dell imperialismo yankee. I comportamenti erano simili. Entrambi orientati alla eliminazione fisica dell’ avversario politico. Addirittura si adombra il sospetto che Palmiro Togliatti nel 1950 fu vittima dei sovietici che provocarono un incidente stradale a Quincinetto.  Anche da questa parte della cortina di ferro non si scherza.  Così gli inglesi che hanno sempre visto e vissuto il nostro paese come un paese a sovranità limitata, solo preoccupati nel mantenere il controllo sul Mediterraneo e Africa del Nord.
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A tal punto interessati che ancora durante la seconda guerra mondiale mettevano le premesse per costruire un fronte anticomunista partendo dal fascismo di Valerio Borghese. Un sistema di potere sia all’ Ovest che all’Est che trova nella difesa dei loro interessi la legittimità ideologica nell’ esercitare il potere. Aldo Moro vittima delle sue stesse politiche. Vittima del suo dovere di politico. Tanti gli spunti e le verità storiche. Vale proprio la pena leggerlo. Con una mia ultima ed importante sottolineatura: la statura di quella classe politica. Esempio per tutto: quando Berlinquer e Zaccanigni devono scegliere se trattare con i terroristi chiamano per consultarsi Luciano Violante, ancora solo magistrato. Non per essere confortati ma per sapere e dunque conoscere. E diciamocelo pure, il confronto con l’ attuale classe politica é immediato. Ed è desolante il raffronto palesemente a vantaggio di ieri sull’ oggi. Giovanni Fasanella sarà presente al Salone del Libro. Appuntamento da non perdere. Dimenticavo,  giovedì 10 maggio ore 17 Lingotto Fiere.
Patrizio Tosetto

Missione possibile: salvare Torino e l’arte

Se oggi possiamo ancora ammirare la Sindone, vari monumenti cittadini, i reperti del Museo Egizio e le opere d’arte dei musei lo dobbiamo ai provvidenziali interventi di tutela del patrimonio umano ed artistico che durante la II Guerra Mondiale li hanno messi al riparo mentre, tra 1940- 45, dal cielo cadevano le bombe sulla città.

La lungimiranza e il grande lavoro fatto all’epoca per proteggere la storia cittadina sono ora raccontati nel libro “Salvare Torino e l’arte” (Graphot editrice), scritto dalle architette Elena Imarisio e Letizia Sartoris e dal Vigile del Fuoco Michele Sforza che lo presenteranno al Salone del libro di Torino sabato 12 maggio, ore 16, in Sala Arancio.

Nel carnet dei vostri appuntamenti alla kermesse torinese segnatevi anche questo perché vi farà scoprire un libro che, tra immagini e parole, si legge come un romanzo o un insieme di racconti. Un tuffo nella storia con testimonianze fotografiche che nessuno prima d’ora aveva riportato alla luce. L’incontro vi permetterà di aprire una pagina inedita della storia torinese e gli autori vi sveleranno dove e come sono state nascoste e protette, per esempio, la statua dedicata ad Emanuele Filiberto di piazza San Carlo, le mummie millenarie del Museo Egizio o la guglia della Mole Antonelliana. Questo ed altro nel volume nato dalla tesi di laurea -12 anni fa- sulla protezione del patrimonio culturale e sui rifugi aerei delle due giovani architette, come ci racconta con entusiasmo Elena Imarisio: «Da allora abbiamo sempre continuato ad approfondire l’argomento; poco alla volta abbiamo continuato a scovare documenti …e ci siamo rese conto che alcuni venivano tirati fuori dagli archivi per la prima volta dai tempi della guerra. Foto, articoli di giornale e carteggi ufficiali ci hanno permesso di ricostruire la storia di tanti salvataggi. Da quello della statua di piazza San Carlo a quello dei reperti del Museo Egizio».

Quanto sono importanti le foto inedite del libro e cosa ci dicono?

«Quello che è successo durante la guerra ai monumenti delle piazze, ai tesori dei musei, agli archivi e alle biblioteche torinesi. Per esempio siamo riusciti a ricostruire tutto l’iter del Cavallo di Bronzo: il progetto della casseratura, la foto del momento in cui veniva incassato, quella dell’incendio della casseratura e quella del giorno dopo che lo mostrano danneggiato. Manca l’immagine di quando è stato portato via, ma abbiamo recuperato quella che immortala il suo riposizionamento sul piedistallo. Sono preziose anche le foto della messa in salvo dei beni trasportabili dell’Egizio. E poi tante altre immagini d’epoca affascinanti».

Quali sono i monumenti e le opere più importanti scampati ai bombardamenti?

«La Sindone… questa è una chicca venuta fuori negli ultimi anni; poi moltissimi reperti del Museo Egizio dove anche le grandi statue inamovibili sono state comunque protette in loco con sacchi di sabbia e castellature di legno; e i documenti dell’Archivio di Stato. Tutto quello che oggi possiamo ammirare nei musei c’è grazie al grandissimo lavoro di salvataggio».

Chi dobbiamo ringraziare per questo?

