Un suggestivo scatto di Federico Palumbo che mette in risalto l’eleganza architettonica di Palazzo Carignano.
Braccia (e fondi) per l’agricoltura
In arrivo altri 13,5 milioni di euro a favore dei giovani agricoltori del Piemonte, dalla giunta regionale. I fondi riguardano i bandi 2017 del Psr (piano di sviluppo rurale) e andranno a 131 giovani impegnati in 72 aziende di pianura e collina, 59 in montagna. Per l’insediamento dei giovani agricoltori, vengono destinati 7,7 milioni di euro, mentre per l’ammodernamento delle aziende 5,7 milioni “E’ una decisione – commenta Giorgio Ferrero, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte – che va incontro alle tante richieste venute da giovani che vogliono intraprendere in agricoltura o ammodernare le aziende, magari ereditate dalla famiglia. Stiamo sostenendo persone, spesso animate da entusiasmo e passione, che saranno il fulcro dell’agricoltura di domani”.
Dai diritti alla pace, dal mondo dei giovani allo sport, dall’attualità al sostegno alla lettura e alla filiera del libro. Questi alcuni dei temi che verranno proposti dal Consiglio regionale e dalla Regione Piemonte all’interno di una programmazione che, con il titolo “Ho fatto un sogno”, rende evidenti al pubblico i contenuti affrontati nello stand interistituzionale. A presentare a Palazzo Lascaris il ricco carnet di eventi e iniziative sono stati Nino Boeti, presidente del Consiglio regionale e Antonella Parigi, assessora regionale alla Cultura.
Il programma del Consiglio regionale
Sarà la visione del futuro e il desiderio d’impegnarsi per un domani aperto alla speranza, declinato in svariati contesti – dalle aspettative dei ragazzi e delle ragazze nei confronti delle istituzioni all’importanza di mettersi in gioco per edificare un mondo di pace ed “emarginare” definitivamente guerra, violenza e bullismo – il filo conduttore dei numerosi eventi che il Consiglio regionale proporrà alla 31esima edizione del Salone del libro, in programma dal 10 al 14 maggio al Lingotto Fiere di Torino.
I visitatori potranno conoscere l’attività legislativa e culturale dell’Assemblea piemontese attraverso le pubblicazioni in distribuzione presso lo stand istituzionale, in un’area condivisa con la Giunta regionale. I quattordici appuntamenti in calendario si svolgeranno presso l’Arena Piemonte (al padiglione 3) e nelle sale Argento, Arancio e Gialla.
Le proposte del Consiglio si apriranno e si chiuderanno proprio nel segno dei giovani e dell’esigenza di edificare un futuro all’insegna del dialogo e della partecipazione.
In particolare, nell’anno in cui si celebra il 70esimo anniversario della Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo e dell’entrata in vigore della Costituzione, la Consulta regionale dei giovani organizza (giovedì 10) l’incontro-confronto Il mondo che vorrei, moderato da Marco Berry, in cui gli studenti si confronteranno con i protagonisti delle istituzioni sugli argomenti che stanno loro a cuore, mentre gli Stati generali dello Sport e del benessere, in collaborazione con tutti gli Organismi consultivi che hanno sede presso l’Assemblea legislativa piemontese, si fanno promotori (lunedì 14) dell’evento Ambasciator porta Consiglio, nel corso del quale gli studenti e le studentesse delle scuole medie superiori che hanno partecipato all’innovativo modello di alternanza scuola-lavoro sperimentato con successo in Piemonte, prima regione in Italia, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, riceveranno l’onorificenza del sigillo di ambasciatori e ambasciatrici del Consiglio regionale.
Al rifiuto della violenza è dedicato l’appuntamento Facciamo la pace (domenica 13), voluto dal Comitato regionale per i Diritti umani per proporre – tra le altre – le esperienze della Croce rossa italiana, della Rete italiana per il disarmo Ican e dell’associazione pacifista Senzatomica sui temi del disarmo, dei diritti e della democrazia. Sempre in tema di diritti, il Garante regionale dei detenuti promuove (venerdì 11) l’incontro Confini, sicurezza e diritti umani: quali garanzie nei Centri di permanenza per il rimpatrio? alla presenza del Garante nazionale Mauro Palma.
All’educazione dei sentimenti e alla prevenzione del bullismo e del cyberbullismo sono riservati ben tre eventi. Si comincia con la conferenza Lezioni d’amore. L’educazione sentimentale ai tempi del web, proposta (venerdì 11) dalla Consulta regionale dei giovani e dalla Consulta femminile, e si prosegue (sempre l’11) con Quando le parole fanno male, dedicato alla memoria di Carolina Picchio, la ragazza di Novara che nel 2013 si tolse la vita a causa di atti di bullismo, organizzato dal Corecom Piemonte per illustrare le iniziative messe in campo per contrastare il cyberbullismo, e Bulli e pupe. Come riconoscere e contrastare i sintomi del bullismo (domenica 13), con lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini e la testimonianza di Flavia Rizza, ex vittima di bullismo e testimonial della campagna itinerante “Una vita social”, promossa dalla Polizia di Stato per il corretto uso di Internet.
Alle difficoltà di relazione e ai conflitti in famiglia sono dedicati gli incontri La violenza sulla pelle. Testimonianza di donne vittime degli uomini, proposto (domenica 13) dalla Consulta delle elette e dalla Consulta regionale dei giovani alla presenza della vicepresidente di Telefono Rosa Anna Ronfani e della sociologa Chiara Saraceno e Genitori e figli tra affetti e conflitti, proposto (venerdì 11) dalla Consulta femminile e dal Comitato regionale per i Diritti umani e moderato dalla Garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza.
L’importanza di una pratica sportiva accessibile a tutti sarà sottolineata dall’evento Ugualmente sport. L’attività agonistica degli atleti con disabilità, organizzato (lunedì 14) dagli Stati Generali dello Sport e del benessere alla presenza di campioni del calibro di Farhan Hadafo, Carlotta Gili, Roberto La Barbera e Ian McKinley, moderati dal giornalista Vittorio Oreggia.
Il diritto a una vita dignitosa e la promozione della legalità saranno l’oggetto degli incontri Proposte per affrontare povertà e disagio sociale alla presenza del direttore della Caritas diocesana di Torino Pierluigi Dovise moderato dal Difensore civico regionale ed Economia e legalità: questione di educazione, in cui verrà illustrato il progetto di educazione alla legalità economica della Guardia di Finanza, promosso dall’Osservatorio sul fenomeno dell’usura.