«I sovrintendenti e direttori “illuminati” che hanno capito la necessità di proteggere i beni; con il personale interno vi hanno provveduto e poi, a fine guerra, hanno fatto riportare le opere al loro posto. Un lavoro immenso che ha permesso di conservare il nostro prezioso patrimonio artistico».

Come e dove venivano portati i beni a rischio?

«Ci furono due fasi: inizialmente furono trasportati fuori città e dal Piemonte, messi al riparo in castelli come quello di Guiglia vicino a Modena. In un secondo tempo si è ritenuto più sicuro riportarli al nord, nei castelli limitrofi al capoluogo subalpino, come quelli di Agliè e di Settime d’Asti; oppure al riparo nei castelli nobiliari messi a disposizione dai proprietari. Abbiamo anche foto che testimoniano come vari tesori delle gallerie d’arte e statue più piccole e trasferibili furono nascosti nei rifugi sotto i Palazzi Madama, Accademia delle Scienze e Carignano».

Che ruolo ebbero i Vigili del Fuoco?

«A loro è dedicata la seconda parte del libro. Hanno salvato la popolazione sotto i bombardamenti, in caso di crolli intervenivano immediatamente. Spesso i rifugi antiaerei erano semplici cantine rinforzate: un po’ delle trappole perché se l’edificio veniva colpito, la gente non riusciva più ad uscire e i Vigili del Fuoco hanno fatto un grandissimo lavoro di recupero delle persone e delle vittime».

E per quanto riguarda la messa in salvo dei beni artistici?

«Intervenivano più che altro in casi di danneggiamento. Per esempio abbiamo la foto del loro intervento quando il 13 agosto 1943 Palazzo Madama fu colpito da uno spezzone incendiario e loro salirono sul tetto per spegnere subito il fuoco. Un’altra immagine riprende i Vigili del Fuoco al lavoro tra le macerie di una casa colpita in via Nizza: in primo piano c’è il vigile preposto a controllare che la struttura non crollasse –figura sempre presente perché fondamentale per l’incolumità dei colleghi all’opera- e sullo sfondo è ben visibile la “R” di segnalazione del rifugio al piano interrato dell’edificio».

Su che materiali vi siete basati per ricostruire la storia del loro lavoro?

«Il nostro coautore Michele Sforza ha fondato e diretto l’Archivio Storico del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco dov’ è conservata un’ingente mole di documenti, verbali dei salvataggi e degli interventi svolti; ma anche tantissime fotografie che ci hanno aiutati a ricostruire la storia di monumenti e palazzi. Alla fine della guerra sono state usate dal Comune di Torino per una schedatura dei danni a tappeto di tutta la città, mandando funzionari preparati, compilando schede con tutti i dati della localizzazione degli edifici, i danni subiti ed eventuali interventi già iniziati nel post guerra, e ad ogni edificio era allegata anche una documentazione fotografica».

Cosa è andato invece irrimediabilmente perduto sotto le bombe?

«Parte del tesoro della Biblioteca Universitaria che oggi è davanti a Palazzo Carignano ma in tempo di guerra era in via Po; quando il palazzo fu colpito non tutto era stato già messo in salvo e quello che rimaneva andò distrutto».

 

Laura Goria

 

 

 

 

 

Passeggiata Ivrea

Nell’ambito della VIII Giornata Nazionale degli Archivi di Architettura organizzata da AAA/Italia – Associazione nazionale Archivi di Architettura contemporanea, quest’anno dedicata agli “Spazi aperti”, idealmente collegata al titolo della Biennale Architettura “Freespace”, l’Associazione Archivio Storico Olivetti e la Fondazione Adriano Olivetti, in collaborazione con To(ur)arch.Guiding Architects Torino, organizzano la passeggiata Ivrea, città industriale del XX secolo. La passeggiata, che parte dalla mostra permanente dell’Associazione Archivio Storico Olivetti, declina il tema degli “spazi aperti” secondo una dimensione di fruizione e visita che restituisce un’ideale continuità tra spazi della produzione e del tempo libero, residenze e servizi per la collettività, in cui spazio pubblico e spazio privato sono perimetri permeabili.

 

ingresso libero e gratuito

 

QUANDO: 16 maggio 2018
INDIRIZZO: Villetta Casana, Via Miniere 31, 10015 Ivrea
CONTATTI: 0125 641238

Piazza San Carlo, chieste alcune archiviazioni

Secondo quanto riportato da alcune testate giornalistiche altre  carte sarebbero state depositate dalla procura della Repubblica di Torino a proposito dell’inchiesta sulla drammatica notte del 3 giugno 2017  in piazza San Carlo. Tra queste ci sarebbe anche la richiesta di archiviazione per il prefetto Renato Saccone e altre persone, la cui posizione era già stata stralciata. Il procedimento continuerebbe invece per altri 15 indagati, come la sindaca Appendino, l’ex capo di gabinetto di Palazzo Civico Paolo Giordana, l’ex questore Angelo Sanna e il viceprefetto Roberto Dosio.

 

(foto: il Torinese)

Tutto pronto per l’apertura di Librolandia

Le Istituzioni e la lectio di Cercas, ecco come prenotare il posto

 

 

Il 31° Salone Internazionale del Libro inaugura giovedì 10 maggio 2018 alle 10:45con il taglio del nastro dinanzi alla Sala Gialla di Lingotto Fiere (via Nizza 280, Torino).  L’inaugurazione del 31° Salone è aperta al pubblico del Salone. Per motivi di sicurezza è però obbligatoria la prenotazione nominativa online fino a esaurimento posti su www.eventbrite.it, evento Inaugurazione 31° Salone del Libro e Lezione magistrale di Cercas. In Sala Gialla sono previsti gli interventi di Massimo Bray, Presidente della Cabina di Regia del Salone Internazionale del Libro; Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato della Repubblica; Roberto Fico, Presidente della Camera dei Deputati; Valeria Fedeli, Ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca; Dario Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo; Chiara Appendino, Sindaca della Città di Torino; Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte; Christian Masset, Ambasciatore di Francia in Italia; Monica Maggioni, Presidente Rai; Nicola Lagioia, Direttore editoriale Salone Internazionale del Libro. Immediatamente a seguire, la lectio magistralis di Javier Cercas dal titolo E pluribus unum: l’Europa e l’eroismo della ragione, a cura di Guanda e Salone Internazionale del Libro.«Se mi vedessi costretto a rispondere con una sola frase a questa domanda, probabilmente la cosa più onesta sarebbe riprendere ciò che dice Sant’Agostino, nelle sue Confessioni, all’inizio di una sensazionale riflessione sulla natura del tempo: “Se nessuno mi domanda cos’è l’Europa, lo so; però, se voglio spiegarlo a chi me lo domanda, non lo so”». Queste sono le mosse da cui parte Cercas per una straordinaria riflessione sul nostro continente scritta ad hoc per il Salone Internazionale del Libro.

 

(foto: il Torinese)

Pasquaretta restituisce con bonifico la consulenza a Librolandia

Il portavoce della sindaca Appendino, Luca Pasquaretta, ha restituito  al salone del Libro il corrispettivo di 5 mila euro della consulenza che gli era stata pagata e che tante polemiche ha suscitato: “Non ho mai ritenuto che questa collaborazione potesse scatenare tanto clamore – ha detto Pasquaretta –  non era assolutamente mia intenzione creare problemi  alla sindaca e all’amministrazione.  Ho maturato pertanto la decisione di effettuare un bonifico al liquidatore della Fondazione. La prestazione finita al centro delle polemiche, fu regolarmente autorizzata e, come ribadito dal vice Presidente della Fondazione, fu da me svolta a testa bassa, con  impegno e dedizione. E il pagamento della stessa – conclude il portavoce della prima cittadina – è avvenuto, come per molti altri, prima che emergessero i problemi ormai noti della Fondazione”.

 

 

(foto: il Torinese)

Il genocidio dimenticato

In mostra alla Paola Meliga Art Gallery il lavoro del fotoreporter Ugo Lucio Borga

Il genocidio dimenticato. Questo il fil rouge della mostra che ospita, fino al prossimo 15 giugno, la Paola Meliga Art Gallery, in via Maria Vittoria 46/D, dedicata al fotoreporter valdostano Ugo Lucio Borga, di cui è esposto un lavoro documentaristico compiuto in Sud Sudan. Il conflitto in questa terra ha provocato il più grande esodo della storia, avvenuto in Africa dal genocidio in Ruanda. Inserita nel contesto della prima edizione di “Fo.To- Fotografi a Torino”, in svolgimento dal 3 maggio scorso fino al 29 luglio prossimo, la mostra riunisce un’ampia selezione di immagini realizzate dal fotoreporter nato nel 1972, foto attraverso le qual ha potuto documentare le drammatiche conseguenze della guerra civile scoppiata nel 2013 in questo Paese africano. Si è trattato di un conflitto che ha profondamente minato la stabilità del Paese, provocando un grande esodo e una drammatica crisi umanitaria a livello mondiale. In occasione dell’inaugurazione della mostra, lo scorso 3 maggio, è stato presentato l’ultimo libro di Ugo Lucio Borga, con prefazione di Marco Boggio.

 Mara Martellotta

Paola Meliga Art Gallery

Orario: dal martedì al venerdì dalle 15.30 alle 19. Il sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19. Lunedì e festivi chiusi

I fornitori del Salone: “Vogliamo solo essere pagati”

In una nota i fornitori del Salone del Libro di Torino respingono possibili strumentalizzazioni tra le richieste sul denaro che spetta loro dal salone del Libro e la polemica legata alla scoperta di una consulenza data – e subito saldata – dal Salone a Luca Pasquaretta, il portavoce della sindaca Appendino. “Non  intendiamo  far parte del dibattito politico che si sta scatenando e non vogliamo chiedere la testa di nessuno”, spiegano i fornitori le cui aziende attendono pagamenti anche dal 2014.

 

(foto: il Torinese)