Fra gli altri appuntamenti in calendario si segnalano ancora (giovedì 10) la conferenza I diritti degli animali nel privato e nelle istituzioni, a cura del Garante regionale degli animali, cui interviene la conduttrice televisivaLicia Colò e l’incontro (lunedì 14) sul tema Disinformazione: è facile dominare chi non crede in niente, voluto dal Corecom Piemonte.
Il programma della Regione Piemonte
Anche nel 2018 il Salone Internazionale del Libro rappresenta uno dei momenti di punta dell’attività culturale della Regione Piemonte e per questa trentunesima edizione la presenza dell’Ente si caratterizza per le proposte che vanno dai temi dell’attualità ai diritti, a un rinnovato impegno a sostegno della lettura e della filiera de libro.
Ritorna il Buono da leggere, l’iniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte per sostenere la promozione della lettura tra i ragazzi e gli adolescenti che lo scorso anno ha fatto registrare il completo esaurimento dei buoni a disposizione. Quest’anno la Regione mette a disposizione 15.000 nuovi Buoni da leggere del valore di 10 euro ciascuno, che potranno essere spesi al Salone 2018 presso gli stand degli editori che aderiscono all’iniziativa. Il progetto, in questa edizione, è rivolto ai giovani delle scuole secondarie di secondo grado, nati fra il 2000 e il 2003, che visiteranno il Salone e potranno fruire del buono. Le scuole primarie e secondarie di primo grado, potranno invece ottenere un buono di 100 euro per classe destinato a incrementare la dotazione della biblioteca scolastica. Gli editori che aderiscono all’iniziativa Buono da leggeresaranno immediatamente riconoscibili da un’apposita segnaletica allo stand fornita dall’organizzazione e sulla App Salone.
Prosegue la collaborazione con il Coordinamento Torino Pride, che cura la sezione “Diritti senza confini”: ogni giorno scrittori, giornalisti, filosofi, studiosi e attivisti animeranno l’Arena con un ricco calendario di iniziative e le presentazioni saranno così il veicolo verso una maggior consapevolezza e attenzione ai diritti di tutte e di tutti. L’Arena dei diritti si inserisce nel ricco calendario di avvicinamento al Piemonte Pride (Novara 26 maggio, Torino 16 giugno, Alba 7 luglio). Tra i vari appuntamenti si segnala, sabato 12 maggio alle ore 16, la presentazione del libro Franco e Gianni 14 Luglio 1964 al quale intervengono il protagonista Gianni Reinetti, Orietta Berti, Alessandro Battaglia, la sindaca di Torino e l’assessora regionale ai Diritti.
Tra gli appuntamenti in calendario, giovedì 10 maggio alle ore 12,30 l’assessora regionale alla Cultura e al Turismo interviene all’incontro Le quasi imprese. Conversazione sul futuro del settore cultura, a cura del Circolo dei Lettori e della Fondazione Piemonte dal Vivo: una riflessione sul comparto culturale partendo dal libro “La (quasi) impresa”, realizzato da Hangar Piemonte, che sarà anche l’occasione per presentare il bando dedicato alla piccola e media editoria indipendente piemontese. In Sala Rossa, alle 13, l’assessora alla Cultura partecipa alla conferenza stampa del Festival “Il Teatro sull’acqua” e alle 14,30 partecipa alla premiazione dei finalisti della VII edizione del Premio Letterario Goliarda Sapienza “Racconti dal carcere”
Sempre giovedì 10 maggio, alle ore 17 l’assessora regionale ai Diritti, insieme ai giornalisti e fotografi Marco Bobbio, Mauro Donato, Max Ferrero, Andreja Restek, Paolo Siccardi, Stefano Stranges, presenta la nuova mostra Exodos. Rotte Migratorie, Storie di persone, arrivi, inclusione, realizzata dalla Regione Piemonte, con foto delle nuove rotte migratorie, e la nuova brochure “storie di inclusione”.
Venerdì 11 maggio alle ore 10,30 in sala Blu, il presidente della Regione Piemonte partecipa alla presentazione del volume “Materie prime Ferrero. L’origine della qualità”.
Sabato 12 maggio alle ore 10,30 allo Spazio Eventi il presidente della Regione partecipa alla presentazione del libro “Troppi Diritti” di Alessandro Barbero.
Circular Economy for Food e Il pane è oro: due libri a confronto è l’incontro di sabato alle ore 13 al quale intervengono l’assessora regionale ai Diritti, con Ugo Alciati, Elena Cadel, Franco Fassio e Roberto Corgnati.
Sabato 12 maggio alle ore 11 viene invece presentata, con la collaborazione dello scrittore Luca Bianchini, la decima edizione delle Olimpiadi della Cultura e del Talento, un concorso che inizierà a settembre 2018 e dedicato a tutte le scuole superiori.
Sarà invece sempre l’assessora regionale a presentare, nell’Arena, domenica 13 maggio, alle 13 la premiazione della XVII Edizione del Premio Inedito “Colline di Torino” e alle ore 15 l’ultimo libro dello storico dell’arte, Flavio Caroli , L’arte italiana in quindici weekend e mezzo, dedicato al patrimonio artistico di varie città italiane, tra cui Torino e in particolare il Castello di Rivoli.
Lunedì 14 maggio alle ore 12,30 gli assessori regionali allo Sport e all’Ambiente presentano Un Quintino di salute – Esperienze di montagnaterapia sulle pendici del Monviso , racconti a più voci di come si possa fare terapia collettiva in montagna.
Tra le novità di questa edizione del Salone il Bocuse d’Or Europe OFF 2018, vero e proprio palinsesto di eventi culturali rivolti al grande pubblico, collegati al prestigioso concorso di alta cucina Bocuse d’Or Europe, per la prima volta in Italia, a Torino l’11 e 12 giugno 2018. Nell’Arena Piemonte, da venerdì 11 a domenica 13 maggio, si potrà assistere ad una serie di appuntamenti in cui il mondo gastronomico e quello culturale dialogheranno attraverso le testimonianze di grandi chef, nutrizionisti, scienziati e giornalisti. Gli chef Matteo Baronetto, Mariangela Susigan e Gian Piero Vivalda racconteranno il loro percorso nel mondo dell’alta cucina, mentre il medico Luigi Fontana discuterà con lo chef Vittorio Fusari del rapporto tra cibo e salute, un tema di forte attualità che sarà indagato sotto il profilo sociologico anche nel dialogo tra il nutrizionista Federico Francesco Ferrero, la psicanalista Alessandra Ramassotto e la giornalista Alessandra Comazzi. Ad accompagnare gli incontri, le degustazioni curate da Accademia Bocuse d’Or Italia.
Dalla ormai consolidata vocazione internazionale è il programma di Lingua Madre, dedicato al dialogo interculturale: gli appuntamenti dell’edizione 2018 si caratterizzano per una forte attenzione all’attualità e ai mutamenti del panorama politico internazionale. Ad intervenire scrittrici e scrittori che rappresentano paesi diversi con storie di migrazione e di grande creatività: tra gli ospiti Yewande Omotoso, Omar Robert Hamilton, Guadalupe Nettel, Samar Yazbek, Boualem Sansal, che si alterneranno nelle giornate del Salone, con un focus sulla Turchia a completare il programma.
Non manca neanche quest’anno il Concorso letterario nazionale Lingua Madre, giunto alla XIII edizione. Nato nel 2005 e ideato da Daniela Finocchi vede un’importante serie di appuntamenti animare l’Arena Piemonte. Le autrici vincitrici, nello spirito di scambio e relazione promosso dal Concorso, si alternano sul palco accompagnate dai sindaci delle città italiane di residenza e dalle rappresentanze diplomatiche dei paesi d’origine. Con loro, le autrici straniere e italiane dei racconti selezionati per la pubblicazione nell’antologia Lingua Madre Duemiladiciotto-Racconti di donne straniere in Italia e delle fotografie selezionate per la mostra fotografica del Premio Speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. La premiazione del concorso nazionale Lingua Madre sarà lunedì 14 maggio alle 13,30.
Tra i progetti sostenuti dalla Regione Piemonte anche Incipit Offresi: ideato e promosso dalla Biblioteca Archimede di Settimo Torinese, è un format molto seguito, che offe agli aspiranti scrittori l’occasione di presentare la propria idea di libro ad un gruppo selezionato di editori, con la possibilità per il vincitore di vedere pubblicato il proprio lavoro inedito. Per il terzo anno consecutivo, la finale del concorso itinerante durato 5 mesi che ha coinvolto 12 biblioteche e 120 partecipanti e che vedrà protagonisti otto concorrenti, si svolgerà sabato 12 maggio, alle ore 17, nello spazio di Arena Piemonte.
All’interno del Bookstock Village prosegue la presenza della Regione con il progetto Nati per Leggere Piemonte. Lo stand ospita una serie di incontri con i più amati autori di libri per l’infanzia, grazie alla collaborazione con le Biblioteche Civiche di Torino e Iter (Istituzione Torinese per una Educazione Responsabile). Momento importante del programma sarà la cerimonia di consegna dell’omonimo Premio Nazionale, giunto alla nona edizione. Appuntamento dunque lunedì 14 maggio, alle ore 16.30, all’Arena del Bookstock Village.
Le Sale Arancio e Argento ospiteranno occasioni di scoperta e conoscenza del territorio con incontri dedicati agli operatori culturali locali, promotori ogni giorno di numerosi incontri dedicati alla storia e alla cultura piemontese.
Tra gli eventi si segnalano in Sala Argento: giovedì 10 maggio alle ore 12, “Osare il ritorno: l’emigrazione degli africani” un incontro presentato dall’assessora regionale ai Diritti; giovedì 10 maggio alle ore 16, Licia Colò interviene sul tema dei diritti degli animali nel privato e nelle istituzioni; venerdì 11 maggio alle ore 10,30 l’assessora regionale al Lavoro presenta “il territorio si racconta” un progetto dell’associazione culturale La Forgia del Canavese; sabato 12 maggio l’assessora ai Diritti presenta il Premio nazionale di Narrativa “Scrivere donna” e alle 14 interviene per presentare “Piemonte giovani, il portale per i giovani piemontesi”, mentre alle ore 12 l’assessora alla Cultura interviene sulla mostra realizzata dalla Regione Piemonte dedicata a Gaudenzio Ferrari; alle 17 viene presentata da Gad Lerner la Guida al Museo del Mutuo Soccorso di Pinerolo. Domenica 13 maggio, alle ore 12 Guido Bodrato, Giancarlo Caselli e Gianni Oliva affrontano la storia degli Anni di Piombo, in occasione della pubblicazione dei saggi “Anni di piombo a Torino” e “Il caso Moro”. Lunedì 14 maggio alle ore 12 l’assessora all’Istruzione interviene sui temi del bullismo e del cyberbullismo e alle 14 gli assessori all’Ambiente e al Turismo presentano uno studio sulla valorizzazione del patrimonio escursionistico regionale in collaborazione con Ires Piemonte.
In Sala Arancio sono molte quest’anno le iniziative sui temi che spaziano dagli sprechi alimentari alla tutela dei consumatori, dalla disabilità, alle politiche sociali. :
Anche quest’anno la Regione Piemonte rinnova inoltre il suo impegno nei confronti della ricca filiera del libro, riservando uno spazio espositivo e di vendita collettivo agli editori piemontesi, con l’obiettivo di favorire la diffusione e la vendita della produzione editoriale piemontese. In tale spazio saranno ospitati gli editori che non partecipano al Salone Internazionale del Libro con un proprio stand; altri editori piemontesi saranno invece presenti in maniera autonoma anche grazie al contributo di mille euro che, come ogni anno, verrà messo a disposizione dalla Regione Piemonte.
Torna al Salone, giunto alla diciassettesima edizione, l’Ibf, International Book Forum il mercato internazionale dei diritti letterari per l’industria editoriale e l’audiovisivo. In programma da mercoledì 9 a sabato 12 maggio, è realizzato grazie al sostegno della Regione Piemonte e di Ita–Ice – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
Sono già oltre 300 gli iscritti all’Ibf, provenienti da 30 paesi: Albania, Argentina, Austria, Bangladesh, Canada, Cina, Danimarca, Egitto, Francia, Georgia, Germania, Grecia, India, Italia, Islanda, Israele, Macedonia, Norvegia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Palestina, Polonia, Principato di Monaco, Regno Unito, Siria, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Turchia.
In particolare, due Fellowship sono la grande novità di quest’anno. Venti operatori internazionali che lavorano nell’editoria e venti provenienti dal mondo audiovisivo si incontrano nell’anteprima di mercoledì 9 maggio alla Scuola Holden per ascoltare le esperienze di quattro importanti professionisti e per assistere ad una presentazione dei due partner di Ibf, Mibact ed Eurimages sul tema dell’audiovisivo e del suo utilizzo in vari campi della letteratura, del cinema e del teatro. Da quest’anno l’International Book Forum, grazie a un progetto voluto e sostenuto dalla Regione Piemonte, avvia inoltre una rete di rapporti privilegiati con alcuni paesi i cui rappresentanti editoriali promuovono al Salone la loro produzione.
(foto: il Torinese)
Alitalia non opererà più sulla “storica” tratta Torino-Napoli dal primo giugno, cancellando le 15 frequenze settimanali con cui da più di 30 anni collegava le due città. La Sagat, società che gestisce l’aeroporto Caselle, afferma che si tratta di una “scelta incomprensibile. Ci siamo messi subito al lavoro con l’aeroporto di Napoli per favorire l’ingresso di nuove compagnie interessate a servire questo grande bacino d’utenza”. Napoli, ha registrato 276.154 passeggeri nel 2017, ed è la quarta destinazione dell’Aeroporto di Torino, in crescita del 16% rispetto al 2016. Blue Air ha già aumentato la propria offerta di voli, da 13 a 16 frequenze settimanali, e dal 3 settembre EasyJet opererà 7 frequenze a settimana.
Notte bianca “risorgimentale”
Nell’ambito della prima edizione di Fo.To. – Fotografi a Torino il Museo Nazionale del Risorgimento resterà straordinariamente aperto fino alle ore 24 per la Notte Bianca della Fotografia
Si potranno visitare, pagando il consueto biglietto di ingresso, sia l’esposizione permanente sia la mostra fotografica “Arma il prossimo tuo. Storie di uomini, conflitti, religioni”. Promossa e realizzata dal MEF in collaborazione con le realtà aderenti all’iniziativa, Fo.To. coinvolge oltre 80 strutture cittadine dal centro alla periferia: musei pubblici e privati, gallerie d’arte, fondazioni, associazioni, spazi no-profit, istituti d’arte e di design, per la promozione di mostre ed eventi legati al tema della fotografia. Per info www.fotografi-a-torino.it
– SALONE DEL LIBRO OFF, Reading con Marcello Fois
Alle ore 21.00 presso la Sala Codici del Museo, Marcello Fois legge il suo ultimo libro “Renzo, Lucia e io. Perchè per me I Promessi Sposi è un romanzo meraviglioso”. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti.“I ‘Promessi Sposi’ sono il paradigma –si legge- di quanta strada si debba fare per ottenere un classico, un testo cioè che non ha paura del tempo, dei programmi scolastici, degli insegnanti annoiati e dei lettori pigri. Questo romanzo non insegna qualcosa solo agli scrittori, ma anche a tutti coloro che pensano alla gratuità come benefit. A tutti quei genitori, insegnanti, educatori, che hanno paura, o pudore, a usare la parola fatica. Attraverso questo capolavoro si può imparare che senza eroismo, curiosità, presunzione, coraggio, non si può affrontare l’esistenza. I ‘Promessi Sposi’ è il nostro romanzo fondativo, è nato vent’anni prima della nostra Nazione”.
Marcello Fois vive e lavora a Bologna. Tra i suoi libri ricordiamo: Picta (premio Calvino 1992), Ferro Recente, Meglio morti, Dura madre, Piccole storie nere, Sheol, Memoria del vuoto, Stirpe, Nel tempo di mezzo (finalista al premio Campiello e al premio Strega 2012), L’importanza dei luoghi comuni, Luce perfetta, Manuale di lettura creativa, Quasi Grazia e Del dirsi addio. È direttore artistico del Festival Letterario di Gavoi, “L’Isola delle Storie”. Per informazioni: tel. 011/5621147 o www.museorisorgimentotorino.it
g.m.
Il motto dell’Artiglieria è “Sempre e Dovunque”
“Comandante, innanzi tutto desidero ringraziarTi per la costante attenzione e la passione che infondi anche a tutti noi, possibile solo per chi ama la propria Arma. Ho letto con interesse la documentazione che mi hai lasciato e ho il piacere di confermarTi quanto ci siamo detti. A seguito della Tua lettera, il Capo di SME emerito, per il tramite di Ufficio Storico, diede a noi il compito di dirimere la problematica nel corso del Seminario del 2016. In tale sede, pur non citando il Tempio della Gloria, che peraltro conferma l’interpretazione che abbiamo dato, decidemmo che il motto è: SEMPRE E DOVUNQUE Nel ringraziarti ancora per la l’artiglieresca foga, Ti saluto Caramente. Un abbraccio”
Giamba
(n.d.r.- Gen. Fabio Giambartolomei, Comandante e Ispettore dell’Arma di Artiglieria – 23 apr.2018)
Nell’imminente Raduno Nazionale, che si terrà a Montebelluna (TV) il prossimo giugno, sarà data lettura della motivazione di conferimento di tale onorificenza ed è assai probabile che la stessa sia riportata nei documenti prodotti per l’occasione (libri, brochure, manifesti murali etc). Al fine di evitare che proprio nel centenario della Battaglia del Solstizio, dove protagonista assoluta è stata l’Artiglieria, siano gli “Artiglieri d’Italia” di oggi a sbagliarne la ritrascrizione, reputo utile e motivo di riflessione per tutti, cercare di fare chiarezza. Faccio questo esclusivamente per spirito di corpo ed orgoglio di appartenenza all’Artiglieria, non certo per fare il professorino, o, peggio ancora, per inimicarmi qualcuno.
Ed ecco quanto:
Il Regio Decreto datato 10 ott.1920, del conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Bandiera dell’Arma di Artiglieria per i meriti acquisiti nella Grande Guerra, è oggi in brutte condizioni ed è quasi impossibile leggere per il deterioramento della grafia, a causa forse dell’esposizione ad agenti atmosferici avversi. La motivazione inizia con il discusso motto dell’Artiglieria : “Sempre e Dovunque” o “Sempre ed Ovunque”? Grammaticalmente ambedue le forme sono corrette e mantengono lo stesso significato, ma storicamente sono differenti: o l’una o l’altra.
La Presidenza Nazionale A.N.Art.I. propende per la seconda tanto è che, in tal senso, ha riportato la motivazione indicata in oggetto sul calendario A.N.Art.I. 2018. D’altronde non è nuova: lo stesso motto “Sempre ed Ovunque” lo ha riportato perfino sul bifide dello stemma dell’Associazione, sebbene sia arcinoto e facilmente documentabile che, dalle origini fino agli anni 60-70, il giornale associativo portava ben evidenziato il sottotitolo “Sempre e Dovunque”.Ma queste sono questioni prettamente associative: passi! anche se, questo denota male l’Associazione che non rispetta la tradizione: o non sa cosa ha in archivio o, peggio, non se ne cura.
Per la motivazione della Medaglia d’Oro alla Bandiera è altra cosa: esula dalle competenze della Presidenza: il garante delle tradizioni dell’Arma, è l’Esercito Italiano. E questo si è espresso in tutt’altro modo, a favore del “Sempre e Dovunque”:
- la Scuola di Artiglieria con il volume I CENTO ANNI DELLA SCUOLA DI ARTIGLIERIA 1888 – 1988, curato direttamente dal Comandante della Scuola, Generale Mario PRATO, ha riservato alla Bandiera dell’Arma le pagine che vanno dal n. 95 al n. 110 comprese, che nel loro insieme costituiscono un prezioso sunto di cronaca e di citazioni di Autorità dell’epoca, nonché una considerevole raccolta di copie fotostatiche delle decorazioni conferite alla gloriosa Bandiera;
- il Comando Artiglieria che, un paio di anni fa, ha ritirato fuori una vecchia ritrascrizione del R.D. 10 ottobre 1920.
Ma ciò che più conta, ciò che mette fine a qualsiasi interpretazione di parte lo dobbiamo all’ Accademia Militare di Modena dove, nel Tempio della Gloria, nel settore dedicato all’Arma di Artiglieria, è affissa una lapide con l’integrale trascrizione del Decreto in questione.
La lapide, per la sua conformazione e per gli ornamenti che presenta, ha tutte le caratteristiche di essere d’epoca, di essere una di quelle fatte da qualche Arsenale Militare con la fusione del bronzo nemico. E non credo che si voglia ancora sconfessare l’autenticità della lapide e quindi della motivazione in argomento e perfino del motto dell’Artiglieria Italiana! Con schietta lealtà.
Gen. Luigi Ghezzi, Delegato Regionale A.N.Art.I. Piemonte e Valle d’Aosta
Venticinque ragazze e ragazzi piemontesi, accompagnati da 5 docenti e dalla storica Luciana Ziruolo, direttrice dell’Istituto storico della Resistenza di Alessandria, parteciperanno da giovedì 17 a domenica 20 maggio, al viaggio studio di quattro giorni in Germania, visitando Berlino e i lager di Sachsenhausen e Ravensbrück. Il viaggio è l’ultimo e conclusivo dei tre riservati agli studenti vincitori nella 37° edizione del progetto di Storia Contemporanea, promosso dal Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico regionale.
Berlino, un libro di storia aperto sul ‘900
Berlino, la capitale della Germania, è come un libro di storia aperto sul ‘900, il “secolo breve” delle guerre, dei conflitti e delle divisioni. Il Memoriale dell’Olocausto e le parti restanti del muro che divise in due parti la città durante la guerra fredda testimoniano la sua difficile storia nel corso del XX secolo e la Porta di Brandeburgo è diventata, dal 1989 in poi, il simbolo della sua riunificazione.
Il memoriale della Resistenza Tedesca
Il Memoriale della Resistenza Tedesca (Gedenkstätte Deutscher Widerstand) si trova nel luogo in cui venne compiuto il tentativo di colpo di stato del 20 luglio 1944 e all’epoca ospitava la sede del comando superiore dell’esercito del reich. Fu questa la centrale della congiura contro Hitler. In seguito al fallimento dell’attentato, nel cortile del Bendlerblock – così si chiama questo palazzo – vennero giustiziati nella notte stessa il conte Claus von Stauffenberg e tre dei congiurati. Dal 1953 questo cortile è diventato uno dei luoghi di memoria della Resistenza contro il Nazionalsocialismo e nel 1968 sono stati aperti il Memoriale e il Centro Culturale. Nel 2014 è stata inaugurata una nuova mostra permanente che ripercorre attraverso oltre 1000 fotografie e documenti l’ampiezza e la portata ideologica della lotta contro la dittatura nazista. La Resistenza tedesca è stata un fenomeno che coinvolse il movimento operaio, parte della chiesa, i circoli artistici e intellettuali, le minoranze ebraiche, sinti e rom, e alcuni movimenti giovanali. Capitoli particolari della mostra sono dedicati all’attentato a Georg Elser dell’8 novembre 1939, al Circolo di Kreisau (Kreisauer Kreis), alla Rosa Bianca (Weiße Rose) e l’Orchestra Rossa (Rote Kapelle). La mostra ricostruisce la formazione delle reti della resistenza, quali fossero le loro motivazioni e gli obiettivi e come lo stato nazista reagì alle loro azioni.
Il lager di Sachsenhausen
Il lager di Sachsenhausen, situato 35 chilometri a nord di Berlino, fu costruito nel 1936 come campo di concentramento “esemplare”, immaginato per proiettare l’immagine di forza del nazismo e sottomettere i prigionieri al potere delle SS. Fra il 1936 e il 1945 “ospitò” più di 200 mila prigionieri.I primi reclusi furono gli avversari politici del nazismo ma,successivamente, vennero imprigionati anche coloro che erano reputati inferiori, per caratteristiche razziali e biologiche. Moltissimi vi morirono per malattia, lavori forzati e fame,altri furono vittime dello sterminio di massa eseguito dalle SS. Il 22 e 23 aprile 1945, quando quest’incubo terminò, i soldati dell’Armata Rossa liberarono più di 3.000 persone, fra i malati e i medici che ancora si trovavano nel campo. Nell’agosto del 1945, il lager di Sachsenhausen divenne un campo speciale sovietico.Nel campo furono imprigionati i funzionari del regime nazista, alcuni nemici politici e molte persone ingiustificatamente imprigionate.Il campo di Sachsenhausen divenne il più grande della zona di occupazione sovietica, fino a quando fu smantellato nel 1950. Nei cinque anni in cui fu operativo, vi furono internati circa 60.000 prigionieri, dei quali più di 12.000 non riuscirono a sopravvivere. Per i tragici avvenimenti, che videro come protagonista il campo, nel 1961 divenne un luogo commemorativo. Oggi Sachsenhausen è aperto al pubblico: diversi edifici e costruzioni sono stati ricostruiti, come ad esempio le torri di guardia, l’entrata del campo e diverse baracche. È inoltre presente un museo che raccoglie testimonianze e lavori della vita degli internati.
Ravensbrück, il lager delle donne
Ravensbrück, conosciuto come “il lager delle donne”, ha una storia molto particolare e terribile. Situato nella regione del Brandeburgo, 80 chilometri a nord est di Berlino, il campo venne costruito tra i primi del sistema concentrazionario nazista, nel 1939, allo scopo di internare le donne tedesche considerate asociali e le delinquenti comuni. Successivamente, nelle sue baracche e dietro ai suoi reticolati, finirono le donne deportate dai paesi progressivamente occupati dai nazisti: zingare, ebree, oppositrici al regime, lesbiche, testimoni di Geova. A Ravensbrück furono immatricolate 132.000 donne e decine di migliaia di loro persero la vita, fucilate o soffocate camere a gas con lo Zyklon B, il micidiale acido cianidrico, conosciuto anche come “acido prussico”. Tantissime altre morirono per malattia e stenti, sfiancate dal lavoro, dalla fame e dal freddo, oppure a seguito degli esperimenti medici di cui erano le cavie. La conoscenza e la memoria di questo luogo, anche se negli anni ha conservato poco dell’originaria struttura concentrazionaria, può e deve essere un doveroso omaggio a tutte le donne che nel campo hanno sofferto e trovato la morte.
Marco Travaglini
E’ terminato il campionato con una vittoria che non lascia l’amaro in bocca per quel che sarebbe dovuto accadere dal prossimo weekend, ma con un sorriso che dovrebbe solo far sperare di poter rivivere le tante emozioni positive che quest’anno abbiamo vissuto
Se questo è un anno di rimpianti, bè, … datecene altri: prima partecipazione in coppa Italia e vittoria immediata al primo tentativo (prima squadra a vincerla dopo soli tre anni in Serie A, come segnalatomi da una persona “influente”), passaggio del primo turno di Eurocup e a 3” all’ intervallo dell’ultima partita della seconda fase si era qualificati… per i turni successivi. Campionato? Ok, si vorrebbe avere tutto, e sarebbe bello, ma l’esperienza sarà il tesoro da conservare per il prossimo anno. E comunque, pur essendo ripetitivo: nelle ultime partite 6 sono andate perse negli ultimi minuti se non secondi e pur se è vero che con i se e con i ma non si vincono i campionati, per lo stesso motivo aver vinto la Coppa Italia non è stata una fortuna.Chi vuole ricordare qualcosa di bello? Senza classifica, ma con emozione, … vedrete quante cose solo al volo bastano per avere tuffo al cuore. In ordine sparso e solo a titolo di esempio per la memoria… la palla recuperata da Deron e il passaggio a Sasha della finale credo sia da lacrime istantanee, il tiro di mercoledì di Peppe da libro Cuore, l’alley hoop di Bongou Colo’ per Deron sotto di 20 da incoscienti spettacolari, i tre tiri quasi consecutivi sempre di Bongou Colo’ in finale coppa Italia sono da vittoria della volontà sulla ragione, Valerio Mazzola che lotta per la vittoria in coppa a Firenze, segna bombe a raffica come mercoledì e che comunque trova il tempo di sollevare Gudaitis da cavaliere antico contro Milano, le vittorie su Milano e sul Bayern di quest’anno, il tiro da tre dall’angolo di Vander Blue contro Cremona in controtempo, Trevor Mbakwe che con la schiena a pezzi vola a schiacciare a canestro e prova pure a pedalare pur di entrare in campo, il canestro al volo di Patterson allo scadere del secondo tempo su passaggio baseball tutto campo di Washington contro Varese, i passaggi sulla schiena degli avversari di Garrett che poi conclude a canestro, il giro del campo con la Coppa Italia prima della partita con Capo D’Orlando, la classe e l’educazione sportiva di Jones che entra e tira dentro 7 bombe come se avesse sempre giocato e tutto il Palaruffini in piedi ieri sera a festeggiare con la squadra e con allenatore e tutto lo staff, ma sono solo alcuni dei momenti e tutti non è possibile metterli, almeno in questo articolo… : e questa è una stagione deludente? Allora, se questo è vero, prepariamo pure l’ex Palaisozaki alias Palalpitour: altroché il Palavela, se Torino “da delusione” crea queste emozioni, se vincerà cosa potra’ succedere?
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Mercoledì sembrava che la FIAT Torino giocasse senza curarsi degli avversari: come l’avevamo vista più volte, con calma con indifferenza quasi nei confronti degli avversari che pure arrivavano da 12 vittorie su 14 nel girone di ritorno. Non sembrava Varese la squadra forte, eppure non hanno non giocato alla “morte” pur di farcela, semplicemente la FIAT Torino ha giocato libera con la testa, e il buon Galbiati, qualsiasi sia il suo futuro, esce da vincente quest’anno, e non solo per la Coppa Italia, che così frettolosamente molti hanno già scordato: no, non è vero, non sono molti. Sono tanti invece i tifosi della curva che proprio in occasione dell’ultima partita hanno indossato la maglia con il cerchio tricolore. Dimenticare non è patrimonio delle persone sensibili. E proprio su questa parte mercoledì c’è stata una celebrazione di una persona che io non ho avuto la possibilità di conoscere, ma visto che molto di quello che sei stato vale da quello che lasci, da quello che ho ricevuto e sentito credo che Claudio, deve essere stato una persona vera, sincera, leale e sensibile. Smuovere il cuore di tutti non è facile. E aver la forza di farlo davanti a tutti vuol dire averla ricevuta da chi non c’è più fisicamente ma che vive nelle persone che lo hanno amato e lo ameranno per sempre. Peppe Poeta, prima della partita, ha letto una poesia, anzi direi più un’espressione di amore profondo che la moglie Tina gli ha dedicato. Mi è stata inviata e la trascrivo così com’è: “L’infinito del verbo AMARE è RESTARE, è esserci nonostante tutto. Amare è anche RESTARE sotto la Croce di chi AMI, bevendo fino in fondo, in certi precisi momenti, l’amaro calice dell’impotenza. Il Dolore più grande è NON poter far nulla davanti alla Sofferenza di chi AMI. Ma l’AMORE VERO è anche e soprattutto restare lì nonostante la nostra impotenza. Si ama soprattutto quando si RESTA anche nelle situazioni in cui NON converrebbe più restare”.
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E altre persone si sono unite per Claudio e per Tina: Manuele scrive “Per me Claudio è stato un esempio e sono fiero di essergli stato amico e di essergli stato vicino ma sono io che devo dirgli grazie per la sua amicizia e per i suoi insegnamenti e davvero, come dice qualcuno, l’Infinito di amare è restare”. Deborah ci invia: “Ogni volta vorrei mollare ma non lo faccio, ogni volta che combatto per ciò che ritengo giusto, lo farò con il sorriso dedicandolo a te… Grazie amico mio”.
“Nel quotidiano si incontrano tantissime persone , ma sono poche quelle per me SPECIALI, una di queste sei tu! Grazie Bulls!!”, queste le parole di Luca. E ancora… “Questo pomeriggio mi è stato chiesto un pensiero su Claudio e inizialmente avevo paura di essere banale e di non riuscire ad esprimere il mio amore, poi mi sono seduto e ho pensato che per me Claudio era tutto. E’ stato un papà quando ne ho avuto bisogno, è stato un amico un fratello un consigliere e in una sola parola è stato Famiglia per me. E’stato motivo di orgoglio poter dirgli quanto gli voglio bene e quanto importante fosse per me e per noi e di quanto io sia felice di potermi forgiare della parola amico suo perché Claudio era vita. Grazie davvero di tutto amico mio: forse ha davvero ragione Tina la sua splendida metà. Lei è stata l’altra metà del suo cielo, erano uno il prolungamento dell’altro e…sì: permettemi, direi come dice TINA, L’INFINITO DI AMARE E’ RESTARE E CLAUDIO E’ QUI con noi. Ti voglio bene. Tuo Manuelino”. “Il vuoto a chi rimane… Chi era Claudio? Il susseguirsi di gesti del cuore racchiudono una vita di momenti e sensazioni che descrivere a parolo o con parabole pre…stampate hanno del limitativo. Un Cuore Granata e Gialloblù, un uomo di Curva, una persona che ci ha lasciato un esempio che rimane come un tatuaggio nell’anima, il voler vincere sul demonio della malattia. Un esempio di lotta senza quartieri e religione, una semplice persona che ha lasciato qualcosa. Come un vecchio capitano in campo, ho solo avuto l’onore con rispetto e semplicità…di tenere per mano chi ti ha amato e amerà per sempre (la tua moglie Tina) per preparare la sceneggiatura di un film d’amore di chi rimane. Un semplice gesto per non apparire, ma per dimostrare alla tua gente, che non serve apparire… ma fare… come hanno fatto i tuoi fratelli. A loro il tributo e l’applauso di un Ruffini al 99% toccato dalla lettura del Ruggente Peppe Poeta. Ciao Claudione…veglia sempre su di Noi… ti garantisco che i ragazzi porteranno avanti il tuo desiderio e si prenderanno cura di Tina. Ciao Claudione. Con stima e rispetto. Il Capitano.” E queste sono le parole di qualcuno, che a cuore non è secondo a nessuno… Commentare? Non ce n’è bisogno. Qualcuno ha avuto la forza di andare oltre il campo e a portare umanità oltre il canestro, e a Claudio e all’artefice che ha avuto la forza di creare con volontà questo splendido pur se triste momento intenso vada il nostro pensiero di riconoscenza per aver fatto vivere la vita nel mondo luminoso del nostro Basket. E’ vero: Torino poteva vincere di più, ma ha fatto tanto e ha tifosi veri che hanno un cuore e che sanno riconoscere la volontà di fare. Avanti Torino, la strada non sarà sempre facile, ma almeno, il prossimo anno, le nostre maglie avranno un cerchio tricolore a ricordarci che luci ed ombre fanno parti della vita e anche dello sport, ma il coraggio, l’incoscienza e la voglia di farcela a volte fanno sì che nonostante tutto si può vincere con tutti e tutti insieme. Tutto il resto … è noia.
Paolo Michieletto
Si è svolta la prima seduta della Commissione di indagine sugli incendi di siti di rifiuti che stanno investendo il Piemonte, fortemente richiesta dai consiglieri di LeU Marco Grimaldi e Valter Ottria e presieduta dalla Presidente della Commissione Ambiente Silvana Accossato. I dirigenti di Arpa Piemonte, auditi in questa occasione, hanno illustrato il programma di prevenzione e azioni nella fase operativa per la gestione delle emergenze e nella fase post-operativa successiva alle emergenze. Da una panoramica sugli eventi occorsi negli ultimi anni, risulta che gli incendi su impianti di trattamento rifiuti siano stati sei nel 2015, otto nel 2016, nove nel 2017, ma già sette a maggio del 2018. Nel biennio 2016-2018, su 100 sopralluoghi effettuati, 45 hanno determinato atti di polizia giudiziaria e in 11 casi si ipotizza un reato. Le tabelle presentate da Arpa (comprensive di data dell’evento, Comune, soggetto interessato, tipo di impianto e riferimenti autorizzativi, durata dell’incendio, tipo e quantità di rifiuti interessati, danni e azioni svolte dall’Agenzia)
mostrano però una pluralità di casi entro i quali occorre distinguere. Ci sono situazioni legate a eventi fortuiti, che nulla hanno a che vedere con il traffico illecito di rifiuti: fatalità, errori umani, deterioramento dei macchinari o scarsa sicurezza degli impianti possono avere causato molti degli incendi; nell’80 per cento dei casi le cause non sembrano infatti essere criminogene. Tuttavia esistono altri fenomeni: vi sono a livello nazionale criticità legate alla difficoltà di collocamento dei materiali di raccolta differenziata non di qualità, generate da una chiusura da parte della Cina. Ciò potrebbe avere invogliato alcuni gestori a commettere reato bruciando i loro stessi depositi. Infine, la situazione può avere accentuato le azioni criminali da parte di soggetti che hanno approfittato dei provvedimenti di procedura semplificata e dell’assenza di fideiussioni per acquisire capannoni senza costi, facendo pagare per riempirli di rifiuti e poi dileguandosi. L’Arpa ha informato che, nel caso di eventi di natura dolosa, è in atto un’attività di intelligence in sinergia con le altre agenzie regionali e con le
forze dell’ordine, grazie a un protocollo con la Procura della Repubblica, per controllare i passaggi di rifiuti illeciti. Si è inoltre impegnata a raccogliere i dati in maniera più statistica e a costituire una commissione tecnica regionale con i vigili del fuoco e i carabinieri, per approfondire meglio i fenomeni. “Bisogna circoscrivere le diverse vicende” – dichiara Grimaldi. – “La Commissione di indagine nasce proprio dagli ultimi fatti avvenuti e dalla notizia delle indagini estese a tutto il territorio piemontese. Occorre capire se e dove vi siano pressioni da parte del mondo criminoso, e se e dove vi siano invece gravi illeciti che tuttavia provengono da un mondo imprenditoriale danneggiato dai costi dello smaltimento. Per questo la vicenda va iscritta in un quadro nazionale: la Commissione antimafia e una Commissione sui reati ambientali dovranno indagare in modo mirato su alcuni settori”.
La torre di Trana
9 / Questa storia è dedicata agli scettici, a chi non vuole sentir parlare né di aldilà, né di spiriti, né di anime, a chi crede solo nel freddo e cinico razionalismo.
Fantasma, è termine greco, che significa “Immagine”, connesso con il verbo phantàzomai, “mi mostro, appaio”. Come da definizione del dizionario esso indica l’immagine creata dalla fantasia senza alcuna corrispondenza con la realtà delle cose, ma è anche l’immagine di persona defunta che una fantasia allucinata rievoca e ritiene reale. Dunque i fantasmi. Essi presentano caratteristiche specifiche, sono eterei, luminescenti e fluttuanti, sono abitudinari, si aggirano sempre in luoghi cupi, bui ed inquietanti; appaiono di notte, nel momento in cui il buio sovrasta il mondo; amano molto anche le tempeste, quando possono approfittare dell’inquietudine provocata dagli improvvisi lampi e tuoni. Alcuni di loro mostrano un carattere più romantico e aspettano la luce tenue del plenilunio per manifestarsi ed accentuare il proprio pallore. Essi sono figure centrali e ricorrenti nelle tradizioni popolari di tutto il mondo. Per chi crede a queste storie -e soprattutto per chi non ci crede- ci sono luoghi in cui assistere ad apparizioni sovrannaturali è più facile rispetto ad altre parti. Si tratta di zone particolari, a cui gli spiriti rimangono strettamente legati, scenari di vicende antiche, talvolta quasi dimenticate.Uno di questi luoghi peculiari è il piccolo paesino di Trana, in cui si trova una solitaria torre di epoca medievale, che parrebbe essere un ricettacolo di anime inquiete. Pare che proprio qui siano solite mostrarsi luminose figure, spiriti fatti di luce, non si sa chi o cosa siano, né se siano portatori di specifici messaggi. È surreale la quantità di testimonianze che riguardano tali apparizioni. In molti sostengono di aver visto due figure femminili, particolarmente iridescenti, una con lunghissimi capelli corvini. Questi spiriti compaiono nella notte e vagano come stelle cadute che non sanno come tornare a casa. È decisamente il giorno sbagliato per andare verso le montagne, l’aria è fredda, ai bordi della strada persiste la neve, guido piano perché ho paura di scivolare sulla strada a tratti ghiacciata.È un viaggio lungo quello di oggi, perché sono sola e l’assenza di compagnia aumenta le distanze e abbassa ulteriormente le temperature già fredde.
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Il cartello “Trana” appare proprio quando mi viene il timore di essermi persa; vado ancora avanti per una decina di minuti prima di arrivare al centro del paese e alla mia reale meta. Compare all’altezza dell’orizzonte, preciso di fronte a me, il mistico mastio di trenta metri di altezza, ultima testimonianza della presenza di un castello risalente al X, XI secolo, raso al suolo dalle truppe francesi dei Catinat, sul finire del XVII secolo. La torre era un tempo proprietà degli Orsini, successivamente, nel 1581, passò alla famiglia Gromis. Riesco a lasciare la macchina in un piccolo spiazzo proprio ai piedi della modesta collina su cui si trova la costruzione che mi interessa visitare, scendendo dalla vettura vengo immediatamente presa a schiaffi dall’aria gelida, socchiudo gli occhi e sprofondo all’interno dello sciarpone invernale, così imbacuccata faccio forza su di me e parto per la mia solitaria perlustrazione.La neve ricopre tutto, la stradina che sto percorrendo a piedi, che dallo spiazzo sembra condurre verso l’alto della collina, i tetti delle case, la copertura del ponte in legno che attraversa il Sangone e l’altura che avevo scioccamente immaginato di risalire per arrivare ai piedi della torre. L’atmosfera è spettrale, poca luce che riesce a penetrare attraverso le nuvole che ricoprono il cielo per intero, sono talmente tante che potrebbero avvolgere il Mondo, il terreno è un’enorme coperta, vecchia, usurata, strappata dagli alberi che spuntano slanciandosi con violenza verso l’alto. Con l’illuminazione di quel giorno i toni dei colori si abbassano, il marrone dei tronchi è quasi pece, il verde dell’edera che serpeggia tra gli alberi è smorto e propende verso la gamma dei grigi. I rami crescono selvaggi uno sull’altro, allungano i rami esili e nodosi verso l’alto, sembrano volersi impossessare del cielo.
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Sto continuando a seguire la stradina scivolosa, ma ben presto mi rendo conto che continuare su questa via non sarà d’aiuto al mio intento, inoltre compare un dettaglio a cui non avevo pensato: una recinzione che circonda la collina. Noto che la rete presenta delle aperture, segno che qualche altro curioso ha anticipato i miei passi, ma la neve ghiacciata rende il terreno scivoloso e l’arrampicata rischiosa, più che per me, per la mia reflex. Mi fermo a guardare la torre da quella bassa prospettiva, di lì, mi ricorda una divinità arcaica posta nel mezzo di un rituale di adorazione, i rami sembrano protendere verso di lei, quasi in segno di supplica. Oggi non c’è molto che io possa fare, se non ridiscendere con attenzione. Ora che il mio primo obbiettivo è sfumato posso passare ad altre considerazioni, prima fra tutte il fatto che una località così piccola abbia così tanta storia da raccontare: il paesino di Trana, in epoca antica strettamente collegato alla fortuna e al destino della famiglia Gromis, in tempi meno antichi aveva assunto una posizione di rilievo nella lotta partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale. Mi viene in mente che, oltre alla valenza prettamente storica, c’è anche un aspetto antropologico per cui questa terra è conosciuta, cioè la presenza di imponenti menhir sul vicino monte Pietra Borga. Intorno a tali preistoriche testimonianze di insediamenti umani circolano altre storie, che alludono alle masche e agli spiriti dei boschi. Le storie di queste zone confinano tra loro, dove termina una, subito ne inizia un’altra. È possibile che in una tale moltitudine di leggende non ci sia nulla di vero? Prima di risalire in macchina mi volto a guardare quel paesaggio perfetto nel suo essere spettrale, il cielo si è rabbuiato ancora, così come i tratti delle ombre sono più calcati. Penso che l’unico motivo per cui non mi sono imbattuta in nessuno spettro è che dietro le nuvole è ancora giorno, i fantasmi sono creature abitudinarie, appaiono solo di notte. Nessuna eccezione, nemmeno per i curiosi forestieri come me.
Alessia Cagnotto